Agriflortec - n. 3/2022

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Gestione acqua

RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE N. 3/2022 STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE PROGRAMMAZIONE, IL FUTURO DELLA FLORICOLTURA NON PUÒ PIÙ ASPETTARE attualità NUOVO
La strategia vincente è il lavoro di squadra. L’impegno dei vivaisti pistoiesi
Alla ricerca di una soluzione possibile. Intervista al presidente di AIPSA All’interno approfondimenti su soluzioni tecniche e novità di prodotto UN TEMA CENTRALE PER IL MONDO DEL FLOROVIVAISMO. DALLE PROBLEMATICHE ALLE PROSPETTIVE, ALLA RICERCA DI UNA MAGGIORE COMPETIZIONE
Substrati

La programmazione dovrebbe essere condivisa

SSe c’è un tema davvero caro al mondo del florovivaismo, quello è la programmazione. Un processo lungo, che riguarda tutti gli attori della filiera, accomunati da un unico e importantissimo obiettivo: proporre piante e fiori di qualità, nelle giuste quantità e nei periodi di maggior richiesta. Ecco perché l’idea è stata quella di dedicare la cover story di questo nuovo numero di agriflortec, l’ultimo del 2022, a questo processo. Per farlo abbiamo coinvolto diverse voci autorevoli, partendo dal preziosissimo aiuto di Alessandro Fornasaro, agente di commercio in floricoltura e nostro collaboratore, fino a Stefano Donetti, presidente di AICG, Giorgio De Menech di Floricoltura Luca Maffuci e Aldo Staboli di Planta. Tra situazione attuale, problematiche da superare e prospettive per il futuro, tutti sono concordi su un punto, forse il più importante: la programmazione dovrebbe essere condivisa. L’obiettivo dovrebbe essere quello di lavorare insieme, comunicando costantemente, per poter raggiungere degli standard comuni, che siano in linea anche con il resto d’Europa, che a volte sembra correre molto più veloce di noi. Una riflessione, quella fatta dai nostri intervistati, che sarà importantissima nell’anno nuovo. Il 2023 potrebbe segnare una vera e propria ripartenza, non solo dettata da un altro anno passato, ma da un desiderio condiviso, e supportato dalla passione, di fare sempre meglio, per dimostrare ancora una volta come questo settore sia un fiore all’occhiello del nostro Paese e possa competere, senza sentirsi inferiore, con il resto d’Europa e, perché no, del mondo.

(f.tozzi@laboratorioverde.net) (Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)

EDITORIALE incipit di Francesco Tozzi
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L’IDEA EDITORIALE?

Raccontare storie agricole delle imprese florovivaistiche L’impostazione prevede la raccolta di testimonianze e racconti di storie, case history di coltivatori, tecnici e operatori e aziende fornitrici con un approccio pratico: presentazione di una problematica > proposta e discussione di soluzioni.

• Progettazione e gestione di imprese floricole e vivaistiche • Programmazione delle coltivazioni

• Approccio sostenibile ai sistemi di coltivazione • Tendenze consumer • Marketing applicate a produzione e vendita • Nuove macchine e strumenti per la produzione • Ricerca varietale • Prove in campo • Monografie di agricoltori e imprese agricole

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Dall’esperienza di Flortecnica e vivaismo, nasce un nuovo spazio d’informazione per dare valore a imprenditori e professionisti del campo floricolo e vivaistico. è il nuovo progetto d’informazione tecnico professionale e di aggiornamento sulle coltivazioni protette. Un nuovo punto di riferimento per la filiera agri-florovivaistica.

La struttura editoriale

Così è pensato : una sorta di prontuario declinato in articoli tecnici e servizi con impostazione pratica.

L’azienda. Su ogni numero (magazine + newsletter) presenteremo l’analisi di un’azienda tipo, soffermandoci sulla sua organizzazione, i punti di forza e i margini di miglioramento. 2. Focus produttivi. In collaborazione con le aziende di settore e alcuni dei più rappresentativi istituti di ricerca applicata, presenteremo tecniche e prodotti per migliorare le attività di produzione.

3. Ricerca e nuove varietà. Spazio sarà dedicato alle nuove possibili varietà in commercio, per ottimizzare e ampliare produzione e offerta merceologica.

4. La formazione. Ampio spazio sarà dedicato ad articoli formativi con l’intento di suggerire soluzioni imprenditoriali su come gestire al meglio l’azienda.

5. Sostenibilità e innovazione. Ampio spazio ai temi inerenti scelte e pratiche sostenibili e all’utilizzo dell’innovazione per migliorare processi produttivi e gestionali.

6. Tendenze mercati e consumer. Attraverso un osservatorio permanente dei mercati produttivi e distributivi, consiglieremo le tendenze attuali e future dei due settori di riferimento: floricolo e vivaistico. 7. Marketing, packaging e logistica. Ampio spazio sarà dedicato alle nuove soluzioni per promuovere e distribuire al meglio i prodotti, attraverso case history di riferimento.

8. Nuove generazioni. Uno spazio fisso sarà dedicato al racconto di giovani imprenditori e agricoltori, per uno sguardo rivolto al futuro.

9. Le notizie e i mercati. Novità dal mondo delle aziende con tutte le soluzioni innovative tecniche per quanto riguarda prodotti, macchinari e attrezzature. il nuovo spazio editoriale dove si incontrano agricoltura, floricoltura e vivaismo

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Contenuti

1

PRIMO PIANO: attualità e innovazioni 14 GESTIONE

Programmazione, il futuro della floricoltura non può più aspettare di Benedetta Minoliti 20 IMPRESE

75mila metri quadrati… al sole della Sicilia di Benedetta Minoliti 22 TECNOLOGIE

Biodegradabile al 100%: sì lo voglio di Benedetta Minoliti 2

NUOVE PROPOSTE: scoperte e focus aziendali 24

RISORSE

Gestione dell’acqua: la strategia vincente è il lavoro di squadra di Benedetta Minoliti 26

RICERCHE

L’ultima parola al cliente finale di Penelope Moran 28

STRUTTURE

Parola d’ordine: protezione (per ogni esigenza) di Penelope Moran 38

NOVITÀ

Serie Leopardo, un ciclamino già cult di Filippo Terragni 39 Rootplus, molto più di un semplice vaso di Penelope Moran 40 È tempo di novità di Penelope Moran 42

CASE HISTORY

Illuminazione LED sartoriale di Benedetta Minoliti 46 Il problema delle acque dure in floricoltura di Benedetta Minoliti 47 CRF, cosa sono e quali sono i vantaggi di Benedetta Minoliti

SOMMARIO numero
003 - 2022
14 20 50 agriflortec 8 8

50

L’acqua è un bene prezioso di Penelope Moran

Programmazione, il futuro della floricoltura non può più aspettare.

52 Crescere, mantenendo una dimensione familiare di Filippo Terragni

3

PER APPROFONDIRE: trend e news 54 UNIVERSITÀ

UniBO, la sostenibilità è nel loro DNA di Benedetta Minoliti 56 SUBSTRATI

Alla ricerca di un’alternativa possibile di Francesco Tozzi 60 MATERIE PRIME

Una scelta (etica) è sempre possibile di Filippo Terragni 62 PROGRAMMI

Un’assemblea a 360° di Benedetta Minoliti 65 INTERNAZIONALE

AIPH, un presidente “made in Italy” di Penelope Moran 4

LE RUBRICHE

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PENSARE GREEN

Università di Bologna, una vera eccellenza sostenibile di Benedetta Minoliti 12 PENSARE INNOVAZIONE

Coltivare... in fondo al mare di Penelope Moran 30 STORIE BREVI News

NUMERO 003 - 2022

Supplemento al numero 202 di greenup

DIRETTORE RESPONSABILE

Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net

IN REDAZIONE

Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net

COLLABORATORI

Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Daniela Stasi, Filippo Terragni PROGETTO GRAFICO E GRAFICA Orlandi Simona (Testo&Immagine)

PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

PROMOZIONE E SVILUPPO Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net

STAMPA Tipografia Grafiche Villa Via Puecher - 23844 Sirone (LC)

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net

e d iz i o n i

Labor ator io ver de

Agriflortec numero 0 è un supplemento del numero 199 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori. Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi

