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Buduščaja vojna
Jan Bloch, lo stato maggiore russo e la Prima Conferenza di Pace dell’Aia di Virgilio Ilari «what I know and am prepared to prove is, that the real Utopians who are living in a veritable realm of phantasy are those people who believe in war»1.
O
«Among many military theorists who appeared in those years (1870-1914), one was outstanding, namely I. S. Bloch, because he got down to the roots of the war problem»2.
Perché la potenza di fuoco non impedì la guerra? ltre agli 11 milioni di soldati e 7 milioni di civili3, tra i caduti della grande guerra ci fu, se non Clausewitz4, la credibilità professionale dei militari. Il fallimento dei piani iniziali5 portò infatti allo stallo sul fronte occidentale e tutti i successivi tentativi di sbloccarlo ebbero il solo effetto di trasformare il conflitto in una guerra di logoramento che fu infine apparentemente decisa, ma in realtà solo sospesa, dalla rivoluzione russa e dall’intervento americano. In seguito i profeti del «potere aereo» e della «guerra di macchine» e i teorici dell’«approccio indiretto» criticarono i pregiudizi e la mentalità degli stati maggiori d’an-
1 J. Bloch, Conversation with T. A. Stead, Abridgement, London, 1900, p. ix. 2 J. F. C. Fuller, A Military History of the Western World, 1956, p. 182. 3 V. Antoine Prost, «War Losses», International Encyclopedia of the First World War, 2014, online. 4 Gian Enrico Rusconi, Rischio 1914, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 147-164 («Clausewitz è caduto sulla Marna?»). 5 Gli unici due studi specificamente dedicati alla comparazione tra i piani di guerra dei belligeranti sono quelli di P. Kennedy (Ed.), The War Plans of the Great Powers, 1880-1914, Guildford, Surrey 1979 e Richard Hamilton and Holger H. Herwig (Eds.), War Planning 1914, Cambridge U. P. 2014.