Trentino Industriale giugno-luglio 2020

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GIUGNO | LUGLIO 2020

| Contiene I.R.

ANNO 61 | N°03

Accendere la ripresa Il Paese alla sfida delle riforme

Speciale Il volto trentino della sostenibilitĂ

Associazione La carica dei nuovi eletti

Innovazione Il cambiamento passa per il digitale


LA SOLUZIONE ALLE SFIDE PIÙ COMPLESSE Holländer è una società presente sul mercato italiano da oltre 50 anni. È specializzata nella progettazione ed esecuzione di opere nel campo dell’impiantistica industriale, alimentare e del teleriscaldamento. La competenza che possiede la rende un partner solido ed affidabile nell’affrontare ogni problematica legata alla realizzazione e manutenzione di impianti, anche nelle sue espressioni più complesse.

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PROGRAMMA

Dal 30 ottobre 2020 al 18 dicembre 2020

• HR e Digital Transformation: il ruolo dell’e-learning e della formazione digitale nelle organizzazioni 2.0; • Il Digital Learning: piattaforme, metodologie e contenuti; • I trend: micro-learning, intelligenza artificiale (A.I.), xAPI, gamification e social learning, mobile learning; • La progettazione della formazione in modalità e-learning (elementi di Instructional Design); • La produzione di contenuti formativi: strumenti e metodologie; • Gestione e monitoraggio del processo di erogazione dei contenuti online; • Learning Analytics e misurazione dell’impatto della formazione sulle performance;

OBIETTIVI Attraverso il master si forniscono le competenze per progettare, organizzare, promuovere efficacemente la formazione e-learning.

COSTO € 1.150 + IVA Il percorso è finanziabile tramite i fondi interprofessionali per la formazione aziendale.

Edutech srl | c/o Polo Tecnologico Via Solteri, 38 | 38121 - Trento (TN) e-mail: info@edutech.it - pec: amministrazione@pec.edutech.it


sommario

03

editoriale 7

La stagione delle riforme

il punto 9

Una certa idea di futuro

copertina

innovazione

10

Al lavoro sulle riforme

39

L’innovazione digitale dopo il lockdown

12

Nuova liquidità per l’export

40

PhD in innovazione industriale: il bando

14

La “Fase 2” delle risorse umane

16

Sicurezza sul lavoro: le ultime novità

18

Export: ancora molte restrizioni

20

La necessità di definire una nuova Supply Chain

rubriche

education 41

aziende

speciale csr 22

CSR: il volto trentino della sostenibilità

24

Le migliori energie del territorio

22 speciale csr

25

L’anima ecosostenibile del nylon

26

Bauer. Fare ed essere impresa sostenibile

29 associazione

27

A22: 314 Km di sostenibilità

28

L’energia si fa solidale

10 copertina

43

L’ostinata intraprendenza di LeCont

45

“Vele” e “onde” contro il contagio

47

Miorelli Service in prima linea

49

Tornelli Gunnebo anti-contagio

51

La sicurezza in un box

giovani

39 innovazione associazione

41 education

53

29

La carica dei nuovi eletti

31

L’Associazione diffusa: i nuovi delegati

53 giovani

33

Confindustria Trento, anche a Rovereto

34

Nuovi servizi/1: comunicazione d'impresa

55 internazionalizzazione

35

Nuovi servizi/2: innovazione

36

Sviluppare il proprio potenziale

37

Al via i nuovi corsi di lingue

43 aziende

56 webook

Tirocini: opportunità da non perdere

Giovani Imprenditori sempre in azione

internazionalizzazione 55

L’export riparte dall’Europa

webook 56

webook

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04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 61 | N. 3 Giugno - Luglio 2020

Direttore Responsabile

Martina Togn Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga

ANNO 61 | N°03

Accendere la ripresa Il Paese alla sfida delle riforme

Speciale Il volto trentino della sostenibilità

Associazione La carica dei nuovi eletti

Innovazione Il cambiamento passa per il digitale

illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI

Comitato di Redazione

GIUGNO | LUGLIO 2020

| Contiene I.R.

Alessandro Santini

Redazione

Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

PUBBLICITÀ

Progetto grafico

La pubblicità su Trentino Industriale significa:

GRAFFITI – It’s Communication

10 mila copie ogni numero;

Stampa

invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche, commerciali e di servizi;

Saturnia | Via Caneppele, 46 | Trento 0461 822636 – 822603

invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti, commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;

Editore

invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;

Associazione degli Industriali della Provincia di Trento

articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;

Pubblicità

ITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000

presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.

TARIFFE Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990

SECONDA DI COPERTINA | I ROMANA | CONTROSOMMARIO

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FRONTE COLOPHON | FRONTE EDITORIALE

Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

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TERZA DI COPERTINA

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QUARTA DI COPERTINA

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

PAGINA INTERNA

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PAGINA DOPPIA

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INFORMATIVA

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

www.trentinoindustriale.com il nostro periodico è anche online compresi i numeri arretrati trentino.industriale@confindustria.tn.it

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ITIS Srl T. 0461 360000 via Degasperi, 77 | Trento I prezzi indicati vanno maggiorati di IVA. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.




editoriale

07

La stagione delle riforme Questo giornale va in stampa a pochi giorni dalla chiusura dell’accordo raggiunto tra gli Stati membri nel corso del Consiglio europeo straordinario di metà luglio. Fatta eccezione per le critiche di una fronda di detrattori, l’opinione generale valuta positivamente il lavoro svolto su questo fronte in particolare dal nostro Governo. Non possiamo che essere d’accordo: sia perché si parla di somme certamente ingenti – circa 208 miliardi solo all’Italia su un totale di 750 miliardi tra fondo perduto e prestiti – sia perché finalmente si ragiona in termini di prospettive globali e di lungo periodo. Ciò detto, non possiamo far finta di ignorare una serie di elementi critici. Le tempistiche per l’erogazione delle risorse previste dal Recovery Fund sono lunghe. Sapremo cavarcela fino ad allora? Secondo il Rapporto regionale Pmi 2020 di Confindustria e Cerved più di un terzo delle oltre 150mila società analizzate potrebbe entrare in crisi di liquidità nel corso del 2020 per effetto del Covid-19. Le misure adottate fino ad oggi – sensate, per carità, come è il caso delle novità introdotte dal decreto semplificazioni – sapranno sostenerci mentre attendiamo? C’è poi l’enorme tema dei progetti. Se i soldi ci sono, o ci saranno, come li spenderemo? L’Italia è il solo Paese ad essersi presentato a Bruxelles senza un programma nazionale di riforme. È tempo di predisporre al più presto piani d’impiego delle risorse che siano seri e credibili, volti al rilancio dell’economia, dell’impresa e del lavoro. Gli obiettivi, i tempi e i capitali vanno stimati ex ante con grande precisione, puntando innanzitutto alla crescita degli investimenti, ed evitando, al tempo stesso, un aumento della spesa pubblica corrente. Non possiamo infine non evidenziare che ai fini dell’accordo finale sono stati purtroppo tagliati rilevanti fondi che dovevano far espandere il bilancio comunitario a favore della ricerca, delle nuove tecnologie, della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione e della competitività delle imprese europee: insomma, i pilastri della visione comune dell’Europa di domani. Mai come in queste settimane è apparso evidente quanto sia necessario un repentino cambio di passo in termini di mentalità. Dobbiamo disfarci di questa “sindrome da trincea”, cito un editoriale del Corriere della Sera, e lavorare di strategia. Per priorità, e non in emergenza. Alcune circostanze mi richiamano alla mente l’immagine di una barca eccessivamente carica – oltre 2.500 miliardi di debito – e con un equipaggio incline a discutere e dividersi su ogni cosa, sprecando energie senza la capacità di focalizzarsi sul problema: portare momentaneamente la barca in acque sicure riducendo la zavorra e alzando la linea di galleggiamento. Dobbiamo restare lucidi e fare le mosse giuste – poche, ma corrette – per mantenerci in superficie e ritornare nelle condizioni di navigare in mari che inevitabilmente saranno sempre più difficili da navigare. Ma dobbiamo anche studiare la rotta: altrimenti l’approdo rimarrà un miraggio. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento

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il punto

09

Una certa idea di futuro Delle gioie e dei dolori dello smart working, in queste settimane, si è parlato in ogni modo. La pubblica amministrazione, gli uffici amministrativi delle aziende, le associazioni di categoria, le redazioni dei giornali: tutti vi abbiamo ricorso in maniera massiva in occasione di questa pandemia, scoprendone benefici e limiti, opportunità e condizionamenti. Dell’ampio ordine di considerazioni che questo argomento suggerisce, a partire dalla constatazione che di “smart” si è visto ben poco, mi importa evidenziare qui due aspetti, che toccano da un lato il tema delle competenze e dall’altro la cultura del lavoro. In questa delicata fase di transizione, una partita cruciale è giocata dalla trasformazione digitale: un processo già in atto, e che però è lontano dall’essere giunto a maturazione. C’è di sicuro ancora molto da fare sul fronte delle infrastrutture: per essere completamente operativi anche se “a distanza” ci vogliono una buona connessione e le opportune tecnologie, dall’hardware ai software. Molto resta però da fare anche sul fronte delle competenze: come Confindustria Trento, insieme a Hub innovazione Trentino, abbiamo messo a punto uno strumento, quello dell’assessment, per misurare la maturità digitale delle nostre imprese associate. Ma qual è il grado di maturità digitale di ciascuno noi? Siamo in grado di sfruttare appieno le potenzialità degli strumenti che impieghiamo, per lavoro o per passione? Senza una preparazione adeguata dei nostri collaboratori, anche il sistema operativo più evoluto non sarà in grado di fare la differenza. Sono queste alcune tra le tematiche alle quali abbiamo dato maggiore attenzione nella promozione di una serie di attività formative e informative, rivolte agli imprenditori associati, ai collaboratori delle aziende trentine ma anche al nostro personale interno: corsi e seminari che abbiamo erogato in questi mesi rodandoci in un settore, quello del live streaming, nel quale ci muovevamo occasionalmente da tempo, ma del quale non avevamo mai sondato con reale determinazione le possibilità. Con settembre partirà anche un percorso di alta formazione, con la partecipazione di relatori illustri, di varia estrazione, che operano a livello internazionale. Si chiama “Una certa idea di futuro”, è progettato in collaborazione con l’Università di Trento, ed è un ciclo di incontri virtuali che la nostra Associazione rivolge al suo pubblico di riferimento, quello degli imprenditori e dei top manager, ma che ci piace estendere alla fruizione di chiunque sia interessato a ragionare con noi di futuro. L’esperienza dell’home working al tempo del lockdown ci ha insegnato anche questo: ad uscire dagli schemi, accettare il cambiamento e adattarci a nuovi contesti. Come quello che auspicabilmente ci vedrà – nel settore pubblico, come in quello privato – lavorare sempre di più per obiettivi e sempre meno per abitudine. Credo che questo ci renderà non solo dei lavoratori, ma anche delle persone, migliori di quelli che eravamo. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

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10

copertina

copertina

Al lavoro sulle riforme Al centro del dibattito il piano di riforme che l’Italia deve presentare entro la metà di ottobre a Bruxelles. Il Consiglio europeo ha assegnato al nostro Paese 208 miliardi di euro.

MENTRE L'ESTATE

avanza, i governi si preparano alla grande sfida delle riforme: a passare, dunque, da uno stato di emergenza, e dalla sua gestione, a una fase di convivenza, dunque a dare pieno protagonismo alle politiche di rilancio delle economie. Nel nostro Paese, il dibattito si sta concentrando in particolare sul piano di riforme che l’Italia deve presentare entro la metà di ottobre a Bruxelles, dove a metà luglio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha strappato al Consiglio europeo un accordo storico, che assegna all’Italia, secondo fonti del Governo italiano, 208,8 miliardi di euro, di cui 81,4 a fondo perduto e 127, 4 sotto forma di prestiti. La proposta iniziale prevedeva 173,826 miliardi totali, di cui 85,242 di sussidi e 88,584 di prestiti. Un aumento di 34,974 miliardi, con un calo dei sussidi di 3,842 miliardi e un aumento dei prestiti di 38,816 miliardi. Praticamente, quasi come il Mes ma senza il meccanismo di controllo del Mes. In generale, il compromesso raggiunto conferma l’ammontare di Next Generation Eu a 750 miliardi, come da proposta iniziale della Commissione europea, ma ne modifica le proporzioni, sostanzialmente livellando l’ammontare

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delle sovvenzioni e dei prestiti, portandoli rispettivamente a 390 miliardi e 360 miliardi a prezzi 2018. Viene rafforzata la Recovery and Resilience Facility, con il totale che passa dai 560 miliardi della proposta iniziale a 672,5 miliardi (di cui 312,5 di sovvenzioni e 360 di prestiti). Va segnalato però che l’aumento di 110 miliardi dei prestiti nel totale di Next Generation Eu (da 250 a 360 miliardi) viene compensato da un taglio di uguale entità dei suoi finanziamenti a fondo perduto per gli altri programmi: i fondi di coesione di React Eu passano da 50 a 47,5 miliardi; i fondi per la ricerca e sviluppo di Horizon Europe diminuiscono notevolmente da 13,5 a 5 miliardi; i finanziamenti per le imprese di Invest Eu sono quasi azzerati, da 30,3 a soli 5,6 miliardi; viene azzerato del tutto il Solvency Support Instrument per il quale era prevista inizialmente una dotazione da 26 miliardi, e che doveva servire a sostenere la ricapitalizzazione e la solvibilità delle imprese sane colpite dalla crisi del Covid-19. Vengono poi dimezzati i fondi dello “Sviluppo rurale”, passando da 15 a 7,5 miliardi e ridotti di due terzi, da 30 a 10 miliardi, quelli per il Just Transition Fund; subisce una lieve diminuzione, da 2 a 1,9 miliardi il programma RescEU per il soccorso alle aree compite da calamità naturali e sanitarie; infine vengono cancellati i fondi Ndici per sostenere l’azione esterna, il vicinato e gli aiuti umanitari. Nel Quadro Finanziario Pluriennale, leggermente ridotto rispetto alla proposta di febbraio, vengono aumentati gli sconti, i rebates, per i Paesi già beneficiari, ridimensionati i Programmi come HorizonEurope e Mercato Unico. Ora occorrerà negoziare con il Parlamento europeo, soprattutto per rendere il Quadro Finanziario Pluriennale credibile alla luce dei tagli e delle correzioni effettuate in controtendenza rispetto alle sue richieste. Il Parlamento europeo, nella procedura di bilancio, può solo approvare o rigettare a maggioranza la proposta del Consiglio senza proporre emendamenti. Giovedì, probabilmente, il presidente David Sassoli del Parlamento Europeo convocherà una Plenaria straordinaria per l’adozione di una risoluzione ad hoc. La presidente della Commissione Von der Leyen, convocherà pre-


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sto una riunione dei 4 Presidenti ai sensi dell’articolo 324 del Trattato per favorire il dialogo con il Parlamento europeo, che dovrà esprimersi a ot-

tobre sul Qfp, e facilitare anche quello con i Parlamenti nazionali, che ora dovranno approvare la decisione sulle risorse proprie.