SEGRETERIA GENERALE

Katiuscia Morello

Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde. Fanno parte della stessa casa editrice:

• Greenup

• IL Giardiniere

• IL Giardiniere SMART

• FIORItales

• Agenda e Calendario del Verde

• I Quaderni di greenup

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• floorewall.com

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Università di Bologna, una vera eccellenza sostenibile

L’Alma Mater conquista il primo posto tra gli atenei italiani nel ranking GreenMetric, posizionandosi a livello globale all’undicesima posizione su 1050 università classificate

L'Università di Bologna si riconferma un’eccellenza italiana in termini di sostenibilità anche nel 2022. L’Alma Mater infatti, per il sesto anno consecutivo, ha conquistato la prima posizione tra gli atenei italiani del ranking GreenMetric, la classifica mondiale che valuta le azioni degli atenei per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. Ottimo posizionamento anche a livello globale, con l’undicesima posizione su 1050 università classificate, in crescita rispetto alle 956 dell’anno scorso. L’ateneo guadagna così una posizione rispetto al 2021, ottenendo lo stesso punteggio complessivo (9050 punti) degli atenei che occupano la nona posizione (Universitat Bremen) e la decima (Universidade de Sao Paulo). A determinare lo scarto è il miglior punteggio ottenuto nella categoria di maggior peso della classifica, “Energy and Climate Change”.

Un particolare della serra del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari - DISTAL dell’Alma Mater. Trovate l’intervista sul nuovo sistema di illuminazione LED a pagina 54-55.

«È un risultato che anche quest’anno ci rende soddisfatti del lavoro svolto e del percorso intrapreso» ha dichiarato Giacomo Bergamini, delegato per la Sostenibilità dell’Università di Bologna. «Non ci dobbiamo però adagiare sugli allori dei ranking, ma dobbiamo tenere sempre presente la ‘sostanza’».

Il punto di eccellenza per UniBO quest’anno, all’interno della classifica, si è confermato essere quello dei trasporti e della mobilità sostenibile. Qui, infatti, l’Alma Mater ha ottenuto il massimo punteggio (18000 su 1800), guidando così la classifica generale. Ottimi risultati anche per gli indicatori legati alla gestione dei rifiuti (1725 su 1800), alla gestione delle infrastrutture (1325 su 1500), utilizzo delle risorse idriche (900 su 1000) e impegno verso la sostenibilità sul fronte

della didattica, della ricerca e dell’associazionismo studentesco (1750 su 1800).

«Con il nuovo Piano strategico dell’Alma Mater ci siamo posti obiettivi precisi e ambiziosi, che ci guideranno nei prossimi anni e ci aiuteranno a trasformare la più grande sfida che l’umanità si trova ad affrontare in una straordinaria opportunità» ha spiegato Bergamini. «In questa direzione vanno la nuova convenzione per il trasporto pubblico nella città metropolitana di Bologna, che porterà a tariffe ancora più convenienti per tutta la nostra comunità studentesca, e il Piano Energetico di Ateneo che, partendo da una puntuale fotografia della situazione attuale, ci permetterà di mettere in ordine di priorità gli interventi di efficientamento da realizzare nel prossimo futuro al fine di ottenere sensibili risparmi nei consumi».

PENSARE green
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Coltivare… in fondo al mare

Una sfida lanciata nel 2012 da Sergio Gamberini e che oggi racconta una storia di successo, con ben nove ecosistemi progettati per l’agricoltura subacquea. No, non è fantascienza, ma il progetto Nemo’s Garden

Abbiamo sempre pensato all’agricoltura e alla coltivazione come a qualcosa legato alla terra, in parte al cielo, dove l’acqua è un elemento essenziale. Ma sarebbe possibile coltivare sott’acqua? La risposta è sì e arriva da Nemo’s Garden, progetto lanciato nel 2012 da Sergio Gamberini, ingegnere e fondatore dell’azienda di attrezzature subacquee Ocean Reef. L’idea alla base del progetto è: sviluppare una soluzione subacquea per proteggere i raccolti dal cambiamento climatico, nel rispetto dell’ambiente e autosufficiente. Un progetto che potrebbe risultare irrealizzabile, ma basta guardare le immagini per capire che sì, sott’acqua è davvero possibile coltivare piante.

IL PRIMO PROGETTO A NOLI

Nel 2012 viene posizionata la prima cupola, a largo di Noli, in Liguria, tra i 6 e i 10 metri di profondità, ancorata al fondale marino. Un primo esperimento che, alla fine, si è rivelato vincente. Infatti, all’interno della cupola si è scelto di coltivare del basilico, pianta tipica della zona, che si è sviluppata all’interno della struttura in breve tempo, germogliando dopo una trentina di giorni dalla semina. Così, in 10 anni le biosfere del Nemo’s Garden sono diventate 9, tutte dotate di attrezzature idroponiche, ventilatori per la circolazione dell’aria e sensori wireless in grado di leggere in tempo reale umidità, temperatura e composizione dell’aria a una torre di controllo centrale «Ogni anno scopriamo nuove possibili applicazioni per le biosfere. Tra queste c’è l’ecoturismo, la piscicoltura, la coltivazione di alghe» ha dichiarato Gianni Fontanesi, coordinatore del progetto. «Le strutture possono essere usate an-

che come laboratori di ricerca o stazioni sottomarine per il monitoraggio, ad esempio, della fauna selvatica».

COME FUNZIONA UNA BIOSFERA

La luce del sole, per il funzionamento ottimale delle biosfere, è essenziale. Infatti, filtrando attraverso il metacrilato, materiale con cui sono prodotte le strutture, l’aria all’interno si

scalda, creando la giusta differenza di temperatura per le piante. Questo processo, inoltre, permette all’acqua all’interno della biosfera di evaporare, lasciando i sali marini nello strato sottostante. L’acqua evaporata, in seguito, condensa in goccioline d’acqua dolce sulle pareti della biosfera e viene raccolta da particolari condensatori che la trasportano in un canale. Qui viene aggiunto un fertilizzante, utilizzato per fornire i nutrienti essenziali alla crescita delle piante, di origine naturale.

Così, questo innovativo sistema di coltivazione potrebbe risolvere il problema dei pesticidi in agricoltura, tra i principali problemi per il settore.

PENSARE
innovativo
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Programmazione, il futuro della floricoltura non può più aspettare

Un tema centrale per il mondo florovivastico. Dalle problematiche alle prospettive, ne abbiamo parlato con alcuni attori del settore

STORIE di
ATTUALITÀ gestione
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Le to do list, o “liste delle cose da fare”, sono diventate indispensabili nel lavoro quotidiano di tantissimi. L’idea di programmare, attraverso un elenco, le proprie attività lavorative e non sembra essere diventato ormai indispensabile per essere non solo più produttivi, ma anche più ordinati, gestendo meglio le risorse e il tempo a nostra disposizione. La programmazione è una delle tematiche più importanti anche nel floroviviasmo. Perché, sembrerà banale dirlo, non è possibile pensare di presentare al consumatore finale un buon prodotto se prima non si è pensato adeguatamente a tutti gli step che lo porteranno, ad esempio, sugli scaffali di un Garden Center o in un negozio specializzato. Nonostante questo, però, come ha sottolineato Alessandro Fornasaro, agente di commercio in floricoltura, la strada da percorrere è ancora davvero molto lunga. «Siamo l’unico settore in cui manca una reale programmazione, non c’è approccio scientifico o studio di settore. Di conseguenza, non si riesce neanche a dare il giusto

Le cifre emerse

• Il 90% delle aziende fa la programmazione 5/6 mesi prima. Nel 2023 ci ritroveremo con una mancanza di prodotto del 20%.

