I mercati coperti di Giuseppe Mengoni | Rita Panattoni

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l’opera fiorentina di giuseppe mengoni dalla consulenza alla definizione del progetto

che le costruzioni miste non sono frequenti»19. Non ultimo, la raccomandazione di persone fidate e autorevoli, in un’epoca in cui la saltuarietà dei concorsi non forniva molte occasioni di dimostrare le proprie competenze, potrebbe aver sancito la scelta finale di affidare a lui l’incarico di progettare il sistema dei nuovi mercati coperti. La decisione fu saldamente difesa nel Consiglio comunale dai suoi sostenitori, espressione di una visione più aperta e aggiornata della città capitale, ma fortemente osteggiata dai suoi detrattori, ancorati a una concezione tradizionale dell’identità urbana. Tale conflitto permarrà fino alla conclusione dei rapporti col Municipio. Mengoni, nonostante l’ostinazione e le influenti amicizie, non riuscirà a ottenere la direzione del cantiere come avrebbe voluto. Il Capitolato approvato dal Consiglio comunale prevedeva che la Direzione dei lavori fosse affidata all’Uffizio d’Arte e tale deliberazione non venne modificata. Progetti Del Sarto e Skwarcow. Suggerimenti e modifiche

Giuseppe Garzoni nel ringraziare Mengoni per aver accettato l’incarico lo sollecita a inviare la relazione, aggiungendo come il suo «giudizio autorevole» sia «desideratissimo da questa Amministrazione»20. L’architetto, che si trova a Londra per un «affare di gravissima importanza», giustifica il ritardo con la rassicurazione di aver approfittato di quel soggiorno per visitare i nuovi mercati in costruzione21. All’epoca si stavano infatti realizzando i mercati della carne all’ingrosso di Smithfield a opera di Horace Jones, architetto ispettore della City, il cui nome si lega come abbiamo visto ad alcuni dei più celebri mercati londinesi, come Billingsgate Fish Market e Leadenhall Market. Dopo alcune settimane il Sindaco torna a incalzare l’architetto: «Non occorre che io spenda molte parole per dimostrarle di quale grave danno riuscirebbe qualsiasi ritardo per [la di] Lei parte, trattandosi di un’opera che interessa sommamente la nostra città e la cui esecuzione non ammette ulteriori indugi»22. Al sollecito seguirà la spedizione di nuovi elaborati richiesti da Mengoni, compresa la disposizione delle botteghe in legno e dei banchi in marmo. Mentre la Giunta approva il progetto di compromesso da stipularsi con la ditta Skwarcow, registrando l’unica astensione dell’assessore Presenti23, giunge la Memoria sui Mercati di Firenze di Mengoni24. L’architetto stava affrontando un periodo decisamente critico. Sul fronte milanese, dopo le dimissioni dell’amico sindaco Beretta e una parentesi di amministrazione provvisoria sotto il delegato regio

ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 12, Ad. Consiglio 26 febbraio 1869 (estratto). Ivi, fsc. 17, 5 gennaio 1868. 21 Ivi, Lettera di Mengoni al sindaco Garzoni, London, 8 gennaio 1868, su carta intestata «City of Milan Improvements Company Limited, St Clements House, Clements Lane, Lombard Street, E.C.». Probabilmente Mengoni si trovava a Londra per definire i rapporti con i nuovi direttori della società responsabile della costruzione della Galleria, dopo che il fallimento della stessa aveva interrotto i lavori. 22 Ivi, 27 gennaio 1868. 23 Ivi, Deliberazioni della Giunta, CF 419, Ad. 7 febbraio 1868. 24 Ivi, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 17, 8 febbraio 1868: Tesi di Dottorato, Appendice documentaria, 5, pp. 308-310. 19 20

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