Musica, canto e amicizia in palcoscenico di Franco Zadra
TRIDENTUM , un coro da incorniciare «L
a passione per il canto e le emozioni che da essa scaturiscono, spesso danno vita ad amicizie profonde e durature nel tempo. Ed è proprio da un gruppo di amici di vecchia data, che in uno dei consueti incontri conviviali, è nato il desiderio di incontrarsi con più regolarità e impegno per coltivare la gioia di cantare insieme». Parole semplici, quelle di Danilo Vesco, presidente del coro Tridentum, capaci però di dire perfettamente l’essenziale del “miracolo” della nascita di una compagine corale, giovanissima, compirà il prossimo inverno il suo primo lustro, ma dal canto già
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maturo, forte dell’esperienza dei suoi coristi, gran parte dei quali provenienti da una lunga militanza canora in altri cori del Trentino, alcuni dei quali non hanno superato la dura prova della pandemia. «Tali sono stati fin dall’inizio – continua Vesco - l’entusiasmo e l’affiatamento, che in modo molto naturale e spontaneo il progetto musicale si è fatto via via più ambizioso, con l’aggiunta di nuove leve che hanno così allargato la compagine iniziale». Il gruppo composto inizialmente per lo più da valsuganotti, ha iniziato pia-
no piano a parlare anche “el solandro, el nones, el fiamaz, el giudicariese, el trentin de zità”, e da ultimo perfino il veneto, sotto la direzione artistica del Maestro Stefano Vaia, con l’ausilio