• I floricoltori italiani non sanno esattamente quante piante vengono prodotte. Il risultato? Il 20/30% del prodotto viene buttato.

valore alle piante» ha spiegato. «Negli anni ‘80 bastava fare qualsiasi cosa e venivano su i soldi. Così, tanti si sono messi a fare fiori. Oggi, però, con la crisi, le nuove tecnologie e quant’altro, bisogna imparare a stare dietro alla programmazione, agli investimenti, ad una gestione economica migliore. Tutti elementi che, purtroppo, mancano nel nostro settore». Per provare a raccontare a che punto siamo con la programmazione in Italia e cosa si potrebbe fare per raggiungere degli standard comuni, anche in linea con il resto d’Europa, abbiamo sentito alcune voci del mondo del florovivaismo: Aldo Staboli, dirigente di Planta, Giorgio De Menech di Floricoltura Luca Maffucci e Stefano Donetti, presidente di AICG

OGNUNO HA IL SUO PUNTO DI VISTA, MA TUTTI SONO CONCORDI SU UN ASPETTO: L’IMPORTANZA

DELLA PROGRAMMAZIONE

Dal primo anello della catena, il produttore, fino al venditore nei Garden

STORIE di
ATTUALITÀ gestione
In Italia sulla logica della programmazione siamo drammaticamente lontani da quello che potrebbe essere considerato “fatto bene”
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Center, e non solo, tutti concordano su un aspetto: la programmazione è probabilmente l’aspetto più importante per il settore, da qualunque punto di vista la si guardi. «La programmazione serve a far sì, tra i vari aspetti, che i produttori non ci rimettano».

A spiegarlo è Stefano Donetti, presidente di AICG. «Abbiamo un mercato non facilissimo, dove ci sono prodotti che si possono programmare e altri meno, anche e soprattutto in base alle richieste del mercato. Quello che succede è che, purtroppo, ci si ritrovi con una mancanza di prodotto da una parte e una sovrabbondanza dall’altra. Questo, alla fine, comporta un abbassamento dei prezzi, che in alcuni casi non riescono neanche a coprire i costi di produzione».

C’è anche chi, come Aldo Staboli, sottolinea come il lavoro da fare sia davvero ancora tanto: «In italia sulla logica della programmazione siamo drammaticamente lontani da quello che potrebbe essere considerato “fatto bene”. Il rischio di produzione è totalmente nelle mani dei coltivatori, che fanno estremamente fatica ad avere dai clienti finali, che siano garden center o GDO, una programmazione adeguata.

STORIE di ATTUALITÀ gestione

Il floricoltore si ritrova spesso ad essere troppo “debole”, non riuscendo a puntare i piedi e a dire: “Se non ho una programmazione non ti faccio la produzione”».

A lavorare, però, su una programmazione ben strutturata è Floricoltura Luca Maffucci, tra le aziende leader in Italia per le piante in vaso, come ha ben spiegato Giorgio De Menech: «Noi lavoriamo programmando in questi giorni (inizio novembre, ndr.) l’anno agricolo 2023 - 2024. Lo facciamo con molto anticipo, e non è usuale, perché il 90% programma al massimo 5/6 mesi prima. Sicuramente è un rischio, visto l’aumento dei costi di tantissimi materiali e la crisi in atto».

E proprio a proposito di crisi, non solo energetica ma anche dei materiali e del-

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non produrranno. Ed è probabile che vada esattamente così».

COSA FARE?

Programmazione: cosa servirebbe per “farla bene”

• Un coordinamento, che si occupi di aiutare e unire ogni singolo elemento della filiera, dal produttore al consumatore finale

• Una programmazione più condivisa tra i vari attori del settore

• Sapere esattamente quante piante vengono prodotte nel nostro Paese. In Europa questi dati sono raccolti e forniti da Fleuroselect (di cui abbiamo parlato nello scorso numero di Agriflortec)

la manodopera, per fare degli esempi, tutti sono concordi: è una situazione che sicuramente incide negativamente sulla programmazione. «La crisi energetica sta influendo pesantemente sul nostro settore» ha sottolineato Donetti. «Probabilmente nel 2023 ci troveremo con una mancanza di prodotto del 20%. E poi, ci troviamo a non poter fare una programmazione certa perché non sappiamo quanto potrebbe costare domani il bas, e questo è un bel problema».

«In altri Paesi, come ad esempio Francia e Germania, i produttori si stanno facendo sentire» ha spiegato invece Staboli. «Se non hanno delle sicurezze,

«Quella che servirebbe è una programmazione più condivisa» ha detto Donetti. «Come AICG abbiamo già promosso progetti legati ad un certo tipo di programmazione, e saremmo pronti a partecipare ad un tavolo condiviso con tutti i membri della filiera». Sulla condivisione, per raggiungere un obiettivo comune, la risposta sembra essere unanime. «Se ognuno guarda nel proprio giardino, come avviene adesso, il risultato è un’eccedenza di prodotto, con conseguente abbassamento dei prezzi». «In Italia manca proprio un coordinamento, che invece sarebbe fondamentale per il settore. Mancano le catene di garden center e GDO che lavorino con programmi su larga scala, e non negozio per negozio, e ovviamente manca la forza del produttore, che per paura di non vendere decidere di accettare un po’ quello che capita». Quello che servirebbe, come è tornato a sottolineare il presidente di AICG, è un tavolo condiviso. Un momento in cui si pensi ad una programmazione condivisa che veda coinvolto il consumatore finale, che deve essere ascoltato, i garden center e ovviamente i produttori. «Così, si può provare a rispondere ad una serie di domande: Come sta andando un determinato prodotto? Come possiamo farlo andare di più? In che modo possiamo veicolarlo per renderlo più appetibile al consumatore, con delle promozioni che siano di valore e non sul prezzo? E, soprattutto: quale prezzo è disposto a pagare il consumatore? Questa, alla fine, è una delle cose più importanti» Un problema, da non sottovalutare, è quello del reperimento dei dati. A sottolinearlo è De Menech: «Noi floricoltori non sappiamo esattamente quanto prodotto viene coltivato in Italia. Se oggi non va la stella di Natale, per esempio, nessuno la fa e si metterà a produrre altro. Se domani si vende bene

STORIE
Quella che servirebbe in Italia è una programmazione più condivisa. In Italia manca proprio un coordinamento, che invece sarebbe fondamentale
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la diplodenia, tutti la produrrano, con conseguente difficoltà di vendita e di prezzi. Il risultato concreto: un 20/30% di prodotto buttato». «Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia delle informazioni su cosa e in quale quantità viene prodotto nel nostro Paese» ha continuato. «In Europa c’è Fleuroselect che si occupa di questo aspetto. Loro sanno esattamente, in tutti i Paesi europei, cosa viene coltivato. Tutti, tranne l’Italia». Serve, quindi, non un’unione simbolica della filiera, ma un vero e proprio coordinamento che si occupi di aiutare ogni singolo elemento, dal produttore al cliente finale, in una programmazione che sia adeguata, dove si provi anche a rischiare, provando ad uscire dalle produzioni più “banali” per proporre delle novità. «Fare una programmazione per tutta la stagione non è più sostenibile, è rischioso e difficile» ha spiegato Aldo Staboli. «Ma non farla non è di certo un’opzione. Bisogna provare a stare nel mezzo, tenere gli occhi aperti ed essere flessibili, ricordandosi che non si può più avere solo un piano A, ma anche diversi piani B».

STORIE
di ATTUALITÀ gestione
I floricoltori italiani non sanno esattamente quanto prodotto viene coltivato in Italia. Il risultato concreto di tutto questo è che poi un 20/30% di prodotto viene buttato via
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Giorgio De Menech, Floricoltura Luca Maffuci

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75mila metri quadrati… al sole della Sicilia

Nata nel 2007 a Scicli, in provincia di Ragusa, Florguarino si è ampliata nel tempo, fino a diventare la più grande azienda del Sud Italia per produzione di stelle di Natale

Guardando la foto principale di questa intervista non potrete non innamorarvi delle stelle di Natale, dato anche il periodo, ma soprattutto non essere incuriositi da questa azienda, che in 15 anni è cresciuta, nel segno della sostenibilità e dei sistemi d’irrigazione che potremmo davvero definire “zero waste”.

Qual è la storia di Florguarino, parlando dei momenti che hanno segnato la storia dell’azienda?

«Siamo nati nel 2007 con la realizzazione del primo blocco di un ettaro e mezzo, che si è aggiunto ad uno esistente che abbiamo adattato alla coltivazione di piante fiorite. Abbiamo portato in Sicilia un tipo di azienda con tecnologie tipiche non del nostro territorio, ma del Nord Europa».

Ad esempio?

