di Emilio Cozzi
SPACE ECONOMY
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LA GUERRA NELLO SPAZIO
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ROSCOSMOS FA MARCIA INDIETRO ELON MUSK AIUTA L’UCRAINA Per bocca del suo direttore, Rogozin, Roscosmos ha ufficializzato l’interruzione del lancio di vettori Sojuz dalla Guyana Francese. Contestualmente l’agenzia spaziale russa ha richiamato il proprio personale dallo spazioporto. I lanci europei con razzi Sojuz sono quindi posticipati fino a data da definirsi. Fra loro, anche quello di due satelliti Gps del sistema Galileo. Roscosmos ha fatto marcia indietro anche per quanto riguarda la collaborazione con la Nasa nel programma Venera-D, il primo lander venusiano dopo le missioni sovietiche Vega 1 e 2 del 1984. Rispondendo alla richiesta di aiuto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che teme la distribuzione della linea internet nel suo Paese, Elon Musk ha invece dichiarato che Starlink è ora attivo in Ucraina e ha fatto sapere di avere spedito diverse parabole per la ricezione. Ricezione che per il momento non arriverà dal telescopio spaziale tedesco eRosita, spento dalla Germania. Il telescopio a raggi X si trova a bordo del satellite russo Spektr-RG, in orbita attorno al punto lagrangiano L2. Distrutto dalle truppe russe l’aereo ucraino Antonov 225 Mriya (Sogno), si trattava del più grande aereo cargo al mondo. Progettato negli anni ‘80 dall’Unione Sovietica anche per il trasporto dello spazioplano Buran, era utilizzato anche per il trasporto di grossi satelliti.
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ome affermato a febbraio dal presidente americano Joe Biden, le sanzioni alla Russia avranno, fra gli altri effetti, quello di “degradare la loro industria aerospaziale, incluso il programma spaziale”. Il direttore dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, Dmitry Rogozin, fedelissimo di Putin, ha replicato aspramente: “Volete distruggere la nostra cooperazione sulla Iss? Se bloccate la collaborazione con noi chi fermerà il rientro incontrollato della stazione sugli Stati Uniti o sull’Europa?”. Rogozin si riferisce ai sistemi di propulsione russi della Stazione spaziale internazionale, quelli che vengono periodicamente azionati per mantenerla in orbita. Senza di essi, infatti, la stazione rallenterebbe a causa dell’attrito con i pochi atomi sul suo percorso. Percorso che quasi non tocca la Russia, rimanendo su latitudini più equatoriali. Il direttore della Nasa, Bill Nelson, non ha replicato direttamente, ma un comunicato stampa ha ribadito la volontà (o meglio, necessità) dell’agenzia spaziale americana di continuare il rapporto di collaborazione sulla Iss con tutti i partner attuali. Elon Musk ha invece risposto alla domanda retorica di Rogozin con il logo di SpaceX. Schermaglie social a parte, la situazione è in evoluzione costante.
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Ossigeno dalle rocce lunari Thales Alenia Space ha vinto un contratto con l’Agenzia spaziale europea per testare una nuova tecnologia in grado di estrarre, in loco, ossigeno dalle rocce lunari. Il contratto da un milione di euro prevede la realizzazione di un prototipo insieme con i partner Avs, Metalysis, Open University e Redwire Space Europe. La divisione inglese di Thales Alenia Space ha già sviluppato un sistema funzionante che utilizza l’elettrolisi del sale fuso per estrarre ossigeno dalla regolite, ora dovrà farlo sulla Luna. Non è ancora noto su quale missione troverà posto
la tecnologia sperimentale, ma nei prossimi anni le missioni dirette verso il nostro satellite non scarseggeranno. La produzione di ossigeno sulla Luna sarà fondamentale per un’esplorazione continuativa. Non solo per aria e acqua, soprattutto per propellente. La navicella Starship, che trasporterà gli astronauti di Artemis 3 dal Lunar Gateway alla superficie lunare e ritorno, utilizza proprio un misto di ossigeno e metano. Peraltro, questa tecnologia non faciliterà solo i viaggi verso la Luna, ma anche quelli dalla Luna verso altri corpi del Sistema Solare.
APRILE, 2022