109 Codices Machinarum: II. Bellifortis (1405)
L’arte della guerra nel Bellifortis di Konrad Kyeser di Andrea Molinari
N
el 1405, dalle montagne boeme dove si trovava in esilio per decisione del «perfidus princeps»1 Sigismondo, il medico bavarese (era nato ad Eichstätt nel 1366) Konrad Kyeser conclude il suo ponderoso trattato intitolato Bellifortis, un neologismo latino che possiamo tradurre come «forte in guerra». Il codice, costituito da ben 140 fogli di pergamena, è illustrato da preziose miniature, realizzate da artisti di scuola boema che, come Kyeser stesso, erano stati cacciati dalla corte di Venceslao quando quest’ultimo era stato deposto dal fratellastro Sigismondo, nel 1402.Malato e consapevole di essere vicino alla morte, Kyeser dedica ogni sua energia alla compilazione del Bellifortis, che assume per l’autore la valenza di una sorta di testamento spirituale. Basti pensare che il codice si conclude con un grande ritratto a colori di Kyeser stesso e addirittura con il suo epitaffio autografo, in cui viene lasciata in bianco la data di morte.
1 Bellifortis, Cod. Ms. philos. 63 der Universitätsbibliothek, Göttingen, fol. 139v. Tutti i riferimenti a Konrad Kyeser e al Bellifortis, ove non espressamente citato, fanno riferimento a Götz Quarg (ed.), Bellifortis, I, II, Verlag des Vereins Deutscher Ingenieure, Düsseldorf 1967.