Gli Stati Generali dell’Economia A metà giugno, il presidente Carlo Bonomi ha partecipato in rappresentanza di Confindustria agli Stati Generali dell’Economia indetti dal governo a Villa Doria Pamphili. “Oggi abbiamo posto al governo tre temi – ha spiegato il Presidente - produttività stagnante da 25 anni; qualità ed efficienza della spesa pubblica; sostenibilità del nostro debito pubblico che quest’anno sfiorerà il 160% del Pil. L’Italia ha infatti un’occasione storica: possiamo rilanciare il Paese, una responsabilità per tutti noi. Ciò che chiediamo - ha continuato il Presidente - è una democrazia moderna con istituzioni efficienti e funzionanti, cioè con una buona pubblica amministrazione, come già indicato e chiesto dal Governatore di Banca d’Italia”. Bonomi ha parlato di cassa integrazione, anticipata in vasta misura dalle imprese, e ha denunciato i gravi ritardi per le procedure annunciate a sostegno della liquidità. “Le misure economiche italiane – ha ribadito - si sono rivelate più problematiche di quelle europee”. “Confindustria ha la possibilità di fare critiche sui temi economici e il dovere di fare proposte, come sempre fatto – ha dichiarato Bonomi -. Possiamo evitare che si ripeta una dolorosa recessione se supereremo i problemi che bloccano l’Italia da 25 anni”. Il presidente di Confindustria ha anche precisato i primi segnali immediati da dare al sistema economico per aiutarlo a ripartire: pagare i debiti della pubblica amministrazione, che sono circa 50 miliardi bloccati; onorare i contratti verso le imprese, a partire dal rispetto della sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione; accelerare i rimborsi Iva. “Le imprese – ha detto ancora - non possono restare in attesa in media per oltre 60 settimane della regolazione da parte dello Stato dei crediti IVA alle imprese, quando nei Paesi concorrenti europei avviene in meno di 6 mesi”.

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Nuova liquidità per l’export Simest a sostegno delle imprese esportatrici: consistente aumento degli importi massimi dei finanziamenti. Confindustria Trento contatta le aziende associate. di LUCA RIBAGA, Confindustria Trento

IN ATTUAZIONE

a quanto previsto dall’articolo 48 del decreto Rilancio, Simest spa, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, sta progressivamente apportando modifiche ai parametri di accesso ai finanziamenti che eroga direttamente alle aziende esportatrici. Recentemente sono stati anche aumentati in maniera rilevante gli importi erogabili, sempre a tasso fortemente agevolato (a luglio pari allo 0,085% annuo). I nuovi limiti rendono ora lo strumento interessante non solo per le piccole e medie imprese, ma anche per le cosiddette mid cap,

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le società a media capitalizzazione. “Una occasione da non perdere per le nostre aziende impegnate a sostenere finanziariamente gli sforzi per mantenere lo spazio acquisito sui mercati esteri e ricercare nuovi sbocchi - afferma Alessandro Lunelli, vicepresidente di Confindustria Trento con delega per Credito e Finanza d’impresa -. Invito i colleghi imprenditori che esportano a rivolgersi alla nostra Associazione, dove troveranno esperienza e supporto tecnico per accedere con efficacia ai finanziamenti Simest”. L’area Finanza d’Impresa contatterà nelle prossime settimane le aziende esportatrici associate, che si ritiene possano avere i parametri utili per l’accesso ai finanziamenti, per assisterle allo scopo di sfruttare appieno questa importate opportunità, in considerazione che gran parte delle novità introdotte sono disponibili solo fino al 31 dicembre 2020. È utile riepilogare le diverse tipologie di finanziamento, evidenziando i nuovi importi massimi che le imprese possono richiedere a Simest.


13 copertina

Patrimonializzazione: raddoppio da 400 mila a 800 mila euro dell’importo erogabile per questo finanziamento dedicato alle imprese che esportano, senza destinazione d’uso specifico. Inserimento Mercati Esteri: aumento a 4 milioni di euro - rispetto ai precedenti 2,5 milioni – dell’importo massimo che SIMEST può concedere alle aziende, per finanziare le spese per espansione commerciale all’estero. Studi di fattibilità: aumento dell’importo da 150 mila a 200 mila euro per studi di fattibilità collegati a investimenti commerciali e da 300 mila a 350 mila euro per studi collegati a investimenti produttivi. E-Commerce: salgono da 300 mila a 450 mila euro i finanziamenti per la realizzazione di una propria piattaforma on-line e da 200 mila a 300 mila euro per l’adesione ad un marketplace fornito da soggetti terzi. Fiere, Mostre e Missioni di Sistema: sale da 100 a 150 mila euro il massimale per coprire fino al

100% le spese preventivate per area espositiva, logistiche, promozionali e per consulenze connesse alla partecipazione a fiere/mostre internazionali, incluse le missioni di sistema promosse da MISE e MAECI e organizzate da ICE Agenzia, Confindustria e altre istituzioni e associazioni di categoria. Si riepilogano inoltre le importanti novità già operative da metà giugno, tutte valide solo fino al 31 dicembre 2020: possibilità di richiedere l’esenzione dall’obbligo di prestare garanzie per accedere ai finanziamenti (con incidenza sul “de minimis”); possibilità di ricevere a fondo perduto fino al 40% della somma richiesta (per un massimo a fondo perduto di 100mila euro). In attesa dell’inserimento nelle misure previste dal Temporary Framework degli aiuti di stato, l’agevolazione impatta al 100% sul plafond “de minimis”. Entro l’estate, sono previste inoltre ulteriori semplificazioni, quali l’estensione dell’operatività dei finanziamenti anche a progetti intra-Ue e l’ampliamento delle spese e della tipologia di imprese finanziabili.

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14 copertina

La “Fase 2” delle risorse umane Tra smart working e cassa integrazione le aziende affrontano questa delicata fase di riassestamento nell’attesa dello slancio alla piena ripartenza auspicato per la “Fase 3”. di ANDREA MARSONET, Confindustria Trento

SUPERATA

la fase acuta dell’emergenza Covid – segnata dal lockdown durato fino al 4 maggio – si è passati alla cosiddetta “Fase 2” durante la quale si è avviata una lenta e graduale ripresa delle attività, anche lavorative. Le aziende non stanno ancora operando a pieno regime, per via di diversi fattori tra cui da una parte il vigente divieto di assembramento e il conseguente rispetto dei protocolli di sicurezza e dall’altra la lacuna di servizi educativi e soci-assistenziali colmata in parte dall’istituzione di congedi ad hoc e dallo smart working. Per quanto riguarda la cassa integrazione con causale speciale Covid dopo un aumento delle settimane fruibili è stata inoltre anticipata – esclusivamente per i datori di lavoro che abbiano interamente fruito del periodo precedentemente concesso fino alla durata massima di quattordici settimane – la possibilità di usufruire di ulteriori quattro settimane anche per periodi decorrenti antecedentemente al 1° settembre 2020, per una durata massima complessiva di diciotto settimane. Permane ora il problema della preclusione, per il periodo di 5 mesi – ossia fino al 16 agosto

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2020 – dell’avvio delle procedure di licenziamento: sia collettivo che individuale (recesso per giustificato motivo oggettivo). Rimangono quindi attuabili i licenziamenti disciplinari e quelli relativi alla categoria dei Dirigenti. Tali preclusioni non collimano però con la durata massima della cassa integrazione – creando ovvie difficoltà per le aziende – ragion per cui Confindustria ha avanzato una richiesta di proroga della cassa integrazione fino a fine anno ed in ogni caso almeno fino alla sussistenza del citato divieto. In questa fase l’organizzazione del lavoro si presenta spesso molto diversa: gli orari di lavoro hanno un’impostazione nuova, orientata a scaglionare le presenze e a gestire gli spazi comuni (mense, spogliatoi) in base alle nuove necessità di distanziamento. L’impatto è naturalmente minore in relazione ai collaboratori con mansioni amministrative o comunque esperibili in Smart working, strumento ancora largamente impiegato e che è oggi oggetto di molte riflessioni. In un primo momento si è spesso letto e parlato con un approccio entusiastico dello smart working e di una forte presa


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di coscienza delle sue potenzialità, prospettandone persino la prosecuzione in molte realtà anche al termine dell’epidemia. Con il passare del tempo però e anche con la fine del lockdown, si è iniziato a riflettere sul vissuto di chi lo ha sperimentato in questi mesi ed è stato evidenziato che questa modalità di lavoro ha avuto poco di “smart”, se non la capacità di adattarsi prontamente ad una situazione di emergenza permettendo alle aziende di portare avanti alcune attività e ai dipendenti di continuare a lavorare. Non si può quindi parlare propriamente di smart working (di cui flessibilità spaziale e temporale e gli obiettivi sono caratteristiche di spicco) ma piuttosto di “Remote working” e cioè di una traslazione dell’esecuzione della prestazione lavorativa in una postazione diversa – e cioè la casa – spesso con reperibilità estesa e con in più le difficoltà contingenti legate soprattutto alla gestione dei figli con i connessi oneri educativi e formativi, anche questi addebitati ai genitori con l’adozione di un’improvvisata didattica a distanza. D’altro canto abbiamo imprese molto preoccupate di perdere il controllo della produttività dei loro lavoratori e lavoratori che rischiano di non percepire adeguatamente l’importanza e utilità del contributo che offrono. Servono nuove competenze per lavorare in questo modo e, quindi, anche formazione specifica. Anche lo strumento delle videoconferenze in questa seconda fase continua a registrare una forte accelerazione che ne ha evidenziato pro e contro. Tra i pro ancora una volta l’efficienza (risparmio tempi di spostamento, possibilità di fare più riunioni). Tra i contro – sul fronte della produttività un maggiore affaticamento dovuto alla maggiore concentrazione che l’utilizzo di tali sistemi richiede – sul fronte relazionale la mancanza di rapporti diretti con l’impossibilità di cogliere i segnali che provengono dal linguaggio non verbale e la maggiore difficoltà di creare relazioni e occasioni di confronto. Sempre sul tema della gestione dei figli, che rappresenta un problema di notevole entità sia

per i lavoratori, che ovviamente per le aziende con cui questi genitori collaborano, l’Associazione ha posto grande attenzione confrontandosi con le Istituzioni preposte e sollecitando costantemente il riavvio di alcune attività o quantomeno un’offerta alternativa: dopo la recente emanazione delle linee guida nazionali e provinciali per il riavvio di alcuni servizi educativi l’Associazione – grazie al coordinamento con la Cooperativa La Coccinella e Fondazione Famiglia Materna – ha potuto segnalare alle Associate importanti informazioni sui servizi educativi in partenza, soprattutto nelle aree geografiche di maggiore interesse.

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Sicurezza sul lavoro: le ultime novità Il 10 giugno 2020 è stata pubblicata la sesta revisione del Protocollo generale per la Sicurezza sul Lavoro. Tra le novità la ripresa della formazione in aula e la possibilità di lavorare in ufficio senza mascherina. di ANNA ENDRIZZI, Confindustria Trento

DURANTE

questi mesi di fase emergenziale il Governo e le Regioni hanno dedicato un grande impegno alla definizione di protocolli per permettere il riavvio delle varie attività in totale sicurezza. Il 10 giugno 2020 è stata pubblicata la sesta revisione del Protocollo generale per la Sicurezza sul Lavoro, elaborato dal comitato provinciale di coordinamento in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro della Provincia autonoma di Trento. Le maggiori novità riguardano la ripresa della formazione in aula e la possibilità di lavorare in uf-

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ficio, senza la mascherina, per coloro che si trovano a più di due metri di distanza. Dal 15 giugno infatti, a seguito dell’ordinanza della Provincia autonoma di Trento del 13 giugno e del Dpcm dell'11 giugno, è stato autorizzato lo svolgimento dell’attività formativa in presenza. Al fine però di prevenire il rischio di contagio da Covid-19, è necessario adottare alcune fondamentali misure, segnalate in dettaglio all’interno del Protocollo generale per la Sicurezza sul Lavoro, tra cui: l’utilizzo della mascherina, la presenza di un dispenser di soluzione idroalcolica per l’igiene delle mani corredato da infografiche che ne spieghino le modalità di utilizzo, il distanziamento delle postazioni secondo modalità specifiche, l’invio in formato digitale del materiale didattico, la consegna dei test solo previa igienizzazione delle mani da parte del docente, lo svolgimento di una pausa ogni ora di lezione al fine di arieggiare l’ambiente. I moduli pratici che prevedono una fase di addestramento


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sono già permessi da tempo, e anche in questo caso, ovviamente, devono essere rispettate le misure di prevenzione previste per il contagio e la diffusione del virus Covid-19, limitando il numero di partecipanti presenti, assicurando il distanziamento sociale, il lavaggio o la disinfezione delle mani e dei mezzi o attrezzature utilizzate per l’addestramento, usando mascherine e guanti. Viene inoltre consigliato di organizzare i moduli di addestramento pratico all’aperto o in spazi coperti piuttosto che in luoghi chiusi. Grazie al contributo di Confindustria Trento, è stata introdotta all’interno del Protocollo Generale, la possibilità di lavorare nelle postazioni fisse in ufficio, senza l’uso di mascherine, purché sia assicurata la distanza di due metri tra i lavoratori. Nel caso in cui non sia possibile rispettare tale distanza, si potrà comunque lavorare nelle postazioni di lavoro previste, tramite l’adozione di misure di prevenzione e protezione (presenza di schermi di separazione fisica, uso di mascherina chirurgica). Rimane l’obbligo

di indossare la mascherina ogni qual volta ci si allontani dalla postazione di lavoro, negli spazi comuni e nell’attività lavorativa in presenza di utenti, fornitori e visitatori. Grazie alla convezione siglata tra Confindustria Trento e l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, è possibile effettuare il tampone ai lavoratori risultati positivi al test sierologico. Secondo l’accordo, il prelievo ematico sarà effettuato in azienda a cura del datore di lavoro, il quale provvederà poi ad inviare il campione ai laboratori specializzati che provvederanno ad effettuare l’esame sierologico per valutare la presenza di anticorpi IGG e/o IGM anti SARS-CoV2 nell’organismo del lavoratore. In caso di esito positivo, la persona interessata sarà sottoposta al tampone in modalità drive through, nei punti dedicati di Apss dove è possibile effettuare il tampone senza la necessità di scendere dall’auto. I tamponi sono garantiti per tutti i lavoratori delle aziende che aderiscono a Confindustria Trento.

#siamoresponsabili: la sicurezza riparte dal lavoro Confindustria Trento ha realizzato una breve clip che illustra le semplici regole che ogni lavoratore deve adottare per proteggere sé stesso e i suoi colleghi sul posto di lavoro. Ogni impresa può scaricarla e diffonderla presso i propri dipendenti. http://www.confindustria.tn.it/emergenza-coronavirus-dpi

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Export: ancora molte restrizioni Le limitazioni agli spostamenti oltreconfine rischiano di ridurre la competitività del nostro Paese sui mercati esteri. di NICOLÒ ANDREINI, Confindustria Trento

L'EUROPA

si sta lasciando alle spalle il lockdown conseguenza del Covid-19 e, nell’incertezza generale, riprende a muoversi. Le imprese trentine, vittime di una contrazione media stimata oggi al 20% del proprio fatturato 2020 per effetto del Covid-19, spingono per la ripresa. Eppure, la libera circolazione delle persone, e di conseguenza delle merci tangibili, è ancora lontana dall’essere ripristinata. Le limitazioni agli spostamenti internazionali minano da mesi azione e competitività delle imprese italiane e producono effetti distorsivi del mercato, chiaramente dannosi per la nostra economia di esportazione. Alcune limitazioni agli spostamenti oltreconfine

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incombono ancora e specialmente sui cittadini italiani, anche all’interno dell’Unione europea, nonostante l’Italia abbia per prima in Europa gestito e controllato il diffondersi della pandemia. Vari Paesi fanno ancora divieto di ingresso entro i propri confini agli stranieri, alcuni addirittura differenziando a seconda del Paese di origine ed escludendo chi ritengono più pericoloso. Un esempio su tutti, la Repubblica Slovacca, che solo in giugno scorso ha autorizzato l’accesso ai cittadini di 19 Paesi europei, escludendo gli altri, compresi gli italiani, a cui è concesso il solo transito senza sosta limitato a un massimo di otto ore entro i confini slovacchi.


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Se si considera che le limitazioni agli spostamenti nei confronti degli italiani sono spesso in atto da febbraio scorso, ciò vuol dire che le nostre imprese con siti produttivi, uffici o semplicemente clienti e distributori dislocati nei paesi ancora chiusi, sono da oltre quattro mesi impossibilitate a gestire direttamente e in presenza rapporti commerciali e interventi di manutenzione in loco. I numerosi decreti di gestione del Covid-19 emessi dal governo italiano hanno, per alcuni aspetti, ulteriormente svantaggiato le imprese italiane in materia di spostamenti internazionali. Solo con il Dpcm dell’11 giugno, infatti, ai lavoratori italiani è stata autorizzata la permanenza oltreconfine fino a cinque giorni senza obbligo di quarantena domiciliare al momento del rientro in Italia. Prima di quella data, dunque, le imprese italiane hanno dovuto rispettare la quarantena domestica, spesso in posizione di svantaggio rispetto ai competitor europei che a tale obbligo non sono stati sottoposti dai propri governi, questi ultimi essendo evidentemente più attenti alle esigenze nazionali.

