L'Agricoltore Cuneese - Marzo 2023

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La Piemontese fatica a rialzarsi

Il ministro Lollobrigida incontra i produttori su invito di Confagricoltura

Confagricoltura traccia gli interventi per affrontare l’emergenza

La nuova genetica utile per contrastare i cambiamenti climatici

Dal MAG di Savigliano le novità e i dubbi sulla Politica Agricola Comune

POSTE ITALIANE S.P.A.SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CNANNO XXIN. 02 • MARZO 2023
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Cuneo, Siena e Brescia vini e salumi della tradizione al Vinitaly

APRILE 4

frutta in Piemonte

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% di deficit di acqua in Piemonte nel 2022

iena, Cuneo e Brescia: vino e salumi della tradizione – Condivisione e unione di sapori a Vinitaly 2023”. È questo il titolo scelto per l’evento che avrà luogo martedì 4 aprile, alle 12, a Verona presso il padiglione D nello stand di Confagricoltura all’interno del salone internazionale dedicato al mondo del vino. Dopo il successo dello scorso anno riproponiamo così l’appuntamento che vede protagonista Confagricoltura Cuneo, in sinergia con le Unioni provinciali di Siena e Brescia, per raccontare alcuni dei principali prodotti che li accomunano, vini e salumi. Per la provincia di Cuneo saranno presentati i due vini DOC Favorita e Barbera d’Alba, abbinati al prosciutto Crudo di Cuneo DOP (saranno presenti i vertici del Consorzio) e al Salame Cotto.

+7%

VERONA -

A condurre l’evento, che si potrà seguire in diretta streaming sul sito di Confagricoltura, sarà la sommelier e narratrice digitale Adua Villa, che accompagnerà gli ospiti alla scoperta delle eccellenze agroalimentari piemontesi, toscane e lombarde con l’intervento diretto dei produttori.

Con questo appuntamento proseguiamo e rinsaldiamo il percorso comune intrapreso negli scorsi mesi con il territorio di Siena e a cui si aggiunge, quest’anno, anche quello di Brescia per mettere in luce e valorizzare i punti di contatto a livello enogastronomico e turistico che caratterizzano i tre territori. L’evento rappresenta, infatti, un’importante vetrina e una partecipazione di grande valore per riaffermare come le tradizioni enogastronomiche siamo capaci di promuovere non solo i prodotti, ma anche il turismo e la storia dei luoghi in cui nascono eccellenze.

L’augurio è che tutto il Vinitaly possa rappresentare un’importante vetrina per le aziende e il territorio, portando i benefici promozionali ed economici attesi. Nei giorni dell’evento lo stand di Confagricoltura sarà a disposizione delle aziende per ogni necessità. Il resoconto di questo evento e molti altri temi di attualità legati alla vitivinicoltura saranno oggetto di specifici approfondimenti sul prossimo numero de “L’Agricoltore cuneese”.

% di rincaro delle tariffe assicurative agricole in Italia

L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946

Direttore responsabile: Paolo Ragazzo

Redazione e grafica: Autorivari studio associato C.so IV Novembre, 8 - Cuneo Tel. 0171.601962 staff@autorivari.com

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cinghiali da abbattere in Piemonte contro la PSA

Società editrice, pubblicità e stampa: Tec Arti Grafiche Srl Via dei Fontanili 12 - Fossano 0172.695897 - adv@tec-artigrafiche.it

Chiuso in redazione il 21/03/2023

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Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO-CN - Iscrizione al Tribunale di Cuneo 17/12/1948 al n. 36

3 CONTATTI UFFICIO PROVINCIALE DI CUNEO tel. 0171/692143 – 0171/344494 • Fax 0171/698629 cuneo@confagricuneo.it 8.30/12.30 – 14.30/17.30 dal lunedì al mercoledì 8.30/12.30 dal giovedì al sabato
PAG. 17 Meno rischi e sanzioni con il DVR Come comportarsi
I NUMERI DI QUESTO NUMERO
Roberto Abellonio direttore di Confagricoltura Cuneo
FRUTTINFIORE
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500
milioni di euro di fatturato del settore
FRUTTA FATTURATO
SICCITÀ PIEMONTE
PIÙ
CARE 50mila
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Frutticoltori in affanno, il ministero scende in campo

INCONTRI CON GLI ATTORI DELLA FILIERA PRIMA A ROMA

E POI A LAGNASCO, SU INVITO DI CONFAGRICOLTURA CUNEO

di Paolo Ragazzo

Il comparto della frutta cuneese si prepara alla nuova stagione senza aver però ancora smaltito i postumi della scorsa difficile annata. I problemi del comparto sono ancora tutti lì, sul tavolo. Non hanno trovato infatti alcuna soluzione, per il momento, tutti quei fattori critici che rischiano di mettere in ginocchio un settore cruciale per l’economia del territorio. In queste settimane la Confagricoltura di Cuneo si è fatta portavoce concreta e attiva delle istanze delle aziende a tutti i livelli, in particolare direttamente presso il mini-

stero dell’Agricoltura a Roma. È stato infatti grazie al diretto interessamento dell’associazione agricola provinciale che lo scorso 10 marzo il titolare del dicastero Francesco Lollobrigida ha preso parte, in videocollegamento, ad una riunione del Tavolo Frutta del Monviso a Lagnasco incontrando tutti gli attori della filiera, sindaci e amministratori locali, parlamentari e politici del territorio, oltre al prefetto Fabrizia Triolo, al presidente della Regione Alberto Cirio e all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa. Le richieste dei frutticoltori cuneesi al ministro Lollobrigida

Il Tavolo ha chiesto al ministro una moratoria sui mutui, la defiscalizzazione dei contributi, il versamento dei contributi dei premi relativi alle assicurazioni

2022, le deroghe sull’utilizzo di principi attivi indispensabili alla coltivazione fino a quando non saranno disponibili sul mercato altri formulati similari e di promuovere la stesura di accordi bilaterali per favorire l’export piemontese e italiano.

Per quel che riguarda, ad esempio, il costo del lavoro il ministro Lollobrigida ha dichiarato di dover verificare con gli altri ministeri e con l’Unione Europea se c’è la possibilità di un intervento e intanto la volontà è di agire sul decreto flussi con piani non più annuali, ma triennali. Attenzione è stata promessa anche al sostegno del Made in Italy agroalimentare nel mondo per essere più presenti sui mercati internazionali: “Mi spiace notare come sugli scaffali della grande distribuzione all’estero spesso manchino i nostri prodotti”, ha dichiarato Francesco Lollobrigida. Un plauso da parte di Lollobrigida è andato al modello di accoglienza e di integrazione dei lavoratori promosso in questi anni nel Saluzzese: “Un protocollo, quello che avete elaborato con la Prefettura, che va esportato ad altri distretti agricoli”, ha concluso.

al Tavolo Frutta a Roma

Solo qualche giorno prima invece, mercoledì 8 marzo a Roma, Michele Ponso, presidente nazionale della FNP Ortofrutta di Confagricoltura e presidente della sezione Frutta di Confagricoltura Cuneo, insieme al presidente nazionale Massimiliano Giansanti, ha partecipato all’incontro, convocato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste, con i funziona-

SERVONO SUBITO: UNA MORATORIA SUI MUTUI, LA DEFISCALIZZAZIONE DEI CONTRIBUTI, LA DEROGA DI PRINCIPI ATTIVI IMPORTANTI E ACCORDI BILATERALI

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La riunione del Tavolo Frutta nazionale a cui ha partecipato Michele Ponso (secondo da destra)
500 Milioni di euro di fatturato generato dal settore frutta in Piemonte FRUTTA
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
FATTURATO

MICHELE PONSO: “È NECESSARIO INTERVENIRE RAPIDAMENTE CON MISURE A FAVORE DELLA LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE”

ri del ministero, i rappresentanti delle sigle di categoria del settore e della filiera, compresi gli operatori della distribuzione italiana. “Sono rimasto positivamente colpito dalla risolutezza con cui il ministro Francesco Lollobrigida ha dichiarato di voler affrontare la crisi del settore ortofrutticolo italiano, dapprima con la gestione delle questioni più urgenti e, in secondo luogo, attraverso una strategia che miri a tracciare delle linee di sviluppo percorribili per un rilancio duraturo del comparto – ha dichiarato Michele Ponso -. Il ministro ha dichiarato l’intenzione di voler istituire fin da subito una serie di gruppi di lavoro ‘ad hoc’ sulle specifiche problematiche del settore, per avere così un quadro preciso e dettagliato delle diverse criticità – continua Ponso -. A partire, ad esempio, dalla necessità di intervenire rapidamente con misure a favore della liquidità delle imprese. Grande attenzione poi, in un’ottica più di medio e lungo periodo, verrà posta dal ministero alla comunicazione istituzionale, fondamentale per sostenere

maggiormente i consumi e le mutate abitudini dei consumatori più giovani, e ad altre iniziative che verranno realizzate in collaborazione con i ministeri della Salute, del Lavoro e degli Esteri”.

I principali fattori della crisi in atto

Le problematiche che stanno vivendo gli imprenditori del settore in provincia di Cuneo e in Piemonte, come in tutta Italia, sono purtroppo ormai note: gli effetti post-pandemia e il perdurare della guerra russo-ucraina, aggravata altresì dal mutamento climatico in atto, hanno fatto schizzare alle stelle i costi di produzione, ben lontani dalle quotazioni di vendita. Questi due fattori si incrociano, inoltre, con il crollo verticale dei consumi di frutta e verdura da parte delle famiglie, andando a determinare un mix negativo che schiaccia i frutticoltori e mette a serio rischio la sostenibilità economica delle aziende. La filiera della frutta, lo ricordiamo, è da sempre strategica in Piemonte: con circa 8.000 aziende agricole per una superficie coltivata di 18.500 ettari, il comparto genera un fatturato di oltre 500milioni di euro su un totale nazionale di più di 5 miliardi, tra frutta fresca e industria di trasformazione. La frutticoltura piemontese si concentra per il 60% nella provincia di Cuneo, in particolare nel distretto di Saluzzo, impegnando una superficie di 12.000 ettari, coltivati principalmente a mele, pesche, kiwi, pere e susine, e coinvol-

gendo oltre 4.500 aziende. Il settore frutticolo, uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare cuneese con un fatturato di circa 380 milioni di euro, coinvolge nel territorio provinciale circa 3.000 lavoratori stabili e oltre 11.000 lavoratori stagionali.

