›
INCONTRI
‹
STYLE SELECTION
Prove di dialogo DI FIORENZA BARIATTI
E domani che sarà? Ne parlano un giovane attore, un pluripremiato regista e una banca. UNA VOCE FUORI CAMPO recita «piantare un albero, costruire una casa, far nascere un sogno: il futuro è anche tutto questo». Termina con queste parole il cortometraggio d’autore – lo ha firmato Ferzan Özpetek – che Banca Mediolanum ha dedicato al dialogo tra generazioni, alla comunicazione, alle scelte, alla vita. Protagonisti di L’uomo che inventò il futuro, questo il titolo, sono Filippo Nigro (il papà) ed Enea Barozzi (il figlio 17enne) ed è proprio quest’ultimo, un «rappresentante» della Gen Z che ci parla di codici e linguaggi. «All’interno della nostra generazione
146
si sono sviluppate frasi e neologismi che ci permettono di capirci al volo, va detto però che non sono usate così spesso da non riuscire a capire il senso dei discorsi» spiega. «Penso che un cambio di codici sia inevitabile con il passare delle generazioni, perché ci sono più strumenti nuovi a cui interfacciarsi e le espressioni avranno sempre un’evoluzione parallela. E proprio come il linguaggio, anche il mondo del lavoro è in costante movimento; sono sicuro al cento per cento che un domani ci saranno più lavori diversificati e relativi all’ambito tecnologico e scientifico, mentre
S T Y L E M AG A Z I N E
resteranno invariati i vecchi mestieri manuali e artigianali». Agli occhi di Barozzi l’oggi e il domani appaiono chiari, nonostante la realtà con la quale spesso ci si scontra, ben illustrata da Özpetek, è piuttosto quella di un mondo all’interno del quale un adulto non riesce a trovare facilmente un’apertura incontrando, invece, scetticismo e indifferenza, soprattutto quando il tema è «il domani». Eppure i due mondi non sono così distanti a sentire la voce del giovane attore che definisce la sua generazione «attenta, intraprendente, viziata» e quella dei 50-60enni «vivace, curiosa, testarda».