FATE TESORO DELLE VOSTRE TRADIZIONI
del settore e lancia un messaggio ai player italiani: investite sui vostri punti di forza
del settore e lancia un messaggio ai player italiani: investite sui vostri punti di forza
Ogni numero è un nuovo numero, con la sua copertina, pagine di parole e foto che raccontano storie, fatti, ambizioni e speranze.
Tutto su carta, perché solo così il pensiero si stampa nella memoria.
10 anni di Edizioni Laboratorio Verde, un traguardo da festeggiare. 10 anni che sembrano passati in un soffio.
10 anni nati da una visione: costruire una casa editrice in grado di raccontare agli operatori del settore il mercato del florovivaismo, dandone una dimensione concreta.
In questi 10 anni ci siamo impegnati in quello che sappiamo fare meglio: raccontare storie.
Abbiamo raccontato storie attraverso le nostre riviste e i nostri prodotti digitali. Abbiamo raccontato storie di mercati e tendenze, di imprese, imprenditori e imprenditrici, mettendo in risalto i particolari e i tratti distintivi.
Un enorme grazie va ai nostri lettori – sempre attenti osservatori – e alle aziende che hanno scelto i nostri prodotti per promuovere le loro campagne di comunicazione. Grazie, perché voi avete reso possibile tutto ciò e ci avete continuamente supportato e stimolato.
Ora ci proiettiamo verso i prossimi 10 anni. Lo facciamo mantenendo la stessa visione e lo stesso entusiasmo, per raccontare altre storie, perché quelle, non finiscono mai.
Francesco Tozzi Co-fondatore e direttore editoriale22-24
February 2023
Padiglione 12 Stand C27-D28 | Milano
decorumplantsflowers
Visita nostro sito webPer farvi capire quanto è ricco di contenuti questo numero di greenup, provo a farvi l’elenco solo di una parte dei posti che abbiamo visitato, fisicamente o virtualmente, e dei contributi raccolti, con lo stesso spirito di sempre: raccontare storie.
La nostra copertina ci porta in Gran Bretagna, da Michael Perry, portavoce del verde inglese. Con lui, ragionando sui trend dell’home gardening, abbiamo fatto il punto su dove siamo arrivati e (soprattutto!) dove stiamo andando. Poi ci siamo spostati verso sud, verso la Sicilia, per fare due chiacchiere con Antonio e Salvatore Trovato, per farci raccontare visioni e previsioni del settore da un’altra prospettiva, quella a metà tra punto vendita e azienda fornitrice. E in Sicilia siamo andati a trovare anche Cristina Schepis, direttrice di Milagross, cooperativa che rappresenta 116 aziende produttrici di piante mediterranee.
Dalla Sicilia alla Lombardia, dove abbiamo incontrato Fabrizio Valente, CEO e fondatore di Kiki Lab, Daniele Protasoni e Sara Fisichella di Adp Consulting, Roberto Mozzoni, managing director di Husqvarna Italia… E poi ancora verso sud, a Ravenna, per passare una mezza giornata con Pietro Mancinelli, responsabile del sito produttivo di Compo Italia.
Alla fine, siamo volati a Essen, per visitare IPM, un appuntamento che ha riportato in mostra il meglio del settore florovaivaistico europeo e mondiale. Tanti i segnali positivi, a partire dall’entusiasmo dei partecipanti e dei visitatori, 40mila da oltre 100 Paesi, visto il boom della domanda degli scorsi anni, che si è attesta a livelli più che apprezzabili. Certo, problematiche si registrano ancora sull’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che hanno portato a una riduzione della produzione di piante e fiori, ma sono quasi tutti concordi, soprattutto i produttori di giovani piante, in un riallineamento per il biennio 23/24.
Ma fidatevi, c’è molto altro in questo numero, scopritelo! Vi auguro di leggerlo con passione. La stessa passione che ci abbiamo messo noi per scriverlo.
016 Under Studente, corilicoltore e professore a cura del comitato di redazione di Fondazione Minoprio
018 Cover story Fate tesoro delle vostre tradizioni di Stefania Medetti
022 Intervista
Luci e ombre del garden center colloquio con Fabrizio Valente di Francesco Tozzi
025 Innovazione Agricoltura 4.0, una crescita esponenziale di Penelope Moran
026 Case history Per un garden center 4.0
040 Produzione
Piccoli frutti, grandi opportunità colloquio con Lorenzo Piran (Vivai Piran) e con Mario Ferrarini (Arena Vivai) di Marta Meggiolaro
043 Progettazione
Immaginare un giardino colloquio con Mirco Colzani di Alessandro Gatti e Alessandro Ferri
046 Style
Natura, vintage, spazio e ricordi di Bianca Ferraris
048 Novità Grande impatto di Bianca Ferraris
050 Sud Italia
Di padre in figlio colloquio con Antonino e Salvo Trovato di Alice Nicole Ginosa
052 Materie prime
Maniaci della qualità colloquio con Pietro Mancinelli di Alice Nicole Ginosa
056 Catalogo
L’innovazione?
Sì, ma sostenibile colloquio con Roberto Mozzoni di Francesco Tozzi
058 Cooperativa
Proiettata nel futuro colloquio con Cristina Schepis di Marta Meggiolaro
061 Eventi
Si torna in fiera tra novità, innovazione e attenzione ai cambiamenti climatici di Benedetta Minoliti
063 Varietà
Le novità premiate a IPM Essen 2023 di Penelope Moran
066 Palette
Audace e anticonvenzionale di Benedetta Minoliti, a cura di Alice Nicole Ginosa
068 Azienda
Precisione svizzera di Bianca Ferraris
Michael Perry fa il punto sull’evoluzione del settore e lancia un messaggio ai player italiani: investite sui vostri punti di forza.
054 Import
Gardening italiano, siamo pronti! colloquio con Daniele Protasoni e Sara Fisichella di Francesco Tozzi
070 Andamenti
La fotografia di un settore di Benedetta Minoliti
075 Dati
Le aspettative del consumatore sono alte di Bianca Ferraris
078 Scuola
Proiettati verso il futuro colloquio con Elias Bortoli di Benedetta Minoliti
080 Incontri
Greenprof, una nuova idea di Benedetta Minoliti
075
www.laboratorioverde.net / 204 febbraio 2023
Direttore responsabile
Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net
In redazione
Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato / redazione@laboratorioverde.net
Grafica
Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com
Collaboratori
Lucio Brioschi, Erica Cherubini, Mauro Consilvio (fotografo), Bianca Ferraris, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Nicolò Pensa, Daniela Stasi, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo
Produzione e segreteria
Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
Promozione e sviluppo
Stefano Carlin / s.carlin@laboratorioverde.net
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Via Mariano Guzzini 38 62019 Recanati (MC)
Direzione, redazione e amministrazione
Via E. Cosenz 35, 20158 Milano, Tel. 02 42448445 www.laboratorioverde.net info@laboratorioverde.net
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cente attività familiare, è stata quella di comprendere le esigenze di un mercato e una platea di clienti in continua evoluzione. È proprio in quest’ottica che nel 2007, tra le proposte di Bonfante, figura anche quella del prato sintetico. L’ingresso nel catalogo avviene in modo quasi fortuito: da strumento per l’azienda stessa, da utilizzare durante le fiere in giro per l’Europa per facilitare gli allestimenti, diventa parte integrante, nonché grande successo, dell’offerta Bonfante.
Un innovativo ed efficiente ciclo gestionale di produzione, ricerca costante e sviluppo di prodotti al passo con l’evolversi dei tempi: queste le colonne portanti di Bonfante, l’azienda di Crocetta di Badia Polesine (RO), attiva nel settore outdoor ormai dal 1952. Fondamentali per un’esperienza di successo come questa, anche una logistica puntuale, un’oculata gestione dell’amministrazione e una selezione di fornitori in grado di garantire qualità impeccabile.
UNA GAMMA AMPIA
Quella di Bonfante è una lunga storia di innovazione stilistica, di modelli e di approcci, che ha fatto dell’artigianalità italiana un valore aggiunto. Nascono, infatti, più di 70 anni fa come cementisti, un materiale declinato all’arredo di giardini e aree esterne. A completare una gamma già ampia, poi, alla produzione si aggiungono arredi urbani e fontane, diversificando l’attività fino ad oggi, con la creazione anche di prodotti su misura. Dai primi passi mossi in questo settore, è cambiato il panorama e con esso l’azienda: dai prodotti ai materiali, ma senza mai venir meno alla promessa di qualità ed efficienza.
UN INGRESSO NEL CATALOGO FORTUITO
Nel corso degli anni, la chiave di lettura delle generazioni che si sono susseguite alla guida di questa vin-
Il prato sintetico proposto dall’azienda veneta è prodotto esclusivamente in Europa, con materiali di prima scelta: è proprio questo il punto di forza, per una garanzia basata su materie prime di qualità e durevoli nel tempo, lavorate in una filiera controllata. A marcare la differenza è poi il fondo in poliuretano, una vera innovazione in prodotti di questa tipologia, che nel corso degli anni garantisce resistenza e colori brillanti. In un prodotto come questo, pensato specificatamente per il paesaggismo, e dunque per un utilizzo esterno, il principale nemico è il sole, che negli anni, spesso, con i suoi raggi finisce per rovinarne le superfici: una criticità su cui Bonfante ha puntato molto, investendo nella scelta di prati sintetici che mantengono brillantezza e texture invariate oltre dieci anni.
I modelli a disposizione mirano a soddisfare le più svariate esigenze, per trovare applicazione nei progetti e nei contesti più diversi: dai 25 ai 50 millimetri, questi prati sintetici trovano spazio nelle progettazioni di terrazzi, bordi piscina, dehors di ristoranti e attività, ma anche tetti di fabbriche e persino pareti verticali. Oltre a un utilizzo ornamentale, sempre più spesso questo tipo di superfici sono impiegate per i campi sportivi.
A marcare la differenza è il fondo in poliuretano, una vera innovazione in prodotti di questa tipologia, che nel corso degli anni garantisce resistenza e colori brillanti.
Realizzate in alluminio e verniciate con polveri poliesteri termoindurenti, lavorazione che garantisce durata nel tempo e resistenza agli agenti atmosferici e con rubinetto in ottone cromato. Preassemblate, pronte per l’installazione.
VIVAISTICA
INQUADRA IL QRCODE per conoscerci
SEMINA E TALEAGGIO FUORI SUOLO COLTURE PROTETTEL’evoluzione di Giacomo Citterio, da ex allievo alla scelta di dedicarsi alla coltivazione delle nocciole, fino al ritorno tra i banchi di scuola come prof per raccontare cosa vuol dire essere un imprenditore oggi a coloro che lo saranno domani
Giacomo Citterio coltiva nocciole e dopo aver frequentato Fondazione Minoprio ha deciso di diventare un corilicoltore. La sua scelta deriva dalla voglia di fare qualcosa di nuovo “che avesse futuribilità” e soprattutto che gli permettesse di impostare una coltivazione biologica. In questa intervista ci racconta la sua esperienza da imprenditore e di appassionato del mondo vegetale, un percorso che si chiude con il ritorno come insegnante presso Minoprio dove lui stesso si è formato e dove punta a ispirare i suoi studenti ad approcciarsi al settore con entusiasmo in modo tecnico ed etico.
Giacomo, com’è nata la passione per il mondo vegetale e come ti sei formato?
«La passione per il mondo vegetale nasce da bambino e mi è stata trasmessa dalla famiglia. Ho studiato all’Istituto Tecnico Agrario di Fondazione Minoprio e mi sono laureato alla Facoltà di Agraria di Pisa, diventando agronomo. La mia passione, unita alla mia formazione, mi ha permesso oggi di realizzare il mio sogno, ovvero essere un imprenditore agricolo».
Perché hai deciso di produrre nocciole?
«Perché c’erano molti campi a disposizione e avevo voglia di inserire una coltivazione nuova e non presente nell’area, che avesse futuribilità. Il nocciolo mi è sembrata la scelta migliore anche per impostare una coltivazione biologica».
Parlaci della giornata tipo di giovane imprenditore e dicci come mai hai deciso di investire nel biologico.
«Coltivo nocciole, quindi sono un corilicoltore. Le mie giornate dipendono dal periodo: se ne alternano alcuni di maggior carico, con lavori prettamente di campo, come le lavorazioni preparatorie, le concimazioni e la raccolta, e altri di minor carico, durante
i quali mi occupo di mansioni burocratiche, legate agli aspetti tecnici dell’azienda. Scegliendo di coltivare noccioli biologici, ho fatto una scelta agronomica, perché è una buona coltivazione dal punto di vista ecologico e ha ottime prospettive di mercato».
In termini di costi, è più dispendioso rispetto a un’agricoltura di tipo convenzionale?
«È un tipo di costo diverso, perché il biologico impone più lavorazioni, dovendo sopperire al non utilizzo di determinati prodotti fitosanitari, che ti costringe a immettere più lavoro. Tutto ciò, però, ha una resa maggiore, quindi viene compensato».
La produzione della tua azienda è sostenuta dalla ricerca o da altre risorse?
«È sostenuta dal punto di vista di un aiuto tecnico da parte di Regione Lombardia, che incentiva queste tipologie di coltivazione, ma anche dalla Comunità Europea. In ogni caso la maggior parte dell’aiuto lo devi dare tu stesso in primis».
I lunghi periodi di siccità impattano inevitabilmente sull’agricoltura: come hai ovviato a questo problema?
«Ovviare al problema della siccità del nocciolo è avvenuto a monte, quando ho scelto di coltivare questa specie vegetale, che ha un fabbisogno di acqua molto limitato, sfruttando soprattutto la rusticità e la tipologia forestale della pianta stessa».
E con i patogeni che attaccano le piante? Tra le tante specializzazioni, sei anche entomologo…
«Essendo un’azienda biologica, non posso trattare il problema dei
patogeni con i prodotti classici, in quanto il biologico impone degli studi e delle operazioni più specifiche. Oggi, ad esempio, sulla cimice si sta iniziando ad andare verso tecniche agronomiche specifiche e di contenimento biologiche valide, come l’utilizzo di antagonisti, che hanno permesso il raggiungimento di un buon livello di resa in campo».
Sei un giovane imprenditore, qual è la maggior difficoltà nella gestione dell’impresa?
* Progetto che vede Edizioni Laboratorio Verde collaborare con la Fondazione Minoprio ITS. Un comitato di redazione composto da allievi e professori, per raccontare il mondo del verde là dove si formano i professionisti del settore. Cinque gli studentiredattori
coinvolti: Iris Cazzaniga, Alessia De Micheli, Alessandro Ferri, Giacomo Gatti e Maddalena Mercandalli. Quattro i professori: Daniela D’Alessandro, Barbara Fedrigo, Andrea Tomé e Debora Piccolo
«Più che difficoltà, sono gli impegni stessi nel condurre l’impresa, come gli aspetti burocratici legati all’attività e lo stare dietro al campo dal punto di vista agronomico , nel quale lavorare non è mai scontato e banale. Inoltre, parlando di attualità, anche interfacciarsi con l’aumento dei costi energetici che incidono sull’impresa e, di conseguenza, sull’imprenditore, sono impegnativi».
Ti sei diplomato in Fondazione Minoprio e dopo qualche anno torni in qualità di insegnante: cosa ti ha spinto in questa direzione e quale consiglio daresti ai tuoi studenti?
«La scelta è stata romantica, perché sono tornato dove mi sono formato e dove sono diventato uomo, per la volontà di trasmettere la mia passione per le piante e determinati valori tecnici e umani alle nuove leve, che saranno gli imprenditori agricoli del domani. Il consiglio che mi viene da dare ai miei studenti è di credere in questo settore, che ha grandi margini, approcciandosi con entusiasmo in modo tecnico ed etico».
“SCEGLIENDO DI COLTIVARE NOCCIOLI BIOLOGICI, HO FATTO UNA SCELTA AGRONOMICA, PERCHÉ È UNA BUONA COLTIVAZIONE DAL PUNTO
come Mr. Plant Geek, fa il punto sull’evoluzione del settore e lancia un messaggio ai player italiani: investite sui vostri punti di forza
di STEFANIA MEDETTICi sono cose che si comprendono pienamente a posteriori. Il rapporto privilegiato che abbiamo sviluppato con il verde, certifica l’orticolturista britannico Michael Perry, è una di queste: «Con la pandemia abbiamo imparato ad apprezzare di più le piante, al punto tale che, per la prima volta, l’orticultura è considerata un percorso di carriera a tutti gli effetti». Noto con il nome d’arte di Mr. Plant Geek, Perry conta 65mila follower su Twitter, ed è stato nominato una fra le venti persone più influenti nel settore dell’home gardening da parte del SundayTimes. Nel corso della
sua carriera, infatti, Perry ha introdotto oltre 500 varietà di piante nelle case del Regno Unito. Portavoce del verde, Perry fa il punto con greenup e riflette su dove siamo arrivati e dove stiamo andando: «Se il lockdown, da un lato, ha imposto una distanza fra le persone, dall’altro ha avvicinato la gente al verde. Complici varietà che crescono a traliccio, abbiamo iniziato a coltivare verdure, frutti, erbe aromatiche nei giardini e sui balconi». E poi è successo qualcosa di inaspettato: «I frutti e le verdure nati negli orti privati, infatti, non hanno lo stesso look di quelli che si comprano nei supermercati, ma hanno molto più sapore». Una “notizia” rivelatoria per molti consumatori che ha fatto da volano alla passione per il verde: «Questa esperienza, unita al contributo degli influencer che non hanno mai smesso di fare formazione e informazione sui social, hanno alimentato ulteriormente l’interesse, allungando per così dire la stagione del verde».
LA DIVERSITÀ DELLE PIANTE
DA INTERNO PIACE
Le piante, dall’esterno, dunque, hanno iniziato a “migrare” all’interno, invaden
• Proporre ambientazioni ready-made per balconi di diverse dimensioni e stili
• Mettere in vendita dei bundle, cioè kit di piante, fertilizzanti, terriccio e contenitori per un servizio “chiavi in mano”
• Pensare l’opzione in abbonamento. Le insegne inglesi come Mind, Body & Soil e Rose Press Garden, per esempio, offrono consegne ready-made di piante e articoli da giardino per trasformare il proprio spazio in un angolo verde
do lo spazio domestico chiuso. «C’è stata una riscoperta del verde tradizionale, ma abbiamo anche assistito all’avvento di un nuove selezioni che hanno portato una “vibe” da foresta fra le mura di casa. È un esempio l’orchidea gioiello, un’orchidea terricola che cresce in vaso come qualsiasi altra pianta». Fra le new entry, ci sono state anche nuove varietà di anthurium e kalanchoes, una succulenta da interni che regala colorate fioriture. E non è tutto, perché il verde che tradizionalmente decorava gli interni ha iniziato a fare spazio a piante da fiore. «Le nuove specie di piante da fiore sono la voce su cui si è concentrata maggiormente l’attenzione del settore
«UNA FORMULA CHE I GARDEN POTREBBERO ESPLORARE È PRENDERE
ISPIRAZIONE DA IKEA E PROPORRE AMBIENTAZIONI READY-MADE PER BALCONI DI DIVERSE DIMENSIONI E STILI.