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Il ministro Lollobrigida collegato con Lagnasco
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
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Assicurazioni fondamentali ma non mancano i problemi

PER GRAZIANO GIACOSA, VICEPRESIDENTE DI CONDIFESA CUNEO, CI

SONO DIFFICOLTÀ A TROVARE COPERTURE CONTRO LE GELATE

Icontinui cambiamenti climatici e le tante incertezze che ne derivano sono naturalmente tra i peggiori nemici degli agricoltori che sempre più spesso si trovano a dover tracciare bilanci di annate che non sono minimamente andate come avevano immaginato. Siccità, grandinate e gelate sempre più diffuse minacciano seriamente la tenuta dell’intero sistema e l’unico modo per provare a mettersi al riparo è

quello di contrarre polizze assicurative in grado di mitigarne i rischi. Ma è davvero così? Lo abbiamo chiesto a Graziano Giacosa, vicepresidente di Condifesa Cuneo e consigliere di Confagricoltura Cuneo. “Abbiamo da poco iniziato la campagna di assunzione rischi e stiamo riscontrando non pochi problemi ad avere coperture assicurative contro le gelate e quando le troviamo hanno condizioni

piuttosto penalizzanti per gli agricoltori”, spiega Giacosa che nel consorzio rappresenta la Confagricoltura di Cuneo insieme ad Andrea Ingaramo, Filippo Demarchi, Gianluca Demaria e Dino Bevione. “Ad esempio – aggiunge Giacosa – si parla di franchigie alte e di indennizzi fortemente limitati sia per il rischio gelo che per la siccità”. Ad aggravare ulteriormente una situazione di per sé già piuttosto

ALLE AZIENDE NON SONO ANCORA PERVENUTI I CONTRIBUTI STATALI PER LE POLIZZE

complicata, il fatto che agli agricoltori non siano ancora pervenuti i contributi statali e, al riguardo, non vi sia ancora una tempistica chiara. “Il Ministero sostiene manchino alcuni parametri per poter procedere all’erogazione del contributo – aggiunge Giacosa – che si hanno solo quando i Condifesa di tutta Italia hanno inviato i loro certificati assicurativi, cosa che non riguarda il nostro condifesa che

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ha inoltrato i certificati entro le tempistiche previste. In questo contesto il Condifesa Cuneo si trova in una sorta di tenaglia e in una situazione di forte esposizione economica perché ha dovuto anticipare il pagamento dei premi alle compagnie e si trova dunque costretto a richiedere il pagamento del secondo ruolo della campagna assicurativa 2022 alle aziende entro il prossimo 30 aprile. Quest’anno poi è particolarmente ostico perché quando finisce una PAC e

ASSICURAZIONI IN RIALZO

+7%

ne inizia una nuova (quella 2023-2027 entrata in vigore lo scorso 1° gennaio ndr) ci si trova sempre a dover aspettare i nuovi fondi per poter pagare anche il vecchio”. Nuova PAC che contiene anche il fondo mutualistico AgriCat, creato proprio per tutelare le aziende da eventi catastrofali e dai rischi annessi a gelate, alluvioni e siccità. Foraggiato da fondi comunitari e nazionali, oltre che dal 3% prelevato dai contributi PAC per le aziende, pur essendo entrato in vigore lo scorso 1° gennaio, non è di fatto ancora operativo. “Mancano i decreti attuativi – spiega Giacosa – e in generale sappiamo ancora molto poco. Inoltre, non sappiamo ancora come verranno valutati i rischi, come ver-

ULTIMA ORA Domanda integrativa latte entro il 26 aprile

È possibile presentare la domanda integrativa latte campagna 2022 fino al 26/04/2023 Oltre tale termine la domanda non verrà accettata e, di conseguenza, il beneficiario non avrà diritto all’aiuto.

La domanda riguarda i dati relativi ai parametri qualitativi ed igienico sanitari del latte che devono essere inseriti sul sistema informatico del Demetra. La normativa stabilisce che le analisi sul latte, ai fini del pagamento del premio, debbano essere effettuate esclusivamente per i mesi in cui viene consegnato o venduto il latte. Le aziende che hanno fatto richiesta di premio a valere sul Sostegno Accoppiato per le vacche da latte devono contattare gli uffici CAA della Confagricoltura e far pervenire agli stessi i cedolini delle analisi riferiti al 2022. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’ufficio CAA Confagricoltura sul territorio.

ranno effettuate le perizie e dunque è molto difficile capire quale impatto potrà avere. Certo è che dover coprire

tante tipologie di rischio con fondi comunque limitati, spesso significa riuscire a incidere poco nell’aiuto”.

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% di rincaro delle tariffe assicurative agricole in Italia
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

La nuova PAC richiede un cambio di prospettiva

LE NOVITÀ DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE AL MAG DI SAVIGLIANO. TANTE PERPLESSITÀ PER CONFAGRICOLTURA

“Siamo in una fase molto delicata per il settore, vuoi per i cambiamenti climatici in atto, vuoi per gli aumenti energetici e dei costi di produzione, e la Politica Agricola Comune resta importantissima per le aziende, anche se rispetto al 1962, quando è nata, l’agricoltura si è evoluta moltissimo. La PAC deve continuare ad essere per gli agricoltori professionali, ma oggi abbiamo una platea molto ampia di percettori che forse migliora la biodiversità, ma allo stesso tempo comporta la suddivisione delle risorse disponibili tra più aziende. Le politiche ‘Farm to fork’ e ‘Green Deal’, inoltre, ci chiedono di esse-

re più sostenibili, ma lo dobbiamo essere anzitutto dal punto di vista economico. Servono quindi misure che agevolino l’autosufficienza alimentare, favoriscano l’auto-approvvigionamento energetico anche per diversificare il reddito agricolo e siano tarate sulle esigenze reali delle nostre aziende agricole. Solo così potremo continuare a investire in innovazione, ossia l’arma principale per essere competitivi sui mercati internazionali e sfamare una popolazione mondiale che cresce sempre di più”.

Con queste parole il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, ha aperto giovedì 16 marzo, al

I 25% DELLE RISORSE PER I PAGAMENTI DIRETTI SARÀ DESTINATO AI

CINQUE ECOSCHEMI VOLONTARI ORIENTATI ALLA SOSTENIBILITÀ

MAG - 40a Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, presso il Padiglione Agrimedia, il convegno dal titolo: “PAC del futuro o futuro senza PAC? Una Politica Agricola Comune a misura delle imprese cuneesi?” davanti a una platea attenta di agricoltori e addetti del settore, oltre a rappresentanti delle istituzioni e al presidente della Fondazione Ente Manifestazioni di Savigliano, Andrea Coletti.

Dopo di lui a prendere la parola è stato l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa che ha sottolineato come gli aiuti diretti servano agli agricoltori, oltre che per il sostegno del reddito, anche per la conservazione del territorio ed ha rivelato la richiesta di una riunione di Giunta straordinaria per dare il via al nuovo programma agroambientale, in linea con l’attenzione all’ambiente che vuole l’Europa.

Meno risorse e più impegni

A Vincenzo Lenucci, direttore delle Politiche di Sviluppo Economico delle Filiere Agroalimentari di Confagricoltura, è toccato entrare nel merito di quanto prevede la nuova Politica Agricola Comune, affrontando tutte le principali novità e criticità. In particolare, ha messo in luce come Il 25% delle risorse dei pagamenti diretti sarà destinato a misure orientate alla sostenibilità (i cosiddetti cinque “ecoschemi” volontari). Rimangono i titoli, ma cambia molto il loro valore che scende di circa la metà dal 2023 rispetto al «totale 2022 titolo + greening». Lenucci ha affrontato anche il tema della condizionalità, sottolineando le due nuove norme più controverse: ossia l’obbligo di rotazione annuale dei seminativi

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POLITICA AGRICOLA COMUNE MARCO PROTOPAPA
Regione Piemonte
Assessore all’Agricoltura della
Sviluppo Economico
Confagricoltura L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
VINCENZO LENUCCI Direttore Politiche di
di
L’intervento del presidente Enrico Allasia nel padiglione Agrimedia al MAG di Savigliano

Responsabile Produzioni agrarie e zootecniche della Regione Piemonte

e quello di una percentuale minima di almeno il 4% dei seminativi, destinata ad aree non produttive. Cambia anche lo Sviluppo Rurale perché, pur mantenendo un’autonomia regionale, viene inserito in una programmazione strategica unica e circa il 28% della dotazione sarà riservato ad azioni climatico ambientali (biologico, benessere animale e integrato) più che agli investimenti agricoli (26%). Nel complesso, il giudizio sulla nuova Politica europea da parte di Confagricoltura resta negativo in quanto non ritenuta coerente con il difficile contesto attuale, con meno risorse e più vincoli e di sempre più complessa applicazione e con novità che possono limitare il potenziale produttivo e la gestione delle imprese più orientate

al mercato.

A seguire, Gianfranco Latino, responsabile Settore produzioni agrarie e zootecniche della Regione Piemonte, ha presentato gli interventi dello Sviluppo Rurale quali parte integrante del Piano Strategico Nazionale approfondendo le misure per gli investimenti presenti nel Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) specifiche per la zootecnia, con un accenno alle diverse azioni ACA, ovvero agro-climatico-ambientali, incluse nel prossimo CSR regionale.

Marco Bruna, responsabile CAA di Confagricoltura Cuneo, ha presentato poi alcune proiezioni molto interessanti per fare vedere nella pratica come, in base alle nuove regole PAC illustrate,

cambieranno nel 2023 i premi versati alle aziende rispetto al 2022. In particolare, ha portato i casi delle diverse tipologie aziendali tipiche della Granda: zootecniche, cerealicole, frutticole e vitivinicole. In questa situazione di cambiamento, con il quadro delle regole ancora incompleto, Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, nelle sue conclusioni ha ribadito come, purtroppo, le difficoltà attese e denunciate molte volte da Confagricoltura sulla nuova PAC si stanno trasformando in realtà ed ha invitato, inoltre, le aziende a ragionarla in un’ottica di un cambio strategico della conduzione aziendale, da valutare molto attentamente insieme ai tecnici degli uffici CAA di Confagricoltura Cuneo

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L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
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PSA, i cinghiali abbattuti sono pochi

ENRICO ALLASIA: “CI SONO ATC IN CUI NON SI SPARA. SUL DEPOPOLAMENTO SI STA ANDANDO A RILENTO”

Tutto fermo sul fronte Psa.

Mentre la Confagricoltura stima che le perdite export del settore suinicolo - oggi pari a circa 20 milioni di euro al mesepossano addirittura triplicare se la situazione degenerasse, continuano ad essere inevase le richieste dell’intera filiera che invoca l’attuazione di un concreto piano di abbattimento dei cinghiali. I casi segnalati dall’inizio dell’emergenza sono ormai oltre 400, con nuovi episodi in provincia di

Alessandria e Savona, fortunatamente al di fuori della recinzione di protezione voluta da Ue e Governo nazionale. Un’emergenza che sembra non avere fine, ben lungi dall’essere seriamente valutata da chi di dovere.

Nuovo commissario

Che urga un netto cambio di passo nella gestione dell’emergenza è un dato di fatto. Lo chiedono a gran voce tutti i rappresentanti della filiera agricola, tra cui la Confagricoltura Cuneo

e Piemonte che ha di recente inviato una lettera al nuovo commissario straordinario, Vincenzo Caputo, chiamato a porre un freno al dilagare della peste suina africana. Caputo, attuale direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Umbria e Marche, succede a Angelo Ferrari ed è stato nominato nuovo commissario dal 25 febbraio 2023, assumendo compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire e contenere la diffusione della peste suina

EMERGENZA/1 Gruppo di lavoro dedicato in Provincia

Il presidente della provincia di Cuneo, Luca Robaldo, ha istituito un gruppo di lavoro specifico sul problema della peste suina africana al fine di apportare ulteriori implementazioni alle misure già messe in campo dall’ente. “Questo aspetto è fondamentale – ha detto Robaldo – per rallentare il più possibile la corsa della peste suina in una provincia che, con le sue 800 aziende e quasi 900mila capi, rappresenta da sola il 10,6% degli allevamenti suinicoli italiani. Ho percepito le difficoltà del nostro ente, confermatemi dalla struttura, nell’applicazioni delle disposizioni nazionali e regionali ed è per questo che mettiamo in campo strumenti straordinari”. Un’azione ben accolta dal presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia: “Un gruppo di lavoro che servirà quanto meno a tenere alta e viva l’attenzione sulla Psa, per ricordare che il problema non è minimamente risolto. Mi auguro che da questo gruppo nascano iniziative concrete, consapevoli che le risorse a disposizione della Provincia sono poche, così come quelle in capo alla Regione”.

africana sul territorio nazionale. “Abbiamo scritto al nuovo commissario mettendoci subito a disposizione per collaborare insieme con il fine di risolvere questa emergenza che ogni giorno che passa si fa sempre più delicata - dice Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura

Piemonte e Cuneo -. Abbiamo lui chiesto un incontro per esaminare la situazione delle nostre aziende agricole e l’applicazione sul territorio delle migliori soluzioni per arginare il diffondersi della Psa: siamo certi che saprà ricoprire questo importante e prestigioso incarico con competenza e senso di responsabilità”.

