HANDMADE - VOL.9 - THE MAGAZINE OF WATCHMAKING EXCELLENCE

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HANDMADE EDITORE

TRIMESTRALE NR. 09 30 MARZO 2022

IT € 15,00


CAPITOLO 2

Swiss Artistic creativity, technical mastery.

Rivenditori: Verga 1947, Via Mazzini, Piazza Duomo, 20123 Milano Gioielleria Ugo Piccini, Via Por Santa Maria, 9/11 R, 50100 Firenze Trucchi Napoli, Via S. Caterina, 74/75, 80121 Napoli Restivo Gioiellerie Catania, Corso Italia, 268, 95129 Catania Montres & Bijoux, Piazza Raffaele de Ferrari, 3 R, 16121 Genova Les Ambassadeurs, Rue du Rhône 62 1204 Genève www.geraldcharles.com contact@geraldcharles.com +41 916820242 128


EMOZIONI

Maestro GC3.0 Chronograph Ref. GC3.0–A-02 129


CAPITOLO 2

Swiss Artistic creativity, technical mastery.

Rivenditori: Verga 1947, Via Mazzini, Piazza Duomo, 20123 Milano Gioielleria Ugo Piccini, Via Por Santa Maria, 9/11 R, 50100 Firenze Trucchi Napoli, Via S. Caterina, 74/75, 80121 Napoli Restivo Gioiellerie Catania, Corso Italia, 268, 95129 Catania Montres & Bijoux, Piazza Raffaele de Ferrari, 3 R, 16121 Genova Les Ambassadeurs, Rue du Rhône 62 1204 Genève www.geraldcharles.com contact@geraldcharles.com +41 916820242 128





Tangente neomatik 39 grigio platino: l'icona NOMOS dall'elegante movimento automatico. Il quadrante placcato in rodio sottolinea la statura di quest’orologio: raramente la sobrietà è stata abbinata con un tale spessore e carattere. Il calibro neomatik DUW 3001 con Swing-System NOMOS è un sottile movimento che coniuga perfettamente l'artigianato orologiaio di Glashütte con la tecnologia odierna. Tangente neomatik grigio platino è anche disponibile con cassa da 35 millimetri. Potete trovare entrambi gli orologi nei migliori negozi, e anche qui: Ancona: Ibis; Asolo: Rosso; Bari: Mario Mossa; Battipaglia: Casella; Bergamo: Torelli; Biella:


Boglietti; Bologna: Natale Fontana; Bolzano: Oberkofler; Brunico: Gasser; Chiavari: Lucchetti; Cremona: Torelli; Firenze: Tomasini Francia; Flero: iGussago; Follonica: Perpetual; Gradisca d’Isonzo: La Gioielleria; Lecce: Mario Mossa; Mestre: Callegaro; Milano: GMT; Roma: Bedetti, Grande; Rovato: Baggio; Salerno: Ferrara; San Benedetto del Tronto: Rossetti; San Giovanni Valdarno: Horae; Saronno: Angelini; Seregno: Angelini; Siena: The Watch Gallery; Siracusa: Zimmitti; Spoleto: Tomasini Francia; Taranto: Ripa; Terni: Tomasini Francia; Treviglio: Torelli; Trieste: Bastiani; Vercelli: Biondi; Verona: Concato, Saylon e qui: nomos-glashuette.com



instagram.com/zannettisrl pinterest.com/ZannettiWatch facebook.com/zannettiwatches


«Gli errori siamo noi e quando abbiamo finito di sbagliare finisce la vita, che è solo un brandello di tempo, fatto di momenti di Trascurabile Felicità» Pierfrancesco Diliberto


Red Ball HANDMADE 9



INCIPIT

PREFAZIONE: NOTA PER IL LETTORE

ALLE VOLTE, SCHERZANDO , mi sono detto “oggi ci mettiamo il naso rosso da clown e andiamo ad interpretare il nostro piccolo spettacolo”. Già, perché in fondo il mondo delle lancette, come quello dei motori, del food, della moda, è fatto principalmente di apparenza, di gioco, di divertimento, di edonismo più o meno sano.

Negli anni tutti noi, giornalisti, operatori del settore, designer, creativi, abbiamo interpretato con grande serietà il nostro ruolo, raccontando con interesse e coinvolgimento il lavoro e l’impegno di tutte quelle persone che hanno reso sempre più belli, intriganti, desiderati quei dinosauri della meccanica che chiamiamo orologi da polso. Oggi, mentre scriviamo, stanno succedendo nel mondo, accanto a noi, cose non belle, anzi terribili. Il nostro compito è quello di capire, aiutare, ma anche di andare avanti. Non perché lo spettacolo deve comunque continuare, ma perché è semplicemente il nostro lavoro e quello di tanti accanto a noi. Lo faremo con serietà e con impegno, senza fare finta di non vedere quello che ci accade a pochi chilometri di distanza. Lo faremo perché fermarci creerebbe solamente un ulteriore danno dopo tutto quello che abbiamo sofferto negli ultimi due anni. Ma rimaniamo attenti, concentrati, proattivi, e la palla rossa la metteremo sul naso, non davanti agli occhi. I SOMETIMES TELL MYSELF just for fun, “Today I’m putting on my clown’s big red rubber nose and get our little show on the road”. Because after all, the watchmaking world, like the cars’, the food’s and the fashion’s one, is primarily made of appearance, play, entertainment, and a more or less sane hedonism.

Over the years, journalists, insiders, designers, creatives, we have all played with great professionalism our role.We described with great passion and interest the work and the devotion of all those people who contributed in making these mechanical giants - that we call wristwatches - more beautiful, captivating and coveted. Today, as we write, terrible events just happen around us. Our task is to understand, to help, but also to move on. Not just because the show must go on, but simply because it is our work and that of many others. And, we will do it with integrity and commitment, without pretending we do not know what is happening right close to us.We will do it, because if we were to stop we would cause only further damage, especially after all that we have suffered in these past two years. Nevertheless, we must stay aware, focused and proactive. The clown’s RED BALL will always be there. But we will put it on our noses and not wear it to cover our eyes.

Paolo Gobbi

Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto, in una smorfia il singhiozzo e il dolor, ah! Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto. Ridi del duol che t’avvelena il cor. (Ruggero Leoncavallo, Pagliacci - Atto I)

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CONTENTS

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INTRODUZIONE HANDMADE selection

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RAFFAELE TOVAZZI Podcaste e matematica esistenziale

36 38

BAUME & MERCIER / COVER STORY 01

Il linguaggio delle lancette

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BAUME & MERCIER / COVER STORY 02 La quinta generazione dell’icona Riviera

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OMEGA Elisir di lunga vita

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AUDEMARS PIGUET 50 anni di gloria

60 66 68 70

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CAPITOLO 1

Idee

ROLEX

1957: L’anno del Lady-Datejust

PATEK PHILIPPE L’importanza di scegliere i partner PATEK PHILIPPE / BARTORELLI 1882

Condividere la stessa passione

PATEK PHILIPPE / HAUSMANN & CO Il multiforme tempo di Roma



CONTENTS

72 74 76

PATEK PHILIPPE / PISA OROLOGERIA

La storia nelle sue mani

PATEK PHILIPPE / VERGA 1947

A Milano i fratelli ribelli CHANEL

Rosso da indossare

82

GUCCI L’evoluzione nel segno dell’alta orologeria

86

IWC La ceramica high-tech

92 96 104

MONTBLANC

Il subacqueo nato in montagna

ZANNETTI

Impariamo a rubare il nostro tempo

BULGARI

Come dare forma alle emozioni

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BONHAMS Antagonisti per passione

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ULYSSE NARDIN La manifattura della libertà

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EBERHARD & CO.

Il giusto equilibrio tra tecnica ed estetica

EVERYTIME, EVERYWHERE

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www.handmade-mag.com


baume-et-mercier.com baume-et-mercier.com

Riviera 42mm RivieraAutomatico, Automatico, 42mm


CONTENTS

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CAPITOLO 2

Emozioni

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FINE JEWELRY Laundry time

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WATCH PASSION Trusted Dealers Association

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RUBEUS

Una scommessa vinta

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FORTELA Creati per resistere alle mode e al tempo

154

WHISKY Dalla Scozia a Milano senza compromessi

158 160

ESSENZE

Frustrazione amica

POESIA

Sulle Rose

®

DIRETTORE RESPONSABILE

Paolo Gobbi ppgobbi@handmade-editore.com HANNO COLLABORATO:

Lara Mazza, Naomi Ornstein Massimiliano Cox, Giovanni Titti Bartoli Alessandro Fanciulli, Giulia Nekorkina Mauro Girasole, Claudia Gobbi Manlio Giustiniani, Marco Valerio Del Grosso, Manuel Maggioli, Andrea Foffi Matteo Zaccagnino, Bibiana La Rovere

Mauro Girasole mauro.girasole@handmade-editore.com Tel. + 39 333 8681656 SERVIZIO MODA

Gaia Giovetti Lucio Convertini, Costanza Maglio

DISTRIBUZIONE

Press-di S.r.l. - Via Mondadori, 1 Segrate (Milano) 20090 HANDMADE® è un marchio registrato Registrazione del Tribunale di Roma n. 146/2019 del 07.11.2019

SEGRETERIA

Abigail Canta info@handmade-editore.com ARRETRATI E ABBONAMENTI:

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE

Gianpiero Bertea

tel. +39 06 8777 3314 info@handmade-editore.com

ILLUSTRAZIONI

STAMPA

Domenico Condello

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MANAGING DIRECTOR

Color Art Spa - Via Industriale, 24/26 25050 Rodengo Saiano BS

HANDMADE EDITORE srl

ad Ferdinando Zannetti Largo Fontanella Borghese 23 00186 ROMA - Nr. REA: RM - 1590900 info@handmade-editore.com www.handmade-mag.com

L’etichetta FSC garantisce che la carta utilizzata proviene da una foresta e da una filiera di approvvigionamento gestita in modo responsabile. La carta utilizzata da Handmade: copertina: Arena White Smooth interno: Magno Natural Sappi


Boutique Hausmann & Co. | Watches and Jewelry Via del Babuino, 63


INTRODUZIONE

MEROL A GLOVES

LA PASSIONE AL POLSO WATCH GLOVES “Le cose belle non sono più belle come erano belle le cose belle tanto tempo fa”. A volte, si sa, le cose migliori nascono da incontri casuali: qui ne descriviamo uno, e cosa ha prodotto. Stefano Merola, titolare della Merola Gloves, storica fabbrica di guanti napoletana attiva dal 1885, e Alberto Rinaudo, uno dei soci della Time Team di Roma, negozio di orologi vintage ormai sul mercato da quasi 25 anni, si incontrano davvero casualmente e, in questo periodo di difficile interpretazione e pieno di incertezze, parlano delle loro rispettive attività. C’è una idea di Alberto che, da motociclista, vorrebbe avere la possibilità di leggere l’ora facilmente guidando: e poi c’è Stefano che, con la maestria di chi fa guanti da sempre, apprezza l’idea e si offre di realizzarla. Nasce così il primo “Watch Gloves”, un guanto da orologio interamente fatto a mano con una “vaschetta” ,così si dice in guanteria, che permette di vedere l’ora sul proprio orologio senza doversi levare i guanti. Il gioco di parole è veramente facile: handmade, ma anche made for

hands. Un’apertura tonda incastona, nel vero senso della parola, l’orologio all’interno di un guanto di cervo, con morbidi interni in cachemire. A dire il vero abbiamo visto e provato, con gusto, un oggetto ideato per chi va in moto ma utilizzabile in ogni altra occasione in cui si vuole eleganza, mani calde e il proprio orologio a vista. Il “guanto da orologio” risulta, alla fine, una alchimia, un piacere della vita che fa sorridere come novità e look estetico. E rende più giovane e attuale un caposaldo della mode e della artigianalità italiana. I guanti da orologio possono essere visionati e ordinati presso il negozio Time Team a Roma, tutto, come si suol dire, bespoke: si possono infatti selezionare vari colori della pelle, delle cuciture e della fodera, oltre ovviamente la misura e la possibilità di avere l’apertura sul guanto sinistro come su quello destro, in base a dove si porta l’orologio. Una idea nuova, per appassionati di orologi e di moda, da indossare nei giorni freddi dell’inverno (e chissà che non arrivi anche una versione estiva).

I guanti Merola Gloves sono in vendita da Time Team, Largo Toniolo 17 - Roma www.timeteamroma.it

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CAPITOLO 5

POESIA

Sulle Rose di Bibiana La Rovere

Eppure avrei potuto spaccarmi e dire di essere intera in un’armonia perfetta dire di essere me senza più sentire il vento attraversarmi i capelli. Sulle rose avrei potuto tutto osare senza dire niente. Null’altro che appartenesse al mondo solo ad una metà del cielo dire di me di un vile presagio. Io vidi nel tempo una bambina agile e fiera il primo respiro in un divino furore recare il suo paesaggio interiore il mio sentire farsi vicino Dio innesto di quel che sono costola del mio divenire. Il cuore somigliante ad un vuoto al petto consacrare la pelle e dire la vita per patto di appartenenza seppure la gioia sia una risoluzione radicata rinsalda ogni ora all’obbedienza di quei primi giorni in cui vidi per la prima volta il mare e il suo farsi bianco. Quando si nasce e si rinasce si desta la voce di Dio che porta con sé tutte le voci e tutto trema insieme di nuovo con la memoria del tempo e dello spazio versando sole e pioggia c’è chi annuncia cieli che seguiranno. Ho avuto una carezza in sogno come se il peso del mondo fosse a me destinato e il verso di ogni animale contenesse il lascito dei miei antenati. Il leone è il mio trisnonno Liborio che da lui provengo nell’asse che mi unisce al punto eterno. Mi abita il suo mistero anima nuda e tenace come un canto in me racconta la sua maestria la destrezza e il suo slancio per ogni vita riavuta al cospetto di un sogno eterno. Ove tutto si fa abbraccio all’improvviso e poi tutto arretra io lì di lui incarno la luce vivida dei suoi occhi germinanti amore il suo vivere d’impeto e passione nell’attitudine sacra e naturale di respirare. E tutto di me emerge altrove che rido e volo come una libellula della fibra che mi nutre della soglia di dolore che riesco a sopportare. Come si posa il mio sguardo sulle cose nell’ intimità della parola che s’apre senza disperdere nulla così aderisco alla vita e ai miei avi che la sostengono incessantemente. Senza più nulla custodire di quel che mi separa la clausola di destino racchiusa nel sole mi abita appena. L’impenetrabile mistero richiede risonanza ad ogni mio pudore per ogni mia cellula fluorescente che disperdo ad ogni battito di ciglia. La particella divina che io credo mi sopravviverà continuerà nel bacio impermeabile alla notte in quell’aria schiusa al suo albeggiare.

Bibiana La Rovere Artista Poeta Performer

Si occupa di scrittura e cultura della comunicazione. Con il Concept Design unisce comunicazione, scrittura e arte per realizzare progetti innovativi di brand identity per l’impresa, con eventi editoriali e allestimenti interdisciplinari, in un processo di narrazione multisensoriale, che va dall’arte al design, dalla fotografia alla scrittura, al sound design, comunicando, attraverso il marchio, la brand identity, l’identità imprenditoriale. www.bibianalarovere.it

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INTRODUZIONE

HY T

READY FOR TAKE-OFF HASTROID Simbolo di una nuova era per HYT, che ora vede Davide Cerrato come CEO e Direttore Creativo, l’Hastroid è stato progettato e concepito per soddisfare le aspettative degli appassionati più esigenti. La sua cassa di 48 mm di diametro, con una lunghezza totale di 52,3 mm e uno spessore di 13,3 mm, è modellata con i materiali più moderni o contemporanei di alta qualità: titanio, titanio e carbonio o un’innovativa lega di bronzo stabilizzato e carbonio, un punto di contatto tra i tempi antichi e le aspirazioni del futuro. Realizzata su misura per nuove avventure, la cassa centrale multistrato presenta sottili trafori, mentre il metodo di costruzione a sandwich dell’orologio nel suo complesso, impermeabile

fino a 50 metri, con una cassa centrale protettiva in titanio per il movimento. Come una cabina di pilotaggio, l’orologio è sormontato da un vetro zaffiro bombato che offre una visione in gran parte libera del quadrante generale. Il fulcro del meccanismo meca-fluidico rimane, ovviamente, il sistema fluido, con due serbatoi centrali “a soffietto”, il cui design, unico per le creazioni HYT, rafforza il carattere e la sensazione di potenza e il capillare che circonda il quadrante. Il fluido colorato svolge la funzione di indicare le ore retrograde. I componenti del movimento meccanico a carica manuale si rivelano sottilmente attraverso la lavorazione traforata sul retro del quadrante o della piastra.

HYT Rue Prébarreau 17 - 2000 Neuchâtel - Tel +41 32 552 55 58 - www.hytwatches.com

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INTRODUZIONE

JAEGER-LECOULTRE

IL TEMPO UNIVERSALE THE STELLAR ODYSSEY Con la creazione del Calibro 948, Jaeger-LeCoultre unisce per la prima volta una complicazione con i fusi orari del mondo al tourbillon volante. Il Tourbillon Universal Time, inoltre, effettua un giro completo del quadrante in 24 ore – la durata media di un giorno solare. Straordinaria espressione della maestria tecnica di Jaeger-LeCoultre, il Calibro automatico è progettato, sviluppato e fabbricato interamente presso la Manifattura. Oltre ad essere un prodigio tecnico, con la sua nuova estetica la complicazione con i fusi orari del mondo illustra la creatività artistica della Grande Maison e la sua abilità nell’arte della decorazione. Il tempo del mondo su un quadrante Alludendo sottilmente alla complessità della misurazione del tempo e alla profondità di questo concetto, il quadrante è composto da più parti. Al centro, in linea con la tradizione dei segnatempo

con indicazione dei fusi orari, c’è una mappa del mondo visto dal Polo Nord. A differenza della classica immagine appiattita, qui la mappa è sospesa al di sopra del quadrante mediante una scheletratura a cupola formata dalle longitudini e dalle latitudini dell’emisfero settentrionale. In questa mappa creata dai maestri artigiani dell’Atelier des Métiers Rares® (Mestieri Rari™), il contorno dei continenti è intarsiato in una lamina d’oro bianco e decorato con smaltatura champlevé, mentre i dettagli paesaggistici dipinti in miniatura aggiungono un tocco raffinato. Sotto la cupola, sul quadrante, un disco in lacca traslucida blu vivo applicato su un motivo guilloché ondulato evoca gli oceani e suggerisce il movimento delle acque e l’influenza della Luna sulle maree. Su un lato della mappa, in un’apertura circolare, il tourbillon volante sembra fluttuare leggero sopra il blu degli oceani, effettuando una rotazione in 60 secondi.

Il Master Grande Tradition Calibro 948 testimonia l’impegno di Jaeger-LeCoultre nel mantenere quel sottile equilibrio fra un appassionato spirito innovativo e un profondo rispetto per la tradizione.

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SUGGESTIONS

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INTRODUZIONE

PAOLO MARICONTI

CIBO E DNA NUTRACEUTICA É ormai evidente che alcuni alimenti svolgono un ruolo rilevante nel proteggere la salute e nel rallentare il processo di aging. La nutrigenomica studia come il cibo interagisce con il DNA e la nutraceutica verifica gli effetti sulla salute di estratti di piante, sostanze organiche, minerali e microrganismi. Le sostanze nutraceutiche si possono dunque assumere semplicemente attraverso l’alimentazione, ma è spesso utile ricorrere a integratori che aumentano la concentrazione di nutrienti specifici. La Curcuma o Zafferano delle Indie agisce come agente antiossidante e regola la risposta infiammatoria. Ha un’azione disintossicante e contrasta gli effetti negativi di una dieta ricca di grassi. Deve essere assunta con altre spezie, generalmente il pepe nero, perché l’assorbimento sia garantito. Anche alla Boswellia, in grado di contrastare l’ invecchiamento cerebrale, e allo Zenzero vengono attribuite proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, mentre l’Uncaria tomentosa o Unghia di gatto, è particolarmente utile per i dolori osteoarticolari e muscolari. La Withania somnifera, nota anche come Ashwagandha, appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa del pomodoro, della melanzana, del tabacco e della patata. È utilizzata sin dall’antichità come tonico e

sedativo. Spesso vengono citate anche le qualità nutrizionali dei frutti tropicali. La Papaya, esprime tutte le sue proprietà dopo un particolare processo di fermentazione. É un potente antiossidante, sostiene il sistema immunitario e favorisce la digestione e, grazie al contenuto in vitamine e sali minerali, è un tonico naturale con proprietà drenanti. Ma anche le spezie più comuni offrono importanti effetti benefici. Le proprietà del Rosmarino sono dovute ai principi attivi a cui si deve anche l’intenso profumo. Esercita un’efficace azione stimolante, utile nei momenti di affaticamento fisico e mentale. L’Origano è utilizzato come infuso per i disturbi digestivi e i dolori articolari, mente il suo olio essenziale è utilizzato nell’aromaterapia. La Cannella vanta una storia millenaria. È un buon antinfiammatorio e ha un potere antiossidante tra i più elevati. Negli ultimi anni la scienza ha ulteriormente confermato quanto i nutrienti proteggano la salute e contrastino l’invecchiamento. Da sempre in Oriente gli alimenti vengono utilizzati per favorire il benessere, ma già nel V secolo a.C. Confucio ammoniva: «Tutti gli uomini si nutrono, ma pochi sanno distinguere i sapori». Ancora oggi è più che mai fondamentale fare uso consapevole della propria alimentazione.

Paolo Mariconti, anestesista e farmacologo - esperto in medicina del dolore e dell’aging.

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INTRODUZIONE

CYRUS GENÈVE

IL TOURBILLON VERTICALE KLEPCYS SAPPHIRE Fondata nel 2010, Cyrus Genève ha compiuto 10 anni nel 2020. Per celebrare questo importante traguardo, la Manifattura svizzera ha creato una serie limitata di 10 pezzi. A causa dell’attuale pandemia globale, come è successo anche per i Giochi Olimpici di Tokyo, la Maison presenta il nuovo Klepcys Vertical Skeleton Tourbillon Sapphire un anno più tardi. Progettato dal maestro orologiaio Jean-François Mojon, geniale mente creativa di tutte le creazioni Cyrus, la prima edizione del Klepcys Vertical Tourbillon, animata da un movimento a carica manuale straordinariamente innovativo, è stata lanciata nel 2018. La gabbia del tourbillon, posta per la prima volta al centro del quadrante, è posizionata su un asse verticale inclinata ad un angolo di 90°. Studi accurati del team tecnico di Cyrus hanno rivelato che questo angolo assicura che la gabbia del tourbillon si trovi quasi sempre in

posizione verticale quando è al polso, ottimizzando così le sue prestazioni in termini di precisione. Per esaltare ulteriormente la bellezza di questo sorprendente meccanismo, Cyrus Genève sceglie per il quadrante un’esclusiva architettura traforata 3-D e adotta, per la prima volta nella sua storia, una cassa in vetro zaffiro. La sua trasparenza consente una visione completa del movimento da tutte le angolazioni e lascia agli appassionati il piacere di poterne apprezzare tutti i suoi straordinari dettagli. Composta da un totale di 29 parti (i componenti in vetro zaffiro sono il corpo cassa con le anse, la lunetta, l’anello del fondello e i due vetri zaffiro sul quadrante e sul retro) il design della cassa di 44 mm di diametro, escluse le doppie corone funzionali realizzate in oro rosa 18K 4N, è stato ridisegnato per nascondere al massimo gli elementi di fissaggio, viti ed elementi in acciaio.

Il “cuore pulsante” del Klepcys Vertical Skeleton Tourbillon Sapphire (realizzato in 10 esemplari) è visibile anche dal fondello. Questo rivela la magistrale finitura eseguita dai qualificati maestri artigiani di CYRUS Genève.

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SUGGESTIONS

La trasparenza della cassa contribuisce a mettere in evidenza l’arco in oro rosa 18K 4N, ispirato al ponte autoportante di Leonardo da Vinci, che divide simmetricamente le indicazioni delle ore e dei minuti.

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INTRODUZIONE

VAN CLEEF & ARPELS

WATCHMAKING DREAMS HEURES FLORALES CERISIER Per rendere omaggio alla natura che l’ha affascinata sin dal 1906, la Maison ha tratto ispirazione dal concetto di orologio floreale (Horologium Florae), sviluppato da Carl Von Linné, nel suo libro del 1751 Philosophia Botanica. In esso, il botanico svedese evoca un’ipotetica pianta del giardino composta da un’ampia varietà di piante, i cui fiori si aprono e si chiudono in determinati momenti della giornata per indicare l’ora. Van Cleef & Arpels ha ripreso questo principio per dare vita a due nuovissime creazioni: gli orologi Lady Arpels Heures Florales e Lady Arpels Heures Florales Cerisier. Il loro quadrante tridimensionale offre una resa poetica del passare del tempo, grazie all’apertura e alla chiusura di 12 corolle. Raccontare l’ora diventa uno spettacolo, mentre i fiori sbocciano e si chiudono, rinnovando lo scenario del quadrante ogni 60 minuti. «Il progetto Heures Florales - ha detto Nicolas Bos, Presidente e CEO di Van Cleef & Arpels - è nato dall’incontro tra un grandissimo botanico e un orologiaio piuttosto insolito. Il primo, Carl von Linné (noto soprattutto per la classificazione delle specie animali e vegetali)

ebbe un’idea altamente poetica: un giardino che sarebbe stato un orologio. Il secondo, Van Cleef & Arpels, è il caratteristico orologiaio che si è interessato al meraviglioso concetto di orologio di Linné, al confine tra arte e scienza.» Per dare vita al quadrante, vengono messi in movimento fino a 166 elementi, grazie a un modulo interamente sviluppato dagli artigiani dei Laboratori di Orologeria della Maison a Ginevra. Ciascuno dei petali di questo giardino è articolato e collegato al meccanismo dell’orologio, che richiede un intricato assemblaggio. La sfida tecnica di combinare così tanti elementi è completata da quella di garantire un processo di apertura dei fiori con tre diverse sequenze. Con ogni ora che passa, i fiori aperti si chiudono per far posto a una nuova combinazione. Il giorno successivo, la sequenza dei bouquet che si succedono di ora in ora sarà diversa. L’occhio è intrattenuto da nuove sorprese, mentre cerca la misura del tempo tra boccioli e corolle. La lettura dell’ora è completata da una visualizzazione dei minuti retrograda, visibile in una finestra sul lato della cassa.

Van Cleef & Arpels si trova a Milano in Via Monte Napoleone 10 a Roma in Via Condotti 15

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SUGGESTIONS

EXPERIENCE WATCHMAKING

30 MARCH – 5 APRIL 2022 watchesandwonders.com


INTRODUZIONE

ZENITH / PISA OROLOGERIA

TIME TO REACH YOUR STAR FEDERICO MALIGHETTI Federico Malighetti è un cliente storico di Pisa Orologeria, un grande appassionato di orologi, il tipo di collezionista che ama l’orologeria e non segue le “mode del momento”. Per certi versi è il cliente perfetto: acquista orologi che gli piacciono, che ama usare e tenere al polso, anche nelle sue avventure. Classe 1977, dopo la laurea in ingegneria gestionale e un percorso professionale avviato, ha ripreso lo sport in mano nel 2011, impostando la propria vita come una sfida continua ai limiti umani. In pochi anni Federico ha compiuto numerose imprese sportive di resistenza come la maratona di New York, il trekking d’altura in Nepal e infine il triathlon. Successivamente il primo Ironman in Svezia, la Polar Circle Marathon in Groenlandia, una maratona sulla calotta polare con temperature a meno 30 gradi, e il susseguirsi di altre competizioni estreme, come la Marathon des Sables del 2017, fino alla Fire and Ice nel 2019, un’ultramarathon di 250 km in autosufficienza in Islanda. Da qui il desiderio di Federico di avvicinarsi all’alpinismo, sempre in modalità senza limiti: l’obiettivo è quello di scalare il Seven Summits, ovvero le sette vette più alte dei rispettivi continenti. Nell’ultimo anno ha raggiunto il Kilimangiaro e l’Aconcagua. Pisa Orologeria e Zenith, partner commerciali di lunga data, hanno visto in Federico Malighetti il testimonial perfetto. «La collaborazione tra noi, Federico e Pisa Orologeria è nata quasi per caso, durante una riunione in Flagship Store.” – afferma Paolo Cappiello – Brand Director South Europe Zenith.