ADDIRITTURA, POTREBBERO METTERE IN VENDITA DEI BUNDLE, CIOÈ KIT DI PIANTE, FERTILIZZANTI, TERRICCIO E CONTENITORI PER UN SERVIZIO
L’ITALIA SECONDO MR PLANT GEEK
• Ha una grandissima cultura di balconi e finestre fioriti, cosa che in altri paesi ha iniziato a prendere piede solo recentemente
• È uno fra i mercati first mover nella vendita di piante resistenti alla siccità, un tema di forte interesse nel nord Europa
“CHIAVI IN MANO”»
CHI È MICHAEL PERRY?
• è mr_plantgeek, seguito da 45mila persone su Instagram
• vanta 65mila follower su Twitter
• è autore del podcast “Plant based Podcast”
«QUANDO HO COMINCIATO AD APPASSIONARMI AL VERDE, NON AVEVO NESSUNO CON CUI CONDIVIDERE IL MIO INTERESSE. PER LE NUOVE GENERAZIONI, LE COSE SONO DIVERSE - RIFLETTE PERRY -. PER ME, È FONTE DI ISPIRAZIONE NOTARE
IL MODO IN CUI I SOCIAL POSSONO ESSERE UTILIZZATI CON UN IMPATTO COSÌ POSITIVO»
negli ultimi tempi, lo dimostra il fatto che sono quelle che hanno registrato i più grandi incrementi di vendite». Anche adesso che abbiamo riconquistato piena libertà di movimento, la diversità delle piante da interno continua a trainare l’interesse dei consumatori: «Lo vediamo nei punti vendita: le piante sono uscite dai garden center. Insegne come Muji o il marchio di abbigliamento Urban Outfitters hanno iniziato a proporre vari tipi di piante. Per noi del settore, resta un punto di domanda sulla qualità dei prodotti in vendita, ma è innegabile che per il consumatore che, magari, approccia il verde per la prima volta, l’importante è avere un’occasione per rompere il ghiaccio».
IL GIARDINAGGIO DIVENTA HASHTAG
E questo vale soprattutto per le generazioni più giovani: «Sono loro i nuovi aficionados. Gli analisti l’avevano previsto e adesso il fenomeno ha preso quota. I social hanno fornito una miriade di spunti, ma nel conto c’è anche la consapevolezza che il verde, oltre a dare un tocco personale allo spazio, apporta una serie di benefici extra: migliora la concentrazione e offre un’occasione per staccare, per prendersi cura di un organismo vivente». Lo vediamo, per esempio, nelle scelte di arredamento green degli studenti che entrano all’università: le piante sono uno compagno di cui non possono più fare a meno, un fenomeno segnato da nuovi hashtag come #plantparenthood, che materializzano la componente emotiva del rapporto con le piante. I giovani, inoltre, amano fare giardinaggio insieme e condividono le loro esperienze sui social. «Quando ho cominciato ad appassionarmi al verde, non avevo nessuno con cui condividere il mio interesse. Per le nuove generazioni, le cose sono diverse - riflette Perry -. Per
me, è fonte di ispirazione notare il modo in cui i social possono essere utilizzati con un impatto così positivo. Proprio per la loro componente visiva, piante fiorite da interno, come le peonie, sono una fra le star dello show che rafforza ulteriormente il forest vibe di cui sopra». Mr. Plant Geek, a sua volta, contribuisce con il suo account Instagram (mr_plantgeek) seguito da 45mila persone e con il podcast “Plant based Podcast”. «Siamo arrivati alla decima serie, esploriamo le piante in ogni direzione, raccontando quelle che coltiviamo, mangiamo, beviamo e usiamo come capi di abbigliamento». Il podcast intercetta un interesse da sempre alimentato nel Regno Unito.
• Per la prima volta nella sua storia, un coltivatore di funghi esporrà al Chelsea Flower Show. I funghi sono protagonisti anche dei luoghi ombrosi dell’orto di Kew Kitchen che ospiterà un workshop su come coltivare i funghi nell’ambito del vegan farming.
• Se nel 2022, il colore Pantone Very Pery ha ispirato la passione per le fioriture viola, quest’anno va di moda Viva Magente e la Spirea del Giappone, la Celosia Plumosa e la Buddleia sono un must-have per chi vuole creare uno spazio ispirato al colore dell’anno.
• Da sempre attenti all’ambiente, i Millennial prestano attenzione anche al tipo di terriccio utilizzato nei vasi. Lo scavo di torbiere provoca l’emissione di carbonio. Nel Regno Unito, i sacchi di torba saranno probabilmente banditi a partire dal prossimo anno.
«Noi da questa parte della Manica veniamo da una tradizione di programmi dedicati al verde, un tema sempre presente sulle televisioni e nella vita delle persone con un "menù" che spazia dal Chelsea Flower Show a tutta una serie di declinazioni locali».
L’Italia, che non può contare su un’analoga tradizione, ha però l’opportunità di investire sulle peculiarità del suo rapporto con il verde: «L’Italia ha una grandissima cultura di balconi e finestre fioriti, cosa che in altri paesi ha iniziato a prendere piede solo recentemente. Inoltre, è uno fra i mercati first mover nella vendita di piante resistenti alla siccità, un tema di forte interesse nel nord Europa, considerate le temperature della scorsa estate».
Secondo Perry, sfruttare queste due variabili sono una grande opportunità per i garden center italiani. «Una formula che i garden potrebbero esplorare è prendere ispirazione da Ikea e proporre ambientazioni ready-made per balconi di diverse dimensioni e stili. Addirittura, potrebbero mettere in vendita dei bundle , cioè kit di piante, fertilizzanti, terriccio e contenitori per un servizio “chiavi in mano”», conclude l’esperto che, a maggio, sarà a Milano in qualità di giudice di Orticola. Nel Regno Unito, intanto, l’opzione in abbonamento è già realtà: insegne come Mind, Body & Soil e Rose Press Garden, per esempio, offrono consegne ready-made di piante e articoli da giardino per trasformare il proprio spazio in un angolo verde. Insomma, l’interesse per l’orticultura non è mai stato così elevato, riconoscere i propri punti di forza è il primo passo per mettere a rendita il trend.
«INSEGNE COME MUJI O IL MARCHIO DI ABBIGLIAMENTO URBAN OUTFITTERS
HANNO INIZIATO A PROPORRE VARI TIPI DI PIANTE. PER NOI DEL SETTORE, RESTA UN PUNTO DI DOMANDA SULLA QUALITÀ DEI PRODOTTI IN VENDITA, MA È
INNEGABILE CHE PER IL CONSUMATORE CHE, MAGARI, APPROCCIA IL VERDE PER LA PRIMA VOLTA, L’IMPORTANTE È AVERE UN’OCCASIONE PER ROMPERE IL GHIACCIO»
Ne abbiamo parlato con Fabrizio Valente, CEO e fondatore di Kiki Lab, che ci ha raccontato il suo punto di vista su come il retail può e deve fare il grande salto colloquio con FABRIZIO VALENTE di FRANCESCO TOZZI
“Prima non conoscevo in profondità questo settore ma da quando abbiamo cominciato a collaborare con AICG, ho iniziato a farmi un’idea più chiara, luci e ombre comprese”. Così inizia la nostra chiacchierata con Fabrizio Valente, CEO e fondatore di Kiki Lab, la società che aiuta il retail a crescere e raggiungere il successo. E perché non approfittare dell’occasione per ascoltare il suo punto di vista e magari trarne qualche spunto?
Partiamo dalle luci del settore? «Questo settore ha la fortuna di incrociare alcuni trend in forte
crescita. In primis il valore della natura in generale che si collega al suo valore terapeutico sulle persone. Costruirsi un proprio angolo verde in casa - atteggiamento sicuramente accelerato dal Covid - si inserisce nella consapevolezza sul cambiamento climatico e sulle preoccupazioni ambientali, temi che oggi sono estremamente attuali. Si tratta di un macroscenario che, a sua volta, si incrocia con la passione e della qualità degli operatori che amano il proprio prodotto».
E quali sono invece le ombre?
• E-commerce
• Vaso a rendere
• Drive-in
• Il cliente come ambasciatore
• La distintività dei garden
dire che continuano ad esserci commercianti con un solo negozio che è spesso a conduzione familiare e che nella gestione dell’attività è meno professionale. Questo elemento può essere un limite per il successo di un’azienda, proprio perché il mercato non è più quello di dieci anni fa: i clienti accumulano esperienza di acquisto, girano per diversi negozi e tra le caratteristiche più ricercate vi è quella di una vendita veloce e che non faccia perdere tempo».
Come state sviluppando la collaborazione con AICG? «Durante il convegno di AICG,
poste dagli addetti ai lavori per migliorare il settore. Da quelle iniziali cinque proposte stiamo coordinando altrettanti gruppi di lavoro di soci che stanno organizzando alcuni progetti pionieri per mettere in pratica queste idee. Il prossimo congresso dell’Associazione, che si terrà durante Myplant & Garden a Milano (22-24 febbraio 2023) sarà l’occasione per presentare i primi risultati dei gruppi di lavoro».
Quali leve i garden center potrebbero mettere in campo per migliorare la loro attività?
« Il tempo sul punto vendita in primis, ma anche l’analisi dei risultati e la professionalità. Quando parlo di analisi dei risultati intendo seguire, raccogliere e analizzare i numeri dell’attività, quindi non solamente il venduto ma anche la frequenza dei clienti in negozio, il conversion rate e la composizione dello scontrino. Il discorso sui numeri va di pari passo con una conoscenza del cliente non più “a naso” ma scientifica. Un altro punto importante su cui fare leva è sicuramente la carta fedeltà e il database a cui inviare new-
sletter, utili per fare indagini sui clienti e per conoscerli in maniera continuativa. Il garden center non può più fare a meno di porsi in quest’ottica. Per avere successo si devono fare investimenti ma si deve anche capire su dove investire per evitare di sbagliare».
Come si deve muovere il garden verso le nuove generazioni?
«Per comunicare con i giovani il canale digitale è fondamentale. Per esempio si possono realizzare dei video tutorial che amplificano il target potenziale e, all’interno del punto vendita, disporre dei touch screen che aiutino a informarsi e scegliere la tipologia di pianta più giusta per le proprie esigenze. Le nuove generazioni sono
abituate a cercarsi le informazioni da soli. Un altro spunto per attirare i giovani potrebbe essere quello di portare l’esperienza del negozio fuori dal negozio stesso, lavorando con le scuole e con i comuni. Fondamentale sarà uscire dai nostri schemi altrimenti il rischio è quello di rimanere limitati. Se si è un commerciante non si deve pensare solo al proprio negozio ma si può pensare anche al verde fuori dal negozio per intercettare un pubblico sempre più ampio».
Il garden center deve essere esclusivamente multimerceologico o deve concentrarsi solo sul suo core business?
«Questa è una grande domanda a cui è difficile dare una risposta. Credo che un garden center propende per una via o per l’altra in base al contesto in cui sorge e al contesto competitivo locale. Naturalmente inserire nella propria offerta alcune merceologie diverse da quelle tradizionali può aiutare a fidelizzare il cliente con offerte ad hoc o puntando su un trend specifico. Dipende tutto dalla strategia che si vuole mettere in campo».
CHE
A far emergere la spinta in avanti sono i risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE dell’Università di Brescia
di PENELOPE MORANa fine 2020, fino ad arrivare a 1,6 miliardi nel 2021, registrando un +23%. Una crescita guidata dalla spesa per macchine e attrezzature agricole nativamente connesse, pari al 47% del mercato e in aumento del 17%. A seguire ci sono poi i sistemi per il monitoraggio e controllo applicabili a mezzi e attrezzature agricole post-vendita (35%). Parallelamente, è cresciuta anche la superficie coltivata con strumenti di agricoltura 4.0, che nel 2021 ha toccato il 6% del totale, il doppio rispetto al 2020. Secondo quanto rivelato dalla ricerca, inoltre, il 60% degli agricoltori italiani nel 2021 ha utilizzato almeno una soluzione di agricoltura 4.0, registrando un +4% rispetto al 2020. Ma non solo. Perché, la ricerca ha anche rivelato che oltre quattro su dieci utilizzano almeno due soluzioni, in particolare software gestionali e sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine. La ricerca ha inoltre evidenziato la crescente attenzione verso i sistemi di analisi dei dati e supporto delle decisioni, confermata dal 26% di aziende agricole che prevede investimenti in questo ambito nel prossimo futuro.
Negli ultimi due anni, nonostante la crisi provocata dal Covid-19, l’agricoltura 4.0 ha continuato a crescere e a evolversi nel nostro Paese.
A sottolinearlo sono i risultati emersi dalla ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli studi di Brescia.
IL FATTURATO NEL 2021 HA REGISTRATO IL + 23%
Secondo quanto emerso, il mercato è cresciuto esponenzialmente, passando dai 540 milioni di euro di fatturato del primo semestre del 2020 a 1,3 miliardi
A trainare la crescita di mercato, secondo quanto emerso, sono gli incentivi. In particolare, tre quarti delle aziende agricole hanno impiegato almeno un incentivo di agricoltura 4.0 e l’84% sostiene che abbiano avuto un impatto determinante nelle scelte di investimento, consentendo di anticiparli (44%), investire in più soluzioni (20%) o in una soluzione più costosa (20%). Non mancano, però, le criticità. In particolare, quelle connesse all’eccesso di burocrazia e incentivi non del tutto mirati alle esigenze delle aziende agricole. La ricerca ha anche evidenziato la crescita del numero di startup legate allo smart agrifood, così come i finanziamenti raccolti. Nel 2021 le oltre 750 imprese censite a livello globale hanno totalizzato oltre 15 miliardi di dollari di raccolta. Secondo quanto emerso, oltre il 60% delle startup è distribuito tra Nord America e Europa, anche se la maggioranza dei finanziamenti è erogata in Asia (Cina in particolare). L’Italia, in questo contesto, è tra i primi 10 Paesi per numerosità di startup, ma incide meno dell’1% sui finanziamenti ricevuti.
Vi presentiamo il nuovo Botanica On Web, una versione che rivoluziona il modo di fare la consulenza botanica. Funzionalità e strumenti di marketing innovativi per un punto vendita vincente
Botanica On Web è uno strumento fondamentale per il marketing aziendale con il quale è possibile raggiungere tre obiettivi principali:
• Migliorare la qualità delle informazioni fornite ai clienti: avrete a disposizione 3.000 schede botaniche e migliaia di immagini in HD (alta definizione) per creare cartelli ancora più attrattivi.
• Ridurre drasticamente i tempi (di almeno il 50%) per allestire la cartellonistica botanica del garden, grazie alla innovativa APP a disposizione del personale addetto alla vendita.
• Contribuire ad aumentare significativamente lo scontrino medio di acquisto attraverso nuovi contenuti e nuove modalità di presentazione delle informazioni. Come? Incentivando il cliente verso acquisti motivazionali e offrendogli servizi innovativi che consentano di prolungare la sua permanenza nel vostro punto vendita.
1) RIDUZIONE DEI TEMPI DI LAVORO (- 50/60%) per creare e posizionare i cartelli
La stampa della cartellonistica è mobile grazie alla Botanica On Web App, un’applicazione per Android o Ios che consente a chiunque (titolare, responsabile di reparto, addetto alle vendite) e in qualsiasi zona del garden di stampare in mobilità, senza doversi recare nella postazione pc dell’ufficio.
2) FORMAZIONE DEL PERSONALE
tramite una APP innovativa
Ogni addetto del garden potrà accedere a Botanica On Web per apprendere le informazioni necessarie alla sua formazione. Inoltre durante la vendita il personale potrà dare informazioni e anche inviare al cliente la scheda per la cura della pianta, tramite sistemi diffusi come WhatsApp
3) PUNTI INFORMATIVI BOTANICI E AZIENDALI
Uno dei nuovi servizi di Botanica On Web è quello di poter gestire Kioski botanici e punti informativi aziendali nei quali il cliente potrà trovare, in autonomia, le informazioni sulle piante presenti nel punto vendita.
Info: www.florinfo.it
I cartelli non solo informano ma emozionano i clienti e motivano gli acquisti. Come?
Attraverso l'utilizzo di due nuovi campi:
• “I possibili impieghi” ovvero cosa può fare un cliente con quella pianta, dove e come può utilizzarla.
• “Le particolarità” di quella pianta ovvero le storie, le curiosità ma anche le leggende che ruotano attorno a quella pianta e che la rendono unica.
Sono state sviluppate 3 nuove linee di cartellonistica, coordinate con l’utilizzo di informazioni motivazionali, in modo da valorizzare i nuovi contenuti e consentire un modo diverso di comunicare, più vicino allo skill o alle esigenze di ogni azienda florovivaistica:
1. la linea emozionale
2. la linea dei nostri consigli (confidenziale)
3. la linea neoclassic adatta soprattutto alle piante da esterno e da vivaio Ogni linea è declinata nei formati A4 o A5 per i cartelli botanici mentre prezzo e promo sono nel formato Archetto che diventa un importante segnaprezzo informativo. La nuova versione permette di gestire in contemporanea sulla stessa stampante i vari formati, consentendo di stampare rapidamente senza dover sostituire il formato della carta.
“SPESSO I CLIENTI MI CHIEDONO DI SCRIVERE LE INFORMAZIONI SULLA CURA
FSC - Forest Stewardship Council®, ong internazionale che da trent’anni è sinonimo di gestione forestale responsabile, ha raccolto in quattro punti gli importanti passi avanti fatti in Italia per quanto riguarda la tutela del patrimonio verde. Il primo punto riguarda l’aumento delle aree certificate FSC, che a dicembre erano 81.590.21 ettari e hanno segnato una crescita dell’8% in un anno. In Italia sono così 26 le realtà certificate, diverse per tipologie e localizzazione. Tra queste troviamo: una superficie di 75 ettari gestita da Agris Sardegna, il parco naturale Oasi Zegna, il Comune di Torino e l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che con i suoi 10.315 ettari è il primo parco italiano a ottenere la certificazione FSC. In secondo luogo, FSC ha rivelato una sempre maggiore attenzione verso i servizi naturali offerti da boschi e foreste, come la conversazione della biodiversità, lo stock del carbonio e la regolazione del ciclo dell’acqua. FSC ha anche notato, nel terzo punto preso in considerazione, come le filiere siano diventate sempre più responsabili. Infatti, anche nel 2022 sono aumentati i prodotti da materie prime forestali con “bollino” FSC. Il numero di certificati di filiera è cresciuto del 3,7%, attualmente sono 3.298 e comprendono oltre 4.200 siti produttivi. Infine, la ong ha evidenziato come siano aumentate anche le aziende che chiedono di usare il marchio FSC sui propri prodotti a fini promozionali, da quelle che utilizzano materiali di filiera certificata per il packaging a quelle che scelgono di investire in progetti di valorizzazione del patrimonio forestale certificato.