In balìa dei cinghiali

In attesa che il commissario inizi a lavorare, Confagricoltura Cuneo invoca a gran voce una nuova modalità di gestione dell’emergenza, che punti davvero all’abbattimento dei cinghiali: “Finora sui contenimenti siamo andati molto a rilento - prosegue Allasia -: siamo lontani dall’obiettivo annunciato da almeno un anno, ossia l’abbattimento di 50mila capi in Piemonte, così come non è ancora stata ultimata la stesura della rete anti-cinghiali per deli-

cinghiali da abbattere per mettere al sicuro gli allevamenti in Piemonte

mitare la ‘zona rossa’. Tutto questo non è sufficiente se pensiamo di voler sconfiggere la Psa. Ma ciò che ci preoccupa ancora di più è che la politica pur consapevole del rischio che stiamo correndo, non riesce ad accelerare il passo per provare a mettere in sicurezza il comparto. Un po’ perché mancano le risorse, un po’ perché la burocrazia rallenta ogni attività, siamo ridotti ad essere in balìa dei cinghiali. È un dato di fatto”.

Urge riforma degli ATC e dei CA

E le cifre in effetti non lasciano spazio a dubbi: il numero di cinghiali abbattuti in attività di caccia nel corso del 2022 (dati in aggiornamento caricati sul portale Nembo da ATC, CA e aziende venatorie) è stato di 11.852, di cui 1.476 in caccia di selezione e 10.376 in caccia programmata. Nel 2023 sono stati abbattuti in attività di caccia (dato aggiornato al 15 marzo sul portale Nembo da ATC, CA e aziende venatorie) 2.694 ca-

10 PESTE SUINA AFRICANA
50mila
CINGHIALI
ABBATTERE
DA
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
di Gilberto Manfrin

EMERGENZA/2 In Lombardia contributo a chi spara. E nel Cuneese?

Come già avvenuto nelle province di Alessandria e Asti, le prime a prevedere rimborsi spese a coloro che sono in possesso dei requisiti e competenze per collaborare alle misure di gestione, monitoraggio e sorveglianza della specie cinghiale, anche la Regione Lombardia, con il fine di ridurre il rischio di diffusione della Psa nelle popolazioni di cinghiali, ha predisposto un contributo pari a un massimo di 100 euro per ogni femmina di cinghiale adulta e subadulta abbattuta nei territori dell’Oltrepo pavese. L’obiettivo è quello di aumentare il numero di cinghiali abbattuti nell’area di 50 km attorno all’area infetta. L’iniziativa si inserisce nell’alveo delle possibilità offerte dal regolamento di esecuzione sulle misure di contrasto della Psa ed è co-finanziata dall’Unione europea. “Perché non adottare una misura simile anche in provincia di Cuneo”, si domanda Confagricoltura Cuneo?

pi, tutti in caccia di selezione. Un totale di poco più di 14.500 selvatici abbattuti, cifra ben distante dai 50mila previsti dal piano di depopolamento. Resta, così, vivo il rischio che la malattia giunga anche in provincia di

Cuneo: se diventasse zona rossa, genererebbe ricadute molto serie non solo per l’attività venatoria, che sarebbe bloccata, ma anche per il turismo, specie nell’area delle Langhe e nelle zone montane e pedemontane. “Pur-

troppo - conclude Allasia - ci sono ATC in cui non si spara. Contano i numeri e questi dicono che non si abbattono capi. Sono stati da poco rinominati i nuovi presidenti degli ATC, ma la loro designazione è avvenuta sulla

base delle vecchie regole che sappiamo perfettamente che vanno cambiate perché il sistema ha più volte dimostrato che non funzionano. Occorrono ATC che rispondano alla Regione quando devono farlo. Ci au-

guriamo che questa legislatura riesca a portare fino in fondo una riforma degli ATC e dei CA in modo da poter ottenere delle risposte più immediate alle necessità degli abbattimenti dei selvatici”.

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L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

Confagricoltura ha partecipato alla prima riunione della Cabina di regia per la siccità, indetta dalla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni per affrontare la crisi idrica, condividendo alcune proposte concrete. L’organizzazione ha chiesto al Governo un “Piano Acque” organico, che fornisca al Paese e al settore primario opere infrastrutturali significative dove raccogliere e stoccare le precipitazioni atmosferiche. Questo piano può essere realizzato recuperando risorse sia dal PNRR, sia dai Fondi di coesione. Nel dettaglio, sono stati individuate alcune linee di intervento sia per l’anno in corso che di medio lungo termine.

Proposte per far fronte alla siccità dell’anno in corso

- Sia a livello nazionale che regionale occorre attivare in tempi rapidi una cabina di regia che coinvolga tutti gli attori pubblici, prevedendo momenti di consultazione con le parti coinvolte;

- rivedere le priorità d’uso rispetto alla disponibilità

FONDI REGIONALI

Le grandi dighe continuano ad essere una proposta per risolvere nel medio-lungo termine il problema

Siccità: serve un Piano Acque le proposte di Confagricoltura

DIVERSI GLI INTERVENTI INDIVIDUATI PER L’ANNO IN CORSO E PER IL MEDIO E LUNGO TERMINE. BENE LA CABINA DI REGIA DEL GOVERNO

di Anna Pellegrino

idrica: uso potabile ed agricoltura; fermo restando che la legge stessa considera prioritario l’uso idropotabile che deve essere sempre garantito, per gli altri utilizzi è fondamentale che l’irrigazione a fini agricoli sia salvaguardata anche rispetto all’utilizzo a fini idroelettrici, data la siccità generalizzata e sempre più preoccupante;

- gestione condivisa sul deflusso ecologico in modo da garantire tutte le esi-

genze;

- rafforzare a partire da quest’anno le azioni e i fondi a disposizione legate alla gestione delle risorse idriche;

- sistema di risarcimento assicurativo che sia in grado di far fronte alle mancate produzioni.

Idee per interventi di medio

e lungo termine

- piano acqua e piano invasi: più che di un piano laghetti o di altri interventi marginali il Governo deve dedicare

all’agricoltura un “Piano acque”. Poche opere che siano, però, significative e in grado di apportare un sostanziale beneficio, come ad esempio le grandi dighe, almeno da 40 milioni di metri cubi, che rivestono anche un ruolo fondamentale per combattere il dissesto idrogeologico e possono produrre energia idroelettrica; - manutenzione rete ed invasi, da cui perdiamo il 36% d’acqua. Per un suo miglioramento potrebbero essere utilizzati sistemi a pressione

In arrivo 55 milioni di aiuti ai Consorzi irrigui e di bonifica e alle aziende agricole piemontesi

Il Piemonte potrà contare su un programma di investimenti per l’irrigazione in agricoltura per 55 milioni di euro, grazie al programma di aiuti rivolti ai Consorzi irrigui e di bonifica regionali e alle aziende agricole, previsto dal Complemento di sviluppo rurale del Piemonte, per il periodo 2023-2027.

di aiuti in conto capitale per il miglioramento di un impianto irriguo esistente mln € 12

mln € 12

ai Consorzi per il miglioramento e la creazione di infrastrutture che aumentino la super cie irrigata

ai Consorzi per investimenti in infrastrutture con attenzione alla sostenibilità ambientale mln € 10

per impegni speci ci per le risaie per favorire l'accumulo stagionale di acqua mln € 21

mln € 1,8

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EMERGENZA IDRICA
di fondi europei come Regione pilota per l’innovazione nell’areale risicolo e cuneese L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

controllata piuttosto che canali a cielo aperto dove c’è molta dispersione; - riutilizzo acque reflue depurate: una delle nuove sfide della bioeconomia circolare. È necessario disporre in tempi brevi di un quadro legislativo chiaro sul recupero delle acque reflue per fini irrigui, che preveda elevati standard qualitativi e che assicuri la qualità dei prodotti, senza generare diffidenza da parte dei consumatori. Entro il 2024, occorre armonizzare le normative nazionali con il Regolamento Comunitario sui Requisiti Minimi dell’Acqua di Riuso che, dopo 6 anni di gestazione, è già attuativo, prevedendone l’obbligatorietà in campo agricolo.

Il commento di Confagricoltura

Cuneo

“Condivido pienamente le proposte fatte da Confagricoltura alla Cabina di regia

governativa per affrontare la crisi idrica e sulla ripartizione delle possibili risorse reperibili, stimate in 8 miliardi di euro - commenta Isabella Moschetti, consigliera di Confagricoltura Cuneo -. È sicuramente importante una “governance” a livello nazionale, ma dal momento che si tratta di interventi di notevole rilievo economico, risulta fondamentale una valutazione regionale, viste le notevoli differenze territoriali, di esigenze idriche e di condizioni di siccità tra una regione e l’altra. Ne è un esempio la normativa sul “deflusso ecologico” che andrebbe rivista date le diverse caratteristiche orografiche, anche a livello provinciale. Il territorio della provincia di Cuneo è per la maggior parte montuoso, non ha ghiacciai che possano garantire un continuo deflusso di acqua con lo scioglimento estivo, non vi sono grandi laghi che funzionano da riserva e i fiumi

hanno spesso carattere torrentizio, vanno in secca durante il periodo estivo anche senza prelievi. Diventa difficile rilasciare quel “deflusso ecologico” per soddisfare esigenze ambientali quando ci si ritrova in condizioni di siccità severa. Ovviamente

sono importanti i risparmi irrigui, con l’agricoltura di precisione, l’adeguamento delle reti di distribuzione, la digitalizzazione ma sarebbe meglio non lasciare andare il 90% dell’acqua piovana nel mare e trattenerla con opportuni bacini”.

Arpa Piemonte comunica che il Piemonte ha chiuso il 2022 con -40% di pioggia e nei primi mesi dell’anno 2023 ha registrato un deficit di -65%. La regione sta subendo un cambiamento climatico marcato e le previsioni future indicano che a fine secolo ci possa essere un ulteriore aumento di 2 gradi della temperatura, nello scenario più ottimista, e di 5 gradi nello scenario più pessimista. Nei primi giorni di marzo la Regione Piemonte ha organizzato il convegno “Risorsa idrica in Piemonte”, in cui sono state analizzate le strategie di gestione idrica in agricoltura con particolare attenzione agli aspetti concernenti il cambiamento climatico e agli effetti sull’ambiente. Quattro i punti fondamentali delineati dalla Regione per la transizione ecologica: attuare la transizione dell’economia, da lineare a circolare; raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con emissioni nette pari a zero; attuare la transizione energetica, dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e la transizione verso città e comunità sostenibili che puntino al benessere dei cittadini.

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chiuso con
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023 TUBI IN CEMENTO • POZZETTI IRRIGUI • CANALI PER IRRIGAZIONE • BACINI IDRICI • SISTEMI ED IMPIANTI PER ACCUMULO E DEPURAZIONE DELLE ACQUE METEORICHE, REFLUE CIVILI E INDUSTRIALI CARAGLIO (CN) • Via Paschera San Carlo 42/B • Tel. 0171 817110 info@manufattisancarlo.it • www.manufattisancarlo.it SICCITÀ ? SVILUPPIAMO LA CULTURA DELL’ACQUA
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Genetica utile ai vigneti ma serve più conoscenza

GIORGIO GAMBINO, MEMBRO DEL CNR, APPROFONDISCE

IL CONTRIBUTO CRUCIALE DELLA SCIENZA PER IL SETTORE

Da sempre terreno di dibattito, la genetica può rappresentare una straordinaria opportunità per il mondo agricolo e per quello della viticoltura. A tale riguardo, per capirne di più, abbiamo rivolto alcune domande a Giorgio Gambino (membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Come può l’innovazione genetica migliorare la viticoltura piemontese?

“Nelle piante agrarie la lotta contro gli stress ambientali e i patogeni avviene integrando diverse metodologie. La vite è una delle poche colture in cui il miglioramento genetico non è mai stato sfruttato appieno, soprattutto per motivi

socio-culturali. Il gusto dei consumatori è, infatti, legato alle cultivar tradizionali, che spesso risultano sensibili a diverse avversità. Negli ultimi anni alcune patologie (come Flavescenza dorata e Mal dell’esca) stanno colpendo pesantemente la viticoltura piemontese, e cercare di contrastarle senza utilizzare tutte le armi disponibili, incluso il miglioramento genetico, sarebbe oggi una lotta senza speranza”. Precisamente, sotto quali aspetti si può incidere?

