Feltrino News n. 5/2022 Maggio

Page 82

Uomo, piante e natura di Niccolò Sovilla

L'importanza delle siepi

L

e nostre città – e non fanno purtroppo eccezione le cittadine “virtuose” delle nostre zone – paiono smaniose di allontanarsi quanto più possibile da una naturale evidenza: che se in Italia non esistesse l’essere umano, il territorio sarebbe ricoperto da foreste. Nella maggior parte dei casi, infatti, il verde urbano realmente utile all’ambiente è relegato a piccoli parchi e giardini privati di illuminati cittadini che ne hanno compresa la grande importanza ecologica. “Liberiamoci dal giogo della natura” sembrano voler dire le nostre città e, sempre di più, anche le nostre campagne. Un elemento ormai pressoché scomparso è la siepe. Non parliamo della siepe di Chamaecyparis e di Thuja: di queste piante “esotiche” – completamente inutili per il nostro ecosistema – la gente sembra non stancarsi mai, ed è anzi felice di poter schermare i propri giardini con monotone file di cultivar dagli improbabili nomi “Janed Gold”, “Can-Can”, “Blue Moon”, “Baby Blue”, eccetera. Parliamo piuttosto della siepe campestre, quella fatta di biancospino, maggiociondolo, nocciolo, carpino, lillà, tasso, sambuco… La siepe “nostrana”. Chiaramente, la siepe non è una formazione vegetale naturale, bensì artificiale, inventata cioè dall’uomo, ma che in

82

passato assumeva – e che assumerebbe tuttora, se gliene si desse ancora la possibilità – una grandissima importanza dal punto di vista biologico. In che modo? Permettendo, ad esempio, l’insediamento di innumerevoli specie di insetti, lombrichi, uccelli, rettili e mammiferi, poiché è in grado di offrire loro cibo e riparo. La siepe campestre è utile anche all’uomo: separa e isola i diversi ambienti, filtra microorganismi, polveri, pollini, funge da superficie di comunicazione (una vera e propria “foresta lineare”, una “strada naturale”), assorbe e sottrae CO2 dall’atmosfera ed è un’inesauribile riserva di biodiversità funzionale. Un concetto molto semplice, quello della “biodiversità funzionale”, eccone un esempio: una gran quantità dei parassiti che divorano le vostre amate piante (sia ornamentali che orticole) potrebbe essere, se non eliminata, almeno contenuta proprio grazie a quei temibili predatori che popolano la siepe… Coccinelle, cince, passeri e merli, per citarne alcuni! Inoltre, non dimentichiamo che dalla manutenzione di una siepe di discrete dimensioni può derivare legna da ardere pregiata. Pensiamo infatti al salicone, al pero selvatico, al carpino, al nocciolo e alla fusaggine. Purtroppo, però, in agricoltura questi aspetti oggi sono stati pressoché dimenticati. Le nostre campagne, oggi-

giorno, sono molto diverse da quelle che osservavano i nostri nonni, che erano popolate di tante più varietà di animali e piante. Un tempo le siepi erano ovunque, mentre nel XXI secolo sono quasi scomparse. Il cambiamento ha compromesso la sopravvivenza di mammiferi, anfibi e uccelli, e persino molti arbusti un tempo comuni sono ormai rari da avvistare. Ecco perché, dunque, portare la siepe nei nostri giardini e, di conseguenza, in città, è divenuto così importante. Non tutti disponiamo di grandi parchi, è chiaro, e le grandi siepi campestri in centro città non sono realizzabili. Ma perché non fare la propria piccola parte? Al posto di una banalissima “muraglia” sempreverde, sterile e tutta uguale, si può ottenere qualcosa di utile, bello, variopinto e originale mettendo a dimora le giuste piante: quelle selvatiche. Un arbusto spontaneo è resistente, sano, rustico, poiché autoctono, e non ha bisogno di chissà quali fertilizzanti ed antiparassitari per sopravvivere dignitosamente. È decorativo, ricco di variazioni, in grado di riproporre in giardino il coloratissimo trascorrere delle stagioni. Rispetto alle cultivar “alla moda” è sicuramente molto meno costoso, sia in fase di acquisto delle piante che in termini di mantenimento.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

E’ entrato in funzione il REVE per i veicoli esteri

3min
pages 92-96

Conosciamo il territorio: il museo civico

3min
pages 90-91

Che tempo che fa

1min
page 89

Limana in cronaca: il nuovo parco giochi

2min
page 88

Non solo animali: la coccinella

4min
pages 86-87

Uomo, piante e natura: le siepi

3min
pages 82-83

L’arte del tappezziere

1min
page 85

Il senso religioso

3min
pages 74-75

Storie di guerra: essere cappellano militare

6min
pages 72-73

Che strano dizionario

4min
pages 76-77

A.E.C.I. La dichiarazione dei redditi

3min
pages 70-71

L’isola di Gorée e la tratta degli schiavi

4min
pages 64-65

Il personaggio: Arnaldo Fusinato

4min
pages 60-61

Pianeta donna: Donatella Versace

3min
pages 58-59

Quattro passi nell’Arte: la nuova scrittura

4min
pages 62-63

SPECIALE LIMANA

12min
pages 44-51

Celebri evasioni: da Papillon a Casanova

5min
pages 52-53

L’arte in controluce: Vittorio Zecchin

4min
pages 56-57

Conosciamo le malattie rare

8min
pages 39-41

Ucraina: la guerra nei volti dei bambini

4min
pages 36-38

Conosciamo il territorio: Villa Barbaro

3min
pages 34-35

Come eravamo: quando Cortina aveva un treno

4min
pages 32-33

Agordo: la buona sanità in cronaca

2min
pages 26-27

Genitori e figli: mamma ho paura

3min
page 23

Fatti & Misfatti: storia della censura

4min
pages 30-31

La cena del Signore

3min
pages 28-29

Le polemiche del 25 aprile

2min
pages 14-15

Ieri avvenne: Battaglione 101

3min
pages 18-19

Le regole per combattere il male

3min
page 7

Maria Romana De Gasperi

4min
pages 10-11
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.