Italia Ornitologica - Numero 4 2020

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n questo numero ospitiamo la lettera del sig. Nando Cerasoli, che pubblichiamo integralmente, seguita dalla risposta dettagliata a firma del Presidente dell'Ordine dei Giudici FOI, Andrea Benagiano.

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28 NUMERO 4 - 2020

i recente, ho partecipato al Campionato Italiano di Ornitologia svoltosi a Bari nel mese di dicembre del decorso anno 2019, esponendo uno STAMM di canarini appartenenti alla categoria “D5 – brinato giallo”, con ragionevoli prospettive di un buon piazzamento, dal momento che lo stesso, nel vicino Campionato Interregionale (Abruzzo – Marche – Molise – Lazio - Umbria), tenutosi a Colonnella (TE) si era classificato al 1° posto, con punti 365. È facile immaginare la delusione, che è eufemistico definire enorme, da me provata allorquando, all’esito del giudizio finale, me lo sono visto valutare solamente punti 360, con una decurtazione (- 5 punti) che, chiunque partecipi agli eventi espositivi e conosca, pertanto, il valore che un solo punto in essi assume, altro non può che definire oltre che eccessiva, altresì anomala. Di primo impeto, volevo produrre reclamo e pubblicizzare, inoltre, l’accaduto, ma poi, vuoi per la palese contraddittorietà sul punto del Regolamento di quella Mostra che, definendo dapprima insindacabile il giudizio finale e consentendo, successivamente, il reclamo senza però indicarne termini, modalità e composizione della commissione giudicatrice, pare appositamente scritto per non farlo proporre; vuoi per l’esito impalpabile conseguito dai miei precedenti suggerimenti di cui appresso in sintesi parlerò, ho deciso di desistere, ripromettendomi di non prendere mai più parte a similari manifestazioni. Senonché la successiva lettura dell’editoriale, dal titolo: “Dalla parte di chi fa”, apparso sul numero 11 del mese di novembre 2019 di “Italia Ornitologica”, ove l’autore, a mio giudizio correttamente, si schiera dalla parte di coloro (organizzatori e giudici) che agiscono e contro chi si limita solo a criticare senza costrutto, mi induce a rompere il silenzio che mi ero riproposto per porre in risalto come a volte, almeno per quanto mi riguarda, anche “chi fa” (vertice) sbaglia, non dico nel non accettare (motivatamente), ma nel non prendere neppure in considerazione i suggerimenti che provengono dalla base. Giunto a questo punto, sciogliendo la riserva precedentemente formulata, allo scopo di fornire la prova di quanto più sopra affermato, passo a dire delle mie proposte rimaste, purtroppo, lettera morta. Orbene, tempo fa, come può desumersi dalle note, a mia firma, pubblicate su “Italia Ornitologica” (Posta dei lettori) numeri: 11 del novembre 2017 e 4 di aprile 2018, nell’intento, tra l’altro, di far cessare quelle odiose critiche ai giudici che, di norma, conseguono alle manifestazioni espositive, suggerii quanto di seguito in estrema sintesi riportato: a) di aumentare il controllo sull’operato dei giudici mediante: 1) la partecipazione, con ovvie limitazioni, degli espositori alle operazioni di giudizio, a garanzia del rispetto dell’anonimato; 2) il divieto per i giudici di esporre nelle mostre nazionali, allo scopo di scongiurare la sussistenza di ipotetici rapporti di conoscenza; b) di migliorare i controlli medesimi attraverso: 1) l’inserzione nelle schede di giudizio dei sotto-punteggi limitatamente alle zone di elezione, al fine di rendere più decifrabile la discrezionalità tecnica ivi esercitata; 2) l’espressione del giudizio finale sul soggetto giudicato a beneficio dell’allevatore dello stesso; c) di introdurre l’obbligatorietà delle preselezioni per l’accesso ai Campionati nazionale e mondiale, al fine di consentire: ai giudici, una più approfondita e meditata valutazione dei soggetti esposti, stante la diminuzione dei medesimi; agli organizzatori, la miglior scelta possibile dei locali in cui ospitare la mostra, tenuto conto della minore ampiezza richiesta per gli stessi. In conclusione, domando al vertice ed al citato editorialista: sebbene manchi la prova contraria, si è proprio sicuri che, con l’adozione dei provvedimenti da me invocati, il caso suesposto si sarebbe egualmente verificato? Ad entrambi l’ardua risposta che mi auguro non tardi e, qualora negativa, sia motivata. NANDO CERASOLI


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