“L’innovazione genetica può contribuire a migliorare la resistenza o la tolleranza alle principali fitopatie della vite. Si potrebbe, per esempio, ridurre il numero dei trattamenti con agrofarmaci in vigneto, si pensi all’elevato numero di prodotti chimici che annualmente viene utilizzato per contenere la peronospora e l’oidio. Ne deriverebbe sia un vantaggio economico per i viticoltori, sia un vantaggio ambientale, riducendo i residui di questi prodotti nel terreno e sull’uva, e tutelando così la salute degli operatori, della popolazione che vive in zone ad alta concentrazione viticola e in ultimo quella del consumatore. Allo stesso modo, l’innovazione genetica potrebbe indurre una maggiore tolleranza agli stress ambientali, in particolare ad eventi di stress idrico”.

Quali sono le più recenti innovazioni?

“Il miglioramento genetico passa tradizionalmente dall’incrocio per trasferire i caratteri di resistenza da una varietà resistente ad una sensibile. Anche se nella viticoltura piemontese solo ora si sta aprendo il dibattito sugli ibridi resistenti, se e come

utilizzarli, in realtà programmi di incrocio per trasferire i caratteri di resistenza a peronospora e oidio nelle varietà tradizionali sono attivi da anni e non rappresentano una novità. I problemi del miglioramento genetico tradizionale possono essere superati da recenti innovazioni, come per esempio la cisgenesi, il gene editing e la mutagenesi. Mediante la cisgenesi si può traferire un gene di resistenza in una variabilità sensibile senza trasferire dei caratteri indesiderati, come avviene invece con l’incrocio tradizionale. Il gene editing è una metodologia rivoluzionaria, che consente di indurre delle mutazioni in punti precisi del genoma. Infine, la mutagenesi mediante embriogenesi somatica permette di migliorare la resilienza della vite a molteplici stress ambientali”.

Da questo punto di vista come può migliorare e cosa deve fare l’Europa?

“Il ritardo dell’Europa è sul piano normativo, non tanto su quello scientifico, in quanto nel settore della ricerca viticola, e scientifica in generale, rappresentiamo ancora un’eccellenza. Questa eccellenza però deve poter essere sfruttata anche da un punto di vista applicativo. Si pensi che le innovazioni citate prima (cisgenesi e gene editing) in Europa ricadono ancora sotto la normativa degli OGM, vecchia di oltre vent’anni. Sono tecnologie completamente diverse da quelle tradizionali e che superano tutte le problematiche che caratterizzavano gli OGM. L’EFSA si è già espressa favorevolmente in proposito, considerando queste tecniche non più rischiose del miglioramento genetico tradizionale o della mutagenesi casuale, ritenute invece sicure. L’Europa dovrebbe aggiornare questa normativa entro il 2023, consentendo così un utilizzo in campo dei nuovi genotipi derivati da cisgenesi e genome editing almeno a scopo scientifico”.

Di cosa si occupa il Consiglio Nazionale delle Ricerche di cui lei è membro?

“È il più grande ente pubblico nazionale di ricerca con competenza scientifica generale. Nell’ambito del CNR, l’IPSP studia

A TU PER TU
di Fabio Rubero

le risposte delle piante ai fattori di stress, allo scopo di individuare meccanismi di resistenza, processi di adattamento, e metodi di protezione. Il gruppo di ‘Genomica Funzionale ed Ecofisiologia’ del CNR-IPSP, di cui faccio parte con i colleghi Irene Perrone, Chiara Pagliarani e Paolo Boccacci, da anni si occupa di miglioramento genetico in vite utilizzando le nuove tecnologie. Abbiamo sviluppato una tecnica di miglioramento genetico mediante embriogenesi somatica, che consente di rigenerare piante di vite più resilienti agli stress ambientali, pur mantenendo inalterate le caratteristiche qualitative del genotipo di partenza. Queste piante migliorate non hanno nessuna limitazione normativa e possono essere utilizzate in vigneto fin da subito, come fossero dei cloni delle varietà tradizionali. In parallelo, abbiamo messo a punto protocolli per il gene editing in vite e, per la prima volta, abbiamo ottenuto piante di Nebbiolo mutate solamente nel punto di DNA di nostro interesse. Questo

risultato è una svolta per le future ricerche in questo campo e costituisce il primo esempio di applicazione di gene editing in una cultivar da vino prestigiosa”. In che modo incidono i mutamenti climatici?

“Senza dubbio i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo apriranno nuovi scenari. Nel 2022 le ridotte precipitazioni sul nostro territorio hanno messo in seria difficoltà anche il comparto viticolo. La ricerca di portinnesti e varietà più tolleranti allo stress idrico rappresenterà sempre più una priorità, anche nei nostri ambienti. Allo stesso modo, i cicli vitali dei patogeni e le risposte delle piante alle diverse patologie potranno cambiare, determinando l’insorgenza di nuove problematiche. Basti pensare che gli effetti combinati della siccità e delle alte temperature incidono pesantemente sulla sintomatologia di piante colpite da Flavescenza dorata o da Mal dell’esca”.

Quali preconcetti sulla genetica dovete affrontare?

“La genetica è spesso vista dall’opinione pubblica sotto una luce negativa e in contrasto con i concetti di ‘biologico’ e ‘naturale’. L’uomo ha sempre perseguito il miglioramento dei caratteri delle piante che coltivava, utilizzando (a volte inconsapevolmente) le tecniche che aveva a disposizione. Piante e sementi attuali, anche quelle considerate ‘naturali’, ‘tradizionali’ o ‘antiche’, non sono altro che il risultato di centinaia di anni di miglioramento genetico. Il problema sta in una scarsa conoscenza di queste tematiche da parte dell’opinione pubblica, per diversi motivi, non da ultimo la poca propensione di noi scienziati a divulgare in modo chiaro per i non addetti i risultati delle nostre attività. Il problema potrà essere superato con un maggior impegno alla divulgazione da parte della comunità scientifica e aumentando la conoscenza genetica già a partire delle scuole primarie e secondarie”.

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Pioppi in “fascia A” divieti da rivedere

ALLA LUCE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI CONFAGRICOLTURA PONE LA QUESTIONE

di Francesca Braghero

La pioppicoltura in Piemonte cerca nuovi spazi per crescere, ma è limitata da alcuni vincoli di legge. L’importanza di questa coltura nella nostra regione, infatti, si scontra con una normativa, risalente al 1998, che tuttora vieta la piantumazione dei pioppi nella cosiddetta “Fascia A”, che comprende le zone limitrofe a fiumi a rischio esondazione e asportazione. Questa zona coinvolge buona parte Piemonte, di cui ben l’80% nella provincia di Cuneo, con una conseguente drastica diminuzione di una coltura che è stata per molti anni una rilevante fonte di reddito per le aziende agricole locali.

“Alla luce dei cambiamenti climatici soprattutto degli ultimi anni, che stanno evidenziando una sempre maggiore siccità specie nel nostro territorio, si pone la necessità di una rivisitazione di questa norma, emessa in un periodo con caratteristiche climatiche molto differenti da quelle odierne – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e di Confagricoltura Piemonte e presidente nazionale FNP Risorse Boschive di Confagricoltura –. Riprendendo le diverse richieste d’intervento inviate in passato in Regione, riteniamo che sia il momento di tornare su un argomento per il quale ad oggi non vediamo soluzione, richiedendo al Settore Foreste della Regione Piemonte e all’

AIPO - Agenzia interregionale del fiume Po, una maggiore attenzione verso una coltura così importante come quella del pioppo.

Oltre ad essere una fonte di materia prima strategica in grado di ridurre la dipendenza dell’importazione del legno, la pioppicoltura è portatrice di considerevoli benefici ambientali e contribuisce al mantenimento della stabilità, della fertilità e della depurazione dei suoli e delle acque. Senza dimenticare l’aspetto delle emissioni: un ettaro di pioppeto, che corrisponde a circa 300 piante, assorbe ogni anno ben 18 tonnellate di anidride carbonica presente in atmosfera.

Ciò che è fondamentale in questa fase è riuscire a per-

seguire una coltivazione del pioppo sostenibile a livello ambientale, economico e tecnologico, ricordando le specificità collegate alla gestione delle aree golenali, di esondazione ed espansione dei fiumi.

“Una volta riconosciuti gli aspetti produttivi, ambientali e paesaggistici della pioppicoltura, il suo rilancio dovrà avvenire attraverso un adeguato sostegno economico, sia a livello ministeriale che regionale – conclude Allasia – che consenta di raggiungere uno sviluppo tecnologico adeguato per dar vita a modelli semi-estensivi in grado di ridurre al minimo gli interventi colturali e quelli di difesa antiparassitaria e ottenere così una pioppicoltura ecologicamente disciplinata e sostenibile”.

PRINCIPALI UTILITÀ ECOSISTEMICHE SVOLTE DALLA PIOPPICOLTURA

UTILITÀ ECOSISTEMICHE

PRODUZIONE DI LEGNO PER L’INDUSTRIA

REGIMAZIONE DELLE ACQUE IN PIENA E RIDUZIONE DELL’EROSIONE DEL SUOLO

RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE RISPETTO ALLE COLTURE AGRARIE

FILTRAZIONE DELLE SOLUZIONI CIRCOLANTI NEL TERRENO (NUTRIENTI E ALTRE SOSTANZE INQUINANTI)

RIDUZIONE DEI GAS AD EFFETTO SERRA

REALIZZAZIONE DI FASCE DI TRANSIZIONE TRA BOSCO E AREE AGRICOLE

COSTITUZIONE DI ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICA

CONSERVAZIONE DEL PAESAGGIO RURALE

CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ

FRUIBILITÀ PUBBLICA A SCOPO RICREATIVO (PASSEGGIATE, CICLOTURISMO, IPPOTURISMO)

TIPO

APPROVIGIONAMENTO

REGOLAZIONE

SUPPORTO

CULTURA E SOCIALE

16 SILVICOLTURA
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
Tabella tratta dalla pubblicazione “Linee di indirizzo per una pioppicoltura sostenibile”
Un pioppeto in provincia di Cuneo

MENO RISCHI E SANZIONI CON IL DVR SEMPRE AGGIORNATO

Il Documento di Valutazione dei Rischi è una relazione obbligatoria, prevista dall’articolo 28 del D.Lgs 81/2088 sui rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, che deve essere presente nel luogo di lavoro e disponibile per un eventuale esame da parte degli organi di controllo.

Il Datore di Lavoro è tenuto ad elaborare un documento scritto contenente:

a) descrizione dell’azienda, del ciclo lavorativo e l’identificazione delle mansioni;

b) una relazione sulla valutazione dei rischi presenti, legati alle caratteristiche degli ambienti di lavoro (reparti, postazioni, mansioni…), delle attrezzature e macchinari, dei materiali, delle sostanze chimiche, biologiche, ecc., nella quale sono specificati

i criteri adottati per la valutazione stessa;

c) l‘individuazione delle misure di prevenzione e di protezione e dei DPI conseguenti alla valutazione dei rischi;

d) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;

e) la valutazione dello Stress Lavoro Correlato e dei rischi riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza.

Chi redige il DVR?

Il responsabile del documento di valutazione dei rischi è il datore di lavoro in collaborazione con:

a) il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) che affianca il datore in fase di valutazione dei rischi e contribuisce a pianificare le misure di protezione e prevenzione;

b) il Rappresentante dei Lavoratori (RLS) che viene consultato preventivamente sul contenuto della valutazione dei rischi e deve avere accesso costantemente al documento;

c) il Medico Competente (MC) che contribuisce a valutare i rischi

specifici in relazione alla salute dei lavoratori e si occupa di predisporre il protocollo di sorveglianza sanitaria.

Quando va redatto il DVR?

Il DVR è obbligatorio per tutte le aziende con almeno un dipendente (socio lavoratore di azienda, tirocinante, stagista, lavoratore con contratto temporaneo). Sono esonerate dall’obbligo di redigere il DVR, invece, le aziende che non hanno dipendenti (come le imprese familiari e i liberi professionisti). Il documento deve essere conservato in azienda in formato cartaceo o digitale, munito di data certa, e

deve riportare la firma del datore di lavoro.

