Politica
Le varianti virali della diseguaglianza Rosanna Marina RUSSO
Alla parola cambiamento preferisco, ormai, mutamento. È passato un bel po’ di tempo da quando, come tanti, auspicavo una metamorfosi sociale radicale e mi ribellavo alle ingiustizie con clamore, con la forza della giovinezza. Ma poi ho capito, e un po’ tutti lo abbiamo capito, che le rivoluzioni possono sembrare risolutive, ma conservano, spesso, al proprio interno il germe della degenerazione e dell’ingiustizia, insieme al desiderio di squadernare con impeto il presente sbagliato. Non immagino più un cambio repentino delle cose, dunque, non spero più che le diseguaglianze scompaiano solo perché è giusto che scompaiano. Ora anelo alla costruzione caparbia del domani, pezzo a pezzo, al graduale e realistico mutamento del modificabile, appunto. Ciò in cui credo adesso è la possibilità di trasformare con pervicacia il sistema vita e i vasi comunicanti economici che abbiamo creato. Sentii un economista qualche anno fa che spiegò, in buona sostanza, come la ricchezza di un popolo renda automaticamente povero un altro popolo. Anzi usò una metafora particolarissima. Il sistema economico, disse, è fatto come un organo a 16