IoArch 98 Feb/Mar 2022

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› DESIGNCAFÈ CAMBIARE PROSPETTIVA

UN MATERIALE A PROVA DI FUTURO

Mitigazione e adattamento, scrivono nelle prime pagine di questo volume che raccoglie i risultati di un lungo progetto di ricerca Park Associati e Bollinger+Grohmann, sono le principali strategie che possiamo mettere in atto rapidamente per provare ad avvicinarci agli ambiziosi obiettivi siglati nell’accordo di Parigi nel 2015 per contenere l’innalzamento della temperatura media globale. Una posizione ragionevole, che esclude atteggiamenti emotivi che semplicemente condurrebbero a soluzioni impraticabili. Dunque anche nel caso del legno, dall’insieme delle considerazioni riassunte nel libro emerge la conclusione che il futuro delle costruzioni sarà ibrido: l’obiettivo non è quello di sostituire un materiale inquinante come il calcestruzzo, che rimarrà fondamentale, con il legno ma pensare piuttosto quale sia il materiale migliore per un compito specifico. Molto spesso il legno, che grazie all’intrinseca leggerezza si presta per ampliamenti, sopraelevazioni e costruzioni antisismiche, ma anche la terra cruda – che il mercato non sembra interessato a promuovere – che potrebbe rivelarsi molto adatta per costruzioni di piccole dimensioni e per le nuove applicazioni di stampa 3D. Inlegno è un’indagine a tutto campo, che va dall’analisi della filiera-legno – anche qui, senza una sostituzione di materia prima pianificata sulla base dei tempi di crescita di foreste controllate la produzione non potrebbe rispondere alla possibile domanda – a precise linee guida progettuali che riempiono un vuoto normativo frutto dei pregiudizi culturali che ancor oggi limitano la diffusione dei sistemi costruttivi in legno. O meglio il ‘nuovo legno’ che, da naturale e di uso millenario, è oggi un materiale da costruzione altamente ingegnerizzato. Quanto all’impatto ambientale sull’intero ciclo di vita dell’edificio, lo studio di architettura milanese si è assunto il compito non indifferente di applicare a uno dei propri progetti, sviluppato con materiali convenzionali, una retroprogettazione in legno, ampiamente spiegata. Ipotizzando una vita utile di 50 anni, la metodologia di analisi LCA applicata ha condotto alla conclusione che il global warming potential dell’edificio riprogettato è più di due terzi inferiore a quella dell’edificio convenzionale. Infine, la ricerca smentisce la convinzione che l’uso del legno comporti la rinuncia al disegno parametrico e al segno autoriale.

Spesso in edilizia vengono considerati ‘tradizionali’ materiali inventati trent’anni fa, come le lastre isolanti in Eps, e innovativi invece altri che in passato si sono sempre usati. Di questi ultimi si chiedono prove di resistenza, malgrado il Pantheon sia ancora in piedi, considerando invece quasi normale che, malgrado le promesse di eternità, se non manutenuto dopo cinquant’anni un ponte in calcestruzzo si sgretoli. Ovviamente, prima del petrolio e della produzione industriale i materiali da costruzione erano ‘naturali’, e una crescente sensibilità verso la salute e il benessere ha portato, con la bioedilizia, a una certa attenzione intorno ad essi. Erano anche a basso impatto ambientale, un tema decisivo alla luce degli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico. Ma non sappiamo più come si usano. Prezioso dunque Canapa e Calce di Gilberto Barcella, che ha alle spalle una lunga esperienza lavorativa nel settore edile e della bioedilizia (oggi è manager dell’area ricerca e sviluppo di Senini, che recentemente ha introdotto la linea Tecnocanapa). Nel saggio, l’autore spiega come il biocomposito prodotto utilizzando

Park Associati e Bollinger+Grohman InLegno. Cambiare prospettiva per costruire il futuro LetteraVentidue Edizioni, Siracusa, 2021 240 pp, 29 euro ISBN 978-88-6242-561-2

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calce aerea (come legante) e il canapulo frantumato ricavato dal fusto della canapa presenti eccellenti prestazioni termotecniche. Soprattutto, si tratta di un materiale a impronta di carbonio negativa perché nel suo breve ciclo di vita la canapa assorbe più anidride carbonica di quella emessa nel processo di produzione della calce e del biocomposito stesso.

Gilberto Barcella Canapa e calce. Tra tradizione e innovazione dalla bioedilizia alla neoedilizia Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2021 144 pp, 32 euro ISBN 978-88-579-1273-8

CAPANNE D’AUTORE Stando alle sue parole, Le Corbusier impiegò tre quarti d’ora per disegnare il Cabanon di Cap-Martin. Tra la semplicità del rifugio marino del maestro e le operazioni di marketing dei glamping per confortevoli vacanze ‘into the wild’ corrono settant’anni, nel corso dei quali numerosi architetti hanno progettato rifugi, bungalow, cabine, capanne e palafitte tra gli alberi come la Niliaitta di Studio Puisto in Finlandia della copertina di questo volume. Il comune intento di abitare geografie remote per vivere in stretta connessione con la natura è un tema progettuale affrontato in infinite maniere, alcune più sensibili al luogo e altre più influenzate dall’uso dei materiali e delle tecnologie costruttive, risultati prototipali di una ricerca che a partire dalla prefabbricazione – largamente utilizzata nei progetti illustrati in Cabin Fever – porta innovazione nel più generale mercato delle costruzioni. Allo stesso modo l’indipendenza energetica, l’abitazione ‘off-grid’, requisito indispensabile per rifugi costruiti nel deserto o su

scogliere disabitate, è affrontata e risolta in modi che potrebbero trovare applicazione anche in contesti edilizi normali, contribuendo a ridurre l’impronta ambientale dell’edilizia. Ma al di là delle istanze pratiche rimane il fascino di architetture minime e estreme disegnate da studi locali o da grandi firme internazionali, e dei luoghi che i 37 progetti di Cabin Fever popolano.

Cabin Fever gestalten, Berlino, 2021 272 pp, Ill. 39,90 euro ISBN 978-3-96704-030-2


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