La copia originale, firmata da tutte le figure coinvolte, deve essere resa disponibile per eventuali visite d’ispezione (ASL, INPS, INAIL o Vigili del Fuoco) che possono richiederne la visione. L’aggiornamento del DVR è obbligatorio in occasione di:

a) modifica del ciclo produttivo o dell’organizzazione del lavoro;

b) evoluzione della tecnica della prevenzione o della protezione dagli infortuni (es. acquisto di nuovi macchinari e attrezzature);

c) a seguito di infortuni significativi;

d) a seguito di necessità emergenti dalla sorveglianza sanitaria.

Individuare

di

Gli Uffici di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione degli associati per fornire assistenza e consulenza nell’elaborazione del DVR.

Info: per le zone di Cuneo, Saluzzo, Savigliano e Mondovì: Yvonne Camacho (camacho@ confagricuneo.it – 0171 692143); per la zona di Alba: Giulia Porello (porello@confagricuneo. it – 0173 281929).

NOTIZIE SEMPRE AGGIORNATE E APPROFONDIMENTI SU WWW.CONFAGRICOLTURACUNEO.IT O SUI PROFILI FACEBOOK E INSTAGRAM DELL’ASSOCIAZIONE A CURA DEGLI UFFICI DI CONFAGRICOLTURA CUNEO
INSERTO TECNICO 17
Obiettivi della valutazione del rischio le misure prevenzione in modo da eliminare il rischio o ridurlo ad un livello accettabile Piani care il controllo ed il mantenimento delle misure adottate Permettere al Datore di Lavoro di scegliere gli DPI e avviare un programma di formazione, informazione ed addestramento Aumentare il benessere dei lavoratori Individuare le fonti di pericolo Obiettivi della valutazione del rischio

BONUS ASILO NIDO

2023: COME RICHIEDERE IL SERVIZIO

Possono richiedere il contributo per le spese dell’asilo nido o per il supporto presso la propria abitazione, in caso di gravi patologie, i genitori di figlie e figli nati, adottati o affidati fino a 3 anni d’età.

L’agevolazione è una delle poche che restano in vigore in seguito all’introduzione dell’Assegno Unico; le due misure, infatti, risultano cumulabili.

BONUS NIDO 2023: L’IMPORTO DEL

CONTRIBUTO

Gli importi dei contributi sono stabiliti in base all’ ISEE minorenni. In assenza di tale indicatore in corso di validità, verrà rimborsato l’importo minimo di € 1.500,00 annui (136,37 euro mensili), fermo restando che, qualora dovesse essere successivamente presentato un ISEE minorenni valido, a partire da tale data, verrà corrisposto l’importo maggiorato fino ad un massimo di € 3.000 annui, sussistendone i

requisiti. Nella tabella seguente sono indicati gli importi massimi.

Il contributo mensile erogato dall’Istituto non

LAVORATORI AUTONOMI AGRICOLI: ANNULLAMENTO CARTELLE FINO A 1.000 EURO

Come noto, l’articolo 1, commi 222-230, della Legge di bilancio per l’anno 2023 (legge n. 197/2022) ha previsto l’annullamento automatico, alla data del 31 marzo 2023, senza alcuna richiesta da parte del contribuente, dei singoli debiti affidati all’Agente della riscossione dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre

2015, di importo residuo fino a mille euro (cd. rottamazione quater).

Il termine del 31 marzo è stato successivamente spostato dalla legge di conversione del cd. decreto milleproroghe (legge n. 14/2023) al 30 aprile

2023

La norma ha previsto inoltre che

• fino al 30 aprile

2023 (già 31 marzo) è sospesa la riscossione dei debiti ricompresi nell’ambi-

potrà comunque eccedere la spesa sostenuta per il pagamento della singola retta.

Il premio asilo nido non è cumulabile con la detrazione prevista dall’ art. 2, comma 6, della legge 22 dicembre 2008 (detrazioni fiscali frequenza asili nido), a prescindere dal numero di mensilità percepite. Il bonus viene erogato per far fronte all’

onere delle rette per la frequenza di asili nido pubblici o privati autorizzati.

Per “asili nido privati autorizzati” si intendono le strutture che abbiano ottenuto l’autorizzazione all’ apertura e al funzionamento da parte dell’Ente locale competente, a seguito della verifica del rispetto di tutti i requisiti tecnico-strutturali, igieni-

to applicativo dello “stralcio”;

• restano definitivamente acquisite le somme versate anteriormente alla data dell’annullamento. Poiché l’annullamento automatico dei debiti iscritti a ruolo riguarda, come detto, anche quelli vantati dagli enti previdenziali, si ritiene utile fornire alcune indicazioni riguardo ai riflessi che tale operazione potrebbe determinare sulla posizione contributiva dei

lavoratori autonomi agricoli (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali), ai quali non si applica il criterio dell’automaticità della prestazione.

Sussiste quindi il rischio che, in caso di annullamento d’ufficio della cartella, questi lavoratori rimangano privi di copertura assicurativa per i relativi periodi.

Al fine di scongiurare questo rischio è possibile, entro il 30 aprile 2023, effettuare validamente il versamento dei debiti, secondo quanto appreso informalmente dalla Direzione Generale dell’INPS.

Invitiamo i lavoratori autonomi agricoli che si trovassero nella

descritta situazione, e non volessero correre il rischio di riflessi negativi sulla posizione contributiva, a provvedere – entro il 30 aprile 2023 – al pagamento delle cartelle relative alla contribuzione INPS di importo inferiore a 1.000 euro relativa a singoli debiti affidati all’Agente della riscossione dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Per ulteriori informazioni contattare l’ufficio del Patronato ENAPA di Confagricoltura Cuneo più vicino.

GLI IMPORTI MASSIMI ISEE MINORENNI IMPORTO MASSIMO ANNUO IMPORTO MASSIMO MENSILE FINO A 25.000 EURO 3.000 EURO 272,72 EURO DA 25.001 EURO FINO A 40.000 EURO 2.500 EURO 272,27 EURO DA 40.001 EURO 1.500 EURO 136,37 EURO INSERTO TECNICO 18
NELLA TABELLA SEGUENTE SONO INDICATI

cosanitari, pedagogici e di qualità previsti dalle vigenti normative nazionali e locali ai fini dello svolgimento del servizio educativo di asilo nido. Si specifica che:

• Al momento della domanda potranno essere inserite un numero massimo di 11 mensilità, comprese tra gennaio e dicembre 2023, di cui si vuole ricevere il rimborso;

• Per i bambini che compiono tre anni nel corso dell’anno di presentazione della domanda è possibile richiedere il rimborso delle sole mensilità comprese tra gennaio e agosto;

• Ai fini del contributo per il pagamento delle rette dell’asilo (art. 3), la domanda deve

essere presentata dal genitore che sostiene l’onere del pagamento delle rette ed intestatario delle fatture.

COME PRESENTARE

LA DOMANDA

La domanda per il Bonus asilo nido può essere presentata esclusivamente in modo telematico; in tale fase devono essere indicate le mensilità relative ai periodi di frequenza scolastica, compresi tra gennaio e dicembre 2023, per le quali si richiede il beneficio. Per ottenere il contributo è necessario presentare la documentazione che attesta l’avvenuto pagamento delle singole rette.

La domanda di con-

tributo per l’introduzione di forme di supporto domiciliare deve essere presentata dal genitore convivente con il figlio per il quale è richiesta la prestazione ed essere accompagnata da un’attestazione del pediatra che dichiari per l’intero anno l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido a causa di una grave patologia cronica. Il Patronato Enapa è a tua disposizione per l’inoltro della richiesta di Bonus asilo nido 2023. Vuoi saperne di più? Contatta i nostri uffici e prenota un appuntamento. L’assistenza è gratuita!

LEGGE DI BILANCIO 2023

Credito d’imposta per gasolio e benzina acquistati nel primo trimestre 2023

Anche per il 2023 è stato confermato un credito d’imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e agromeccanica con codici ATECO 01.61, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto di gasolio e benzina, per la trazione dei mezzi utilizzati, effettuata nel primo trimestre solare dell’anno 2023.Tale agevolazione è estesa per lo stesso periodo anche alla spesa sostenuta dalle imprese che esercitano attività agricola e della pesca per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali. Il credito, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto carburanti e al netto dell’imposta sul valore aggiunto relativa agli acquisti del primo trimestre 2023, potrà essere utilizzato in compensazione entro il 31 dicembre 2023 oppure ceduto a terzi, ma solo per l’intero valore.

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IRREGOLARITÀ FORMALI: POTRANNO ESSERE SANATE

PAGANDO 200 EURO PER OGNI PERIODO DI IMPOSTA

Anche le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti di natura formale, irrilevanti ai fini della determinazione della base imponibile IRPEF, IRAP e IVA, commesse sino al 31 ottobre 2022 potranno essere sanate previo pagamento di una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni.

Per beneficiare della regolarizzazione il contribuente dovrà anche rimuovere l’irregolarità o l’omissione. Questa sanatoria, prevista dalla legge di Bilancio 2023, riprende quella già concessa in passato con il D.L. n. 119/2018. Dal disegno di legge di Bilancio 2023 emerge un’altra novità volta a consentire di regolarizzare tutte quelle irregolarità formali commesse. In realtà, di nuovo c’è ben poco: questa sanatoria era già stata introdotta in passato con il D.L. n. 119/2018.

Quali irregolarità si potranno sanare?

Più nel dettaglio, si potranno sanare tutte le irregolarità, infrazioni e inosservanze degli obblighi o adempimenti di natura formale che non rilevino sulla determinazione della base imponibile ai fini IRPEF, IVA e IRAP e sul pagamento di tali tributi, commesse fino al 31 ottobre 2022.

Come sanare le irregolarità?

Il contribuente potrà mettersi in regola versando una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d’imposta a cui si riferiscono le violazioni.

Il pagamento dovrà essere eseguito in due rate di pari importo entro il:

• 31 marzo 2023

• 31 marzo 2024

Attenzione: per regolarizzare non è sufficiente effettuare il pagamento di tali somme. Sarà necessario anche rimuovere le irregolarità o le omissioni commesse.

BANDO PSR 2014-2022

Operazione 5.1.1. Sostegno ad investimenti per la biosicurezza degli allevamenti suini

Entro il 31 marzo 2023 vanno presentate le domande a valere sul Bando PSR 2014-2022. Operazione 5.1.1. Sostegno ad investimenti per la biosicurezza degli allevamenti suini. Ricordiamo che vengono finanziati i seguenti interventi:

• Installare recinzioni a prova di bestiame attorno ai locali in cui sono detenuti i suini e agli edifici in cui sono stoccati mangimi e lettiere.

•Adeguare a criteri di biosicurezza rafforzata le zone filtro all’ingresso delle strutture di allevamento.

•Adeguare a criteri di biosicurezza rafforzata i varchi carrabili di accesso all’area di allevamento, le aree di carico degli animali e le piazzole di disinfezione dei mezzi.

•Adeguare a criteri di biosicurezza rafforzata le strutture di allevamento.

• Realizzare box di quarantena per i capi di nuova introduzione.

•Acquistare attrezzature per la pulizia e la disinfezione dei locali e delle attrezzature zootecniche.

• Acquistare cartellonistica, ad uso interno ed esterno, che illustra le norme di biosicurezza in allevamento.

• Acquistare attrezzature per lo stoccaggio sicuro degli animali morti e degli altri sottoprodotti di origine animale in attesa di smaltimento.

Possono partecipare Agricoltori attivi che detengono almeno 10 UBA suine e il sostegno erogato sarà l’80% della spesa ammessa, fino ad un massimale di 100.000 euro di contributo per ciascuna domanda ammessa.

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Il settore avicolo denuncia le nuove raccomandazioni di Efsa

L’AUTORITÀ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE CHIEDE

NUOVE MISURE PER GLI ALLEVATORI. IL SETTORE È IN ALLARME

“Il prezzo dei prodotti avicoli triplicherà rispetto a quello attuale: il pollo diventerà un alimento per eletti”. È questa la denuncia di Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Piemonte, dopo aver letto le ultime raccomandazioni dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, volte a migliorare il benessere animale negli stabilimenti destinati all’allevamento dei polli da carne e alle galline ovaiole.

