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Thinking about the Unthinkable
La guerra termonucleare e il mondo di domani nella mente di Herman Kahn
L
di Maurizio Zinni
a recente esplosione di una presunta testata all’idrogeno da parte della Corea del Nord ha riacceso gli allarmi sui rischi di escalation nucleare che ancora incombono all’inizio del terzo millennio. Sui principali media di massa le informazioni sono state spesso accompagnate da servizi ed immagini che hanno rispolverato il bagaglio iconografico classico sulla bomba atomica e sugli effetti di una guerra nucleare.
Nel flusso tralatizio e ormai canonico di funghi atomici e stanze dei bottoni, è però molto difficile imbattersi in riprese “dal vivo” di un’esplosione nucleare, eccezion fatta per quelle che il governo americano mise a disposizione dai siti dei test, come ad esempio nel caso dell’operazione Ivy nel 19521. L’immaginario collettivo allora come oggi è per buona parte frutto della finzione, della fantasia o dell’intuizione di registi e scrittori, più in generale di artisti che hanno usato la loro ispirazione per immaginare quello che non era mai stato (il primo e unico conflitto che ha visto impiegati ordigni atomici su obiettivi militari è stata la Seconda guerra mondiale) e che pure, in determinati momenti della storia della Guerra fredda, era sembrato così vicino e probabile. Sul grande e piccolo schermo, sulle pagine dei libri o nelle vignette dei 1 Le immagini della prima esplosione di una bomba all’idrogeno nelle isole Marshall vennero trasmesse per la prima volta in televisione il 1° aprile 1954 e successivamente venduto nelle scuole secondarie come prodotto educativo. T. Doherty, Cold War, Cool Medium. Television, McCarthyism and American Culture, New York, Columbia University Press, 2003, pp. 11-12.