di suor Irene Tealdi
A chi vive, come me, l’altitudine anagrafica
49 Camminando con fede 3/2019
Io ci sono e ci sto bene… Ora tocca a me, a molte insieme a me Io accolgo la mia stagione Con un quotidiano grazie Senza ansia Senza paura È sempre il tempo del grazie È sempre il tempo dell’“ora e qui” È sempre il tempo del dono È sempre il tempo dell’attesa È sempre il tempo della bellezza del vivere, gustato, assaporato, poiché la vita personale è sempre un’edizione speciale. Ora vorremmo fermare lo sgranarsi dell’esistere con un minuto eterno con lancette stupite. Ora i secondi valgono una stagione Ora l’indice dell’esistenza diventa AMEN Ora la prefazione alle pagine dell’avventura esistenziale diventa un GLORIA senza rimpianti. Non possiamo rammendare il tempo vissuto Possiamo solo aprire i sigilli dei nostri misteri. Abbracciare il cesto del ritorno, della nuova alba, con il pane vitale, nella certezza che “nulla va perduto” (Gv 6.12) nell’amore creaturale di Cristo. In Principio era il SÌ Al Maranathà l’AMEN di un GRAZIE laudativo, l’ECCOMI di un accordo senza ritorno