“La nuova collezione Defy incarna esattamente lo spirito di Federico, la sua passione e i grandi sogni che mirano all’impossibile. Un piccolo ma prezioso progetto di sponsorizzazione, nato da un incontro fortuito, quattro chiacchiere tra appassionati e la volontà di mettere in comune idee e iniziative». Pisa Orologeria è sempre stata questa in fondo: una realtà capace di connettere brand e clientela affinché l’acquisto di un orologio non si limiti alla consegna di un mero prodotto, ma sia la chiave d’accesso ad un mondo fatto di storia, tradizione e valori condivisi. Alessandro Bucchi, direttore marketing di Pisa Orologeria, ne è convinto: «il cliente finale, chiunque sia, è il vero brand ambassador di un marchio: crede talmente nel prodotto da averlo acquistato. I nomi e i volti dei divi che ammiriamo sui cartelloni pubblicitari sono un ottimo richiamo, ma siamo convinti che il vero valore aggiunto, ciò che fa davvero la differenza, sono le migliaia di clienti soddisfatti che vivono le loro vite indossando l’orologio al polso». Federico ha indossato il Defy nelle sue scalate e lo ha portato al polso nelle tante attività sportive che ne scandiscono lo stile di vita all’insegna dell’avventura e del viaggio. Ed è infatti proprio con la linea Defy Extreme, dai tratti fortemente futuristici, che Zenith porta forma e funzionalità verso nuove vette di eccellenza. Questo modello esprime, infatti, un nuovo concetto superlativo di precisione e robustezza. Si tratta di un cronografo ad alte prestazioni proprio per chi, come Federico, desidera forgiare il proprio destino percorrendo la strada meno battura, lasciando un segno indelebile.

Il Defy Extreme di Zenith rappresenta l’anima di questa collezione, espressa all’ennesima potenza, in cui il profilo e i dettagli sono maggiormente accentuati, unitamente ad altri dettagli sapientemente integrati: una cassa da 45mm, un’impermeabilità a 200 metri, linee più affusolate, bordi più pronunciati e una silhouette complessiva che esprime resilienza e robustezza, nonché una naturale inclinazione ad esplorare nuovi orizzonti.

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SUGGESTIONS

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Foto Giulia Adami

INTRODUZIONE

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SUGGESTIONS

RAFFAELE TOVAZZI

PODCAST E MATEMATICA ESISTENZIALE Nella matematica esistenziale il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio. Milan Kundera Siamo dentro un’esistenza scandita da ritmi inverosimili, velocità assolute dove è essenziale arrivare prima, bruciare tutto ciò che ci circonda sul tempo, essere i vincitori in una gara in cui siamo gli unici partecipanti. Nel febbraio 2020 una pandemia mondiale ha fermato, nello stesso istante, l’orologio di 8 miliardi di persone nel modo più drammatico e violento possibile. Due anni dopo, abbiamo ripreso a correre e, nel pieno di un’emergenza sanitaria che stiamo ancora cercando di domare, “la fretta del tempo” parrebbe darci la misura di aver ripreso a vivere come facevamo prima che la pandemia rimescolasse le carte della nostra esistenza. Seguiamo la frenesia consumante dei social, dei video da una manciata di secondi che scorrono sui nostri feed, delle coreografie frastornanti, delle continue interruzioni sonore delle notifiche sui nostri smartphone. Tutto, subito, sempre. L’importante è essere lì dove sono tutti, dove ci logoriamo nell’ansia di partecipare a un rito collettivo e sociale che rischia di inondarci di solitudine. Come possiamo fermarci e goderci l’istante?

Come possiamo - davvero - rallentare il ritmo, respirare, alzare lo sguardo e regalare serenità ai nostri istanti. Io l’ho fatto scegliendo di sentire veramente, trovando nell’ascolto consapevole e di qualità la strada per il mio istante di benessere. Devo al PODCAST la mia possibilità di recuperare le energie, di dedicarmi a me stesso mentre sto correndo, sono a spasso con il cane o passeggio nel mio quartiere. In quel momento solo il mio ascoltare un podcast mi regala il giusto grado di concentrazione del piacere. Ascolto, dunque sono, dunque mi riconosco, dunque mi concedo di abitare il mio istante. E come me, milioni di ascoltatori nel mondo si stanno concedendo di vivere i loro istanti da protagonisti, senza lasciarsi consumare dalle “stories” del momento. Siamo nell’era dell’ascolto? Finalmente e gioiosamente sì. Grazie al podcast possiamo scegliere cosa ascoltare, cosa imparare e quando. Possiamo rendere bello e gratificante il nostro tempo, possiamo godere di ogni nostro istante accrescendolo di piacere e non semplicemente consumarlo in una faticosa rincorsa all’ultimo trend. Possiamo finalmente battere al nostro ritmo, migliorare il nostro pensiero critico e allo stesso tempo godere della bellezza che ci circonda oltre lo schermo. Sentiamo, ascoltiamo, viviamo e ci emozioniamo nello stesso istante. Esiste nulla di più magico?

Raffaele Tovazzi (per gli amici TOVA) è il primo Filosofo Esecutivo in Italia, l’equivalente dell’americano Chief Philosophy Officer. Una figura che può rivelarsi strategica in un mondo sempre più tecnologizzato, dove le imprese innovative tornano a riscoprire il loro lato più “umano”. Quando non è impegnato a salvare il mondo facendo finta di essere una persona seria, sta tramando all’oscuro per realizzare il suo sogno più grande: fondare una radio pirata.

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BAUME & MERCIER / COVER STORY 01

IL LINGUAGGIO DELLE LANCETTE «TRADIZIONE E MODERNITÀ, ELEGANZA E PERSONALITÀ NATURA E CONSAPEVOLEZZA SCANDIRANNO IL RITMO DEL NOSTRO FUTURO E SARANNO LE LINEE GUIDA DI TUTTE LE INIZIATIVE CHE COSTRUIRANNO IL FUTURO DELLA MAISON» NE PARLIAMO CON IL CEO DAVID CHAUMET

Di Paolo Gobbi

NON È SEMPLICE RIUSCIRE a realizzare l’orologio giusto al momento giusto. Baume & Mercier con la rinnovata collezione Riviera è riuscita a colpire perfettamente nel segno, proponendo un modello sportivo, con cassa e bracciale integrato in accio, movimento di manifattura e costo accattivante. Ne parlaiamo con il ceo, David Chaumet.

Cos’è cambiato in Baume & Mercier negli ultimi anni? «Tante cose! Nel 2020 abbiamo iniziato un processo evolutivo atto ad unire la nostra expertise orologiera con l’aspirazione a muoverci verso nuovi orizzonti. A seguito di una sessione di brainstorming interattivo dove abbiamo discusso di innovazione, materiali, colori e stile, abbiamo compreso la necessità di proiettarci verso il futuro con visione rinnovata e ottimista sul modo che noi abbiamo di concepire l’orologeria.» Avete già ottenuto qualche risultato? «Nel 2021, abbiamo seguito questa strada e il Riviera ne è la prova! Volevamo presentare un orologio che fosse il simbolo di questa nuova visione. La collezione Riviera riflette perfettamente i fondamentali della nostra Maison: un design forte, un approccio orologiero classico al quale si affiancata l’innovazione. Con la sua silhouette unica e l’aggiunta del movimento di manifattura Baumatic, il Riviera è ad oggi la migliore espressione della Maison ed è stato notevolmente apprezzato dai nostri partners e clienti.» Ci possiamo aspettare altro? «Certo, la nostra Maison è sempre in movimento. Stiamo lavorando molto sui nostri nuovi orologi, sulle novità da raccontare, i benefit da offrire ai clienti finali. Stiamo aprendo la strada della rinnovata Baume & Mercier. Tradizione e modernità, eleganza e personalità, natura e consapevolezza scandiranno il ritmo dell’anno e rappresenteranno le linee guida di tutte le iniziative che andranno a costruire il futuro della Maison.»

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Quali sono i punti di forza dei Riviera? «Questa collezione è sempre stata in sintonia con i tempi. Dal 1973 il linguaggio visivo dell’orologio che la collezione descrive, come anche quello del territorio e dei valori, è universale. Esattamente come è avvenuto per le serie precedenti, la collezione odierna è ben connessa con quello che il pubblico desidera e questo in termini di modellistica sport-chic da indossare in tutte le occasioni. Il nuovo Riviera ha mantenuto molte caratteristiche ispirate dal suo design senza tempo: una cassa in acciaio dalle dimensioni generose, una lunetta dodecagonale dotata di quattro viti, movimenti “Swiss Made” automatici e al quarzo, cinturini integrati intercambiabili in acciaio o in materiali flessibili. Il design originale è ancora lì, ma lo è anche il desiderio di adeguarci ai tempi e ai gusti dei nostri clienti contemporanei.» Ci dobbiamo aspettare in futuro l’arrivo di modelli complicati? «Siamo pieni di idee e progetti che puntano a rinnovare il nostro iconico Riviera. Lo scorso anno abbiamo rilanciato la collezione completa che offriva diverse misure e diverse complicazioni. È stato chiaramente un successo. I modelli Riviera Baumatic incarnano la perfetta combinazione tra design e innovazione. In queste due variazioni della collezione Riviera, la nostra Maison ha voluto esprimere il DNA di Baume & Mercier, che ha sempre rappresentato un equilibrio complementare tra l’approccio artistico da plasmare e l’innovazione orologiera al servizio del cliente. Abbiamo anche introdotto tre varianti del nuovo cronografo Riviera, il cui diametro misura 43 mm. Questi tre orologi, dai connotati ben dichiarati, riflettono perfettamente questa tradizione. Rispettando il design dei modelli originali, i cronografi sono un richiamo alla storia di questa collezione: lunetta dodecagonale, quadrante con un’originale finitura ondulata che simboleggia l’incontro tra montagna e oceano, cinturini intercambiabili – dotati del nostro sistema


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David Chaumet ceo Baume & Mercier

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Il Riviera Baumatic edizione 2022 è proposto in una versione con quadrante in vetro zaffiro grigio fumé e bracciale in acciaio integrato.

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RIVIERA AUTOMATICO - M0A10660 L’icona Baume & Mercier rinasce ancora una volta quest’anno nei toni del grigio con una declinazione del Riviera 42 mm Automatico “Swiss Made” che prevede cassa in acciaio, quadrante color ardesia e bracciale in acciaio o cinturino in caucciù grigio intercambiabile. La lunetta in titanio microbillé avvitata con quattro viti funzionali sulla cassa conferisce a questo segnatempo contemporaneo un look deciso e impegnato, dall’innegabile carattere sportivo. Un aspetto distintivo rafforzato da un anello in PVD dorato che dona luminosità e si combina perfettamente con la carnagione opaca della lunetta e del bracciale. È ingentilito da un quadrante di un bel colore “ardesia” laccato, evidenziato da motivi a onde tono su tono e da cifre romane e indici in acciaio PVD dorato.

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Fast Strap – in acciaio o gomma. Quello che possiamo dire per ora, è che il 2022 sarà un anno pieno di sorprese. Vi invitiamo alla fine dell’anno per scoprire l’evoluzione della collezione Riviera.» Quanto è importante il prezzo per un orologio? «Il prezzo dei nostri segnatempo è sempre stata la chiave di successo delle nostre collezioni. Quando i nostri clienti scelgono un Baume & Mercier sono certi di andare ad acquistare un segnatempo bello quanto affidabile, caratterizzato dalla massima qualità. La combinazione di questi tre fattori rende i nostri orologi così amati e unici.» Dedicate grande attenzione agli orologi da donna. In base alla sua esperienza, cosa cercano le donne da Baume & Mercier? «Le signore sono decisamente importanti per Baume & Mercier. Dal 1920, e con l’arrivo di Paul Mercier, la Maison ha sviluppato molte collezioni femminili, alcune delle quali iconiche, come Marquise, Catwalk, Galaxie o la più recente Linea. Grazie al rilancio di Riviera, siamo lieti di proporre una nuova collezione sport-chic totalmente in linea, secondo studi recenti, con le aspettative delle donne. Il Riviera propone diverse varianti in termini di movimenti, materiali e impostazioni che noi sentiamo corrispondere a tutti i diversi gusti di questo pubblico esigente. D’altro canto, anche la collezione Hampton è molto ben accolta dalle signore grazie alla sua forma e al suo stile Art Deco che fornisce quel tocco di vintage, ormai un chiaro trend. La Maison ora ha tutte le carte per continuare la sua grande avventura insieme a tutte le donne.» La distribuzione sta cambiando.Vediamo aumentare le boutique monomarca. Sarà così anche per Baume & Mercier? «Contiamo molto sulla sua rete di distribuzione tradizionale. Il nostro obiettivo è quello di continuare a rafforzare questo stabile e prezioso legame di partnership che abbiamo con tutti i nostri partner e colleghi.» Gli acquirenti comprendono la complessità della meccanica Baumatic? «Questo è l’essenza del movimento. Il Baumatic è un calibro facile da “comprendere” ma al contempo molto complesso dal punto di vista orologiero. I nostri clienti capiscono che questo movimento è stato creato per loro, volto ad offrire delle prestazioni che apprezzeranno ogni giorno e che impatteranno sulla loro vita quotidiana.» Ad oggi come sono i vostri rapporti con i collezionisti? «La nostra definizione di lusso è in linea con il nostro posizionamento. Noi esistiamo per creare bellissimi, eccellenti, affidabili segnatempo che le persone possono indossare quotidianamente, in tutte le occasioni, con ogni stile. La nostra Maison

sta creando orologi che esprimono una naturale eleganza, raffinatezza ed unicità. Comunichiamo con i nostri clienti attraverso l’emozione che si prova nell’indossare o regalare un orologio: è un legame personale che siamo orgogliosi di avere sin dalle nostre origini. Come Maison di lusso, creiamo storie, sogni, e i nostri segnatempo sono l’essenza di tutto ciò. Abbiamo anche degli eventi dedicati ai collezionisti, presentando dei complicati o delle edizioni limitate, come l’Hampton Hommage à Pierre Soulages.» Cosa pensa degli orologi smart? «La tecnologia e l’innovazione è da sempre al centro dei tanti progetti della Maison. Tuttavia, non puntiamo all’innovazione a tutti costi. Scegliamo le nostre sfide e come abbiamo fatto con lo sviluppo del Baumatic, ci focalizziamo sullo sviluppo delle tecnologie che rappresentino un chiaro beneficio per i clienti. Questi benefit possono ovviamente riguardare il prodotto, ma anche essere funzionali per rendere piacevole il viaggio del nostro cliente. In questo senso, abbiamo lanciato recentemente un nuovo progetto chiamato “Virtual Try-On”. Questo concept innovativo permette ai clienti di testare gli orologi della collezione Riviera direttamente dal sito del Brand, senza dover usare un social media o un App. Questa tecnologia di realtà aumentata così avanzata incarna il nostro obbiettivo: soddisfare le aspettative del cliente nel miglior modo possibile. Un primato per il Brand che celebra 190 anni di know-how.» Vedremo mai un orologio smart firmato Baume Mercier? «Non abbiamo in programma nulla del genere.» Una delle richieste dei consumatori moderni è di mantenere un corretto rapporto qualità/prezzo. Quanto pensa possa influire questo rapporto nel successo di Baume & Mercier? «È sempre stato una colonna portante del nostro sviluppo. Mantenere un posizionamento competitivo e al contempo offrire design e orologeria ai massimi livelli rappresenta un nostro obiettivo e una nostra missione quotidiana.» Il Riviera ha segnato il ritorno di Baume & Mercier nel segmento sportivo-elegante. Come è stata l’accoglienza dei buyers? «Il feedback è stato molto positivo! Le persone sono state felici ed emozionate nel vedere il ritorno di questa icona nel panorama orologiero. Il nuovo design del Riviera è molto popolare e le persone – dai giornalisti, ai partner e ai clienti finali – sono molto contente di vedere che abbiamo mantenuto lo stile originale della collezione Riviera. Visto che abbiamo davvero tante idee, siamo molto fiduciosi riguardo allo sviluppo della collezione nei prossimi anni.»

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LA QUINTA GENERAZIONE DELL’ICONA «RIVIERA» UNA COLLEZIONE NATA NEL RISPETTO DEL SAVOIR-FAIRE DELLA MAISON, COGLIENDO I SEGNALI DEL NOSTRO TEMPO PER RIVISITARLI AL MEGLIO Di Paolo Gobbi

COLLEZIONE NATA all’inizio degli anni ’70, e più precisamente nel 1973, la Riviera è stata completamente ristilizzata lo scorso anno, con il preciso intento di riuscire ad esprimere il savoir-faire della Maison nell’ambito del design e dell’accostamento dei materiali. Icona lifestyle di Baume & Mercier, questo segnatempo dalle linee pure ed essenziali, immediatamente riconoscibile per la lunetta dodecagonale, afferma oggi, con l’arrivo dei nuovi modelli, la sua piena maturità stilistica e produttiva. Declinato nel 2021 per il pubblico maschile in versione 42 mm (Baumatic e Automatico) e per quello femminile in versione 33 mm (Automatico) e 36 mm (Automatico e Quarzo), il Riviera non smette mai di reinventarsi. In poco meno di cinquant’anni ha sperimentato di tutto, o quasi. Ispirato all’art de vivre della Costa Azzurra, è il segnatempo dell’eleganza disinvolta, simbolo di una visione libera della raffinatezza orologiera: si è adattato, anno dopo anno, a tutte le epoche senza mai rinunciare al suo stile così

RIVIERA “COASTLINE” 33 MM REF. M0A10677

Originale il suo quadrante blu notte sfumato e laccato, impreziosito da 63 diamanti, che delineano il litorale della Costa Azzurra invitando a un’avventura tra Montecarlo e Saint-Tropez.

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particolare. La veste in acciaio e la silhouette forte rappresentano da sempre una forma di libertà, un’eleganza insolita. Star del 2022, le nuove declinazioni maschili del Riviera 42 mm riscrivono la contemporaneità lasciando il segno con la loro personalità. Sportive e ricercate, riaffermano il savoir-faire in fatto di design e attenzione alla forma grazie allo stile senza compromessi. RIVIERA BAUMATIC - M0A10702 Cassa in acciaio dal diametro universale di 42 mm, lunetta dodecagonale a 12 lati munita di quattro viti, movimento Baumatic e bracciale intercambiabile in acciaio. Il design originale è riconoscibile, come il desiderio di abbracciare la contemporaneità. Ultima nata nella collezione Riviera, la nuova declinazione maschile ha nel DNA la silhouette e il potere evocativo del modello originale del 1973. E ne ha anche la forma e lo stile. Il Riviera Baumatic edizione 2022 è dunque proposto in una versione con quadrante in vetro zaffiro grigio


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Riviera Baumatic - M0A10702

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Grazie alla trasparenza è possibile ammirare i ruotismi del movimento Baumatic dalle comprovate performance: riserva di carica di cinque giorni, precisione di -4/+6 secondi al giorno e antimagnetismo fino a 1500 Gauss a garanzia di un’affidabile protezione contro i campi magnetici.

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RIVIERA BAUMATIC REF. M0A10702

Cassa in acciaio dal diametro universale di 42 mm, lunetta dodecagonale a 12 lati munita di quattro viti, movimento Baumatic e bracciale intercambiabile in acciaio. fumé e bracciale in acciaio integrato. Motivo introdotto nel 2021 divenuto la firma di questi modelli animati dal movimento di manifattura Baumatic. Grazie alla trasparenza è possibile ammirare i ruotismi del movimento Baumatic dalle comprovate performance: riserva di carica di cinque giorni, precisione di -4/+6 secondi al giorno e antimagnetismo fino a 1500 Gauss a garanzia di un’affidabile protezione contro i campi magnetici. Con una riserva di carica di 120 ore, il nuovo Riviera Baumatic vanta un’autonomia straordinaria. Può rimanere infatti sul comodino dal giovedì sera al martedì mattina senza restare indietro, né scaricarsi. Come si conviene, il vetro zaffiro antigraffio è sottoposto a un trattamento antiriflesso su entrambi i lati e la corona ottagonale vanta il logo Phi inciso in rilievo. Ineccepibile dal punto di vista tecnico, mira a soddisfare le aspettative dei futuri proprietari alla ricerca di eccellenza, stile, confort e coerenza globale, rappresentando la visione della Maison nell’orologeria maschile. RIVIERA AUTOMATICO - M0A10660 L’icona Baume & Mercier rinasce ancora una volta quest’anno nei toni del grigio con una declinazione del Riviera 42 mm Automatico “Swiss Made” che prevede cassa in acciaio, quadrante color ardesia e bracciale in acciaio o cinturino in caucciù grigio intercambiabile. La lunetta in titanio microbillé avvitata con quattro viti funzionali sulla cassa conferisce a questo segnatempo contemporaneo un look deciso e impegnato, dall’innegabile carattere sportivo. Un aspetto distintivo rafforzato da un anello in PVD dorato che dona luminosità e si combina perfettamente con la carnagione opaca della lunetta e del bracciale. È ingentilito da un quadrante di un bel colore “ardesia” laccato, evidenziato da motivi a onde tono su tono e da cifre

romane e indici in acciaio PVD dorato. Un gioco di rimandi tra classicismo e informalità ripreso anche nel cinturino che, grazie all’affidabile e robusto sistema di intercambiabilità Fast Strap – disponibile su tutta la collezione –, consente di passare da uno stile all’altro senza attrezzi particolari. I NUOVI FEMMINILI Quest’anno, l’icona sportychic di Baume & Mercier si prende gioco delle convenzioni per rivelare il suo stile unico. Discreto o irriverente, con diamanti o senza, il Riviera tira dritto per la sua strada e sceglie il proprio destino. Raffigura la Costa Azzurra sul quadrante, impreziosisce la lunetta con diamanti o si veste di un raffinato color rosa. Il Riviera si diverte. Per la gioia delle donne appassionate di orologeria. RIVIERA “COASTLINE” - M0A10677 Il Riviera non dimentica le donne. Anzi. Nel 2022, sono parecchie le versioni che arricchiscono la collezione femminile, tra cui il modello “Coastline” Automatico “Swiss Made” da 33 mm di diametro. Nella sua veste d’acciaio, questo Riviera quasi irriverente presenta un design di rara originalità, con il quadrante blu notte sfumato e laccato impreziosito da 63 diamanti, che delineano il litorale della Costa Azzurra invitando a un’avventura tra Montecarlo e SaintTropez. L’asimmetria creata dall’incastonatura che potremmo definire topografica – resa possibile dall’accostamento di pietre preziose di sette dimensioni diverse – è una novità per la collezione Riviera. E una novità per la Maison, che sfida costantemente i limiti del design e dell’audacia che l’hanno resa celebre in tutto il mondo. Come un’onda d’estate, quest’incastonatura esclusiva si estende su una parte della lunetta, della cassa e del bracciale integrato in acciaio.

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OMEGA

ELISIR DI LUNGA VITA LA CASA DI BIENNE CELEBRA IL 65° ANNIVERSARIO DELLO SPEEDY PRESENTANDO UNA VERSIONE CON MECCANICA 321 E CASSA IN CANOPUS GOLD, CHE SI ISPIRA ALLA PRIMA REFERENZA CK2915-1

Di Paolo Gobbi QUADRANTE NERO lancette luminescenti, scala tachimetrica incisa sulla lunetta, cassa impermeabile da 39 mm, fondello avvitato, protezione aggiuntiva del movimento mediante un coperchio interno, vetro curvo, bracciale in metallo estensibile. Con queste specifiche nel gennaio 1957 la Lemania avviava la produzione dello Speedmaster, presentato ufficialmente sul mercato l’anno successivo. Condivideva

con i suoi omologhi Seamaster e Railmaster le lancette Broad Arrow, la forma della cassa e fondello a vite, e integrava la gamma con l’altro strumento orologiero creato per subacquei e ingegneri. Era questo il trend dell’epoca: costruire strumenti orologieri robusti da utilizzare in modo concreto nelle professioni e nello sport. Quindi il 2915 affiancava il 2913 (Seamaster) e il 2914 (Railmaster) sia nel DNA che nell’utilizzo.

Ispirato al primo Speedmaster CK2915-1 del 1957, questo Speedmaster Calibro 321 Chronograph Ref. 311.50.39.30.01.001 da 38,6 mm è stato realizzato in oro Canopus Gold e presenta un quadrante in onice nero intenso con logo Omega vintage applicato e “O” ovale (tipica dei primi modelli CK2915). Costa 81.300 €

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Se paragonato ad altri orologi simili di altri brand, diversi aspetti del design dello Speedmaster lo hanno contraddistinto dal resto. Ad esempio, la lunetta esterna fissa con scala tachimetrica, rispetto a quella stampata sul quadrante, rendeva la lettura della scala più facile e chiara per l’utente. Inoltre, mentre gli anni ‘40 hanno visto molti cronografi con i fondelli a scatto e i pulsanti quadrati, lo Speedmaster aveva un fondello a vite (integrato con un coperchio antipolvere) e pulsanti tondi, fornendo una resistenza all’acqua e alla polvere, e permettendo all’utente l’attivazione del cronografo in modo più facile e deciso. Le caratteristiche lancette Broad Arrow larghe e campite con materiale luminoso facilitavano la leggibilità nel buio e anche con brevi occhiate. Ispirandosi al primo Speedmaster, noto come il CK2915-1, la versione presentata nello scorso gennaio e immediatamente divenuta oggetto del desiderio per tanti collezionisti, celebra il 65° anniversario di questo modello, sostituendo però per la cassa l’acciaio con un ben più importante Canopus Gold 18 carati. Quest’esclusivo materiale è la lega in oro bianco di Omega che si distingue per la sua elevata brillantezza e

longevità. Gli intenditori nel mondo dell’orologeria noteranno inoltre il simbolo NAIAD sulla corona dell’orologio, che è stato specificamente aggiunto come riferimento all’impermeabilità in alcuni dei primi modelli CK2915. Ma vediamo di fare un passo indietro nella storia di questo modello. «Negli anni ’50, mentre la maggior parte delle aziende orologiere creavano modelli specializzati che incontravano i vari requisiti individuali dei subacquei, piloti e simili, come risultato gli orologi erano grandi strumenti professionali disegnati e prodotti come singole entità – a parlare è Petros Protopapas, che sovraintende al Brand Heritage della Casa svissera - Omega vedeva invece il mondo con occhi diversi, il brand aveva una visione più globale e aggregante. Quindi, quando nel 1957 l’azienda presentò i suoi orologi più robusti, non lo fece presentando orologi singoli bensì lanciando qualcosa di mai sentito fino ad allora: una completa famiglia di orologi professionali! Con affetto oggi ribattezzata dai collezionisti “La Santa Trinità”, la Trilogia di Orologi Professionali Omega rappresentò un momento rivoluzionario per l’intera industria orologiera. Tutti e tre i modelli, il Seamaster 300,

La scala tachimetrica sulla lunetta del nuovo Speedmaster Canopus Gold è riempita di smalto nero e, ad uno sguardo attento, si possono notare il famoso “Dot Over Ninety” (DON) e un “Dot diagonal to 70”. Nella pagina accanto uno Speedmaster Ref. 2915-1 del 1958, con movimento calibro 321 e seriale 15.148.350. Si tratta di uno degli Speedy fotografati da Fabio Santinelli e pubblicati sul volume “Magister - A unique Andrea Foffi Speedmaster Selection” edito da Handmade e in vendita su www.magister-shop.com

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Il movimento cronografico a carica manuale Calibro 321 montato sul nuovo Speedmaster. Si tratta di un meccanismo con ruota a colonne, spirale Breguet e finitura in oro Sedna con rivestimento in PVD.

