Per vivere bene e in salute di Nicola Maschio
Salute: pericolo obesità, tra rischi concreti e stili di vita
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no stile di vita sano, equilibrato e senza eccessi è fondamentale. Uno strappo alla regola ogni tanto, va inteso, è concesso; tuttavia, quando mangiare male e senza freni diventa una scomoda abitudine, ecco che possono insorgere problemi legati al sovrappeso o all’obesità. Ma quali sono i numeri nel nostro Paese? E soprattutto, quali rischi corrono le persone che rientrano in questa particolare categoria? Partiamo innanzitutto da un dato non italiano, non europeo ma addirittura globale: l’obesità tra bambini e ragazzi, stima l’Organizzazione Mondiale della Sanità riguarda oltre 340 milioni di individui con età compresa tra 5 e 19 anni. I dati, aggiornati alla fine del 2019, vengono evidenziati con particolare enfasi
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dall’ISTAT, che prosegue: “Nei paesi dell’Ue, in media, è obeso quasi un bambino su otto tra i 7 e gli 8 anni. Cipro (20%), Italia (18%), Spagna (18%), Grecia e Malta (17%) mostrano i valori più elevati; Danimarca (5%), Norvegia (6%) e Irlanda (7%) quelli più bassi”. Insomma, nel nostro Paese la problematica è presente in modo decisamente importante. Ma l’Istituto di ricerca continua nell’analisi dei propri dati statistici: “Nel biennio 2017-2018, in Italia si stimano circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione di 3-17 anni (28,5% nel 20102011). Emergono forti differenze di genere con una più ampia diffusione tra i maschi (27,8% contro 22,4%). L’eccesso di peso tra i minori au-
menta significativamente passando da Nord a Sud (18,8% Nord-ovest, 22,5% Nord-est, 24,2% Centro, 29,9% Isole e 32,7% Sud). Le percentuali sono particolarmente elevate in Campania (35,4%), Calabria (33,8%), Sicilia (32,5%) e Molise (31,8%)”. Elemento particolarmente interessante riguarda dunque la diffusione dell’obesità nel nostro Paese: se infatti nell’area del Nord le percentuali tendono a restare mediamente attorno al 20%, sono ben dieci (o più) i punti percentuali in meno rispetto a quanto registrato in alcune zone del meridione, dove il culmine lo tocca sicuramente la regione campana. Ma cosa fare quindi per contrastare la crescita di questo fenomeno? Le strade sono diverse, ma alcune più sicure delle altre. In primis, il consumo di frutta e verdura che, come evidenziato ulteriormente dall’ISTAT, spesso è associato ad un più elevato grado di istruzione: “Anche con riferimento alle abitudini alimentari appare evidente l’influenza delle caratteristiche socioculturali dell’ambiente familiare: più elevato è il titolo di studio conseguito dai genitori più accurato è l’aspetto nutrizionale dei bambini in termini sia di consumo quotidiano di frutta e verdura e sia di adeguatezza nelle