CHECK MOSTRA
BEAUTIFUL PEOPLE: LO STILE BREVE, RICCO, HIPPIE-CHIC E BOHÉMIEN
Genere e sessualità in boutique IL RACCONTO DI UNA CONTROCULTURA CHE HA FATTO DI BIBA E QUORUM UN INCUBATORE DI ISTANZE SOCIO-POLITICHE. DI MICHELE CIAVARELLA
Sopra, Mick Jagger con la stessa giacca da granatiere vittoriano della cover di Ready Steady Go del 1967. Sotto, una delle giacche con la stampa Golden Lily di William Morris in vendita da Granny Takes a Trip.
e il mondo stava girando a nostro favore. Avremmo cambiato tutto, ma soprattutto avremmo cambiato le regole». LA MOSTRA RICOSTRUISCE gli ambienti
e ripropone gli abiti di quel periodo: la carta da parati e i pavimenti a scacchi di Biba accolgono gli abiti psichedelici, la stanza di Granny è piena delle giacche con le stampe di William Morris, troneggia la giacca da granatiere vittoriano indossata da Mick Jagger sulla cover di Ready Steady Go... La rarità, però, è la ricostruzione di Quorum, tempio della moda colta in cui officiavano Ossie Clark, Alice Pollock e Celia Birtwell, trio insuperato. Ma nel 1975 Biba chiude e Vivienne Westwood apre la boutique SEX: e così le spille da balia e il punk mettono fine alla vita breve del Beautiful People «ricco hippy chic bohémien». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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S T Y L E M AG A Z I N E
© COLIN JONES/TOPFOTO; © FASHION AND TEXTILE MUSEUM
NEL 1966 ZANDRA RHODES aprì a Londra The Fulham Road Clothes Shop. Poi diventò una designer di moda chiamata «principessa del punk». Infine, diventata Dame, nel 2003 fondò il Fashion and Textile Museum dove, fino al 13 marzo, è in corso Beautiful People: the Boutique in 1960s Counterculture, la mostra che racconta proprio la cultura da cui nasce la storia della fondatrice del museo. A metà degli anni Sessanta del 1900 una manciata di boutique nel quartiere di Chelsea a Londra (tra cui Biba, Mr Fish e Quorum) ha dato vita a una rivoluzione della moda, tra psichedelia e rimandi vintage, con la costruzione di stili individuali e diversificati legati alle istanze socio-politiche dell’epoca e alla riflessione sul genere e sulla liberazione sessuale. Oggi può apparire un mistero come un gruppo di negozi abbia potuto essere l’incubatore di un vasto movimento di strada fino a formare una controcultura molto decisiva per il cambiamento del costume, ma in realtà il meccanismo non è tanto diverso da quello che oggi crea una community sui social network. Una folla eterogenea di giovani, infatti, si raccolse attorno a quelle esigenze condivise che Marianne Faithfull racconta così: «Eravamo giovani, ricchi e belli