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il Railmaster e lo Speedmaster condividevano le stesse caratteristiche base che li rendevano istantaneamente riconoscibili e immediati best seller: tutti e tre avevano dei quadranti e delle lancette con cromie a contrasto, erano facilmente leggibili, impermeabili e anti-magnetici. Divennero materiale storico e leggendario, ciascun modello della famiglia si ritagliò un proprio posto nella storia dell’orologeria, ma fu il cronografo ad essere destinato alla grandezza. Inizialmente concepito come discendente del Seamaster, il novello Speedmaster – originalmente sviluppato per l’alta velocità – introdusse un’idea radicale nel design dei cronografi: qualsiasi elemento che abbassava e impediva l’immediata leggibilità fu tolto dal quadrante e collocato al di fuori. In parole semplici, la scala tachimetrica, di solito stampata sui quadranti dei cronografi classici, fu rimossa dal quadrante e posizionata sulla lunetta esterna, creando un design pulito e moderno che all’epoca era difatti un’anteprima mondiale». Tornando al modello odierno, per creare un effetto di assoluto contrasto, l’orologio è stato dotato di un quadrante in onice dal colore nero intenso con logo Omega vintage applicato e con un carattere tipografico raffigurante una “O” ovale, un dettaglio tipico dei primi modelli CK2915. Le lancette sono in oro bianco 18 carati e gli indici in Canopus Gold rivestiti in PVD. Sono presenti inoltre i tre classici contatori dello Speedmaster, incluso il display dei piccoli secondi, il contatore dei 30 minuti e quello delle 12 ore nonché la funzione del cronografo centrale.

Naturalmente non poteva mancare la famosa scala tachimetrica. La lunetta si presenta in smalto nero “Grand Feu” e, osservandolo da vicino, si noteranno due dei dettagli dello Speedmaster originale molto interessanti per i collezionisti: l’iconico “Dot Over 90” (DON) e un punto in diagonale al 70. L’elemento forse più ambito tra tutti è però il movimento che anima l’orologio. Il Calibro 321 è il movimento originale usato all’interno dello Speedmaster nel 1957 che alimentava anche gli orologi indossati durante le missioni Apollo, inclusi tutti e sei gli allunaggi. Dal 2019 Omega ha rimesso in produzione il Calibro 321, conservandone scrupolosamente tutte le sue caratteristiche originali. Quest’aggiunta alla nuova versione conferisce all’orologio un senso di appartenenza e un legame genuino con l’eredità dello Speedmaster. Se si capovolge l’orologio si scopre un altro omaggio all’anniversario della collezione. All’interno del vetro zaffiro è stata aggiunta l’incisione del cavalluccio marino di Omega, un’icona del marchio utilizzata sullo Speedmaster dal 1957. Il suo occhio è stato realizzato con uno scintillante zaffiro blu, un gioiello prezioso che tradizionalmente marca il 65° anniversario. Lo Speedmaster Calibro 321 ha un bracciale in oro Canopus Gold con un comodo sistema di regolazione ed è presentato in uno speciale cofanetto di legno. Realizzato con un motivo che rimanda al palissandro, in onore del 65° anniversario della collezione, la confezione presenta una forma e un design ispirati ai

Il calbro 321 del Ref. 2915-1 del 1958 visibile nella pagina precedente. La foto è sempre di Fabio Santinelli.

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AUDEMARS PIGUET

50 ANNI DI GLORIA IL ROYAL OAK FESTEGGIA IL SUO ANNIVERSARIO, MONTANDO SUL “JUMBO” EXTRA-PIATTO DA 39 MM (REF. 16202) IL NUOVO MOVIMENTO AUTOMATICO ULTRA-SOTTILE CALIBRO 7121

Di Paolo Gobbi AL MOMENTO DEL SUO LANCIO nel 1972, il Royal Oak progettato da Gérald Genta per Audemars Piguet ha infranto i codici estetici dell’epoca. Il suo grande corpo in acciaio rifinito a mano, la sua lunetta ottagonale fissata con viti esagonali visibili, il suo bracciale in acciaio integrato altamente stilizzato e il suo meccanismo a carica automatica extra-piatto hanno inaugurato l’inizio di una nuova era dell’Alta Orologeria, in sintonia con i cambiamenti dello stile di vita. Questo esclusivo orologio sportivo è stato successivamente soprannominato “Jumbo” per il suo diametro di 39 mm ritenuto sovradimensionato per gli standard dell’epoca - un soprannome affettuoso che Audemars Piguet ha mantenuto negli anni per i suoi modelli extrapiatti a carica automatica da 39 mm. Più che una

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caratteristica del design, le grandi dimensioni del Royal Oak sono dovute alla sua funzione. È il diametro relativamente ampio del Calibro 2121 (28 mm), abbinato all’insolita struttura della cassa monoscocca o “in due parti” che imponeva tali misure, perché le otto viti esagonali dovevano essere guidate attraverso la lunetta, il sigillo e la cassa nella periferia del movimento. Durante i primi 20 anni del Royal Oak, esisteva un solo modello extra-piatto a carica automatica da 39 mm, e la maggior parte dei pezzi è stata venduta prima del 1982. Dopo la sua rinascita nel 1992 in occasione del 20° anniversario del Royal Oak, nel corso degli anni è nata un’ampia varietà di modelli “Jumbo” in termini di materiali di cassa e bracciale e di design del quadrante. Il lancio del modello 15202 nel 2000 ha segnato un


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Royal Oak “Jumbo” Extra-piatto 39 mm Ref. 16202ST.OO.1240ST.01 Cassa in acciaio, vetro e fondello in vetro zaffiro con trattamento antiriflesso, impermeabile fino a 50 m. Spessore cassa: 8,1 mm. Quadrante “Bleu Nuit, Nuage 50” con motivo “Petite Tapisserie”, indici applicati e lancette Royal Oak in oro bianco con rivestimento luminescente. Costa 32.600 euro.

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punto di svolta nella storia del “Jumbo”, in quanto è entrato nel terzo millennio. Questo modello ha reinterpretato più liberamente i codici originali, in particolare con nuovi colori del quadrante, oltre al ritorno del fondello in vetro zaffiro (introdotto per la prima volta nel 1992). Con la sua combinazione di tradizione e modernità, questa versione “Jumbo” godette di una rinnovata popolarità e divenne uno dei modelli Royal Oak più ambiti, che contribuì a elevare questo modello allo status di icona culturale. Quest’anno il “Jumbo” conosce una nuova evoluzione (ref. 16202) con il lancio di 4 nuovi modelli dotati di una varietà di materiali e colori del quadrante per celebrare 50 anni di design innovativi. Sebbene i loro codici estetici siano rimasti invariati rispetto alle referenze 15202, questi segnatempo aprono un nuovo capitolo nella storia del Royal Oak “Jumbo” Extra-Piatto con l’introduzione dell’ultimo movimento ultra-sottile a carica automatica della Manifattura, adatto a uno stile di vita sempre più contemporaneo. IL CELEBRATIVO

La collezione della nuova ref. 16202 comprende quattro modelli in acciaio, platino, oro rosa e oro giallo 18 carati, materiali che hanno svolto un ruolo fondamentale nel trasformare il Royal Oak in un’icona contemporanea. I quattro segnatempo sono inoltre dotati della massa oscillante “50-years” realizzata per l’anniversario del Royal Oak, coordinata alla tonalità della cassa. Con i suoi raffinati contrasti, i materiali, i colori e le animazioni del quadrante, il nuovo modello del “Jumbo” è un tributo ai 50 anni di innovazione del design del Royal Oak. IL CALIBRO 7121 UN’INTERPRETAZIONE CONTEMPORANEA DELLA STORIA

Per la prima volta dal 1972, il Royal Oak “Jumbo” Extra-Piatto accoglie un nuovo movimento automatico con ore, minuti e data, il Calibro 7121, che segna il debutto della nuova referenza “Jumbo” 16202. Questo meccanismo sostituisce il Calibro 2121, il movimento automatico più sottile con rotore centrale e indicazione della data della sua epoca (3,05 mm), introdotto per la prima volta sul Royal Oak nel 1972 e andato “in pensione” alla fine del 2021. Il nuovo movimento, che misura 3,2 mm di spessore, è stato specificamente concepito e prodotto dagli ingegneri e dagli orologiai di Audemars Piguet per adattarsi alla cassa “Jumbo” extra-piatta da 8,1 mm senza alterarne l’estetica e lo spessore. Inoltre, l’albero di regolazione è ora dotato di un correttore di data rapido. Sono stati necessari cinque anni di sviluppo per realizzare il nuovo Calibro 7121, che, grazie alla sua nuova struttura, è dotato di più energia rispetto al suo predecessore. Il bariletto più ampio conferisce maggiore potenza, rendendolo più preciso per un periodo di tempo più lungo. È inoltre dotato di una massa oscillante centrale contemporanea, montata su cuscinetti a sfera, che utilizza due invertitori (in

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La nuova collezione “Jumbo” comprende un modello in oro rosa e uno in oro giallo, entrambi impreziositi dal caratteristico quadrante con motivo “Petite Tapisserie” in nuove tonalità fumé. Il modello in oro rosa 18 carati è in contrasto con le sfumature grigio fumé, mentre la versione in oro giallo 18 carati è illuminata con toni oro giallo fumé.Ref. 16202BA. Costa 69.400 euro.


IDEE

IL CALIBRO 7121 È STATO COSTRUITO GRAZIE ALLE COMPETENZE DEI NOSTRI INGEGNERI E OROLOGIAI, SPECIALIZZATI IN MECCANISMI SIA SEMPLICI SIA COMPLICATI. QUESTA COLLABORAZIONE TRA I VARI DIPARTIMENTI HA CONDOTTO ALLA CREAZIONE DI UN ROBUSTO E POTENTE MOVIMENTO A CARICA AUTOMATICA EXTRA-PIATTO CHE SI ADATTA PERFETTAMENTE ALLA STRUTTURA SLANCIATA DELLA CASSA “JUMBO” DEL ROYAL OAK, APRENDO LA STRADA A UNA NUOVA GENERAZIONE DI MOVIMENTI IN-HOUSE FIRMATI AP Lucas Raggi

direttore della ricerca e sviluppo

Audemars Piguet

un movimento a carica automatica, gli invertitori convertono le oscillazioni bidirezionali della massa oscillante in una rotazione unidirezionale per caricare la molla), sviluppata in-house per garantire l’avvolgimento bidirezionale. Il suo bilanciere è dotato di blocchi inerziali che sono stati inseriti direttamente al suo interno per evitare gli attriti superflui. Inoltre, il Calibro 7121 è dotato di un meccanismo brevettato di impostazione della data extra-piatto e a basso consumo energetico. In linea con la tradizione orologiera, il Calibro 7121 è stato rifinito con eleganti decorazioni di Alta Orologeria come “Côtes de Genève”, “traits tirés” e venatura circolare che possono essere ammirate attraverso il fondello in vetro zaffiro dell’orologio. UNA MASSA OSCILLANTE REALIZZATA PER IL 50° ANNIVERSARIO

I nuovi modelli del segnatempo “Jumbo” ExtraPiatto presentano la massa oscillante scheletrata appositamente realizzata per l’anniversario del Royal Oak in oro 22 carati, con il logo “50-years” e l’incisione della firma Audemars Piguet. Per l’occasione, la massa oscillante è coordinata al colore di ogni cassa, caratteristica solitamente riservata ai segnatempo complicati. Analogamente alla cassa, la massa oscillante è stata rifinita con un’alternanza di satinatura e smussature lucidate. La massa oscillante “50-years” sarà montata su tutti i modelli anniversario del Royal Oak per tutto il 2022. ACCIAIO: UN OMAGGIO ALL’ORIGINALE

La versione “Jumbo” in acciaio ha mantenuto l’estetica del Royal Oak originale del 1972. La cassa e il bracciale in acciaio, rifiniti a mano con satinatura e smussature lucidate, sono impreziositi dall’iconico quadrante con motivo Petite Tapisserie dell’orologio e dalla tonalità Bleu Nuit, Nuage 50 (“blu notte, nuvola 50”). Il quadrante Bleu Nuit, Nuage 50 è stato originariamente sviluppato dal produttore di quadranti di Ginevra Stern Frères. La tonalità blu è stata ottenuta immergendo ciascun quadrante in un bagno galvanico. La formulazione della miscela è importante, ma la durata e la temperatura sono entrambe fondamentali. Se l’artigiano rimuove il quadrante troppo presto, questo risulterà viola, se lo rimuove troppo tardi, diventerà nero. Sul quadrante è stato poi applicato un sottile strato di vernice mista a poche gocce di colore nero (n° 50) per proteggerlo. Il termine “nuage” si riferisce all’effetto nuvola che crea la goccia di colore nero quando entra nella vernice liquida protettiva. Oggi, la tonalità Bleu Nuit, Nuage 50 è ottenuta in-house tramite PVD (Physical Vapor Deposition) per garantire un colore più omogeneo in tutta la collezione. Analogamente al Royal Oak del 1972, questo nuovo modello “Jumbo” ha mantenuto gli indici e le lancette a baignoire o “vasca” originali, che consentono di versare il materiale luminescente per una leggibilità ottimale. Il quadrante ha anche mantenuto il monogramma AP applicato in oro lucido a ore 6, così come la dicitura “AUDEMARS

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PIGUET AUTOMATIC” stampata a ore 12. L’indicazione “SWISS MADE”, che ha sostituito “SWISS” intorno alla metà degli anni ‘80, rimane posizionata a ore 6, con le parole SWISS e MADE su entrambi i lati dell’indice per bilanciare il quadrante. Tuttavia, contrariamente al modello originale, il fondello in vetro zaffiro lascia intravedere il nuovo movimento extra-piatto e la massa oscillante realizzata per l’anniversario, qui in oro rosa 22 carati color rodio per richiamare il colore della cassa e del bracciale in acciaio dell’orologio.

nella collezione nel 1977 sul Royal Oak da donna (ref. 8638) per rispondere alla crescente domanda dei mercati. Sia il Royal Oak “Jumbo” (ref. 5402BA) sia il cosiddetto “Royal Oak III” da 35 mm (ref. 4100BA) hanno accolto una versione in oro giallo pochi mesi dopo. Meno comune all’epoca, l’oro rosa ha fatto la sua comparsa nella collezione Royal Oak a metà degli anni ‘80, prima di entrare a far parte della linea “Jumbo” nel 2006, con la referenza 15202. Entrambi i materiali preziosi sono oggi ben consolidati nella collezione Royal Oak.

ORO ROSA E GIALLO

PLATINO 950

La nuova collezione “Jumbo” comprende un modello in oro rosa e uno in oro giallo, entrambi impreziositi dal caratteristico quadrante con motivo Petite Tapisserie in nuove tonalità fumé. Il modello in oro rosa 18 carati è in contrasto con sfumature grigio fumé, mentre la versione in oro giallo 18 carati è illuminata con toni oro giallo fumé. I colori dei due quadranti sono stati ottenuti tramite bagno galvanico. L’effetto fumé, ottenuto vaporizzando meticolosamente una vernice colorata sulla periferia del quadrante rotante, favorisce l’effetto moiré scintillante del motivo Tapisserie. Il motivo Petite Tapisserie è ottenuto attraverso un complesso processo di lavorazione basato su un esclusivo know-how che oggi non viene più insegnato nelle scuole di orologeria. Si compone di centinaia di piccole piramidi troncate a base quadrata, scolpite sulla sottile platina di metallo del quadrante con una vecchia macchina fotocopiatrice guilloché che riproduce il motivo di una matrice. Decine di migliaia di rombi, le cui quattro facce interne riflettono la luce, vengono ritagliati simultaneamente nelle sottili scanalature che separano i quadrati in una “trama” continua che crea l’aspetto di un arazzo. Questo processo richiede estrema destrezza e precisione. Il motivo Petite Tapisserie dell’originale Royal Oak è stato creato e realizzato per la prima volta da Stern Frères, che ha cessato la propria attività nel 2016. Nel frattempo, dopo aver acquistato vecchie fotocopiatrici guilloché, Audemars Piguet ha iniziato a sviluppare in-house la realizzazione e le tecniche. Nel 2010, dal nuovo laboratorio dedicato della Manifattura, sono usciti i primi quadranti con motivo Petite Tapisserie. Oggi i quadranti guilloché dei modelli “Jumbo” sono interamente prodotti in questo atelier. I due nuovi orologi sono impreziositi da indici in oro coordinati, lancette Royal Oak e monogramma AP, tutti con l’estetica originale del Royal Oak. Inoltre, attraverso il fondello in vetro zaffiro, si può ammirare la corrispondente massa oscillante dell’anniversario in oro rosa o giallo 22 carati. Il primo Royal Oak interamente rifinito in oro giallo è stato introdotto

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Riservato alle AP House, questo elegante segnatempo mette in contrasto la cassa e il bracciale in platino 950 rifiniti a mano con un quadrante verde fumé, la cui base è decorata con motivo soleil. Questa combinazione propizia, introdotta lo scorso anno, è stata premiata con il riconoscimento per il miglior orologio “Iconic” al Grand Prix d’Horlogerie di Ginevra nel novembre 2021. La vivace tonalità verde si ottiene aggiungendo gocce di colore verde alla vernice protettiva del quadrante. L’effetto fumé sulla zona esterna del quadrante accentua l’intensità del colore, conferendogli maggiore profondità. Il quadrante è valorizzato dai tradizionali indici applicati del “Jumbo”, dal monogramma AP a ore 6 e dalle lancette Royal Oak a forma di baignoire, tutti realizzati in oro bianco. Questi richiamano la massa oscillante realizzata per l’anniversario in oro rosa 22 carati color rodio, visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro. Il platino ha fatto il suo debutto nella collezione Royal Oak negli anni ‘80, in seguito all’introduzione dell’oro giallo e bianco. La prima edizione limitata del Royal Oak “Jumbo” in platino è apparsa nel 1992 in occasione del 20° anniversario dell’orologio e della creazione della Fondazione Audemars Piguet. L’esclusivo segnatempo Royal Oak Foundation da 39 mm (Modello 14811), venduto all’asta per sostenere la Fondazione, presentava un quadrante con un albero di quercia modellato in oro giallo, realizzato con una macchina da incisione per richiamare la missione della Fondazione di preservare le foreste in tutto il mondo. Sono seguite altre edizioni limitate in platino, come il Royal Oak Jubilee da 39 mm (Modello 14802) che ha visto l’aggiunta di un’edizione limitata in platino di 20 pezzi nel 1995. Nel corso degli anni, queste serie estremamente ridotte hanno offerto alla Manifattura un territorio di espressione unico, mostrando un’ampia varietà in termini di design del quadrante. L’ultimo 2022 Royal Oak “Jumbo” Extra-Piatto in platino rappresenta oggi uno dei rari modelli da 39 mm rifiniti in questo prezioso materiale che si è fatto strada nella collezione di punta del Royal Oak.


IDEE

La cassa e il bracciale in platino 950 di questo modello “Jumbo” sono illuminati da un quadrante verde fumé decorato con finitura soleil, indici applicati e lancette Royal Oak in oro bianco con rivestimento luminescente. Vetro e fondello in vetro zaffiro hanno trattamento antiriflesso. Impermeabile fino a 50 m, la cassa ha uno spessore di soli 8,1 mm. Il prezzo è su richiesta.

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ROLEX

1957: L’ANNO DEL LADY-DATEJUST «UN SEGNATEMPO CLASSICO, PENSATO PER LE SIGNORE» LA STORIA DELL’ICONA FEMMINILE DELLA CASA GINEVRINA

Di Mauro Girasole NEL 1957 AUDREY HEPBURN incanta Hollywood, Sylvia Earle consegue il Master of Science, Françoise Sagan scuote il panorama letterario, Pat Smythe si afferma come la regina degli sport equestri, Adèle Simpson, a capo della sua casa di moda, veste la New York bene, le donne cambiano. Senza perdere neanche un briciolo di femminilità, le donne di quegli anni si realizzano attraverso uno stile di vita attivo. Hans Wilsdorf, fondatore di Rolex, lo intuisce immediatamente: la donna moderna vuole governare il proprio tempo per essere artefice del proprio destino. Ha bisogno di precisione tanto quanto l’uomo: ecco come nasce, nel

1957, l’orologio classico femminile di Rolex: il Lady-Datejust. Al suo interno, il calibro non transige con i criteri di eccellenza nonostante le sue dimensioni contenute. Un orologio femminile affidabile quanto un orologio maschile. Per Rolex, si tratta di compiere un passo avanti in termini di innovazione tecnica legata alla dimensione della cassa, ottenendo al tempo stesso un certificato di cronometria per questo modello di piccole dimensioni. Il Lady-Datejust nasce, quindi, sotto il segno dell’audacia. Il segnatempo raccoglie una sfida tecnica e culturale al tempo stesso: l’orologio si mette al servizio dell’autonomia della donna. È

Lady‑Datejust in oro giallo 18 ct, lunetta con 46 diamanti taglio brillante, quadrante in madreperla bianca con 10 diamanti.

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IDEE

Il primo Lady‑Datejust, presentato nel 1957.

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È stata la prima Testimonial Rolex in ambito artistico, soprano neozelandese, a seguito di una partnership iniziata negli anni ’70.

In carriera si è aggiudicata dieci titoli WTA tra cui due prove del Grande Slam: l’Open di Francia 2016 e Wimbledon 2017. È Testimonial Rolex dal 2016.

DAME KIRI GARBIÑE TE KANAWA MUGURUZA

Biologa marina e Testimonial Rolex dal 1982, è una pioniera delle esplorazioni negli abissi oceanici da oltre quattro decenni.

ANNIKA SYLVIA SÖRENSTAM EARLE Ha vinto 59 tornei nel circuito femminile dell’LPGA Tour ed è considerata la miglior giocatrice della storia del golf femminile. È Testimonial Rolex dal 1994.

All’età di 21 anni era già una pianista affermata a livello internazionale e si esibiva in recital in tutto il mondo. È Testimonial Rolex dal 2009.

Biologa britannica, impegnata nella salvaguardia delle barriere coralline, è Vincitrice dei Rolex Awards 2019.

EMMA CAMP 62

YUJA WANG


IDEE

una creazione senza compromessi, che abbina eleganza e precisione al polso delle donne moderne, eleganti e realizzate. Un modo di affermarsi attraverso codici marcatamente femminili. Condensando diversi decenni di innovazioni in orologeria, il Lady-Datejust s’impone come il segnatempo classico femminile per eccellenza: una prodezza tecnologica alla portata delle donne che assumono le loro scelte. Oggi Il Lady-Datejust è l’orologio delle donne che, con forza e determinazione, hanno raggiunto l’apice: lo esibiscono al polso la biologa marina Sylvia Earle, la campionessa di golf Annika Sörenstam e la soprano Dame Kiri Te Kanawa. Attraverso il loro ruolo pionieristico nei rispettivi settori, queste donne danno un’immagine nuova della femminilità: impegnata, moderna e alla costante ricerca dell’eccellenza. Sulla loro scia, si fa strada una nuova generazione di donne che porta avanti questo retaggio riscrivendo le regole di numerose discipline. Dalla pianista prodigio Yuja Wang alla campionessa di tennis Garbiñe Muguruza, dalla biologa Emma Camp, impegnata nella salvaguardia delle barriere coralline, alla virtuosa del sitar Anoushka Shankar, queste donne sono i volti nuovi della femminilità contemporanea. IL TEMPO SINGOLARE Il Lady-Datejust, definito l’orologio classico per eccellenza e noto per il suo stile intramontabile e inimitabile, ha

adottato nel tempo una ampia gamma di lunette e quadranti che riflettono sia la personalità di chi lo indossa, sia la capacità del segnatempo di reinventare la propria eleganza attraverso i dettagli, invitando ogni donna a raccontare la propria storia. Il Lady-Datejust offre diverse possibilità di quadranti. Questi si declinano in una grande varietà di materiali, colori, decorazioni e indicatori – indici, numeri romani o numeri arabi –, con diamanti a mo’ di indici o incastonati sul quadrante stesso. Tra gli iconici quadranti champagne, argentato, bianco, rosa o con diamanti, il quadrante in madreperla si distingue per la sua singolarità. La lunetta del Lady-Datejust, bombata, zigrinata o con diamanti, si declina in tre diverse forme che conferiscono al segnatempo un’estetica particolare.

Lady‑Datejust in versione Rolesor bianco, lunetta zigrinata, quadrante dark grey con numeri romani.

IL QUADRANTE La madreperla è per sua stessa natura ricca di mistero. Può essere rosa, bianca, nera o gialla, diversa per colore, intensità e struttura in base alla sua origine e alla parte della conchiglia da cui la si estrae. Da Rolex la madreperla non è mai colorata artificialmente. L’expertise e le abilità del Marchio sono, invece, impiegate per sublimarne la bellezza naturale, conservando le sue sfumature originali. Poiché i quadranti in madreperla sono pezzi unici, non sarà mai possibile trovare un quadrante identico a un altro.

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LA CASSA Il Lady-Datejust è disponibile in diverse leghe metalliche: in acciaio Oystersteel, in oro giallo, bianco o Everose 18 ct, e anche in versione Rolesor (abbinamento di acciaio Oystersteel e oro giallo, bianco o Everose). Che sia giallo, bianco o Everose, l’oro 18 carati del Lady-Datejust brilla di una lucentezza singolare. Rolex, infatti, dispone internamente di una propria fonderia e utilizza le materie prime più pure per fondere le proprie leghe. Dalla colata dell’oro fino alle operazioni di messa in forma e lucidatura, tutto avviene con la massima cura nei laboratori del Marchio allo scopo di garantire una qualità impeccabile. L’oro Everose, una lega esclusiva di oro rosa 18 ct sviluppata e brevettata da Rolex, deve il proprio aspetto unico alla sua particolare composizione. I DIAMANTI Recentemente Rolex ha presentato una nuova e preziosa declinazione dell’Oyster Perpetual Lady-Datejust in oro giallo 18 ct, con uno scintillante pavé di diamanti che cattura lo sguardo. Il segnatempo esibisce una cassa impreziosita da 158 diamanti taglio brillante suddivisi sulle anse e sui fianchi della carrure e sovrastata da una lunetta con 44 diamanti taglio brillante. Il nuovo Lady-Datejust è completato da un bracciale President con 596 diamanti taglio brillante. Il quadrante è impreziosito da un pavé di 291 diamanti taglio brillante. I BRACCIALI: JUBILEE E PRESIDENT

Il Lady-Datejust è abbinato, in base alla declinazione, a un bracciale Oyster a tre file con fermaglio Oysterclasp, a un bracciale Jubilee a cinque file – creato appositamente per il Datejust nel 1945 – oppure a un bracciale President a tre file. I bracciali Jubilee e President sono dotati di un elegante fermaglio invisibile Crownclasp. Un sistema di fissaggio invisibile garantisce una perfetta continuità visiva tra il bracciale e la cassa. Il bracciale Oyster del Lady-Datejust dispone anche della maglia di prolunga rapida Easylink, sviluppata dal Marchio, che permette di regolarne facilmente la lunghezza di circa 5 mm, per un maggiore comfort in ogni circostanza. Il bracciale President di cui sono dotate alcune

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declinazioni in oro 18 ct integra, all’interno delle sue maglie, inserti in ceramica che ne migliorano la fluidità al polso e la durata nel tempo. CRONOMETRO SUPERLATIVO Il LadyDatejust, come ogni orologio Rolex, vanta la certificazione di Cronometro Superlativo ridefinita da Rolex nel 2015. Questo titolo esclusivo attesta che ogni orologio che esce dai laboratori del Marchio ha superato con successo una serie di test condotti da Rolex nei suoi laboratori secondo i propri criteri. Questi test di certificazione riguardano l’orologio nel suo insieme, dopo l’incassaggio, e ne garantiscono le prestazioni superlative al polso a livello di precisione, impermeabilità, carica automatica e autonomia. Lo status di Cronometro Superlativo è simboleggiato dal sigillo verde che accompagna ogni orologio Rolex insieme a una garanzia internazionale di cinque anni. La precisione di ogni movimento – che ha ottenuto il certificato ufficiale di cronometria del Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres (COSC) – è nuovamente testata da Rolex dopo la sua messa in cassa per soddisfare criteri ben più rigorosi di quelli della certificazione ufficiale. La precisione di un Cronometro Superlativo Rolex, quindi, è nell’ordine di –2/+2 secondi al giorno – lo scarto tollerato dal Marchio per un orologio finito è di gran lunga inferiore a quello ammesso dal COSC per la certificazione ufficiale del solo movimento. La serie di test della certificazione Cronometro Superlativo, effettuata grazie ad attrezzature ad alto contenuto tecnologico specificatamente sviluppate da Rolex e secondo una metodologia esclusiva che simula le condizioni dell’orologio al polso, in modo da rappresentare l’esperienza quotidiana del cliente, è interamente automatizzata e permette di controllare, inoltre, l’impermeabilità, la carica automatica e la riserva di carica del 100% degli orologi Rolex. Questi controlli, con il movimento incassato, vanno sistematicamente a completare i test di qualifica condotti in fase di progettazione e di fabbricazione degli orologi, e ciò affinché l’affidabilità, la robustezza e la resistenza ai campi magnetici e agli urti di questi ultimi siano garantite.


