I mercati coperti di Giuseppe Mengoni | Rita Panattoni

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conclusione dei rapporti con giuseppe mengoni. la costruzione dei nuovi mercati. thomas richard guppy, ubaldino peruzzi e la cassa di risparmio di firenze

di 85.000 lire in più di quella già accollata), quello in legno risulta più economico (giacché la spesa rientra nei limiti). La Giunta sceglierà le botteghe con intelaiatura lignea stabilendo che l’impresa accollataria ne realizzi prima un prototipo128. In autunno la Giunta delibera che all’Uffizio d’Arte e al soprintendente Violi sia dato incarico di prendere in consegna definitiva il mercato di Sant’Ambrogio, per poi stilarne il certificato e restituire all’impresa Guppy il deposito di cauzione, quando si procederà alla liquidazione dei lavori di costruzione del padiglione in Santa Croce: 252.909,65 lire, da cui si tolgono 214.645,79 lire (per acconti già pagati), per un totale di 38.263,86 lire. Saldati i due mercati succursali, la Giunta approva lo stanziamento di 65.225,62 lire per i lavori eseguiti in quello Centrale. Compiuto un primo sopralluogo nel nuovo mercato principale gli ingegneri Del Sarto e Cantagalli chiedono alcune delucidazioni, prima di adempiere al collaudo sulla scorta del Progetto Mengoni, avendo rilevato ulteriori varianti: la modifica delle prescrizioni del contratto di accollo riguardo alla distribuzione dell’acqua all’interno dell’edificio; la soppressione del montacarichi e della fornitura dei banchi e della suppellettile mobile; la sostituzione parziale del marmo al legno, oltre alla chiusura dei fronti delle botteghe con persiane. La Giunta approva il collaudo e la consegna provvisoria della struttura deliberando sullo stanziamento a favore dell’impresa di 83.230,56 lire (15 febbraio 1876). Da un certificato degli ingegneri Del Sarto e Rimediotti risulta che il pagamento finale, comprensivo dei certificati già rilasciati, ammonterà alla cifra di 1.561.393,91 lire. L’atto del verbale di collaudo definitivo del nuovo mercato Centrale data 1o maggio 1876. La Giunta delibera sulla restituzione all’impresario del deposito di cauzione129, mentre il Consiglio comunale stabilirà di rinviarne l’apertura al 1o maggio dell’anno successivo. L’apertura ufficiale del mercato Centrale continuerà a essere rinviata fino a quando non si decreterà la chiusura di quello Vecchio (1881), ravvisando nella scelta di trasferire l’antico mercato la causa prioritaria del mancato successo del programma. Un difficile avvio commerciale nel dissesto finanziario del Comune

Nella relazione di Peruzzi del 1877 sull’«Affare Mercati»130 si riepiloga lo stato dell’arte e si circostanziano le ragioni della mancata attivazione di quello Centrale, ascrivibili alla ferma opposizione degli esercenti del Mercato Vecchio a trasferirsi nella nuova struttura: «Sarebbe stato forse miglior consiglio il costruire come a Parigi ed altrove il Mercato nuovo sull’area del vecchio ma a questo ormai non si rimedia». L’unico mezzo resta l’esproprio per evitare che aprendo il nuovo mercato si ripeta a grande scala quanto si è già verificato per quello di Sant’Ambrogio, «che conviene mantenere, custodire, ripulire, illuminare, senza che sia possibile percipere pigione dai pochi venditori che ci han preso stanza con mediocre sì ma loro profitto». Al contrario, si ritiene che entro un certo numero di anni il Comune Ivi, 29 maggio 1874. Ivi, 20 giugno 1876. 130 Ivi, 22 febbraio 1877: Tesi di Dottorato, Appendice documentaria, 12, pp.337-344. 128 129

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