La Giorgio Tesi Group di Pistoia è stata premiata agli IGOTY Awards 2023 durante la cerimonia di apertura di IPM a Essen. L’azienda ha ricevuto l’argento nella categoria
Finished Plants & Trees, un grande risultato per il comparto vivaistico sia italiano che continentale. «Per la nostra azienda, che proprio quest’anno festeggia 50 anni di attività, è davvero un grande orgoglio aver
ottenuto questo importante riconoscimento internazionale e un’ulteriore soddisfazione è che siamo la prima azienda vivaistica italiana a raggiungere la finale e ad essere premiata» ha detto Fabrizio Tesi, legale rappresentante dell’azienda. E a commentare l’argento ricevuto dall’azienda è anche Leonardo Capitanio, presidente AIPH: «Sono particolarmente felice per l’importante e meritato
risultato ottenuto dal vivaismo italiano grazie a Giorgio Tesi Group a cui faccio i miei complimenti. Con il mio lavoro sto cercando di portare in tutto il mondo il vivaismo italiano che è ricco di storia, tradizione e di tanta qualità e importanti risultati come questo ottenuto dall’azienda vivaistica pistoiese danno a tutti noi un motivo per festeggiare e per guardare avanti con fiducia».
Grandi Giardini Italiani è un network che conta 148 giardini in 13 Regioni ed è leader nel settore dell'Horticultural Tourism in Italia. Per il 2022 la somma dei visitatori nei giardini del network sfiora i 9 milioni e supera così il record pre pandemico del 2019. Alcuni esempi in cifre: Le Terre Borromeo (Lago Maggiore) hanno raggiunto un record di 916.000 visitatori in 4 proprietà (Isola Bella, Isola Madre, La Rocca di Angera e Parco Pallavicino), si tratta del 167% in più in rispetto al 2020; un dato interessante è la conferma dell'aumento di turisti italiani, che nel caso di Terre Borromeo costituiscono il 54% degli ingressi. Il Labirinto della Masone (provincia di Parma) ha raggiunto gli 89.440 visitatori, con un aumento del 40% rispetto al 2020, circa l'80% dei quali italiani; ha trovato così conferma la tendenza per cui vengono premiati i giardini che organizzano eventi culturali, mostre e concerti. Il Vittoriale degli Italiani (Lago di Garda) ha sfiorato i 250.000 visitatori, grazie anche ad un ricco cartellone di eventi. Il Parco del Museo Ferroviario di Pietrarsa (Napoli) ha registrato un aumento del 23% in rapporto al 2021, con 130.000 visitatori, 70% dei quali italiani. Villa Monastero (Lago di Como) ha avuto 200.000 visitatori; la vicina Villa Cipressi (Varenna) ha più che raddoppiato il numero di visitatori, portandolo a 45.000. Il trend positivo è presente anche nei giardini di proprietà dello Stato, con Villa D'Este ( provincia di Roma) che ha registrato sino a metà novembre la cifra di 572.380 visitatori. Villa Erba Centro Internazionale Esposizione e Congressi (Cernobbio, Lago di Como) ha avuto un forte aumento di richieste come location per film e come sede di eventi corporate. Parco Giardino Sigurtà (provincia di Verona ) ha registrato 420.000 visitatori in 8 mesi di apertura, grazie anche all'evento Tulipanomania, che ha totalizzato 150.000 visitatori in soli due mesi, marzo ed aprile. Va sottolineato che il record di visitatori nel 2022 (quasi 9 milioni, contro 8,2 milioni nel 2019) è stato raggiunto nonostante una quasi totale assenza di gite scolastiche e di gruppi organizzati, in quanto la coda di Covid sconsigliava i viaggi in pullman. Si prevede che nel 2023 i viaggi di gruppo possano riprendere regolarmente. Grazie al tempo particolarmente favorevole, molti giardini hanno allungato la stagione fino a novembre. Sempre più giardini rimangono aperti anche d'inverno. Molte proprietà hanno investito in bookshop, bar, ristoranti e B&B, più che raddoppiando rispetto a 10 anni fa il numero di addetti qualificati. L'Horticultural Tourism si conferma come un settore ancora in espansione e strategico per il turismo sostenibile in Italia.
un mondo più verde, in cui il legame tra le persone e la terra è sempre più profondo e gratificante sotto ogni profilo. Un processo di crescita costante, alimentato da importanti investimenti in ricerca e sviluppo, finalizzati ad ottenere varietà orticole più ricche di sapore e a valorizzare le tipicità locali. Un’offerta multibrand che spazia dalle sementi ai prodotti per la cura del verde.
Più di 600 varietà di sementi di ortaggi e fiori, selezionate per offrire agli hobbisti tutto il meglio della natura, stagione per stagione, con prodotti speciali e sementi BIO.
Una linea completa di tutti i prodotti necessari a trasformare ogni seme in una pianta forte e sana. Soluzioni per la nutrizione, protezione e cura di piante ornamentali, da frutto e coltivazioni orticole.
Dopo decenni di fiera organizzata a settembre e una pausa di due anni a causa delle restrizioni di Covid, la fiera ha celebrato un fortunato riavvio il 19 giugno in 10 padiglioni espositivi a Colonia, lanciando con successo contemporaneamente la prima fase della sua piattaforma di matchmaking digitale spoga+gafa 365. Nel 2023 la fiera, in scena dal 18 al 20 giugno 2023 a Colonia e online tutto l'anno, avrà come tema chiave "Orti sociali - Luoghi di incontro". Il tema è incentrato sul potere connettivo dei giardini: "Sia che si passi del tempo insieme a fare giardinaggio, festeggiare o rilassarsi, giardini, balconi e terrazzi, ma anche garden center e negozi di bricolage sono punti di incontro per famiglie, amici e vicini. Vorremmo evidenziare a spoga+gafa come i produttori e il commercio supportano questa funzione del giardino ‒ dagli attrezzi da giardino per i più piccoli, agli interni abitativi, comprese le cucine esterne completamente attrezzate, fino alle iniziative di condivisione degli attrezzi", ha affermato Stefan Lohrberg, direttore di spoga+gafa. "Inoltre, la sostenibilità continuerà ad essere un tema dominante del settore. Troviamo sempre importante puntare i riflettori su nuovi temi e dare così ai nostri espositori e visitatori un orientamento per la loro presentazione". Un focus particolare è rivolto al segmento BBQ. Nei corrispondenti padiglioni 7 e 8, abbiamo registrato un aumento delle prenotazioni da parte di espositori del Nord America e della regione DACH. A convincere gli espositori è stata soprattutto la qualità dei visitatori provenienti dalla Germania e dall'estero, provenienti dal commercio specializzato, dai grandi punti vendita o online. I fornitori di mobili per esterni sono un altro forte gruppo di espositori internazionali nel 2023 ‒ e questo nonostante un mercato fieristico attivo, una situazione di mercato difficile e un commercio che soffre di un numero insufficiente di visitatori. L'80 per cento delle aziende che hanno esposto nel 2022 ha già confermato la propria partecipazione nel 2023 durante la fase di prenotazione anticipata che si è conclusa a metà settembre. Questa tendenza positiva delle prenotazioni è continuata, quindi spoga+gafa 2023 può già aspettarsi di accogliere la maggior parte dei fornitori di mobili per esterni in tutto il mondo. Appuntamento dal 18 al 20 giugno 2023.
Una recente ricerca di Sendcloud, la piattaforma internazionale di spedizioni e-commerce, condotta su 9.000 consumatori europei e statunitensi – tra cui un campione di 1.000 acquirenti online in Italia - conferma che più di 1 consumatore su 4 (28%) è oggi disposto a pagare personalmente per i suoi resi. Si tratta di punto di svolta, considerando l’enorme portata del fenomeno:
ben l'82% dei consumatori italiani dichiara di restituire regolarmente un acquisto se non ne è soddisfatto. 9 su 10 (93%) affermano invece di controllare quasi sempre le condizioni di reso prima di ordinare e 7 su 10 (75%) dichiarano di abbandonare l’ordine nel carrello online se mancano informazioni chiare sul reso. Mentre l'anno scorso circa 85% ha dichiarato che ordinerebbe più spesso
se i resi fossero gratuiti, quest'anno la percentuale è già scesa al 65%. Qual è il perno dietro a questo cambiamento? In primis, i consumatori sono diventati consapevoli che i resi gratuiti non sono sostenibili nel lungo periodo. La maggioranza (63%) degli intervistati ritiene, infatti, che i resi siano dannosi per l'ambiente. Quanto, invece, i consumatori siano disposti a pagare per i resi dipende dal valore dell'ordine: mentre per un acquisto online di 15,00 euro i consumatori pagherebbero circa 2,20 euro di costi di reso, per un ordine di 150,00 euro la cifra salirebbe a 4,20 euro. La condizione fondamentale
per il successo dei resi a pagamento è un processo di reso il più semplice possibile: quasi 3 su 5 (57%) consumatori italiani ritengono i resi una seccatura e considerano quindi importante che i rivenditori comunichino chiaramente le condizioni di restituzione in anticipo. La ricerca di Sendcloud delinea i loro desiderata: secondo gli intervistati, la politica di reso indicata ai clienti dovrebbe mostrare almeno il costo (per il 60% del campione), consentire il reso direttamente online (51%) e permettere agli utenti di ricevere un'etichetta di reso già pronta (47%).
Test effettuati da una famosa scuola florovivaistica italiana dimostrano che dopo 12 settimane di trattamento le piante a cui era stato somministrato Crescita Miracolosa rispetto a quelle trattate con un comune concime solubile, hanno sviluppato il 40% in più di foglie e il 65% in più di fiori.
www.crescitamiracolosa.it
I dati diffusi da Comagarden/Morgan, relativi ai primi nove mesi dell’anno, indicano una flessione complessiva del 15,2% rispetto allo stesso periodo 2021. Nello specifico il calo si è registrato in tutte le tipologie di prodotto, ma con andamenti in controtendenza per quanto riguarda i modelli a batteria. Si sono registrati ritmi produttivi rallentati e minore domanda da parte di manutentori e hobbisti del verde tra le cause della flessione, che dovrebbe confermarsi a fine anno con percentuali analoghe a quelle attuali. Ecco in dettaglio le percentuali: i rasaerba registrano un calo del 20,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un andamento meno negativo per la tipologia a batteria che cala solo dell’8,7%. I decespugliatori segnano un passivo del 10,3%, con un dato in controtendenza per quanto riguarda i modelli a batteria (+1,7%), e le motoseghe calano del 12,7%, con il segmento a batteria in netta controtendenza (+13,8%). Le macchine tagliasiepi accusano un passivo del 24,8%, mentre i trimmer del 21,8%. Calano le vendite di motozappatrici (-12,7%) e trattorini (-1,6%). L’insieme di queste tipologie, alle quali si aggiungono ulteriori mezzi come i ride-on, gli spazzaneve, i biotrituratori ed altre, segna nei nove mesi un decremento del 15,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’andamento calante delle vendite dipende dunque in parte dalla flessione fisiologica dopo l’annata record 2021, sul fronte industriale invece pesano i ritardi nella catena delle forniture e la crescita dei costi dell’energia, della logistica e dei trasporti, mentre sul fronte della domanda pesano l’aumento dei prezzi di listino e l’incertezza economica generale legata all’inflazione. Le proiezioni per la fine dell’anno – elaborate da Comagarden – confermano un calo intorno al 15% rispetto al consuntivo 2021.
Un percorso di incontri con i propri clienti, per ritrovare il piacere di confrontarsi in presenza e condividere i progetti futuri, magari
davanti a un buon bicchiere di vino e qualche piacevole assaggio culinario: è questo, in sintesi, lo spirito di Meet Cifo, l’iniziativa B2B partita a inizio anno e pensata dall’azienda di San Giorgio in Piano, per i suoi clienti più esclusivi. Meet Cifo è un vero e proprio tour di 12 tappe nelle principali regioni italiane e in corso ancora per tutto il mese di febbraio. Sono tante le novità di Cifo, che l’azienda sta condividendo nel corso dei vari appuntamenti di Meet
Cifo: su tutte l’acquisizione della multinazionale americana Huber del Gruppo, con la conseguente possibilità di avere a disposizione più risorse e più know-how che garantiranno maggiore solidità ed un miglior posizionamento per portare a termine i propri obiettivi; poi l’incremento del fatturato di Cifo, che anche nel 2022 ha toccato il suo nuovo record storico, e i progetti futuri che vedono sempre più al centro la sostenibilità, come il lancio della Nuova
Linea BioNatura e la continua ricerca di soluzioni - sul fronte dei prodotti come quello del packaging - che minimizzino l’impatto ambientale; infine un focus specifico ha riguardato la Linea Barriera Naturale, sempre più strategica per le sue soluzioni in grado di intensificare le difese naturali delle piante nei confronti dei patogeni più comuni e di irrobustire e favorire la crescita delle piante, stimolandone la resistenza alle avversità senza lasciare residui.
La piattaforma di consulenza botanica.
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Postazioni self service nel Garden Center dove il cliente, anche in autonomia, può interagire con Botanica on Web e trovare tutte le informazioni botaniche.
La piattaforma web che rende più competitivo il tuo Garden Center è ancora più potente.
Botanica on Web viene utilizzata da oltre 300 Garden Center come strumento di lavoro quotidiano per la consulenza botanica, il marketing e la comunicazione.
La piattaforma è ricca di funzioni innovative come l’accesso al catalogo con migliaia di schede botaniche sempre aggiornate, la stampa di cartelli e di schede, la loro condivisione con i clienti, con il sito web e i social network.
Da oggi Botanica on Web è ancora più potente grazie all’App Operatore Mobile e alla Versione Kiosk.
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Il tema centrale dell’evento Garden Center New Trend 2023, si può trasformare in azione concreta con soluzioni replicabili per il punto vendita. Come?
In occasione del Garden Center New Trend si è scelto di mettere in scena uno spazio ricco di spunti creativi e riflessivi piuttosto complessi e decisamente sfidanti che ho cercato di mettere in contatto tenendo in considerazione due aspetti fondamentali. Da un lato l’urgenza di rivedere lo stile imprenditoriale alla luce dei grandi cambiamenti ambientali che stiamo affrontando: clima, risorse, biodiversità e benessere personale. Dall’altro fornire spunti concreti per unire prodotti innovativi, spazi stimolanti e business.
Massimizzare l’impatto di un visual merchandising sostenibile richiede accorgimenti strategici, in grado di guardare al futuro, proiettandosi in un’ottica di riutilizzo e modularità. Queste sono per me le parole chiave di un visual merchandising che guarda ai vantaggi raggiungibili grazie a pratiche commerciali sostenibili nella vendita al dettaglio di piante, fiori e articoli legati a giardinaggio e verde indoor. Utilizzare un display in cartonato appare al primo impatto la soluzione più vantaggiosa per l’ambiente ma in un garden center dove luce, acqua ed esigenze di manutenzione del verde vivo la fanno da padrone è davvero la scelta più sostenibile?
RIUTILIZZO
Progettare un corner emozionale o promuovere un nuovo trend con allestimenti usa e getta, seppur di materiali sostenibili, non si rivela la scelta più coerente. Se davvero vogliamo essere sostenibili saper pianificare il riutilizzo nel tempo di installazioni è il primo passo per un visual merchandising sostenibile. Nell’allestimento studiato per Garden Center New Trend 2023, abbiamo scelto di creare forme in polistirolo ad uso alimentare ed ignifugo, quindi riciclabili nella plastica, pensando che potranno essere riutilizzate in più stagioni e in più reparti del Garden Center, semplicemente ritinteggiandoli o rivestendoli più volte con nuovi materiali e decorazioni: licheni, scaglie di legno, tessuti; rimandando così il più a lungo possibile lo smaltimento. Inoltre pensiamo a quante
energie, questo materiale, ci permette di risparmiare in assemblaggio e attività di montaggio e smontaggio, grazie alla sua leggerezza. Conta moltissimo l’energia delle persone che lavorano in un Garden Center. Il benessere del personale, in un’ottica di cambiamento aziendale rigenerativo, deve diventare parte integrante della pianificazione, anche quando si parla di scenografie e vetrine.
La modularità è data dallo studio di display e arredi che dialogano tra loro attraverso la scelta delle misure e dei materiali. Grazie alla semplicità di assemblaggio, permette di ottimizzare tempo e budget ogni volta che la stagionalità richiede nuovi allestimenti. In che modo abbiamo utilizzato questo concetto nel Garden Center new Trend 2023? Con le misure. La maggioranza degli elementi d’arredo ragiona su 4 misure che ho scelto come basilari: 120 cm, 100 cm, 50 cm e 30 cm. Il vantaggio è duplice: in primis il ripetersi di misure uguali crea un effetto armonico all’occhio del visitatore, al contempo permette di avvicinare e riassemblare i display in molteplici composizioni e per diversi utilizzi.
Ci vediamo nel padiglione 12 stand B48
ERICA CHERUBINI/ Consulente, professionista e creativa del verde e non solo. Allestimento, organizzazione e visual merchandising di showroom, stand fieristici e garden center, sono alcune delle sue attività.
• Anno di fondazione
Aipsa: 2007
• 21 le aziende associate
• 70% la percentuale di fatturato rappresentata
• 5 i milioni di metri cubi assorbiti in Italia
• 260.000.000
il giro d’affari del settore in Italia
substrati, appunto. Tanti e diversi i temi che saranno trattati di volta in volta, per offrire alle aziende floricole e vivaistiche, ai punti vendita e agli operatori del settore, un’informazione sempre più precisa sulle ultime normative, su studi e ricerche, ma anche sulle nuove tendenze e novità del multiforme mondo dei substrati di coltivazione e degli ammendanti. Dal 2007, anno in cui è stata costituita, Aipsa - Associazione italiana produttori substrati di coltivazioni e ammendanti - è diventata un luogo d’incontro e di scambio per gli addetti ai lavori e ha acquistato un rilievo e una credibilità sempre maggiori, per l’intera filiera del florovivaismo e la cura professionale del verde.
OBIETTIVO: CONDIVIDERE
Ad oggi le imprese associate ad Aipsa sono 21 e rappresentano più del 70% dell’intero fatturato di settore. Fare fronte comune, con la convinzione che la condivisione delle problematiche collettive fosse un elemento fondamentale per valorizzare le produzioni e qualificare il mercato, è stato il leitmotiv dell’associazione. La nuova rubrica offrirà al mercato italiano e a quello europeo un momento di scambio di informazioni sulle novità legislative, ma anche sulle note specifiche dei substrati e degli ammendanti, che sono diventati mezzi tecnici di primaria importanza per il settore orto-florovivaistico, al punto che la loro produzione e commercializzazione è notevolmente aumentata e si è sempre più differenziata. L’Italia, con oltre cinque milioni di metri cubi all’anno, è il secondo Paese europeo, dopo la Germania, per consumo di substrati. Il nostro mercato è tuttavia primo in termini di valore economico: si stimano circa 260 milioni di euro.
www.asso-substrati.it
I grandi classici sono molto richiesti, ma le aziende produttrici offrono novità che possono incuriosire e -letteralmente- ingolosire un mercato che ha ancora spazio per ingrandirsi colloquio con
Dal punto di vista del consumatore, i frutti di bosco sono un elemento irrinunciabile della dieta e della quotidianità. Celebrati per le loro proprietà benefiche, gustosi, sono anche un esperimento botanico a “minima spesa, massima resa”, perché con un piccolo investimento è possibile gratificarsi con l’autoproduzione di queste piante, rustiche e facili da coltivare. In questo periodo, caratterizzato da un risveglio per l’interesse naturalistico e per la salubrità della tavola, la vendita di queste specie ha conosciuto una buona crescita che offre ancora margini di espansione. Abbiamo parlato con Lorenzo Piran, responsabile commerciale della Società agricola Piran, specializzata nella produzione di piccoli frutti, e con Mario Ferrarini di Arena Vivai, che ha appena inaugurato la sua nuova linea di produzione di frutti di bosco, per conoscere più da vicino questo mondo.