IDEE

Lady‑Datejust in versione Rolesor Everose, lunetta con 46 diamanti taglio brillante, quadrante cioccolato con 10 diamanti.

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L’interno della Boutique Patek Philippe di Roma in via dei Condotti.

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IDEE

PATEK PHILIPPE

L’IMPORTANZA DI SCEGLIERE CON CURA I PROPRI PARTNER LA CELEBRE CASA SVIZZERA GIOCA LA SUA DISTRIBUZIONE SCEGLIENDO CON CURA I SUOI LUOGHI DELLA PASSIONE. ABBIAMO INCONTRATO QUATTRO DEALER ITALIANI UNITI DAL COMUNE DENOMINATORE DELLE “NUOVE GENERAZIONI”

Di Paolo Gobbi

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PATEK PHILIPPE / BARTORELLI 1882

CONDIVIDERE LA STESSA PASSIONE BARTORELLI 1882 HA OLTRE 140 ANNI di storia: un onore oppure un onere? Marco Bartorelli «Assolutamente un onore poter continuare il lavoro di famiglia che si tramanda ormai da generazioni. Oltre che un onore è anche un grande piacere poter continuare questa tradizione lavorando fianco a fianco con i miei fratelli, siamo cresciuti insieme e condividiamo tutti la stessa passione.»

Tanti i cambiamenti in questi ultimi anni, quali sono state le vostre tappe più importanti? MB «Gli ultimi anni sono stati molto intensi, abbiamo registrato diverse tappe che hanno segnato un’evoluzione importante del nostro gruppo. A partire dall’apertura della boutique di Bologna, che ha rappresentato per noi l’approdo in una grande città, dopo aver seguito per anni la strategia di aperture mirate nelle località di villeggiatura più prestigiose. Successivamente abbiamo mosso i primi passi nel mondo delle boutique monomarca e, nel giugno 2021, abbiamo aperto la boutique Hublot a Forte dei Marmi e a dicembre dello stesso anno abbiamo consolidato la strategia aprendo la boutique Bulgari, primo franchising in Europa per il brand del gruppo LVMH. Considerando questi ultimi anni particolari di pandemia, ancora una volta non ci siamo abbattuti e non ci siamo adeguati ad un mondo che si stava fermando ma, al contrario, abbiamo visto un’opportunità di crescita.» Cortina D’Ampezzo, Forte dei Marmi, Milano Marittima, Pesaro, Riccione, Bologna: la vostra identità rimane sempre immutata oppure si adatta ai vari luoghi dove siete presenti con le vostre boutique? MB «Ogni città ha la sua clientela, molto diversa tra loro, quindi ovviamente ci si adatta per quanto riguarda la tipologia di offerta di prodotto, ma la nostra identità rimane sempre la stessa. Anche a livello di immagine delle boutique, cerchiamo di ricreare sempre un’identità ben definita e riconoscibile. Il cliente, indipendentemente dalla località in cui frequenta un nostro punto vendita, deve vivere

il “mondo” Bartorelli. Le boutique monomarca di nostra proprietà, invece, hanno la loro identità propria per rispecchiare al massimo l’immagine del brand che rappresentano.» Siete storici concessionari Patek Philippe. Tanta tradizione ma anche tanta competenza per riuscire a trattare una marca così importante. Tutta esperienza sul campo, oppure bisogna studiare per raggiungere il necessario grado di competenza? MB «L’esperienza sul campo è storicamente quella che ti forma di più, quella che - come si suol dire - “ti forma le ossa”. Ma ovviamente non basta… bisogna essere costantemente aggiornati e studiare molto per rispettare gli standard che un marchio come Patek Philippe e un gruppo come il nostro pretendono dei propri addetti alla vendita e in primis da chi rappresenta la proprietà. Oggi c’è sempre maggiore attenzione sul mondo dell’orologeria, e sempre più persone oltre ad essere appassionate hanno una conoscenza tecnica importante sul prodotto. Né noi né il nostro team possiamo essere da meno.» Cosa vi chiedono i vostri clienti Patek Philippe e cosa vorreste che vi chiedessero? MB «Se ragioniamo sui numeri, le referenze degli orologi sportivi sono sempre quelle più richieste… Ma oggi, dopo anni di cultura generale sul mondo delle grandi complicazioni, la richiesta di queste referenze è aumentata a dismisura. Questo risultato ci rende molto fieri ed orgogliosi del lavoro svolto.» Oggi il mondo sembra impazzito per alcuni modelli, uno di questi è il Nautilus. Come fate a gestire le mille richieste che sicuramente avrete? Alessandro Bartorelli «Nel comunicare ai clienti che Patek Philippe non è un monoprodotto e di conseguenza esistono tanti altri bellissimi segnatempo che possiedono il sigillo Patek Philippe e quindi il massimo delle caratteristiche che un orologio può avere. Basta pensare che in questi ultimi anni sono state presentate

Alessandro e Marco Bartorelli di Bartorelli Gioiellerie 1882 spa

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IDEE

complicazioni e grandi complicazioni che hanno avuto un successo incredibile.» Lavorare in orologeria è un obbligo familiare oppure una scelta? AB «Non è mai stato un obbligo, fin da piccoli i nostri genitori ci hanno comunicato che eravamo liberissimi di percorrere il nostro cammino anche in altri settori, ma che comunque, qualsiasi lavoro avessimo scelto, avremmo dovuto affrontarlo con passione e sacrificio ed è quello che ha sempre fatto la differenza nella nostra azienda.»

dire quale sia l’orologio dei sogni. A differenza di tanti altri, mi piace l’esclusività e la ricerca di ciò che non tutti hanno ed in questo senso Patek Philippe è stato fin da sempre maestro nel comunicare questa filosofia. Attualmente l’orologio che mi piace di più è il ref. 5905R oro rosa della manifattura ginevrina.»

Cosa le piace di più del mondo dell’orologeria e del suo lavoro? AB «Sicuramente è un settore dove si è a contatto con il bello in tutte le sue sfumature, ma la cosa più affascinante e che qualsiasi gioiello o segnatempo è unico e realizzato a mano.» Cosa le piace di meno? AB «Come in qualsiasi settore, sicuramente è un mercato in continua evoluzione e cambiamento, che da un punto di vista può spaventare ma nello stesso tempo ti da gli stimoli giusti per continuare a guardare al futuro ed investire.» Il suo primo orologio? MB «Il mio primo orologio è stato un Tudor, regalatomi dai miei genitori per la Prima Comunione. Un bellissimo oggetto, legato ad un ricordo altrettanto bello.» AB «Un Tudor per la comunione, ricordo quel momento come se fosse oggi!.» L’orologio dei sogni? MB «Non ho un orologio dei sogni, sono innamorato dell’orologeria in generale; ne amo i meccanismi e le complicazioni. Ogni orologio, a modo suo, è un sogno.» AB «Trattando i più grandi brand dell’orologeria non è semplice Patek Philippe ref. 5968G

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PATEK PHILIPPE / HAUSMANN & Co.

IL MULTIFORME TEMPO DI ROMA HAUSMANN & CO. ha una storia che inizia nel 1794: un onore oppure un onere? «È un privilegio. Avere la responsabilità dirigenziale di una azienda plurisecolare è una possibilità unica, soprattutto quando l’obiettivo è confermare quotidianamente la percezione di qualità assoluta, competenza, affidabilità. La sfida imprenditoriale che ne consegue ha i suoi oneri, ma è inutile nascondere che ogni lavoro di responsabilità ne imponga. Il mio lavoro mi permette di aggiungere a questo motivazione e passione.»

Tanti i cambiamenti in questi anni, quali sono state le vostre tappe più importanti? «Hausmann & Co. ha rivoluzionato la sua strategia retail: le tre aperture su via dei Condotti delle Boutique Rolex (2018), Patek Philippe (2019) e Tudor (2020) hanno focalizzato l’attività di Hausmann & Co. quale concessionario plurimarca sull’elegante salotto di Via del Babuino 63, trasformando così il nostro Gruppo in un ingranaggio di trasmissione fondamentale delle strategie dei Brand che rappresentiamo in tutti e quattro i nostri attuali punti vendita. È meno visibile ma altrettanto strategica l’evoluzione organizzativa del Gruppo, che ha centralizzato le funzioni di staff all’interno di un nuovo ufficio dal 2019, consolidando processi e sistemi informativi quali spina dorsale dell’attività dei negozi. I cambiamenti sono funzionali per la ricerca dell’eccellenza, per questo continueremo a realizzarne.» Roma viene chiamata la città Eterna, qual è il rapporto dei romani con il tempo e con gli orologi? «Il tempo di Roma è multiforme: lo Stato della Chiesa lo segnava con campanili che a volte ancora si ricordano di battere le ore, la Capitale del Regno D’Italia ci ha lasciato lo sparo del cannone del Gianicolo ogni mezzogiorno, le case degli aristocratici romani di entrambe le epoche lo lasciano scandire dai rintocchi delle pendole che ancora ripariamo. I romani oggi prestano poca attenzione a

questi suoni del tempo, perché esattamente come nel resto del mondo il tempo è scandito da strumenti tecnologici (su tutti il cellulare) ancor prima che dall’orologio. Ma è sbagliato considerare l’orologio un oggetto superfluo: l’ora la possiamo conoscere in molti modi, ma è indiscutibile che chiunque indossi l’orologio quotidianamente si senta poi smarrito quando malauguratamente non lo abbia al polso.» Voi siete storici concessionari Patek Philippe. Tanta tradizione ma anche tanta competenza per riuscire a trattare una marca così importante. Tutta esperienza sul campo, oppure bisogna studiare per raggiungere il necessario grado di competenza? «Lo studio costituisce la base per l’apprendimento sul campo e per l’evoluzione innovativa del ruolo di concessionario. La nostra azienda si è dotata nel tempo di competenze in economia e organizzazione aziendale, orologeria e meccanica, queste ultime sviluppate anche grazie ad un modello di formazione di Patek Philippe d’avanguardia. Queste conoscenze abilitano l’apprendimento sul campo, che avviene tramite le esperienze tramandate dai colleghi più esperti, gli incontri con collezionisti e esperti di settore, il confronto tecnico con i colleghi orologiai interni ai negozi. Vale inoltre la regola di ogni settore: la formazione continua. Perché le competenze non rimangono stabili nel tempo, se non usate, si deteriorano. Aggiungo a competenza ed esperienza sul campo anche un altro fattore distintivo: i valori aziendali di serietà ed eccellenza del servizio; questi elementi insieme determinano la nostra capacità di interpretare le richieste dei clienti e le strategie di Patek Philippe con la nostra personale firma.» Cosa vi chiedono i vostri clienti Patek Philippe e cosa vorreste che vi chiedessero? «La cosa più importante forse è cosa tutti i clienti si aspettano a fronte dei loro desideri di acquisto. Serietà. Di questo ne facciamo una bandiera. I clienti affezionati e realmente appassionati lo

Giulia Mauro Co-amministratore Hausmann & Co.

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riconoscono e lo apprezzano, anche quando si trovano a vivere anni di attesa per modelli molto rari. Ci piacerebbe che il cliente di passaggio, che si relaziona con noi per la prima volta, ci chiedesse di scoprire i segreti tecnici ed artistici di Patek Philippe piuttosto che la semplice disponibilità di specifici modelli. Ma siamo soddisfatti del fatto che i nostri clienti affezionati abbiano ormai una vera passione per questi argomenti, e di questo il merito va tutto riconosciuto al preparatissimo staff della Boutique Patek Philippe insieme al contesto privilegiato di una boutique monomarca.» Oggi il mondo sembra impazzito per alcuni modelli, uno di questi è il Nautilus. Come fate a gestire le mille richieste che sicuramente avrete? «Con trasparenza. I clienti sono consapevoli che la produzione di orologi delle collezioni Nautilus ed Aquanaut è estremamente limitata, e di conseguenza lo è la nostra disponibilità. In un contesto di domanda esponenzialmente cresciuta, i clienti hanno capito che siamo obbligati a riconoscere la priorità ai nostri clienti affezionati del brand Patek Philippe, interessati a costruire una collezione completa fatta di complicazioni e grandi complicazioni, orologi sportivi dal design unico e rarità classiche ed innovative. Usando le parole di Thierry Stern, spieghiamo che non può esistere un cliente “Nautilus”, ma esiste un cliente “Patek Philippe”, che apprezza la filosofia del brand ed è appassionato delle caratteristiche intrinseche di eccellenza di ogni suo prodotto. Certo non tutti sono contenti di questa risposta, ma è la più onesta e trasparente che possiamo fornire. Se fossi un cliente, cercherei proprio questo nel partner con il quale costruire la mia collezione di orologi.» Lavorare in orologeria è un obbligo familiare oppure una scelta? «La mia carriera professionale è iniziata nella Consulenza di Direzione, che mi ha strapazzata e spostata per l’Italia per circa 6 anni. Lavorare “in negozio” (così si è sempre detto a casa) non era una opzione considerata all’epoca, né da me, né da mio

padre. Quando mi sono trovata a pianificare un diverso percorso professionale, ho deciso che valesse la pena versare sudore per aggiungere valore all’azienda di famiglia piuttosto che per aziende di altri. E il momento era quello giusto per impostare il futuro passaggio generazionale.» Cosa le piace di più del mondo dell’orologeria e del suo lavoro? «L’orologeria è ricca di contrasti unici: unisce meccanica ed arte, coinvolge collezionisti e grande pubblico, parla la lingua della rarità insieme a quella della produzione industriale, è insieme strumento e superfluo. Il nostro è un settore che dall’esterno affascina per la sua patina di mistero, e anche per questo è divertente viverlo dall’interno.» Cosa le piace di meno? «La gestione dei clienti che sono più affascinati dal margine di profitto della rivendita dell’orologio rispetto all’orologio stesso. Danneggiano il settore in tanti modi ben noti, e soprattutto causano la frustrazione dei clienti realmente interessati ad acquistare un orologio per il puro piacere di indossarlo e l’amarezza del concessionario che fidandosi, li accontenta.» Il suo primo orologio? «Ho imparato a leggere l’ora con un Flick Flack rosa, che mi ha permesso poi di indossare quotidianamente il Tudor Oyster Prince al quarzo misura 26mm che mi è stato regalato per la Prima Comunione.» L’orologio dei sogni? «Il calendario perpetuo Patek Philippe per signora referenza 7140G. Un quadrante di eleganza sopraffina che veste la grande complicazione meccanica con grazia e determinazione. Anche per le donne il calendario perpetuo diventerà simbolo di affermazione consapevole e ricercata.»

Patek Philippe ref. 5204R_011

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PATEK PHILIPPE / PISA OROLOGERIA.

LA STORIA NELLE SUE MANI PISA OROLOGERIA ha oltre 80 anni di storia.

«Rispondendo a questa domanda mi viene in mente il mio primo discorso davanti ai miei collaboratori: mi tremava la voce. Avevo poco più di trent’anni, mia madre mi affidava una responsabilità importante e da quel momento le mie decisioni avrebbero influenzato la vita di tante famiglie che da tempo mettevano la loro esperienza al servizio della nostra azienda. In quell’istante, ho sentito tutto il peso della mia nuova responsabilità. Quando però i clienti si avvicinano e ti ringraziano per la gentilezza con cui li hai accolti, la professionalità con cui li hai consigliati, allora la paura svanisce, lasciando spazio alla soddisfazione.» Onere o onore? «Entrambi, perché entrambi concorrono a darmi la giusta motivazione.» Tanti i cambiamenti in questi anni, quali sono state le vostre tappe più importanti? «Ci sono molti traguardi che hanno rappresentato capitoli importanti della nostra storia aziendale: di particolare rilevanza sono ovviamente l’inaugurazione delle Boutique monomarca, quella di Rolex nel 2008, allora la prima in Europa, quella di Patek Philippe nello stesso anno e, più recentemente, quelle di Vacheron Constantin e di Hublot. Penso anche ad alcuni eventi davvero unici e che hanno rappresentato il punto di unione fra i nostri clienti e le manifatture con cui collaboriamo. E come non citare l’apertura del nuovo Flagship Store, che ci ha dato non solo la possibilità di rendere Via Verri la “Via del Tempo”, ma che ci ha anche permesso, grazie agli ampi spazi, di offrire alla nostra clientela una vasta selezione dei migliori brand di alta gioielleria e la nascita di Pisa Diamanti, la nostra linea.» Milano, la città del design, o meglio “i milanesi” amano gli orologi? «Per tanti anni, la linfa vitale di Via Montenapoleone è stata la clientela italiana. Negli ultimi 15 anni, in particolare dopo l’Expo

2015, i clienti esteri hanno rappresentato il 70% del nostro fatturato annuo e quando nella primavera del 2020 il turismo ha subìto la brusca frenata che tutti ricordiamo, i dubbi non sono mancati. A fugarli è stato proprio il ritorno del cliente italiano, in particolar modo meneghino, con quella sua vasta cultura orologiera che rende sempre piacevolissimo lo scambio di informazioni durante la fase di vendita. Non a caso ricordo spesso quanto Milano e Pisa Orologeria siano come due lancette unite dallo stesso perno, simboleggiante l’amore per l’arte: la nostra storia recente lo ha ampiamente dimostrato.» Voi siete storici concessionari Patek Philippe.Tanta tradizione ma anche tanta competenza per riuscire a trattare una marca così importante.Tutta esperienza sul campo, oppure bisogna studiare per raggiungere il necessario grado di competenza? «Direi che l’una non esclude l’altra. La formazione è essenziale per conoscere a fondo il marchio trattato: dalla storia, ai volti, fino ai movimenti, è importante essere perfettamente preparati su ogni ambito al fine di offrire una corretta informazione al cliente. Proprio in virtù di ciò, il brand organizza periodicamente corsi di aggiornamento per i retailer autorizzati. Dalla teoria si sviluppa poi la pratica. Attraverso il confronto quotidiano con i nostri visitatori, la visione del prodotto e l’attività di vendita, si acquisisce quel savoir-faire che ci ha permesso, grazie alla lunga esperienza, di riuscire a comprendere fin da subito il desiderio del cliente. Il nostro compito è quello di guidarlo nella scelta del suo orologio della vita e di cercare di proporre valide alternative alla sua idea iniziale, nel caso non fosse possibile esaudire la sua richiesta.» Cosa vi chiedono i vostri clienti Patek Philippe e cosa vorreste che vi chiedessero? «Gli sportivi rimangono indubbiamente l’oggetto del desiderio più richiesto… e anche quello più difficilmente accessibile, ahimè. Da rivenditori, ci fa sempre molto piacere quando un cliente mostra

Chiara Pisa Amministratore Delegato di Pisa Orologeria

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interesse verso una grande complicazione, il capolavoro della tecnica orologiera, dando così inizio a un piacevole confronto che arricchisce tanto il visitatore quanto i nostri collaboratori. In questo, posso assolutamente dire che gli italiani si confermano tra i maggiori esperti delle lancette.» Oggi il mondo sembra impazzito per alcuni modelli, uno di questi è il Nautilus. Come fate a gestire le mille richieste che sicuramente avrete? «Nautilus e Aquanaut rappresentano la gran parte delle richieste dei nostri visitatori. Negli ultimi anni il fenomeno ha raggiunto una tale portata da obbligarci a prendere decisioni difficili, ma necessarie per poter continuare a fornire un servizio di qualità. Il numero degli interessati è enormemente maggiore rispetto all’effettiva disponibilità. Comprendo questo interesse verso lo sportivo: tralasciando fenomeni di speculazione, che non condivido perché annientano il valore dell’arte a favore di quello unicamente finanziario, riconosco tuttavia ai modelli sportivi una versatilità e una personalità che li rende perfetti in ogni occasione. I modelli più classici sono spesso guardati come più limitanti, eppure hanno punti di forza importanti che cerchiamo sempre di sottolineare al cliente per far comprendere il loro valore. Il nostro compito è offrire ai visitatori un’alternativa rispetto a quell’idea iniziale sfortunatamente non realizzabile: sta poi naturalmente a loro prendere la decisione finale.» Lavorare in orologeria è un obbligo familiare oppure una scelta? «Assolutamente una scelta individuale e ben consapevole. Mia madre non mi ha mai imposto nulla; al contrario mi ha sempre dato la libertà di scegliere ciò che fosse meglio per il mio futuro e si è sempre dimostrata pronta a sostenermi, indipendentemente dalla decisone che alla fine avrei preso. Era ovviamente molto felice quando le ho detto che avrei proseguito l’attività avviata da mio nonno e saggiamente modellata da lei e da mia zia.» Cosa le piace di più del mondo dell’orologeria e del suo lavoro?

«Difficile condensare tutto ciò che apprezzo in una risposta, perché si tratta innanzitutto di emozioni e le emozioni, più che raccontate, vanno vissute per essere comprese. Il mondo delle lancette è quello in cui sono nata. Il loro ticchettio mi ha accompagnata fin da bambina e da sempre mia mamma mi ha educata alla filosofia del bello artistico, al suo riconoscimento, al suo apprezzamento e al saperlo raccontare. È un mondo che da sempre fa parte di me. A livello più prettamente operativo, il confronto con clienti e fornitori è sempre entusiasmante e inoltre mi piace avere occhi su ogni ramo aziendale: amministrazione, logistica, marketing. Non si tratta solo del tanto discusso accentramento che spesso coinvolge gli AD, ma una sincera volontà di conoscere le basi di ogni reparto al fine di avere un confronto più completo possibile durante le consuete riunioni di aggiornamento. È davvero affascinante.» Cosa le piace di meno? «L’ingiustificata smania di novità in cui, dopo la moda, anche l’orologeria sta cadendo sempre più. Ricordo quanto fossi concorde con le parole che Giorgio Armani scrisse durante il primo lockdown, nella primavera del 2020, invitando il suo comparto a distaccarsi dai ritmi incontrollati di questo mondo super fast che sembra non riuscire ad accontentarsi mai e pretende il nuovo senza avere alcuna attesa, dimenticando che l’arte necessiti di cura, dedizione e tempo per la sua creazione. La rincorsa frenetica dell’ultima novità, spoglia l’arte del suo vero valore. Si tende così ad acquistare solo per il gusto di possedere e sentirti appagati. È questo clima di ricambio continuo e spesso infondato a rendermi spesso scettica.» Il suo primo orologio? «Un Audemars Piguet che mi regalò mia zia Grazia in occasione della laurea.» L’orologio dei sogni? «Non si può dire, altrimenti il sogno non si avvera.»

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PATEK PHILIPPE / VERGA 1947

A MILANO I FRATELLI RIBELLI SETTANTACINQUE ANNI di storia: un onore oppure un onere? Federico Verga «È assolutamente un onore arrivare alla soglia dei 75 anni di storia ed essendo noi la quarta generazione abbiamo molta voglia di portare avanti questa tradizione di famiglia e sperare di proseguire per altri 75 anni se non di più.» Riccardo Verga «Sicuramente un onore poter proseguire la tradizione di famiglia e siamo estremamente motivati per poter fare del nostro meglio e poter dare un’impronta alla nostra generazione.»

Tanti i cambiamenti in questi anni, quali sono state le tappe più importanti di Verga 1947? FV «In primis sicuramente la ristrutturazione nel 2014 del negozio di Via Mazzini che è stato reso più moderno. Ci siamo ingranditi di una vetrina e siamo riusciti a fare dei corner importanti all’epoca di Rolex, Audemars Piquet, Patek Philippe. Un’altra tappa molto importante della nostra storia è stata nel 2015 quando abbiamo aperto il negozio in zona Gae Aulenti con i corner di Montblanc, Cartier, Patek Philippe e Tudor. E sicuramente anche quest’anno in quanto ci saranno passi avanti per noi visti i progetti rivolti all’area di Gae Aulenti.» RV «Io ho iniziato a lavorare nel 2015, un anno dopo aver ristrutturato completamente la Boutique di Via Mazzini e nei mesi successivi al mio ingresso c’è stato un altro momento importante, con l’apertura del secondo punto vendita in via Vincenzo Capelli (zona Gae Aulenti). Sicuramente è stata una tappa significativa perché prevediamo che il futuro si concentri molto in quella zona di Milano.» Quando arriva un anniversario come questo, è più importante guardare indietro oppure avanti? FV «Sicuramente è più importante guardare avanti. Quello che è stato fatto prima è stato fatto e fortunatamente anche bene dalle altre generazioni con cui ancora lavoriamo, in quanto nostro padre e nostro nonno sono tutt’ora in negozio. Però bisogna guardare avanti,

proseguire anche con la tecnologia e tutto quello che sono le realtà di adesso quindi andare avanti con i social con il CRM e proseguire con i piani che abbiamo.» RV «Bisogna sempre guardare avanti prendendo spunto da tutto quello che è accaduto in passato, facendo crescere sempre il nome della famiglia con tutti i Brand che noi rappresentiamo.» Voi siete storici concessionari Patek Philippe. Tanta tradizione ma anche tanta competenza per riuscire a trattare una marca così importante. Tutta esperienza sul campo, oppure bisogna studiare per raggiungere il necessario grado di competenza? FV «Sì, siamo concessionari storici Patek Philippe e in questo momento abbiamo due corner a Milano. Sicuramente l’esperienza sul campo fa tanto come anche avere molta conoscenza di orologi vintage che fanno un po’ la storia del Brand. Patek Philippe ci dà anche la possibilità di seguire dei corsi organizzati molto bene sia sul servizio post vendita che sul prodotto, e sicuramente sono molto utili per imparare a spiegare al meglio un orologio Patek Philippe e a conoscerlo a 360°.» RV «Sicuramente trattare un Brand come Patek Philippe, uno dei più rinomati nel mondo dell’alta orologeria, richiede esperienza. Fortunatamente la Casa ci viene incontro proponendo tanti corsi di formazione per tenerci sempre aggiornati su tantissimi sviluppi e su tantissime complicazioni che la Casa produce. Bisogna essere grati a Patek che ci dà l’opportunità di poter sempre conoscere appieno l’interno della manifattura.» Cosa vi chiedono i vostri clienti Patek Philippe e cosa vorreste che vi chiedessero? FV «I nostri clienti Patek Philippe sono molto esigenti e ci piace poterci confrontare con loro su tutta la parte della collezione, passando dall’Ellisse fino alle grandi complicazioni.» Oggi il mondo sembra impazzito per alcuni modelli, uno di questi è il

Federico Verga, e Riccardo Verga Manager Director Verga 1947 Boutique

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Nautilus. Come fate a gestire le mille richieste che sicuramente avrete? FV «Confermo che il mondo è abbastanza impazzito però direi in generale per il settore dell’orologeria e anche e soprattutto per il mondo Patek Philip. Noi cerchiamo nei nostri clienti la massima fiducia e in particolare il fatto che siano amanti a 360° del Brand Patek Philippe, dai Calatrava ai Nautilus alle Complicazioni, diciamo che si va a creare un percorso per avere dei clienti che hanno tutta la collezione Patek Philippe.» RV «Sicuramente ad oggi la famiglia Nautilus è estremamente ambita, non dico che non è facile gestire le mille richieste, ma sicuramente ne abbiamo moltissime. Il nostro lavoro principale oggi è quello di selezionare accuratamente la clientela. Abbiamo tanti clienti giovani che si sono presentati nel mondo Patek e per noi è un onore poterli condurre nel loro percorso di collezionismo.» Lavorare in orologeria è un obbligo familiare oppure una scelta? FV «Non è assolutamente un obbligo ma è stata una scelta che ho fatto subito dopo il liceo. E’ stato un onore per me iniziare e poter lavorare a stretto contatto con i nostri collaboratori che lavorano con noi da tanti anni e soprattutto sia con mio padre che con mio nonno, e a seguire anche con mio fratello maggiore. Quindi è stato un piacere, anzi non vedo l’ora di continuare e avere nuove sfide nei prossimi anni.» RV «Per me è stata una scelta, essendo il primogenito avevo la possibilità di scegliere tante cose. Sin da subito ho capito che il mio futuro sarebbe stato all’interno dell’Azienda di famiglia con la responsabilità e motivazione di fare del mio meglio e dare le mie idee, insieme ai miei due fratelli.»

nuovi ci dà una conoscenza a 360°, e questo mi affascina molto.» RV «In primis mi piace sicuramente il prodotto, estremamente affascinante in tutte le sfaccettature. Dalla parte estetica, alla parte della meccanica. Mi piace anche molto il contatto con il pubblico, avere e instaurare relazioni, conoscere tante persone.» Cosa vi piace di meno? FV «Ho la fortuna di svegliarmi al mattino con tanta voglia di andare a lavoro e direi che non ci sono cose negative.» RV «Ad oggi non riuscirei a rispondere perché mi piace veramente tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Anche le problematiche cerco sempre di affrontarle e risolverle in maniera più che positiva.» Il tuo primo orologio? FV «Il mio primo orologio mi è stato regalato da mio padre, è stato un Tudor alla mia prima comunione.» RV «Un Tudor, che mi è stato regalato alla cresima e che usavo sin da piccolo.» L’orologio dei sogni? FV «Possibilmente una ripetizione minuti Patek Philippe, sicuramente lo reputo l’orologio dei miei sogni.» RV «L’orologio dei sogni, avendo la fortuna di averne visti tanti, non ce l’ho ancora, dico sempre che deve essere ancora prodotto.»

