Eurocarni 2-2022

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SLALOM

Dai riconoscimenti all’Italia alle ricette per il carovita di Cosimo Sorrentino

I

talia Paese dell’anno: è la definizione data dal settimanale britannico ECONOMIST, che ha anche voluto stilare una classifica dove il nostro Paese risulta primo “per la sua politica” e che lo ha visto migliorato nel corso del 2021. Detto settimanale non è mai stato tenero col nostro Paese, a volte oggetto persino di scherno, ma stavolta si è verificato… il miracolo! Va però precisato che il merito che si è guadagnato l’Italia viene ascritto in modo significativo al nostro presidente del Consiglio, definito “un premier competente e rispettato a livello internazionale”, che ha sostenuto un piano di riforme importanti e ha portato il tasso di vaccinazione contro il Covid in Italia tra i più alti d’Europa. Inoltre, dopo un 2020 difficile, l’economia italiana si sta riprendendo più rapidamente di quelle di Francia e Germania. Ad onor di verità, l’autorevole setti-

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manale non manca di sottolineare che avanza “un pericolo che questo inusuale buon governo possa essere reversibile”, adombrando difficoltà che possono essere collegate alle vicende parlamentari attualmente dibattute. Pur tra opinioni diverse, l’entusiasmo dell’ECONOMIST viene condiviso dal connazionale FINANCIAL TIMES, che aveva però messo in guardia, poco tempo fa, sul rischio di instabilità che potrebbe compiersi nel nostro Paese, con alcune modifiche istituzionali che si stanno facendo largo negli ultimi tempi. I complimenti delle due citate importanti fonti giornalistiche hanno trovato condivisione nel Fondo Monetario Internazionale, la cui direttrice, KRISTALINA GEORGIEVA, in occasione dell’ufficializzazione della manovra di bilancio, approvata, peraltro, nei termini del 31 dicembre scorso, ha dichiarato:

“congratulazioni all’Italia per questo livello di forte crescita”, riconoscendo così gli indubbi meriti che si è conquistato il nostro Paese. La ripresa dell’economia, dopo la lunga depressione causata dal Covid, è infatti ovunque sostanziosa, e, almeno per ora, è assai più forte in Italia che negli altri Paesi, ma, come abbiamo avuto modo di sottolineare anche nei precedenti numeri di questa RIVISTA, altrettanto forte è, quasi in tutto il mondo, il processo inflazionistico, che, per ora, fa una temporanea eccezione in Cina e in Giappone. E infatti l’inflazione, secondo quanto viene riferito dalla Banca d’Italia, salirà dell’1,9% alla fine del 2021, mentre si attesterà, nel 2022, sul 2,8%, spinta ancora dal rincaro dei beni energetici (che si dovrebbe esaurire solo verso la fine del 2022). La stessa istituzione conferma una crescita del PIL al 6,2% per il 2021 ma ridimensiona

Eurocarni, 2/22


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