La Società Agricola Piran è nata negli anni ’80 ed è specializzata nella produzione di piante da frutto, piccoli frutti e ornamentali in vaso. L’azienda si sviluppa su 17mila metri quadrati, di cui 5mila coperti con serre di ultima generazione. La produzione di piccoli frutti è il fiore all’occhiello dell’azienda, con 100mila pezzi all’anno di 40 varietà, in diversi formati.
Com’è l’andamento di mercato dei frutti di bosco?
«La stagionalità è divisa in due parti: il periodo di vendita autunnale non è molto consistente, mentre in primavera si svolge la parte più importante delle vendite. Per la nostra esperienza, considerando anche la primavera appena passata, abbiamo visto una richiesta crescente di piccoli frutti, che riguarda tutte le varietà. Ci sono tre specie che si vendono sempre benissimo: lamponi, mirtilli e more, in quest’ordine. I lamponi sono quelli che vendono di più in assoluto, ma la richiesta di piccoli frutti in generale è alta; nonostante questa situazione e la concorrenza nazionale ed estera, c’è ancora margine di crescita. A seconda delle zone si preferiscono formati diversi: a Bergamo, Brescia e verso le zone di montagna sono richiesti formati grandi, mentre più ci si avvicina in pianura e alle zone urbane, più ci chiedono il formato piccolo. I formati piccoli sono i privilegiati anche per la vendita nei centri di giardinaggio».
Quali sono le chicche che avete in catalogo e che secondo te meritano un’attenzione maggiore?
«Te ne propongo tre. La prima è una mora, Čačanska bestrna, che fa frutti da 12-15 grammi. È un brevetto che viene dalla Serbia. Il fatto che sia così nuova e inusuale rende la gente diffidente, ma dovrebbe avere una chance: è dolcissima, super produttiva e non ha le spine! La seconda è un ibrido fra mora e lampone, che fa lamponi più grossi, si chiama Tayberry. Infine, io suggerirei un ciliegio ibrido canadese, con portamento a cespuglio il Prunus “carmine jewel”, super particolare, e che abbiamo già venduto bene. Una pianta a sviluppo compatto con buona produttività circa 10/12 kg a pianta, autofertile, con ciliegie simili alle amarene».
Quali novità per la prossima stagione?
«Abbiamo in produzione l’amelanchier, i ribes e l’uvaspina non solo in cespuglio ma anche ad alberetto, una forma esteticamente più accattivante».
1) Una delle modalità di vendita privilegiate per i piccoli frutti Piran è quella del carrello misto. Le altezze delle piante sono uniformate, e questo rende semplice la vendita.
2) Mora gigante Čačanska bestrna. Frutti grandi e dolci, su rami senza spine.
3) Aronia. Una pianta particolare, con due valenze: è ornamentale ed edibile. Ornamentale perché è una pianta vigorosa che, a fine gennaio, sui rami spogli, si copre di fiori bianchi, profumati, raccolti in mazzetti. In centro Europa la usano per fare le siepi. Il frutto è rosso, ricco di antiossidanti, con tutti i benefici annessi. Molto buono in confettura, come succo, in centro Europa lo usano anche per fare il vino.
4) Mirtillo Spartan e Brigitta: sono i grandi classici. Mirtilli americani a frutto grosso, ma lo Spartan è più precoce, mentre il Brigitta è tardivo.
5) Lampone autumn bliss: rifiorente, la pianta continua a rivegetare dallo stesso ramo. Buona produttività e vigoria.
6) Il logo della gamma “Tutti Frutti”.
È la nuova azienda di produzione di piccoli frutti e si trova a Verona. Il nuovo brand appena nato permette ad Arena di puntare sui piccoli frutti per creare valore per il cliente, facendo ricerca sulle varietà, lavorando sui formati commerciali e soprattutto su immagine e contenuti, come già avvenuto con Fructa (produzione di piante da frutto). Berry Land produce in vaso da 6 litri, un vaso 2 litri, e una linea di super qualità in vaso da 15 litri. La gamma include, oltre alle varietà più classiche e conosciute, molte varietà particolari in esclusiva.
Come sta andando il mercato dei frutti di bosco?
«Abbiamo deciso di investire nel mercato dei piccoli frutti perché riteniamo che crescerà sempre di più. Già negli ultimi due anni il trend è rimasto costantemente in crescita. I motivi sono legati in primis alle straordinarie qualità salutari ormai largamente riconosciute e certificate da abbondanti studi. Poi c'è la facilità di coltivazione e la notevole resistenza che questo gruppo di piante dimostra. Questo significa che tutti le possono piantare senza temere insuccessi. E poi, non ultima, la grande bontà, dolcezza, succosità che questi frutti portano sulle tavole. Siamo convinti che il progressivo avvicinamento delle famiglie ad un'alimentazione naturale porterà ad un interesse sempre maggiore per questi frutticini deliziosi e super salutari. Ma sarà necessario alzare il livello della qualità delle piante che sul mercato attuale non sempre è alto, anche se credo che i produttori italiani come noi stiano lavorando molto meglio rispetto a quelli esteri».
Quali chicche avete già incluso in catalogo?
Ti propongo due varietà di lampone davvero speciali. Il Lampone “Sansone” è si coltiva davvero facilmente, con un frutto molto grosso e molto bello, ma soprattutto buono. La robustezza è ottima: è una varietà che non si ammala. Produce tantissimo ed è rifiorente, quindi in autunno si può potare all'altezza della gemma che sta appena sotto la parte distale del ramo che ha fruttificato. Il lampone “Magda” è una varietà davvero molto forte e rustica, con un frutto meno grande di altre varietà, ma con caratteristiche eccezionali: possiede una dolcezza e un profumo squisiti, è un lampone buonissimo. Le dimensioni della pianta sono più contenute e questo permette di coltivarlo anche in spazi più ristretti. Ramifica da solo senza bisogno di particolari interventi. È rifiorente, la potatura è molto semplice e consiste nel tagliare a zero la pianta a fine inverno».
Quali sono i vostri best seller?
«Tra le varietà più richieste in assoluto, per le sue straordinarie qualità di resistenza, ottima produttività, precocità di maturazione, facilità di raccolta, buona pezzatura media, e ottimo sapore, segnaliamo il Mirtillo gigante "Duke". Impossibile non averlo in gamma».
1) La linea “I segreti del bosco” in vaso due litri contiene le varietà più classiche e anche alcune particolari in esclusiva.
2) La produzione di Berry Land include anche piante in vaso da 6 litri.
3) Il Lampone “Sansone” è una delle chicche di Berry Land: frutto molto grande, ricco di gusto, e pianta robusta, molto produttiva.
4) Il lampone “Magda” è una varietà forte e rustica. Il frutto è meno grande di altre varietà, ma è dolce e profumato. Le dimensioni della pianta sono più contenute.
5) Mirtillo gigante "Duke": un mirtillo precoce, molto produttivo con pezzatura media e ottimo sapore. Un must have in ogni assortimento.
6) Il logo della nuova azienda, Berry Land, con cui Arena punta a crescere nel mercato dei frutti di bosco.
Grandi cambiamenti in TerComposti, l’azienda ha deciso di fondere il suo nome unendolo al proprio marchio commerciale Triplo, con il quale da anni realizza importanti investimenti pubblicitari in Tv, Stampa e canali Social, che lo hanno reso un brand di riferimento nel panorama nazionale e internazionale del giardinaggio.
Triplo è un brand di grande successo che si contraddistingue nel mercato dei terricci per la qualità delle sue miscele, le uniche con proteine e per l’eleganza e particolarità grafica delle confezioni.
Nasce così la TerComposti-Triplo una nuova linea di terricci esclusiva, sia per l’eccellenza delle materie prime utilizzate per le miscele, sia per l’immagine grafica, inconfondibile al consumatore.
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«Prima di essere paesaggisti bisogna essere giardinieri. Non ho nessun problema nel farmi chiamare giardiniere: è una professione nobile, se svolta a dovere»: sono le parole dello stesso Mirco Colzani, giovane garden designer di successo, a riassumere alla perfezione la sua visione di questo lavoro. Un nuovo approccio al settore, tutto delle nuove generazioni, che supera la dicotomia tra il lavorare la terra e il processo creativo della progettazione. Conoscere la materia vegetale, per poterne disporre nel migliore dei modi e poi lavorarla, per rendere concreta un’idea prima solo immaginata.
Iniziamo dalla tua formazione: ti sei diplomato a Fondazione Minoprio nel 2012 da dove è nata questa scelta?
Come hai proseguito gli studi?
«Possiamo dire che già da quando ero piccolo avevo sentito parlare della Fondazione Minoprio ed è sempre stato il mio sogno. Dopo gli open day e i consigli da parte di diversi giardinieri, ho scelto di iscrivermi. Ho conosciuto lì la figura del paesaggista e del garden designer. Appena finita la scuola così ho intrapreso, grazie all’architetto Paolo Pejrone, un percorso durato sei mesi, a Cuneo, dove ho potuto conoscere meglio questo lavoro e avere delle ispirazioni sul mio futuro.
Partire dalla visione di un progetto, per poi renderlo reale, facendo affidamento sulla conoscenza della materia: questo l’approccio di Mirco Colzani, che riavvicina la figura del paesaggista a quella del giardiniere
Sono peraltro tornato a Minoprio, recentemente, ma in veste di insegnante, per svolgere alcune ore di lezione: una grossa responsabilità, ma di certo una grande soddisfazione, proprio perché per me la scuola è sempre stata una famiglia, importante per la crescita personale oltre che per quella professionale».
Hai lavorato in diversi Paesi, dall’Australia all’Inghilterra, oltre all’Italia. Che valore hanno avuto queste esperienze?
«Dopo la formazione ho scelto di partire e andare in Australia, dove ho potuto lavorare in un’azienda di costruzione paesaggistica, che si occupava specialmente di creazione di parchi pubblici e manutenzione negli zoo. Dopo sei mesi, ho trovato un altro lavoro in una delle aziende per la manutenzione del verde più famose e rispettate del Paese. Quando sono rientrato in Italia ho scelto di mettermi in proprio, aprendo una mia azienda e iniziando a creare e progettare qualche piccolo giardino, completamente da solo. Dopo un breve periodo sono ripartito per l’Australia, dove si aprivano nuove prospettive lavorative che mi permettevano di lavorare come paesaggista in un’azienda che non faceva solo progettazione, ma anche consulenze a distanza in altri Stati. Alla fine di un anno di lavoro ho deciso di andare in Inghilterra, sperimentando e conoscendo meglio il giardino all’inglese. Tutte esperienze che ho conservato e accumulato negli anni, che ritornano nei miei lavori di oggi come risultato di tutto quello che ho avuto modo di sperimentare in giro per il mondo».
Però poi sei tornato in Italia definitivamente…
«Sì, successivamente ho scelto di ritornare in Italia e iniziare a creare i giardini con il mio
stile. I primi progetti che ho realizzato ho scelto di regalarli, visto che ci tenevo a farli bene, fino a quando dopo essermi fatto conoscere nel settore, anche grazie alla mia partecipazione a Orticolario, ho iniziato a far pagare non solo la realizzazione ma anche il progetto. La conoscenza del mondo vegetale, pratica e con le mani nella terra, è fondamentale per la fase di progettazione, e viceversa».
Nel 2018 hai partecipato a Orticolario e vinto diversi premi. Che tipo di contesto è nel quale misurarsi?
«A Orticolario ho partecipato per due anni consecutivi, nel 2018 e nel 2019. Nel 2018 il tema era il gioco e avevo partecipato con lo spazio spLaYce ship, un progetto molto “wild”, principalmente di graminacee. L’anno successivo ho partecipato con una sintesi tra un giardino formale moderno e uno naturalistico, lo stile che, del resto, maggiormente mi accompagna oggi. In entrambi gli anni ho utilizzato la stessa forma e le stesse dimensioni dell'area, proprio per far vedere nei due anni consecutivi al pubblico di Orticolario, che spesso è un pubblico che si ripete, che in due pezzi completamente identici si possono creare diverse soluzioni. Si ha più o meno una tela bianca sulla quale disegnare, anche se in minima parte occorre contestua-
lizzare nel contesto di Villa Erba. Poi si tratta però di un contest tra paesaggisti, quindi poi si può anche osare un po' di più».
Come nasce un giardino, secondo te?
«Gli elementi sono moltissimi. Innanzitutto, un giardino nasce da un luogo, che deve essere sempre rispettato. Ma è anche vero che all'interno di un determinato luogo bisogna sempre avere un po' di coraggio per osare un pochino, perché altrimenti si realizzano lavori tutti uguali. Poi il giardino nasce dalle persone, dall’incontro degli stili e delle esigenze del cliente, tanto quanto del paesaggista. Ingredienti fondamentali, invece, conoscenza e competenza tecnica: bisogna sempre fare fede alla botanica per realizzare al meglio l’idea che abbiamo immaginato. Da qui mi ricollego a un altro elemento fondamentale: l’immaginazione, una visione del progetto che nasca dallo spazio su cui lavorare, ma anche dalla capacità di leggere il cliente».
C’è un tuo progetto che, per qualche motivo, hai preferito ad altri? «Tutti i miei lavori mi stanno sempre molto a cuore: se non mi sta a cuore un lavoro non lo prendo. Mi è capitato con alcuni clienti, ove non c'erano le condizioni per fare un bel lavoro, di rifiutare».
Cosa avranno in comune queste quattro parole? Secondo l’olandese Florensis si tratterebbe dei concetti chiave per gli stili che accompagneranno il settore nel 2023. Seguirli o prendere spunto sarà essenziale per parlare la lingua dei vostri clienti, che aspettate?
di BIANCA FERRARISOggi più che mai abbiamo bisogno di coerenza e armonia. Vintage Folklore è quindi sinonimo di attenzione alla diversità e di prodotti con una maggiore durata. Non buttare via ma riparare e rimettere a nuovo. All'interno di questo stile, i colori vivaci sono al centro dell'attenzione. L'arancione brillante e il rosa domineranno. Le influenze si basano sugli anni Settanta, dove creatività, colori accesi e fiori sono un tutt’uno.
Collecting Memories è incentrato sulla calma e l'armonia. I colori principali sono le diverse tonalità di verde abbinate al lilla e al rosa, perché rappresentano ricordi, morbidezza e poesia. Fiori e piante completano questa sensazione.
Ode to Nature è dedicata al clima e alla sostenibilità. L'attuale crisi climatica si traduce in una maggiore vicinanza con la natura e nella necessità di fare qualcosa per il cambiamento climatico. Lo vediamo riflesso dentro e intorno alla casa: la natura sembra quasi invadere l'interno e, nei giardini, vengono utilizzate molte piante e fiori diversi adatti alle api. Il colore dominante all'interno di questo stile è il verde, concepito come il colore del futuro e viene utilizzato in modo naturale ed equilibrato. C'è anche molta attenzione alla palette dei marroni.
stratificazione e sulla multifunzionalità. In questo modo, gli spazi esistenti vengono utilizzati al massimo delle loro potenzialità per questa ragione si vedono piante su terrazze e sui tetti di case, ma anche fienili e verande. I colori associati a questo stile contrastano: freddo e caldo, chiaro e scuro e luminoso con il pastello.
Oltre alle piante per interni, per migliorare l’ambiente non può mancare un tocco floreale e colorato. Secondo iBulb la direzione 2023 è quella di una maggiore valorizzazione gli spazi e una tendenza a spostarsi “verso l’alto”. Sì, proprio con i fiori!
di BIANCA FERRARIS
1) Dahlia "Garden Wonder', Crocosmia 'Lucifer', Gloriosa 'Leonella'. 2) Liatris 'Callilepis', Dahlia, Gladiolus 'Ovatie'. 3) Dahlia 'Bora Bora', Agapanthus 'White Grace'. 4) Calla 'Callista', Gloriosa 'Leonella', Crocosmia 'Lucifer'. 5) Dahlia, Anemone, Crocosmia 'Lucifer'. 6) Lilium 'Abrazo', Lilium 'Corfinio' ®. 7) Dahlia, Anemone.
u greenup siamo soliti concentrarci sulle piante ma ogni tanto ci piace spaziare anche nel mondo dei fiori, anch’essi in prima linea nel saper caratterizzare con la propria presenza lo spazio in cui vengono collocati. Secondo iBulb nel 2023 le tendenze floreali, a cui i garden center devono prestare attenzione per essere sempre competitivi, prevedono oltre alla consueta valorizzazione degli ambienti anche maggiore spaziosità e movimento verso l’alto.
CAMBIA LA FISIONOMIA DELLA CASA
Da qualche anno a questa parte le quattro pareti della nostra abitazione sono diventate molto di più del semplice spazio in cui vivere. Questo perché è cambiato il nostro modo di vivere la casa. Se in era pre Covid il concetto di abitazione era più tradizionale, oggi la nostra casa non è solo il luogo in cui dormiamo e torniamo dopo una giornata lavorativa. Oggi in casa si lavora, si fa palestra, si dà sfogo a una propria passione e hobby. In un certo senso è come se avessimo riscoperto come vivere a casa nostra. Questi cambiamenti sociali si riflettono nella necessità più o meno impellente di rendere l’ambiente che ci circonda il più vivibile possibile. E in quest’ottica fiori e piante giocano un ruolo centrale. Secondo iBulb infatti nel 2023 fiori e ambiente domestico saranno sempre più in sintonia e si influenzeranno a vicenda. Oggi più che mai infatti i vostri clienti sono alla ricerca di spazio e una divisione ottimale delle diverse zone della casa. Come farsi aiutare dalla componente floreale?
1. Stratificazione
Divisori per ambienti e mobili multifunzionali permettono di conferire allo stesso spazio più obiettivi di utilizzo, oltre a rendere la casa stratificata. Le superfici così si sovrappongono e si fondono l’un l’altra. Perché non pensare allora di personalizzarle con dei bouquet di grande impatto?
2. Ariosità
La necessità di ariosità e spaziosità così importante nel 2023 può essere garantita da fiori trasparenti e ariosi, con un forte contrasto cromatico che aiuta a evidenziare la profondità. Tra i contrasti cromatici suggeriti da iBulb si trovano: l'accostamento di chiaro e scuro, colori caldi uniti a colori freddi, tinte accese abbinate a tinte pastello.
3. Altezze sfalsate
iBulb è l'agenzia di promozione del settore dei bulbi da fiore. iBulb promuove l'uso di bulbi da fiore, fiori da bulbo e bulbi in vaso attraverso attività di PR e campagne pubblicitarie in tutto il mondo. www.ibulb.org
Un altro metodo per creare visivamente spazio in casa è quello di accostare tra loro canne, dalie, crocosmie e gladioli che avrebbero la capacità di creare combinazioni ariose, per l’appunto. Il segreto sarà quello di lasciare molto spazio libero intorno al bouquet e mettere i fiori ad altezze sfalsate.
