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i mercati coperti di giuseppe mengoni • rita panattoni
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Fig. 9 Horace Jones, Smithfield Meat Market, 1867-1868, Londra, vista dell’esterno (Collezione privata, 1910 ca). Fig. 10 Horace Jones, Smithfield Meat Market, 1867-1868, Londra, vista della Grand Avenue (Collezione privata, 1950 ca). Fig. 11 Horace Jones, Smithfield Meat Market, 1867-1868, Londra, coronamento (2018).
Se per i mercati all’ingrosso il problema maggiore consiste nel collegamento diretto con i nodi ferroviari e le grandi arterie stradali, per quelli al dettaglio si tratta di studiare il raccordo delle vie principali con la posizione del nuovo edificio: a tale scopo, la zona designata deve essere nodale, ossia di facile accesso ai fruitori senza arrecare danno al quartiere per il traffico, l’immondizia e il rumore che la nuova struttura potrà generare. Di solito la presenza ben pianificata di un nuovo mercato accresce il valore immobiliare dell’area urbana (rendita di posizione), sebbene la sede centrale sia raccomandata per i mercati cosiddetti misti e per quelli al minuto. Per i mercati di quartiere è poi fondamentale tener conto delle consuetudini, ovvero della consolidata ubicazione dei mercati all’aperto, che possono condizionarne il buon esito. La diffusione dei mercati al dettaglio non è omogenea nelle diverse realtà europee. All’impatto profondo sulla città, che segna ad esempio il caso paradigmatico di Parigi, corrisponde una pressoché totale assenza di effetti nel caso di Londra, in cui buona parte dei mercati coperti è all’ingrosso e di proprietà privata, mentre il fenomeno interesserà i distretti più industrializzati della Gran Bretagna, come le Midlands, dove la rapida estensione della rete ferroviaria aprirà nuove prospettive a piccoli e medi centri urbani, fino a quel momento limitati a un approvvigionamento di tipo locale o regionale. Queste nuove forme di commercio si manifestano prima nei paesi europei più avanzati, ma sarà proprio in essi che il loro ciclo vitale andrà incontro a un declino più precoce. Mercati in ferro e vetro. Francia e Regno Unito Nella dimensione dinamica e capitalistico-borghese dell’Europa il fenomeno dei mercati coperti si sviluppa dagli anni Trenta agli anni Novanta dell’Ottocento per poi esaurirsi tra le due guerre mondiali. Un lungo periodo nel quale il concetto di mercato ha vissuto più di una metamorfosi: topografica, con il trasferimento degli scambi dal cuore della città preindustriale ai centri commerciali delle periferie; architettonica, con i padiglioni in ferro e vetro, dotati di postazioni fisse, come tramite fra le tende e i banchi temporanei dei mercati tradizionali e la struttura del supermercato in cemento armato; economica, con la sostituzione del rapporto diretto tra produttore e consumatore a quello mediato dall’attrezzatura specializzata, fino alla grande distribuzione organizzata20. M. Guardia, J.L. Oyón, Introducción: Los mercados europeos como creadores de ciudad, in Guardia, Oyón (ed. por), Hacer ciudad, cit., pp. 11-71.
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