MARCO CAMPAGNANO Fit and Go CEO e Co-founder
“Da piccolo avevo sette in condotta, oggi gestisco ottanta negozi”
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uando frequentavo la scuola ero pieno di idee e voglia di fare, non stavo mai fermo e la mia energia era difficile da contenere, infatti prendevo sempre sette in condotta. Ho creato la mia azienda nove anni fa: una rete nazionale con ottantuno centri attivi su tutto il territorio italiano e oltre centotredicimila clienti soddisfatti. Mio padre è stato un imprenditore e ha sempre consigliato a me e alle mie sorelle di non percorrere i suoi passi, sostenendo che non valesse la pena vivere sotto stress sette giorni su sette e così, nella prima parte della mia vita, ho seguito il suo suggerimento. Sono stato assunto come dipendente da una società di consulenza: sottostavo a regole molto rigide, entravo ogni mattina alle otto e trenta, lavoravo quattordici ore al giorno, ma nonostante tutto, essendo la mia prima esperienza lavorativa, questo tipo di impostazione lavorativa mi ha fornito strumenti indispensabili per la mia crescita. Successivamente ho lavorato per un’azienda che ha vinto più volte il “Great Place to Work”: potevo andare al lavoro senza giacca e cravatta, avevo orari flessibili, giocavo a ping pong e a biliardino e il clima era estremamente sereno, tutti davamo grande importanza ai momenti di confronto.
Come in quasi tutti gli aspetti della vita, bisogna trovare il giusto equilibrio fra le cose, ed essermi approcciato a due realtà lavorative così diametralmente opposte mi ha aiutato moltissimo a capire che “la verità sta nel mezzo”. Sono riuscito prima a disegnare e poi a costruire il mio percorso e il mio ideale approccio al lavoro, facendo tesoro delle mie esperienze e cogliendo il buono da ognuna, aggiungendo così un importante quid alla mia carriera.
“Sarò un buon padre? La risposta non c’è” Tre anni fa sono diventato papà per la prima volta, oggi ho due figli, un maschio e una femmina. Ogni volta che li guardo, la domanda che mi pongo è sempre la stessa “Riuscirò ad essere un buon padre?”, questo è ciò che mi sta più a cuore. Ho tratto tanti insegnamenti dagli errori che ho commesso nelle mie esperienze lavorative, e in alcuni casi, mi rendo conto che le nuove consapevolezze mi stanno aiutando nel percorso di crescita dei miei figli. Nel mio lavoro c’è stato un periodo in cui gestivo cento dipendenti e quando mi guardo indietro, riconosco di aver compiuto molti sbagli: delegavo poco, lavorando incessantemente anche per sedici ore in una giornata, rileggevo ogni e-mail che inviavano i miei colla-
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boratori, non lasciavo autonomia, controllavo tutto. Con il tempo, mi sono reso conto, però, che senza fiducia le persone non possono crescere. Credo che una sana relazione personale sia la base per il successo di una famiglia, così come di un’azienda, oggi infatti, punto sempre molto sul rapporto con i miei collaboratori, consolidando conoscenza, rispetto e stima reciproca. Noi esseri umani siamo in fondo semplici, a parità di condizioni, sceglieremo sempre la miglior relazione: in quale bar ci piace andare al mattino? Con estrema probabilità sceglieremo il luogo dove c’è sempre qualcuno ad accoglierci con un sorriso, che ci saluta chiamandoci per nome e che ci chiede se stiamo bene. Ho un grande sogno per i miei figli: vorrei che diventassero persone libere, autonome, responsabili ed in grado di scegliere, persone capaci di ragionare con la propria testa. Non posso ancora sapere che persone diventeranno i miei figli, sono ancora piccoli, ma spero che i traguardi ottenuti sul lavoro, grazie al mio cambio di rotta, possano essere raggiunti anche in famiglia. È importante creare un network solido, una rete per creare valore per me e per la società. È essenziale migliorare il mondo nelle piccole cose, un sorriso degli altri vale sempre la pena.