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“Adovuto intraprendere la strada di agente di commercio oggi da solo sarebbe stato veramente difficile. Non solo per l’investimento di tempo ma anche di denaro, sen za contare il rapporto di fiducia e stima con i clienti e le aziende da costruire”.
Trovato, figlio di Antonino, che da 4 anni si è affiancato al padre nell’azienda di famiglia e che porterà avanti l’attività in futuro.
me con dedizione e facendo un bel lavoro. È bello sapere di lasciare il mio lavoro in mano a qualcuno che lo possa far continuare”. Incontro entrambi online, uno seduto ac canto all’altro, un po’ emozionati perché è la loro prima intervista.
Viaggiamo verso Sud, verso la Sicilia, per fare due chiacchiere con Antonino e Salvo Trovato che operano come agenti di commercio nella zona orientale della regione per farci raccontare visioni e previsioni del settore da un’altra prospettiva, quella a metà tra punto vendita e azienda fornitrice
Qual è la storia di Rappresentanze Trovato?
A.T: «Nel 1986 ho cominciato a lavorare come magazziniere presso un grossista di articoli di giardinaggio e hobbistica di Catania che in quegli anni aveva un agente che gestiva l’area commerciale delle vendite in tutta la Sicilia. Dopo due anni all’interno dell’azienda come autista per le consegne e magazziniere, ho iniziato a conoscere questo mondo più da vicino. Un giorno mi arriva la notizia che l’agente avrebbe lasciato la sua posizione libera e mi sono fatto avanti proponendomi per l’attività
di agente. Dopo che la proprietà ha acconsentito, nell’anno successivo sono riuscito a raggiungere degli obiettivi che né io né l’azienda immaginavamo di poter ottenere. Forte di questo, dopo due anni ho proposto di lavorare su provvigione come agente. E anche questa volta abbiamo aumentato i fatturati notevolmente. In quegli anni sono venuto a conoscenza delle fiere di settore, tra tutte la prima a cui ho partecipato nel 1990 era Euroflora a Genova, poi Flormart e Miflor. Non ho perso l’occasione di visitarle tutte, in quanto le fiere all’epoca erano l’unica porta di ac-
cesso al mondo del florovivaismo e garden. L’intento fin da subito era quello di trovare nuove opportunità lavorative e queste non tardarono ad arrivare. Con alcune di queste lavoro tutt’oggi dopo 30 anni. Poco dopo nel 1990 ho lasciato il precedente lavoro per dedicarmi alla libera professione come agente plurimandatario. Oggi dopo 34 anni di duro lavoro, mio e delle aziende con cui lavoro, abbiamo raggiunto ottimi risultati e siamo presenti in tutta la mia zona sia nel settore professionale sia nel settore hobby. Un’ulteriore soddisfazione è stata quella di coinvolgere, poco dopo la laurea magistrale alla facoltà di agraria di Catania, mio figlio Salvo come collaboratore. Siamo una squadra e in due tutti gli ostacoli e le problematiche lavorative sembrano più leggere».
Come vi dividete il lavoro ora che siete in due?
S.T: «La Sicilia è grande, ci dividiamo le zone e grazie al fatto che siamo in due ora siamo riusciti ad ampliare il raggio dei clienti. Mio padre si concentra sulla parte
sionale, lamentano il fatto che c’è davvero incertezza ma allo stesso tempo devono prepararsi a fare gli ordini, mettere la merce a scaffale, pur con il punto interrogativo delle vendite della primavera. Ci sono tante variabili che influiscono sulla situazione che non sarà facile».
E cosa vi aspettate per il 2023?
A.T e S.T: «Vogliamo essere positivi e speriamo che, nonostante l’incertezza,la tendenza sia quella di tornare ai fatturati del periodo 2018-2019. Tutto dipende da come si evolve la situazione. Se l’inflazione scende crediamo che non ci saranno problemi».
nord mentre io in quella sud della Sicilia Orientale. Il grosso del lavoro lo facciamo principalmente nella zona costiera e lavoriamo sia in affiancamento sia in autonomia. Il nostro obiettivo è cercare di coprire quanti più clienti in un giorno».
Come si è chiuso il 2022 in termini di vendite?
A.T e S.T: «Il 2022 è andato bene, abbiamo continuato a lavorare bene sulla scia del 2021 che è stato positivo con fatturati aumentati. Il 2022, nei primi sei mesi, non ha dato problemi ma verso maggio-giugno ha presentato una flessione che si spiega con il ritorno delle persone alla normalità. Nel 2021 nonostante tutti i comparti abbiano sofferto molto, uno dei pochi che ha retto è stato il nostro. Anche se non ce lo aspettavamo. Nel 2022 non abbiamo avuto una flessione, noi come singoli agenti di commercio, e abbiamo mantenuto i fatturati. Le aziende che rappresentiamo però sì, naturalmente hanno avuto una flessione. Tutti i nostri clienti, sia nel settore garden sia profes-
Quali sono i prodotti e categorie merceologiche che vendono di più?
A.T e S.T: «I prodotti più venduti nei garden center sono senza ombra di dubbio le piante, che rimangono il prodotto cardine: c’è un importante avvicinamento alle piante verdi e alle piantine da orto. Un tema a cuore dei clienti negli ultimi anni è la sostenibilità: abbiamo notato che c’è uno spiccato interesse per i prodotti tradizionali come la terracotta oppure per i vasi realizzati con materie prime riciclate e riciclabili. C’è un maggiore consumo anche di terricci per uso hobbistico ammessi in agricoltura biologica. Oggi, senza dubbio, i clienti sono sempre più esigenti e più attenti all’impronta verde delle case produttrici».
A che punto è il mercato del giardinaggio hobbistico in Sicilia?
A.T e S.T: «Negli ultimi 10 anni il mercato del giardinaggio ha vissuto una crescita notevole ma c’è ancora molto da fare. Esistono realtà più imprenditoriali che si sono adeguate al concetto di garden in stile nord Europa ma ci sono anche realtà che sono ri-
maste agli standard del passato. A nostro avviso c’è ancora molto da fare, soprattutto per quello che riguarda la valorizzazione di ogni singolo prodotto, applicazione di strategie di marketing e pubblicità. Il cliente tipo è cambiato, quando arriva nel punto vendita sa quello che vuole e fa domande specifiche e si aspetta di avere delle risposte esaustive. Anche i social giocano un ruolo: se non sei attivo sui social allora probabilmente ti sta precludendo un importante fetta di mercato».
In percentuale come sono suddivisi?
A.T e S.T: « Sono il 30% quelli pensati e portati avanti in ottica imprenditoriale mentre il 70 % quelli “vecchio stampo” e a gestione familiare. L’area principale in cui si sviluppano è Catania, Messina e in parte Ragusa e Siracusa. Procedendo verso l’entroterra, per una questione di bacino di utenza inferiore rispetto alle grandi città della costa, si trovano realtà perlopiù agrarie o di garden meno attrezzati. Il garden vicino alle grandi città, invece, deve per forza poterti dare un servizio migliore e sono stimolati principalmente dal fatto che si confrontano con la grande distribuzione e la scelta a cui si trovano davanti è adeguarsi o perdere clienti».
Qual è il canale di vendita che si predilige nella zona orientale?
A.T e S.T: «Principalmente garden center, agrarie e grande distribuzione. Anche l’e-commerce si può dire che negli ultimi anni si sta integrando e permette di fare buoni margini, soprattutto per quelle attività nelle zone più rurali che grazie alla possibilità di acquisto online riesce a fare la differenza, arrivando in territori dove normalmente non potrebbe arrivare o competere».
Un semplice giro nello stabilimento di COMPO a Ravenna ci ha convinti di due elementi fondamentali che ogni azienda produttrice del settore dovrebbe avere: una cura sartoriale per il prodotto finale e la creazione di ricette pregiate che alimentano la passione dei pollici verdi colloquio con PIETRO MANCINELLI di
ALICE NICOLE GINOSAQuando abbiamo varcato la soglia del sito produttivo di COMPO ITALIA a Raven na ci siamo trovati davanti un ampio sito produttivo e lo gistico, di oltre 30mila metri quadrati di superficie.
trovato ad accoglierci Pietro Man cinelli, primo responsabile del sito di COMPO Ravenna nel settembre del 1999 vide uscire il primo camion di COMPO Sana fabbricato nello stabilimento italia no. Pietro ci ha accompagnato durante tutta la visita in quali tà non solo di responsabile, ma soprattutto di memoria storica e tecnica dell’azienda.
biamo ascoltato in silenzio, rapiti dalla sua passione e dal suo sapere. La prima cosa che ci viene spiegata è che la superficie del sito è sud divisa in tre sezioni principali il magazzino per lo stoccaggio dei prodotti finiti, la sezione dedicata alle materie prime e una terza area coperta in cui avviene la miscelazione, il confezionamento e la pallettizazione dei prodotti finiti, interamente destinati ai negozi per il giardinaggio hobbistico.
Mentre camminiamo nel grande spiazzo dedicato allo stoccaggio dei prodotti finiti, Pietro ci svela che fino al 2017 quella stessa area era gestita dai pionieri del compostaggio italiano: “Arrivavano qui oltre 20mila tonnellate di materiale verde, che noi controllavamo, processavamo e maturavamo con cura. Alla fine ne ricavavamo oltre 10mila metri cubi di compost verde finito. Dal 2018 in poi per motivi, tecnici ed economici, aumentati i
fabbisogni, abbiamo deciso di cessare la produzione in sito del compost e di razionalizzare l’uso degli spazi”. In realtà, fino al 1999, anno di apertura dello stabilimento, il terriccio COMPO arrivava direttamente dalla Germania. E allora perché aprire uno stabilimento produttivo in Italia? Una ragione a quanto pare stava proprio nella possibilità di poter produrre compost grazie al partner Herambiente: “La scelta iniziale era anche motivata dai costi, il camion che arrivava dalla Germania ci costava di più che produrre il terriccio in Italia. La seconda ragione è che grazie alla collaborazione con Herambiente avevamo trovato l’oc-
DAI CONCORRENTI”.
casione di riutilizzare grandi quantità di materiale verde che altrimenti, a quel tempo, sarebbero finite in discarica”. Questa avventura congiunta di COMPO e HERA ha permesso di creare una materia prima che all’epoca, poteva essere utilmente sviluppata per la produzione di nuovi terricci. Così come oggi, anche perché la torba in futuro potrebbe subire progressive Il compost non è solo un ammendante, ma è anche un buon fertilizzante organico: questo vuol dire che se viene aggiunto ai terricci garantisce alle piante struttura e nutrimento. Insomma, una materia prima che nei prodotti COMPO da tempo trova il suo giusto spazio: “La percentuale di compost nelle miscele varia in base al tipo di terriccio: se si tratta di un substrato di coltivazione più nobile - come COMPO SANA - ne conterrà una piccola parte, mentre in un Ammentante Torboso Composto oppure in un Ammendante Compostato Verde se ne trova una percentuale progressivamente superiore. A tendere, il compost di alta qualità diventerà una materia prima sempre più ricercata per i suoi requisiti di riciclo e di soste-
“LA DECISIONE DI RICORRERE A MATERIE PRIME DI ALTA QUALITÀ, PER TUTTE LE NOSTRE LINEE DI PRODOTTO, È CIÒ CHE CI DIFFERENZIAPietro Mancinelli.
nibilità, oltreché per quelli agronomici.
Ma torniamo al presente e al nostro viaggio attraverso lo stabilimento di Ravenna. “Solo in questa area esterna stocchiamo oltre 12mila palette, con una rotazione all’incirca quadrimestrale. Durante i picchi di produzione prestagionale ci avvaliamo di ulteriori aree di stoccaggio esterne al sito. Quest’area, dalla quale abbiamo iniziato la visita, rappresenta la coda del processo produttivo, ossia l’ultima stazione da cui partono i camion. Come potete vedere le palette hanno cappucci colorati che indicano cosa è stato prodotto prima e cosa dopo. In base ai mesi di produzione viene scelto un colore e il mulettista in questo modo vede più facilmente quale lotto deve caricare per primo”. A quel punto, mentre Pietro ci spiega per filo e per segno l’organizzazione dello stabilimento, una domanda sorge spontanea: perché è stata scelta Ravenna come sede di produzione? La risposta non tarda ad arrivare e ha a che vedere con la torba. “In passato ricevevamo solo la torba scura, poi negli anni abbiamo iniziato ad usare anche quella chiara. Tutto arrivava via mare, oltre 10mila metri cubi di materiale venivano scaricati al porto, qui vicino. In seguito si è pensato di gestire gli spostamenti anche via terra e ad oggi il trasporto viene effettuato solo in questo modo”. Ora che l’abbiamo evocata, ecco la torba lì davanti a noi, due grandi cumuli tra le altre materie prime che attendono di diventare ingredienti delle ricette COMPO. Quella della torba è una questione delicata per due aspetti: sia per la situazione delle torbiere e gli effetti dannosi di una loro cattiva gestione, sia per l’evoluzione stessa della materia prima. Come ci spiega Pietro, COMPO ricorre a due tipologie di torba, entrambe rigorosamente certificate secondo lo standard RPP (Responsibly Produced Peat): la torba chiara (formatasi dal Medio-
evo) e quella scura (originata nella Preistoria).
IN ITALIA SIAMO AVANTI NELLA RICERCA DI MATERIE ALTERNATIVE
La graduale sostituzione della torba all’interno dei terricci di qualità a marchio COMPO sembra possibile, tanto che la linea COMPO BIO commercializzata in Germania è già “peat-free”. In Italia, è il terriccio Organic & Recycled a presentarsi al mercato completamente privo di torba, in un nuovo sacchetto di plastica riciclata e riciclabile. Eppure, nonostante queste innovazioni interessanti, né il consumatore né il rivenditore sembrano ancora apprezzare appieno questo cambio di rotta. Ma perché? “La torba da un punto di vista tecnico è da sempre ritenuta il migliore substrato. Garantisce il benessere della pianta in vaso e risulta inimitabile per l’eccellente equilibrio tra aria e acqua che è in grado di preservare, a beneficio della vegetazione. Gli altri materiali che anche noi stiamo sperimentando, come fibra di legno, fibra di cocco, muschio, lolla di riso - fatta salva la loro qualità, convenienza e disponibilità - non garantiscono le stesse performance ma si possono utilizzare come validi coadiuvanti, in miscela con torba e compost”. Insomma, qui serve essere un po’… Masterchef! Pietro ci spiega un’altra questione importante:
Oggi la produzione dello stabilimento di Ravenna soddisfa quasi tutta la domanda italiana. Meno del 5% dei prodotti commercializzati arriva dalla Germania, ad esempio formati particolari che non si è ancora in grado di produrre a Ravenna in modo efficiente. Grazie agli importanti investimenti operati presso il sito di Ravenna, l’impegno di COMPO nel prossimo futuro sarà di produrre il 100% in Italia.
“Sia per questioni di spazio che per filosofia aziendale, tutte le materie prime impiegate da COMPO presentano la stessa qualità, per qualsiasi linea di prodotto. Quello che facciamo è poi decidere le proporzioni tra torba, compost e altri materiali, derivati dalle medesime fonti certificate e controllate.
DALLE MATERIE PRIME
ALLA RICETTA
Mentre siamo ancora intenti a discutere sulla torba e sul destino di
questo pregiato materiale, abbiamo oltrepassato la seconda area dedicata allo stoccaggio delle materie prime. È arrivato il momento di visitare l’impianto di miscelazione, dove vengono create le ricette. Ovvero, le miscele di prodotti e materie prime che vengono trasportate dal piazzale alle tramogge di carico e quindi mescolati tra loro in proporzioni precise. Pietro, ci racconta che qui si gestiscono circa 60 ricette diverse, sotto la supervisione della Casa Madre, che in base al prodotto richiesto vengono inserite in un computer, il quale si occupa di controllare e dosare l’intero processo di miscelazione. Subito dopo, mentre le macchine lavorano a pieno regime, ci spostiamo in direzione delle grandi tramogge che raccolgono le miscele e alimentano le linee confezionatrici. Anche in questa fase, come ci insegna Pietro, vengono effettuati accurati controlli, imposti dalla Certificazione di Qualità ISO 9001 che il sito COMPO vanta da anni. Ora, la miscela di ingredienti inerti è diventata ufficialmente un prodotto finito che ha superato la severa sfida delle procedure di sicurezza e qualità, da sempre assolute priorità per COMPO.
MyPlant & Garden è la data prescelta per il lancio ufficiale nel nostro paese di vasi contro lo spreco d’acqua e in materiale circolare e positivo. Grazie al supporto di Adp consulting scopriamo in anteprima la statunitense Crescent Garden
colloquio con DANIELE PROTASONI e SARA FISICHELLA di FRANCESCO TOZZI• Nascita: 1999
• Origine: Miami
• Produzione: Colombia
www.crescentgarden.com
Ogni azienda ad un certo punto del proprio percorso deve cambiare. Il motivo è che il cambiamento è il motore per andare avanti così come la necessità di prepararsi, studiare e non perdere le occasioni per dare inizio a una nuova avventura. Ed è proprio così che è successo all’agenzia di rappresentanza e consulenza Adp consulting, specializzata nella grande distribuzione per il settore fai da te. L’azienda, attiva dal 2001, come raccontano Daniele Protasoni e Sara Fisichella, grazie a un incontro fortuito, negli ultimi due anni ha accolto tra i suoi clienti anche la statunitense Crescent Garden che da 20 anni ha come core business vasi dotati di sistemi di auto-irrigazione. Di questo incon-
tro e delle caratteristiche speciali dei contenitori Crescent Garden ne abbiamo parlato direttamente con chi ha scelto di rappresentare l’azienda qui nel nostro mercato e che durante la fiera di MyPlant & Garden farà il lancio ufficiale del marchio nel settore garden nostrano.
Adp consulting e Crescent Garden, come è iniziata?
«Tutto è cominciato durante il Bricoday di due anni fa. In quell’occasione stavamo esponendo due fornitori del settore fai da te e nel corso dell’evento abbiamo conosciuto il responsabile europeo di Crescent Garden, raccontandoci che era alla ricerca di collaboratori per approcciare il mercato italiano. Non appena ci siamo resi conto
dell’opportunità di poter differenziare il nostro lavoro, abbiamo accettato. Grazie a questo incontro fortuito oggi importiamo il marchio Crescent Garden, un cambiamento importante rispetto a ciò di cui ci siamo sempre occupati. Il mondo dei vasi per noi era sconosciuto fino a quel momento».
Qual è la storia di questo marchio?
«Crescent Garden nasce nel 1999 quando i suoi proprietari hanno stabilito un collegamento tra le loro capacità di produzione e progettazione e la loro passione per il giardinaggio. Hanno iniziato ad ascoltare, imparare e scoprire da amici e colleghi del settore ciò che è necessario per avere giardini rigogliosi e giardinieri soddisfatti. Tutto è iniziato con uno studio a
livello tecnico di quello che potesse essere necessario per il benessere di una pianta. Da questa ricerca è nata una linea di vasi con un design proprio, caratteristiche specifiche e prodotta in Colombia. Da Miami, dove ha sede, Crescent Garden sta cercando di farsi conoscere in Europa anche attraverso fiere come spoga+gafa dove saranno presenti nell’edizione 2023. Per l’Italia invece abbiamo deciso di partecipare a Myplant & Garden che è la fiera più focalizzata sul settore di nostro interesse».