«Parliamo dell’introduzione di sistemi di irrigazione completamente nuovi per il contesto siciliano. Ad esempio, il flusso e riflusso, un sistema di irrigazione che consiste nell’allagamento di una superficie, di modo che le piante si nutrano per subirrigazione. Questa soluzione permette di non buttare via quasi nulla, perché l’acqua viene reintegrata se perde dei nutrienti. Una soluzione che guarda soprattutto alla sostenibilità ambientale».

E dopo il primo blocco avete continuato ad espandere la vostra azienda?

«Dopo il blocco realizzato nel 2006 ci siamo ampliati, realizzando un altro blocco nel 2017 di 7mila metri quadri con irrigazione a tappetino. Adesso abbiamo finito di realizzare un altro ettaro e mez-

zo a flusso e riflusso. Ad oggi, con questo tipo di irrigazione, abbiamo la bellezza di quasi 35mila metri quadrati, e siamo tra

Scopri Florguarino con un tour virtuale dell’azienda

le aziende più grandi in Italia ad utilizzare questo sistema».

La maggior parte del vostro lavoro poi è destinato alla grande distribuzione. Fino a dove riuscite ad arrivare? C’è una Regione con cui lavorate meglio?

«L’85/90% del nostro fatturato deriva dalla GDO. Noi riusciamo ad arrivare fino in Calabria, lavorando con diversi marchi della grande distribuzione. Al momento non riusciamo a spingerci oltre, per problemi logistici».

Dando un’occhiata al vostro catalogo, tra tutte le proposte, quali sono secon-

STORIE
colloquio con Francesco Guarino di Benedetta Minoliti
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imprese

Una selezione di calle e begonie prodotte da Florguarino.

do te quelle che rappresentano il “biglietto da visita” di Florguarino?

«Ci sono diverse piante che facciamo solo noi in Sicilia. Un esempio su tutti è quello delle calle colorate. E’ una pianta che si vende a 6/7 euro, ha un costo di produzione importante, non è la classica che fanno tutti. Un’altra è sicuramente la begonia laxior, ma anche le ortensie, che ci riescono molto bene in primavera. Infine, siamo l’azienda più grossa nel Sud Italia per quanto riguarda la produzione di Stelle di Natale. Tutta la nostra superficie al momento è dedicata a questa pianta».

Tornando a parlare di sostenibilità, oltre a utilizzare ad esempio il sistema flusso e riflusso, avete l’importante obiettivo di riuscire ad abbattere nei prossimi anni tutti quelli che sono i consumi energetici.

«Abbiamo già realizzato un impianto che si avvale di energia fotovoltaica a 160 kilowatt, di modo da poter rendere la nostra azienda autonoma dal punto di vista energetica. Poi, Florguarino è già un’azienda virtuosa da questo punto di vista, grazie ai nostri sistemi di irrigazione».

STORIE di ATTUALITÀ
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Francesco Guarino amministratore di Florguarino.

tecnologie

Biodegradabile al 100%: sì lo voglio

Un prodotto in grado di sparire “senza lasciare traccia”, ideato da Maan Biobased BV e commercializzato esclusivamente dalla tedesca KlasmannDeilmann. Ne abbiamo parlato con Luca Antoniazzi e Victor Hellweger

Si adatta a tutte le dimensioni comuni di alveoli e ora anche di vasi, da dimensioni piccole per contenitori da 300-400 alveoli al vaso 13-14cm. Attualmente è largamente utilizzato in coltivazione idroponica e, soprattutto, è 100% biodegradabile.

Non stiamo parlando di un prodotto che arriva dal futuro, ma di Growcoon, innovativo sistema per la radicazione e la coltivazione di piante da ortaggio e floreale prodotto da Maan e distribu-

ito in esclusiva, in Italia e nel mondo, dall’azienda tedesca Klasmann-Deilmann. «Growcoon è biodegradabile al 100%. La stima è che, già dopo tre mesi, inizi a biodegradarsi» ha spiegato, durante la nostra intervista, Luca Antoniazzi, Sales Director Italy di Klasmann. «La tecnologia con cui viene realizzato potrebbe essere simile a quella delle stampanti 3D e possono essere realizzate tutte le misure e forme che si possa desiderare. Questo prodotto poi non

è realizzato come un classico vaso, ma è una struttura reticolare, che permette di aumentare l’aereazione, lasciando respirare le radici, mantenendo la sofficità del substrato nel tempo e velocizzando anche la propria decomposizione».

UN PRODOTTO

PERFETTO ANCHE PER L’IDROPONICA

Il prodotto, partendo da misure microscopiche, come spiegato da Antoniazzi può essere realizzato in diverse

colloquio con Luca Antoniazzi e Victor Hellweger di Benedetta Minoliti
STORIE di ATTUALITÀ
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di ATTUALITÀ tecnologie

tipo, che lasciano residui, questo sparisce del tutto».

Un prodotto sicuramente interessante, soprattutto nell’ottica della sostenibilità, con una clientela ben precisa: «I clienti principali sono le aziende di giovani piante, soprattutto da taleaggio» ha spiegato Antoniazzi. Oggi come oggi, però, questo prodotto non risulta essere economico alla pari dei prodotti plastici, però ci stiamo avvicinando. «Conviene ancora comprare un contenitore o vaso di plastica o polistirolo, ma ad esempio l’estrazione della piantina in Growcoon, è nettamente migliore senza recare danni alle radici.

Benefici:

• Cicli di crescita più brevi

• Piante robuste

• Maggiore stabilità della zolla

• Tassi di fallimento più bassi, soprattutto con piantine sensibili

Utilizzo:

• Si adatta perfettamente a tutti i vasi

• Facile da rimuovere

• Nessun danno alle zolle o alle radici durante il trapianto

dimensioni e forme. L’idea, inoltre, come sottolineato da Victor Hellweger, product manager di Klasmann-Deilmann, è quella di studiare formati che siano sempre più adatti alla coltivazione direttamente in esso, ad esempio, per piante ornamentali che poi andrebbero trapiantate in giardini o piante orticole e culinarie da trapiantare direttamente nel terreno. «Naturalmente il Growcoon avrebbe bisogno di un sostegno, ma l’idea è quella di una pianta radicata direttamente all’interno del prodotto, che può essere venduta, per esempio, in un supermercato, grazie ad un supporto di carta, andando totalmente ad eliminare il vaso di plastica».

Oggi Growcoon è largamente utilizzato nel settore orticolo in coltivazione idroponica e da diverse aziende per la radicazione di talee che successivamente devono essere trapiantate in vasi più grandi o trapiantate direttamente nel suolo.

GRANDE ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

Un’idea, quindi, che va totalmente verso la direzione della sostenibilità, per un prodotto che sarebbe così non solo totalmente biodegradabile, ma anche attento alla sostenibilità davvero a 360 gradi. E sulla biodegradabilità di Growcoon, Hellweger ha aggiunto: «Rispetto ad altri sistemi di radicazione, come paperpot e altri prodotti di questo

«Naturalmente tutti i prodotti di questo tipo hanno un prezzo abbastanza elevato» ha aggiunto Hellweger. «Inoltre, la maggior parte dei produttori di giovani piante italiani hanno già un loro sistema di radicazione ben collaudato, per il quale soprattutto hanno fatto grossi investimenti. Noi al momento ci rivolgiamo principalmente a chi fa radicazione su piccola scala e manualmente». Hellweger, inoltre, ha sottolineato come Klasmann-Deilmann, a livello globale, abbia preso la commercializzazione di Groowcon da Maan intorno al 20152016, sposando un progetto che ha iniziato a prendere terreno, tra sostenibilità e desiderio condiviso di ridurre l’utilizzo della plastica.

STORIE
Groowcon in punti
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Gestione dell’acqua: la strategia vincente è il lavoro di squadra

Un tema importante e molto attuale, che non riguarda solo la Toscana, ma tutto il paese, di cui abbiamo parlato nello specifico con Luca Magazzini, presidente AVI.

Lo scorso 2 novembre si è tenuto il convegno dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) dal titolo “Gestione dell’acqua nei vivai a prova di siccità: la studiano i vivaisti pistoiesi con le istituzioni”. Un momento di confronto importante, per guardare alle strategie e alle opportunità di miglioramento della gestione delle risorse idriche nel Distretto vivaistico pistoiese. Questo in relazione non solo al cambiamento climatico, ma anche al connesso

aumento del rischio di siccità. «Il tema è legato alla situazione che si è manifestata nel corso di questa stagione, un po’ a macchia di leopardo, ma che ha riguardato tantissime aziende».

