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i mercati coperti di giuseppe mengoni • rita panattoni
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Fig. 134 Mercato succursale di Sant’Ambrogio, dettaglio delle finestrature (2018).
dimensionamento e la capienza, il disegno delle facciate, la struttura a sala unica intelaiata sui montanti perimetrali che sostengono la copertura a padiglione e il lucernario, la divisione fra piani comunicanti e la ripartizione degli impianti a rete57. Malgrado ciò balza subito all’occhio un’anomalia: l’edificio è a pianta rettangolare con i lati minori semicircolari, una forma che Mengoni consigliava di adottare solo in «rare eccezioni» ma che qui probabilmente avrebbe assolto meglio la funzione di dotare la piazza Maggiore di una chiusura qualificata sul lato occidentale, considerando la conformazione del luogo: un lungo viale di collegamento dalla piazza a porta Fiume (ora viale Jacopo Mazzoni) stretto tra una fila di abitazioni e il colle della Rocca Malatestiana (figg. 59-61). Una scelta progettuale che si può riscontrare a Parigi nella Halle Saint Pierre di Montmartre, confinata in un’area circoscritta, delimitata da una rete di percorsi e addossata alla collina della basilica del Sacro Cuore. La stessa forma mistilinea era stata prevista da Giuseppe Martelli nel progetto per un grande mercato coperto a Livorno (1849). Il lessico progettuale tra pietra, ferro e vetro
Il secondo Ottocento europeo, animato dalle istanze unitarie degli aspiranti stati-nazione, guidato dal capitalismo e dall’industrialismo che plasmano gli esiti della seconda rivoluzione industriale, improntato dall’ideologia positivista, nella contrazione spazio-temporale assicurata dai nuovi mezzi di comunicazione assiste alla crescita vertiginosa delle città, dove le aspirazioni dell’élite borghese dominante si riassumono nel suo forte desiderio di legittimazione. Firenze non esula da questi cliché e, negli anni
Il mercato coperto doveva occupare un’area di 1.100 mq, delimitata da un marciapiede largo 3 m e alto 15 cm; le pareti esterne erano previste di 9,25 m di altezza, in muratura di mattoni fino a 3,25 m, suddivise da scomparti in aperture di larghezza pari a 5,50 m; la lanterna avrebbe avuto un’ampiezza di 6 m. Le strade, funzionali agli otto ingressi, di cui uno principale, situato al centro del lato più lungo, avevano una larghezza che variava dai 3 ai 2,5 m. Il piano seminterrato era accessibile tramite una coppia di scale poste ai lati dell’ingresso principale. Gli ampi magazzini erano previsti in numero di 17, mentre le botteghe e i banchi raggiungevano un totale di 134 unità. La spesa prevista era pari a 161.836,37 lire, vedi ASCe, 3545, XXVII/9. Le tavole sono conservate nella BCM, s.c.
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