Quando avverrà il lancio ufficiale in Italia?
«Myplant & Garden sarà l’anteprima ufficiale nel settore del garden e il 2023 è l’anno di lancio ufficiale del marchio in Italia. Per arrivare a questo punto abbiamo lavorato noi come Adp consulting in primis. Abbiamo cercato di comprendere il settore merceologico, che prima non conoscevamo approfonditamente. Sul garden center stiamo pertanto creando una rete di vendita per l’Italia per regione
e per provincia. È un passaggio obbligato se si vuole presidiare il canale. Non vogliamo accontentarci della punta dell’iceberg, magari puntando sui 200 principali punti vendita; vogliamo essere capillari e andare quanto più a fondo possibile».
Passiamo al prodotto nel concreto. Quali sono i suoi plus?
«Per Crescent Garden è fondamentale lo studio dietro al design del vaso e alle sue caratteristiche. Per esempio grazie alla tecnologia Trudrop è possibile risparmiare tempo e soprattutto acqua, incidendo positivamente sul Pianeta. L’attenzione dell’azienda si è anche focalizzata sulla scelta dei materiali. L’ UBQ è derivato infatti non solo dalla plastica riciclata, ma anche dai rifiuti urbani. In questo modo oltre a dare un contributo per limitare il conferimento nelle discariche, contribuiamo anche a ridurre l’emissione di CO2».
Cosa possiamo aspettarci nel catalogo?
«Il catalogo ufficiale europeo di
Crescent Garden presenta articoli che funzionano per questo mercato mentre il catalogo statunitense è necessariamente più fornito. La ragione è semplice: negli Stati Uniti si propende per dimensioni più grandi dei vasi, mentre qui le stesse misure non funzionerebbero ma soprattutto oltreoceano la tendenza è quella di affidarsi a un architetto per organizzare la disposizione del verde interno, proprio perché possono contare su metrature diverse».
Sarà il concetto di SUSTAINOVATE a guidare i prossimi cinque anni di Gardena. E a raccontarci come la filosofia si traduce in un’offerta intelligente e razionale ci ha pensato Roberto Mozzoni colloquio con ROBERTO MOZZONI di FRANCESCO TOZZI
Il nuovo anno è iniziato da pochi mesi e, come è consuetudine, si guarda al passato per constatare quanto si è compiuto e raggiunto e, al contempo, si guarda in avanti ai progetti che dovranno prendere forma. Un approccio questo che da sempre contraddistingue le nostre interviste con le aziende fornitrici del settore, sia perché ci aiuta a mettere in luce gli obiettivi di quest’ultime sia per avere chiaro, noi come redazione, verso dove si sta dirigendo il mercato e quali temi e tendenze saranno al centro delle nostre pubblicazioni. Questa volta è stato il turno della tedesca Gardena che tra sistemi di irrigazione, pompe, dispositivi per la cura del prato, di alberi e siepi, attrezzi manuali e per la lavorazione del suolo, ha reso la cura del giardino la sua missione. Come è stato il 2022 di Gardena ma soprattutto cosa ha in serbo per il mercato? Tutto si può riassumere con il concetto di SUSTAINOVATE che Roberto Mozzoni, Managing Director di Husqvarna Italia, ha delineato in ogni sua sfaccettatura nell’intervista che ci ha rilasciato.
Dopo un 2021 positivo, come definirebbe l’andamento del 2022?
«Tutti noi abbiamo dovuto tenere in considerazione che il 2022 sarebbe stato diverso dal 2020-2021
in termini di andamento. è arrivato preparato a questo cambiamento ha sicuramente notato una differenza ma allo stesso tempo è stato in grado di mantenere buone performance. Noi, per esempio, pur avendo riscontrato e previ sto un calo nel canale online, siamo contenti dell’andamento del canale tradizionale (garden center e ferramenta) e di quello delle insegne (GD e DIY)».
Tra DIY e canale tradizionale, come si suddivide il fatturato?
«L’anno scorso il canale online ha occupato il 40% del fatturato, mentre il 60% restante si è suddiviso tra il 35% del mondo tradizionale e il 20-25% del DIY».
Quali sono stati i principali driver di crescita nel biennio 2020-2022?
«Le categorie trainanti sono stati prodotti a batteria e robot rasaerba. Il settore della batteria ha ricevuto un grande impulso da un paio di anni a questa parte da quando abbiamo attivato un’alleanza, Power4All, tra aziende tedesche del nostro settore e non. L’obiettivo di questa alleanza è quello di creare uno standard, un unico modello di batteria che
funzioni per tutti i marchi aderenti all’accordo. Allo stesso tempo si tratta di un’alleanza aperta ad altre realtà, oltre a quelle già partecipanti, proprio per offrire al consumatore un’unica batteria compatibile con più prodotti e più marchi e, di conseguenza, immettere sul mercato il minor numero di batterie e modelli. I prodotti Gardena in quest’ottica vengono venduti sia nella versione con batteria sia nella versione "solo" (senza batteria), nel caso in cui il cliente sia in possesso di una batteria di un altro prodotto
Il catalogo è ampio e coprite diverse categorie di prodotto.
«Il nostro catalogo è un punto di forza proprio perché per la sua ampiezza è in grado di abbracciare più aree: irrigazione, attrezzi manuali Tutti i prodotti seguono la filosofia di fondo dell’azienda ovvero il livello qualitativo e posizionamento medio-alto. Allo stesso tempo siamo riusciti a inserire gamme di prodotto con fasce di prezzo in linea con il potere di acqui-
Per il taglio facile e senza sforzo di rami, giovani germogli e fiori con un diametro massimo di 25 mm. Le cesoie a batteria hanno un sensore intelligente, che fornisce fino a 5 volte in più di potenza. Le cesoie riducono l'affaticamento della mano, rendendo ancora più facile completare le attività di giardinaggio senza sforzo.
“IL NOSTRO CATALOGO È UN PUNTO DI FORZA PROPRIO PERCHÉ PER LA SUA AMPIEZZA
IN GRADO DI ABBRACCIARE PIÙ AREE: IRRIGAZIONE, ATTREZZI MANUALI E A BATTERIA”
Un generatore di segnale di delimitazione a batteria che può essere posizionato ovunque nell'area del prato designata. Crea un'isola indipendente attorno a un ostacolo e non richiede la connessione al cavo perimetrale.
sto dei paesi dell’Europa del Sud, con esigenze diverse rispetto a quella del Nord. Pur mantenendo uno standard qualitativo medio-alto, dunque, siamo in grado di proporre articoli che rispondono alle necessità del mercato locale».
Nel catalogo si nota una virata decisa verso la sostenibilità: come si comporta il rivenditore su questa tematica?
«La richiesta di prodotti sostenibili segue il traino della richiesta da parte del consumatore e si adegua di conseguenza. La percentuale di chi decide di inserire nell’offerta una proposta più sostenibile del punto vendita a priori è ancora bassa».
Quante realtà servite?
«Circa 2.000 ragioni sociali, canale online compreso. Abbiamo una rete vendita strutturata con 18 agenzie che seguono tutto il territorio nazionale».
Ci racconta le novità del catalogo?
«Lo sviluppo di Gardena da oggi in avanti sarà racchiuso nel concetto di SUSTAINOVATE 2025 ovvero verso un’ innovazione sostenibile. Si tratta di un progetto quinquennale con l’obiettivo di lanciare 50 innovazioni circolari e che ci ha impegnato in una rivisitazione dei processi produttivi ma anche nell’utilizzo, quando possibile, di materiali riciclati. Tutte le novità di prodotto lanciate nei prossimi anni saranno accomunate da que-
sto filo conduttore. Tra le novità 2023, presentate ad EIMA, troviamo i prodotti per lo storage e un’integrazione nel mondo taglio, il micro cutting, cioè per il taglio preciso e pulito delle proprie verdure ed erbe coltivate in casa. Per quanto riguarda gli handtool, invece, abbiamo progettato un raccogli frutta per le varietà più piccole, Berry Picker per raccogliere bacche e drupacee e il Branch Hook per raccogliere mele e pere, per scuotere i rami e con l’ulteriore funzionalità di poter estrarre i rami tagliati e di rimuovere la neve. Entrambi i prodotti sono utilizzabili con l’attacco Combisystem per adattare il manico telescopico».
Quali le novità riguardanti la sostenibilità dei materiali?
«Grazie alla ricerca siamo passati, per la linea Ecoline, dal pvc al materiale TPE. In questo modo il tubo da giardino è composto per il 68% da materiale riciclato. Ma non solo. Per quanto riguarda invece i tubi della famiglia LianoTM abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso rispetto a quello che già era presente sul mercato: un tubo in tessuto ad altissima resistenza (fi-
no a 35 bar) realizzato nello stesso materiale delle cinture di sicurezza delle macchine. Proprio per la sua composizione, è possibile utilizzarlo anche all’interno della propria casa grazie all’attacco al rubinetto universale e al materiale flessibile che evita di lasciare segni sul pavimento. Per quanto riguarda la sostenibilità nel packaging (carta riciclata e colori atossici) e ambientale si deve menzionare anche l’intera gamma di microirrigazione che è stata razionalizzata - con una riduzione delle referenze - e perfezionata per un’irrigazione consapevole e anti-spreco».
Per il catalogo 2023
www.gardena.com
Milagross in soli cinque anni ha già conquistato un posto in classifica nella produzione e nella distribuzione delle piante mediterranee, grazie a una gestione volta al miglioramento
colloquio con CRISTINA SCHEPIS di MARTA MEGGIOLAROSono 116 le aziende che si ser vono della Cooperativa Mi lagross, una delle più grandi piattaforme di distribuzione del meridione, con sede in Sicilia, a Milazzo. La produzione principa le si basa sul mediterraneo fiorito, agrumi, piante da interno, rampi canti fiorito e piante da esterno. La produzione interna, unita ai campi scuola e sperimentali, si estende su una superficie di 14 ettari. L’intera produzione dedicata dai conferitori alla Milagross si estende su una superficie di circa 84 ettari. Moderna ed efficiente, Milagross è nata cinque anni fa dall’idea di tre soci fon datori, Gitto Maria Francesca, Raffa Santa e Giorgianni An tonino, e la direzione dell’azienda è affidata a Cristina Schepis ha gentilmente accettato di aprirci metaforicamente le porte dell’a zienda per farci conoscere questo esempio di azienda virtuosa.
In cosa si distingue Milagross dagli altri produttori? Qual è la vostra cifra, la vostra particolarità?
«Milagross è una cooperativa agricola, anche se mi piacerebbe
nostri mezzi, viene raccolto tutto il prodotto necessario, viene lavorato in magazzino e spedito la sera. Ogni
La
indotta dal clima mediterraneo».
Pensando ai garden center, quali sono le varietà che consigliereste di avere sempre? E se qualcuno invece volesse una chicca, una rarità?
L’esposizione di un garden, negli ultimi anni, è diventata una chiave fondamentale per il successo sul territorio. Non devono mancare le grandi classiche che hanno ancora oggi una grande incidenza sul fatturato, come Kentie, Strelizie Augusta, Ficus di vario genere e altre piante da interno che assumono anche la funzione di regalo a terze persone. Non deve mancare una zona agrumi che ormai conta una sempre più nutrita
continuoKentia è un prodotto continuativo, che ha sempre un buon riscontro dai consumatori finali che cercano piante da interno scenografiche. Cristina Schepis, direttrice dell’azienda Milagross.
schiera di appassionati, e non deve mancare una zona dedicata alle piante da esterno così come il prodotto dedicato alla costruzione di fioriere e balconette. Infine è bello presentare in spazi dedicati le novità che il mercato offre. Noi ad esempio proporremo tra qualche settimana una linea di piante coltivate in gelatina con una simpatica confezione regalo; come piante vere e proprie invece, aspettiamo ancora qualche mese per presentare tutta una nuova linea di colori per le bouganvillea».
Secondo voi quanto è importante, parlando di agrumi, accompagnare il consumatore finale?
«L’agrume è una passione: sui social nascono ogni giorno gruppi che accomunano gli appassionati e non possiamo fare a meno di notare quanta fame di buone informazioni necessitano queste comunità. Già da qualche anno è stato evidente come le poche righe presenti nelle etichette non soddisfano tale esigenza, abbiamo quindi pensato di demandare il compito a pagine web aziendali che ci mettono in diretto contatto con i consumatori. Per le informazioni, cure, eventuali ricette applicabili, si transiterà da un QR code che riporta anche i lavori del mese, diversi tutorial e un elenco di buone pratiche casalinghe applicabili nelle diverse necessità».
Prima la pandemia, poi la crisi energetica: come ha reagito Milagross a queste sfide?
«Entrambe le sfide hanno richiesto la capacità di reagire tempestivamente e assecondare le problematiche che i punti vendita hanno avuto. La pandemia ha richiesto tanto lavoro in pochissimi frangenti di tempo e quindi un’accelerazione sullo sviluppo logistico atto a soddisfare le tempistiche richieste. La crisi energetica ci ha indirizzato invece, verso una capacità maggiore di affrontare microforniture e infine, come in ogni grande cambiamento, abbiamo avuto modo di ana-
lizzare l’impronta di carbonio su ogni singolo processo produttivo e ottimizzarlo».
Come sta andando il mercato ora?
«Il mercato soffre di questa situazione di incertezza, e indubbiamente ci vorrà qualche anno prima che si ristabiliscano gli equilibri tra domanda e offerta. Al momento sembra che i consumi richiamino al periodo pre-pandemia, quindi siamo circa sul 20% in meno rispetto allo scorso anno. Questo non sarebbe un dato pessimo in modo assoluto, se non fosse che le produzioni si erano sforzate di colmare il fabbisogno non consue to delle stagioni precedenti; è ap punto questo disallineamento tra domanda e offerta che crea criticità nel mondo produttivo».
So che siete appena stati a Essen e che sarete presenti a Myplant: mi sembra che per voi il valore delle fiere di settore sia una certezza…
«Le fiere sono una festa, un ritrovo, un luogo di confron to, e naturalmente anche un’oc casione di vendita. In un settore dove la velocità la fa da padrone, le transizioni commerciali sono ormai demandate a sistemi in formatici e continui raffronti fotografici. La fiera rimane comunque il luogo dove si dà una stretta di mano, dove ci si vede in faccia, dove si rivive il contatto umano e (ahimè) anche il luogo dove si esterna la magnificenza di ciò che
• Piattaforma di distribuzione con sede a Milazzo
• 116 aziende conferitrici
• Produzione principale: mediterraneo fiorito, agrumi, piante da interno, rampicanti fiorito e piante da esterno.
• 14 ettari di produzione interna
• 84 ettari di produzione dedicata dai conferitori
• Tre soci fondatori: Gitto Maria Francesca, Raffa Santa e Giorgianni Antonino
• Direzione aziendale: Cristina Schepis
Milagross offre molte varietà di agrumi. Il consumatore è accompagnato nella conoscenza e nella manutenzione grazie alle pagine web pensate dall’azienda e raggiungibili tramite codice QR.
si è costruito. Ad ogni modo le reputiamo ancora utili e specialmente piacevoli da vivere e visitare, anche se rappresentano una nota dolente sul bilancio annuale di un’azienda. Dopotutto non partecipare sarebbe come non andare al ballo di fine anno».
Guardando al futuro: quali sono i prossimi passi di Milagross?
«L’obiettivo principale non può essere altro che l’efficientamento energetico della nostra azienda e la costruzione di modelli da seguire anche per i nostri colleghi. Già da quest’anno l’apporto dell’intelligenza artificiale nei nostri webshop ha ottimizzato di gran lunga i processi di consegna e di gestione degli spazi. Adesso puntiamo ad un’espansione di quest’esperienza nell’ottimizzazione della logistica nazionale e internazionale, con la costituzione di nodi virtuali utili allo scambio logistico e all’ottenimento di un ragguardevole risparmio in termini di emissione di CO2. Quando quest’obiettivo sarà raggiunto, a cascata ci sarà anche una dislocazione più logica delle produzioni, riportando alcune produzioni nei luoghi più consoni alla loro stessa natura e minimizzando gli apporti energetici necessari all’acclimatamento delle specie. In termini, invece, di presentazione dell’azienda, abbiamo in programma di presentare diverse linee di piante rimodernate nell’aspetto e nella presentazione, in linea con i canoni cromatografici e funzionali della moderna architettura».
www.milagross.it
Questi sono i terricci, della Floragard Vertriebs-GmbH, utilizzabili in agricoltura biologica. Con questo nuovo approccio prodotto, innovate nel vostro punto di vendita e richiamate l’attenzione dei vostri clienti. Che sia a l’interno o all’esterno, per le piante ornamentali, le piante legnose e le piante acidofile, per le piante aromatiche e piante da orto, per il prato e per le orchidee. Con questi terricci unici dal punto di vista visivo e tecnico, andate a scoprire tutti i settori d’applicazione del giardinaggio vicino alla natura. Il frutto della lunga esperienza della Floragard Vertriebs-GmbH (da oltre 100 anni) nel settore ortoflorovivaismo che ha permesso questo sviluppo. Con il nuovo concime vegetale Flora Veggie-Power, rispondiamo alle esigenze del giardinaggio ecologico. Grazie al nostro lavoro di ricerche, assicuriamo che le nostre miscele utilizzabile in agricoltura biologica procurano una crescita sana, e fioritura abbondante ed un gusto saporito.
Veggie-Power, rispondiamo alle esigenze del giardinaggio
La 39esima edizione di IPM Essen ha raccolto consensi ed è stato un momento per tornare a confrontarsi dal vivo. Tra soddisfazione e sguardo già rivolto al 2024, la fiera ha raccolto e raccontato tendenze, e non solo, per tutto il settore di BENEDETTA MINOLITI
Oltre 40mila visitatori, provenienti da più di 100 Paesi, e 1.330 aziende da 46 nazioni. Sono i numeri di IPM a Essen, fiera internazionale che è tornata ad animare il polo fieristico di Messe Essen con la sua 39esima edizione, dal 24 al 27 gennaio. «La gioia per il fatto che IPM Essen potesse finalmente tornare a svolgersi era percepibile in ogni padiglione e in ogni stand» ha dichiarato il CEO di Messe Essen, Oliver P. Kuhrt. La manifestazione ha raccolto un numero notevole di adesioni non solo in termini di visite, ma anche di aziende espositrici, che hanno presentato le loro innovazioni e i loro nuovi prodotti.
«L’importanza di IPM Essen per l’industria verde globale rimane elevata anche dopo la pandemia» ha detto il direttore generale della fiera. «L’internazionalità del pubblico specializzato è vicina al livello del 2020. Considerazione la situazione dinamica del mercato negli ultimi anni e le restrizioni ai viaggi, che ancora sono evidenti, questo è un grande risultato». A commentare la riuscita della fiera è stata anche Eva Kähler-Theuerkauf, presidente dell’Associazione orticola della Renania Settentrionale-Vestfalia e presidente del Comitato consultivo dell’IPM: «L’IPM Essen 2023 è stato un successo completo. È stato bello ritrovarsi e la fiera ha riscosso grande interesse anche a livello internazionale. Chi non era presente né come espositore né come visitatore si è sicuramente perso molto».