A dirlo è Luca Magazzini, Presidente dell’AVI, durante la nostra intervista per approfondire il tema del convegno. «L’argomento è in prima fila tra i temi per lo sviluppo della produzione e l’organizzazione dei nuovi impianti» ha continuato.

L’IMPORTANZA DELLE ISTITUZIONI

Magazzini ha poi spiegato che quello che si voleva fare, attraverso questo convegno, era “sollecitare tutti gli attori del settore”, in particolare le istituzioni. «Da una parte c’era la necessità di coinvolgere gli attori della tecnologia idrica, per far capire possibilità e potenzialità che la tecnologia mette a disposizione per migliorare l’efficienza delle aziende sul risparmio idrico».

STORIE di ATTUALITÀ risorse
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Ma non solo. Questo perché dall’altra parte, come fa notare il Presidente dell’AVI, c’è «la necessità di disporre di maggiori quantitativi d’acqua».

Per questo è stata chiamata “in causa” la componente pubblica, in particolare le Regioni, per pensare ad una normativa più leggera per quanto riguarda, ad esempio, i laghetti di accumulo per l’irrigazione. «Questo tema, comunque, è utile per tutta l’agricoltura, non solo per il settore florovivaistico» ha sottolineato Magazzini.

LO STUDIO REALIZZATO CON L’UNIVERSITÀ DI FIRENZE

«Grazie all’Università di Firenze abbiamo fatto degli studi, da cui è emersa la possibilità di utilizzare le acque reflue di provenienza civile, dai depuratori dell’area fiorentina non legati alle zone industriali, perché hanno una disponibilità di risorsa idrica di circa 70 milioni di metri cubi d’acqua che una volta depurata va al mare» ha continuato il Presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani. Poter utilizzare

quest’acqua risulterebbe cruciale per il settore, portando ad un vantaggio non indifferente. «Il nostro settore, utilizzando l’acqua per prodotti non agroalimentari, ne trarrebbe vantaggio. Naturalmente servono investimenti importanti, perché quest’acqua va portata nelle apposite aree e poi distribuita tra i vivai».

IL TEMA AL CENTRO DEL PSR

Ad essere coinvolti sul tema della gestione strategica dell’acqua sono stati anche i consorzi di bonifica. «Normalmente questi consorzi fanno solo manutenzione dei torrenti, ma noi ci auguriamo che ci siano maggiori interventi anche nelle aree collinari che consentano di trattenere l’acqua per più tempo» ha spiegato Magazzini. «Se si riuscisse ad attuare degli interventi di accumulo adeguati, questi ci permetterebbero di avere più acqua nel periodo estivo». E sul coinvolgimento delle istituzioni, Magazzini ha sottolineato non solo l’importanza del confronto, ma anche la risposta puntuale da parte degli attori interessati: «Il tema della risorsa idrica

sarà sicuramente al centro del PSR. La maggiore attenzione alla realizzazione di laghetti aziendali, di sistemi di accumulo e innovazione sul sistema di irrigazione sarà prioritario per loro, ma in generale per tutta l’agricoltura italiana, perché senza l’acqua non si fa nulla, in nessun territorio».

UN SETTORE “ALLENATO”

ALLA CRISI IDRICA

«Come settore vivaistico siamo “allenati” sul tema della crisi idrica» ha aggiunto Magazzini. «Nel 2003 abbiamo avuto un problema simile, e dal quel momento sono stati fatti tantissimi investimenti, all’interno delle aziende, come l’utilizzo di sostanze che consentano un mantenimento dell’umidità dei terricci, pacciamature che rendano più umido il terreno e riducano la presenza di infestanti. Tutti i nostri vivai, quasi il 100%, sono virtuosi e utilizzano sistemi sostenibili. Siamo sulla buona strada, ma bisogna aumentare sempre di più i sistemi innovativi di gestione dell’acqua».

Il distretto florovivaistico di Pistoia visto dall’alto.
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Come settore vivaistico siamo “allenati” sul tema della crisi idrica e dal 2003 sono stati fatti tantissimi investimenti

L’ultima parola al cliente finale

Meglio una pianta molto colorata o con molti boccioli? La risposta è nella ricerca condotta da “Into the minds” e realizzata in collaborazione con Chrysal, sulle preferenze degli acquirenti

L’attenzione alle richieste dei consumatori è importantissima. Quali piante preferiscono? A quali aspetti danno maggior peso? L’agenzia di ricerca “Into the minds”, in collaborazione con Chrysal, ha prodotto una ricerca che mostra come i consumatori preferiscano piante con molti boccioli Inoltre, secondo quanto emerso, l’80% degli intervistati non solo preferisce piante con più fiori, ma sarebbe anche disposto a pagare di più per averle. Questo significa, nel concreto, che chi acquista prefe risce scegliere piante dall’aspetto più sano, con un numero suf ficiente di boccioli, foglie verdi e colori freschi. I con sumatori, inoltre, considera no meno importanti due aspet ti al momento dell’acquisto: le dimensioni del vaso e la lunghezza degli steli.

LA RICERCA NEL DETTAGLIO

La ricerca è stata condotta da “Into the minds”, in collaborazione con Chrysal, chiedendo a 500 intervista ti nei Paesi Bassi e in Germania quali fossero le loro preferenze di acquisto quando si parla di piante.

ti della ricerca sono state proposte, in modo casuale, due piante. La prima, tratta con Largo seconda non trattata ti, che ovviamente non erano a cono scenza del trattamento, hanno prefe rito la prima piante, che si mostrava con un aspetto più sano e un nume-

ro di boccioli più elevato rispetto a quella non trattata. Almeno l’80% degli intervistati, secondo quanto emerso dalla ricerca, ha dichiarato di essere disposto a pagare una cifra più alta per una pianta con più boccioli. Inoltre, come già evidenziato, gli acquirenti si sono dimostrati meno interessati alla grandezza del vaso e alla lunghezza degli steli, ritenendoli due aspetti meno importanti quando si valuta l’acquisto di una pianta.

CHE COS’È

IL TRATTAMENTO LARGO Largo, prodotto di Chrysal e Syngenta Flowers, previene l’ingiallimento delle foglie e la caduta dei petali nei . Attraverso questo prodotto è possibile mantenere più a lungo la bellezza dei fiori, consentendo una migliore crescita dei boccioli.

STORIE di ATTUALITÀ
di Penelope Moran
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Parola d’ordine: protezione (per ogni esigenza)

Con oltre 50 anni di esperienza, Arrigoni presenta una vasta gamma di agrotessili innovativi e una ricerca sul risparmio idrico in agricoltura

Insetti, vento, pioggia. Sono solo alcuni dei fattori che possono compromettere una buona produzione. Il Gruppo Arrigoni ha raccolto la sfida di proporre sul mercato un’ampia scelta di coperture di protezione per ogni evenienza Con oltre 50 anni di esperienza, l’azien-

da alle porte di Milano (la sede operativa si trova a Uggiate Trevano, CO, ndr.) concepisce, produce e distribuisce agrotessili innovativi, per un miglior controllo climatico e una produzione di cibo più sano e sicuro, oltre ad altri tessuti outdoor per usi tecnici e/o ambientali.

UNA VASTA GAMMA DI COPERTURE PER OGNI ESIGENZA

Arrigoni propone un’ampia gamma di soluzione, adatte ad ogni necessità.

Si passa infatti dai tessuti per la protezione dagli insetti, come Biorete Air

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Plus e Rete Maggiolini, a quelli contro la grandine e la pioggia. Non mancano poi tessuti tecnici per la protezione dal sole, per le colture in pieno campo, contro il vento e gli uccelli. Una scelta decisamente ampia per garantire protezione, da tutti i punti di vista.