Cosa vi piace di più del mondo dell’orologeria e del tuo lavoro? FV «Mi piace molto la meccanica, l’estetica, il fatto di poter abbinare un orologio a come si è vestiti. La cosa che mi piace del mio lavoro è sicuramente il contatto con il pubblico e con la clientela di un certo tipo e aver la possibilità di trattare orologi sia vintage che

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BOY·FRIEND SKELETON X-RAY RED EDITON Serie limitata a 100 pezzi. Cassa e lunetta in vetro zaffiro. Fondello in vetro zaffiro con menzione “Limite to 100”. Corona in oro beige con 5 rubini taglio baguette (~0,15 carati). Cinturino in pelle di vitello con motivo alligatore rosso lucido con fibbia a tripla piegatura in oro beige. Movimento meccanico a carica manuale di manifattura Calibro 3 con riserva di carica di circa 55 ore. Funzioni: ore, minuti, secondi. Impermeabilità: 30 metri Dimensioni: 37 x 28,6 x 8,4 mm.

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CHANEL

ROSSO DA INDOSSARE DOPO AVER SOVVERTITO LE REGOLE DELL’ALTA OROLOGERIA CON MODELLI AI RAGGI X E CON I RAINBOW “ELECTRO” OGGI LA CASA PARIGINA ONORA UNO DEI COLORI PREFERITI DI COCO

Di Claudia Gobbi

Il movimento di manifattura carica manuale Calibro 3 del Boy·Friend Skeleton X-Ray Red Edition, con ~55 ore di riserva di carica.

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J12 X-RAY RED EDITION Serie limitata a 12 pezzi. Cassa in vetro zaffiro e oro bianco

con lunetta fissa in oro bianco con 46 rubini taglio baguette (~5,80 carati). Quadrante in vetro zaffiro con 12 rubini baguette (~0,45 carati). Corona con 1 diamante taglio brillante (~0,16 carati). Bracciale in zaffiro con due link in oro bianco. Movimento meccanico a carica manuale di manifattura Calibro 3.1, la platina e il ponte superiore sono in zaffiro. Impermeabilità 30 metri. Diametro: 38 mm. Rubini: 92 totali taglio baguette (~8,40 carati).

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SONO CINQUE I COLORI distintivi della Maison Chanel: bianco, nero, beige, oro e rosso. Proprio quest’ultimo è il protagonista della collezione Haute Horlogerie Red Edition. Per capire quanto questo colore sia importante, basta ricordare le parole di Gabrielle Chanel: «Se sei triste o hai il cuore spezzato, truccati, vestiti, aggiungi più rossetto e attacca!». Lei amava il potere del rosso quando veniva usato con la giusta enfasi, riuscendo ad aumentare la sicurezza e la voglia di affermazione di chi lo “indossa”. Rosso come un piccolo dettaglio per evidenziare la struttura di una giacca, come un singolo elemento per accentuare la fodera di una borsa 2.55 e da oggi come tonalità distintiva degli orologi della Casa parigina: «Come espediente stilistico, l’ho utilizzato su tre creazioni di Alta Orologeria – ha detto Arnaud Chastaingt, Direttore del Laboratorio di creazione di orologeria Chanel - mi piace l’audacia di un movimento truccato in rosso, la sensualità dell’unione di oro beige e rubini, l’autorità di un cinturino rosso lucido al polso. Non c’è niente di pusillanime nel rosso! Ha un’eleganza senza compromessi». J12 X-RAY RED EDITION Nel 2020, in occasione del ventesimo anniversario del J12, Chanel ha messo in evidenza il concetto di trasparenza e ha presentato il J12 X-Ray, con la sua cassa e le maglie del bracciale tagliate da un cristallo grezzo di zaffiro. Oggi, la J12 X-Ray Red Edition Rouge svela le sue curve e quelle del suo movimento. La silhouette J12 rimane invariata, ma l’accento sul rosso aggiunge una nota di contrasto al look. Simboli di vita e passione, i rubini accentuano il carattere unico e sofisticato di questo segnatempo. Il movimento si presenta come un frammento

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grafico di pizzo ricamato con ponti e ruote dentate, secondo le regole dell’arte dell’Alta Orologeria: le ruote dentate del Calibro 3 sono ancora presenti, ma grazie al vetro zaffiro i ponti sono ingegnosamente scomparsi. BOY.FRIEND RED EDITION Nel 2018, il Boy·Friend è stato dotato di un movimento scheletrato sviluppato all’interno della Manifattura Chanel: dal gusto architettonico, moderno e essenziale, visibile sia dal davanti che dal retro, si svela immediatamente in tutta la sua finezza dal gioco trasparente dei suoi dischi ad incastro. Il Calibro 3 mostra un’eleganza radicale e una padronanza impeccabile dei codici della mascolinità. Nel 2022, gli orologi Boy·Friend Skeleton Red Edition e Boy·Friend Skeleton X-Ray Red Edition emergono come nuove creazioni di Alta Orologeria intrise di autorità e stile inimitabile. La silhouette rimane invariata, ma l’accento sul rosso, uno dei colori distintivi della Maison, aggiunge una nota di contrasto al look. Il cinturino in pelle goffrata rossa richiama la fodera della borsa 2.55, mentre il rosso del movimento, in associazione con la sfumatura oro beige cipria, suggerisce l’ultimo tocco di rossetto per attirare l’attenzione su un sorriso. Ancora dotati del Calibro 3, gli orologi presentano l’aspetto di un frammento grafico di pizzo ricamato con ponti e ruote dentate, che offre sottili scorci della pelle sottostante. L’estetica architettonica e il movimento del Boy·Friend sottolineano la stretta affinità dell’orologio con i codici della mascolinità. Questa potente dualità crea due pezzi nuovi ed eccezionali, radicali ed eleganti, in cui la linea di demarcazione tra il femminile e il maschile diventa sempre più sottile.


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BOY·FRIEND SKELETON RED EDITION

Serie limitata a 10 pezzi. Cassa in oro beige, lunetta con 38 rubini taglio baguette (~1,96 carati). Corona in oro beige con 5 rubini taglio baguette (~0,15 carati). Cinturino in pelle di vitello fantasia alligatore rosso brillante. Chiusura tripla pieghevole in oro incastonata con 23 rubini baguette (~0,89 carati). Movimento meccanico a carica manuale di manifattura Calibro 3 con riserva di carica di circa 55 ore. Dimensioni: 37 x 28,6 x 8,4 mm.

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GUCCI

L’EVOLUZIONE NEL SEGNO DELL’ALTA OROLOGERIA «L’OBIETTIVO PRINCIPALE È QUELLO DI OFFRIRE UN PRODOTTO DAL DESIGN ESCLUSIVO CON IL PIÙ ALTO CONTENUTO MANIFATTURIERO POSSIBILE, REALIZZANDO COMPLICAZIONI NUOVE E MAI VISTE SUL MERCATO.» MAURIZIO PISANU CI RACCONTA COME Di Paolo Gobbi

SONO CINQUANT’ANNI che Gucci realizza i suoi segnatempo. Mezzo secolo che ha visto tante creazioni diverse, solotempo essenziali o pezzi di altissima complicazione meccanica. Una caratteristica è sempre rimasta assolutamente immutata, l’originalità. Oggi il suo cammino continua nel segno dell’Alta Orologeria, con creazioni eccezionali come il Gucci 25H Skeleton Tourbillon in oro bianco con la sua cassa incredibilmente sottile di 8 mm di spessore e l’accattivante quadrante trasparente, oppure il G-Timeless Planetarium, che presenta una spettacolare giostra di pietre preziose colorate che circondano il quadrante, o ancora il G-Timeless Moonlight, un segnatempo poetico che invita chi lo indossa a godersi un’odissea nello spazio al polso. Andiamo alla scoperta di questo mondo

con Maurizio Pisanu, che della Casa dalle origini fiorentine è Managing Director Watches & Jewelry. Come nasce il matrimonio tra Gucci e l’Alta Orologeria? «Da un lato è stato la naturale conseguenza dopo la decisione di entrare nel segmento alto di gamma nel 2019 con l’Alta Gioielleria e con i primi orologi con complicazioni, e dall’altro è stato il passaggio più organico, considerato il know-how Gucci nel segmento degli orologi Swiss Made di qualità, iniziato 50 anni fa.» Quali sono i vostri obiettivi? «L’obiettivo principale è quello di offrire ai clienti Gucci un prodotto dal design esclusivo con il più alto contenuto manifatturiero possibile, che nel

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Maurizio Pisanu Gucci Managing Director Watches & Jewelry

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caso dell’Alta Orologeria si traduce nella creazione di complicazioni nuove e mai viste sul mercato, come il G-Timeless Planetarium, esempio perfetto di una complicazione studiata internamente in due anni di lavoro, che combina il classico tourbillon con un movimento “on demand” che consente alle ore, indicate da pietre preziose, di ruotare creando un magico gioco di movimenti simile a una danza.» Il vostro cliente ideale è l’appassionato del mondo delle lancette o il Gucci addicted? «Il cliente Gucci è prima di tutto un amante dell’universo della Maison, dell’approccio fresco e moderno al design, anche quando si tratta di prodotti considerati per il mondo dei collezionisti. Ma strizziamo l’occhio anche agli appassionati del mondo delle lancette, sorprendendo il pubblico dei “connaisseur” con un prodotto altamente innovativo e meccanicamente impeccabile.» Chi si occupa della creatività dei modelli di Alta Orologeria? «Alessandro Michele, Direttore creativo di Gucci, cura la creatività dei modelli e la sua visione spinge sempre tecnici e maestri orologiai oltre i limiti dell’immaginazione.» Come e dove avviene la produzione? «La produzione avviene integralmente in Svizzera, nel workshop/atelier a Cortaillod, vicino a Neuchatel, e con il contributo di watchmaker indipendenti che lavorano in esclusiva su modelli Gucci.» Dove vengono venduti i vostri modelli di Alta Orologeria? Boutique Gucci, orologerie multimarca… «Attualmente i modelli vengono presentati durante eventi dedicati e appuntamenti privati, ma a partire da fine 2022 saranno presenti anche in un limitato numero di boutique, nelle principali città.» Gucci, marchio italiano, trasporterà dell’italianità anche nell’Alta Orologeria? «Gucci, come marchio italiano, ha nel DNA la creatività e il design che tutto il mondo riconosce,

in questo senso trasporteremo l’italianità anche nell’Alta Orologeria, storicamente percepita come tradizionale e classica.» I vostri tourbillon sono in vendita ormai da più di un anno. Quale feedback avete ricevuto? «I riscontri del mercato sono più che positivi, proprio questo ha spinto a continuare a proporre nuovi tourbillon, come lo skeleton del nuovo Gucci 25H, presentato a Ginevra a fine marzo, e a unirlo a nuove complicazioni studiate internamente, come nel caso del G-Timeless Planetarium, per offrire qualcosa di esclusivo e mai proposto sul mercato.» Come vi comportate per il servizio post vendita? «Tutta l’attività post vendita è gestita internamente da un team dedicato in Svizzera, negli uffici a Cortaillod.» Che cosa distingue Gucci da un marchio tradizionale? «Sicuramente l’aspetto che più contraddistingue Gucci è “think out of the box”, che è lo spirito naturale del brand in ogni categoria merceologica. Rompere gli schemi, soprattutto in un mondo tradizionale come quello dell’orologeria, non è semplice, ma è quello che sicuramente Gucci sa fare meglio. E il risultato è sempre sorprendente.» La produzione “tradizionale” continua oppure vi trasformerete in una marca solamente di altissimo livello? «La produzione tradizionale continuerà, seppure con sempre maggiore attenzione alla qualità, al dettaglio, a un prodotto sempre più timeless seppur con un forte contenuto di design.» Cosa ci possiamo aspettare per il futuro della vostra Alta Orologeria? «Sicuramente una continua innovazione tecnologica nel lungo termine, nei prossimi anni stiamo progettando di rivelare nuove complicazioni esclusive, e un design sempre più fuori dagli schemi del mondo tradizionale orologiero.»

G-Timeless Planetarium

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IWC

LA CERAMICA HIGH-TECH NOTEVOLMENTE PIÙ LEGGERA E PIÙ DURA DELL’ACCIAIO, PERFETTAMENTE RESISTENTE AI GRAFFI CON UNA SUPERFICIE A SPECCHIO PIACEVOLMENTE LISCIA AL TATTO: IL MATERIALE PERFETTO PER LA CASSA DI UN OROLOGIO

Di Claudia Gobbi PIÙ LEGGERA DELL’ACCIAIO, estremamente resistente e con una resistenza ai graffi seconda solo al diamante: la ceramica ha delle proprietà uniche e si è ormai affermata come materiale d’eccellenza nell’Alta Orologeria. Ovviamente per questo scopo non viene utilizzata la fragile porcellana, bensì una ceramica appositamente progettata dai nostri ingegneri. Questi materiali inorganici e non metallici sono altamente resistenti agli agenti fisici o chimici. Nemmeno temperature superiori a 1000 gradi Celsius riescono a scalfirli. Oltre all’industria dell’orologeria, la gamma di applicazioni delle ceramiche high-tech include condensatori e impianti dentali e si estende anche a componenti per turbine di aerei e motori ad elevate prestazioni. IWC È STATA UN PIONIERE nell’utilizzo di ceramiche per le casse degli orologi, più di 30

Pilot’s Watch Chronograph Top Gun Edition “Lake Tahoe”.

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anni fa. Nel 1986, la manifattura ha lanciato il Da Vinci Crono Calendario Perpetuo (ref. IW3755) proponendolo con una cassa innovativa dalla forma rotonda, realizzata in ceramica di ossido di zirconio nera e bianca. In seguito sono state utilizzate anche ceramica marrone al nitruro di silicio per il Pilot’s Watch Chronograph Edition “The Last Flight” (ref. 3880 del 2015) e ceramica al carburo di boro nera per l’Ingenieur Automatic Edition “AMG GT” (ref. IW324602 sempre del 2015), il tipo di ceramica più duro in assoluto. Di recente, questo materiale high tech è stato integrato nella gamma Pilot’s Watch, principalmente per i modelli Top Gun visibili su queste pagine. Questi cronografi orientati alle prestazioni sono teoricamente progettati per l’utilizzo quotidiano negli angusti spazi della cabina di un jet e durante lunghe missioni a bordo delle portaerei. L’elevata resistenza a graffi


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La cassa verde scuro del Pilot’s Watch Chronograph Top Gun Edition “Woodland” è il risultato di una formula unica e di sofisticati processi di produzione.

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TOP GUN Top Gun è il nome con cui viene comunemente chiamata la scuola da cui escono i migliori piloti di caccia della marina militare statunitense. Fondata nel 1969 come United States Navy Fighter Weapons School, oggi è nota con la denominazione di United States Navy Strike Fighter Tactics Instructor Program (program SFTI) e prevede un programma di addestramento finalizzato a formare personale di volo altamente qualificato, in grado di fronteggiare e/o risolvere situazioni di grave pericolo in ambito ‘aria-aria’ e ‘terra-aria’ I corsi sono riservati a ufficiali di elevata esperienza della United States Navy (USN) e dei United States Marine Corps, durano 5 settimane e prevedono 80 ore di lezione teorica relativa a tattica, meccanica e tecnologia e 25 di volo effettivo, portate al termine le quali l’ufficiale può fare ritorno al proprio battaglione o restare in accademia in qualità di istruttore. La scuola Top Gun prevede altresì l’Adversary Training Course - un programma con simulazioni di combattimenti aerei con ‘nemici’ reali - e un corso di aggiornamento annuale (Strike-Fighter Tactics Refresher Course) chiamato Re-blue. I migliori piloti della United States Air Force escono invece dalla USAF Weapons School - la scuola dei Top Gun dell’aeronautica - e sono in forte competizione con i ‘colleghi’ dell’USN.

Lady‑Datejust in versione Rolesor bianco, lunetta zigrinata, quadrante dark grey con numeri romani.

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e corrosione è un requisito essenziale, che rende la ceramica una scelta perfetta. Le ceramiche high tech sono caratterizzate dalla purezza delle rispettive materie prime e dai processi di produzione particolarmente complessi. Le materie prime sono polveri policristalline, per la maggior parte minerali, come silicati, ossido di alluminio o carburo di silicio. Vengono miscelati con diversi additivi in una massa omogenea, modellati e quindi sottoposti ad un processo di cottura in forno a temperature elevate. Durante questo processo, noto come “sinterizzazione”, i materiali ausiliari si volatilizzano lasciando spazio a corpi ceramici estremamente stabili costituiti da innumerevoli grani di minuscole dimensioni. LA PRODUZIONE DI CASSE ceramiche per orologi meccanici è un vero capolavoro di ingegneria. Una delle sfide consiste nel fatto che la ceramica si ritira di circa un terzo durante il processo di sinterizzazione. Per fare in modo che successivamente il movimento si integri con precisione nella cassa, è necessario tenere conto di questo ritiro già nella fase di progettazione. A differenza dei metalli, le cui proprietà sono chiaramente definite e completate prima della lavorazione, le ceramiche, sono condizionate dalle singole fasi del processowv di produzione. Di conseguenza è possibile che l’utilizzo di diversi metodi di sinterizzazione, insieme alla dimensione dei grani scelta e alla temperatura di sinterizzazione, conducano alla realizzazione di prodotti finiti con proprietà notevolmente diverse, pur con gli stessi materiali di base.

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FIN DALL’INIZIO IWC ha anche sperimentato diversi colori della ceramica. Già nel 1980 l’azienda ha prodotto serie limitate di prototipi in ceramica bianca, blu, verde e persino rosa. La produzione di casse in ceramica colorata è un’attività particolarmente impegnativa. La cassa color sabbia del Big Pilot’s Watch Top Gun Edition “Mojave Desert”, la cassa di colore bianco del Pilot’s Watch Chronograph Top Gun Edition “Lake Tahoe” e la cassa verde scuro del Pilot’s Watch Chronograph Top Gun Edition “Woodland” sono il risultato di formule uniche e di sofisticati processi di produzione. Una delle tante sfide consiste nel creare la sfumatura di colore finale, ottenuta in stretta collaborazione con gli ingegneri nel corso di innumerevoli test per individuare le miscele di pigmenti ottimali per i lotti di colore. Un’altra sfida deriva dalla necessità, per il colore finale, di abbinarsi con precisione con altri componenti dell’orologio, come il quadrante o il bracciale. Per conferire alla ceramica il rispettivo colore l’ossido di zirconio viene combinato con altri ossidi metallici. Le materie prime e il rapporto di miscelazione variano per ciascuna sfumatura di colore. Inoltre il processo di produzione e le rispettive condizioni specifiche devono essere adattati alla ceramica colorata e ai rispettivi componenti, per esempio temperatura e durata del processo di sinterizzazione. Le ceramiche colorate inoltre presentano requisiti significativamente più elevati relativamente alla purezza delle materie prime. Bianca, color sabbia o verde scuro: ogni cassa in ceramica colorata di Schaffhausen integra le conoscenze acquisite nel corso di decenni e le più raffinate competenze ingegneristiche.


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Pilot’s Watch Chronograph Top Gun Edition “Lake Tahoe”.

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MONTBL ANC

IL SUBACQUEO NATO IN MONTAGNA DAL MER DE GLACE PRENDE ISPIRAZIONE IL QUADRANTE GHIACCIATO DEL 1858 ICED SEA Di Patrizio Poggiarelli QUANDO SI È TRATTATO di immaginare un nuovo orologio sportivo per immersioni, Montblanc ha scelto di andare totalmente controcorrente, lasciando da parte le profondità marine e scegliendo ilaghi glaciali del massiccio del Monte Bianco. Risalendo lungo la valle di Chamonix fino all’imponente ghiacciaio Mer de Glace, i designer della Maison sono stati affascinati dai motivi formati dal ghiaccio, con le sue trame di cristalli congelati nel tempo da millenni. Pieni di nuove idee, sono tornati alla Manifattura per trovare un modo di ricreare sul quadrante di un orologio ciò che avevano visto. Non è stata un’impresa facile: nulla del genere era stato mai fatto prima, e il quadrante di un orologio è alto solo 0,5 mm, per cui è molto difficile dare la stessa impressione di profondità di un ghiacciaio. Dopo numerosi tentativi, la Maison è riuscita a trovare una soluzione per dare al quadrante un’impressione autentica di profondità e luminosità. I maestri orologiai hanno creato il quadrante utilizzando un’antica tecnica, quasi

dimenticata, chiamata gratté boisé. Il risultato cattura perfettamente lo spirito di esplorazione che caratterizza Montblanc, quello delle avventure per cui gli stessi orologi sono stati pensati, ma che si ritrova anche nel modo in cui sono progettati e realizzati. Questo segnatempo comprende un bracciale intercambiabile a V in acciaio che può essere sostituito rapidamente e facilmente con un cinturino in caucciù senza dover tornare in boutique e senza utilizzare alcuno strumento: non è solamente intercambiabile ma anche adattabile al polso in modo che ognuno possa trovare la giusta vestibilità, soprattutto se lo si indossa sopra una muta. Il bracciale presenta una rastrematura di 20-16 mm ed è fissato da una doppia fibbia déployante. È piuttosto insolito trovare cinturini rastremati in orologi che appartengono allo stesso segmento di mercato, considerando che sono più complicati e costosi da produrre; ma fanno una grande differenza apportando un ulteriore elemento di carattere ed eleganza a questo modello. L’acciaio

Montblanc 1858 Iced Sea Automatic Date - Blue

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Montblanc 1858 Iced Sea Automatic Date - Black

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inossidabile e la gomma sono stati scelti per la loro resistenza alla salinità dell’acqua di mare. Il Montblanc 1858 Iced Sea Automatic Date è più di un orologio sportivo: è uno strumento di cronometraggio subacqueo certificato e conforme alla norma ISO 6425. Oltre a questa importante certificazione di sicurezza, ogni segnatempo viene sottoposto al Montblanc Laboratory Test 500 per garantirne la resistenza agli urti, ai campi magnetici, alla temperatura, alla pressione dell’acqua (30 bar) e per assicurare che gli elementi di fissaggio siano rinforzati per la massima sicurezza. Il segnatempo deve essere anche visibile in ogni condizione. Per questo, Montblanc ha rivestito in Super-Luminova bianco le lancette, gli indici e il puntino a ore 12, che brillano di una tonalità luminescente in condizioni di scarsa illuminazione, in linea con il tema glaciale. TRE SFUMATURE PER TRE TIPI DI GHIACCIO

L’Iced Sea è disponibile in tre diversi colori del quadrante, ovvero blu, verde e nero, che rispecchiano le diverse colorazioni dei ghiacciai. Il ghiaccio blu si trova nella Mer de Glace del Monte Bianco ed è creato dalle bolle d’aria

intrappolate nel ghiaccio, mentre il ghiaccio verde si trova in Antartide ed è il risultato della presenza di microscopiche colonie di alghe della neve. Il ghiaccio si presenta invece nero quando è privo di inclusioni o bolle d’aria e assorbe quindi abbastanza luce da apparire nero. La sfumatura scura può essere causata anche da sedimenti di cenere vulcanica nella struttura del ghiaccio, fenomeno che si può osservare ad esempio nelle regioni polari. Ogni segnatempo è dotato di una cassa in acciaio pregiato da 41 mm con una lunetta girevole unidirezionale in ceramica bicolore e un fondello con un’incisione in rilievo 3D, raffigurante un iceberg e un subacqueo che esplora le acque glaciali sottostanti. Questa immagine è ottenuta grazie a una tecnica di incisione che raramente viene utilizzata su una superficie così piccola. Per ottenere l’incisione, il metallo viene prima lavorato al laser per creare un’immagine in rilievo 3D dotata di profondità e realismo. L’intera collezione è dotata di movimento automatico e indica le ore, i minuti, i secondi e la data a ore tre. L’orologio viene fornito con una custodia in materiale riciclato e riciclabile.

1858 ICED SEA AUTOMATIC DATE Cassa in acciaio pregiato con anse ricurve con finitura lucida e satinata. Lunetta girevole unidirezionale in ceramica zigrinata con sabbiatura in Super-Luminova blu bicolore con emissione blu sul puntino. Vetro zaffiro rotondo multistrato trasparente e antiriflesso all’interno e all’esterno. Fondello avvitato in acciaio pregiato con incisione 3D di iceberg e sub. Diametro = 41 mm; altezza = 12,9 mm. Impermeabilità 30 bar (300 m). Corona in acciaio pregiato con finitura lucida e scanalata. Emblema Montblanc in rilievo. Quadrante laccato color blu carbone lucido che ricorda il ghiaccio, numeri arabi applicati luminescenti di colore blu con finitura rodio, lancette delle ore e dei minuti a cattedrale luminescenti di colore blu con finitura rodio. Data in nero su sfondo bianco . Cinturino intercambiabile in acciaio pregiato con doppia fibbia déployante, regolabile (20-16 mm) Certificato dal Montblanc Laboratory Test 500.

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Zannetti Scuba Art Piranha. Quadrante in madreperla con smalti policromi champlevé. Basco e cravatta in lana realizati artigianalmente da Zannetti.

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ZANNETTI

IMPARIAMO A RUBARE IL NOSTRO TEMPO

IL SEGRETO È VIVERE CON PASSIONE AVENDO CURA DI SCEGLIERE DEI MOMENTI DOVE POTER GODERE DEL NOSTRO TEMPO NELLA MANIERA MIGLIORE E PIÙ BELLA

Di Claudia Gobbi e Filippo Maria Rossi Foto Leila Leam Modello Paolo Re

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Zannetti Gladiatore Dragon, cassa e quadrante in bronzo decorati con smalti policromi champlevé. Movimento automatico Svizzero. Basco e cravatta in lana realizati artigianalmente da Zannetti.

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Zannetti Scuba Art Piranha, cassa in acciaio, vetro zaffiro ad alto spessore, valvola per l’elio. Movimento automatico Svizzero. Quadrante in madreperla con smalti policromi champlevé. Basco e cravatta in lana realizati artigianalmente da Zannetti.

