Economia e industria di Cesare Scotoni
CRESCERE NEL GRANDE MEDITERRANEO
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a posizione di chi ha del capitale familiare è soggetta ad un contesto internazionale di notevole incertezza in parte legata alla distanza tra i partners dell’Alleanza Atlantica allargatasi dal 2009 in termine di visione e ricette a fronte della crisi “subprimes” ed alla divergenza seguita a quella in termini di politiche monetarie con il suo riflesso sui cambi. La Presidenza Trump, la sua fine e la vicenda Covid19 stanno rappresentando una fase di instabilità che modifica in modo assai profondo alcuni settori dell’Economia la stessa struttura della Catena del Valore con accelerazioni e decelerazioni impreviste nei tempi e negli esiti. Trasporti, Turismo, Mobilità ed Organizzazione del Lavoro e della Distribuzione sono i settori che nel breve hanno più risentito delle turbolenze mentre altre, ad esempio la meccanica con la “svolta elettrica” nella mobilità, ne avvertiranno più pesantemente gli effetti nel medio periodo. Perciò è comprensibile la scelta di molti è di investire su beni a minor volatilità e
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più legate al Patrimonio Immobiliare ed alla Produzione che ai Servizi, in attesa che le Catene del Valore trovino nuovi equilibri. Per le imprese più piccole, che vivono i riflessi domestici di perturbazioni di ben altre dimensioni, si porrà a breve un problema di posizionamento, stando le conseguenze delle scellerate scelte intervenute negli ultimi 15 mesi. Quel cambio già in atto sia sul lato della domanda che dell’offerta, per un 70% del tessuto economico nazionale si svilupperà quindi puntando a dei mercati noti per individuare delle nicchie che offrano sufficienti prospettive alle aziende che, se sono sopravvissute alle “chiusure governative”, troveranno sicuramente gli spazi lasciati vuoti da chi invece non ha resistito, ma anche una domanda segmentata in modo più netto da quel generale impoverimento che dovrebbe avere definitivamente archiviato le farneticazioni sulla Decrescita felice che hanno disgraziatamente imperversato nell’ultimo lustro. Certo lo strumento infor-
matico e la portabilità dei “supporti” incideranno in modo più significativo nell’acquisire e mantenere una clientela, ma il concetto di “Prodotto / Servizio” cambia profondamente e si integra maggiormente a fronte dell’esigenza di far fronte a players globali con approcci costruiti su una competitività costruita sulle tecnologie e del Confronto alternativo. La parte del tessuto produttivo nazionale più proiettata verso l’esterno che ha in parte vissuto un significativo cambiamento nel decennio precedente, vivrà invece una fase in cui le logistiche di Produzione e Distribuzione dovranno mutare in funzione di quella “ristrutturazione” delle relazioni in atto tra Potenze Globali (USA e Cina) e Potenze Regionali che vede ancora centrale il concetto di Grande Mediterraneo. L’Italia è comunque un partner europeo che può avvantaggiarsi dalla distanza tra le due sponde dell’Atlantico e dalla frattura intervenuta con la Brexit tra quell’asse franco – tedesco – (russo) eternamente in divenire e quel Regno Unito che