PROTEZIONE IN PIENO CAMPO? CON ARRIGONI SI PUÒ

Tra tutti i sistemi di protezione proposti dall’azienda, ci focalizziamo su quelli pensati per le colture in pieno campo, da Arricover a Biomaglia, fino alla Biorete 25 Air Plus. Il primo è un tessuto innovativo in bandella di polietilene con intreccio a maglia annodata che permette di migliorare il microclima e favorisce il passaggio della luce per la crescita ottimale per le colture sottostanti. La Biomaglia, invece, è un tessuto in poliammide che protegge le coltivazioni in campo aperto da diversi fattori, come insetti e pioggia battente. Infine, Biorete 25 Air Plus consente un elevato passaggio d’aria per creare un microclima favorevole alla coltivazione, tenendo alla larga i principali insetti infestanti di cavolo, carota e altri ortaggi. Tornando a parlare di Arricover, que-

STORIE di ATTUALITÀ

Capacità di risparmio idrico… in numeri

• Robuxta - Prisma: dal 40% al 50%

• Protecta System: 38,5%

• Fructus: 32% Arricover: 23%

sto tessuto innovativo per la protezione delle colture è particolarmente robusto, stabilizzato ai raggi UV e può essere utilizzato per molto tempo, riducendo così costi e problematiche di smaltimento. Questo prodotto può essere utilizzato sia per le coltivazioni in pieno campo, ma anche nel settore floricolo, per proteggere bulbi, eriche e semenzai.

COSA EMERGE DALLA RICERCA BIENNALE DEL GRUPPO COMASCO

A seconda della loro struttura, del colore e del livello di ombreggiatura, tutti gli schermi di protezione per le colture agricole di Arrigoni favoriscono il risparmio idrico, con risultati che raggiungono anche il 50% di vantaggio rispetto al pieno campo.

È quanto emerso dalla ricerca biennale dell’azienda, presentato all’ultima edizione di Eima, salone internazionale dedicato alle macchine per l’agricoltura. La ricerca è frutto di prove in campo, svolte nel periodo tra aprile e ottobre 2022, a Putignano, in provincia di Bari, all’interno del campo sperimentale del Gruppo. Ad essere presi in esame per la ricerca due risultati: quelli dell’evaporazione dell’acqua dal terreno e quelli dell’evapotraspirazione (la combinazione tra l’evaporazione del suolo e la traspirazione delle piante, che descrive la perdita totale di acqua di una coltura). Secondo quanto emerso dalla ricerca, anche introducendo un sistema di protezione Arrigoni non pensato specificamente per il risparmio idrico, ma per altre funzioni, si ottiene un risultato importante in termine di contenimento dell’uso dell’acqua. Nello specifico, per eseguire la ricerca sono stati testati diversi prodotti, da Fructus a Protecta System, fino a Prisma, Robuxta e Arricover. Come emerso, coperture come Robuxta e Prisma hanno rivelato una capacità di risparmio idrico che va dal 40% al 50%. «La sfida dell’agricoltura di oggi e di domani si giocherà sempre di più sul risparmio idrico» ha dichiarato Paolo Arrigoni, CEO dell’omonimo gruppo. «Basti pensare che, secondo dati FAO, occorrono dai 2mila ai 5mila libri d’acqua per produrre il quantitativo di cibo quotidiano per una persona». E ha continuato: «Con il nostro studio, condotto con rigore scientifico e in collaborazione con oltre una decina tra università e centri specializzati internazionali come il CIHEAM, abbiamo dato un notevole contributo a una delle emergenze più stringenti di tutto il settore. Ovviamente la nostra ricerca continua, ma siamo soddisfatti di aver stabilito, numeri alla mano, nuove basi di partenza per tutte le più comuni tipologia di colture ortofrutticole».

Paolo Arrigoni, CEO di Arrigoni.
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COLTIVATO, IL NUOVO FESTIVAL DELL’AGRICOLTURA

A TORINO

Sì terrà dal 31 marzo al 2 aprile 2023, con la sua edizione inaugurale, ColtivaTO, il nuovo festival dell’agricoltura torinese studiato per raccontare il settore con un taglio scientifico-divulgativo, sotto l’egida della Regione Piemonte, del Comune di Torino e del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste. Nato da un’idea di Antonio Pascale, direttore e ispettore presso il Ministero dell’Agricoltura, e di Maria Lodovica Gullino, fitopatologo e imprenditore, che ne saranno rispettivamente direttore artistico e responsabile scientifico, ColtivaTO si propone di “parlare della ‘vera’ agricoltura, spesso diversa da quella immaginata, bucolica, in modo rigoroso, basato su fatti e numeri, in un’ottica economica e di lavoro, di innovazione, scienza e tecnologia, senza dimenticare i temi del cambiamento climatico e della sostenibilità che all’agricoltura sono strettamente (inter)connessi”. Il festival si propone come un evento “con spirito critico ma aperto”, che si rivolge a “un pubblico eterogeneo” e che sarà affiancato da eventi di carattere scientifico, dai seminari alle tavole rotonde, fino a momenti puramente divulgativi, come concerti, spettacoli, visite guidate e incontri tra giovani e imprenditori.

Stelle di Natale, presenti in quasi 1 casa italiana su due

La Stella di Natale, pianta per eccellenza di questo periodo dell’anno, si trova in quasi 1 casa italiana su due (47%). È quanto emerso dal sondaggio Coldiretti/Ixè sul fiore simbolo del Natale. I dati, però, sottolineano anche come vi sia un Sos costi di produzione nei vivai, che in alcuni casi sono costretti a interrompere la produzione, determinando un importante calo dell’offerta. L’impennata delle bollette energetiche, dei costi dei materiali e dei fertilizzanti delle serre ha procurato un taglio di circa il 15% della produzione. «Per le Stelle di Natale sono richiesti tra i 15 e i 20 gradi

all’interno delle serre e con le temperature invernali è necessario compensare facendo lavorare al massimo le caldaie con un vero e proprio salasso per i vivaisti» ha spiegato Coldiretti. «Il rincaro dei costi energetici si trasferisce sui costi di produzione, come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori, rendendo insostenibile la situazione. A rischio è un settore da primato per il Made in Italy con 27mila imprese e circa 200mila posti di lavoro nella filiera del florovivaismo che sta cercando di risollevarsi dopo aver pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dalla pandemia».

STORIE BREVI news
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Per i prossimi tre anni, Marco Neri, riconfermato presidente, continuerà a tenere le redini di Confagricoltura Toscana. A deciderlo, per acclamazione, l’Assemblea della Confederazione generale dell’Agricoltura regionale, riunitasi a Bolgheri, in provincia di Livorno. «Il comparto viene da mesi difficili: la guerra in Ucraina, i rincari energetici, l’aumento del prezzo dei materiali. Una morsa che rischia di soffocare un settore vitale» ha dichiarato Neri a seguito della rielezione. «Le prime cose che chiedo al governo sono attenzione e azione: riflettere sulle problematiche del settore e agire conseguentemente, tenendo presente il fatto che il PNRR è un treno da prendere assolutamente. Un’occasione irripetibile». E il riletto presidente di Confagricoltura Toscana ha poi aggiunto: «Serve, ad esempio, un intervento del governo, sfruttando il PNRR; per realizzare nuovi impianti per produrre concimi. Adesso arrivano dall’estero, ma hanno costi insostenibili». Quello che serve in questo momento, ha sottolineato Neri, è un’”incentivazione delle imprese produttive, in modo tale che si possano confrontare sul mercato, riuscendo a reggere la concorrenza con l’estero». Durante l’Assemblea a Bolgheri erano presenti anche Stefania Saccardi, assessore regionale alle Politiche agricole, e Simona Petrucci, senatrice grossetana. «Abbiamo la possibilità di lavorare sulla nuova programmazione 2023-2027, che rappresenta sicuramente un’opportunità» ha dichiarato Saccardi. «Non nascondiamo alcuni elementi di criticità per quello che riguarda il territorio della nostra Regione, ma confronti come quelli odierni costituiscono momenti per raccogliere idee, proposte e suggerimenti». E ha concluso: «Siamo chiamati tutti insieme a lavorare per l’agricoltura della Toscana. Registriamo una domanda sempre maggiore di cibo, di produzione di qualità e, perciò, dobbiamo utilizzare al meglio gli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione e individuare un percorso per la nuova programmazione». Con la rielezione di Marco Neri come presidente di Confagricoltura Toscana, l’organigramma dell’organizzazione è così composto: Carlo Bartolini Baldelli, vicepresidente, Luca Giannozzi, vicepresidente vicario. E ancora, il collegio sindacale, composto da: Marco Anchinico, presidente), Daniele Lombardi e Gianluca Ghini, sindaci revisori, e Paolo Rossi e Matteo Binazzi, sindaci supplenti.