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CRAVATTE ZANNETTI

La cravatta racconta sempre una storia. La “croata” è il perfetto pendant alla camicia e ai gemelli e fa parte del rito mattutino del gentlemen come dell’uomo che si batte nelle moderne arene dei giorni nostri, negli uffici, per strada, o alle riunioni d’affari. La cravatta accompagna la persona che la indossa rivelandone tratti della personalità o lanciando precisi messaggi con i suoi colori o le sue fantasie. Con la sua vitalità schiarisce con un tocco fantasia la più grigia delle giornate. Chi ama la cravatta lo sa. Zannetti propone per le sue cravatte un solo criterio, la qualità, che si percepirà nella molteplicità dei modelli, dal classico “Britannico” alla sette pieghe “Napoletana” e indipendentemente dai materiali, sempre eccelsi. Sia l’autorevole banchiere che il “feffé” più gagliardo troveranno soddisfazione nel portare un prodotto di manifattura Zannetti. Solo le migliori sete Jacquard, i Twill e i Rasi vengono scelti per la confezione, sempre artigianale, assieme a lane invernali, Lini Estivi, Tweed e Tartan. Ogni cravatta Zannetti, dalla più fantasiosa alla più sobria esprimono amore per il bello e cura dei dettagli, valori della Casa Zannetti oltre ad un inconfondibile ed inimitabile stile. CRAVATTA A FARFALLA - PAPILLONS

Per chi desidera una fantasiosa alternativa alla cravatta Zannetti propone il Farfallino, detto anche Papillon o Galla a seconda della costruzione. Esso accompagna la persona che la indossa rivelandone tratti della personalità o lanciando precisi messaggi con i suoi colori o le sue fantasie. Con la sua vitalità schiarisce con un tocco fantasia la più grigia delle giornate. Sia l’autorevole banchiere che il “feffé” più gagliardo troveranno soddisfazione nel portare

un prodotto di manifattura Zannetti. Solo le migliori sete Jacquard, i Twill e i Rasi vengono scelti per la confezione, sempre artigianale, assieme a lane invernali, Lini Estivi, Tweed e Tartan. Ogni farfallino Zannetti, dal più fantasioso al più sobrio esprimono amore per il bello e cura dei dettagli, valori della Casa Zannetti oltre ad un inconfondibile ed inimitabile stile. ZANNETTI CAP IN LANA SCOZZESE

Realizzati in vero Tartan scozzese il cappello all’inglese Zannetti, il cosiddetto Flat Cap è un manufatto artigianale cucito a mano con una fantasia di lane scozzesi e motivi autentici. Ogni fantasia riconduce ad uno specifico clan scozzese. Ideale copricapo per l’inverno. La lana scozzese ha una sua naturale impermeabilità agli agenti atmosferici e uno stile inimitabile FAZZOLETTO DA TASCHINO - POCHETTE

Un elemento distintivo del look maschile è la Pochette al taschino, un elemento di vezzo che può fare la differenza tra un look accattivante od uno banale. La pochette, come le bretelle può avere qualunque tipo di fantasia, anche molto vistosa e osata, essendo un complemento “di arredo” con semplice funzione di dichiarare l’umore di chi lo indossa comunicando con i suoi colori. Può fare pendant con cravatta e farfallino o anche rimanere spuria a sé stante. Con la sua vitalità schiarisce con un tocco fantasia la più grigia delle giornate. Sia l’autorevole banchiere che il “feffé” più gagliardo troveranno soddisfazione nel portare un prodotto di manifattura Zannetti. Per le Pochette vengono usate sia Sete Twill, Raso o Jaquard che Lini, che danno una texture più estiva e “country” al tessuto.

Zannetti Scuba Art Piranha, cassa in acciaio, vetro zaffiro ad alto spessore, valvola per l’elio. Movimento automatico svizzero. Quadrante in madreperla con smalti policromi champlevé. Basco e cravatta in lana realizati artigianalmente da Zannetti.

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BULGARI

COME DARE FORMA ALLE EMOZIONI «SERPENTI MISTERIOSI» L’INCONTRO PERFETTO FRA L’ALTA OROLOGERIA E L’ALTA GIOIELLERIA. CE LO RACCONTA FABRIZIO BUONAMASSA

Di Paolo Gobbi

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UN SERPENTE, con cassa in oro sulla quale sono stati incastonati 626 diamanti, la cui piccola lingua biforcuta premuta con dolcezza svela all’interno della bocca un orologio meccanico a carica manuale, dotato di un movimento da 12 mm di diametro (per capirci, una moneta da un centesimo ha un diametro di 16 millimetri), composto da 102 pezzi e dal peso di 1,3 grammi in tutto. Con questo exploit dal nome di Serpenti Misteriosi, Bulgari ha aperto a Ginevra la terza edizione della LMVH Watch Week. A raccontarcelo è Fabrizio Buonamassa, che dirige il design center Bulgari a Neuchatel.

gamma. Nel corso dell’anno vedrete che ci saranno altre importanti novità, anche nei prodotti molto più accessibili.»

Siete arrivati alla Watch Week esclusivamente con delle novità legate all’alto di gamma: un caso oppure un preciso “indirizzo” produttivo? «Sicuramente l’alto e l’altissimo di gamma soffrono molto meno nei momenti di crisi come quello degli ultimi due anni, però non c’è onestamente una particolare strategia da parte nostra nel concentrarsi solamente su quel segmento di mercato. Bisogna però ricordare che la LMVH Watch Week si svolge a gennaio, all’inizio dell’anno, è il primo evento ed è importante per noi manifestare la stessa attenzione per l’Alta Orologeria. Però non c’è soltanto una concentrazione di forze nell’alto e nell’altissimo di

In un momento in cui tutti si dedicano soltanto a cambiare il colore del quadrante, aver realizzato un nuovo movimento meccanico è una scelta coraggiosa e controcorrente. «Non è semplice realizzare un movimento di 12,3 millimetri di diametro e 2,5 millimetri di spessore con 30 ore di riserva di carica. Il bariletto è grosso quanto quasi la metà dell’intero movimento perché ha un diametro di 5 millimetri. Volevamo proprio questo, ossia avere di nuovo un Serpenti che fosse all’apice della nostra produzione. Non facevamo più Serpenti con movimenti meccanici da 30/40 anni, perché non c’era più possibilità di reperire calibri

Il Serpenti è ora completamete nuovo, con anche una meccanica di manifattura. «Devo dire che questa è una cosa che ho iniziato un po’ a elaborare come concetto già 4/5 anni fa. Mi sembrava un po’ strano che avessimo tanti record mondiali e avessimo invece un Serpenti con un movimento al quarzo. C’era una totale asimmetria tra la modellistica da uomo e quella da donna. Abbiamo in parte saldato questo gap.»


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così piccoli sul mercato: in realtà tutti i nostri secret watch sono nati con un movimento meccanico, che all’epoca veniva fornito da altre marche.» Una scelta quasi obbligata? «Abbiamo pensato che, vista la nostra capacità di realizzare movimenti straordinari con spessori minimi, forse potevamo rialzare l’asticella anche su Serpenti, che poi è il nostro orologio più iconico. E poi c’è comunque una fetta di mercato molto importante in questo segmento di prodotto che preferisce avere il movimento meccanico piuttosto che uno al quarzo. Almeno negli ultimi anni, perché prima se ne sentiva molto meno la mancanza. Adesso no: ci sono moltissimi modelli nelle aste, Serpenti è diventato un prodotto molto ricercato dai collezionisti sia di gioielleria che di orologeria. Era quindi arrivato il momento di fare un salto di qualità. Anche da un punto di vista di brand, di DNA, di strategia, era importante mostrare interesse verso un meccanico femminile. Che poi, ora non lo fa più nessuno perché si fanno movimenti che vanno bene sia per uomo che per donna. Ma a Bulgari questo non può bastare: per alcune marche l’Alta Orologeria è solamente una piccola parte dell’intera produzione, per noi è parte integrante del core business.» Il Serpenti ha un’architettura del tutto originale. «L’orologio ha un sistema particolare, per cui si può girare, si carica, si può aprire ed esce fuori il movimento. C’è quindi anche una parte ludica. Per caricarlo non c’è la necessità di estrarre il movimento dalla testa del serpente, anzi secondo me non è neanche il caso di farlo. Però volevamo un po’ separare il mondo degli orologi segreti Serpenti tra prima e dopo. Il Serpenti meccanico doveva essere palesemente diverso da quelli precedenti al quarzo. Ecco perché abbiamo ridisegnato la testa, l’abbiamo inclinata, abbiamo rifatto un corpo molto più sottile e il movimento non è più ancorato alla testa.» Quindi concettualmente diverso dal passato? «Prima avevamo due tipi di problemi. Il primo era di carattere estetico: il corpo veniva fatto in Italia e la testa in Svizzera. Di conseguenza, due finiture diverse, due savoir-faire completamente diversi. Quante volte abbiamo avuto problemi con lo smalto, con spessori diversi, colori diversi. A volte la testa faceva avanti indietro anche due o tre volte perché non eravamo convinti. Il secondo motivo riguarda l’after-sale service. Prima dovevano smontare il coperchio e lavorare direttamente sulla testa e poi dovevano lucidare tutto. Adesso lavori solamente sul movimento e l’integrazione tra corpo e testa è perfetta, perché arriva dalla stessa fabbrica in Italia. Quindi abbiamo reinserito la lingua, che ha la funzione di aprire il coperchio, e anche i dentini che però sono puramente estetici. Dovevamo rappresentare uno spartiacque tra il prima e il dopo.» Fabrizio Buonamassa Stigliani Bulgari Horlogerie Product Creation Executive Director

Quindi laddove dovesse andare in assistenza, anche solamente per la revisione periodica, si porta soltanto la testa si lascia a casa e tutto il resto? «Si può anche mandare in assistenza tutto l’orologio, se lo vuoi lucidare o quant’altro. Però l’after-sale service non è più obbligato a lavorare su tutto l’orologio.»

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Il nuovo Serpenti è molto più realistico rispetto ai Serpenti cui eravamo abituati in questi anni. «I precedenti Serpenti avevano una testa molto allungata, degli occhi di forma strana. Fa parte della mia passione per il disegno cercare sempre di farlo meglio. Chi lavora con me lo sa: se una cosa ha delle proporzioni sbagliate difficilmente va avanti. Quindi abbiamo accorciato il muso, abbiamo fatto una testa un po’ più ovale e più realistica. Anche sulla lingua abbiamo discusso molto, se doveva essere più lunga, più corta, più appuntita o meno. Per me è importante che l’orologio sia bello però quando lo metti al polso non devi avere sorprese e alla fine deve “funzionare” anche esteticamente.» Un grande lavoro per riprogettare tutti i componenti. «Solo per fare un esempio, abbiamo speso tantissimo tempo sulla corona, perché doveva essere sufficientemente grande per essere utilizzata dalla signora con le unghie appena fatte e da poter essere caricata senza problemi. È per quello che ha una superficie molto allargata ed è molto sottile: non volevo che si conficasse nel polso, perché se fosse stata troppo piccola diventava quasi un ago. Sono tanti piccoli dettagli che fanno sì che, da quando io sono in azienda, penso che questo sia il miglior Serpenti che abbiamo mai avuto. Tanti dettagli in più rispetto a prima.» Sicuramente un bellissimo orologio. Avete avuto già qualche feedback? «È stato presentato da poco però la nostra rete vendita lo apprezza moltissimo perché avevano richieste di modelli con movimenti meccanici su Serpenti. Ancora però non è arrivato in boutique, quindi vedremo.» Si innamora degli oggetti che disegna? «Sì. Mi innamoro degli oggetti, però mi innamoro e li abbandono contemporaneamente. Perché sono perennemente insoddisfatto. Anche su questo nuovo Serpenti già voglio vedere tutti i possibili punti di miglioramento, perché ci sono delle cose che in futuro vorrei cambiare. Ora questo modello è perfetto così e va benissimo, però un oggetto non è mai finito per me, soprattutto nel caso di pezzi in cui c’è un’artigianalità altissima. Per esempio, mi piacerebbe introdurre degli elementi di casualità nella perfezione del lavoro manuale, ossia mescolare il savoir-faire eccezionale che siamo riusciti ad ottenere fino a oggi con una casualità data dalla manualità dell’uomo. Ma non è semplice perché, come si può immaginare, oggi tutti i nostri processi produttivi sono molto rigidi.» È un concetto interessante rendere ogni oggetto unico e differente da tutti quanti quelli fatti prima e dopo. Può forse anche essere una delle chiavi di lettura di vendita e di acquisto. «Questo tipo di prodotto è quasi come fosse un pezzo unico, ne facciamo pochissimi all’anno.» Ritornando al movimento, per un designer è un ottimo assist che permetterà di realizzare anche altri modelli, non soltanto Serpenti. «È una piattaforma estremamente versatile, che adesso è stata introdotta su Serpenti. Poi è chiaro che, facendo moltissimi orologi di alta gioielleria con casse molto piccole, possiamo anche impiegarlo su altri modelli. Creando ancora una volta una

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diversità di questa marca rispetto ad altre. Ecco perché secondo me è importante concentrarci anche su altri aspetti del nostro assortimento, quindi non solo sul Finissimo, non solo gli orologi maschili con suoneria. Di conseguenza penso che questo sia uno degli orologi più importanti del brand. Al di là che abbiamo sette record del mondo con l’Octo, il Serpenti Segreto di Bulgari è oggi uno degli orologi più iconici al mondo.» Anche uno dei più imitati. «Quando ti copiano va sempre bene. È quando ti ignorano che ti devi preoccupare.» Oltre a Serpenti, siete tornati sulle complicazioni da uomo, in particolare quelle con suoneria, una scelta ancora una volta di perseguire una vostra filosofia. «Gli orologi con suoneria sono un asset della marca, da quando abbiamo integrato le manifatture di Alta Orologeria 20 anni fa. Abbiamo quattro diversi orologi con suoneria, tra la ripetizione minuti più sottile, la grande sonnerie e il carillon tourbillon che abbiamo su Octo Roma.» Perché l’Octo Roma è la base per tutte le vostre grandi complicazioni da uomo? «Perché è più tondo, ha un cinturino che è facile da indossare e perché c’è molta richiesta. Il Finissimo è un orologio sostanzialmente quadrato, quindi diventa più complicato.» Avete tante richieste per i complicati? «La ripetizione minuti più sottile al mondo è quasi sempre sold-out sia sul Finissimo che sul Divas Dream. Di grande sonnerie ne riusciamo a fare una decina scarsa l’anno e non riescono a soddisfare tutte le richieste. Comunque abbiamo una buona parte di collezionisti che colleziona solo grande suonerie e chiming watch ed è molto attirata dal nostro punto di vista, che è sempre diverso rispetto agli altri. Non facciamo mai orologi classici: il fatto di combinare questo savoir-faire con un design così contemporaneo e coraggioso è qualcosa che colpisce.» Un tempo le grandi complicazioni venivano considerate quasi sempre dei talking piece. In realtà fanno fatturato e vendono? «Sì. Sicuramente il carillon tourbillon blu è un asset importante. Poi c’è Octo Roma Emerald Grande Sonnerie: difficile dire se è più importante movimento o è più importante il sertissage delle baguette di smeraldi e di diamanti. Fa sempre parte di quel mercato di pezzi unici, che a volte vendiamo anche prima che siano prodotti. Abbiamo delle richieste speciali da parte di clienti speciali.» È più difficile disegnare un orologio quotidiano oppure uno complesso come Serpenti? «È più difficile quello quotidiano perché c’è un vincolo ben preciso: è rivolto a molte più persone. Poi c’è il modo di utilizzo che è diverso: questi Serpenti sono pezzi one-of-a-kind, in cui spesso è il cliente che ti richiede una specifica piuttosto che un’altra. Tu devi seguire una richiesta ed è molto meno complicato. Poi certo se si hanno delle richieste di stile che si prestano male al DNA della marca, lì magari inizia la discussione. Per esempio, riceviamo moltissime richieste di replicare l’orologio di Elizabeth Taylor ma non l’abbiamo mai fatto perché non facciamo copie di orologi di archivio.»

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Jonathan Darracott Bonhams Global Head of Watches

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BONHAMS

ANTAGONISTI PER PASSIONE LA CELEBRE CASA D’ASTE LONDINESE SI STA AFFACCIANDO CON SEMPRE MAGGIORE INTRAPRENDENZA NEL MONDO DELLE VENDITE DEDICATE ALL’ALTA OROLOGERIA. JONATHAN DARRACOTT CI RACCONTA QUESTA EVOLUZIONE

Di Paolo Gobbi

SE IL MONDO DELLA BELLA OROLOGERIA

da qualche decennio a questa parte è riuscito a mantenere viva l’attenzione del pubblico, anzi ad aumentarla con una progressione continua e alle volte impressionante, il merito va probabilmente ad un continuo lavoro prima di tutto culturale e di comunicazione, che lo ha reso sempre più interessante ed accattivante. Proprio per questo motivo abbiamo scelto di incontrare Jonathan Darracott, direttore generale della sezione orologi di Bonhams, la celebre Casa d’aste con sede a Londra in New Bond Street. Venticinque anni di esperienza di lavoro nel mondo delle lancette, sia nella produzione che come battitore, nel 2015 Jonathan è stato responsabile della vendita di una delle più grandi collezioni private di orologi al mondo, ben 2.000 esemplari, e ha anche introdotto per la prima volta per Bonhams un sistema di vendite esclusivamente online. Membro del British Horological Institute e della Worshipful Company of Clockmakers, abbiamo incontrato Darracott a Roma, in una delle due sedi italiane della Casa d’aste londinese (l’altra è a Milano) e con lui abbiamo scoperto un nuovo interessante competitor nel mondo delle vendite all’incanto legate ai segnatempo. Ci racconta com’è strutturato oggi il settore orologeria di Bonhams? Com’è cambiato rispetto al passato? «Bonhams è un nome storico nel mondo delle aste internazionali e il reparto orologi è cresciuto negli ultimi anni. Nell’ultimo anno abbiamo organizzato aste di orologi online e dal vivo a Parigi, presso la nostra sala di vendita di Rue de la Paix, che è diventata il nostro hub europeo. Stiamo inoltre lavorando con i nostri colleghi nei nostri uffici in tutto il continente europeo per consegnare e acquisire orologi da collezione. Un buon esempio di ciò è stato l’orologio Picasso venduto la scorsa estate – un modello da polso indossato personalmente dal grande artista – che è stato acquisito dal nostro ufficio di Atene. Di recente abbiamo organizzato la nostra vendita di maggior successo fino ad oggi, presentata insieme all’asta di auto d’epoca Grand Marques du Monde, che si è tenuta al Grand Palais

di Parigi. L’asta ha anche registrato il maggior numero di iscritti nelle nostre vendite fino ad oggi, a dimostrazione del fatto che le aste parigine stanno andando sempre più consolidandosi. Allo stesso tempo, stiamo aumentando la nostra presenza negli Stati Uniti, dove abbiamo ampliato il nostro team, nominando di recente Nate Borgelt come capo del dipartimento orologi.» Essere una “piccola” realtà orologiera è una cosa positiva o negativa? «Direi positiva perché le persone si sentono rassicurate nel rivolgersi a noi. Chiunque ci può contattare perché siamo un’azienda decisamente “friendly”. Tuttavia, siamo anche una Casa d’aste che ha una presenza importante, paragonabile alle più importanti concorrenti mondiali, per quanto riguarda la presenza nel mercato dell’arte e in quello delle auto. Comunque internet sta livellando completamente questo campo. Pertanto, ora stanno iniziando a rivolgersi a noi coloro che magari non lo facevano prima. Chi si rivolgeva prima ai “soliti noti” ora prende in considerazione anche Bonhams. Stiamo vendendo pezzi più interessanti, e quindi vediamo anche clienti più esigenti.» Il fatto che internet vi abbia messo tutti sullo stesso piano può rappresentare un rischio? «È il bello del mercato! Un mercato molto vivo e ambizioso, sostanzialmente sano. Un mercato controllato da uno o due players non è sano. Quindi penso che va benissimo così! Maggiore è il numero delle persone coinvolte, più forti diventeremo. Grazie alla nostra posizione, riusciamo ad avere dei pezzi di collezioni private, che riusciamo a vendere al miglior prezzo possibile, perché stiamo acquisendo localmente e vendendo globalmente.» Siete fortissimi nel mondo delle auto. C’è una vicinanza tra collezionisti auto e collezionisti orologi. Avete mai pensato di unire questi due mondi? «Lo facciamo! Siamo molto collegati al dipartimento delle automobili. In ogni asta di macchine che si organizza nel mondo, siamo

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presenti con gli orologi. Siamo sempre in contatto con i clienti del dipartimento delle auto. C’è sempre un costante “cross over” tra i loro clienti e i nostri: amiamo il dipartimento automobili e fortunatamente loro amano il nostro dipartimento!.» Organizzate le aste di orologi durante quelle di auto? «Lo abbiamo fatto in febbraio a Parigi, anche se non è un qualcosa che abitualmente facciamo, perché la clientela delle macchine è molto particolare. Durante l’asta sono molto concentrati sulle automobili. L’attenzione mentale non sempre si riesce a convogliare contemporaneamente anche verso gli orologi, quindi averli separati è in genere meglio. Tuttavia, il Grand Palais era un’opportunità troppo grande e non potevamo mancare!.» Voi avete due siti, due realtà online molto belle che sono The Market e Patina. Pensate di realizzare una cosa del genere anche nel mondo dell’orologeria? Un archivio come Patina e una vetrina di alto livello come The Market? «Ci sono sempre delle opportunità e siamo sempre alla ricerca del miglior modo per vendere gli orologi, sia per noi che per i nostri clienti. Stiamo monitorando di continuo l’eventualità di una nostra presenza. La vetrina è molto particolare e non genera quel momento emotivo che invece vivi durante un’asta. Per esempio, la vendita dell’Audemars Piguet in platino nell’ultima asta di Bonhams ha ottenuto un ottimo risultato. Probabilmente su internet, avrebbe raggiunto la metà del prezzo aggiudicato. Alcune situazioni daranno sempre il meglio con le aste. Il pathos che si vive è il motivo per cui continueremo sempre con le aste, tuttavia ci sono delle tipologie di orologi che si vendono più velocemente e quindi potremmo considerare l’idea in futuro. Per ora siamo felici dove siamo, ma siamo sempre sul pezzo!.» Cosa ne pensa del mercato del collezionismo odierno? «È un momento confuso. Non c’è modo di sapere come si evolveranno gli eventi. Ad

BONHAMS Roma Via Sicilia, 50 - tel. 06 485 900 BONHAMS Milano Via Giovanni Boccaccio, 22 - tel. 02 4953 9020 www.bonhams.com

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esempio, che uno Speedmaster con il quadrante virato sarebbe stato aggiudicato ad un prezzo così alto, nessuno lo avrebbe immaginato fino a qualche mese fa. Nessuno lo poteva prevedere. Bisogna però partire da una considerazione: il mercato è sempre più interessante, coinvolge un numero sempre maggiore di persone e quindi si presenta decisamente solido. Forse però, alcune quotazioni sono cresciute troppo e troppo in fretta e probabilmente avranno una ricaduta altrettanto rapida. Lo abbiamo visto con le autovetture: il mercato è esploso per poi contrarsi, e quindi si è nuovamente espanso ma in maniera differente. Ma quando questo è accaduto, i risultati sono rimasti comunque in crescita. Penso che accadrà la stessa cosa anche con gli orologi.» Gli orologi più importanti sono un investimento o una speculazione? «Non li considererei mai degli investimenti. Sarebbe troppo pericoloso. Eppure, c’è una maestria nell’orologeria che non si trova altrove, ed è questo che terrà l’interesse delle persone sempre vivo. Come con l’arte, coloro che avranno le possibilità di acquistare gli orologi li collezioneranno. Credo che sarà sempre così.» Sempre più giovani, asiatici e non, si stanno avvicinando al mondo dell’orologeria, divenendo loro malgrado anche dei buyer importanti. «Si tratta di una categoria molto interessante: li adoro! Hanno aggiunto vitalità al mercato orologiero. La cosa importante è che nonostante abbiano iniziato con dei modelli iconici, una volta acquistati, hanno comunque continuiato a sviluppare un interesse, una passione e questo li sta portando a spaziare in nuove tipologie. Ed è una buona cosa.» Un esempio? «L’Apple watch è l’orologio più popolare del mondo, ma le persone che indossano un Apple watch vogliono ora qualcosa che non sia un Apple Watch.»

Nella pagina accanto alcuni momenti dell’asta che si è tenuta lo scorso febbraio a Parigi, nella splendida cornice del Grand Palais Éphémère


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ULYSSE NARDIN

LA MANIFATTURA DELLA LIBERTÀ DOPO AVER SCRITTO ALCUNI DEI PIÙ BEI CAPITOLI DELLA STORIA DELL’ALTA OROLOGERIA, LA CASA SVIZZERA NEI SUOI ATELIER DI LE LOCLE E LA CHAUX-DE-FONDS È DIVENUTA PIONIERE NELLE TECNOLOGIE E NELL’UTILIZZO DEI MATERIALI HIGH-TECH. IL RACCONTO DEL SUO PRESENTE E FUTRO NELLE PAROLE DI “MAX” BONFIGLI

Di Paolo Gobbi

RITORNATA DA POCO totalmente indipendente, dopo essere stata per qualche anno sotto l’egida del gruppo Kering, Ulysse Nardin è pioniera nelle tecnologie d’avanguardia e nell’uso innovativo di materiali come il silicio: il marchio è uno dei pochi in grado di produrre componenti e movimenti di alta precisione. L’altissimo livello di eccellenza gli ha permesso di entrare a far parte dell’esclusiva Fondation de la Haute Horologerie svizzera. L’azienda si è dapprima fatta un nome per i suoi legami con il mondo della nautica – i suoi cronometri marini sono tra i più affidabili mai realizzati, tuttora ricercati dai collezionisti di tutto il mondo – e oggi dai suoi atelier a Le Locle e a La Chaux-de-Fonds in Svizzera, continua a ricercare la perfezione attraverso le sue cinque linee: Marine, Diver, Classico, Executive e Freak. Proprio a Le Locle, all’interno della neonata Historical House, abbiamo incontrato Massimo Bonfigli, Max per chi lo conosce, memoria storica della Casa e cultore della bella misurazione del tempo.

Cos’è la Historical House di Ulysse Nardin? «La Historical House di Ulysse Nardin nasce dalla volontà di rendere moderno e fruibile l’heritage del marchio. Abbiamo deciso di non chiamarlo “museo” perché in realtà non lo è: questo è uno spazio dove spieghiamo il nostro glorioso passato fatto di oltre 175 anni di storia e raccontiamo le connessioni con il presente.» Come ci si arriva e chi può visitarla? «Tutti possono venire a Le Locle. Al momento sono io che mi occupo delle visite ma ci stiamo organizzando in modo che lo potranno fare presto anche altre persone. La location sarà visitabile da giornalisti, concessionari e clienti finali.» Si arriva, si bussa e si entra? «Non esattamente. Le visite vengono organizzate attraverso i riferimenti presenti nel paese di appartenenza: se pensiamo per esempio all’Italia,

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il visitatore dovrà rivolgersi ai nostri concessionari o contattare il nostro rappresentante. Se si bussa, purtroppo, non si può entrare: anche questo è un motivo per il quale non lo si può definire museo. Un museo deve rispettare obbligatoriamente alcune condizioni specifiche come l’apertura fissa al pubblico. La Historical House di Ulysse Nardin è piuttosto una location privata che viene aperta su esplicita richiesta alle persone interessate.» Ulysse Nardin è cambiato nel corso dei secoli... negli ultimi anni in maniera evidente «Sì, è vero, il marchio è cambiato tantissimo. All’epoca di Rolf W. Schnyder assistemmo ad una inversione incredibile dell’azienda. Se mi ricordo bene, in dodici anni, sono stati investiti ben 120 milioni in manifattura. Tantissimo per l’epoca, ma ciò ci permise di diventare indipendenti. Successivamente, un altro grande cambiamento lo abbiamo vissuto nel momento in cui siamo entrati a far parte del Gruppo Kering, perché la struttura interna da orizzontale è diventata piramidale, con tanti differenti livelli. Ciò ha fatto bene sotto molti punti di vista. In passato tutte le decisioni venivano prese da Rolf che era il centro attorno al quale si muoveva l’intera azienda. Oggi siamo nuovamente diventati indipendenti e questo è un grande valore che abbiamo riconquistato.» Come sono cambiati gli orologi? «Più che gli orologi sono cambiate le visioni che, a loro volta, hanno trasformato le collezioni. In questi ultimi quattro anni la produzione è stata riformata al 90%. Sono arrivati i Marine Torpilleur, i Diver sono stati rinnovati, i Freak sono diventati una collezione e l’anno scorso abbiamo fatto un refresh degli Executive. Tutto è stato attualizzato, anche gli orologi complicati. Il messaggio è molto chiaro: continuiamo la tradizione con i Torpilleur, abbiamo l’esplorazione con i Diver e guardiamo al futuro con pezzi più avveniristici come la Collezione Blast e la collezione Freak. Siamo entrati definitivamente in


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Massimo Bonfigli responsabile Heritage in Ulysse Nardin

una nuova epoca, dove ci rivolgiamo anche ad altri tipi di consumatori. La sua domanda mi fa pensare a un nostro acquirente svizzero molto rinomato, di cui non farò il nome ovviamente, che è venuto da me e mi ha detto “Non capisco più la collezione…”. Tenga presente che lui ha conosciuto personalmente Rolf, ha vissuto tutta la storia di Ulysse Nardin, l’ha amata, ma è altrettanto vero che è rimasto legato al passato. Io gli ho risposto: “L’esperienza è una bella cosa ma si deve evolvere, bisogna adattarsi e non restare fermi sugli stessi paradigmi. Il progresso deve fare il suo corso e noi lo stiamo cavalcando con ottimi risultati, basta guardare alla Cina dove le collezioni Ulysse Nardin, come la 42 mm Torpilleur, stanno andando fantasticamente.»

alcune importanti modifiche alla collezione per adattarla a esigenze differenti. È tutto molto veloce. Guarda cosa sta accadendo ora, gli orologi stanno rimpicciolendo di nuovo.»

