Valsugana News n. 6/2021 Luglio

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Storie di ieri di Mario Pacher

Le scuole in Valsugana

dal 1500

L

a prima scuola in Valsugana, di cui si ha notizia, risalirebbe al 1552 e sarebbe stata aperta a Borgo Valsugana dove per la sua gestione la comunità avrebbe speso ogni anno 90 lire. Nel 1580 anche Pergine ebbe la sua scuola, affidata al maestro Orazio Leporini originario di Thiene. Nel 1601 Borgo decise di chiamare da fuori un prete che provvedesse a “istruir i figliuoli nelle virtù e creanze et tener scuola pubblica”. Il 9 febbraio 1607 il comune concesse ad Antonio Terzi, definito “uomo di gran fama et dottrina”, il diritto esclusivo d’insegnare a Borgo dietro il compenso di 300 lire all’anno, nonché quelli che oggi chiameremo benefit che all’epoca consistevano nella casa e nella legna per scaldarsi, ma anche in una retta mensile che i genitori degli scolari dovevano corrispondere al maestro con queste modalità: “gli abbicidari e quelli che cominciano daranno al maestro ogni mese Gazzette 10; quelli che leggono e principiano a scrivere, 12; quelli di concordanze e che latinano per le passive regole fino agli impersonali, 30; quelli delle Epistole e altro studio, 45; quelli degli impersonali fino alle figure e che ascoltano lezioni, 40; quelli di aritmetica, 20”. Si trattava ovviamente di scuole riservate ai figli dei benestanti, benché gli amministratori locali si fossero mostrati molto lungimiranti introducendo anche la clausola che ai fanciulli poveri il maestro Terzi avrebbe dovuto insegnare gratis. Non sappiamo quanti effettivamente usufruirono di questa opportunità, ma a quei tempi l’istruzione doveva essere considerata davvero un op-

tional se ancora nel 1803 il perginese don Francesco Tecini scriveva: “Molti col pretesto che l’uomo di campagna e l’artigiano non ha da essere un letterato, si tengono all’opposto estremo e lo lasciano giacere nei pregiudizi e nell’ignoranza. Taluno tra costoro giustifica la sua pigrizia o la sua ignoranza col mettere in derisione come inutili le eccellenti scuole normali che già da molti anni per nostra vergogna sono in pieno fiore nei vicini paesi già austriaci fra’ quali esemplarmente si distingue la coltissima città di Rovereto”. Le scuole normali cui si fa riferimento sono quelle introdotte dal “Regolamento Scolastico” emanato dall’imperatrice Maria Teresa il 6 dicembre 1774 con il quale si stabiliva l’obbligatorietà dell’istruzione. In Trentino solo Rovereto si adeguò fin da subito, mentre per gli altri paesi passarono degli anni. A Borgo Valsugana l’11 agosto 1776 il Consiglio comunale approvò un decreto che ordinava di istituire una Scuola Capitale “onde impari a leggere e a scrivere e far di conto, secondo

il nuovo metodo di Roveredo”, chiedendo al Comune “di improntare due camere comode, larghe, lustre e fuori di strepito, fornite degli occorrenti sedili; e che esso Comune scelga per primo maestro un Sacerdote capace al quale verrà dato dall’Eccelsa Camera il salario”. Il primo maestro a Borgo fu don Giuseppe Fiorentini. Due anni dopo fu la volta di Pergine. Nelle “Memorie di Pergine”, infatti, l’archivista Pietro De Alessandrini racconta che nel 1788 “per ordine di Pietro Vigilio dei conti Thun s’istituirono le scuole Normali in questa borgata. Dovevano servire pei soli fanciulli maschi, e per provvedere in qualche modo alla mancanza dei fondi, si trovò conveniente di sottomettere anche le pie fondazioni e le confraternite in allora esistenti ad un’annua contribuzione, e di obbligare anche i capi di famiglia nonché i tutori, a concorrere mediante lo sborso di fiorini 1,36 per ogni scolare”. Fra le prime scuole in Valsugana c’era anche quella di Novaledo, di cui vi proponiamo una foto.

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