La produzione sostenibile sta assumendo un ruolo sempre più importante per il settore, a partire non solo dall’uso più responsabile dell’acqua, ma anche delle risorse energetiche, dei fertilizzanti e dei substrati. Diverse start up hanno presentato a IPM Essen progetti e soluzioni in questa direzione e nell’area vasi a dominare sono stati i prodotti in plastica riciclata e materiali com
postabili. Ma non solo. Perché questa 39esima edizione è stata caratterizzata anche dalla soluzioni intelligenti di trasporto e logistica e dai software innovativi. Per quanto riguarda le piante, invece, a farla da padrone sono stati “gli eroi del clima”, ovvero varietà in grado di affrontare al meglio siccità, caldo e piogge intense. Inoltre, l’IPM Discovery Center ha fornito ulteriori spunti sui concetti di vendita innovativi, anche grazie allo Speakers’ Corner, dove tutti hanno avuto la possibilità di confrontarsi su temi legati al marketing e all’utilizzo dei social media nel settore. In particolar modo, è emerso che mai come quest’anno IPM Essen ha avuto una forte presenza social. Infatti, sono stati numerosi gli influencer e i podcaster che hanno raccontato la fiera in tutte le sue sfaccettature. Questo, solo durante il periodo di svol
una crescita del canale Instagram del 24% e di LinkedIn del 16%.
Non solo innovazione e attenzione all’ambiente, ma anche attenzione alle tendenze per il design floreale, tra look colorati e retrò, piante con tanti fiori e poche foglie e toni del marrone pastello. «IPM Essen 2023 si è presentata verde, ingegnosa e con un programma florovivaistico fantastico e innovativo» ha affermato Klaus Götz, presidente di FDF. «Il settore è ispirato, motivato e ben posizionato. Particolarmente degno di nota è anche il grande interesse e le motivazioni dei giovani: quest’anno moltissime classi di scuole professionali hanno partecipato alle nostre visite guidate».
NON CI SI FERMA MAI: NEL 2024 ARRIVA IL 40ESIMO ANNIVERSARIO
Il 90% degli operatori del settore è rimasto soddisfatto dall’offerta di prodotti e servizi proposti dalla 39esima edizione di IPM Essen. Infatti, il 91% prevede di ripetere la visita e il 92% raccomanda IPM Essen ad altri. Per quanto riguarda invece gli espositori, il 95% prevede di partecipare nuovamente. La prossima occasione sarà quella della 40esima edizione di IPM Essen, che si terrà dal 23 al 26 gennaio 2026 e sarà lanciata alla Messe Essen con un programma speciale per l’anniversario.
Durante l’apertura della fiera, il 24 gennaio, Eva Kähler-Theuerkauf e Regina Haindl hanno consegnato i riconoscimenti nelle diverse categorie, dalle “Fioriture primaverili” alle “Piante da appartamento fiorite”, fino alla “Piante da vaso” e ai “Fiori recisi”
di PENELOPE MORANSe c’è un momento in cui si celebrano tutte le novità varietali, quello è sicuramente l’evento di apertura di IPM ESSEN. A partecipare al concorso “Vetrina delle novità IPM”, organizzato anche nel 2023, per il quattordicesimo anno, congiuntamente da Zentralverband Gartenbau e. V. (ZVG) e Messe Essen, sono stati 33 espositori di piante per un totale di 63 cultivar. Eva Kähler-Theuerkauf, presidente dell’Associazione Orticola della Renania Settentrionale.Vestfalia, e Regina Haindl, vincitrice in carica, hanno consegnato i primi lo scorso 24 gennaio, in occasione dell’apertura della fiera.
UN’INTERA SERIE HA VINTO LA CATEGORIA
“FIORITURE PRIMAVERILI”
Nella categoria delle “fioriture primaverili, ha ottenere l’ambito riconoscimento è stata un’intera serie: la Primula polyantha ibrida Pollyanna, con le varietà “Flame”, “Frosty White” e “Sunny Yellow”, dell’azienda Kientzler Jungpflanzen di Gensingen. A trionfare, invece, nella categoria “Piante da appartamento fiorite, il premio “Novità IPM 2023” è stato assegnato all’Anthurium andreanum ANTHFYSAN “Delicata” dell’olandese Anthura. Un riconoscimento ottenuto grazie al suo fogliame verde, quasi nero, combinato con il rosso caldo dei fiori, che lo rende speciale e degno di essere premiato.Proseguendo con le premiazioni, Eva Kähler-Theuerkauf e Regina Haindl hanno consegnato il premio, per la categoria “Piante verdi da appartamento”, alla Ornamantex B.V (Paesi Bassi) per il Philodendron erubescens “Pink Bikini”®, pianta in linea con le tendenze per il 2023. Ad ottenere, invece, il riconoscimento per la categoria “Piante legnose” è
stato l’Acer campestre “Street Pillar” dell’azienda olandese Concept Plants B.V, che ha convinto il comitato di esperti delle “Novità IPM 2023”. In tempo di cambiamenti climatici, l’acero campestre è uno degli alberi più interessanti, oltre ad essere uno dei pochi “eroi climatici” dell’Europa Centrale. Grazie al suo fogliame giovane verde brillante, che passa ad un verde scuro in estate, “Street Pillar” si è aggiudicato l’ambito premio di categoria.
DALLA MIGLIOR “PIANTA DA VASO”
AI “FIORI RECISI”
Le categorie delle “Novità IPM 2023”, però, non sono finite. Infatti, ad ottenere il premio per la miglior “Pianta da vaso è stata la Mangave Mad about Mangave® “Blazing Saddles” dell’azienda olandese Gootjes-AllPlant B.V. Questa pianta ha soddisfatto tutti gli attuali requisiti per una varietà resistente ai cambiamenti climatici, essendo tollerante al calore e alla luce solare intensa, oltre a non aver bisogno di molta acqua. Ma non solo. Perché la varietà proposta dall’azienda olandese è caratterizzata da un fogliame verde intenso, che sembra avere delle macchioline rosse, che ha conquistato la giuria.
Infine, nella categoria “Fiori recisi, a vincere è stato il Chamelaucium “Ever Flowering Wax”, proveniente dal vivaio israeliano Nir. Questo fiore ha colpito i giudici per un motivo piuttosto interessante: è possibile raccoglierlo quasi tutto l’anno. Questo aspetto aumenta notevolmente il valore colturale della varietà, che è anche resistente alla siccità e consente una fornitura continua ai commercianti e, di conseguenza, anche ai consumatori.
1 Stefan de Hoog, Anthura
2 Tieme van den Haak, Gootjes-AllPlant B.V.
3 Asaf Nir, Nir nursery
4 Andrea Kientzler, Kientzler Jungpflanzen
5 Leen Ruijgrok, Concept Plants B.V.
6 Leo Wim de Kroon, Ornamentex B.V.
Florsistemi è pronta per le nuove sfide informatiche e presenta FLORSISTEMI.cloud, una nuova soluzione per gestire al meglio la propria attività ed essere sempre connessi. Ovunque!
Anche Etiflor sta cambiando e presto sarà pronta la nuova generazione, etifour, ancora più innovativa e intuitiva. www.florsistemi.it
fusione tra caldo e freddo ma anche il riassunto dell’incontro tra tecnologia e natura. Una sfumatura che nel mondo di fiori e piante ci sta a pennello, non solo perché richiama la cocciniglia ma anche perché,
Se al termine “non convenzionale” dovessimo associare un colore, quello sarebbe sicuramente Pantone
18-1750 Viva Magenta, il colore dell’anno 2023. Una tonalità vibrante, che non passa inosservata e affonda le sue radici nella natura. Così dopo Very Peri, colore Pantone dell’anno che stiamo per salutare, lasciamo che sia una tonalità della famiglia dei rossi a predominare, scrivendo un nuovo capitolo in perfetto equilibrio tra caldo e freddo. Un colore ibrido, potente senza essere aggressivo, accesso senza essere eccessivamente sgargiante e, soprattutto, riconoscibile anche per chi, come noi, non può rinunciare a fiori e piante. Gli esempi che richiamano il colore del 2023 sono tantissimi, da Tattoo Black
Cherry Vinca alla Chocolate Covered Cherry Coleus, decorativa e intrigante, con le sue foglie vellutate, fino Easy Wave Burgundy
Velour Petunia, con i suoi fiori inconfondibili. E ancora: Amazon
Neon Cherry Dianthus, Titan
Cranberry Vinca, Megawatt
Pink Bronze Leaf Improved Begonia e moltissime altre.
ESPRIMERSI SENZA LIMITI
«In quest’era di tecnologia, cerchiamo ispirazione dalla natura e da ciò che è reale» ha commentato
Leatrice Eiseman, direttore esecutivo del Pantone Color Institute.
«Pantone 18-1750 Viva Magenta discende dalla famiglia dei rossi e si ispira al rosso cocciniglia, uno dei coloranti più prezio-
si appartenenti alla famiglia dei coloranti naturali, nonché uno dei più forti e brillanti che il mondo abbia mai conosciuto». Un colore così audace e anticonvenzionale è proprio quello che serve per affrontare il 2023 con lo spirito giusto. Potente e stimolante, Viva Magenta è stato definito dall’azienda americana «un rosso animato che si crogiola nella pura gioia, incoraggiando la sperimentazione e l’espressione di sé senza limiti. Un’ombra elettrizzante e senza confini che si manifesta come una dichiarazione di spicco ». Insomma, un colore che sembra avere tutte le carte in regola per invadere la nostra quotidianità, dalla moda agli oggetti di design, fino a piante e fiori, che non solo abbelliranno gli
Viva Magenta è sinonimo di sicurezza e motivazione. Sì, ma per cosa? Per gli eventi dirompenti che hanno scosso la nostra quotidianità: una pandemia, una guerra, un'economia instabile, disordini sociali, interruzioni della
• Tattoo Black Cherry Vinca
• Chocolate Covered Cherry Coleus
• Easy Wave Burgundy Velour Petunia
• Amazon Neon Cherry Dianthus
• Titan Cranberry Vinca
• Megawatt Pink Bronze Leaf Improved Begonia
• Hypoestes phyllostachya
già naturalmente, colora foglie e petali di diverse varietà
di BENEDETTA MINOLITI a cura di ALICE NICOLE GINOSAHypoestes phyllostachya. spazi, ma saranno anche nel colore di tendenza del 2023.
Tra le prime aziende a celebrare la nuova nuance è stata PanAmerican Seed che ha dedicato un post su Instagram a Viva Magenta consigliandolo come sfumatura de privilegiare in questo 2023. In un carosello compaiono infatti piante che ripropongono il Viva Magenta, assolutamente immancabili nei vostri punti vendita!
supply chain, prezzi delle materie prime alle stelle e il crescente cambiamento climatico. Dobbiamo trovare la chiave e la forza, appunto, per guardare avanti. Viva Magenta diventa anche il simbolo dell’ormai radicato interesse per la natura e la sua inclusione nella nostra casa e stile di vita: piante e fiori en-
trano nella nostra dimora, le pareti accolgono composizioni floreali e piante rampicanti, i giardini e gli spazi esterni diventano orti urbani, aree relax per il tempo libero e dedicati alla salvaguardia della biodiversità per la coltivazione di varietà specifiche. In questo panorama sempre più naturale, ci stiamo lasciando affascinare dal benessere e da uno stile di vita più sano. La scelta di Viva Magenta rispecchia questo nuovo corso, proprio perché la stessa sfumatura ha origini organiche, dallo scarabeo cocciniglia per l’esattezza, che produce un colorante carminio, uno dei più brillanti della famiglia dei coloranti naturali.
NEL
Ogni anno, proprio perché la nuance sarà dappertutto, ripor -
palette. Ma non solo, perché non spingersi ancora più in là e creare delle aree scenografiche dedicate a Viva Magenta? Vasi, candele, prodotti per la casa e oggetti accomunati dallo stesso colore possono diventare uno spazio fisso per tutto l’anno in cui scoprire la nuance, il suo messaggio e guide specifiche, o workshop per scoprire come includerlo nella propria casa o giardino. Viva Magenta aspetta solo di entrare nei vostri punti vendita!
Chocolate Covered Cherry Coleus.Prodotti di qualità, fatti per durare. Felco rappresenta una garanzia nel settore, con un’attenzione certosina dalla scelta dei materiali, al design, passando per un approccio sostenibile
Originaria del cantone di Neuchâtel in Svizzera, FELCO è il marchio di cesoie professionali per la potatura e tagliacavi che grazie ai materiali di alta qualità e all’elevata precisione meccanica di ogni componente si approccia al mercato italiano puntando su prodotti funzionali, destinati a durare. Fondata nel 1945 da Félix Flisch, da 75 anni l'azienda continua a seguire i principi base delle origini per produrre i propri utensili. Un attaccamento alla tradizione che contraddistingue anche la guida dell’azienda stessa, ancora nelle mani della famiglia del fondatore.
Felco produce ogni anno più di un milione di utensili manuali e 200.000 utensili industriali, il 90% dei quali viene esportato in più di 110 paesi, in particolare attraverso sette filiali di distribuzione (Francia, Germania, Benelux, Sud Africa, Canada, USA, Svizzera) e una vasta rete di importatori e distributori autorizzati.
75 ANNI E 3 GENERAZIONI
Félix Flisch intendeva fare delle forbici da potatura un vero oggetto di precisione. Diventata simbolo di qualità e professionalità, nel 1978 la FELCO muta il proprio statuto in società per azioni, i cui azionisti sono i diretti discendenti del fondatore. Nel 1979, quando Félix Flisch andò in pensione, suo genero, Eric Perrin, lo sostituì alla guida dell'azienda. Ciò nonostante Félix Flisch ha continuato a seguire da vicino l'evoluzione della fabbrica da lui fondata, fino alla sua morte nel 2000. Con la fine del secolo è arrivato un nuovo cambio generazionale. La terza generazione Laurent Perrin è succeduta a suo padre, Eric Perrin, nel 2003. L'anno successivo è stato raggiunto da suo fratello Pierre-Yves Perrin, CLO - Chief Legal Officer e Direttore di Flisch Holding. Nel 2011, invece, la FELCO SA ha assunto un nuovo CEO, il primo non membro della famiglia del fondatore, Christophe Nicolet, mentre Laurent Perrin è rimasto amministratore e anche responsabile per il mercato nordamericano. FELCO SA
• Prodotti funzionali e robusti
• Materiali di alta qualità per prestazioni e consistenza superiori
• Processi di produzione unici per un'usabilità senza rivali
• Elevata precisione meccanica di ogni componente per consentire l'intercambiabilità
• Pezzi di ricambio disponibili per aumentare la longevità
vede la direzione generale dell'azienda tornare nelle mani della famiglia a partire dal 1° giugno 2021. A seguito delle dimissioni di Christophe Nicolet, i consigli di amministrazione di FELCO SA e FLISCH Holding SA hanno nominato Nabil Francis come amministratore delegato e CEO di FELCO SA. Nabil Francis è il marito di Christelle Francis-Flisch, nipote del fondatore.
FELCO è da sempre impegnata nel rispetto dell'ambiente e ha integrato lo sviluppo sostenibile ancor prima che diventasse una pratica comune. Tutti gli utensili sono realizzati in alluminio, metà del quale è metallo riciclato. Al tempo stesso, grazie all'intercambiabilità delle parti taglienti è possibile rendere questi utensili praticamente eterni. Lo stesso stabilimento di Les Geneveys-sur-Coffrane utilizza esclusivamente energia elettrica da fonti rinnovabili, parte della quale è prodotta dall'impianto fotovoltaico installato sul tetto del centro produttivo. Ultimo aspetto ma non meno importante: l'azienda sta facendo grandi sforzi nel trattamento delle acque reflue e nel recupero del calore dalle macchine.
Se il 2022 è stato un anno difficile, ma non da dimen ticare, per il florovivaismo italiano, il 2021 si conferma un anno di crescita e sviluppo del settore. A confermarlo sono i levamenti ufficiali della pro duzione orto-florovivaistica italiana elaborati da CREA e ISTAT e diffusi Myplant & Garden.
il settore florovivaistico nazio nale è cresciuto del 5% rispetto al 2020. A guidare la classifica, in
• Liguria
• Toscana
• Lombardia
• Campania
ordine, sono: Toscana, Liguria, Sicilia, Lombardia, Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. In termini numerici, nel 2021 si è raggiunto un valore che ha sfiorato i 2,8 miliardi
Myplant & Garden ha diffuso e analizzato i dati ufficiali della produzione orto-florovivaistica, del 2021, elaborati da CREA e ISTAT. Ecco cosa è emerso, dalle regioni “virtuose” ai dati relativi all’aumento dei prezzi
di BENEDETTA MINOLITIdi euro, che corrisponde al 4,6% della produzione a prezzi di base dell’agricoltura italiana, il dato più alto delle ultime annate prese in esame. La produzione di piante e fiori in vaso nel 2021 è stata pari a quasi 1,3 miliardi di euro, segnando così un +5,1% rispetto al 2020. Questa è stata generata per il 39% dalle Regioni del Nord-est e per il 35% da quelle del Sud e dalle isole. Andando poi ad analizzare la produzione dei vivai, secondo i dati diffusi da Myplant & Garden questa è pari a 1,5 miliardi di euro (+4,9%), derivante per il 60% dalle Regioni del Centro Italia.
Analizzando nel dettaglio le realtà produttive italiane, sono concentrate soprattutto in quattro Regioni: Liguria, con il primato delle aziende che coltivano fiori piena aria, Toscana e Lombardia, dove si trovano le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali, e infine Campania, dove troviamo le aziende specializzate soprattutto nella coltivazione di fiori in coltura protetta. Secondo i dati, la Toscana mantiene saldamente il primato delle produzioni vivaistiche nazionali, con un fatturato di 816 milioni, +4% sulla media 2019-2020. Per quanto riguarda invece le produzioni floricole, il primato è detenuto dalla Liguria, al vertice con 386 milioni di euro (+4,6% rispetto al biennio precedente).
Nel 2021 è cresciuto anche l’export, come rivelato dai dati diffusi da Myplant & Garden. I prodotti del florovivaismo italiano sono considerati ormai una vera e propria eccellenza dai mercati e dai consumatori internazionali. Un dato avvalorato dalla continua crescita della domanda dall’estero. «In questa grande piazza internazionale degli affari del verde registriamo con soddisfazione che l’export, centrale per lo sviluppo del settore, ha segnato un nuovo record storico, superando ampiamente il miliardo di euro» ha affermato Myplant. Nel 2021 il valore della produzione dell’export ha raggiunto i 1143 milioni di euro (contro i 903 del 2020), con un saldo positivo della bilancia commerciale di 550 milioni di euro, contro i 423 del 2020. Inoltre, secondo i dati, il 70% dell’export italiano è venduto, nell’ordine, in: Francia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito e Svizzera. Per quanto riguarda invece l’import, i principali mercati di approvvigionamento per l’Italia sono: Paesi Bassi, Germania, Spagna e Belgio.
2022, UN ANNO DIFFICILE
Il 2022 non è sicuramente stato un anno semplice per l’intero settore, piegato dalla crisi energetica, dall’aumento generale dei prezzi e dalla mancanza di manodopera. Secondo le stime di Assofloro , l’aumento dei costi energetici diretti per il comparto è decisamente impressionante: quasi +100% nell’estate 2022 rispetto al 2021 per l’elettricità; +80% nella primavera 2022 per il gasolio, rispetto al medesimo periodo del 2021 e +1200% del costo del metano a luglio 2022 rispetto a luglio 2021.
