Valsugana News 6/2022 Luglio

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Il personaggio di ieri di Andrea Casna

CARLO CLEMENTI Un uomo per l’autonomia del Trentino

A

nche lui è personaggio poco conosciuto. Lui è Carlo Clementi nato a Lavis 15 gennaio 1799, da Giovanni Nicolò Clementi e Elisabetta Dall’acqua di Pescantina. Muore all’età di 51 anni il 25 giugno 1849 a Pergine per vaiolo. Si sposa con Carlotta Peterlungher dalla quale ha sette figli; di questi l’unica a sopravvivere sarà Carolina Luigia nata a Civezzano il 5 febbraio 1830. Ha due fratelli: Luigi e Giuseppe. Il primo combatterà al fianco di Giuseppe Mazzini, il secondo morirà nel 1855 nelle carceri di Mantova. Nel 1847 Carlo Clementi è giudice per i distretti di Pergine e di Civezzano. La sua vita e il suo operato si concentrano, principalmente, nel breve periodo rivoluzionario del 1848-49, per l’ottenimento di un Trentino (o Tirolo italiano) autonomo da Innsbruck. Il 19 maggio 1848, infatti, è fra i deputati che firmano un documento di Protesta, indirizzato alle autorità di Innsbruck, in cui i rappresentati del Tirolo italiano, forti del sostegno di 5.000 firme, si dimostrano contrari a partecipare alla Dieta: ai trentini spettavano 20 rappresentati e a quelli tedeschi 52. Lo svantaggio numerico per la classe dirigente trentina, infatti, non avrebbe garantito l’ottenimento delle loro richieste per la modernizzazione dell’apparato legislativo provinciale e dell’autonomia del Tirolo italiano. Fra aprile e maggio il Clementi pubblica sul giornale il «Messaggiere tirolese», due articoli dal titolo «Sulle relazioni del Tirolo Meridionale» (aprile 1848) e «Considerazioni sulla Costituzione Austriaca del 25 aprile 1848» (maggio 1848). Nel 1848 viene eletto, per il distretto di Civezzano, deputato alla Dieta Costituente di Vienna per ottenere il

distacco del Trentino dal Tirolo. Sono gli anni dei moti rivoluzionari che infiammano le principali capitali europee. Milano e Venezia insorgono contro il governo di Vienna: è la Prima guerra d’Indipendenza. A Trento, in questo contesto turbolento, tra proteste e rivolte, un gruppo di intellettuali inizia a operare per fare del Trentino una provincia autonoma di Innsbruck. Le motivazioni erano economiche e linguistiche. Ad avere un ruolo attivo in questo movimento, che durerà fino all’alba della Grande Guerra, troviamo anche Carlo Clementi. Lo storico Pietro Pedrotti, nel libro La deputazione trentina alle costituenti di Vienna e di Kremsier, pubblicato a Trento nel 1929, scrive quanto segue: «Carlo Clementi, cinquantenne, giudice a Pergine, di grande ingegno e di profonda dottrina, rappresentava a Vienna l’ala destra del piccolo gruppo parlamentare trentino. Franco, leale e di sincera fede patriottica, per quanto d’accordo coi colleghi nel propugnare il distacco del Trentino dal nesso provinciale, presagio forse dei successivi sviluppi della lotta così animosamente ingaggiata, avrebbe ritenuto consigliabile nel tempo stesso in cui si chiedeva la separazione, di non respingere a priori una autonomia anche meno ampia, qualora essa -come sperava- fosse meno osteggiata. Quando però egli s’accorse che questa sua aspirazione politica transigente era in contrasto coll’opinione generale del suo paese, seppe con profondo senso di disciplina abbandonarla, e sostenere con ogni energia i colleghi nell’aspra lotta iniziata. Non parlò molto nell’Assemblea, ma fu membro apprezzato in commissioni ed uffici: il suo nome è

legato a quel memoriale -frutto di due mesi di lavoro e che fu di tanto aiuto all’intera deputazione- in cui, sulla base di dati statistici, etnografici, storici e economici, si dimostrava la necessità del distacco; prova questa, anche di fronte ai critici oltremontani, del suo illuminato patriottismo». Nel 1862, all’indomani dell’Unità d’Italia il deputato Pietro Bernardelli, ricorda l’operato dell’amico e collega Clementi in un articolo dal titolo Due lettere di Carlo Clementi. Riportiamo qui di seguito quanto scrive il Bernardelli: «Nella questione di separazione, che si agita nel nostro paese italiano, è stato mosso innanzi, dai pubblicisti avversantisi, un nome illustre, quello di Carlo Clementi, giudice, e nel 1848 deputato al parlamento di Vienna. Chi ebbe la ventura di conoscere questo egregio cittadino, e di essergli amico, non poteva non essere indignato, nel vedere, come lo spirito di parte ardisse di snaturare un carattere sì intemerato, per farlo servire ai propri disegni...»

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