Cultura
Quindici minuti di… immortalità Antonella BUCCINI
“Tutto si cancellerà in un secondo. Il dizionario costruito termine dopo termine dalla culla all’ultimo giaciglio si estinguerà. Sarà il silenzio, e nessuna parola per dirlo. Dalla bocca aperta non uscirà nulla. Né io né me. La lingua continuerà a mettere il mondo in parole. Nelle conversazioni attorno a una tavolata in festa saremo soltanto un nome, sempre più senza volto, finché scompariremo nella massa anonima di una generazione lontana” (Gli anni di Annie Ernaux). E invece no. A sostenerlo è Pupi Avati nel film “Lei mi parla ancora”. Il racconto di un malinconico spaesamento nello scenario, caro al regista, della pianura padana. In un’atmosfera rarefatta di nebbia, neve, freddo, Nino continua a tenere vivo il dialogo con la sua sposa che dopo sessantacinque anni lo ha lasciato per sempre. Lo ha lasciato ma è ancora con lui, ne è convinto, in nome di quel patto stretto il 43