Un tempo il vostro primo mercato era la Russia. «Sì: Russia, Russia, e ancora Russia. Abbiamo fatto un errore enorme a non investire in Cina, come hanno fatto altri marchi. La Russia per noi rappresentava più del 50% delle vendite, era un mercato davvero molto importante. Adesso la Cina l’ha superata. Questo per dire che è un mercato di riferimento per il quale abbiamo fatto anche

Gli orologi complicati sono ancora una vostra priorità? Hanno ancora mercato? «È un’ottima domanda. Sto lottando perché si possa continuare a far crescere l’universo degli orologi complicati perché il marchio ha avuto un grande successo con questo tipo di prodotto. La Trilogia ha reso famoso Ulysse Nardin alla fine degli anni ’80, inizi anni ’90. Non dimentichiamo

Com’è cambiata la sua attività in questi anni? «La mia professione è cambiata moltissimo, come è normale che accada. Penso che la visione corretta della vita debba essere così: stare sempre nel positivo, non focalizzarsi solo su ciò che non funziona. Le cose che ho imparato, le cose che ho migliorato, tutto questo per me è davvero molto interessante. Dopo 21 anni in Ulysse Nardin, sto arrivando piano piano alla fine della mia carriera perché ho già 61 anni.»

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poi l’edizione limitata del modello Genghis Khan Tourbillon che riscosse un enorme successo. Basti sapere che una volta il 25% dell’intero budget era rappresentato da questi modelli.» Oggi? «Non abbiamo quasi più grandi complicazioni se non il Genghis Khan e il Blast Hourstriker, che però sono realizzati in produzione molto limitata, come alcuni modelli meravigliosi incastonati con diamanti. Oggi il mondo del lusso negli orologi si deve gestire in un modo totalmente diverso dal passato. Le strategie sono cambiate, basta guardare quanto sia importante oggi la comunicazione per aumentare la desiderabilità di un marchio.» Continuate a fare orologi personalizzati? «Personalizzare è complicato ma in alcuni casi lo facciamo, in particolar modo con i quadranti in smalto perché li fabbrichiamo internamente.» Ha parlato di quanto il mercato cinese sia diventato forte. Una delle caratteristiche più interessanti degli ultimi anni è l’arrivo di acquirenti giovani o giovanissimi che acquistano pezzi straordinari. «Lo ha detto, il mercato sta cambiando e noi siamo in questo cambiamento. Mi chiedo: perché il nostro successo è aumentato? Perché la collezione è stata modernizzata e tocchiamo un target di persone decisamente più giovane che sono attratte da

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modelli più moderni e stilisticamente accattivanti come il Freak X, lo Skeleton X o il Blast.» Anche più costosi… «Sì, anche più costosi. È chiaro. È per questo che l’evoluzione si è resa necessaria. È un mercato in continua trasformazione. Questo tipo di clienti magari non conoscono tutta la nostra storia, non possiedono un background che possa “disturbare” la loro scelta, comprano ciò che gli piace, ciò che è attuale.» Chi sono i vostri clienti italiani? «Anche in Italia stiamo assistendo ad una grande evoluzione. All’inizio il mercato italiano era il numero uno per Ulysse Nardin, fatto di grandi collezionisti. Oggi la clientela si è sviluppata, è più moderna e vuole orologi un po’ più divertenti e più show-off.» Nel mondo reale, la vendita di un orologio avviene in 70 centimetri: da una parte c’è il venditore e dall’altra parte c’è un acquirente. Se lei fosse dalla parte del venditore cosa direbbe al suo cliente? Perché dovrebbe comprare un Ulysse Nardin? «Perché abbiamo 175 anni di storia; perché abbiamo sempre lottato per la precisione, l’affidabilità, due parole che sono cardini della nostra storia e della nostra comunicazione. All’interno della nostra produzione è possibile


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trovare sia collezioni storiche che di ispirazione. Dietro ognuna di queste ci sono argomenti di vendita importanti perché dietro ad un Torpilleur c’è il calibro 118 con 60 ore di riserva di carica, abbiamo la tecnologia del Diamond Seal, la data aggiornabile in senso orario e antiorario, abbiamo quadranti in smalto realizzati con una tecnica di savoir-faire eccezionale, che risale a 200 anni fa, uno dei tanti valori aggiunti. Non dimentichiamo i codici dei nostri cronometri da Marina che hanno fatto la storia perché strumenti fondamentali per la navigazione. Abbiamo i nostri movimenti manifattura sui cronografi e utilizziamo le più moderne materie prime come il carbonio o il titanio. Sì, c’è un mondo all’interno di ogni collezione: se un venditore conosce bene il marchio non può sbagliare.» Parola magica: manifattura. A cosa pensa quando sente nominare questo termine? «La manifattura è ciò che definisce tutto. Oggigiorno c’è una ossessione nei confronti di questa parola. Io considero la manifattura una realtà come la nostra, che realizza lo sviluppo del prodotto 100% in house, fa tutti i disegni – pensa che per disegnare il calibro 118 si devono preparare 1000 disegni perché al suo interno sono presenti 270 componenti-, e si occupa di tutta la produzione. È normale che ci siano delle cose che non si fabbricano internamente come le viti, i vetri. Più in

generale direi che la manifattura è una impresa che sviluppa movimenti strepitosi come stiamo facendo noi e che può anche rivolgersi a fornitori esterni per certi componenti, basta che ci sia sempre un attentissimo controllo di qualità degli stessi. Se rispettano le specifiche del marchio e l’assemblaggio è fatto in casa perché no? È impossibile avere una fabbrica di casse, di lancette, di quadranti o di cinturini. Ci dobbiamo obbligatoriamente appoggiare all’esterno. Noi ci consideriamo una manifattura perché sviluppiamo i movimenti. Quando parlo di manifattura mi riferisco proprio a questo.» In tanti anni di fedeltà alla marca, frequentando i luoghi più disparati, le sarà capitato di vedere più di una persona con al polso un Ulysse Nardin. Cos’è successo in quel momento? «È successo in tante e tante occasioni. Ogni volta è un’emozione perché Ulysse Nardin è un marchio di nicchia. Spesso mi è capitato di far loro anche i complimenti per la scelta e non sai quanto fossero orgogliosi del fatto che qualcuno li avesse riconosciuti. È una bella soddisfazione. Una persona che indossa un nostro orologio è qualcuno che non segue il trend, non vuole l’orologio di massa, preferisce un pezzo speciale, più esclusivo. Sia che si tratti di un ragazzo o di una persona meno giovane, di solito è un conoscitore, un vero appassionato del mondo degli orologi.»

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EBERHARD & Co.

IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA TECNICA ED ESTETICA MARIO PESERICO RACCONTA IL PRESENTE E IL FUTURO DI UNA DELLE MARCHE PIÙ AMATE DAI COLLEZIONISTI DI TUTTO IL MONDO Di Paolo Gobbi INTERPRETARE LA BELLA OROLOGERIA non è un lavoro semplice, ci vuole passione, attenzione, cultura, preparazione, professionalità e al momento giusto anche una buona dose di umiltà. Tutto questo è Eberhard & Co., Maison svizzera nata nel 1887 a La Chaux-de-Fonds, ben conosciuta dai collezionisti di tutto il mondo per i suoi modelli storici e contemporanei. A guidarla in qualità di Managing Director è Mario Peserico, che dal 2005 è anche Presidente di Assorologi e dal 2013 Vice Presidente di Unione Confcommercio Milano con delega alla sicurezza, abusivismo e contraffazione, oltre che Presidente di Indicam. La sua anima poliedrica si diffonde all’interno di un percorso che coinvolge una lunga storia indipendente, la costante innovazione e anche eventi legati all’arte e all’automotive. Lo abbiamo incontrato a Milano.

Quali sono i progetti della Maison per questo 2022? «Partiamo dicendo che il 2021 pur nelle difficoltà è stato un anno ricco di soddisfazioni. Rispetto al -10% che ha registrato l’orologeria in Italia a fine anno e un risultato leggermente positivo delle esportazioni svizzere nel mondo, noi oggi stiamo andando significativamente meglio sia sul mercato italiano che globalmente su tutti i mercati. Gli obiettivi per il 2022 sono focalizzati in primo luogo alla realizzazione di prodotti nuovi che diano continuità alle collezioni che hanno ottenuto un ottimo riscontro negli ultimi anni e in secondo luogo a rimanere ancorati alla nostra distribuzione storica». Quali sono i vostri maggiori successi? «Siamo stati indubbiamente dei precursori nel filone del vintage: un esempio è l’Extra-fort che abbiamo rieditato nel 1999. Non dimentichiamo inoltre che i modelli Contograf, Scafograf e Scientigraf sono ancora alla ribalta sul mercato. Lo Scafograf 300 MCMLIX è uscito nel 2020 ed è già la terza volta che con la variante nera siamo in rottura di stock, mentre la produzione della sua versione con quadrante e lunetta blu è arrivata a Natale ed è andata a ruba in pochissimo tempo. La collezione Chrono 4 in generale, benché abbia festeggiato da poco il 20° anniversario, è sempre stata iconica e riscuote costante apprezzamento e

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così anche la nuova versione Chrono 4 “21-42”, che affianca alla versione tradizionale una con lunetta in ceramica nera. Chrono 4 “21-42” si colloca come fascia prezzo sotto i 5.000 euro: la nostra volontà è stata infatti di mantenere un range in linea con le precedenti versioni di Chrono 4 o anche inferiore, e questa politica ci sta ripagando». Dove siete distribuiti? «La nostra è una distribuzione limitata geograficamente, cerchiamo di favorire la presenza solo in alcuni mercati specifici con una logica che si discosta dall’essere onnipresenti, ma con il rischio di scarsa disponibilità di prodotto, non avrebbe senso. Riguarda in primis l’Italia, che rimane il mercato trainante, ma comprende anche la Spagna e il Giappone, che rappresenta il terzo mercato al mondo per importanza, fatto da veri conoscitori ed estimatori del prodotto, estremamente attenti alla qualità, e poi Germania, USA e altri». Un mercato, l’Italia, in cui un marchio storico come il vostro e con un DNA così specifico si inserisce bene. «Sì, assolutamente. E un marchio storico svizzero con peculiarità italiane quali eleganza e qualità è ulteriormente apprezzato». Come riuscite a farvi conoscere? «Tutti sanno che siamo svizzeri, ma con un’anima italiana. Negare questa radice è impossibile. Perciò dal punto di vista dei canoni estetici e della qualità del prodotto nessuno al mondo ha nulla da eccepire. Anche in Giappone, come negli altri paesi, il nostro distributore è un uomo raffinato, che alla qualità svizzera sa associare l’eleganza italiana». È la chiave di volta che vi dà la possibilità di essere appetibili e interessanti sul mercato? «Per Eberhard & Co. i valori trainanti sono indipendenza, coerenza e identità, tre capisaldi che ci caratterizzano da sempre». Secondo lei hanno ancora senso i saloni dell’orologeria? «Credo che abbia senso dare un’immagine al


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Mario Peserico è AD di Eberhard Italia e Presidente di Assorologi

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SCAFOGRAF 300 EDIZIONE MCMLIX Eberhard & Co. realizzò nel 1959 il primo Scafograf con l’obiettivo di rispondere alla crescente richiesta di orologi per le attività subacquee. Tale modello divenne uno dei maggiori successi raggiunti dalla Maison di La Chaux-de-Fonds, che riuscì a imporsi nel panorama degli strumenti più ambiti dagli appassionati di immersioni. In seguito alla nascita dei primi due modelli, rispettivamente impermeabili a 100 e 200 metri, venne realizzata la versione Scafograf 300 e le sue evoluzioni, fino ad arrivare ad un segnatempo che poteva resistere a 1000 metri di profondità. Nel 2016 Eberhard & Co. pensò, proseguendo nella volontà di una costante ricerca e innovazione, a una riedizione frutto di una reinterpretazione in chiave contemporanea di Scafograf 300, che vinse nello stesso anno il Grand Prix d’Horlogerie de Genève, il premio più ambito nel settore dell’alta orologeria. Oggi Scafograf 300 edizione “MCMLIX”, subacqueo che richiama nel nome stesso la trascrizione in numeri romani dell’anno di lancio, presenta un quadrante galbè blu, colore ufficiale di Eberhard & Co., con finitura matt, indici e lancette dotati di luminescenza “vintage”. Il movimento meccanico a carica automatica è racchiuso in una cassa in acciaio del diametro di 43 mm, con vetro zaffiro convesso e valvola per la fuoriuscita automatica dell’elio a ore 9.

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mondo e raccontare l’universo dell’orologeria svizzera, come accadeva a Basilea. Quella manifestazione aveva delle lacune ma oggi si potrebbero tranquillamente colmare con una piattaforma online da utilizzare per la comunicazione 365 giorni all’anno e per fare B2C. Certo, se devo considerare la pura raccolta ordini, già dieci anni fa il salone contava meno rispetto a quello che ottenevamo direttamente sui diversi mercati. Però Basilea rappresentava tutta la filiera dell’orologeria svizzera. Se devo essere sincero, io continuerei a parteciparvi essenzialmente per questo motivo». Torniamo al mondo Eberhard & Co. A chi è venuta in mente l’idea di Zagor? «L’idea è stata mia, come lettore e come interfaccia con altre persone appassionate del genere. Leggo Tex da sempre, come d’altra parte Zagor. Sono eroi positivi che noi consideriamo a tutti gli effetti viventi. Nel tempo ho avuto l’occasione di incontrare moltissime persone che leggono questi fumetti e le ho trovate assolutamente trasversali. Dalla creazione dell’orologio dedicato a Zagor abbiamo avuto un ritorno stampa importante, ma per noi questo tipo di progetti non mirano al fatturato, rappresentano piuttosto una questione di prestigio: una edizione ultra limitata che ha fatto sold-out in pochi giorni». Com’è è stata la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore? «Ottima. Innanzitutto è un’azienda indipendente particolarmente strutturata, cosa che ha rappresentato un’altra ragione di legame; in secondo luogo le tempistiche sono state davvero perfette: in sole due riunioni abbiamo deciso tutto e il lancio ha collimato con il 60esimo compleanno di Zagor». Vi hanno richiesto qualche orologio? «Sì, faceva parte degli accordi. Deve pensare che i loro appassionati lettori sono anche fedelissimi collezionisti che comprano addirittura le lastre originali dei fumetti. L’orologio non poteva di certo mancare. E un esemplare, lo 000, sarà presto esposto nel nostro Museo a La Chaux-de-fonds». Ne farete un altro? «Vediamo. A noi piacerebbe». Come funziona l’archivio Eberhard? «Abbiamo un archivio generale di tutto, il passato è costituito da grandi libroni neri

compilati a mano dove con pazienza è possibile risalire al giorno, mese ed anno della produzione di ogni singolo orologio. Questo ci consente di rilasciare su richiesta – in particolare per le case d’asta - i certificati di estratto dagli archivi. In anni più recenti, i nuovi software gestionali ci consentono di mantenere la tracciabilità a partire dalla produzione sino alla vendita finale. Per quanto riguarda la collezione vera e propria, di solito il numero 0 o il numero 1 di ogni modello rimane “in casa” e li esponiamo a rotazione anche nel nostro Museo a La Chaux-de-Fonds. Inoltre in stock manteniamo una riserva di casse, quadranti, movimenti, che vengono utilizzati quando non è possibile effettuare una riparazione, ma è necessario sostituire il componente». Quindi garantite l’assistenza tecnica per tutti gli Eberhard prodotti? «Sì, anche per i modelli degli anni ’20 o ’30. Ovviamente in alcuni casi è necessario riprodurre alcuni pezzi, ma abbiamo una fornitura che ci permette di assicurare un’assistenza il più possibile completa». I vostri pezzi storici sono diventati un oggetto di culto. «Sì, le quotazioni dei pezzi vintage stanno crescendo molto e posso garantire che non abbiamo mai comprato un pezzo all’asta per spingere la crescita del marchio, sfruttando appunto le dinamiche degli acquisti forzati. Quando lo abbiamo fatto è stato esclusivamente per colmare delle lacune nella nostra collezione storica: abbiamo anche dovuto cercare qualche modello specifico perché mancavano nel nostro museo o nel nostro archivio privato». C’è una parte di Eberhard & Co. che è molto legata alla cultura. Negli ultimi anni vi siete concentrati su diversi progetti di questo tipo: cosa avete in programma per il futuro? «Abbiamo realizzato progetti con il mondo dell’arte e della fotografia, attraverso i quali riusciamo a raggiungere un target giovane, fatto di appassionati che hanno in “pectore” il desiderio di acquistare oggetti di gusto». Il mondo delle auto storiche? Una bella scommessa nata con Tazio Nuvolari negli anni ’90. «Alla fine degli anni ’80 il mito di Tazio Nuvolari era pressoché dimenticato e il suo ricordo sfumato.

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A quell’epoca il collezionista tipo aveva circa settant’anni, più o meno come chi gareggiava nelle auto storiche. Oggi il parco di appassionati di auto storiche ha dai 35 anni in su e partecipa attivamente alle gare. Le manifestazioni principali di auto d’epoca non sono più unicamente kermesse, sono competizioni vere e proprie fatte di persone che partono dal collezionare una 500 o una Topolino e, se possono, arrivano a comprarsi una Bugatti. Non si tratta più di collezionismo solo di alta gamma, negli ultimi dieci anni tutto è cambiato radicalmente. E strada facendo è esattamente quello che anche noi abbiamo compreso. Quest’anno ricorrono i 130 anni dalla nascita di Tazio Nuvolari e presenteremo una novità che lo riguarda». Vi siete staccati dal Gran Premio Nuvolari e seguite il mondo delle auto storiche più in generale, corretto? «Sì. Al di là delle logiche legate ai rapporti - la nostra collaborazione con ACI Mantova dura da più di trent’anni- possiamo dire che per noi la gara era ormai quasi superflua. Il legame con Tazio Nuvolari però resta attivo attraverso l’orologio. Non abbiamo quindi abbandonato le ruote classiche ma abbiamo deciso solo di partecipare ad altri eventi come RuoteClassiche Best in Classic e ad alcune fiere di settore». Le auto storiche sono anche una sua passione personale? «In realtà no. Ritengo che siano oggetti bellissimi ma sono convinto che per farne una passione è fondamentale avere una competenza tecnica che io non ho. Amo guidare e mi piace questo mondo, ma tali apprezzamenti non si sono mai trasformati in passione tecnica, come invece accade per la gran parte di coloro che collezionano auto d’epoca». Quali sono le passioni di Mario? «Lo sport. Trasversalmente. Ho un passato come rugbista e mi dedico ancora al pugilato, corro, e faccio tutto quello che posso. L’enogastronomia non posso tacerla. Inoltre l’arte è un mondo che mi è sempre piaciuto. Mio padre era un collezionista, quindi sono cresciuto apprezzando in particolare la pittura, ma non disdegno le altre forme d’arte. In casa guardavo Franck Stella, Mark Rothko, Pollock, Roy Lichtenstein. Quando mio padre smise la sua casa di produzione pubblicitaria, rilevò una casa d’aste perché era un vero appassionato. Ho vissuto

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immerso nell’arte per così tanti anni che è un mondo che non ho mai abbandonato. È un aspetto per il quale mi sento di avere qualche responsabilità anche in azienda». L’orologeria è ancora divertente? «L’orologeria potenzialmente lo è e non voglio essere offensivo ma considerando il momento storico e sociale così complicato stiamo tornando a divertirci, a creare e a fare progetti con una visione più sul lungo periodo che era stata interrotta dalle incertezze e dall’instabilità create dalle “ondate” covid». Riuscite a realizzare tutti i progetti che desiderate o alle volte siete costretti a scendere a compromessi? «Essere una Maison indipendente ci permette di agire più liberamente perché il nostro intento è fare orologi di qualità. Nello studio di ogni prodotto inseriamo dettagli tecnici con un alto livello costruttivo, mai banale e questo qualche difficoltà in più la crea considerando l’obiettivo di posizionamento prezzo. In generale però raramente rinunciamo a un’idea». Quale sarà l’andamento del mercato nei prossimi anni. «A mio avviso crescerà in termini di valore ma contestualmente caleranno i volumi». Cosa pensa degli smartwatch? Si tratta di mercato addizionale rispetto a quello dell’orologeria tradizionale? «No. Il calo sensibile di una certa fascia mi fa pensare che il danno ci sia stato e mi riferisco ad un target più giovane che ha fatto una scelta precisa in questa direzione». Gli smartwatch hanno però contribuito a riportare l’orologio al polso di tante persone che lo avevano ormai abbandonato… «Infatti considero questa tendenza positivamente: il polso è comunque occupato e, attraverso una comunicazione puntuale e precisa da parte di tutto il settore (e qui rientra anche il tema delle fiere), si potrà far crescere i giovani verso l’apprezzamento del nostro prodotto e farli diventare un acquirente consapevole». Il futuro è molto interessante. «Assolutamente sì, proprio per questo motivo una maggiore sinergia tra i vari interlocutori svizzeri credo sarebbe necessaria, difficile ma fondamentale».


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CHRONO 4 “21-42“ Eberhard & Co. ha celebrato nel 2021 vent’anni di successi e di storia di Chrono 4, l’orologio che agli albori del Terzo Millennio ha rivoluzionato la lettura del tempo. Un anniversario importante, una tappa cui la Maison ha voluto rendere omaggio introducendo il modello Chrono 4 “21-42”. La storia di uno dei più originali cronografi realizzati dall’industria orologiera svizzera è iniziata nel 2001 applicando una geniale modifica ad un movimento di base, cui è stato aggiunto un dispositivo supplementare che consente di allineare 4 contatori (minuti, ore, 24 ore e piccoli secondi). Il calibro EB. 251, frutto del brevetto di Eberhard & Co., rimane inalterato da allora e viene inserito per la versione Chrono 4 “21-42” in una cassa in acciaio del diametro di 42 mm con finitura lucida. La collezione, caratterizzata dal sapiente incontro tra tecnica ed eleganza, innovazione ed estetica, si arricchisce oggi di due nuove varianti cromatiche di quadrante: bianca con 4 contatori bianchi oppure nera con 4 contatori bianchi. La parte centrale è contraddistinta da una lavorazione Clous de Paris, mentre per i contatori la lavorazione è azurée ed il profilo applique lucido. La lunetta è in ceramica nera con scala tachimetrica su base 1000. La corona a vite, in acciaio, è decorata da piramidi nere in ceramica ed è personalizzata dal logo “E”. Il fondo presenta un medaglione centrale in bassorilievo con finitura sabbiata, nel quale vi è inciso il nome celebrativo della collezione, che richiama l’anno di creazione del cronografo e il diametro della cassa.

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FINE JEWELRY

LAUNDRY TIME ALTA GIOIELLERIA DA INDOSSARE SEMPRE: CREAZIONI UNICHE ED ESCLUSIVE DA PORTARE CON DISINVOLTURA ANCHE NEI MOMENTI PIÙ IMPENSABILI

di Gaia Giovetti foto di Lucio Convertini modella Alexane Delalè

Da sinistra: BARTORELLI dalla collezione Rami, bracciale Rare and Unique in oro bianco con diamanti contrarier e anello Rare and Unique in oro bianco con diamanti bianchi e diamante a cuore fancy yellow da 4,15 ct e zaffiro da 2ct. a cuore. Sulla mano, a destra: PATEK PHILIPPE Orologio Calatrava con cassa in oro bianco e pavé di diamanti, quadrante full pavé di diamanti e indici a cifre applicati in oro azzurrato. Movimento meccanico ultrapiatto a carica automatica. Bracciale in alligatore con fibbia incastonata ad ardiglione. BARTORELLI coppia di anelli Rare and Unique in oro bianco con diamanti e zaffiri taglio smeraldo. LEVI’S 501 Original Jeans Tee LABO.ART e canotta cotone a costine.

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SHAHRAZAD

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ROBERTO BOGLIETTI Collier ergonomico Lastra in oro bianco completamente ricoperto di diamanti. A fianco: anello RB a boule in madreperla, oro rosa e diamanti; a sinistra, in basso, anello a fascia Ronde in oro bianco con pavé di diamanti e anello chevallier XXIV in oro bianco con madreperla centrale e file di diamanti laterali. COMPAGNIE DE PROVENCE Spray multiuso per la pulizia al Mandarino Aromatico con sapone liquido di Marsiglia.

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CHANEL HAUTE JOAILLERIE Da sinistra, orologio Impression Floreal in oro bianco e pavè di diamanti. Anello doppio Tweed Cordage in oro bianco e diamanti. A destra, Anello Motif Russe in oro bianco e diamanti con diamante centrale. In centro, Collana girocollo Motif Russe in oro bianco e diamanti. LEVI’S 501 Original Jeans Tee LABO.ART e canotta cotone a costine.

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FARNESE GIOIELLI Dall’alto a sinistra: anello Versailles della collezione Mondo in oro bianco con quattro file di diamanti e dorso in oro con diamanti a pavè. Accanto, anello in oro bianco con diamanti della collezione Habibi. In basso dall’alto: in oro giallo, con quattro file di diamanti e dorso di pavè, anello Versailles dalla collezione Mondo e anelli Habibi in oro giallo con diamanti bianchi e con zaffiri gialli. Al polso, bracciale della collezione Habibi in oro giallo con diamanti.

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Da sinistra: GUCCI HIGH JEWELRY Hortus Deliciarum Anello in oro bianco, rubini e diamanti con testa di pantera e anello in oro bianco, tormalina paraiba e diamanti. Al polso: GUCCI HIGH WATCHMAKING Orologio G-Timeless con movimento Tourbillon alle ore 12, in oro bianco, diamanti; quadrante in opale e api mobili. Al collo: GUCCI HIGH JEWELRY Hortus Deliciarum collana in oro bianco, tormaline rosa, spinelli, berilli gialli, diamanti bianchi e fancy; sulla mano a destra, maxi anello in oro giallo e berillo. LEVI’S 501 Original Jeans Tee LABO.ART e canotta cotone a costine.

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PISA DIMANTI Dall’alto a sinistra: Anello contrarier in oro bianco con diamanti e smeraldi a cuore e anelli eternè in oro bianco con rubini e oro bianco con diamanti. Sotto a destra: Anello contrarier in oro bianco con cuori di diamanti e rubino, e grosso anello in oro bianco con tormalina verde taglio cuscino e diamanti. Al polso bracciali tennis in oro giallo con zaffiri rosa e zaffiri multicolor e rubini, e in oro bianco con diamanti e smeraldi. LEVI’S 501 Original Jeans Tee LABO.ART e canotta cotone a costine.