• Toscana (30%)
• Liguria (14%)
• Sicilia (9,6%)
• Lombardia (8,9%)
• Lazio (6%)
• Puglia (5,7%)
• Emilia-Romagna (4,8%)
• Veneto (4%)
• Piemonte (2,75%)
2,8 miliardi di euro il valore che si è sfiorato nel 2021 ovvero il 4,6% della produzione a prezzi di base dell’agricoltura italiana
• Il valore alla produzione dell’export 1143 milioni di euro nel 2021 vs 903 milioni di euro nel 2020
• Saldo positivo della bilancia commerciale 550 milioni di euro nel 2021 vs 423 milioni di euro nel 2020
• Valore complessivo della produzione europea (compresi bulbi e piante da vivaio) circa 20 miliardi di euro nel 2021 (di questi 7 miliardi di euro prodotti nei Paesi Bassi)
• Il 70% dell’export è venduto in Francia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito e Svizzera
• I principali mercati di import per l’Italia
Paesi Bassi (75%), Germania, Spagna e Belgio
La produzione dei vivai è pari a 1,5 miliardi di euro (+4,9%), derivante per il 60% dalle Regioni del Centro Italia
La produzione di piante e fiori in vaso nel 2021 è stata pari a quasi 1,3 miliardi di euro , segnando così un +5,1% rispetto al 2020
La Toscana mantiene il primato delle produzioni vivaistiche nazionali (816 milioni)
Questa la conclusione di Omnicom PR Group che nello studio Post-Invasion 2022/2023 analizza la reputazione di 8 industry italiane in cui spicca l’importanza della sostenibilità e del suo ruolo nel tenere le persone fedeli al brand
di BIANCA FERRARISLa società di consulenza strategica in comunicazione Omnicom PR Group ha analizzato nel suo studio Post-Invasion 2022/2023 la reputazione di 8 settori dell’economia italiana e di 64 brand. Per la raccolta e
Automotive, moda, energia, grande distribuzione, tecnologia, alimentare, servizi finanziari, cura della persona
interpretazione dei dati si è optato per la commistione tra due punti di vista differenti, quello razionale e quello emotivo. Infine il focus si è spostato, nello specifico, sul settore dell’energia che è stato approfondito a sua volta seguendo 9 driver.
IMPATTO SOCIALE
E BENEFIT AGISCONO SUL PERCEPITO DEL MARCHIO
Lo studio in una prima fase si è concentrato sull’individuazione di elementi trasversali ai diversi settori in analisi che aumenterebbero il percepito e la reputazione di un’azienda. Tra questi sono tre quelli che spiccano:
1. Impatto Sociale per il 35%:
• Prendersi cura dei dipendenti
• Contribuire alla comunità in cui si opera
• Rispetto dell'ambiente
L’approccio metodologico, sviluppato in collaborazione con Behaviour and BrainLab di IULM, integra tecniche di ricerca classiche con dati neurometrici provenienti dalla misurazione degli atteggiamenti nei confronti del brand attraverso misurazioni neurofisiologiche, che comprendono l’analisi delle influenze non consapevoli e non intenzionali (IAT) e dati dell’elettro-encefalogramma (EEG).
2. Comportamenti aziendali per il 24%
• Fare la cosa giusta (impegno a supportare cambiamenti su etica e trasparenza)
• Performance finanziarie e operative più solide e coerenti
• Comunicare in modo più frequente e credibile
3. Benefici per i clienti per il 41%
• Offrire prodotti e servizi a maggior valore (trasparenza su produzione o erogazione servizio, origini materie prime, affidabilità, certificazioni di filiera, trattamento e protezione dei dati del consumatore)
• Attenzione per i clienti (Customer care)
• Innovazione di prodotti e servizi
Il 66,3% del totale dei consumatori intervistati (contro una media del 59,6% per gli altri 7 settori) considera questo business, quello dell’energia, interessante e degno di attenzione. Dopo la pandemia, e nella crisi energetica internazionale, questa industry è chiamata ad una relazione più attiva con i propri stakeholder, fornendo soluzioni e storie più visibili ai consumatori. Su questa ondata di interesse per la tematica energetica si è espresso anche Massimo Garanzini, OPRG Energy Industry Lead: “L’energia e l’ambiente (...) poteva, e può ancora, rappresentare il punto di svolta della percezione pubblica sulla responsabilità delle aziende che operano in questo ambito. Qui la partecipazione diretta è altissima: il 21,6% degli intervistati - il più alto tra tutti i settori analizzati - dichiara di aver partecipato di persona oppure on line a una manifestazione su un tema importante per la comunità e che potrebbe influenzare le attività di una o più aziende. Questi aspetti mobilitano ed il 67,5% è disposto anche a premiare i comportamenti virtuosi scegliendo gli operatori più sostenibili e responsabili”.
“PROMOTORI, DIFENSORI, EDUCATORI. È ALTA
L’ASPETTATIVA DEL CONSUMATORE PER I BRAND. NON ERODERE LE RISORSE AMBIENTALI È TROPPO
POCO: BISOGNA DIVENTARE SOGGETTO ATTIVO DEL CAMBIAMENTO DELLA SOCIETÀ”
Lo studio Omnicom PR Group si è spinto ancora più in profondità mettendo a confronto il percepito e la reputazione del settore energia su due campioni differenti: un gruppo di 2.000 utenti non esperti sul tema e un altro che, invece, è informato e conosce il settore. Ad emergere è che chi ha maggiore conoscenza, apprezza di più ma anche che:
• Il gap più ampio tra esperti e non esperti si riscontra nella richiesta di “un migliore impatto sulla società”. Chi è poco informato pertanto esprimerebbe criticità e pregiudizio. Questo vuol dire che ampliare e differenziare la comunicazione può effettivamente cambiare il percepito.
• “Prendersi cura dei clienti” è in assoluto la richiesta dove emerge il maggior scostamento tra i giudizi del campione generale e
dei consumatori evoluti, con un picco di 63 punti.
• Per le aziende del settore energia, la più alta richiesta dei consumatori è quella di “Protezione dell’ecosistema, della biodiversità e delle risorse (acqua, suolo, aria, foreste)". Si tratta di un 58% contro una media del 47% per gli altri 7 settori.
I Boomer (55-65enni) occupano il primo posto per rilevanza e interesse verso il settore, seguiti al secondo dai Millennial (25-34) che sono invece al primo posto per sharing di informazioni. I Boomer hanno aspettative più alte verso i driver del prendersi cura dell’ambiente e dei clienti (consumatori) e nell’innovare servizi e prodotti. Le aspettative dei più giovani invece ricadono sul community impact e sul fare la cosa giusta.
Fondazione Minoprio festeggia i suoi primi 60 anni, cambia logo e lavora, per continuare ad offrire formazione, divulgazione e ricerca di grande qualità, con al centro i giovani alunni che diventano i migliori ambassador dell’istituzione lombarda
colloquio con ELIAS BORDOLI di BENEDETTA MINOLITI
Un futuro più verde, trainato dalle nuove generazioni, sempre più rigoglioso e proiettato verso nuove sfide e obiettivi. Si potrebbe racchiudere così il significato del nuovo logo di Fondazione Minoprio, che nell’anno scolastico 2022/2023 celebra il suo 60esimo anniversario. Una ricorrenza importante per la Fondazione che si occupa di formazione, specializzazione, ricerca applicata e divulgazione, in diversi settori, dall’orto floro-frutticolo a quello vivaistico, fino al giardinaggio, al verde ornamentale e all’agroalimentare, con cui anche noi collaboriamo con entusiasmo da diverso tempo. Abbiamo così ripercorso le tappe fondamentali della Fondazione con il suo presidente, Elias Bordoli, che ci ha raccontato non solo i traguardi raggiunti, ma anche gli obiettivi per il futuro.
60 anni di Fondazione Minoprio, un anniversario decisamente importante e assolutamente da festeggiare. «Assolutamente sì e l’augurio è che la Fondazione abbia altri 60 anni davanti e sono convinto che sarà così, anche grazie al rilancio del green. Quando mi sono insediato, il 3 dicembre 2021, i miei dipendenti mi hanno consegnato una lettera con questa frase: “Se non noi chi, se non ora quando?”. Questa contiene proprio il significato del lavoro che dobbiamo andare a fare, facendo conoscere Fondazione Minoprio, rilanciandola al di fuori, rendendola protagonista della nostra città, della nostra Regione e più ampiamente a livello nazionale e internazionale. Inoltre, quest’anno abbiamo avuto un aumento netto di studenti del 17% e le classi formate non sono riuscite purtroppo a soddisfare tutte le richieste che ci sono arrivate dalle ragazze e dai ragazzi che vedono nel verde il loro futuro».
Un dato importante.
«Sì, certo. Noi cerchiamo di fare tutto al meglio delle
nostre potenzialità, senza forzare nessuno ma assecondando le passioni dei nostri studenti. Prima di Natale ho fatto un discorso ai ragazzi per fargli gli auguri, dicendo che loro sono i migliori ambassador di Minoprio, perché è la loro professionalità che rappresenta al meglio la Fondazione, quello che facciamo e come lo facciamo. I numeri dicono che lavoriamo bene, ma si può sempre migliorare. Detto questo, facciamo il nostro lavoro con dedizione e questo è certificato dai numeri, dalle competenze che raggiungono i nostri studenti e dal loro inserimento nelle aziende del settore e non solo».
Mi racconti qualcosa a proposito del nuovo logo di Fondazione Minoprio? Mi sembra racchiuda la vostra essenza e il cambiamento, con l’albero cresciuto nel tempo, protratto verso il futuro.
«Esatto, è proprio così. Quest’anno parlando con Stefania Cantaluppi e Ignazio Perego, che si occupano della comunicazione di Fondazione Minoprio, abbiamo ideato questo nuovo logo per due ragioni. La prima è il 60esimo, che per noi non è solo un anniversario da festeggiare, ma simboleggia anche una rinascita e un rilancio, proprio come mi era stato chiesto dai dipendenti, guardando al passato per trarre giovamento e rilanciare l’attività. Poi, abbiamo cambiato il nome: Fondazione Minoprio ITS. Io poi ho insistito per mettere i tre core business su cui si basa il lavoro che svolgiamo quotidianamente: formazione, ricerca e divulgazione».
Abbiamo parlato molto di futuro. Cosa vedi in quello della Fondazione Minoprio? E quali sono gli obiettivi che vorreste raggiungere?
«Vedo la Fondazione Minoprio verso un percorso in crescita. Visti anche i numeri che ci accompagnano, mi piacerebbe ampliare l’offerta formativa. Infatti, stiamo valutando un potenziamento della nostra struttura, aggiungendo un secondo piano. Inoltre, stiamo vagliando l’opportunità di mettere in funzione la nostra seconda sede, a San Vittore Olona. Con la questione Covid tutto si era un po’ bloccato, ma adesso sembra il momento giusto per sviluppare questa sede, che nel giro di un paio d’anni chissà, potrebbe essere funzionante e servire Milano e limitrofi».
“IL 60ESIMO ANNIVERSARIO, NON È SOLO UNA RICORRENZA DA FESTEGGIARE, MA SIMBOLEGGIA ANCHE UNA RINASCITA E UN RILANCIO”
Si terrà dal 6 all’8 settembre a Bologna Fiera un evento dedicato al settore del florovivaismo, dove professionisti italiani e internazionali potranno dialogare, con l’obiettivo di trovare stimoli e idee per il futuro del settore
di BENEDETTA MINOLITIEsplorare la filiera del florovivaismo in tutte le sue interconnessioni, dall’ambiente alla distribuzione, fino all’energia e alla formazione. Questo è l’obiettivo che si è dato Greenprof, nuovo progetto fieristico e di comunicazione che si terrà a Bologna Fiere dal 6 all’8 settembre 2023. La fiera si pone anche come obiettivo quello di proporre, in un contesto che sia anche internazionale, la possibilità di avere a disposizione un network innovativo, grazie al quale aziende, professionisti, parti interessate e opinion leader possano incontrarsi e dialogare sul futuro del florovivaismo. Il verde, con Greenprof, viene proposto a 360 gradi. In questo modo, vi ha una visione del green integrata, dove il verde non è più “solo” un elemento ornamentale, ma si trasforma in un elemento sempre più strutturale su tutto il territorio italiano.
Greenprof si pone anche come momento fieristico catalizzatore per la formazione di tutti gli attori del settore. Per questo, durante l’esposizione a Bologna Fiere saranno riservati ampi spazi all’informazione, alla formazione professionale e alla digitalizzazione. Tutto questo attraverso percorsi dedicati in cui le eccellenze del florovivaismo avranno l’occasione di incontrare professioni di settori chiave come: istituzioni, università, associazioni di categoria e aziende leader nell’innovazione tecnologica. Così, durante Greenprof tutti avranno
la possibilità di confrontarsi, condividere spunti di riflessione e creare nuove opportunità con un comune denominatore: la transizione verde ed ecologica della società.
PERCHÉ LANCIARE UN NUOVO EVENTO?
• Dal 6 all’8 settembre 2023
• Presso Bologna Fiere
• 4 macrosettori: florovivaismo | tecnologia e innovazione| progettazione del paesaggio e riqualificazione ambientale| accessori e articoli complementari|
La filiera del verde, strategica per il rilancio dell’economia italiana, vive uno scenario contraddittorio. Questo perché se da una parte le esportazioni crescono, dall’altra le aziende del territorio faticano a causa di molteplici fattori, dall’aumento dei costi di produzione a quelli di logistica, fino al caro energia. L’obiettivo è quindi quello di provare a rileggere il mercato del verde, proponendo un tool innovativo a sostegno del settore, trovando se possibile potenziali interconnessioni con il tessuto produttivo ed economico.
L’AREA ESPOSITIVA
Greenprof sarà organizzata in 4 macrosettori: florovivaismo, tecnologia e innovazione, progettazione del paesaggio - riqualificazione ambientale e accessori e articoli complementari. All’interno di queste aree si ritroveranno così tutti insieme, per tre giorni, professionisti nazionali e internazionali del settore, tutti in cerca di nuovi strumenti e soluzioni.
Ho da poco compiuto 31 anni. La cosa che più mi sconcerta è che per quanto lo ritenes si un problema altrui (almeno finché il primo numero della mia età era un 2), il tempo scorre anche per me. Mi sono ritrovato a pensare con nostalgia a tempi pas sati quando tutto andava meglio…ma aspetta, in realtà non è proprio così. Ora non sto peggio di quando non avevo un soldo, mi dannavo per passare Agronomia 1 all’università e la morosa mi aveva lasciato da poco. Questo tipo di pensiero che è stato quasi automatico nella mia mente, fa parte dei bias cognitivi. I bias cognitivi sono delle distorsioni che le per sone attuano nelle valutazioni di fatti e avvenimenti, ri creando una visione soggettiva che non corrisponde alla realtà. Questo spiega perché, ad esempio, siamo convinti che i tempi passati siano stati sempre migliori del presente, perché è più difficile scegliere quando abbiamo molte opzioni o perché siamo convinti di poter vincere in casinò somme maggiori. La cosa mi ha incuriosito al punto che mi son divertito a ricercare in questo articolo, similitudini tra questi pregiudizi cognitivi e il nostro settore.
Perché da bimbi con uno scatolone, due cuscini e un lenzuolo facevamo un fortino e ora se ci consegnano dei vasi che non avevamo ordinato non sappiamo cosa farci? Perché non proviamo a proporre la pianta “novità” col vaso “novità”? Se la gente è più interessata alla pianta non noterà il vaso e viceversa. Anzi, magari potrebbe chiederci se ne arrivano ancora. I clienti abitano in città e non hanno giardini spaziosi? Invece di perdere tempo a cercare di incastrare una pianta che non ci sta, proponiamo piante nane o cespugli o rampicanti. Ci dicono che limitano gli acquisti perché hanno il problema dell’irrigazione? Non pensiamo a super impianti di ricircolo dell’acqua, proponiamo piante resistenti alla siccità. Sarà sempre più difficile fare trattamenti contro patogeni a causa del continuo ritiro di formulati dalla libera vendita? Perché non pensiamo allora ad un corso per la coltivazione biologica dell’orto o delle piante da frutto?
Riprendendo il loop in cui mi sono perso quando ho compiuto gli anni, se vi chiedessi di pensare al passato, nessuno o quasi, sono convinto, ripenserà ai momenti brutti. Penseremo sempre al passato come a qualcosa di più roseo rispetto al presente. “Si
stava meglio quando si stava peggio”. Sfruttiamolo allora! Perché non pensare ad un evento “nostalgia” magari per la festa dei nonni: con rose nostalgiche, gerani e frutti antichi, photos e philodendri. Le piante “di una volta”! Son pronto a scommettere che si comincerà a pensare “Guarda, sono come i fiori che aveva la nonna, li curava così tanto… quasi quasi me ne prendo uno per ricordo”.
BIAS DELLA PROIEZIONE
Perché siamo certi che le attuali preferenze rimarranno tali in futuro? Siamo portati a proiettare nel futuro i nostri attuali bisogni. Se avessimo potuto scegliere a 15 anni, se comprare un paio di jeans che sarebbe durato 1 o 5 anni, quale avreste scelto? Ora, ripensate a come vi vestivate a quell’età. I gusti sono cambiati, eppure eravamo convinti che le nostre preferenze sarebbero durate anche in futuro. Cerchiamo di non convincerci che un prodotto andrà sempre o non andrà mai, prestando ascolto magari agli agenti che vi introducono le novità ogni settimana.
Il cervello tende a selezionare informazioni che ci riguardano: per esempio, ci fa notare balconi fioriti di dipladenia se pensiamo che questa stia prendendo sempre più il posto del geranio, e il nostro errore di valutazione è quello di credere che ci sia realmente un incremento nella frequenza di una specie rispetto all’altra, cioè tendiamo a sovrastimare la frequenza di informazioni che riguardano le nostre convinzioni. Davvero si vendono meno gerani o siamo noi a non incentivarli al pari della dipladenia? (Per curiosità, in Europa si vendono 500 milioni di gerani, di dipladenia “solo” 50 milioni).
PENSIAMO FUORI DAI NOSTRI SCHEMI
Questi sono pochi esempi di una lista molto lunga di bias che altro non sono che “pregiudizi”, convinzioni mentali con i quali ci sentiamo forti, ma che in realtà tali sono: pre-giudizi. Cerchiamo di non rimanere intrappolati nei recinti mentali che per natura la nostra testa crea. Cerchiamo di essere aperti alle novità, o quantomeno alla loro valutazione. Non sarà meglio avere una mente aperta alle novità che chiusa dai dogmi? Una mente aperta è la capacità di sospendere le vecchie abitudini di giudizio, di vedere con occhi nuovi. Restiamo aperti alle idee altrui, continuiamo a stimolarci e a lasciarci ispirare sempre e da chiunque.
nella zona di comfort non ci permetta di sfruttare le occasioni che la realtà ci offre. È il momento di superare gli argini
Fiera Milano, Rho
22/24 FEBBRAIO 2023
PAD 16 - STAND C23