Che strano dizionario di Monica Argenta
Troppe Parole di Guerra tra Noi
D
ovremmo sempre cercare di usare parole di pace nel nostro quotidiano ma fino a che punto il nostro linguaggio ce lo permette? Se scaviamo anche solo un pochino nell'etimologia e nella storia dei termini comunemente utilizzati nella lingua italiana potremmo scoprire che spesso si usano, seppur inconsapevolmente, parole di origine militare. Con grande sorpresa, potremmo infatti realizzare che il nostro parlare è pregno di riferimenti alla guerra e con grande piacere sono pronta ora a darvene qualche esempio: quell'aggettivo usato spesso in modo simpatico e mai troppo offensivo, rivolto a un nostro caro... imbranato. Il termine, al di la delle nostre migliori intenzioni, letteralmente deriva da un espressione usata dagli Alpini per indicare “un mulo trattenuto dagli imbraghi”. Durante la Prima Guerra Mondiale, ci spiegano i linguisti, i “nuovi italiani” (i soldati pro-
venienti dal Piemonte alla Sicilia) hanno contribuito a creare la nostra nazione non solo combattendo ma coniando anche nuove parole ed espressioni destinate a sopravvivere alle trincee e alle granate. Altri esempi: lavativo (letteralmente una purga, ad indicare qualcuno che in caserma non era gradito, poco utile), pignolo (una persona eccessivamente inquadrata e inamovibile come i singoli semi in una
pigna), imboscato, insabbiato... Sempre agli Alpini dobbiamo anche la parola naja, una approssimazione dal tirolese “nuovo, giovane”. All'esercito in generale dobbiamo termini o espressioni quali la sbobba, il rancio, il batter fiacca, il marcar visita, il metterci la firma. Diciamocelo però che il gergo militare è sempre (stato) tra di noi: stipendio, salario, quota, sono termini-dinosauro che circolano fin dai tempi degli eserciti mercenari dell'antica Roma per giungere, in ottima salute (sic!), fino all'odierna Repubblica fondata sul lavoro. Nella civiltà dei consumi poi han dato un'accelerata i mercati, in inglese marketing, dove ci sono sempre (state) campagne, strategie, tattiche. L'introduzione di termini in lingua inglese in questo ambito sembrano solo aver offuscato chiarissimi intenti, a discapito ovviamente dei più sprovveduti tra noi: in una qualsiasi campagna marketing
LA PAROLA AI LETTORI COMUNICATO DI REDAZIONE
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