Eurocarni 2-2022

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La campagna di marketing della neozelandese ANZCO Foods, mirata nella città metropolitana di Pechino ed incentrata attorno al marchio Taste Pure Nature, ha avuto un grande successo triplicando le vendite ed avvicinando nuovi consumatori della capitale cinese (photo © beeflambnz.com). quotazione dei tagli principali da capi al pascolo è pari al +100%, +120% di quello degli animali negli allevamenti intensivi. Già nel 2021 è salita la quota di carni ottenute da animali allevati al pascolo sul totale delle carni esportate, in particolar modo dagli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda. La campagna di marketing della neozelandese ANZCO FOODS, mirata nella città metropolitana di Pechino ed incentrata attorno al marchio Taste Pure Nature (“gusta la pura natura”), ha avuto un grande successo triplicando le vendite ed avvicinando nuovi consumatori della capitale cinese; secondo RICK WALKER, direttore generale di ANZCO, la campagna permetterà di consolidare il mercato cinese negli anni a venire tanto che nel 2022 è stata programmata una analoga campagna promozionale. In Australia nel biennio 20202021 gli investimenti nel settore dei

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bovini al pascolo, che includono fondi statali e spese per ricerca e sviluppo, sono ammontati a 62,6 milioni di dollari australiani. Il mercato è previsto in crescita a livello mondiale nonostante gli aspetti ambientali della produzione siano destinati a pesare sempre di più nelle scelte di acquisto; “nonostante” proprio perché l’impatto ecologico dell’allevamento brado da studi più o meno recenti emerge essere superiore a quello dell’allevamento intensivo, per consumo di terreno e di acqua (servono una maggiore superficie e un volume superiore di acqua per ottenere un chilogrammo di carne) e per emissioni di gas ad effetto serra3; tuttavia, si può obiettare che in molte aree del pianeta il prato permanente non ha verosimilmente alternative — pensiamo alle aree montane, anche delle nostre Alpi ed Appennini, oppure ad aree semi-aride come praterie, steppe,

brughiere dove è difficile per condizioni pedo-climatiche pensare di trasformare i pascoli in arativi (per carenza di acqua, salinità dei suoli, difficoltà di lavorazione, scarse rese retraibili, ecc…) — e pertanto il pascolo dei ruminanti costituisce una valorizzazione e al tempo stesso una modalità di mantenimento delle risorse naturali e del paesaggio. Gli standard di riferimento nel mondo e in Italia Oltre alla certificazione da allevamento biologico, che però non prevede necessariamente l’alimentazione prevalente sul prato, si moltiplicano in tutto il mondo gli standard che permettono ai produttori di fregiarsi del marchio “da animale al pascolo”. Negli Stati Uniti ad esempio c’è la American Grassfed Association4, che copre non solamente i bovini ma anche altre specie da reddito; in Irlanda l’ente di promozione alimentare naziona-

Eurocarni, 2/22


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