“Se l’Europa dovesse trasformare in legge queste raccomandazioni le ricadute sarebbero gravi sia per gli allevatori che per tutta la filiera avicola dai macelli a incubatoi, mangimifici, trasporti, ecc.” continua Massimino.

Densità ridotta ad un terzo

Attualmente l’Unione Europea autorizza una densità di allevamento dei polli da carne

AVICOLTURA SOSTENIBILE

convenzionali per un massimo di 33 kg/m2, arrivando a 39 kg/m2 con determinati accorgimenti. Efsa propone di ridurre tale densità a 11kg/m2. “È un terzo di quanto si produce adesso – denuncia Massimino -. Questo comporterebbe gravi danni a tutta la filiera: si pensi ai macelli che lavorerebbero un 60% in meno”.

Limitazione tasso di crescita dei Broiler

L’allevamento prevede l’utilizzo della tipologia Broiler, la più diffusa, con animali messi all’ingrasso in poche settimane in condizione super-intensive con una crescita in 50 giorni fino a 3 kg/3.5 kg. Efsa raccomanda invece di limitare il tasso di crescita ad un massimo di 50 gr al giorno. “Questo provocherebbe un consumo di mangime più elevato che porterebbe anche ad una minore sostenibilità per il territorio – spiega Massimino -. Inoltre, sarebbe necessario un aumento dei capannoni per ospitare questa tipologia,

con un’invasiva occupazione del suolo”.

Niente debeccaggio

L’EFSA raccomanda di evitare la pratica detta debeccaggio che prevede il taglio dell’area finale del becco dei pulcini per evitare attacchi di spennamento tra gli animali e il cannibalismo verso le uova. “Questa proposta fa capire quanto poco si conosca la materia: il debeccaggio è necessario per una buona convivenza tra gli animali, che rischiano di ferirsi a vicenda” spiega Massimino. …e molto altro ancora

“Un’altra proposta che ci lascia allibiti – conclude Massimino -, è quella di trasportare le uova fecondate a schiudere in allevamento piuttosto che trasportare pulcini di un giorno. Dovremmo portare sia camion che pollai a 37°? E quali sono i mezzi sicuri per spostare le uova?”. Ulteriori raccomandazioni prevedono,

ORESTE MASSIMINO

per esempio, negli allevamenti di riproduttori un pannello divisorio per consentire alle femmine di sfuggire ai maschi e spazi all’aperto a disposizione dei volatili coperti dal 70% di vegetazione. Da Confagricoltura è forte la denuncia per rivedere queste raccomandazioni che paiono poco realistiche e a sicuro danno della filiera avicola.

“Ancora una volta, parlando di benessere animale e sostenibilità, ci troviamo costretti a ribadire che il bilancio ambientale del settore primario è positivo e il livello di inquinamento marginale rispetto a quello prodotto da altri settori; in particolare, poi, quando si parla della filiera avicola, occorre ricordare che è una delle più sostenibili” conclude Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo.

L’avicoltura è il settore zootecnico con il più basso rapporto fra alimento consumato e accrescimento. Mentre negli anni ‘70 erano necessari più di 3 kg di alimento per produrre 1 kg di carne, oggi, grazie alla costante selezione genetica, ne bastano 1,6- 1,7. Ciò significa che per produrre lo stesso quantitativo di carne basta quasi la metà dei cereali e quindi la metà di territorio coltivato, la metà di acqua per irrigarlo e la metà di fertilizzanti.

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Per avere un chilo di carne di pollo ne è sufficiente circa 1,6 di alimento
ZOOTECNIA
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
Presidente sezione Avicola di Confagricoltura Piemonte

Bovini razza Piemontese da anni si alleva in perdita

DALLA RIUNIONE DI SEZIONE IN CONFAGRICOLTURA A CUNEO

È EMERSO FORTE IL GRIDO DI ALLARME DEL COMPARTO

ALBERTO BRUGIAFREDDO

Presidente sezione

Bovini da carne di Confagricoltura Cuneo

C’È IL RISCHIO CHE

Bassa redditività, costi di produzione troppo alti, l’esigenza di trovare nuovi canali di commercializzazione: si è discusso soprattutto di questo lunedì 20 marzo in Confagricoltura a Cuneo nel corso della riunione della sezione Bovini da carne. All’incontro hanno preso parte alcuni rappresentanti della sezione, tra cui il presidente Alber-

to Brugiafreddo, che hanno messo sul tavolo i tanti interrogativi a cui occorre al più presto dare risposta nel tentativo di rilanciare il comparto della Piemontese. Presenti anche Giancarlo Sabena, Corrado Marchisio e Michele Vinai, consiglieri in Coalvi.

I dati del settore

L’incontro si è aperto con alcuni dati Arap (Associazione Regionale Allevatori Piemonte) 2022 forniti da Valter Roattino, consulente di Confagricoltura Cuneo. Oggi la Piemontese a ciclo chiuso conta circa 3.800 allevamenti e 268mila capi; il costo medio della sola alimentazione per produrre un vitellone dopo lo svezzamento macellato a 17/18 mesi ammonta a 1.405 euro; a questo va aggiunto il costo di produzione del vitello che può essere autoprodotto; senza scordare gli altri costi di produzione

riferibili a strutture, attrezzature, spese energetiche, ecc. e il costo del lavoro. Sempre secondo lo studio Arap, il costo medio di produzione alle condizioni attuali va dai 4,90 a 5,20 euro/kg. Troppi se si considera che oggi le aziende (s) vendono mediamente a 4 euro/kg. Ne è seguito un dibattito al tavolo, partito da due interrogativi: cosa fare se nei prossimi mesi non si abbasseranno i costi di produzione? Considerata la contrazione dei consumi, ma anche il fatto che il consumatore paga di più, sia per l’aumento dei prezzi legato all’inflazione, sia per la ricerca di prodotti di livello superiore, qual è la strada da intraprendere?

Stalle a rischio chiusura

“Non possiamo e non dobbiamo più nascondere che abbiamo seri problemi di redditività - afferma Alberto Brugiafreddo -. Il comparto è sofferente da anni con prezzi poco remunerativi. A partire dal 2020, con l’inizio della pandemia, le aziende lavorano in perdita. La guerra ha peggiorato ulteriormente la situazione, con costi aumentati e rincari raddoppiati. Senza dimenticare la siccità, con raccolti scarsi e la conseguente necessità di approvvigionamento esterno. Questo per dire che vendiamo a prezzi insostenibili, col rischio di chiudere ulteriori stalle”. Il presidente Brugiafreddo ha posto l’accento su tre questioni:

1) rispetto a quanto avviene in Francia, non c’è omogeneità dell’offerta per i capi che poniamo in vendita. Certi capi ingrassano giovani, altri più vecchi: bisogna capire come fare per tenere una linea omogenea e comune per “sfondare” su certi mercati;

2) per anni abbiamo ignorato nuovi

5,2 €/kg

CHIUDANO ALTRE STALLE
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DOPO LA PANDEMIA, GUERRA E SICCITÀ HANNO PEGGIORATO LA SITUAZIONE
I rappresentanti della sezione Bovini da carne in Confagricoltura a Cuneo durante la riunione di sezione
costo massimo per allevare un capo di bovino Piemontese COSTO BOVINO PIEMONTESE L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

VENDITA BOVINO

4 €/kg

prezzo di vendita medio di un bovino Piemontese

PIEMONTESE

canali di commercializzazione. La Piemontese è venduta in Piemonte, Lombardia e Liguria. In altre regioni il nome è conosciuto, ma non è mai giunta lì ad un costo accettabile, logistica compresa; 3) poi, rivolgendosi ai consiglieri Coalvi: quali programmi sono in essere per lo sviluppo della Piemontese sulla base dei volumi di consumo odierni? Qual è la strada da intraprendere?

Prezzi di vendita

Nel corso della seduta è emersa, inoltre, la necessità di avere la forza di rendere pubblici i prezzi di vendita della Piemontese per rendere più trasparente il mercato. “Una volta c’era il mercato di

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Cuneo a fare da riferimento - prosegue Brugiafreddo -, ora c’è qualche macellatore, ci si parla, ma occorrerebbe chiedere a allevatori/macellatori di produrre una maggior documentazione alla Cciaa per avere delle medie ancora più equilibrate”. Altre questioni di discussione sono stati gli ecoschemi previsti dalla nuo-

va PAC rivolti alla zootecnica e il ClassyFarm, il sistema integrato finalizzato alla categorizzazione dell’allevamento in base al rischio per migliorare la collaborazione ed il dialogo tra gli allevatori e l’autorità competente, per elevare il livello di sicurezza e qualità dei prodotti della filiera agroalimentare.

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23 ZOOTECNIA
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023
Capi di Piemontese in un allevamento della Granda

Dal DL “Semplificazione” misure per le rinnovabili

CONFAGRICOLTURA APPREZZA L’IMPIANTO DEL DECRETO E INVITA IL GOVERNO A FARE SEMPRE DI PIÙ SUL TEMA

Sulla Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio è stato pubblicato il DL PNRR ‘Semplificazione’ che introduce importanti novità per il settore agricolo auspicate da Confagricoltura relativamente alle comunità energetiche e, più in generale, e all’autoconsumo diffuso. Con la nuova misura, le comunità energetiche i cui poteri di controllo siano esercitati esclusivamente da piccole e medie imprese agricole, in forma individuale o societaria, anche tramite le loro organizzazioni di categoria, e da cooperative agricole, possono accedere agli incentivi per gli impianti a fonti rinnovabili, compresi gli agrivoltaici, anche

NOVITÀ

“Accelerare sullo sviluppo della produzione nazionale di energia rinnovabile impostando un piano di crescita del comparto adeguato alle necessità delle imprese italiane, che integri e diversifichi le fonti di approvvigionamento. Il settore agricolo può dare un contributo determinante su fotovoltaico, biogas (cogenerazione/biometano) e biomasse”. È quanto ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla due giorni “Farming possible”, organizzata a Roma dal CIB.

“Le imprese agricole sono pronte a dare un ulteriore contributo al settore. Già ora le aziende del biogas rappresentano il

6,5% della produzione rinnovabile italiana, ma si può fare di più. Occorrono tuttavia alcuni interventi – ha spiegato Giansanti – riconducibili a un piano organico dal punto di vista normativo e tempi certi per riuscire a mettere in atto quanto previsto dal PNRR. Occorre anche una revisione del Piano Nazionale Integrato per le Energie e il Clima in cui venga finalmente

sulle energie alternative”

LO HA DETTO IL PRESIDENTE MASSIMILIANO GIANSANTI SOTTOLINEANDO IL CONTRIBUTO DELL’AGRICOLTURA

ben evidenziato il ruolo delle bioenergie, comprese le biomasse forestali, il cui apporto oggi non è valorizzato”.

A riguardo fondamentale è la definizione di un regime fiscale sugli impianti a biogas esistenti in tempi rapidi. Analogamente per Confagricoltura è necessario valorizzare la digestione anaerobica per il settore dell’allevamento, ancor più centrale in funzione degli obiettivi di riduzioni di gas serra (-55% entro il 2030)”.

“Fermi restando gli obiettivi 2030, – ha ricordato il presidente di Confagricolturain questo percorso non dobbiamo perdere nessun impianto, salvaguardando anche la produzione elettrica”.

Un altro capitolo importante è il carbon

farming, con la proposta della Commissione UE che istituisce il primo quadro europeo per certificare, in modo affidabile e su base volontaria, gli assorbimenti di carbonio di alta qualità.

“L’agricoltura può ricoprire un ruolo di primo piano grazie al sequestro di carbonio attraverso l’impiego di pratiche agronomiche mirate – ha concluso Giansanti -. Il sequestro di carbonio nel suolo da parte di agricoltori e silvicoltori costituirà un nuovo modello di business verde per contrastare il cambiamento climatico e aumentare la resilienza dell’ambiente, perseguendo così gli obiettivi europei. L’ennesima riprova che sostenibilità ambientale ed economica viaggiano di pari passo”.