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Al polso: AUDEMARS PIGUET Royal Oak Selfwinding Cronograph in oro rosa, con cassa da 38mm adornata da diamanti taglio brillante; quadrante “Grand Tapisserie” con contatori in oro rosa e indici a bacchetta sempre in oro e datario a ore 5. Bracciale a maglie in oro rosa. Nel cestello: AUDEMARS PIGUET Code 11.59 Selfwinding Cronograph, con cassa da 41mm in ceramica nera e rifinitura in oro bianco, quadrante grigio fumo effetto satinato verticale con indici in oro bianco e contatori grigi e vetro zaffiro a doppia curvatura. Cinturino in tessuto gommato e fibbia in oro bianco. INTIMISSIMI Completo reggiseno e slip in satin nude color.

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RUBEUS MILANO Dall’alto: anelli Leaf Hight Jewelry con montature in oro bianco e diamanti, diamanti taglio rosetta con spinello lavanda e con morganite rosa sulla mano in alto e in basso, con tormalina verde cromo e con spinello rosso.

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BUSATTI MILANO Collana lunga della collezione Poglioni, con losanghe in oro coperte di diamanti gialli e collana in oro bianco con diamanti rotondi a goccia. A sinistra anello a tre fili in oro bianco con diamanti degradè della collezione Luce e anello in zirconio e oro con diamante taglio marquise centrale. Sulla mano a destra, della collezione Sculptura, anello in oro con diamante taglio cuscino da 15,16ct e diamanti laterali a losanga. LEVI’S 501 Original Jeans Tee LABO.ART e canotta cotone a costine.

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ZANNETTI ALTA GIOIELLERIA Dall’alto a sinistra, sulla mano: anello con smeraldo e diamanti taglio princess su oro bianco e anello con grossa montatura in oro bianco e smeraldo. ZANNETTI OROLOGERIA Stesi, orologio Discobolo Rainbow con quadrante in madreperla e smalti policromi, lunetta con pavè di pietre multicolor e cinturino in alligatore; accanto orologio Discobolo Bronzo con quadrante in giada, lunetta con smeraldi e cinturino in alligatore. Sotto: anello in oro bianco con zaffiro giallo centrale e diamanti taglio brillante e a pavè su oro bianco. Steso: INTIMISSIMI reggiseno in satin avorio.

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WATCH PASSION

TRUSTED DEALERS ASSOCIATION IL RIFERIMENTO PER COMMERCIANTI DI OROLOGI CONTEMPORANEI E VINTAGE. Di Mauro Girasole

Nome che si sta guadagnando una notorietà sempre crescente nel mondo delle lancette di qualità, Watch Passion un’associazione di categoria per i commercianti di orologi il cui scopo è quello di creare un insieme di negozianti, valorizzandone la loro attività, rappresentandoli e tutelandoli ogni qualvolta sia necessario. Questa vera e propria “alleanza” nasce dall’idea comune di un gruppo di commercianti del settore che, ricoprendo le cariche a titolo gratuito, danno voce ad una categoria articolata sul territorio nazionale ed internazionale. Nel dettaglio Watch Passion si incarica di: svolgere tutte le attività utili alla tutela degli associati, anche mediante iniziative a carattere commerciale, creando particolari database di utilità comune; promuovere iniziative per valorizzare questa categoria attraverso

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accordi con Aziende ed Enti sia Pubblici che Privati che possono valorizzare i beni ed i servizi degli associati; tutelare gli associati inserendo esclusivamente commercianti di prima categoria Gli obiettivi sono semplici ma importanti. Sottoscrivere nuove convenzioni per servizi inerenti le attività aziendali degli associati, instaurando relazioni di confronto e proposizione normativa con le istituzioni nazionali e comunitarie. Creare un’ampia rete di contatti commerciali e un elenco di fornitori di servizi per i nostri associati. Collaborare con enti ed organizzazioni atte allo sviluppo del nostro settore merceologico in ambienti fieristici, piattaforme online, marketplace e centri di scambio, organizzando un partnerariato di eventi per lo sviluppo del settore commerciale di riferimento


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RUBEUS

UNA SCOMMESSA VINTA NASCE NEL MONDO DEL LUSSO PER CONQUISTARE E STUPIRE: CON I SUOI GIOIELLI, CON LA SUA MODA E CON I SUOI PROFUMI Di Lara J. Mazza

Nataliya Bondarenko è una giovane imprenditrice, laureata in architettura, che si è fatta largo nel mondo del lusso con coraggio, caparbietà e audacia, forte della sua intraprendenza, creatività e grande passione per tutto ciò che è bello e fatto con maestria. L’origine del brand, Rubeus, che in latino significa rubino, il re delle gemme, rimanda direttamente all’idea di voler essere un’eccellenza, di diventare un punto di riferimento per chi desidera accessori e gioielli unici e, al contempo, alla volontà di utilizzare i materiali più preziosi per ogni prodotto che decide di creare. Senza compromessi. Come vere opere d’arte. Interamente Made in Italy. Essere una giovane imprenditrice oggi tra sogni, realtà, difficoltà e opportunità. Qual è il tuo bilancio fino ad ora? «È necessario avere la capacità di analizzare correttamente le esigenze del mercato, comprendere i valori del proprio brand e puntare sempre più in alto. Mi piace molto sognare, pur rimanendo sempre con gli occhi aperti e i piedi ben saldi a terra. Ho grandi ambizioni, percepisco sempre quali sono le opportunità da intercettare nella maniera più corretta, anche se qualche volta mi affido alla fortuna.» Perché hai scelto questo mondo? Cosa ti affascina di più? «O è questo mondo che ha scelto me? Il mondo del lusso mi ha sempre circondato fin dalla prima giovinezza, ci sono cresciuta, e da diversi anni sono una collezionista di arte, gioielli, antiquariato. Sono molto vanitosa rispetto alla cura dei dettagli,

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e tutta l’unicità di Rubeus sta nei dettagli: tutto quello che facciamo è unico e inimitabile, tutto è connesso con l’arte.» Quali sono le sfide più grandi per il tuo lavoro oggi? E quali le opportunità? «La più grande sfida è sapersi posizionare correttamente sul mercato ed essere coerenti e costanti nelle proprie scelte; sapersi circondare di un team professionale, con esperienza, visionario ma soprattutto di fiducia, sfida altrettanto importante. La più grande opportunità sta nel fatto che il mondo è diventato più accessibile, la capacità di trasferire informazioni è diventata estremamente veloce, viviamo in un mondo di opportunità continue. Pertanto, anche l’accesso ai client VIP è diventato più diretto ed immediato.» Possiamo certamente affermare che stai creando un nuovo linguaggio stilistico, grazie anche alle tue collaborazioni speciali. Qual è la filosofia del tuo brand? «La nostra filosofia consiste in un enorme e costante lavoro di ricerca delle eccellenze che hanno fatto e fanno grandi la tradizione e la cultura italiana, della sua arte, in tutte le sue forme. L’Italia è un paese meraviglioso, un’ispirazione continua per la creazione di nuove collezioni.» Ci racconti qual è il tuo processo creativo? «Scelgo sempre un tema per le mie collezioni, una fonte di ispirazione primaria. La nostra nuova collezione di Fine


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Jewelry Duomo è dedicata alla magnificenza delle cupole italiane. Quale cittadino o turista può passare davanti a questi luoghi e non fermarsi un minuto ad ammirare la bellezza delle cattedrali o dei Duomi di questo nostro splendido paese? Questa collezione è il nostro orgoglio, è veramente speciale!» Chi sono la tua clientela e il tuo mercato di riferimento? «Attualmente i nostri mercati principali sono Emirati Arabi, Russia (ex paesi USSR) e tutta l’Europa.» Si parla molto di atemporalità del design nel mondo della moda e della gioielleria, qual è il tuo pensiero a riguardo? «Il lusso sarà sempre senza tempo, proprio come i diamanti.» Quali sono i tuoi obiettivi come imprenditrice per il 2022? «Il nostro prossimo obiettivo è quello di conquistare la Cina.» In che modo il mercato globale è diverso da quello italiano? «Il mercato italiano ha le sue caratteristichè ben precise e le sue preferenze come tutti gli altri mercati. Ogni mercato si

adatta anche alle proprie capacità finanziarie. A mio avviso, il mercato della gioielleria in Italia è ancora molto conservatore. I cambiamenti repentini del mercato richiedono oggi competenze e abilità alle quali spesso è difficile adeguarsi.» Quali sono le azioni che stai mettendo in atto a livello commerciale e qual è la tua visione per il futuro (più a lungo termine) del tuo marchio? «Credo, per certi aspetti, sia necessario essere un pò “aggressivi” (nel senso buono della parola), definire le proprie strategie di marketing e comunicazione in modo più rapido e costante, collaborare con influencer, artisti, organizzare eventi e partnership di successo.» Dal tuo punto di vista di creativa e di vera brand builder, dove vedi il futuro dei media e della moda? «Media e moda lavoreranno sempre a stretto contatto. Più scopriamo il mondo digitale e lo vediamo crescere ed emergere, sempre più aziende collaboreranno con influencer e digital creator. Questa è anche la mia visione futura.»

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FORTEL A

CREATI PER RESISTERE ALLE MODE E AL TEMPO IL PRIMO BRAND CONUN DNA TALMENTE FORTE CHE NON HA BISOGNO DI AVERE UN LOGO PER ESSERE RICONOSCIUTO Di Lara J. Mazza

Ci piace pensare che dietro a un grande brand ci sia sempre un grande uomo. In questo caso ancor di più perché Alessandro Squarzi non è unicamente uno stilista ma è un affermato imprenditore del fashion system e, soprattutto, un visionario, fautore di un moderno concetto di durabilità, nonché un grande collezionista di capi vintage da cui trae costante ispirazione per le sue collezioni.

stile militare. Ovviamente molte persone non hanno piacere di mettersi della roba usata ed è anche vero che la roba usata di una volta non si trova più. Perciò la mia idea, forte di un archivio di sei mila capi vintage, è stata quella di provare a rifare questi capi con tessuti di altissima qualità, rinnovandoli e provando a metterli a disposizione di tutti.»

Partiamo dall’inizio: perché ha scelto il nome Fortela? «La mia idea iniziale era quella di chiamare il brand Tela Forte per comunicare l’idea di materiali resistenti al tempo ma non era registrabile perciò ho invertito i due termini ed è nato Fortela.»

Da dove viene il suo amore per i tessuti vintage? «Il mio amore per i capi vintage nasce in realtà da una necessità che è diventata virtù. Quando ero un ragazzino facevo parte di una famiglia di persone molto per bene ma non sguazzavamo nell’oro. Io e mio fratello non potevamo permetterci capi firmati - in quegli anni andavano Giorgio Armani, Bagutta, Timberland – perciò andavamo spesso a comprare capi vintage alla Montagnola, a Bologna. Da quell’esatto momento è nata la mia passione per quel mondo. Compravo i Levis vintage e mi chiedevo perché ci fosse differenza di prezzo tra modelli simili.»

Come sarà l’uomo Fortela per il prossimo inverno? «Il bello di Fortela è che rappresenta uno stile, non una moda. Non cambia molto nella modellistica, cambia nella scelta dei tessuti e nei dettagli. Nelle collezioni di quest’anno c’è una grande apertura a tutto ciò che è più classico, con un accento particolare su giacche e abiti che prima non erano presenti. Ho voluto così porre l’accento a quello che è il nostro know-how italiano. Nel mondo siamo riconosciuti per essere persone estremamente eleganti, mi piaceva l’idea di fare una “invasione” di campo con capi che io indosso normalmente.» Capi per durare… «Siamo molto attenti al fatto che tutto ciò che porta il nome del nostro brand sia tramandabile. Infatti il nuovo slogan che troverete all’interno dei capi è “Fortela non è da rivendere ma da tramandare a tuo figlio o a tua figlia”. Questa scelta è nata proprio per dare un senso logico alla nostra filosofia, ovvero acquistare capi che possano essere riutilizzati, capi da tenere per un po’ nell’armadio per poi essere rindossati, sempre attuali e mai fuori luogo. Secondo me oggi purtroppo c’è una sovraproduzione di abbigliamento. Pensiamo allo scandolo dello smaltimento della sovrapproduzione di capi nel deserto del Cile, diventato una discarica. Io credo che non ci sia niente di più bello di avere un capo che diventa la tua coperta di Linus. Un capo che parla di te. Un capo che ha la tua stessa storia. Cambiarsi in continuazione non fa parte della filosofia di Fortela.» Come è nato il progetto? «Dopo tanti anni di lavoro nel settore della moda - sono stato uno dei soci fondatori di Dondup -, ho iniziato a viaggiare per il mondo e mi sono reso contro che effettivamente In Italia e in Europa c’era tanto fashion ma non c’era un qualcosa che riprendesse lo

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È cominciato tutto così… «Sì: il mio archivio, dal quale traggo ispirazione; a comprare le cose e metterle via; a fare ricerca nei viaggi, nei mercatini. Poi, col tempo, quando ho potuto permettermi di girare il mondo ho cercato e trovato sempre più cose e l’archivio si è ampliato.» Come avviene oggi la vostra produzione? «Noi usiamo due tipologie di prodotto: lana e cotone. Per la prima lavoriamo unicamente con Manteco, una nota azienda italiana di Prato che è specializzata nella realizzazione di tessuti fatti come una volta. Per la parte cotoniera, ahimè, mi duole dirlo, ma sono più bravi i giapponesi perché hanno un know-how di lunghissima data che affonda le sue radici nel secondo conflitto mondiale.» Come si combina questo know-how con la tradizione italiana? «Io compro da loro solo la materia prima, il resto è tutto esclusivamente made in Italy. Ed è una cosa di cui sono estremamente orgoglioso. Per certi versi mi considero un integralista, ed esserlo oggi non aiuta. Però sono molto fedele a quello che faccio.» L’uomo a cui tu pensi è lo stesso uomo che condivide questi tuoi valori? «La cosa bella di Fortela è che ha una forbice di clientela ampissima, dal ragazzo di vent’anni all’uomo come me. Gente che apprezza il ben fatto e la qualità.»


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Alessandro Squarzi

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Per te il lusso che cosa è oggi? Questo o qualcos’altro? «Io credo che il lusso significhi non dimostrare niente a nessuno, a prescindere dall’avere del tempo per sé stessi, che oggi è la cosa più bella del mondo. Non è l’abito che fa la persona, come non lo è il marchio. Io credo che un uomo non ha bisogno di immedesimarsi in un prodotto che lo faccia diventare qualcuno per status. Non va più di moda. Io sono no logo. Per me, a parte la nostra cucitura col filo che pende che ha un suo preciso motivo, non esiste altro. Per me, un capo d’abbigliamento è un’opera d’arte e il sarto che lo realizza è un artista. Ma cos’è che tiene unito l’abito: il filo. Quindi il filo è la radice di tutto, per questo il nostro logo è rappresentato da quattro fili che pendono. Nei nostri capi c’è una ricerca maniacale: del tessuto, del filo, del bottone, della zip, di come li costruiamo. Per farti un esempio, stiamo mettendo a punto una linea ad hoc per la costruzione di jeans con le macchine da cucire che si usavano una volta.» Secondo la tua opinione qual è il futuro del menswear? «Io credo che stia terminando il mondo dello street-style e che la gente sia maggiormente orientata a tornare su quella forma di eleganza che per tanti anni è venuta meno.»

E il futuro di Fortela? «Ho una figlia di cui sono fortemente innamorato di 16 anni e ora studia a Londra. Mi sono dedicato moltissimo a lei e vorrei fare la stessa cosa con Fortela: farla crescere, insegnarle i fondamentali e le cose più corrette per il suo futuro in modo che, quando sarà grande, possa avere una strada bella.» Secondo te quali sono gli ingredienti per sostenere l’indipendenza di una moda come la tua? «Il primo ingrediente secondo me è l’amore con cui si fanno le cose: non tanto per denaro, non tanto per la celebrità, piuttosto perché possano appagarti profondamente. Fatto bene con amore, questo è il mio motto. Sono convinto che le cose fatte in questo modo trovino naturalmente la loro strada. Questa è la mia filosofia: io non guardo gli altri, non rincorro le mode, indosso il cappotto di vicugna di mio padre degli anni ’50 che ancor oggi è contemporaneo. Il mio sogno è quello di poter vestire sempre più giovani. Purtroppo non tutti possono permetterselo ma preferisco realizzare qualcosa di bello che qualcosa di massificato. E la mia è idea è quella di non cambiare mai questo fondamento.»

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WHISKY

DALLA SCOZIA A MILANO SENZA COMPROMESSI Di Lara J. Mazza

Nel gennaio 2019 nasce il progetto Dream Whisky, un’etichetta indipendente che Federico Mazzieri e Marco Maltagliati - il primo con un’esperienza nel mondo del marketing e il secondo esperto del settore whisky, entrambi appassionati di buona cucina e buon bere - vogliono per dare nuova linfa vitale a questo mondo. A soli due anni di distanza, a Milano, arriva Dream House, un format assolutamente innovativo che propone degustazioni in purezza, miscelazione o pairing, «un club interamente progettato da noi», come ci raccontano i due fondatori, «al quale si accede tramite prenotazione ma che è casa piuttosto che locale, dove chi entra è un amico, e all’amico di solito si dà il meglio. Un luogo in cui dare il giusto spazio a un bere di qualità non legato né alla fretta né al divertissement fine a sé stesso, un ambiente dove trovano posto percorsi di degustazione di varia natura: oltre ai format tecnici per selezionatori, affinatori, imbottigliatori o produttori, proponiamo percorsi di degustazione in purezza (con whisky di annate diverse) o in abbinamento, dove il whisky viene accompagnato da una selezione di cibi di produttori di altissima qualità.»

Nella Dream House, oltre agli imbottigliamenti curati da Dream Whisky, e affinati direttamente in Scozia in un magazzino di invecchiamento tradizionale nel cuore dello Speyside, che danno vita a collezioni uniche e sempre diverse, si trovano alcune rarità acquistate durante i numerosi viaggi di Federico e Marco. Proposti anche in purezza, questi spirits sono protagonisti di una ragionata drink list incentrata sulla miscelazione dei Single Cask. «È facile emozionarsi davanti a un piatto particolare o al profumo di un buon vino ma spesso ci dimentichiamo che quel piatto, quel gusto, quel profumo, raccontano una storia: la storia di un territorio, la storia di un lavoro, la storia di una passione, soprattutto di chi l’ha fatto. Il vino ci appartiene endemicamente, siamo abituati a sentirne parlare da quando siamo neonati mentre il whisky invece arriva da un’altra parte. E se noi analizzassimo quello che ci trasmette un bicchiere di whisky ci renderemmo conto che rappresenta un percorso temporale che ci fa vivere la nostra vita in 30 secondi, perché la nostra piramide gustoolfattiva va a scavare proprio nei nostri ricordi ancestrali. Dentro a un bicchiere di whisky c’è tutto. Se il vino ha una sua

Marco Maltagliati e Federico Mazzieri

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CAPITOLO 2

DREAM, È NATA PROPRIO CON LA VOLONTÀ DI VIVERE IL WHISKY COME FOSSE UN DISTILLATO DA BERE E APPREZZARE PIUTTOSTO CHE DA IDOLATRARE

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evoluzione che cambia da vitigno a vitigno, da legno a legno, da terroir a terroir, nel whisky tutto è concentrato in un bicchiere di prodotto. Il whisky è un prodotto elitario ma non perché rappresenti uno status symbol, lo è dal punto di vista concettuale: è qualcosa a cui devi essere pronto ad avvicinarti perché è necessario essere sensibili per capirlo fino in fondo. Il nostro settore è pieno di stereotipi perciò, la scelta di aprire Dream, è nata proprio con la volontà di superarli tutti e di vivere il whisky come fosse un distillato da bere e apprezzare piuttosto che da idolatrare». Questo è il cuore del progetto Dream Whisky: qualità senza compromessi, dove il liquido è quello che conta, non la distilleria. Federico e Marco acquistano solo i whisky migliori e li imbottigliano dopo averli personalmente affinati. Nulla è lasciato al caso. «Nella distillazione e nell’invecchiamento non ci sono solo processi chimici e fisici, c’è molto altro, tra cui una speciale energia. Pensa da dove nasce un whisky…Da un chicco d’orzo, che è solido e poi diventa liquido. Perde il suo equilibrio che recupera, forse, con l’invecchiamento. La certezza non c’è mai perché il liquido, in dieci, venti o trent’anni ha subito una

trasformazione, creando nuovi equilibri. Quello che facciamo noi è unicamente eliminare i residui di botte, senza filtrarlo a freddo né diluirlo. In questo modo tutto quello che è successo, tutto ciò che si è creato all’interno della botte, quelle connessioni ed equilibri fra elementi, rimane intonsa. Rispettare le energie e gli equilibri che si creano all’interno di una botte è possibile solo quando imbottigli da solo, come facciamo noi. Perciò ogni anno nasce una nuova collezione, con ispirazioni differenti e con etichette disegnate a mano, sempre diverse, su cui viene aggiunto un QR Code attraverso cui si possono scoprire la storia della botte, la zona di provenienza, le note di degustazione, il tipo di legno. Se quest’ultimo è ciò che fa la differenza, noi cerchiamo il migliore e dopo aver affinato il whisky nelle sue botti originarie o in quelle che selezioniamo, lo imbottigliamo, creiamo percorsi di scoperta e degustazione, e infine lo vendiamo». Dream House è il luogo dove, grazie a tecnica e alchimia, è possibile intraprendere il viaggio di scoperta nel mondo del whisky di qualità fatto di grande passione, grandi sapori e altissima qualità.

La DREAM HOUSE si trova a Milano in via Pietro Colletta 17 - tel. +39 335 5325570 www.dreamwhisky.com

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CAPITOLO 2

ESSENZE

FRUSTRAZIONE AMICA ETAT LIBRE D’ORANGE LANCIA UN NUOVO E POTENTE PROFUMO PER ARRIVARE DRITTO AL CERVELLO, DRITTO AL CUORE DRITTO ALL’ANIMA Di Lara J. Mazza

Creazione del naso Mathilde Bijaoui per la Maison francese più avanguardistica attualmente sul mercato profumiero, Frustration non è solo una dichiarazione di intenti, è affermazione di carattere e pura espressione emotiva. Solo il visionario Etienne de Swardt, fondatore del marchio, poteva dar vita a un profumo così radicale e al contempo sfaccettato. Il suo nome, Frustration, ne anticipa l’essenza. Come lui stesso afferma: «Ci vuole un uomo pericoloso per fare un profumo pericoloso. (….) Durante un’estate di qualche anno fa, passeggiando sulle Ramblas di Barcellona, ​​ho ascoltato un brano dei Rare Bird, band inglese di rock progressivo degli anni ‘70. La canzone si chiamava Sympathy e il ritornello era “e la simpatia è ciò di cui hai bisogno amico mio, e la compassione è ciò di cui hai bisogno amico mio perché non c’è abbastanza amore per andare in giro, no, non c’è abbastanza amore per andare in giro…”. E lì, all’improvviso, con la ricchezza di un intero passato psicoanalitico, questo stesso passato che a volte ripone la mia forza sugli altri o a volte la mia grande debolezza su me stesso, è emersa dal ritornello una parola più forte della simpatia. Ha piantato la sua bandiera nera di malinconia nel cuore della mia mente, e ha emesso una parola più corretta, più vasta, più vera, più sincera, più utile poiché forgiata nell’esperienza della vita: FRUSTRAZIONE. E poi cantare di nuovo nella mia testa il ritornello sostituito “...E la frustrazione è ciò di cui hai bisogno

amico mio, e la frustrazione è ciò di cui hai bisogno amico mio”». Introdotto da Sigmund Freud, il termine “frustrazione” rappresenta quello stato psicologico di mancato appagamento di un bisogno. La Frustrazione, è ciò che resta della rinuncia, ed è sorella del profumo, poiché il profumo è la più grande frustrazione nel gioco dell’amore. Il profumo è una pienezza mai appagata, un godimento iniziato ma mai raggiunto, un movimento infinito di desiderio senza compimento, un’instillazione che emoziona, seduce, culla, che domina incalzante. La soddisfazione uccide, mentre il desiderio ti fa vivere attraverso la distanza che non ti fa mai raggiungere la meta. Un profumo è la stessa cosa. Guillaume Apollinaire nel “Le Pont Mirabeau” descrive la fugacità dell’amore con distacco e abbandono perché tutto quello che succede, nella vita, è come l’onda di un fiume che si forma, cresce, si ingrossa per poi svanire nel vortice della corrente, riformarsi e cominciare il ciclo nuovamente dall’inizio. Quindi l’amore non può essere, come si crede, una durevole ed esclusiva passione. L’amore si perde, crea Frustrazione, per poi tornare alla gioia che segue sempre il dolore. Allo stesso modo questo profumo, dominato da un baccello di vaniglia, una rosa da giardino con petali rossi gonfi, del vecchio rum che esplode con legni d’ambra e un bourbon vetiver, è un viaggio regressivo che ha lo scopo di risvegliare i nostri sensi. Divina Frustrazione.

L'amore se ne va come quest'acqua che scorre L'amore se ne va La vita è così lenta E la speranza è così violenta

Guillaume Apollinaire

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CAPITOLO 5

POESIA

Sulle Rose di Bibiana La Rovere

Eppure avrei potuto spaccarmi e dire di essere intera in un’armonia perfetta dire di essere me senza più sentire il vento attraversarmi i capelli. Sulle rose avrei potuto tutto osare senza dire niente. Null’altro che appartenesse al mondo solo ad una metà del cielo dire di me di un vile presagio. Io vidi nel tempo una bambina agile e fiera il primo respiro in un divino furore recare il suo paesaggio interiore il mio sentire farsi vicino Dio innesto di quel che sono costola del mio divenire. Il cuore somigliante ad un vuoto al petto consacrare la pelle e dire la vita per patto di appartenenza seppure la gioia sia una risoluzione radicata rinsalda ogni ora all’obbedienza di quei primi giorni in cui vidi per la prima volta il mare e il suo farsi bianco. Quando si nasce e si rinasce si desta la voce di Dio che porta con sé tutte le voci e tutto trema insieme di nuovo con la memoria del tempo e dello spazio versando sole e pioggia c’è chi annuncia cieli che seguiranno. Ho avuto una carezza in sogno come se il peso del mondo fosse a me destinato e il verso di ogni animale contenesse il lascito dei miei antenati. Il leone è il mio trisnonno Liborio che da lui provengo nell’asse che mi unisce al punto eterno. Mi abita il suo mistero anima nuda e tenace come un canto in me racconta la sua maestria la destrezza e il suo slancio per ogni vita riavuta al cospetto di un sogno eterno. Ove tutto si fa abbraccio all’improvviso e poi tutto arretra io lì di lui incarno la luce vivida dei suoi occhi germinanti amore il suo vivere d’impeto e passione nell’attitudine sacra e naturale di respirare. E tutto di me emerge altrove che rido e volo come una libellula della fibra che mi nutre della soglia di dolore che riesco a sopportare. Come si posa il mio sguardo sulle cose nell’ intimità della parola che s’apre senza disperdere nulla così aderisco alla vita e ai miei avi che la sostengono incessantemente. Senza più nulla custodire di quel che mi separa la clausola di destino racchiusa nel sole mi abita appena. L’impenetrabile mistero richiede risonanza ad ogni mio pudore per ogni mia cellula fluorescente che disperdo ad ogni battito di ciglia. La particella divina che io credo mi sopravviverà continuerà nel bacio impermeabile alla notte in quell’aria schiusa al suo albeggiare.

Bibiana La Rovere Artista Poeta Performer

Si occupa di scrittura e cultura della comunicazione. Con il Concept Design unisce comunicazione, scrittura e arte per realizzare progetti innovativi di brand identity per l’impresa, con eventi editoriali e allestimenti interdisciplinari, in un processo di narrazione multisensoriale, che va dall’arte al design, dalla fotografia alla scrittura, al sound design, comunicando, attraverso il marchio, la brand identity, l’identità imprenditoriale. www.bibianalarovere.it

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