Tra passato e presente di Franco Zadra
La nascita della censura e la libertà di stampa* T utti i sistemi politici dell’ultimo secolo hanno imposto delle limitazioni alla comunicazione pubblica e privata. Storicamente, il primo limite imposto è stato quello della censura militare a salvaguardia della sicurezza nazionale. Quello più famoso è il celeberrimo caso Dreyfus, con il sovrapporsi di diversi metodi di censura, fino anche a quella che oggi viene chiamata autocensura, cioè la scelta deliberata da parte degli organi di stampa di non divulgare una notizia conosciuta.
Dreyfus era un ufficiale dell’esercito francese alla fine dell’Ottocento, tra i pochi di origine ebraica riuscito a salire nelle gerarchie militari, accusato sulla base del ritrovamento di alcune 30
carte nel cestino del suo ufficio, di essersi proposto di vendere all’esercito tedesco dei segreti militari. Lo scandalo esplose violentissimo: Dreyfus fu accusato di essere una spia e un traditore del suo paese. Fu arrestato, processato, condannato alla deportazione nella Guaiana, una colonia penale in America Latina tra le più terribili della Francia di allora, malgrado le prove addotte non fossero affatto convincenti. I giornali francesi, scelsero di parlarne il meno possibile, di non occuparsi direttamente delle indagini, e di non presentare le prove che nel frattempo alcuni andavano raccogliendo sulla innocenza di Dreyfus. Poi arrivò la bomba! Prima le Figarò, poi Emile Zolà, pubblicarono delle violentissime accuse ai militari francesi di avere fabbricato le prove e di avere condannato un innocente. Dreyfus fu riportato in Francia, riprocessato, condannato soltanto a 10 anni, alcuni anni dopo gli fu concessa la grazia, e quando morì, la stampa francese ne parlò con un certo distacco e incertezza, mostrando di nutrire ancora dei dubbi sulla vicenda, con l’esito di
smussare il problema sollevato da Zolà e da altri intellettuali francesi, della libertà individuale di poter dimostrare la propria innocenza, la discussione sulla modalità di conduzione dei processi, e la legittimità di alcune sentenze. Un caso che portò per la prima volta l’intera Europa, ma anche gli Stati Uniti, a discutere su quali dovessero essere i limiti, i ruoli, e le funzioni della stampa. Il primo grande esperimento di censura fuori della Francia, ma che coinvolse anche questa, fu la Prima guerra mondiale, quando tutti i paesi europei hanno messo a punto dei sistemi di controllo sulla stampa. Limitazioni introdotte già con l’avvicinarsi della guerra, sempre più severe, alle notizie che potessero riguardare la sicurezza dello Stato, interpretata però in maniera molto più rigida che in passato. «Il nemico ti ascolta!» è il motto emblematico del pericolo percepito dagli stati che imponevano limitazioni alla stampa. Ma sui giornali non c’erano soltanto notizie di carattere strettamente militare. Vi erano anche notizie sul, cosiddetto, “spirito pubblico”.