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“Accelerare
RINNOVABILI
PREVISTE PER LE COMUNITÀ ENERGETICHE CON PICCOLE E MEDIE IMPRESE AGRICOLE
Un impianto a biogas nella pianura cuneese
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

per potenze superiori a 1 MW e anche se non connessi sotto la stessa cabina primaria. Quindi - precisa Confagricoltura - ci sarà la possibilità di avere un raggio di autoconsumo più ampio.

Sempre nel decreto legge vengono introdotte specifiche semplificazioni nell’installazione degli impianti agrivoltaici in caso siano realizzati direttamente da imprenditori agricoli.

Per Confagricoltura è opportuno che la misura sia accompagnata da specifici incentivi che possano premiare l’installazione, da parte delle imprese agricole, di impianti medio piccoli distribuiti nel territorio anche in assetto di autoconsumo diffuso, anche in vista dei nuovi bandi previsti dalla misura Parco Agrisolare del PNRR.

Confagricoltura apprezza l’impianto del DL “Semplificazione”, ma invita a prendere in esame alcune osservazioni avanzate dal direttore generale Annamaria Barrile all’audizione in Commissione

Programmazione economica e bilancio del Senato con l’auspicio che possano essere prese in considerazione nell’iter di conversione del provvedimento.

In particolare, in tema di energia, Confagricoltura ha chiesto di inserire l’ulteriore deroga ai principi stabiliti dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, per quanto riguarda gli impianti esistenti: “Anche l’energia elettrica generata da impianti a biogas e biomasse esistenti, su cui sono realizzati interventi di rifacimento, - ha spiegato Barrile - dovrebbe cioè poter accedere integralmente agli incentivi, laddove inserita in configurazioni di autoconsumo”.

“Sul tema, Confagricoltura ritiene inoltre essenziale intervenire per mitigare gli effetti dell’oscillazione dei prezzi dovuta alla crisi energetica attraverso una rideterminazione dei prezzi di riferimento per quanto concerne la tassazione biogas per il biennio 2022-2023”.

Per gli impianti agrivoltaici il direttore

SAREBBE IMPORTANTE RIDEFINIRE I PREZZI DI RIFERIMENTO PER LA TASSAZIONE DI BIOGAS PER IL BIENNIO 2022-2023

generale Barrile ha raccomandato un’ulteriore specificazione sull’applicabilità delle deroghe e l’integrazione della norma “affinché gli stessi impianti in attività di edilizia libera possano accedere agli incentivi previsti se realizzati da imprese agricole singole e associate”. Confagricoltura, infine, ha chiesto di accelerare l’emanazione del decreto finalizzato alla definizione delle aree idonee – di cui all’articolo 20, comma 1, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 – previsto originariamente entro 180 giorni.

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Orari

CORSI/ Piccoli frutti, noce mandorlo e irrigazione precisa

APPUNTAMENTI PER LE AZIENDE NEGLI UFFICI CONFAGRICOLTURA A SALUZZO MERCOLEDÌ 5 E A SAVIGLIANO MERCOLEDÌ 12 APRILE

Confagricoltura Cuneo ha previsto due nuovi appuntamenti di formazione: il corso sulle nuove varietà di piccoli frutti, noce e mandorlo presso la sede di Saluzzo, e quello sulle tecniche di irrigazione di precisione nella sede di Savigliano. Una doppia occasione per gli agricoltori del territorio per approfondire aspetti importanti sulla biodiversità e la diversificazione e sulla ecosostenibilità degli impianti e della strumentazione.

Mercoledì 5 aprile, presso l’ufficio Confagricol-

tura di Saluzzo (via Torino 39), dalle 9 alle 13e dalle 14 alle 18, si terrà il corso di formazione “Frutticoltura: nuove varietà piccoli frutti, noce mandorlo”. Tra i temi principali dell’incontro, si parlerà dell’importanza della biodiversità e della diversificazione delle aziende agricole, dell’impianto e tecniche di gestione in fase di allevamento, con focus su erbe infestanti e irrigazione e delle pratiche agronomiche: fertilizzazione, irrigazione, lavorazioni interfila, potatura per la qualità dei frutti. Saranno approfondite inoltre le tecniche di monitoraggio, le soglie di intervento e le

ANPA CUNEO Soggiorno pensionati sul Lago di Garda

Dopo tre anni di stop a causa della pandemia da Covid19, una delegazione di pensionati cuneesi aderenti all’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori (ANPA) di Confagricoltura ha preso parte dal 14 al 21 marzo al soggiorno invernale a Bardolino sul Lago di Garda presso il Parc Hotel Gritti. Durante il soggiorno sono state effettuate alcune escursioni a Merano e Parco delle Orchidee a Gargazzone e gite di una mezza giornata e Sirmione, Gardone Riviera (Il Vittoriale degli Italiani), Trento e Cantina Guerrieri Rizzardi.

strategie di controllo e difesa verso i principali parassiti fungini e animali che colpiscono noce, mandorlo e piccoli frutti e la gestione delle fasi di raccolta e post raccolta. Il corso è realizzato nell’ambito della Misura 1 Op. 1.1.1 PSR 2014-2020 Regione Piemonte. Per informazioni e contatti chiamare lo 0175/217120 o scrivere a saluzzo@confagricuneo.it Mercoledì 12 aprile, invece, presso l’ufficio Confagricoltura di Savigliano (via Togliatti 16/A), dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, si terrà il corso “Irrigazione di precisione”.

I temi trattati verteranno

GIORNATA BIANCA

OCCASIONI PER APPROFONDIRE ASPETTI IMPORTANTI SULLA BIODIVERSITÀ E LA SOSTENIBILITÀ

sulle tecniche innovative in materia di irrigazione di precisione, gli impianti idrici e la gestione dell’acqua nei frutteti e seminativi e la programmazione per i calcoli del fabbisogno idrico. Si approfondiranno inoltre le tecniche per un’irrigazione ecosostenibile e senza sprechi. Il corso è realizzato nell’ambito della Misura 1 Op. 1.1.1 PSR 2014-2020 Regione Piemonte. Per informazioni e contatti chiamare lo 0172/712372 o scrivere a savigliano@confagricuneo. it.

Agricoltori sugli sci a Limone Piemonte

Venerdì 3 marzo si è svolta la 16esima edizione della Giornata Bianca di Confagricoltura Cuneo sulle piste della Riserva Bianca a Limone Piemonte. Famigliari, soci, amici e dipendenti si sono nuovamente ritrovati e hanno così condiviso una piacevole giornata di sole sulla neve.

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CONFAGRICOLTURA NEWS
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

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Operativi i nuovi uffici di Confagricoltura

a Saluzzo

PRIME SETTIMANE DI APERTURA PER I NUOVI LOCALI IN VIA

TORINO 39. INVARIATI GLI ORARI DI APERTURA E I RECAPITI di Anna Pellegrino

Iquesti primi giorni di apertura della nuova sede a Saluzzo abbiamo assistito con soddisfazione all’apprezzamento degli associati per i nuovi locali, con ambienti più ampi e comodamente raggiungibili. La scelta di questo trasferimento è stata dettata principalmente dall’importante sviluppo che la nostra associazione ha avuto in questi anni nel Saluzzese, in termini di associati e pratiche svolteracconta Marco Bruna, segretario di

zona Saluzzo e Savigliano per Confagricoltura Cuneo. Confagricoltura Cuneo ha infatti recentemente aperto le porte della sua nuova sede di Saluzzo, in via Torino 39, in un’area decisamente centrale della città, al piano terra del palazzo che ospita il mobilificio Calosso. Oltre 300 metri quadri di spazi, moderni e funzionali, con un’ampia sala riunioni, per rispondere sempre meglio alle crescenti esigenze delle aziende agricole del Saluzzese.

“I nuovi uffici sono facilmente accessibili e in una zona con buona possibilità di parcheggio per le auto - continua Bruna -. In questo modo desideriamo avvicinarci sempre più alle esigenze degli imprenditori di un territorio particolarmente vocato all’agricoltura, in particolare alla produzione di frutta, alla zootecnia e alla cerealicoltura”. Si può accedere agli uffici il lunedì, giovedì, venerdì e sabato, dalle 8.30 alle 12.30, il martedì e il mercoledì con orario 8.30/12.30 e 14/17. Restano invariati i recapiti per prendere contatto con l’ufficio di zona di Saluzzo: telefono 0175/217120, mail saluzzo@ confagricuneo.it

Recapiti e servizi sul territorio saluzzese

Alla nuova sede di Saluzzo fanno riferimento gli uffici di recapito che Confagricoltura ha operativi a Moretta, in via San Giovanni 8 presso il Centro Anziani (aperto il lunedì dalle 9.30 alle 12) e a Barge in piazza Stazione 12 (aperto il giovedì dalle 9.30 alle 12). Rivolgendosi agli uffici di recapito, è possibile usufruire dei medesimi servizi offerti dagli uffici di zona e nella sede provinciale di Confagricoltura. Oltre alle aziende agricole anche ogni cittadino può rivolgersi all’ufficio di zona di Confagricoltura per usufruire dei servizi del CAF (compilazione e invio modello 730 e Unico, Modello RED, calcolo ISEE e IMU) e del patronato ENAPA (pensioni e previdenza, infortuni e malattie professionali, sicurezza e servizi sociali, disoccupazione e maternità).

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Alcuni scatti di interni della nuova sede di zona a Saluzzo
NON CAMBIANO ORARI E CONTATTI: LUN. GIOV. VEN. SAB.
8.30/12.30 MARTEDÌ E MERCOLEDÌ
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

Walter Audisio presidente ANGA

HA 35 ANNI ED È TITOLARE DELL’AZIENDA

AGRICOLA “PODERE DEL SOLE” A LAGNASCO

L’ASSEMBLEA DEI GIOVANI AGRICOLTORI LO HA ELETTO IL 9 MARZO SCORSO

Il nuovo presidente di Anga Cuneo, l’Associazione

Nazionale Giovani Agricoltori di Confagricoltura, ritrae in modo eccellente il connubio tra competenze, passione e voglia di sporcarsi le mani di un buon agricoltore. Trentacinque anni, una famiglia da sempre in agricoltura, Walter Audisio è il titolare dell’azienda agricola “Podere del Sole” di Lagnasco, specializzata in frutta fresca, in particolare pesche, ciliegie e mele. “Sono diplomato geometra e laureato al Politecnico di Torino come ingegnere edile – racconta Audisio, neo eletto presidente Anga Cuneo -. Dopo la laurea ho deciso di entrare nel mondo dell’agricoltura per investire nel mio futuro, con un occhio alle innovazioni e alle nuove tecnologie. Sono sicuramente anni difficili per il nostro settore, con la discesa del prezzo del prodotto e l’aumento dei costi e della manodopera, ma sono pronto a lavorare con il consiglio Anga per fare gli interessi di noi giovani agricoltori e presentare proposte

concrete. Per stare al passo con i tempi ed essere concorrenziali con l’estero è necessario che il nostro comparto sia tutelato e difeso e che sia permesso a noi agricoltori di innovare e investire sulle nostre aziende”.

L’assemblea dei giovani agricoltori di Cuneo si è svolta giovedì 9 marzo, presso il ristorante Lago La Sirenetta di Savigliano. Nel prossimo triennio, a sostenere Audisio nel suo ruolo, ci saranno Francesco Ghirardi (Mondovì) e Amedeo Bordone (Savigliano) in qualità di vice presidenti.