VLAM all’IPM 2023 con 36 aziende fiamminghe

VLAM, ente per il marketing agricolo delle Fiandre che promuove i prodotti dell’agricoltura, dell’orticoltura e della pesca fiamminga, in patria e all’estero, parteciperà all’edizione 2023 dell’IPM Essen con ben 36 aziende orticole fiamminghe. Le aziende partecipanti alla manifestazione copriranno l’intera gamma dell’orticoltura belga, da prodotti tipici fiamminghi, come azalee, rododendri, piante fiorite da interno, alloro fiammingo e crisantemi, agli arbusti, fino alle giovani piante, a quelle da aiuola e ai prodotti vivaistici. Le aziende VLAM saranno distribuite in tre padiglioni. Al padiglione 2 (stand B25 + D26 e 30) troveremo: Dataflor, De Crook, De Vos-Hertschap, John Wilde, Denis-Plants, Deroose Plants-Exotic Plant, Floramor, Gediflora, Herplant. E ancora: Helleborus, Hortinno, Joluplant, Leybaert, Microflor, Pelargonium De Cock, Rudy Raes Bloemzaden, Stevens Planten e Vegobel. Al padiglione 6 (stand C26), invece, troveremo: Jules Block, Calle-Plant, Geert Bogaert, Raf

Goossens. Saranno inoltre presenti anche: Heyeveld, Laurica-plants, Plant Select, vivaio Peter Rimbaut, Van Poecke & zn, Vandamme Sierplanten e vivaio Patrick Vos. Infine, al padiglione 8 (stand C42 e D26) saranno presenti: ADM Greentraders, Neyt-Van Sante, Sylva, Van Hulle B&C, Vista Verde e Meerplant.

Gli stand VLAM saranno riconoscibili grazie alle insegne “FLANDERS/BELGIUM” e dalle pile colorate di cubi con immagini di piante, alberi e arbusti. Le aziende, inoltre, saranno utile dallo slogan “WE GROW YOUR WAY”, che fa riferimento al servizio su misura offerto dalle aziende familiari belghe. Non è però finita qui. Perché presso gli stand vi sarà un’attenzione particolare alla piattaforma per l’esportazione www.belgianplants.com. Presso i vari punti i visitatori potranno utilizzare la piattaforma per cercare i fornitori, trovare informazioni sulle fiere a cui si partecipa e ottenere maggiori informazioni sul settore orticolo fiammingo.

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VIVA MAGENTA

Se al termine “non convenzionale” dovessimo associare un colore, quello sarebbe sicuramente Pantone 18-1750 Viva Magenta, il colore dell’anno 2023. Una tonalità vibrante, che non passa inosservata e affonda le sue radici nella natura. Così dopo Very Peri, colore Pantone dell’anno che stia per salute, lasciamo che sia una tonalità della famiglia dei rossi a predominare, scrivendo un nuovo capitolo in perfetto equilibrio tra caldo e freddo. Un colore ibrido, potente senza essere aggressivo, accesso senza essere eccessivamente sgargiante e, soprattutto, riconoscibile anche per chi, come noi, non può rinunciare a fiori e piante. Gli esempi che richiamano il colore del 2023 sono tantissimi, da Tattoo Black Cherry Vinca alla Chocolate Covered Cherry Coleus, decorativa e intrigante, con le sue foglie vellutate, fino Easy Wave Burgundy Velour Petunia, con i suoi fiori inconfondibili. E ancora: Amazon Neon Cherry Dianthus, Titan Cranberry Vinca, Megawatt Pink Bronze Leaf Improved Begonia e moltissime altre.

«In quest’era di tecnologia, cerchiamo ispirazione dalla natura e da ciò che è reale», ha commentato Leatrice Eiseman, direttore esecutivo del Pantone Color Institute. «Pantone 18-1750 Viva Magenta discende dalla famiglia dei rossi e si ispira al rosso cocciniglia, uno dei coloranti più preziosi appartenenti alla famiglia delle tonalità naturali, nonché uno dei più forti e brillanti che il mondo abbia mai conosciuto». Un colore così audace e anticonvenzionale è proprio quello che serve per affrontare il 2023 con lo spirito giusto. Potente e stimolante, Viva Magenta è stato definito dall’azienda americana «un rosso animato che si crogiola nella pura gioia, incoraggiando la sperimentazione e l’espressione di sé senza limiti. Un’ombra elettrizzante e senza confini che si manifesta come una dichiarazione di spicco». Insomma, un colore che sembra avere tutte le carte in regola per invadere la nostra quotidianità, dalla moda agli oggetti di design, fino a piante e fiori, che non solo abbelliranno gli spazi, ma saranno anche nel colore di tendenza del 2023.

Italia - Bulgaria, intesa vincente

Il nostro Paese detiene la terza posizione come destinatario delle esportazioni bulgare. Talee innestate, piantimi di ortaggi e di fragole e conifere e piante de plein air sempre verdi le principali voci delle esportazioni italiane nel Paese balcanico

I rapporti commerciali tra il nostro Paese e la Bulgaria continuano ad essere solidi. Alla fine del 2021 si è raggiunto un interscambio pari a 5,2 miliardi di euro, con un aumento del 27,1% rispetto al 2020. La Bulgaria, proprio in virtù di questa importantissima sinergia, sarà presente con i suoi espositori anche a Myplant, dal 22 al 24 febbraio 2023.

L’Italia detiene la terza posizione come Pa-

ese destinatario delle esportazioni bulgare, con 2,62 miliardi di euro e una crescita, rispetto al 2020, del 36,4%. Il nostro Paese viene così dopo la Germania, che detiene il primo posto con 5.18 miliardi, e la Romani, seconda con 3,5 miliardi. Per quanto riguarda la fornitura, invece, l’Italia è al quinto posto, con 2,59 miliardi di euro, segnando un +18,9% rispetto al 2020. Il nostro Paese è così dietro a: Germania (4,8 miliardi), Turchia (3,07 miliardi), Russia (3, 98 miliardi) e Romania (2,95 miliardi).

Un posizionamento ottimo anche per quanto riguarda i Paesi partner della Bulgaria. L’Italia, infatti, si trova al quarto posto, con una quota del 7%, preceduta da: Germania (13,5%), Romania (8,7%) e la Turchia, sempre con il 7% ed una minima differenza di valore.

LE PRINCIPALI ESPORTAZIONI

Andando a esaminare le esportazioni globali del nostro Paese, il dato ci mostra come l’Italia abbia esportato nel mondo piante vive per un totale di 454,9 milioni di euro. Una cifra decisamente significativa. In particolare poi, le esportazioni di piante vive sono cresciute del 50,5% nel 2021 e sono ammontate a 4,39 milioni di euro.

Tra le principali voci delle esportazioni italiane nel Paese balcanico troviamo: Talee innestate e barbatelle, di viti per un totale di 1,67 milioni di euro (+132,6% su base annua), Piantimi di ortaggi e di fragole (757mila euro, +2,3%), conifere e piante da plein air sempreverdi, arbusti e cespugli (incluse le loro radici), per un valore di 718mila euro (+27,7%). E ancora: alberi, arbusti e cespugli, anche innestati, da frutta commestibile per un valore di 412mila euro (+130%), talee radicate e giovani piante da piena area per 336mila euro (17,9%) e infine piante da pien’aria, arbusti e cespugli (305mila euro, +40,5%).

Secondo i dati TDM, l’Italia si posiziona al terzo posto come fornitore della Bulgaria di piante vive nel 2021, con una quota di mercato del 10.69%. Il nostro Paese è preceduto da: Paesi Bassi (44,71%) e Macedonia del Nord (15,67%). Seguono all’Italia invece la Grecia (8,51%) e la Germania (6,82%).

