Attilio Cantore CASTELNUOVO-TEDESCO AL 2. FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA DI VENEZIA: UN QUINTETTO DI SUCCESSO, FRA DUBBI E SECCATURE Il Festival Internazionale di Musica di Venezia, prima fra le manifestazioni musicali nate durante il ventennio fascista,1 è fin dalla sua fondazione una delle realtà artistiche italiane più prestigiose. Orientando la ricerca sul piano dei rapporti fra i singoli compositori e gli organizzatori, è possibile rilevare aspetti particolarmente interessanti non solo sulla gestazione dei lavori presentati ma, più in generale, in riferimento al temperamento artistico dei singoli autori. In tal senso, tesaureggiare il patrimonio documentale custodito presso l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia si impone come primo punto all’ordine del giorno. Proprio a partire dalle cosiddette ‘scatole nere’ dell’ASAC,2 il presente contributo ripercorre le tappe dell’organizzazione del 2. Festival Internazionale di Musica – all’epoca diretto da Adriano Lualdi, coadiuvato da Alfredo Casella e Mario Labroca – e in particolare della partecipazione di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968). L’11 settembre 1932 il compositore fiorentino, insieme al Quartetto Poltronieri, presenta il suo nuovissimo Quintetto in fa maggiore al Teatro La Fenice. La première veneziana è un successo ma non risulta essere esente da alcuni contrattempi, fra dubbi e seccature, come chiaramente emerge dalla corrispondenza intrattenuta fra il compositore, Lualdi e la Segreteria del Festival. Un particolare inedito che va a incastonarsi all’interno degli studi su Castelnuovo-Tedesco promossi con costanza e fervida passione dalla nipote Diana.3 Tra gli eroici fulgori dell’anno decimo Il 1932 è un anno mirabile nella storia d’Italia. Nel decennale della ‘marcia su Roma’, tutto sembra ormai confermare fieramente i vaticini di una nuova epoca, annunciata con 1
Il debutto del Festival veneziano risale al 1930. Seguono, in ordine cronologico, quello del Maggio Musicale Fiorentino (1933), della Sagra musicale umbra (1937), del Teatro delle Novità di Bergamo (1937) e della Settimana musicale senese (1939). Le ‘Scatole nere’ del Fondo Storico dell’ASAC sono una serie di fascicoli che raccolgono i documenti relativi alle prime Biennali (1894-1944). 2
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Vorrei ringraziare Diana Castelnuovo-Tedesco per il suo indispensabile supporto offerto a musicisti e musicologi impegnati nello studio e nella valorizzazione del repertorio del suo illustre nonno. Negli anni mi sono occupato di Mario Castelnuovo-Tedesco a più livelli: inizialmente, in qualità di produttore esecutivo, curando una incisione discografica con il pianista Alfonso Soldano (Divine Art, 2017), per poi incentrare la mia tesi magistrale, sotto la guida di Cesare Fertonani, sul repertorio pianistico del compositore fiorentino (Università degli Studi di Milano, 2019); inoltre, ho avuto modo di approfondire differenti aspetti della carriera artistica di Castelnuovo-Tedesco in convegni (SIDM 2018, Saggiatore Musicale 2018), conferenze (Sala Accademica del Conservatorio “Santa Cecilia”, Roma 2018; Conservatorio “Barga”, Teramo 2018; Luglio Musicale Trapanese, 2018) e altre occasioni divulgative. 69