Capitolo 3 – Universi simbolici
3.1
IL LINGUAGGIO SIMBOLICO E IL SIMBOLO
IL LINGUAGGIO SIMBOLICO NELLO SCAUTISMO Il linguaggio simbolico è connaturato allo scautismo ed è sempre stato sorretto dalla considerazione dell’esistenza di un rapporto interno al simbolo: rapporto fra realtà concreta (il “qualcosa”, quell’oggetto, quell’elemento o quel gesto) e contenuto (il “qualcos’altro” che si vuole esprimere) che cambia con l’accrescere dell’età e delle esperienze. Il simbolo va oltre il senso oggettivo, percepibile e immediato; rimanda ad emozioni, sensazioni, immagini, a uno o più elementi diversi dal simbolo e per i quali annuncia un significato. Non può essere spiegato o descritto (non dobbiamo quindi accertarci che sia stato capito), ma può essere compreso solo se vissuto in prima persona e ricondotto alla propria esperienza di vita. Può essere qualcosa di visibile, di immediata percezione come un oggetto o la sua immagine, o qualcosa di più inconsistente come un profumo, un suono, una parola, un qualsiasi elemento percepito dai cinque sensi; può essere un gesto o un insieme di gesti; può persino essere un’attività. Nel bambino l’esperienza concreta (ad esempio, quel pezzo di stoffa arrotolata che chiamiamo fazzolettone o la chiamata al cerchio) sostiene interamente il contenuto (l’appartenenza al gruppo o la
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art. 19