STORIE BREVI news
Il 30 novembre scorso Myplant, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Sofia, ICE, A.N.V.E e BAOPN (Bulgarian Association of Ornamental Plants Nurseries), ha organizzato a Sofia un importante business meeting che ha coinvolto una delegazione di imprese orto florovivaistiche italiane, espositrici a Myplant, con buyer bulgari, grandi strutture ricettive interessate a rinnovare i propri spazi verdi, aziende e stakeholder locali. agriflortec 34 34
Myplany: missione b2b in Bulgaria

Il futuro della biomassa è sostenibile

Takachar, società spinoff del MIT, ha ideato un dispositivo portatile che potrebbe essere non solo redditizio, ma anche amico dell’ambiente

Preparare i campi alla semina è un’operazione che contribuisce all’inquinamento ambientale. I materiali bruciati, dal fieno alla paglia fino ad altri rifiuti, creano enormi nubi stagionali di smog e questo, chiaramente, è un problema. Come risolverlo? E, soprattutto, questa biomassa di scarto può essere trasformata, magari in prodotti commerciabili? La risposta è sì è arriva da Takachar. La società, spinoff del MIT fondata nel 2015, ha sviluppato un’apparecchiatura portatile e a basso costo per convertire la biomassa di scarto in combustibile solido, fertilizzante e altri prodotti chimici speciali. Tutto questo utilizzando una serie di trattamenti termochimici, tra cui quello noto come “torrefazione con ossigeno”. Questa tecnologia, che potrebbe essere una rivoluzione in termini di sostenibilità, è nata dal progetto di Kevin Kung, cofondatore, presidente e CTO, e dal cofondatore Vidyut Mohan.

UN SISTEMA REDDITIZIO

Il dispositivo realizzato da Takachar si basa sul trattamento termochimico, densificando la biomassa a temperature elevate e convertendo i materiali umidi in carbone compatto. Rispetto al processo di invio della biomassa di scarto a impianti di conversione centralizza ti, il sistema proposto è più redditizio. Questo perché riduce significativa mente i costi logistici del traspor to di biomassa sciolta, umida e ingombrante.

Takachar ha una missione ben precisa: combattere il cambiamento climatico. Per questo il loro lavoro guarda anche agli obiettivi dell’Agenda 2030.

• Eliminare le fonti fossili per la produzione di combustibili, fertilizzanti e prodotti chimici speciali. Eliminazione di oltre il 95% dei fumi rispetto alla combustione di biomassa all’aperto o agli incendi selvaggi indotti da biomassa

• Mitigare 700 milioni di tonnellate/anno di emissioni di anidride carbonica equivalente entro il 2030

• Aumentare il reddito netto delle comunità rurali del 40% creando un mercato per i residui delle colture

Al momento, la società ha già lavorato con circa 5.500 agricoltori, per un totale di 9mila tonnellate di materiale prodotto e ha vinto, nel 2021, il premio Earthshot Prize nella categoria “aria pulita”, con un riconoscimento da 1 milione di sterline finanziato dalla Royal Foundation. Takachar ha stimato che la sua tecnologia possa ridurre le emissioni di anidride carbonica equivalenti a gigatoni all’anno su scala.

COME FUNZIONA IL DISPOSITIVO

Brucia un po’ di biomassa per generare calore, che cuoce il resto del materiale rilasciando gas. Il sistema introduce così aria per consentire la combustione dei gas, che bruciando generano altro calore e mantengono la reazione termochimica. Come spiegato dalla società, circa il 10% della biomassa viene utilizzato come combustibile per sostenere la reazione, mentre il 90% viene densificato in una forma facile da “maneggiare e utilizzare”. Il carbone così prodotto, oltre ad avere un valore maggiore, è anche più facile da trasportare e vendere rispetto alla biomassa. Così facendo si riducono i costi di trasporto di due terzi e si crea per gli agricoltori un’ulteriore opportunità di guadagno.

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Serie Leopardo, un ciclamino già cult

Sette colorazioni, e diverse in arrivo in futuro, una forma rotonda di pianta grande, tollerante al calore e con una fioritura precoce. Sono le caratteristiche della nuova varietà di Schoneveld Breeding

Schoneveld Breeding, azienda ibridatrice olandese, dopo anni di test ha lanciato sul mercato un ciclamino a fiore grande, con una forma di pianta rotonda, con due caratteristiche importanti: la grande tolleranza al calore e, allo stesso tempo, una fioritura precoce. Così, il ciclamino Leopardo, a differenza di tanti altri, sotto stress per la coltivazione estiva, è meno sensibile alle alte temperature. «Abbiamo lavorato per anni per ottenere un nuovo ciclamino a fiore grande» ha detto Gerard Zwiers, responsabile del reparto ibridazione di Schoneveld. «I nostri ciclamini sono molto conosciuti, soprattutto nel segmento mini e midi, ma non avevamo nel nostro assortimento un ciclamino a fiore grande, come Mammoth e XL, che sono perfetti per la fioritura tra metà ottobre e gennaio, ma non prima di quel periodo. Ecco perché era giunto il momento di creare una nuova serie».

LA CREAZIONE DELLA SUPER SERIE LEOPARDO

Zwiers ha poi spiegato la fasi di creazione di questo nuovo ciclamino: «Abbiamo iniziato a testare e selezionare in Israele questa nuova genetica, in stretta collaborazione con Neta Quality Seeds. Insieme a loro e a due coltivatori, Adia e Aviv Mautner e Eti e Yinon Strasschnov, abbiamo iniziato a selezionare nuovi ibridi genetici per creare un ciclamino a fiore grande che fiorisce rapidamente e può resistere al calore». E ha continuato: «Questi requisiti sono sempre stati in prima linea per l’intero processo». Il metodo di lavoro ha portato rapidamente a buoni risultati, permettendo così un’ottima selezione che ha dato la possibilità di effettuare ulteriori test in Italia.

IL LAVORO SVOLTO IN ITALIA

Così, l’Area manager Sud Europa, Gianfranco de Leo, ha avviato una collaborazione con due coltivatori italiani. Questo per verificare che le

performance ottenute in Israele fossero analoghe anche nel nostro Paese. In seguito, nel corso di tre anni, il numero dei coltivatori italiani coinvolti nelle prove è aumentato. «Il ciclamino Leopardo è stato testato in tutta Italia, da Nord a Sud, in differenti circostanze climatiche e tipologie di serre, con ogni coltivatore che seguiva il proprio metodo di coltivazione» ha spiegato de Leo. «Abbiamo visto subito eccellenti performance ovunque, nonostante differenti circostanze climatiche e di coltivazione. Le reazioni di tutti i coltivatori italiani sono state molto positive» E sulle aspettative e impressioni dei coltivatori, l’Area manager Sud Europa ha dichiarato: «Erano davvero sorpresi che un ibridatore olandese fosse riuscito a creare qualcosa del genere, perfetta per i nostri climi. La qualità di Leopardo è eccezionalmente buona, su questo si sono subito messi d’accordo. Abbiamo testato e dimostrato la validità delle performance di questo ciclamino prima di lanciarlo sul mercato. Infatti, dopo il lancio, sta diventando un prodotto di punta e un best seller nel suo segmento».

La serie, nel dettaglio

• Composta da 7 colori (e se ne aggiungeranno molti altri in futuro)

• Pianta rotonda, con fioritura centrale a formare un bouquet di fiori dalla grandi dimensioni, con steli robusti e resistenti

• Meno sensibile alle alte temperature

• Eccellente tenuta del colore e della fioritura post vendita

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Rootplus, molto più di un semplice vaso

La GS Korea propone un contenitore per la potature ad aria in tre parti, semplice da utilizzare e amico dell’ambiente

Delle radici sane sono un buon punto di partenza per una pianta forte e bella. Lo sa bene GS Korea, da oltre 30 anni leader nel settore dell’orticoltura in Corea del Sud, specializzata in sviluppo, produzione e consegna dei prodotti a marchio RootPlus. Ma di cosa stiamo parlando? Di un prodotto che è molto più di un semplice vaso. Infatti, RootPlus è un contenitore per la potatura ad aria, composto da tre parti. Grazie al suo design innovativo le radici delle piante, invece di girare intorno, entrano nei fori di aerazione, dalla forma conica, elementi che contraddistinguono il prodotto. Così, quando la punta della radice raggiunge la fine dei fori si disidrata, producendo altre fibre e rami radicali. Questo gli permette così di assorbire sempre più acqua e sostanze

• Circolazione dell’aria e drenaggio

• Sviluppo di abbondanti fibre radicali

• Massimizzazione dei benefici della potatura delle radici aeree

• Altissima possibilità di sopravvivenza

• