Homeless / Il reportage
INVISIBILI ALLA MERCÉ DELLE BANDE DI PIETRO MECAROZZI
P
er Giorgio questa è la decima estate che passa per strada. Dopo il rigido inverno che ha percosso Milano, è la volta di un’estate con temperature record. Un caldo soffocante che si è impossessato di ritmi, abitudini e necessità delle migliaia di senza dimora (secondo gli ultimi dati ufficiali il range va dalle 3 alle 7mila persone). Il capoluogo lombardo è infatti la città con più senzatetto in Italia, anche se, come spiega Simone Trabuio, uno dei responsabili del Progetto Arca che dal 1994 offre aiuto a persone senza dimora e a famiglie povere - «le stime non sono aggiornate e non considerano gli ultimi avvenimenti globali e nazionali che hanno fatto aumentare a vista d’occhio le persone in stato di estrema povertà a Milano». Non serve infatti avventurarsi nei quartieri più difficili per capire che gli homeless sono in netto aumento. Si tratta di italiani e stranieri, molti giovani e qualche anziano: dormono ai piedi delle vetrine dei negozi di alta moda, barcollando in corso Buenos Aires tra un fiume di persone troppo impegnate per dedicargli un momento, invisibili agli angoli delle strade, icone di una città controversa e ambivalente. L’Espresso ha vissuto con loro e come loro, ascoltando storie, frugando tra ricordi e traumi con indosso uno stigma che nessun essere umano merita. Perché «non si è senzatetto solo nei mesi d’inverno, per poi finire dimenticati tutto il resto dell’anno», puntualizza Giorgio. Da inizio 2022 a metà luglio, secondo i dati della fio.Psd (Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora), sono 205 le morti su strada di senzatetto, quasi uno al giorno. Una situazione emergenziale. Lunedì scorso una donna è stata accoltellata in pieno giorno a Trastevere. «Povertà e disoccupazione, mancanza di alloggi a prezzi accessibili, eventi drammatici che stravolgono la vita, sono le principali ragioni dietro alla condizione di molti senzatetto», spiega Trabuio. «Ad esempio, molte donne si ritrovano in
queste condizioni, ai margini della società, per la separazione dal coniuge o per sfuggire a una relazione violenta. Mentre altri, che già da prima vivevano situazioni economiche difficili, hanno visto peggiorare le loro condizioni dall’inizio della pandemia e con la crisi economica in corso». Luigi, per esempio, è un veterano della strada. Ha cinquant’anni, si è trasferito dalla Campania a Milano da giovane e ha passato gli ultimi tre anni in carcere. Oggi si ritrova senza una casa, senza una famiglia, e con la difficoltà nel trovare un lavoro.
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7 agosto 2022
«È complicato avere un impiego per un ex detenuto, quindi per vivere mi trovo lavoretti occasionali con imprese edili che non cercano operai da mettere in regola, oppure muovendo piccole quantità di stupefacenti». Luigi ha il volto scalfito dal freddo dell’inverno e svuotato dal caldo dell’estate, sul braccio un coltello tatuato e un buco nero al posto dell’incisivo. «La vita dei senzatetto non è sempre come nei film: nella realtà sono pochi quelli che chiedono l’elemosina e vivono sotto un cartone, il classico “barbone” con abiti puzzolenti e la bottiglia in mano. E per sopravvivere, a volte, ti devi abbassare anche a fare affari poco legali». I soggetti deboli sono una pedina invisibile nelle mani della criminalità. E come ci spiega Francesco Tresca Carducci, coordinatore di “Avvocato di strada Milano”, da qualche anno è stato pensato un nuovo espediente criminale per sfruttarli:
Foto: Courtesy of Fio.PSD
CRESCE IL NUMERO DEI SENZATETTO E DELLE VIOLENZE. ABBANDONATI IN STRADA, TERRORIZZATI DAI CLAN. E USATI COME PRESTANOME