Gli eletti nel Consiglio dell’ANGA

Sono entrati a far parte del consiglio anche Alessandro Negro per la zona di Alba, Alessandra Bersano, Marco Bono, Guido Cravero, Daniel Tallone e Christian Taricco

NOMINE A CUNEO

per la zona di Cuneo. Per Savigliano, oltre al vice presidente Bordone, ci sarà Giovanni Allocco, Alberto Bordese, Gianluca Cravero, Fabrizio Gallo, Francesco

Gallo, Michele Lingua e Vittorio Solavaggione mentre, per Saluzzo, in cui è compreso anche il presidente Audisio, fanno parte del Consiglio

Matteo Angaramo, Mario Audisio e Nicolas Mattia

Demaria e Giacosa vicepresidenti di Confagri Cuneo

La Confagricoltura di Cuneo nel corso dell’ultima seduta del Consiglio direttivo ha nominato i due vicepresidenti che affiancheranno Enrico Allasia nel corso del suo mandato da presidente. Si tratta di Gianluca Demaria imprenditore vitivinicolo di Dogliani (foto in alto), e di Graziano Giacosa, imprenditore futticolo di Savigliano (foto in basso). “Ad entrambi vanno i migliori auguri di buon lavoro - dice Allasia -, certo che mi accompagneranno nel mio mandato, oltre che con competenza, anche con un grande senso di appartenenza all’associazione”.

I VICE PRESIDENTI SONO FRANCESCO GHIRARDI E AMEDEO BORDONE

Melifiori. Per Mondovì, oltre al vice presidente Ghirardi, ci saranno Christian Alessandria, Emanuele Forzano e Turco Michele.

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Da sinistra: Francesco Ghirardi, Walter Ghirardi, Amedeo Bordone
CONFAGRICOLTURA NEWS
L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023

Allevare la Piemontese con passione fin dai primi giorni

A MONDOVÌ, IN LOCALITÀ GRATTERIA, HA SEDE L’AZIENDA

di Paolo Ragazzo

“Il mio sarebbe il lavoro più bello del mondo, ma oggi manca la necessaria remuneratività; così è difficile andare avanti, se le cose non cambiano”. Lo dice con voce dispiaciuta Giammario

Aimo, allevatore, con la moglie Simona, di bovini piemontesi in località Gratteria a Mondovì. La sua è anzitutto una storia di amore e passione per la storica razza autoctona del territorio, che alleva fin dal 1995 nella cascina che fu prima di suo nonno e, poi, di suo papà.

“Nel raggio di 5/6 chilometri da qui vengono allevati circa 1.000 capi di Piemontese, a riprova del fatto che questa non è solo un’attività economica, ma una vera e propria tradizione secolare –continua Giammario –; negli ultimi anni, però, riuscire a mantenere sani i bilanci

aziendali sta diventando un’impresa, a causa dei costi di produzione più che triplicati e di pezzi di vendita troppo esigui. Se sul primo fronte si riesce a incidere poco, sul secondo si devono trovare sbocchi di mercato diversi da quello nazionale; è quello che sta tentando di fare il Coalvi con campagne di promozione ‘ad hoc’ e attraverso la partecipazione ad eventi internazionali. Produciamo una carne d’élite e dobbiamo intercettare quei consumatori in grado di poterla apprezzare e pagare in modo giusto”.

Nel suo allevamento Giammario si prende cura del primo anello della catena, ossia la nascita dei vitelli (cosiddetti ”mangiarin”) e la loro crescita fino al peso di 2/2,5 quintali, pronti per poi essere venduti agli ingrassatori. Questa fase è molto delicata perché “se il buongiorno si vede dal mattino” è proprio da un adeguato allevamento nei primi mesi di vita dell’animale che lo si indirizza ad una vita sana. “Da oltre un anno siamo certificati azienda biologica per la parte relativa alla

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Gli allevatori Simona e Giammario Aimo con Claudio Botto e Valentina Sciandra di Confagricoltura Mondovì
GIAMMARIO AIMO DOVE DA GENERAZIONI NASCONO “MANGIARIN”
La stalla dell’azienda Aimo e la struttura per il ricovero dei macchinari

coltivazione dei foraggi (52 ettari) e a breve presenteremo domanda anche per l’allevamento – continua Giammario Aimo -. I nostri animali (un centinaio in tutto, tra femmine, tori e vitelli) vengono alimentati solo con fieno ed erba provenienti dai nostri campi, oltre a una dose minima di mangime ai vitelli per abituarli alla fase di ingrasso”.

Attenzione al benessere animale

E se anche la scelta di convertirsi al biologico non sta producendo, per ora, i risultati attesi dal punto di vista economico, l’allevatore non ha ritrosia nel dichiarare che la decisione è stata presa anche per altri motivi: “Ad oggi mi viene riconosciuto solo un piccolo contributo aggiuntivo, spero che gli sforzi prima o poi mi vengano ripagati (al momento è ancora poco diffuso il mercato bio nella carne), ma per ora sono soddisfatto di vedere i miei capi che mangiando i miei foraggi stanno meglio e sono più produttivi”. Questa sensibilità e attenzione al rispetto del benessere animale guiderà anche lo sviluppo futuro dell’azienda Aimo, che ha già in programma di realizzare un ulteriore paddock esterno di

almeno 1.000 metri quadrati collegato alla stalla, dove gli animali possono muoversi liberamente. “Essendo solo io e mia moglie a gestire tutta l’azienda non ci siamo mai ingranditi più di tanto in termini numerici, ma abbiamo deciso di concentrarci sulla cura con cui svolgiamo il nostro lavoro, andando a perfezionarlo, passo dopo passo. Se uno dei due miei figli si fosse fermato in azienda magari le cose sarebbero diverse, ma dobbiamo fare i conti con questa realtà e a noi va bene così”. Certo il ricambio generazionale è un altro di quei tasti dolenti che gli agricoltori si trovano a dover affrontare senza che all’orizzonte vi sia sempre la soluzione sperata. “Non tutti i giovani sono disposti ad avere la nostra vita, fatta di pochi orari e giornate di ferie – ribadisce Giammario -. Li posso comprendere, ma io non la cambierei per nessun’altra. La tecnologia ci dà una mano specie nella gestione dei parti, ad esempio, ma poi bisogna esserci e dedicarsi a questa attività con tanta passione. Altrimenti è giusto cercare soddisfazioni in altri ambiti”.

Gli allevamenti non inquinano

Altra questione su cui l’imprenditore monregalese intende porre l’attenzione è l’infondato attacco agli allevamenti visti come ‘grandi inquinatori’: “Non è affatto così, anzi è vero il contrario – prosegue Aimo –, con il nostro lavoro preserviamo il territorio che altrimenti

sarebbe una distesa di rovi e campi incolti. Siamo sostenibili al 200%, manteniamo in ordine l’ambiente, altro che inquinatori. Probabilmente pecchiamo un po’ in comunicazione, quello sì, perché dovremmo raccontare di più e meglio tutto il prezioso lavoro che noi allevatori facciamo per portare sulla tavola un prodotto dalle molteplici proprietà come la carne Piemontese”.

Prima di congedarci, Giammario Aimo fa un ultimo richiamo a maggiori controlli sulla provenienza della carne che troviamo in commercio, per tutelare così la “vera”

carne piemontese e fa appello a una maggior sinergia con il mondo della macellazione. “La Regione Piemonte si è fatta portavoce di un disegno di legge per certificare la filiera della carne anche nell’Ho.Re.Ca. così da garantire sempre maggior tracciabilità al consumatore. È la strada giusta – conclude Aimo –. Tutti insieme, poi, dobbiamo continuare a ricercare le nostre nicchie di mercato: un lavoro lungo e faticoso, ma ne può valere la pena perché è in gioco il futuro della razza e di chi con duro lavoro e responsabilità la alleva ogni giorno”.

L’Agricoltore cuneese N.02 • MARZO 2023 31
I vitelli di Piemontese in allevamento
LE NOSTRE AZIENDE
IL MOMENTO È COMPLICATO E PER USCIRNE SERVE UNA MAGGIOR VALORIZZAZIONE DELLA CARNE

La miglior frutta cuneese in vetrina a Lagnasco

DAL 31 MARZO AL 2 APRILE È IN PROGRAMMA FRUTTINFIORE

MARCO BRUNA “L’EDIZIONE DI QUEST’ANNO VUOLE RAPPRESENTARE IL RITORNO ALLA NORMALITÀ”

supporto all’evento, le organizzazioni dei produttori piemontesi (AOP Piemonte e Assofrutta), insieme ad Agrion, Confagricoltura Cuneo e altre associazioni provinciali. La manifestazione ha ottenuto il patrocinio della Regione Piemonte e del Ministero per le Risorse Agricole nonché la collaborazione esterna ed il contributo finanziario da parte della Camera di Commercio di Cuneo.

Anche quest’anno torna a Lagnasco Fruttinfiore, la manifestazione dedicata alla migliore produzione frutticola locale che ogni anno attira oltre 40 mila visitatori provenienti da tutto il Piemonte. Dal 31 marzo al 2 aprile avrà luogo la XXI edizione della fiera, che seguirà il format vincente degli ultimi anni, con lo STAO - Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura, dove i visitatori possono scoprire le novità tecnologiche del settore frutticolo e la Mostra Mercato, punto d’incontro tra aziende produttrici e consumatori. Fruttinfiore è organizzata da un apposito comitato che comprende la Pro Loco di Lagnasco, il Comune di Lagnasco, che da sempre offre un grande

La XXI edizione: tradizione e innovazione

“L’edizione di quest’anno vuole rappresentare in tutto e per tutto il ritorno alla normalità, offrendo un appuntamento in grado di coniugare le aspettative degli operatori del settore con quelle dei visitatori, che desiderano vivere una full immersion nel mondo della frutta e scoprire le ricchezze alimentari e culturali della zona – commenta Marco Bruna, segretario di zona di Saluzzo e Savigliano di Confagricoltura Cuneo –. Fruttinfiore è un mix di tradizione e innovazione che dimostra la capacità delle nostre realtà locali di evolversi, senza però mai abbandonare i valori tipici del territorio”. Il cuore dell’evento sarà rappresentato come sempre da Piazza Umberto I, dove trove-

SPECIALE FRUTTINFIORE
La locandina dell’evento
CONFAGRICOLTURA CUNEO PRESENTE CON UNO STAND INFORMATIVO di Francesca Braghero 32
Il pubblico per il centro di Lagnasco in una precedente edizione dell’evento

ranno spazio gli stand delle delegazioni ospiti, i consorzi di valorizzazione e tutela dei prodotti agricoli della provincia di Cuneo e gli stand istituzionali, tra cui uno stand di Confagricoltura Cuneo. La grande novità della XXI edizione sarà, invece, il Villaggio dell’Artigianato, un’area che vedrà la presenza di una qualificata rappresentanza di artigiani del Piemonte con le loro creazioni. Non mancherà il consueto Mercatino, che anche quest’anno ospiterà numerose aziende, riaffermandosi come la vetrina dedicata alle eccellenze ortofrutticole, enogastronomiche e artigianali locali, che possono così far conoscere i propri prodotti al pubblico presente. Saranno riproposte anche le aree Fruttinpiazza e Melagorà, rispettivamente dedicate agli appuntamenti di showcooking, workshop e spettacoli, e alla celebrazione della mela, all’interno di un

percorso espositivo ad hoc in cui sarà possibile scoprire diverse varietà di questo benefico frutto e degustare le tradizionali frittelle. Riconfermata, infine, l’iniziativa Fruttintavola, il percorso gastronomico di degustazione che celebra la frutta a tavola, tra piatti tradizionali e gustose e innovative ricette, gestita quest’anno dagli ospiti di alcune associazioni e Pro Loco di varie regioni italiane.

Inaugurazione e riconoscimenti

L’inaugurazione della XXI edizione di Fruttinfiore avrà luogo venerdì 31 marzo alle 16 presso lo STAO, con il tradizionale taglio del nastro, cui seguirà la visita delle autorità locali agli stand espositivi e la consegna del Premio Fruttinfiore, assegnato ogni anno ad un personaggio pubblico che abbia dedicato il proprio lavoro e le proprie energie alla promozione, divulgazione della frutti-

coltura e del territorio, che quest’anno va al Senatore Mino Taricco. Contemporaneamente a questo premio sarà consegnata anche una particolare menzione all’ex Senatore Natale Carlotto. Infine, come già avvenuto

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per le scorse edizioni, verrà assegnato un riconoscimento particolare a tutti gli ottantenni lagnaschesi impegnati in agricoltura, che con il loro lavoro quotidiano hanno fatto crescere e conoscere la frutticoltura locale.

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