Il risultato delle limitazioni agli spostamenti internazionali di persone, e di conseguenza delle merci tangibili, significa dunque per le imprese perdere competitività sui mercati esteri. Ma c’è di più. Il rischio concreto per l’industria esportatrice italiana è perdere i propri clienti esteri a vantaggio di fornitori geograficamente più vicini e quindi in grado di garantire termini e condizioni di consegna anche in presenza di limitazioni frontaliere che, fra l’altro, potrebbero riacutizzarsi per effetto di una nuova ondata pandemica, attesa già in autunno. L’ipotesi che si sviluppi, in questo periodo di incertezza, una sorta di “preferenza nazionale” su prodotti e fornitori, colpirebbe i Paesi esportatori, fra cui l’Italia. Il ripristino della libertà di circolazione, caposaldo dell’Europa unita, sarà invece la chiave per garantire o quantomeno favorire corrette competizione e dinamiche di mercato, dove prevale il prodotto o servizio più valido ed economicamente più vantaggioso.

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La necessità di definire una nuova Supply Chain La crisi ha rivelato la fragilità delle catene globali del valore. Il reshoring rischia di rendere il business meno competitivo, la digitalizzazione della Supply Chain sembra la soluzione più utile. di DANIELE BERTI, Confindustria Trento

SONO MESI

convulsi. Aprendo un qualsiasi quotidiano o guardando un qualsiasi telegiornale la notizia ricorrente è sempre la stessa: emergenza Covid-19. In molti paesi l’emergenza sanitaria galoppa, non lasciando tregua a sistemi sanitari già fragili come quello statunitense e quello brasiliano. Con l’arrivo dell’estate, almeno nel nostro Paese, le notizie relative ai contagi giornalieri stanno lasciando il posto alle ripercussioni economiche e sociali che il lockdown ha causato. Aggiornamenti e report delle fonti più autorevoli si susseguono senza sosta. Non è facile destreggiarsi tra numeri e cifre, anche a causa di una situazione talmente liquida che un’istantanea rischia di diventare obsoleta un attimo dopo averla scattata. L’ultimo documento uscito dalla Commissione Europea vede al ribasso le precedenti stime sulla crescita 2020 e 2021. Se ad aprile stimava che quest’anno il Pil dell’intera Ue si sarebbe contratto del 7,4%, adesso si spinge a un -8,3%. Questa stima si basa sull’assunto che non ci sia una nuova grande ondata di contagi in autunno. Qualsiasi futuro inasprimento delle misure per contrastare il coronavirus renderebbe

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quindi i dati ancora più negativi. In Italia la situazione si preannuncia più aspra che in qualsiasi altro stato dell’Unione: secondo la Commissione nell’arco dell’intero anno il nostro Paese dovrebbe lasciare sul terreno oltre l’11% del proprio Pil. In particolare, l’Italia ha subito una battuta d’arresto molto violenta causata dalla brusca frenata delle esportazioni. La presenza in catene di approvvigionamento molto lunghe, ha permesso nell’ultimo ventennio all’Italia di rimanere la seconda manifattura europea in termini di valore aggiunto. La frenata del commercio mondiale ha fatto precipitare la domanda e l’offerta mettendo in luce tutta la fragilità delle catene globali del valore che si sono andate ad affermare con la globalizzazione. Nel primo decennio del XXI secolo mutò intensamente la geografia dell’industria mondiale. La rivoluzione dell’information technology e l’entrata della Cina nella Wto (2001) accelerarono la globalizzazione consentendo di allungare le catene di fornitura e di trasformare l’economia mondiale in una fabbrica planetaria. Questo ha scosso le economie avanzate, mentre ha spinto la crescita di Paesi emergenti. Già prima che l’epidemia di Covid-19 fermasse il mondo, l’economia globale stava subendo forti scossoni. Per quanto riguarda il commercio internazionale, il 2020 si preannunciava un anno difficile, dato in particolare dalla guerra commerciale iniziata da Trump contro la Cina. Il Covid-19 ha accentuato queste difficoltà e ha il potenziale per invertire in modo duraturo le catene globali del valore. In una fase di crescente sfiducia e di crisi economica, le dipendenze da catene di fornitura troppo lunghe possono generare instabilità e ciò che aveva sorretto la moderna era di globalizzazione divenire inefficace e pericoloso. Il coronavirus ha accelerato il decoupling (disallineamento), ma la tendenza era già in atto. La Cina risponde per il 20% dell’export globale di beni intermedi per il settore manifatturiero. Se pensiamo che il virus ha deciso di attaccare in primis la Cina, la perdita di beni intermedi che si ripercuote su tutti i paesi è molto elevata. A causa dell’interruzione delle catene di fornitura, uno studio Unctad stima che l’Eu risulta essere l’area più colpita, con una perdita


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di 15,6 miliardi di dollari attraverso la meccanica, l’automotive e il comparto chimico. Reuters stima che la crescita cinese si fermi al 4,5% nel primo quarto del 2020, tasso più basso dalla crisi del 2008: il rallentamento potrebbe costare 1,1 trilioni di dollari all’economia globale. Nel caso dell’Italia, la percentuale di valore aggiunto importato (beni intermedi importati) e inglobato nelle esportazioni è pari al 17% (Aguir et al., in Journal of Global Economic Analysis, 2019). Per comprendere la gravità della situazione, possiamo prendere in analisi l’industria dell’auto europea: uno studio del Financial Times pubblicato il 16 aprile e intitolato “L’anello più debole della catena di approvvigionamento minaccia il rilancio dell’industria automobilistica”, spiega come la maggior parte delle case automobilistiche siano pronte a ripartire, ma molte piccole aziende fornitrici sono ancora in lockdown o a rischio fallimento. Secondo un rapporto di Pwc, PriceWaterhouseCoopers, il 39% delle aziende pensa a ristrutturare il proprio network di fornitori e mercati. Come best practice vi è la necessità di conoscere approfonditamente non solo i fornitori, ma anche i fornitori dei fornitori, e così via. Il processo di digitalizzazione delle supply chain potrebbe rivelarsi molto utile, anche per possibili ricadute dal punto di vista sociale: prevenire i fenomeni come lo sfruttamento del lavoro minorile, dal momento che le aziende non potranno più permettersi di ignorare i rapporti indiretti. Ad essere in dubbio è l’intero paradigma fondato sul neomercantilismo basato su catene del valore molto lunghe (un terzo del commercio mondiale internazionale è composto da beni intermedi). La struttura economica è diventata tanto integrata quanto fragile. Le catene globali del valore sono andate sempre più articolandosi negli anni, diventando una caratteristica fondamentale, in particolare per le imprese di maggiori dimensioni. Secondo uno studio condotto da Dun&Bradstreet, delle mille imprese della classifica Fortune 1000, ben 938 hanno un fornitore “tier 1” o “tier 2” coinvolto dal virus.

Unito a questo, il modello del lean management, produzione basata su costi ridotti al minimo grazie a una pianificazione quasi totale, mostra molte crepe: un’organizzazione efficiente si basa sull’eliminazione della ridondanza, che è la base della resilienza. La globalizzazione intesa come frammentazione del processo produttivo e localizzazione dove è più efficiente in termini di costi, sembra volgere al termine. Come evidenziato dal rapporto “The Great Unwinding” stilato dall’Economist, quante più imprese faranno la scelta di spostare la produzione verso catene di fornitura regionali indipendenti in America e in Europa, altrettanto duratura sarà la de-globalizzazione come risultato della crisi. Il reshoring causerà problemi nel breve e nel medio periodo rendendo il business meno competitivo e più elevati i costi per i consumatori. Inoltre, questo processo non garantirà davvero un’assicurazione contro possibili nuovi shock economici: catene del valore più corte vengono comunque spezzate da eventi dirompenti come il Covid-19, che aggrediscono in maniera sincrona tutti gli anelli della catena. I cambiamenti in atto aprono alle Pmi manifatturiere nuove opportunità di entrare in catene del valore regionale, mentre le imprese dominanti ristrutturano i loro network globali. In tal senso Germania e Nord Italia costituiscono già un’unica area europea di eccellenze lungo le catene di fornitura. Inoltre, le imprese possono cogliere questa congiuntura per trasformare il proprio modello produttivo: nel progettare la ripresa possono immaginare di ripensare le loro catene di approvvigionamento per tentare di renderle più locali, comportando così delle esternalità positive sul pianeta. Ricordiamo che la questione ambientale pende come una spada di Damocle sulla testa di tutti. Si tratta insomma di ripensare radicalmente a cosa sia il valore, oltre al suo significato econometrico, come misura antropologica della qualità della vita umana: le imprese stesse, in quanto soggetti prima antropologici che economici, possono essere i vettori di tale cambiamento.

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CSR: il volto trentino della sostenibilità La Collective Social Responsibility come modello per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Nella tappa locale del Giro d’Italia del Salone della Csr le esperienze di alcune aziende associate. di GENNY TARTAROTTI, Confindustria Trento

ARRIVATO

in Trentino, in modalità live streaming pochi giorni dopo la fine del lockdown, il Giro d’Italia del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, che dal 2013 percorre il nostro Paese offrendo occasioni d’incontro e confronto sui temi della sostenibilità, ha fatto tappa in regione in un momento storico straordinario che ha reso i temi trattati ancora più attuali e urgenti. L’edizione 2020, dal titolo I volti della sostenibilità, si caratterizza per essere un’edizione “speciale” che ha dovuto ripensare i propri contenuti, interpretandoli alla luce degli avvenimenti legati all’emergenza sanitaria, per offrire risposte e spunti di riflessione a un mondo minato nelle proprie certezze e costretto a mettersi in discussione rivedendo schemi e processi. La tappa trentina, “La responsabilità sociale in Trentino tra imprese e comunità”, promossa da Trentino Green Network e FacilitaLab, con la collaborazione di Confindustria Trento, Università degli Studi di Trento e Provincia autonoma di Trento, ha posto l’accento sull’importanza di una responsabilità condivisa all’interno delle comunità per la promozione di uno sviluppo sostenibile.

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“Sono molto contenta di essere virtualmente in Trentino – ha esordito Rossella Sobrero, del Gruppo Promotore del Salone e coordinatrice dell’incontro – che da tempo tutti riconosciamo come esempio positivo sia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale che sociale. Le organizzazioni che hanno aderito a questa iniziativa hanno una cosa importantissima in comune: la consapevolezza che la sostenibilità rappresenti un driver strategico e un fattore fondamentale per lo sviluppo del territorio”. All’appuntamento, seguito da 480 partecipanti, sono stati presentati i modelli di business sostenibile di un gruppo di aziende associate a Confindustria Trento: Aquafil, La Sportiva, Bauer, Autostrada del Brennero, Dolomiti Energia, unitamente alle iniziative promosse da altre realtà, operanti sul territorio, tra cui l’Agenzia per la Famiglia e la Cassa Rurale di Ledro. “Il tema della responsabilità sociale d’impresa – spiega Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento – è da tempo all’attenzione delle nostre aziende. È in ragione della maturità di questo impegno che Confindustria Trento lavora in maniera sistematica alla restituzione di un lavoro che si traduce in azioni concrete a favore dei Lavoratori, della Comunità, del Territorio. Azioni che assumono un valore tanto maggiore, anche in termini di prospettiva. L’emergenza che abbiamo affrontato, e che non possiamo dirsi ancora conclusa, se mai ce ne fosse bisogno, ci ricorda che è necessario un nuovo approccio allo sviluppo, una condizione indispensabile per la nostra permanenza sull’unico pianeta a nostra disposizione”. “Ci troviamo di fronte a un cambio di paradigma – ha osservato Erika Costa, professore associato presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento –. Siamo passati dal concetto, proprio del pensiero neoclassico, della Corporate Social Responsibility (Responsabilità sociale d’impresa), secondo cui la responsabilità sociale delle imprese consisteva nell’utilizzo delle proprie risorse per incrementare i profitti; a quello di Collective Social Responsibility, secondo il quale l’azienda è una realtà orientata sul


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lungo periodo, con una funzione sociale finalizzata al bene comune e centrata sulla persona. La dimensione economica, quindi, non è più totalizzante e il profitto non rappresenta più il fine, ma il mezzo per promuovere il progresso complessivo della condizione umana dal punto di vista politico, sociale, morale e religioso”. La responsabilità sociale non è più demandata solo alle imprese, ma diviene prerogativa delle comunità, enti, istituzioni, territori, che insieme formano quelle che vengono definite “comunità responsabili dialoganti” e che collaborano per la promozione dello sviluppo sostenibile. “Le persone – ha rilevato Monica Margoni di FacilitaLab, braccio operativo della tappa trentina con Trentino Green Network – vogliono essere protagoniste del cambiamento, desiderano contribuire alla costruzione di un senso. Ecco allora che si rende necessario aprire spazi di collaborazione affinché l’intelligenza collettiva possa esprimersi. Una sfida indispensabile per costruire il futuro dei territori”. Per far sì che ciò possa realizzarsi assumono un ruolo chiave il dialogo e lo scambio tra le diverse realtà, nella consapevolezza che promuovere modelli di sviluppo sostenibile è oggi sinonimo di innovazione, crescita, produttività. “È necessario – ha evidenziato Gianni Bottalico, Segretario Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) – prendere decisioni concrete. Bisogna incentivare la resilienza trasformativa, riclassificare le politiche economiche, sociali, ambientali e incentivare nuove categorie politiche e strategie aziendali che prevengono, preparano, proteggono, promuovono e trasformano. Nell’ultimo periodo – prosegue Bottalico – abbiamo assistito a dei passaggi positivi. L’Ue ha adottato lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 come architrave per le proprie politiche e la Bce ha deciso di non finanziare più, a partire dal 2021, progetti basati su energie fossili. Il nostro Paese – conclude – si trova ora di fronte a un bivio. Deve scegliere se proseguire sulla strada della legge di bilancio 2020, oppure se, in nome della crescita del pil, sacrificare quan-

to fatto fino ad ora, in particolare per quanto riguarda il processo di decarbonizzazione, la sicurezza dei lavoratori e l’equità”. Facendo proprio il concetto di Collective Social Responsibility, il Trentino si sta mettendo in gioco esplorando nuovi orizzonti all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e della produttività. La sfida è stata colta e le esperienze portate al Csr lo dimostrano.

Tra i partner della tappa trentina del Salone della Csr, Confindustria Trento è stata chiamata a dar voce all’impegno dell’industria trentina a favore della sostenibilità in ragione della maturità di approccio del nostro Sistema. È del 2019 la prima edizione dell’attenzione manifestata dal nostro Sistema nei confronti del tema.

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Le migliori energie del territorio Da dove è nata, La Sportiva riceve gli input per progettare articoli sempre nuovi, realizzati con i migliori materiali disponibili sul mercato, durevoli e a ridotto impatto ambientale.

