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Codices Machinarum: 1 Texaurus regis Francie (1335)
Passato e futuro nell’“orizzonte tecnico” di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350) di Aldo A. Settia
P
er facilitare a Filippo VI di Francia la progettata riconquista della Terrasanta il medico di corte Guido da Vigevano gli indirizzò nel 1335 uno scritto intitolato Texaurus regis Francie nel quale esponeva innanzitutto il modo di conservarsi in salute e poi di fabbricare certe macchine da guerra di cui – diceva – “nessuno finora si è trovato che ne avesse cognizione” 1: si trattava di scale e torri d’assalto per espugnare luoghi fortificati, di natanti per attraversare corsi d’acqua inguadabili e carri da combattimento autopropulsi destinati ad appoggiare azioni in campo aperto, tutti mezzi accuratamente descritti nel loro funzionamento e presentati come smontabili e facilmente trasportabili a dorso di cavallo. Benché alcuni di tali mezzi fossero allora obiettivamente irrealizzabili – si è osservato – la fantasia precorritrice del loro ideatore ebbe il merito di diffonderne l’interesse fuori della ristretta cerchia degli specialisti dando così avvio a una vera e propria trattatistica i cui autori – da Konrad Kyeser a Valturio, da Mariano Taccola e Francesco di Giorgio Martini a Leonardo da Vinci – furono largamente influenzati dal Texaurus, il quale contribuì perciò di lunga mano alla futura, effettiva realizzazione di quegli impossibili macchinari2.
1 Giustina Ostuni (cur.), Le macchine del re. Il “Texaurus regis Francie” di Guido da Vigevano, Vigevano 1993, p. 89; v. inoltre Introduzione, pp. 18-29 e, sulla vita dell’autore, A. A. Settia, «Guido da Vigevano», in Dizionario biografico degli italiani, 61, Roma 2003, pp. 433-436. 2 Su tale trattatistica basti qui rinviare a Bertrand Gille, Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento, Milano 1972 (ed. originale Paris 1964); Bert S. Hall, «Production et diffusion de