NO. 15 I'GIORNALINO

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L’EUROPA SI DICHIARA “LGBTIQ FREEDOM ZONE” di Sarrie Patozi Durante la sessione parlamentare dell’11 marzo, gli eurodeputati hanno deciso di rispondere in questo modo alle leggi arretrate della Polonia e dell’Ungheria sui diritti della comunità LGBTIQ. Marek Dziewiecki, sacerdote della diocesi di Radom in Polonia, ha infatti dichiarato in un’intervista che l’ideologia gender “è pericolosa non soltanto per il fatto che cerca di annullare la ragione” ma anche perché “cerca di annullare le verità di base sull’uomo e la sua natura”. A Częstochowa poi, un’altra località polacca, Henryk Grządko afferma "un'invasione di civiltà minaccia la Polonia, arrivano con bandiere arcobaleno per strapparci i nostri valori". Ma tale politica di violenza nei confronti della comunità LGBTIQ era già iniziata nel marzo 2019, anno in cui numerosi distretti polacchi si dichiararono “liberi dall’ideologia LGBTQ+”. A fomentare rappresaglie discriminatorie sono anche gli stessi “funzionari eletti”, si pensi ad esempio all’attuale primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki. Suo nipote, Frank Broda, attivista LGBTQ+, ha raccontato a VICE World News uno scorcio sulla vita della

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