INCASTONATA

tra le montagne della Val di Fiemme a 1000 metri di altitudine, La Sportiva, rappresentata alla tappa trentina del Giro d’Italia della Csr dal suo Ceo e presidente Lorenzo Delladio, si colloca in perfetta armonia all’interno dell’ambiente in cui opera. Per l’azienda, leader mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata e scarponi da montagna, sostenibilità significa infatti “essere parte del contesto in cui viviamo, trarne le migliori energie e diffonderle in tutto il mondo”. È dal territorio dove è nata che La Sportiva riceve gli input per progettare articoli sempre nuovi, realizzati con i migliori materiali disponibili sul mercato, durevoli e a ridotto impatto ambientale. Ed è nel suo luogo d’origine, che l’azienda ha voluto mantenere il reparto produttivo, nonostante le difficoltà

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connesse alle caratteristiche geografiche delle zone montane. Una sfida non facile, ma di non secondaria importanza per il tessuto sociale ed economico della comunità e del Trentino, se si pensa che La Sportiva, insieme ad altre imprese del luogo, produce più del 60% del fatturato locale, impiegando 369 collaboratori, in sostanza una persona per ogni famiglia della valle. Sostenibilità sociale, dunque, unitamente a quella ambientale che l’azienda fiemmese realizza in particolare attraverso quel tipo di economia, definita economia circolare, grazie alla quale il materiale di scarto viene recuperato e re-immesso nel ciclo produttivo, permettendo di realizzare prodotti al 95% ecocompatibili. Un processo inevitabilmente più oneroso rispetto a quello consueto, che implica di conseguenza anche un costo maggiore degli articoli realizzati (circa il 10-12% in più). Un mercato che, come ha evidenziato Delladio, sta avendo comunque un enorme successo nei Paesi anglosassoni e negli Usa, dove addirittura i gruppi d’acquisto hanno eliminato, già da alcuni anni, gli articoli convenzionali sostituendoli con quelli ecocompatibili. Non si può dire altrettanto del nostro Paese, dove purtroppo il consumatore finale predilige prodotti non ecocompatibili a causa della loro maggiore economicità. Fondamentale si rivela dunque, la promozione di campagne di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali, come quella promossa da 1% for the Planet, un movimento globale per la salvaguardia dell’ambiente a cui La Sportiva dona, per l’appunto, l’1% del fatturato apparel.


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L’anima ecosostenibile del nylon Aquafil, leader nella produzione di fibre sintetiche, produce il nylon in modo sostenibile partendo da reti da pesca dismesse, scarti tessili, componentistica plastica e vecchi tappeti.

"C'È SICURAMNTE

una correlazione tra ciò che sta accadendo e il nostro comportamento nei confronti dell’ambiente. È colpa di tutti noi e dobbiamo assumercene pesantemente la responsabilità. Dipende tutto dal nostro comportamento”. Esordisce così Giulio Bonazzi, ad di Aquafil, nel presentare le iniziative in favore della sostenibilità promosse dall’azienda tessile con sede ad Arco, leader nella produzione di fibre sintetiche, in particolare di quelle in poliammide 6. Il settore tessile, come ha evidenziato Bonazzi, si caratterizza per essere uno dei più inquinanti, arrivando a produrre il 2-3% della produzione mondiale di CO2. Un dato che, senza interventi tempestivi, secondo la Ellen Macarthur Foundation, è destinato a salire al 26% entro il 2050. Aquafil ha deciso di fare la propria parte e già dal 2011 ha iniziato a produrre il nylon in modo sostenibile. Non più dal petrolio, quindi, ma dagli scarti tessili, dalle reti da pesca dismesse, componentistica plastica e vecchi tappeti, mediante un processo replicabile all’infinito. Da questo processo di rigenerazione è nato ECONYL® un nuovo filo avente le stesse caratteristiche del nylon, ma dall’anima ecosotenibile. Basti pensare che 10mila tonnellate

di ECONYL® permettono di risparmiare circa 70mila barili di petrolio, evitando l’emissione di più di 57mila tonnellate di CO2. Un prodotto, che è diventato un brand e che dal 2011, anno in cui è stato lanciato sul mercato, ha conosciuto un successo crescente nel mondo della moda, facendo diventare Aquafil il punto di riferimento di molti marchi, più di mille aziende, tra cui Prada, Burberry, Stella McCartney, Tommy Hilfiger e molti altri. Un percorso non facile quello della sostenibilità a sostegno del quale, secondo Bonazzi, giocherebbe un ruolo chiave l’Extended producer responsibility (Responsabilità estesa del produttore). Una strategia che, se supportata da una legislazione appropriata, imporrebbe al produttore di farsi carico dei costi ambientali dei propri prodotti, incentivando così la produzione di articoli maggiormente ecosostenibili. Ad essa vanno ad aggiungersi anche l’educazione e la sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali e l’eco-design, ossia la riprogettazione di prodotti e processi, affinché ogni manufatto, secondo quella che viene definita economia circolare, possa essere riutilizzato come materia prima per nuovi cicli di vita.

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Bauer. Fare ed essere impresa sostenibile I valori di autenticità e naturalità investono in modo olistico l’intero processo produttivo, incentrato sempre più su soluzioni a basso impatto ambientale e tecnologie green.

"BONTÀ A 360°"

è lo slogan che riassume il percorso di Bauer all’insegna della responsabilità sociale d’impresa, presentato al Salone della Csr e dell’Innovazione Sociale da Giovanna Flor, amministratore unico della nota azienda di dadi da brodo e insaporitori. Alla base il concetto di sostenibilità che si declina con particolare attenzione verso i prodotti e i consumatori, l’ambiente e le risorse umane. I valori di naturalità e autenticità, che Bauer persegue da sempre, non si concretizzano solo nella realizzazione di prodotti di qualità certificata, buoni e salutari, privi di aromi, additivi e correttivi di acidità, ma investono in modo olistico l’intero processo produttivo incentrato sempre più su soluzioni a basso impatto ambientale e tecnologie green, promuovendo un nuovo modo di fare ed essere impresa. Il percorso di Bauer verso la sostenibilità am-

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bientale e sociale parte proprio dalla sede dell’azienda. Interamente ecosostenibile, il nuovo stabilimento, situato a Spini di Gardolo e inaugurato nel 2012, si caratterizza per essere il primo edificio produttivo al mondo ad aver ottenuto la certificazione LEED Italia 2009 NC (Leadership in Energy and Environmental Design) con punteggio Gold, che viene assegnata agli edifici sulla base del loro grado di sostenibilità. Lo stabilimento è stato infatti progettato e costruito con materiali innovativi e sistemi idrici ed energetici all’avanguardia. Fiore all’occhiello il giardino pensile di 2500m² che oltre a garantire un efficace isolamento termico e acustico, permette anche il fissaggio delle polveri sottili, la mitigazione del microclima grazie alla capacità delle piante di assorbire calore e la riduzione del deflusso idrico. L’edificio si contraddistingue anche per l’utilizzo di energia pulita, l’installazione di sistemi di cogenerazione a zero emissioni di gas serra e per soluzioni d’accumulo dell’acqua piovana, utilizzate per l’irrigazione delle aree a verde e per i circuiti sanitari con un risparmio idrico annuale del 45%. Questi accorgimenti, unitamente all’impianto fotovoltaico e ai collettori solari consentono di risparmiare ogni anno ben 123,9 tonnellate di CO2. Accanto alla sostenibilità ambientale non poteva certo mancare quella sociale. Nel 2016 Bauer è stata la prima pmi del settore alimentare nazionale a ottenere la Certificazione Family Audit al termine di un percorso che l’azienda ha interpretato come uno strumento volto a sviluppare un modello gestionale finalizzato a migliorare il coinvolgimento e il benessere dei collaboratori, l’organizzazione e la produttività.


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A22: 314 Km di sostenibilità Molto più che un tracciato autostradale da percorrere per spostarsi da un posto all’altro, Autostrada del Brennero è divenuta negli anni un luogo di opportunità, crescita e innovazione.

IL BOOK

crossing e lo Smart locker sono gli ultimi progetti, promossi da Autostrada del Brennero Spa, di un percorso finalizzato alla sostenibilità ambientale e sociale che nasce e si sviluppa unitamente alla progettazione e realizzazione del tratto autostradale che collega Modena al Brennero. Tutto ha inizio il 20 febbraio 1959, quando viene istituita Autostrada del Brennero Spa, la società partecipata pubblica che da quel momento in poi si occuperà di costruire, gestire e potenziare i 314 km del tratto di competenza che si riveleranno strategici non solo per lo sviluppo dei territori interessati, ma per l’intero Paese. Fin da subito la volontà è quella di realizzare un’opera che si inserisca in modo armonico nell’ambiente nel rispetto del paesaggio, della natura e delle comunità. Col passare degli anni, matura sempre più a livello globale la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali e, dalla metà degli anni Duemila, A22 inizia ad avviare progetti finalizzati al risparmio energetico, all’utilizzo di fonti rinnovabili e alla promozione di una mobilità sostenibile. È così che l’autostrada inizia ad assumere nuove funzioni come la produzione di energia elettrica attraverso i pannelli fotovoltaici applicati alle barriere antirumore e la promozione dell’utilizzo del metano, dell’idrogeno e dell’energia elettrica per l’alimentazione dei veicoli. Ma non solo. Autostrada del Brennero assume un ruolo sempre più sociale. Non è più unicamente un tragitto da percorrere per spostarsi da un posto all’altro, ma diviene un luogo di opportunità, crescita e innovazione. Ed è in questo ambito che si inseriscono i progetti presentati al Csr e destinati ai mille collaboratori della società. Lo Smart locker, ossia l’installazione di armadietti intelligenti, gestiti mediante una piattaforma da remoto, dove i corrieri possono depositare o ritirare i pacchi acquistati

mediante e-commerce, con un conseguente abbattimento delle emissioni di CO2; e il Book crossing, ossia lo scambio gratuito di libri, grazie al quale i volumi passano da lettore a lettore diffondendo conoscenza, esperienze ed emozioni. Sull’autostrada al passaggio di merci e persone si aggiunge quello dei libri. Ed è così che esperienze concrete e metaforiche s’intrecciano proprio là sulla strada, dove il viaggio ha inizio. (gt)

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L’energia si fa solidale Etika è l’offerta luce e gas, promossa da Dolomiti Energia e dalla Cooperazione Trentina, con lo scopo di finanziare progetti in ambito sociale, incentivando innovazione e sviluppo.

AMBIENTALE,

economico e sociale. Sono questi molto vantaggiose e vengono finanziati progetti tre aspetti a caratterizzare lo sviluppo sostenibile solidali di autonomia abitativa per persone con di Dolomiti Energia, uno dei principali operatori disabilità. Per ogni contratto sottoscritto vengono energetici nazionali, presentato al Csr da Romano devoluti ogni anno 10 euro al Fondo sociale di EtiStefani, direttore commerciale della società. Se in ka, presidiato da un Comitato scientifico che, con passato, infatti, il concetto di sostenibilità veniva la collaborazione di Solidea, onlus del movimeninteso nell’accezione di sostenibilità ambientale, to cooperativo, valuta i progetti per decidere quali col passare del tempo è emerso sempre più quanto finanziare. Sono oltre 54.000 i clienti trentini che esso sia connesso anche ad aspetti economici e so- hanno deciso di aderire a questa iniziativa, grazie ciali. Non si tratta quindi solo di produrre energia ai quali sono state risparmiate 34.691 tonnellate di elettrica da fonti rinnovabili e certificate, obiettivo CO2 e sono stati donati al Fondo 1.332.820 euro. che il Gruppo Dolomiti Energia ha raggiunto già Grazie a Etika, in due anni, sono stati finanziati da alcuni anni, ma anche di fare in modo che essa 10 progetti di 7 cooperative per un totale di oltre 400.000 euro. Inoltre, per far fronte all’emergenza produca equità e sostenibilità. Per fare questo, Dolomiti Energia collabora con Covid-19, sono stati devoluti 250.000 euro per distrimolteplici realtà, organizzazioni, associazioni e fon- buire 4000 pacchi alimentari e 140 tablet, donati a dazioni, per realizzare progetti solidali e innovativi. persone sole per il sostegno psicologico a distanza. Tra questi troviamo Etika, un’iniziativa nata grazie “Un progetto – ha concluso Stefani – che Dolomiti alla collaborazione con la Cooperazione Trentina, Energia sta esportando sul territorio nazionale e che coniuga perfettamente in sé gli aspetti ambien- che dimostra come sia possibile fare impresa ed tali, economici e sociali. L’energia utilizzata deriva essere allo stesso tempo promotori di innovazione infatti da fonti al 100% rinnovabili, le tariffe sono e sviluppo sociale”.

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La carica dei nuovi eletti È ripreso, nella formula del meeting a distanza, il calendario delle assemblee elettive delle Sezioni merceologiche di Confindustria Trento. Il punto sui risultati degli incontri del primo semestre.

SEZIONE

Carta, Grafica, Editoria Quadriennio 2020-24 PRESIDENTE DI SEZIONE

VICEPRESIDENTE DI SEZIONE

Alessandro Leto Lego Spa e Legodigit Srl

Misa Bursac Sappi Italy Spa

COMITATO DI SEZIONE

Fabio Di Pietro Edizioni Centro Studi Erickson Spa

Giuseppe Giacobello Gruppo Fedrigoni e Gruppo Cordenons

Gianfranco Paris

Omar Rota

Maura Trainoni

Arti Grafiche Saturnia Sas

Bertolin Imballaggi Srl

Esperia Srl

COMITATO PICCOLA INDUSTRIA

COMITATO CONSIGLIO GENERALE

Entra Omar Rota (Bertolin Imballaggi Srl)

Entrano Leto e Bursac

SEZIONE

Alimentazione Quadriennio 2020-24 PRESIDENTE DI SEZIONE

VICEPRESIDENTE DI SEZIONE

Elio Pisoni Distilleria F.lli Pisoni Srl

Maddalena Cappelletti Cappelletti Antica Erboristeria Sas

COMITATO DI SEZIONE

Fabio Andreis

Alessandro Cammelli

Alberto Contessotto

Stefano Fambri

Giovanna Flor

Distillerie Trentine Sas

Dolomiti Fruits Srl

Dr. Schaer Spa

Nosio Spa

Bauer Spa

Alberto Foletto

Alessandro Lunelli

Gianluca Paulillo

Gabriele Rizzardi

Francesco Rosa

A. Foletto di Foletto Snc

Ferrari F.lli Lunelli Spa

Casearia Monti Trentini Spa

Erika Eis Srl

Dolomatic Srl

Martina Togn Vinicola Valdadige di Togn L. & C. Sas COMITATO PICCOLA INDUSTRIA

COMITATO CONSIGLIO GENERALE

Entra Gabriele Rizzardi (Erika Eis Srl)

Entrano Pisoni e Cappelletti

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associazione

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30 associazione

SEZIONE

Impianti a Fune Quadriennio 2020-24 PRESIDENTE DI SEZIONE

VICEPRESIDENTE DI SEZIONE

Luca Guadagnini S.I.T. Bellamonte Spa

Cristian Gasperi Funivie Folgarida Marilleva Spa

COMITATO DI SEZIONE

Matteo Anderle

Mara Bottamedi

Eliana Carlin

Daniele Dezulian

Funivie Seggiovie San Martino Srl

Panarotta Srl

Funivie Valle Bianca Spa

Funivie Lagorai Spa

Società Incremento Turistico Canazei Spa

Bruno Felicetti

Eduino Gabrielli

Elisa Maccagni

Renzo Minella

Giulio Misconel

Funivie Madonna di Campiglio Spa

Paganella 2001 Spa

Funivie Buffaure Spa

Impianti Falcade Col Margherita Spa

Funivie Alpe Cermis Spa

Davide Panizza

Alberto Pedrotti

Simone Pegolotti

Siegfried Pichler

Tullio Pitscheider Funivia Ciampac e Contrin Spaenis Rech

Valeria Ghezzi

Carosello Tonale Spa

Funivie Lagorai/Trento Funivie Spa

Pejo Funivie

Obereggen Latemar Spa

Fulvio Rigotti

Roberto Serafini

Mauro Vendruscolo

Giuseppe Zorzi

Trento Funivie Spa

Funivie Pinzolo Spa

Funivia Col Margherita Spa

S.I.F. Impianti Funiviari Lusia Spa

(Folgariaski Spa)

COMITATO PICCOLA INDUSTRIA

COMITATO CONSIGLIO GENERALE

Entra Fulvio Rigotti

Entrano Luca Guadagnini e Cristian Gasperi

SEZIONE

Legno Quadriennio 2020-24 PRESIDENTE DI SEZIONE

VICEPRESIDENTE DI SEZIONE

Giulio Deflorian Mobilificio Deflorian Iginio Srl

Michele Barozzi Barozzi Dimension Srl

COMITATO DI SEZIONE

Albino Angeli

Renzo Daprà

Marco Felicetti

Stella Galante

Filippo Lamberti

X-Lam Dolomiti Srl

Magnifica Comunità di Fiemme Spa

D.K.Z.

Galante F. lli Srl

Silvelox Group Spa

Fabio Ognibeni

Lucio Varesco

Enrico Ciresa Srl

Varesco Legno Srl

COMITATO PICCOLA INDUSTRIA

COMITATO CONSIGLIO GENERALE

Entrano Marco Felicetti e Fabio Ognibeni

Entrano Giulio Deflorian e Michele Barozzi

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31 associazione

L’Associazione diffusa: i nuovi delegati Con il mese di maggio ha preso avvio il ciclo di riunioni per il rinnovo delle rappresentanze territoriali. Tre, fino ad oggi, i nuovi delegati di territorio eletti dai colleghi imprenditori.

TERRITORIO

Valli Giudicarie e Val Rendena Quadriennio 2020-24 DELEGATO DI TERRITORIO VALLI GIUDICARIE E VAL RENDENA

Mirco Pellegrini Novurania Spa

VICE DELEGATO

CONSIGLIO GENERALE DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Paolo Mazzotti

Elena Andreolli

Mazzotti Romualdo Spa

Azienda Consorziale Terme di Comano

Entra Mirco Pellegrini

TERRITORIO

Alta e Bassa Valsugana, Bersntol, Tesino e Valle di Cembra Quadriennio 2020-24 DELEGATO DI TERRITORIO ALTA E BASSA VALSUGANA, BERSNTOL, TESINO E VALLE DI CEMBRA

Alberto Zanetti Zanetti Srl

VICE DELEGATO ALTA VALSUGANA BERSNTOL

VICE DELEGATI BASSA VALSUGANA E TESINO

Aldino Cristofolini

Tiziano Paterno

Dino Bertolin

Filippo Lamberti

Andrea Zambelli

Quad Automazioni Srl

Color Glass Spa

Bertolin Imballaggi Srl

Silvelox Group Spa

Recapito Certo Srl

VICE DELEGATO VALLE DI CEMBRA

CONSIGLIO GENERALE DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Gianni Pisetta

Raffaello Odorizzi

Porfido Trentino Srl

Elppa Srl

Entra Alberto Zanetti

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32 associazione

TERRITORIO

Vallagarina e Altipiani Cimbri Quadriennio 2020-24 DELEGATO DI TERRITORIO VALLAGARINA E ALTIPIANI CIMBRI

Dario Piccinelli Capi Group Srl

VICE DELEGATO

CONSIGLIO GENERALE DI CONFINDUSTRIA TRENTO

Edoardo Borghini

Entra Dario Piccinelli

Hypertec Solution Srl

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33 associazione

Confindustria Trento, anche a Rovereto L’Associazione ha aperto presso il Polo Tecnologico di via Zeni un nuovo spazio per le aziende del basso Trentino: un nuovo hub per l’innovazione delle imprese associate.

IL PUNTO

di riferimento per le imprese associate di Vallagarina, Altipiani Cimbri e Alto Garda, con una marcata specializzazione sui temi dell’innovazione. È attivo a Rovereto un nuovo spazio destinato al confronto tra gli associati dei territori del basso trentino, agli incontri associativi, agli appuntamenti con il delegato, al dibattito sui problemi e sulle proposte che riguardano in particolare la zona meridionale della nostra provincia. Sede del Digital Innovation Hub, l’ufficio di Rovereto è la porta d’accesso ai servizi della ProM Facility, il laboratorio per la prototipazione meccatronica, e alla filiera dei servizi alle imprese presenti nel Polo (Cciaa, Apiae, Inps…). Attraverso il servizio di assessment sulla maturità digitale, la consulenza sulle agevolazioni per l’innovazione, l’attività di networking, il supporto all’internazionalizzazione, le attività di formazione, workshop e seminari, Confindustria Trento aiuta le imprese a innovarsi, crescere, entrare in contatto con altre aziende, cercare nuovi mercati, fare crescere il team e sviluppare nuovi progetti. Le novità e gli appuntamenti in programma

presso l’ufficio saranno segnalati attraverso una newsletter mensile dedicata alle aziende associate della Vallagarina e Alto Garda e a quanti chiederanno di riceverla manifestando il proprio interesse con un’email a innovazione@confindustria.tn.it.

La tua task force per l’innovazione Innovazione e industria 4.0 T 0461 360024 Email innovazione@confindustria.tn.it

Contrattualistica e proprietà intellettuale T 0461 360036 Email dirittodimpresa@confindustria.tn.it

Agevolazioni e credito T 0461 360007 Email economico@confindustria.tn.it

Internazionalizzazione T 0461 360000 Email estero@confindustria.tn.it

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Il nuovo ufficio dell'Associazione a Rovereto


34 associazione

Nuovi servizi/1: comunicazione d'impresa A una prima consulenza finalizzata a raccogliere fabbisogni specifici e definire contenuti e obiettivi, farà seguito un percorso dedicato al caso specifico aziendale.

ASSOSERVIZI

di Confindustria Trento lancia un nuovo servizio volto a fornire assistenza consulenziale continuativa alle imprese associate, in presenza o online, sulle numerose esigenze della comunicazione d’impresa. Il nuovo servizio riguarda in particolare tre aree tematiche: nuovi strumenti e modalità di gestione della comunicazione aziendale; gestione relazionale del rapporto datore di lavoro/lavoratore; comunicazione e gestione nell’e-commerce. Il servizio consulenziale, integrato con i percorsi formativi che Assoservizi da anni mette a disposi-

zione delle imprese associate, coinvolge professionisti partner stabili di Palazzo Stella. La struttura di Assoservizi e i partner esperti di comunicazione forniranno insieme la propria prima consulenza in incontri riservati e gratuiti a sportello e su richiesta, finalizzati a raccogliere i fabbisogni specifici e definire contenuti ed obiettivi. Nell’ambito di un percorso di confronto diretto con l’impresa interessata, sarà elaborata la proposta dedicata al caso specifico. Di seguito i titoli delle proposte consulenziali specifiche.

STRUMENTI ED ORGANIZZAZIONE AGILE DEL LAVORO DA REMOTO con Leonardo Frontani, consulente e facilitatore in materia di competenze trasversali e manageriali. ASPETTI GESTIONALI E RELAZIONALI DELLA COMUNICAZIONE DA REMOTO con Alessandro Colombo, counselor, formatore esperienziale in ambito comportamentale, risoluzione dei conflitti, negoziazione e gestione del cambiamento. COMUNICAZIONE EFFICACE E CONSAPEVOLEZZA DEL RUOLO con Alessio Dalla Costa, Formatore, attore e regista, esperto di comunicazione Efficace e consapevole, public speaking e team building. BUSINESS COACHING E GESTIONE DELLO STRESS E DELLA PRESSIONE DEL LAVORO IN MODO AGILE ED EFFICACE con Rosa Melchiorre, consulente, coach e formatore in materia di competenze manageriali e softskills. COME REALIZZARE IL SITO E-COMMERCE SECONDO I PRINCIPI DI EFFICACIA NEUROSCIENTIFICI E COMPORTAMENTALI con Giuliano Trenti, CEO & Fondatore NeurExplore, consulente e formatore di Neuromarkeing, ex ricercatore dell’Università di Trento. COME MONITORARE IL TRAFFICO WEB DEL SITO E COME DEFINIRE CAMPAGNE ONLINE PER PROMUOVERE I PRODOTTI con Massimiliano Zanol, Advertiser certificato Google Ads, consulente nel marketing sponsorizzato su piattaforma Google Ads e Facebook Ads.

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Nuovi servizi/2: innovazione Assoservizi ha ideato un nuovo progetto di consulenza continuativa per le imprese associate. Tra le proposte: organizzazione e gestione aziendale, innovazione e trasformazione digitale.

ORGANIZZAZIONE

e gestione, produttiva e commerciale; tecnologie, innovazioni e trasformazioni digitali: sono questi alcuni dei temi oggetto di un nuovo servizio di consulenza continuativa alle imprese associate progettato da Assoservizi di Confindustria Trento. Lo saff della società di servizi, insieme a un selezionato gruppo di partner esperti di innovazione, forniranno una prima consulenza in incontri riservati e gratuiti a sportello e su richiesta, finalizzati a raccogliere i fabbisogni specifici e definire

contenuti e obiettivi. Ogni consulenza si svilupperà su un percorso di confronto diretto con l’impresa interessata, fino all’elaborazione di una proposta dedicata al caso specifico. Il servizio consulenziale integra inoltre il bouquet di percorsi formativi che Assoservizi mette da anni a disposizione delle imprese associate e clienti. Di seguito le proposte consulenziali specifiche, disponibili nel dettaglio sul sito di assoservizi.tn.it.

ORGANIZZAZIONE E GESTIONE AZIENDALE: TQM, TPM, SUPPLY CHAIN, TSM, LEAN OFFICE, LEAN SALES, INNOVAZIONE DI PRODOTTO con Mauro Cogo, consulente su strategie di business e innovazione e gestione del processo di cambiamento organizzativo in azienda ORGANIZZAZIONE E GESTIONE AZIENDALE: VALUE STREAM MAPPING, TWI, 5S, OEE, SMED, TPM, KANBAN, HOSHIN KANRI con Augusto Chiericati, consulente direzionale nell’implementazione del miglioramento continuo in azienda SISTEMI DI GESTIONE E LEAN SIX SIGMA BLACK BELT TECNOLOGIE, INNOVAZIONI E TRASFORMAZIONI DIGITALI con Nicola Mezzetti, dottore di ricerca in informatica, consulente per l’innovazione e la trasformazione digitale e docente di Ingegneria di qualità e innovazione in UNITN

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Sviluppare il proprio potenziale Destinato ai giovani tra i 18 e i 29 anni, l’apprendistato è un’occasione per mettere a frutto le risorse personali, acquisendo competenze tecnico-professionali specifiche. di FEDERICO DIENER, Assoservizi

ESSERE

apprendisti oggi, come recita il titolo di uno dei moduli obbligatori nella formazione degli apprendisti, è avere l’opportunità di sviluppare il proprio potenziale e metterlo a frutto anche grazie al ruolo della formazione. L’apprendistato professionalizzante infatti, destinato ai giovani tra i 18 e i 29 anni compiuti, è una tipologia contrattuale contraddistinta da un forte contenuto formativo che permette all’apprendista di acquisire le competenze adeguate al ruolo e alle mansioni per cui è stato assunto. Gli obblighi formativi riguardano due specifici ambiti: la formazione professionalizzante e la formazione base e trasversale. La prima è destinata all’acquisizione di competenze tecnico-professionali specifiche per la mansione ricoperta dall’apprendista e si svolge sotto responsabilità del datore di lavoro, secondo la durata e le modalità di erogazione stabilite dai singoli contratti collettivi nazionali. La formazione base e trasversale, finanziata dall’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento è fruibile invece gratuitamente da parte delle aziende scegliendo tra i soggetti formatori accreditati Fse.

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Assoservizi è ente formativo accreditato nell’erogazione della formazione di base e trasversale, e segue le aziende nella gestione del percorso formativo fino al raggiungimento del monte ore formativo previsto per ogni tipologia di apprendista: • 120 ore per gli apprendisti privi di titolo di studio, in possesso di licenza elementare e/o della sola licenza di scuola secondaria di 1° grado (licenza media); • 80 ore per gli apprendisti in possesso di diploma di scuola secondaria di 2° grado; • 40 ore per gli apprendisti in possesso di laurea o titolo almeno equivalente; La formazione, effettuata da formatori con esperienza decennale, spazia dal lavoro di gruppo, la gestione del tempo e l’organizzazione del proprio lavoro fino alla comunicazione efficace, la negoziazione e la risoluzione dei problemi. All’interno di questo scenario, l’apprendistato diventa un’opportunità concreta di sviluppo di competenze tecniche e delle soft skills. In un contesto lavorativo in cui le attività umane sono sempre più automatizzate, il potenziale umano è infatti una dimensione su cui l’automazione non può intervenire.

La formazione torna in aula Riprendono le attività in presenza per i corsi di formazione organizzati e promossi da Assoservizi Srl. È possibile fin da ora tornare nelle aule corsi a Palazzo Stella grazie a una serie di accorgimenti adottati dall’ente e rivolti alla sicurezza di partecipanti e docenti, che permettono di vivere l’aula e condividere con altri l’esperienza formativa. Le nuove misure organizzative prevedono di limitare gli accessi e assicurare il distanziamento, il cambio d’aria e le dotazioni di igienizzante a disposizione. Si torna perciò a occupare gli spazi in piena sicurezza!


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Al via i nuovi corsi di lingue A partire dal mese di ottobre inizieranno i corsi di lingua di Assoservizi. In base all’evoluzione della pandemia le lezioni si svolgeranno in presenza, presso Palazzo Stella, oppure online.

INIZIERÀ,

nella settimana del 5 ottobre 2020, la 7a edizione dei corsi di lingua organizzati da Assoservizi di Confindustria Trento. A seconda dell’evoluzione del Covid-19 le lezioni si svolgeranno in presenza, presso Palazzo Stella, oppure online. I partecipanti potranno scegliere tra inglese, tedesco, francese, portoghese, spagnolo e russo e tra tre diverse tipologie di corso in base al periodo e alla durata. • Corsi autunnali di 20 ore complessive, dal 5 ottobre al 14 dicembre 2020, articolati in 10 incontri di 2 ore a settimana, dal lunedì al giovedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30; • Corsi invernali di 40 ore complessive, dall’11 gennaio al 14 giugno 2021 articolati in 20 incontri di 2 ore a settimana, dal lunedì al giovedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30; • Corsi annuali di 60 ore complessive, dal 5 ottobre 2020 al 14 giugno 2021, articolati in 30 incontri di 2 ore a settimana, dal lunedì al giovedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30. Per ogni lingua, la formazione sarà organizzata per livelli omogenei, sulla base dei risultati di test scritti e orali di conoscenza della lingua che ciascun partecipante dovrà sostenere prima

dell’inizio del corso: base (A1/A2); intermedio (B1) e avanzato (B2/C1), con possibilità di sostenere un esame finale di certificazione internazionale. I corsi di livello più alto (dal B1 in su) avranno approccio business, particolarmente adatto per l’applicazione in ambito lavorativo di quanto imparato. L’attivazione dei singoli corsi sarà condizionata al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti.

È possibile scegliere tra la formazione frontale o quella a distanza con metodologia Blended Speexx Alternativa alla formazione frontale in lingua, Assoservizi propone la formazione a distanza con metodologia blended Speexx, basata sullo standard Cefr del Consiglio d’Europa. Sono corsi di inglese, tedesco, spagnolo, francese e italiano per stranieri, con interfaccia in 14 lingue, che prevedono pacchetti della durata di 6 mesi con diverse soluzioni didattiche. La partecipazione ai corsi può essere interamente finanziata per il tramite di Fondimpresa, Fondirigenti o altri fondi interprofessionali. Assoservizi Srl potrà fornire il servizio “chiavi in mano”, comprensivo della presentazione e gestione della domanda di finanziamento. Per date, dettagli, costi dei corsi, adesioni online e possibilità di finanziamento, le imprese interessate sono invitate a recarsi sul sito di Assoservizi Srl: www.assoservizi.tn.it

Per informazioni Area Internazionalizzazione T 0461 36 00 02 – 0461 36 00 92 Email andreini@confindustria.tn.it

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innovazione rubrica

innovazione

L’innovazione digitale dopo il lockdown Un ciclo di webinar gratuiti per parlare di innovazione digitale con nuova consapevolezza. Uno strumento da implementare, strategico per la ripresa economica.

UTILIZZATO

occasionalmente prima della pandemia, lo smart working è stato improvvisamente imposto dal lockdown. Una scelta obbligata, che le aziende hanno dovuto adottare dall’oggi al domani per evitare di dover interrompere l’attività: una sperimentazione su larga scala che ha permesso di conoscere da vicino questo strumento, mettendone in luce potenzialità e aspetti critici e portando all’attenzione con maggiore urgenza i temi dell’innovazione e della trasformazione digitale. A distanza di cinque mesi la discussione è aperta ed è all’interno di questo dibattito che si inserisce il ciclo di webinar gratuiti, organizzato da Confindustria Trento, Hit e Digital Innovation Hub del Trentino, rivolto ad aziende e professionisti per confrontarsi sul tema della trasformazione digitale. Il primo incontro non poteva non essere dedicato al lavoro da remoto. In collaborazione con Microsoft si è analizzato lo strumento dello smart working: un vero e proprio cam-

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bio di paradigma, una nuova concezione del lavoro che si svincola da orari e luoghi prestabiliti, per focalizzarsi invece sui concetti di flessibilità, autonomia, efficienza, qualità. Non si tratta però solo di attivare e potenziare una serie di tecnologie informatiche: ciò che serve è un cambiamento culturale, un nuovo modo di pensare il lavoro. La trasformazione digitale, in generale, e il Digital Workplace, in particolare, portano con sé la necessità di rivedere modelli e strategie al fine di rendere più efficiente ed efficace l’asset aziendale. Innovazione e digitale sembrano costituire la chiave di svolta verso la ripresa economica, come evidenziato nel corso del secondo appuntamento: “L’innovazione digitale al servizio della ripresa”. Nonostante l’utilizzo delle tecnologie digitali, durante il lockdown, sia stato estemporaneo e spesso arrangiato, esso ha comunque messo in luce gli enormi vantaggi in termini di produttività che ne possono derivare. L’information technology non solo si è rivelata necessaria per garantire la business continuity, ma si sta rivelando strategica ai fini della ripresa economica. Innovazione, knowhow e formazione del capitale umano sembrano infatti essere gli ingredienti fondamentali per la ripresa e il rilancio del sistema economico italiano. È stato dedicato al ruolo della trasformazione digitale nella modernizzazione delle imprese italiane il terzo appuntamento del ciclo: un “Digital Innovation meeting” che ha coinvolto tre grandi player mondiali come Cisco, IBM e Computer Gross. Il panel ha offerto un’analisi delle opportunità riservate agli attori del


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mondo economico dall’introduzione di piattaforme digitali innovative. Il portfolio di nuove soluzioni integrate può infatti consentire alle imprese di tutte le dimensioni di implementare tecnologie per l’automazione e la digitalizzazione che le mettano nella condizione di rispondere in

modo efficace ed efficiente alle nuove esigenze di mercato. Il quarto appuntamento, previsto per settembre, è dedicato all’intelligenza artificiale e alle sue applicazioni al servizio delle imprese. Altri webinar sono in cantiere, con partner qualificati come lo Smact e Prom.

Live Demo 4.0: prima "pietra" a Rovereto Un macchinario enorme, lungo 18 metri e largo 6, specializzato in tagli laser super precisi su tubi e lamiere. È il primo macchinario a essere operativo nei nuovi spazi della Live Demo in Polo Meccatronica a Rovereto. Si chiama Adige Sys LC5, è prodotto dalla società del Gruppo Blm Adige Spa di Levico Terme e, come quelli che saranno allestiti nei prossimi mesi, servirà a mostrare la capacità tecnologica dell’industria italiana e a mettere in connessione il mondo imprenditoriale con quello della ricerca. Su questo macchinario e su quelli che nei prossimi mesi troveranno casa nella Live Demo del Trentino si potrà fare pratica, sviluppare progetti, testare nuove linee di ricerca, fare innovazione sul serio. Il trasporto di questo sofisticato impianto è il primo passo per la costituzione a Rovereto nel cuore di Polo Meccatronica di una delle sette “Live Demo”, vetrine delle tecnologie 4.0 e spazi di collaborazione pubblico-privato, previsti nell’ambito del Competence Center del Triveneto. Denominato Smact per richiamare i suoi ambiti di interesse (Social, Mobile, Analytics, Cloud e Internet of Things), il consorzio raccoglie dieci università e centri di ricerca e 30 aziende del Triveneto e internazionali ed è stato co-finanziato dal Ministero per lo sviluppo economico nell’ambito del Piano Industria 4.0 con una dotazione complessiva di oltre sette milioni. Nella Live Demo di Rovereto, sulla quale SMACT investirà circa due milioni di euro, il focus sarà su meccanica avanzata, veicoli AGV industriali a guida autonoma, ottimizzazione energetica e logistica, tecnologia M2M (Machine to Machine), robot collaborativi (cobot) e catene di distribuzione efficienti. Il primo macchinario è stato conferito da BLM Group, partner del progetto Live Demo del Trentino, coordinato da Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler e ospitato da Trentino Sviluppo.

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40 innovazione

PhD in innovazione industriale: il bando Sedici i posti disponibili, abbinati a un progetto di ricerca specifico, per affrontare le sfide del mondo dell’industria, che variano dal miglioramento del processo produttivo alla creazione di un nuovo prodotto.

È STATO

pubblicato il bando di selezione per l’anno accademico 2020/21 di 16 posti finanziati al Dottorato di Innovazione Industriale. Il Dottorato, co-fondato dall’Università di Trento e dalla Fondazione Bruno Kessler, ha come partner Confindustria Trento. Le aziende che finanziano i posti di dottorato provengono da diversi settori industriali che spaziano dall’alimentare all’automotive e dalla progettazione software alla

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depurazione di acque reflue. Tutte le aziende sono attive a livello internazionale e offrono al mercato soluzioni di elevatissimo valore tecnologico e innovativo. Dei 16 posti disponibili quest’anno, 5 sono quelli riservati ai dipendenti delle aziende partner. Tutti i posti sono abbinati ad un progetto di ricerca specifico, per affrontare le sfide del mondo dell’industria, che variano dal miglioramento del processo produttivo alla creazione di un nuovo prodotto. Le descrizioni dei progetti di ricerca, così come i dettagli sul bando e sulla procedura della selezione, sono disponibili sul web, nelle relative pagine del sito iid.unitn.it/. Il bando di selezione per l’anno accademico 2020/21 sarà attivo per la presentazione delle domande online fino alle ore 16.00 del 25 agosto 2020.


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Tirocini: opportunità da non perdere Promossi dall’Agenzia del lavoro, presso imprese del territorio provinciale, i tirocini rappresentano un’importante esperienza formativa, di orientamento e di inserimento lavorativo. di MARIA CRISTINA POLETTO, Confindustria Trento

IL DOCUMENTO

degli interventi di politica del lavoro della XVI legislatura e le nuove disposizioni approvate dal consiglio di amministrazione dell’Agenzia del Lavoro hanno introdotto alcune novità rispetto alla regolamentazione dei tirocini da essa promossi. L’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, attraverso i Centri per l’Impiego, può promuovere, presso le aziende, tirocini formativi e di orientamento per persone disoccupate, cassaintegrate, occupate e a rischio di disoccupazione, occupate in cerca di altra occupazione, disabili o svantaggiate. Tali tirocini sono di ambito extracurriculare e sono una tradizionale, utile e importante esperienza, con valenza formativa, di orientamento e di inserimento lavorativo. I tirocini non si configurano come rapporto di lavoro, ma è previsto che al tirocinante sia corrisposta un’indennità per la partecipazione al tirocinio. Si stabilisce in Convenzione o nel Progetto Formativo Individuale (Pfi) se la sua erogazione è a carico del soggetto promotore o del soggetto ospitante, o sostenuta da entrambi e, in tale caso, la misura di compartecipazione. Nell’ambito dell’attivazione del tirocinio, vi sono dunque tre soggetti coinvolti: Agenzia del Lavoro, qua-

le soggetto promotore che collabora con il soggetto ospitante per la progettazione del tirocinio e che si occupa dell’attivazione e del monitoraggio dello stesso, fungendo da garante della regolarità e qualità dell’iniziativa in relazione alle finalità definite nel Progetto Formativo Individuale; l’Azienda, in qualità di​ ​soggetto ospitante​ ed il Tirocinante, che effettua l’esperienza di tirocinio nelle modalità e con i contenuti espressamente stabiliti dal Pfi e viene seguito dai tutor del soggetto ospitante e del soggetto promotore. L’unità produttiva presso la quale verrà effettuato il tirocinio deve essere situata in provincia di Trento. Sono sei le tipologie di tirocinio previste, alcune di nuova introduzione, come riportiamo nello schema riassuntivo che ne esplicita le principali caratteristiche. Non possono essere attivati tirocini​, se sono già stati raggiunti i limiti numerici di tirocinanti ospitabili contemporaneamente o nell’arco dell’anno solare, previsti dalla normativa. Il numero di tirocini attivabili attraverso Agenzia del Lavoro nel corso dell’anno (1 gennaio – 31 dicembre) all’interno della stessa unità produttiva variano a seconda della classe dimensionale della stessa, considerando sia i dipendenti a tempo indeterminato che a tempo determinato. Non sono consentiti tirocini per picchi temporanei dell’attività (anche stagionalità), se il tirocinante ha avuto esperienza lavorativa con mansioni analoghe al progetto formativo per un periodo uguale o maggiore a 8 settimane negli ultimi 24 mesi e per le professioni regolamentate in ambito sociosanitario. Per l’attivazione e la realizzazione del tirocinio, sono considerati di centrale importanza il Piano Formativo Individuale e la valutazione dell’operatore sul merito di ogni specifica esperienza di tirocinio che si richiede di promuovere. L’attivazione del tirocinio è dunque preceduta da un incontro orientativo ed organizzativo con un operatore del Centro per l’Impiego, per la definizione degli obiettivi e dei contenuti professionali. Le nuove disposizioni introducono infatti la valutazione, da parte del tutor del soggetto promotore, di variabili afferenti alla persona e alle attività professionali oggetto del tirocinio, indispensabili per l’autorizzazione e per stabilire la sua durata.

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education

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42 education

L’avvio del tirocinio può avvenire solo dopo la sottoscrizione della Convenzione e del Progetto Formativo Individuale dalle parti interessate, che devono essere consegnati al soggetto promotore almeno dieci giorni lavorativi prima della data d’inizio prevista per l’avvio del tirocinio. Segue successivamente il monitoraggio dell’andamento del tirocinio, attraverso visite aziendali, contatti con il tirocinante e il tutor aziendale, colloqui presso il Centro per l’Impiego, al fine di verificare che le attività previste dal Progetto Formativo siano

Tirocini di formazione e orientamento per l’inserimento nel mercato del lavoro

Durata

Max 26 settimane

Agenzia del Lavoro 70 € settimanali + integrazione facoltativa soggetto ospitante fino a max 140 € settimanali

Agenzia del Lavoro

Contributo all’azienda per la formazione erogata NO

Giovani NEET Disoccupati con età superiore a 50 anni

Assicurazione e comunicazione obbligatoria

Indennità di partecipazione

Disoccupati da più di 12 mesi TIPOLOGIA A) Tirocini per:

effettivamente svolte secondo le modalità concordate. Le associate di Confindustria Trento, da tempo sono partner disponibili e attente ad offrire sul territorio opportunità di tirocinio sia curricolare che extracurricolare per i fondamentali scopi di formazione e orientamento, ma anche di inserimento e reinserimento lavorativo. Le imprese potranno ora valutare anche le nuove forme di tirocinio promosse da Agenzia del Lavoro, con la consueta assistenza dell’Area Education e Formazione (education@confindustria.tn.it).

Disoccupati con difficoltà occupazionale molto alta

NO NO

NO

TIPOLOGIA B) Tirocini per soggetti a rischio di disoccupazione o sospesi

Max 26 settimane

Soggetto ospitante da 70 a 140 € settimanali

Soggetto ospitante

NO

TIPOLOGIA C) Tirocini con progetto formativo specializzante

Max 16 settimane

Soggetto ospitante 600 € mensili

Soggetto ospitante

NO

TIPOLOGIA D) Tirocini estivi nell’ambito dei progetti dei Piani Giovani – Agenza per la Famiglia – contesti pubblici

Max 3 mesi

Soggetto ospitante da 70 a 140 € settimanali

Sarà definito dalla convenzione

NO

TIPOLOGIA E) Tirocini per persone con disabilità e per le persone in condizioni di svantaggio

Max 24 mesi (disabilità) Max 12 mesi (svantaggio)

Agenzia del Lavoro 70 € settimanali + integrazione facoltativa soggetto ospitante fino a max 140 € settimanali

Agenzia del Lavoro

NO

Max 26 settimane

Agenzia del Lavoro 70 € settimanali + integrazione facoltativa soggetto ospitante fino a max 140 € settimanali

Agenzia del Lavoro

Agenza del Lavoro 70 € settimanali (es. tirocinio 6 mesi 1.820 €)

TIPOLOGIA F) Tirocini presso Maestri Artigiani

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L’ostinata intraprendenza di LeCont Dal macchinario per produrre mascherine al “polo anti-pandemia”. La resilienza trasformativa dell’azienda roveretana produttrice di pneumatici racing.

"NON POTEVAMO

stare con le mani in mano a guardare passivamente cosa stava accadendo e abbiamo iniziato ad interrogarci su cosa avremmo potuto fare”. Inizia così il suo racconto Valter Cont, titolare insieme al fratello Sergio della LeCont, azienda roveretana produttrice di pneumatici da competizione e mescole ad elevate prestazioni, che a distanza di quasi quattro mesi ripercorre i giorni bui del lockdown. “La nostra attività era già ferma da una settimana, quando il presidente Conte ha emanato il dpcm del 22 marzo,

perché le gare automobilistiche a livello europeo erano già sospese. Le notizie che giungevano attraverso i media descrivevano un quadro grave e non si capiva che piega avrebbe preso la situazione. Le mascherine erano diventate introvabili e abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa. Lo sentivamo come un dovere morale”. Così Valter e Sergio Cont si rivolgono alla Go Energy, azienda del Gruppo, chiedendo di progettare e realizzare una macchina per la produzione di mascherine. Il team recepisce con entusiasmo la richiesta e, dopo aver ottenuto il permesso dal Commissariato del Governo per riprendere l’attività, in poco più di un mese mette a punto un macchinario in grado di produrre fino a 60.000 mascherine certificate al giorno. Attraverso un processo ininterrotto, le mascherine, realizzate anche in formato baby per bambini, escono già imbustate e vengono poi ulteriormente sterilizzate in autoclave. “Devo congratularmi con i ragazzi della Go Energy – evidenzia Cont – persone davvero in gamba e capaci, che hanno

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lavorato con impegno e abnegazione, permettendoci di realizzare questo obiettivo. Il nostro scopo non è mai stato quello di creare un business, ma quello di poter dire con orgoglio di aver creato una macchina trentina; pensata, progettata e realizzata nella nostra terra. Non è stato facile – prosegue Valter – gli intoppi non sono mancati. Tra permessi, certificazioni, difficoltà a reperire i componenti, è stato un vero percorso a ostacoli. L’impegno, la determinazione e i sacrifici di quello che è stato un esemplare lavoro di squadra hanno, però, portato al risultato desiderato e alla metà di maggio la LeCont ha potuto iniziare la distribuzione delle mascherine per la produzione delle quali ha rinunciato ai 200mila euro messi a disposizione da Invitalia alle aziende che in breve tempo avessero realizzato tecnologie industriali per produrre dispositivi di protezione personale. “Economicamente sarebbe stato più vantaggioso – spiega Valter – ma non era ciò che volevamo. Il premio prevedeva dei vincoli sulle forniture e noi volevamo conservare la nostra autonomia”. La scelta non è stata dettata solo dalla volontà di garantire una produzione sufficiente a coprire le necessità della regione, ma anche dal desiderio di poter decidere a chi donarle. “Le mascherine per bambini – spiega Valter – vengono donate nella quasi totalità ai reparti di oncologia pediatrica di diversi ospedali italiani e non appena sarà di nuovo possibile esportarle, vorremmo inviarne in Brasile”. Nello stato sud-americano, particolarmente colpito dal virus, LeCont, prima della pandemia, aveva avviato l’a-

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pertura di un nuovo stabilimento. Ora è tutto fermo. “Gli amici che vivono laggiù mi raccontano – spiega Valter – che le mascherine non sono imposte e che non ci sono linee guida. Spero di poter inviare loro questi dispositivi alla fine di luglio, quando dovrebbero riprendere le esportazioni, con l’auspicio che riescano a promuoverne l’utilizzo, sensibilizzando la popolazione circa la loro importanza” Un progetto, quello di LeCont, che racchiude in sé un fine ancora più grande: la realizzazione di un piccolo “polo anti-pandemia”. “Credo che ogni regione debba averne uno – spiega Valter. Non sappiamo cosa accadrà e sono convinto che ogni regione dovrebbe avere un suo centro, dotato di tutto l’occorrente per produrre, in caso di bisogno, la quantità necessaria di mascherine e disinfettanti. Non c’è marginalità su questo, ma esorto le regioni a farlo per il bene di tutti noi”. Il “polo anti-pandemia” di LeCont sarà ospitato all’interno dei 3000 m2 della LeCont Tyres, attualmente in fase di trasferimento presso gli spazi della Marangoni per creare il Polo Tecnologico Industria della Gomma, promosso dalla Trentino Sviluppo. “Nel nostro caso – precisa Valter – non si tratta di riconversione della produzione, ma dell’avvio di una nuova attività e di un nuovo brand, Sanifina, che oltre alla produzione di mascherine, prevede anche quella di disinfettanti e igienizzanti per le mani, attualmente in fase di certificazione. Se dovesse servire il Trentino ha ora il suo “polo antipandemia” pronto ad entrare in azione”. (gt)


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“Vele” e “onde” contro il contagio Fucine Film Spa ha reagito alla crisi lanciando una nuova linea di prodotti anti-covid: si tratta di due modelli di barriere per la protezione e la separazione delle persone. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

CON IL NUOVO

“film”, prodotto in Pet trasparente, Fucine Film Spa prova a sconfiggere il Covid. Vela e Onda, questi i nomi dei prodotti, sono una “barriera di protezione per distanziare o separare le persone – spiega il direttore tecnico dell’azienda Daniel Gionta – che possono essere usate tra i tavoli di un bar, nei ristoranti, nelle mense, negli uffici e nelle scuole: una barriera economica realizzata in plastica riciclata e riciclabile al 100%. Il materiale di base, infatti, è ottenuto dal riciclo delle bottigliette in Pet che, a loro volta, sono totalmente riciclabili”. Nello stabilimento solandro di Fucine di Ossana, dove si trova l’azienda, vengono prodotti film in materiali plastici di vari spessori. Da qui è nata l’idea di sviluppare il nuovo prodotto. Il film, avvolto in bobina, è infatti la base da cui vengono ricavati “fogli” delle dimensioni di 48x52 centimetri, che hanno il vantaggio di es-

sere lavabili, igienizzabili e personalizzabili. “Il nostro film – continua Gionta – è dotato di una buona trasparenza e rigidità. Economicamente è più competitivo del plexiglass, con cui normalmente vengono realizzate queste barriere. È sostenibile e altamente innovativo. Abbiamo iniziato a commercializzare Vela e Onda dal mese di giugno. Per ora, ci rivolgiamo soprattutto al Trentino ma anche al Nord Est. Ci guardiamo attorno e stiamo esplorando tutti i possibili mercati: i bar, i ristoranti, gli uffici, le mense e le scuole. Abbiamo buone prospettive di vendite sui canali tradizionali, sui social e anche su altre piattaforme. Ma non è facile superare la diffidenza del cliente, dovuta al fatto che la legislazione in materia è ancora ambigua”. Così Fucine Film Spa ha reagito immediatamente alla crisi. La nuova linea di prodotti Vela e Onda “anti-covid” non incontra solo le esigenze

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di tutti coloro che devono dotarsi di barriere protettive, ma è anche un’opportunità per l’azienda. “L’impegno dell’azienda – prosegue il direttore tecnico – ha comportato un investimento a livello teorico e di concetto, un ragionamento sui materiali usati con test di produzione e un lavoro di design, il tutto sviluppato da un competente team interno. In prospettiva, pensiamo che i materiali impiegati potranno essere usati anche per la produzione di visiere per il personale medico-sanitario”. L’opportunità è nata, diciamo così, in house. Per la produzione di Vela e Onda, Fucine Film Spa utilizza il materiale base che è già parte del suo core business. L’azienda è specializzata nella vendita di film rigidi in Pvc e Pet sia mono materiali che accoppiati: “Nel nostro stabilimento trasformiamo questi polimeri in bobine di film destinate a tre settori principali: alimentare, farmaceuticomedicale e applicazioni tecniche industriali di vario genere”. Lo stabilimento produttivo è situato a Ossana, dove si trova anche la sede dell’azienda. Vi lavorano 80 dipendenti, di cui la quasi totalità è del territorio locale. Un’im-

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portante risorsa per la Val di Sole. Protagonista di una vera e propria rinascita, nel 2017 l’azienda era in difficoltà. Le linee produttive permettevano la sola lavorazione del Pvc, la cui domanda è in forte calo nel settore alimentare. Poi, l’intervento di una famiglia di industriali del vicentino ha segnato la svolta. “Sono stati investiti circa 10 milioni di euro per l’installazione di nuovi macchinari e per la revisione degli esistenti”, racconta Gionta. “L’intero ciclo produttivo è stato rinnovato. Alla produzione del Pvc è stata affiancata una linea di estrusione di Pet sulla quale sono stati avviati progetti tecnologicamente avanzati per guardare al futuro. Importanti investimenti hanno riguardato anche il personale, implementato per numero e competenze con venti nuove assunzioni negli ultimi due anni.” Lo sforzo per il rilancio dell’azienda è stato favorito da Trentino Sviluppo, che ha supportato e agevolato l’individuazione dei nuovi investitori. Il progetto industriale è ben avviato e punta all’affermazione dell’azienda sui mercati internazionali in settori in cui non era in precedenza possibile operare. (adb)


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Miorelli Service in prima linea L'azienda Miorelli Service, leader nel settore della pulizia e dell’igiene ambientale, durante l’emergenza ha operato principalmente negli ospedali. Molti gli ostacoli da superare, ma anche le opportunità da cogliere.

"QUELLO

che stiamo attraversando è un periodo intenso e complicato, carico di difficoltà ma anche ricco di opportunità. Se, da un lato, una parte del nostro lavoro ha rallentato, a causa della chiusura di molti edifici e dell’interruzione temporanea di tante attività, dall’altro, numerose commesse ci hanno portato a grandi accelerazioni per stare al passo con le richieste e con le necessità dei nuovi scenari”. Alessio Miorelli, al timone con il fratello Stefano e la sorella Monica di Miorelli Service, è amministratore unico dell’azienda di famiglia, una realtà che conta 5mila

dipendenti su tutto il territorio nazionale. Il padre Luciano fondò l’azienda negli anni Ottanta, a Mori, lavorando prevalentemente nel territorio locale. Poi, nel decennio successivo e soprattutto dal Duemila in avanti, l’impresa ha conosciuto una crescita a doppie cifre ampliando il proprio giro d'affari in tutto il Paese e diventando uno dei protagonisti principali sul territorio nazionale. “Dall’Alto Adige alla Sicilia, dal Friuli alla Valle d’Aosta lavoriamo in tutta Italia con una presenza capillare e un supporto altamente professionale in ogni regione”, sottolinea Alessio. Con quarant’anni di esperienza alle spalle, Miorelli Service è leader nel settore della pulizia e dell’igiene ambientale. È questo il core business dell’azienda, che si distingue anche per una serie di servizi aggiuntivi: facchinaggio e movimentazione, portierato e reception, ausiliariato. In un settore come questo, reagire al Covid-19 ha significato trovarsi in prima linea nell’affrontare l’emergenza. Data la natura delle prestazioni richieste, soltanto una minima parte del personale di Miorelli Service ha potuto beneficiare dello smart

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L’ultima grande area produttiva del Trentino L’area industriale “Casotte” di Mori è pronta per ospitare nuovi insediamenti produttivi. Al termine di un lungo iter burocratico e di importanti lavori di infrastrutturazione, tra cui la costruzione di un nuovo ponte e l’interramento dei cavi dell’alta tensione a servizio della ferrovia, la più grande area produttiva di nuova edificazione del Trentino è pronta. Con i suoi oltre 260mila metri quadrati, l’area ha una posizione strategica. che la pone quale "porta di ingresso" del Trentino per chi da sud transita sull’A22, in continuità con l’area industriale di Rovereto e con i poli innovativi della Manifattura e della Meccatronica. All’interno del Piano attuativo si è dato molto rilievo all’inserimento paesaggistico dei nuovi edifici: il verde assume importanza non marginale, l’intera area è soggetta alle norme di tutela ambientale e l’edificazione dovrà rispettare la fascia di ambito ecologico lungo l’Adige. Il nuovo comparto è attraversato da una strada larga 13 metri che consente l’accesso ai lotti distribuiti simmetricamente a pettine. Tutte le aziende produttive sono benvenute: dalle grandi industrie alle medio/piccole società artigiane, ma anche i centri di ricerca e sviluppo. Sono state individuate quattro aree produttive suddivisibili in lotti, in funzione delle specifiche necessità insediative delle singole aziende, attivabili sin da subito. Vi è quindi la concreta possibilità di identificare un lotto tagliato su misura in base alle esigenze di ogni azienda, con un’attività prossima a quella sartoriale.

Per informazioni Trentino Sviluppo Area Attrazione e Location Management T. 0464 443111 info@investintrentino.it

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working. “Tradizionalmente garantiamo servizi di pulizia e igiene ambientale in ambito civile sia pubblico sia privato, in ambito sanitario e sui mezzi di trasporto. I nostri collaboratori, quindi, non operano in un singolo stabilimento aziendale ma sono a contatto con numerosissime strutture di settori differenti, ciascuna delle quali impone misure e protocolli di sicurezza. Durante l’emergenza Covid molte nostre prestazioni si sono interrotte presso i cinema, i teatri, i musei o nelle scuole. Mentre per altre, si pensi agli ospedali, la domanda è aumentata considerevolmente. Eravamo presenti, per esempio, all’ospedale San Matteo di Pavia, dove il Policlinico si è rivolto a noi per tutte le attività di sanificazione. Non è stato facile, per il nostro personale, che si è trovato a operare nelle zone a maggiore rischio contagio. Ciò nonostante, nessuno dei nostri dipendenti diretti ha contratto la malattia, grazie alla serietà e alle misure di prevenzione che abbiamo messo in campo”. In azienda, la stretta sulla sicurezza è stata totale. La conduzione famigliare di Miorelli Service e la lunga tradizione che l’accompagna sono stati i punti di forza. “Abbiamo sempre puntato sulla qualità dei servizi”, prosegue Alessio Miorelli. “Tecnologie, efficienza, precisione e solidità economico-finanziaria sono i principi che orientano il nostro lavoro, uniti a una lunga esperienza nel settore e a un’approfondita conoscenza del nostro lavoro. Tutto questo ci rende il partner ideale a cui affidarsi in totale sicurezza. Siamo stati tra i primi, in passato, a scegliere la via delle certificazioni, un percorso che ancora oggi ci caratterizza”. Miorelli Service guarda quindi con un discreto ottimismo alla situazione attuale. “Non siamo ancora fuori dalla crisi – conclude Alessio Miorelli – ma, per quanto ci riguarda, l’emergenza Covid ci ha spinto a migliorare ulteriormente alcuni servizi e a potenziarne altri. Inoltre, la situazione che stiamo vivendo ha portato grande attenzione sul nostro comparto contribuendo a riqualificarlo”. (adb)


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Tornelli Gunnebo anti-contagio Frutto di soluzioni altamente tecnologiche, i tornelli di Gunnebo Entrance Control Spa gestiscono in tempo reale i flussi di persone, rilevando la temperatura, la presenza della mascherina e l’uso del gel disinfettante.

HANNO FERMATO

la produzione ma non il comparto ricerca e sviluppo, che, al contrario, grazie alla strategia messa in campo da Alberto Fiorazzo, ha traghettato l’azienda verso un ampliamento dell’offerta e del giro di affari. Questa la storia vincente di Gunnebo Entrance Control Spa di Lavis, parte del gruppo Gunnebo, fornitore globale di prodotti, servizi e software per la sicurezza. “L’emergenza sanitaria – spiega Fiorazzo, responsabile della gestione progetti e dello sviluppo prodotto per Gunnebo Entrance Control Spa – si è tradotta per noi in un’opportunità di crescita per realizzare nuovi prodotti a sostegno delle politiche per il contenimento della diffusione del virus”. All’interno del gruppo Gunnebo, colosso internazionale presente sui mercati di tutto il mondo, la divisione trentina è leader nella progettazione e nella realizzazione di tornelli e varchi veloci per il controllo degli accessi di persone e per la gestione dei flussi di passaggio in ingresso e in uscita. Il core business dello stabilimento trentino, che lavora d’intesa con un team con sede in Inghilterra, è solo uno dei tre principali

rami d’azienda di Gunnebo Group. Gli altri due si occupano di sicurezza per casseforti e caveau e di sistemi per la gestione dei flussi di contanti. “Non appena le misure di lockdown ci hanno obbligato a fermare la linea produttiva – racconta Fiorazzo – abbiamo immediatamente investito in ricerca e sviluppo progettando, realizzando e commercializzando quattro nuove linee

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di prodotti finalizzate a migliorare la gestione dei flussi di persone in contesto di emergenza sanitaria. Concretamente, abbiamo progettato dei tornelli che, in tempo reale, decidono per l’ingresso o per il blocco del singolo individuo valutando alcuni parametri fondamentali: la temperatura corporea del soggetto, la presenza sul volto della mascherina e l’uso del gel disinfettante tramite dispenser collegato direttamente al tornello. Inoltre, è stato sviluppato un sistema di conteggio e visualizzazione presenze (“occupancy counter”) che lavora in combinazione con i tornelli all’entrata e speciali sensori a visione stereoscopica in uscita, al fine di controllare e limitare il numero di accessi all’interno di un’area protetta, anche nel caso di ambienti vasti con entrate e uscite multiple, quali negozi e centri commerciali. L’idea vincente è stata quella di combinare differenti tecnologie già disponibili sul mercato e integrarle in modo creativo all’interno dei prodotti per realizzare funzionalità innovative. “Non è stato facile – prosegue il manager – poiché, nella fase di progettazione e prototipazione, abbiamo dovuto ricercare e testare nuovi com-

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ponenti ad alto contenuto tecnologico dei quali non avevamo alcuna esperienza. Li abbiamo cercati dove erano disponibili, dentro e fuori dall’Europa, supportati in questo anche dai colleghi presenti in Cina, dove Gunnebo opera con un sito produttivo e varie sedi commerciali”. I nuovi prodotti sono in pronta consegna e alcuni sono già stati installati. A contraddistinguere quest’operazione, quindi, l’eccezionale rapidità e la concretezza con cui il team trentino di Gunnebo ha lavorato: pur in condizioni di emergenza e di forti restrizioni, dovute alla lotta al coronavirus, è stato possibile ideare, progettare e costruire le nuove soluzioni. “Si aggiunga, inoltre, l’impegno profuso nella comunicazione e nella commercializzazione: stampa di brochure, elaborazione di brevi video dimostrativi, call-conference e webinar con diversi Paesi con differenti fusi orari”. Il lancio dei nuovi prodotti ha contribuito infine a sottolineare la rilevanza strategica di Gunnebo Entrance Control nell’ambito della più ampia compagine societaria. Le soluzioni ideate dalla sede di Lavis sono già a diposizione di tutto il gruppo Gunnebo. (adb)


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La sicurezza in un box BMGroup Polytec ha progettato una soluzione plug&play per sottoporre le persone ad accertamenti sanitari prima del loro ingresso in ambienti lavorativi o in luoghi pubblici.

"NON È LA PRIMA

volta che, in azienda, creiamo un’opportunità da una difficoltà. Con questo prodotto, abbiamo voluto portare il nostro piccolo contributo per ripartire in sicurezza dopo l’emergenza Covid19”. Mauro Schivalocchi, product manager di Polysanitize, spiega come BM Group Polytec ha affrontato l’emergenza sanitaria, mettendo in campo un nuovo prodotto dal contenuto altamente innovativo. “Dalla problematica di gestire in maniera sicura gli accessi e le uscite del personale in azienda – racconta – abbiamo sviluppato una soluzione plug&play, che facilita al massimo questa nuova procedura riducendo al minimo le tempistiche e garantendo a tutti sicurezza. Abbiamo adattato tecnologie che quotidianamente utilizziamo per le piattaforme di automazione e per le isole robotizzate

mettendole al servizio di tutti”. Il nuovo prodotto di BM Group Polytec, azienda trentina di Condino leader nel campo della robotica a elevato contenuto innovativo, consiste in un box, il Polysanitize, pensato per accogliere una persona e sottoporla a una serie di accertamenti sanitari finalizzati a garantire il rispetto delle norme di sicurezza per contrastare la diffusione del coronavirus. L’intera procedura si svolge e si completa in quattro passi. In primo luogo, quando la persona si avvicina al box, una termocamera rileva la temperatura corporea e verifica la presenza della mascherina. Se l’esito è positivo, una stampante rilascia il ticket di validazione per l’accesso al box. Subito dopo, all’ingresso del box, un lettore effettua il riconoscimento facciale (attivabile se desiderato). Quindi, all’interno del box, si procede

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La soluzione proposta da BM Group Polytec

all’igienizzazione delle mani tramite gel sanificante robotica per il settore siderurgico – prosegue – l’ao lavandino con sapone. Infine, prima dell’uscita zienda continua a credere e a investire nel proprio dal box, una fotocellula identifica il passaggio della territorio: nel 2019 abbiamo aperto una filiale all’interno del Polo della Meccatronica di Rovereto ed è persona attivando il nebulizzatore. “La soluzione – precisa Mauro Schivalocchi – è mo- in realizzazione la nuova sede a Borgo Chiese. Sul dulabile e implementabile con funzionalità specifi- territorio nazionale possiamo contare anche su una che e si presta a essere utilizzata da numerosi sogget- sede a Brescia e una a Taranto, all’interno di Arcelor ti. Basti pensare a un’azienda che desidera gestire le Mittal Italia”. timbrature, piuttosto che aeroporti o istituzioni che Quando è scoppiata l’epidemia, BM Group Polytec richiedono massimo controllo degli accessi. Il nostro ha reagito tempestivamente e con grande serietà. sistema incontra queste necessità e si adatta a tutte “Il nostro approccio – continua Zoppirolli – è stato quello di massima tutela della salute e della sicurezle situazioni nelle quali ci sono flussi di persone”. Nata nel 1993 in Trentino, BM Group Polytec si col- za delle nostre persone. Anche se, da punto di vista loca “tra i principali protagonisti della cosiddetta giuridico, eravamo in possesso dei codici Ateco, che Quarta rivoluzione”, spiega la marketing manager ci avrebbero permesso di lavorare, abbiamo prefeAnna Zoppirolli. “Con quasi 150 collaboratori, una rito chiudere quasi tutta la produzione, mentre per sede negli Stati Uniti e la leadership globale nella gli impiegati e per le figure che potevano operare da remoto abbiamo adottato lo smart-working. Il nostro settore di collocamento, quello della robotica e dell’automazione, ha risentito molto per effetto delle restrizioni nelle attività produttive e nelle prospettive di sviluppo e di investimento. Per quanto riguarda il nostro core business, ovvero il settore siderurgico, la fermata improvvisa degli impianti, in un periodo di attività a pieno regime, ha messo in difficoltà i nostri clienti e logicamente anche noi. Sarà importante capire ora il comportamento del settore e di tutta la filiera, dalla ripartenza a fine anno, per rendersi conto meglio dell’entità del danno. I settori della carta e del tessile hanno continuato la produzione e questo per noi è positivo, come per altro il settore delle rinnovabili, soprattutto l’ambito del fotovoltaico e idroelettrico, che sono rimasti sostanzialmente immuni”. (adb)

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Giovani Imprenditori sempre in azione Il gruppo ha mantenuto gli obiettivi prefissati, organizzando una serie di attività nel rispetto dei protocolli di sicurezza stabiliti dalle norme nazionali e dalle ordinanze provinciali emanate negli ultimi mesi. di MANUELA LISSANDRINI

L'EMERGENZA

sanitaria che da inizio anno ha colpito il mondo intero, ha costretto famiglie ed aziende a modificare drasticamente le proprie vite, abitudini ed attività creando in poco tempo grande instabilità ed incertezza sul futuro. Anche i Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, che da sempre si impegnano per valorizzare il comune spirito associativo, per diffondere la cultura d’impresa e per implementare le competenze manageriali degli iscritti, hanno dovuto annullare tutte le attività già pianificate

(incontri, convegni e percorsi formativi), puntando invece su nuove soluzioni idonee a mantenere gli obiettivi prefissati, pur nel rispetto dei protocolli di sicurezza stabiliti dalle norme nazionali e dalle ordinanze provinciali emanate negli ultimi mesi. La presidente Martina Togn e il nuovo Consiglio Direttivo, entrato in carica il 30 novembre 2019, al fine di garantire la continuità all’attività del Gruppo, hanno organizzato alcuni momenti di confronto tra gli associati per favorire la condivisione di informazioni ed hanno inoltre avviato un ciclo di webinar focalizzati su temi trasversali. Sotto il profilo istituzionale, da marzo ad oggi sono stati organizzati sette Consigli Direttivi (cinque in videoconferenza), e due riunioni aperte ai componenti del Gruppo, mirate a favorire il confronto in merito all’emergenza sanitaria, ai protocolli da applicare nelle aziende ed alle problematiche economiche riscontrate nei vari settori.

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A livello regionale sono state organizzate due riunioni congiunte dei Consigli Direttivi di Trento e di Bolzano, nel corso delle quali si è anche proceduto al rinnovo della presidenza regionale GI. Stefania Segata, vicepresidente di Confindustria Trento, terminato il suo mandato triennale, ha infatti ceduto il testimone a Gianluca Melani, titolare di Wide Group Spa

Il futuro ancora incerto non permette di formulare piani a lungo termine, ma i Giovani Imprenditori continueranno ad impegnarsi per supportare gli iscritti, anche con modalità innovative di Bolzano. A livello nazionale, la presidente Togn e il vicepresidente delegato Francesco Orefice hanno partecipato a quattro riunioni del Consiglio Centrale e ad un Consiglio Nazionale nel corso del quale è stato eletto il nuovo Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori, Riccardo Di Stefano. In ambito formativo, sono stati organizzati vari webinar, calibrati sulla particolare situazione socioeconomica e sulle nuove problematiche riscontrate nelle aziende. Si è partiti affrontando il tema del “Counseling aziendale”, con Thomas Deflorian, formatore e consulente, cioè le tecniche e strategie per garantire un’efficace relazione d’aiuto ai collaboratori nell’affrontare il nuovo scenario sociale, promuovendo il benessere in azienda e la produttività. In collaborazione con il Gruppo Giovani di Bolzano si è poi parlato di “Capire e applicare il risk management per un’azienda più competitiva”, trattando il tema del rischio non solo come evento negativo, ma come opportunità per superare la

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crisi legata alla pandemia. In collaborazione con il Pae, Piano d’Ambito Economico della Provincia autonoma di Trento sono invece stati realizzati i webinar: “Vendere con la mascherina”, con Enzo Passaro, speaker e formatore, che ha approfondito la questione delle norme di distanziamento e delle metodologie di vendita con guanti e mascherine, stimolando ad affrontare in maniera proattiva le nuove regole relazionali e gestendo le limitazioni; “Sicurezza sul lavoro e adempimenti normativi Covid-19”, con Filippo e Giacomo Pataoner, formatori e consulenti Studio Kompas Srl, per comprendere come applicare in ogni impresa i nuovi protocolli di sicurezza e come fronteggiare i rischi connessi ad un’emergenza mai vissuta prima; “La gestione emotiva dei collaboratori”, in occasione del quale, con l’aiuto del relatore Claudio Casiraghi, Azienda Etica, formazione manageriale, si sono analizzati alcuni meccanismi tipici dell’emotività umana, per aiutare gli imprenditori nella gestione dei lavoratori e dell’organizzazione aziendale. Il futuro ancora incerto non permette di formulare piani a lungo termine, ma i Giovani Imprenditori continueranno ad impegnarsi per supportare gli iscritti, anche con modalità innovative, fino a quando non sarà possibile ritornare alle tradizionali attività associative in totale sicurezza.


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L’export riparte dall’Europa Trentino Export ha organizzato quattro focus Paese per analizzare le potenzialità dei mercati. Grandi occasioni sono emerse in Germania, Austria, Svizzera. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

TRENTINO EXPORT

ha superato indenne il lockdown causato dall’emergenza Covid-19 senza mai fermarsi, continuando a sostenere le aziende trentine sui mercati internazionali. Entrati in quella che ad oggi è definita Fase 3 il Consorzio ha deciso di ripartire dall’Europa e dai mercati più vicini e tradizionali. Tra i mesi di giugno e luglio Trentino Export ha organizzato quattro focus Paese, nello specifico relativi ai mercati di lingua tedesca, alla Scandinavia, alla Romania e alla Francia. Questi appuntamenti hanno visto lo svolgimento di 36 incontri one to one tra le aziende partecipanti ed i nostri referenti esteri. Oltre al grande interesse dimostrato, le imprese hanno potuto approfondire le potenzialità dei mercati in questione, capire meglio come muoversi in questa situazione difficile e in particolar modo in quali Paesi. Oltre a ciò, il Consorzio ha organizzato un percorso di 5 incontri sul tema del Digital Export, di cui l’ultimo è in programma la prossima settimana, che ha visto la partecipazione totale di più di 60 aziende. Grandi occasioni sono emerse in Germania, Austria e Svizzera, Paesi in cui le opportunità commerciali non sono mai venute meno. I settori della metalmeccanica, dei macchinari e dell’agroalimentare sono al momento quelli che vedono maggiormente possibilità di

business per le nostre aziende. La Scandinavia è un’area di circa 27 milioni di abitanti ad altissima capacità di acquisto, dove il made in Italy, non solo nel Wine & Food, è molto apprezzato. Seppur con chiusure dovute all’emergenza Covid-19 operate in modo diverso da Paese a Paese, l’area in questione è rimasta decisamente attiva a livello economico e le opportunità per le nostre aziende paradossalmente sono cresciute. In Romania le opportunità commerciali invece rimangono buone per le nostre aziende, in special modo per il settore della componentistica per l’edilizia e per la sub fornitura industriale. La Francia infine, terzo mercato per l’export trentino, anche a causa delle difficoltà di approvvigionamento da altri mercati, offre interessanti possibilità di business. In questi nuovi mercati l’approccio di Trentino Export sarà quello collaudato che ad una prima fase di sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri Business to Business, prevede un affiancamento delle aziende nella fase post B2B. Il supporto professionale e personalizzato del team di Trentino Export consentirà alle imprese interessate a questi mercati di affrontare i rischi ed aprirsi a nuovi mercati anche in questo difficile e complicato momento.

Assemblea dei Soci di Trentino Export 2020 Giovedì 17 luglio 2020, si è svolta la 45° Assemblea dei soci di Trentino Export, consorzio di 120 piccole e medie imprese della provincia di Trento e braccio operativo per l’internazionalizzazione di Confindustria Trento. Alla presenza della presidente di Trentino Export, Barbara Fedrizzi, i soci presenti hanno approvato il bilancio dell’esercizio 2019 e rinnovato le cariche sociali. Il nuovo Consiglio di Amministrazione vede così l’ingresso di Maura Mazzer (Vetri Speciali S.p.A.), di Riccardo Ravasio (Distillerie Bertagnolli S.r.l.) e di Marisa Zeni (Eurostandard S.p.A.) e oltre alla conferma di Luca Oss Emer (New Engineering S.r.l.) quale nuovo Vice Presidente in sostituzione della uscente Giulia Delladio (La Sportiva S.p.A.), dei passati consiglieri: Federica Finco (Casearia Monti Trentini S.p.A.) Fabrizio Gasperi (Gy Form S.r.l.), Fabio Ognibeni (Ciresa Enrico S.r.l.) e Mimmo Franco Cecconi quale Presidente onorario. Nuovo ingresso anche per il collegio sindacale con l'elezione del nuovo Presidente Alberto Bertamini, confermati invece Federico Dorighelli e Giancarlo Agostini. TRENTINOINDUSTRIALE.COM | GIU-LUG 2020

internazionalizzazione

internazionalizzazione


56 webook

we|b|ook Lo sviluppo dell’Italia al 2030 dipende in modo decisivo dalla capacità di

Italia 2030. Proposte per lo sviluppo

conciliare le politiche economiche con una strategia di sviluppo sostenibile,

Prefazione di Carlo Bonomi

hanno imposto pesanti ipoteche sul futuro dell’Italia. Complici anche i periodi

La nave di Teseo +, 2020 384 pagine, 17,10 Euro

di incertezza politico-istituzionale e di disgregazione sociale, vissuti dal Paese

anche da un punto di vista ambientale e sociale. Gli anni di recessione, aggravati dalle conseguenze che l’emergenza del coronavirus avrà sull’economia mondiale,

negli ultimi quarant’anni. Questo libro, grazie ai contributi di undici importanti economisti, giuristi, urbanisti e sociologi, analizza i punti di forza e di debolezza del Paese, affronta le criticità da risolvere e propone le soluzioni e gli obiettivi da perseguire per promuovere una visione di lungo periodo e vincere la sfida dello sviluppo sostenibile. L’Italia del 2030 è oggi.

In molti, dal Diciannovesimo secolo a oggi, hanno profetizzato la morte del

Il capitalismo buono. Perché il mercato ci salverà

capitalismo. La grande recessione seguita alla crisi dei subprime è sembrata così, a

Stefano Cingolani

crisi della democrazia liberale, a declinare fino a scomparire del tutto, sostituito da

numerosi osservatori, segnare il fallimento del mercato e l’inizio dell’ultimo stadio del sistema capitalistico destinato, nell’era della crescente automazione del lavoro e della

Luiss University Press, 2020 159 pagine, 14,25 Euro

“qualcosa di nuovo”. Tali osservatori stavano però trascurando una delle più peculiari qualità del capitalismo, quella di essere straordinariamente resiliente e capace di cambiare continuamente forma. L’ultima mutazione stava avvenendo forse più rapidamente di quello che riuscivamo a immaginare, prima che scoppiasse la grande pandemia. Cingolani mostra come un nuovo paradigma di capitalismo “digitale, verde e responsabile” potrà essere ancora una volta motore di cambiamento, forza capace di affrontare con efficacia i bisogni e le priorità che stanno emergendo nelle nostre società. Se, come scrisse Milton Friedman, “la responsabilità sociale delle imprese è aumentare i propri profitti”, è urgente oggi chiedersi se non sia possibile farlo anche rispettando principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi

Gli antefatti, la gestione e l’eredità dell’epidemia di COviD-19: un libro che parla di errori e di successi, di difficoltà e solidarietà, del passato ma soprattutto del futuro. A partire da quello che sappiamo, e da quello che possiamo solo ipotizzare, degli eventi che abbiamo vissuto, che hanno cambiato il mondo e il nostro modo di

Maria Rita Gismondo

vederlo. L’autrice disegna un quadro preciso in cui si denunciano incompetenze e

La nave di Teseo +, 2020 208 pagine, 16,15 Euro

inadeguatezze, si sottolineano le scelte vincenti e i rischi meno conosciuti, come quello del bioterrorismo, e si fanno proposte per non arrivare impreparati alla prossima emergenza. Alla storia pubblica si intreccia la vicenda personale di un medico, il racconto dalla prima linea del fronte dell’emergenza, le notti insonni, i turni estenuanti, i dubbi e le paure di un’emergenza sconosciuta e vissuta insieme a una squadra che non si è risparmiata pur di portare a termine il proprio dovere. Con rigore scientifico e chiarezza, Maria Rita Gismondo ricostruisce ciò che è stato e ciò che sarà, le cause della crisi e le sfide future che dobbiamo prepararci ad affrontare, perché ciò che abbiamo vissuto in questi mesi non debba ripetersi.

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2019


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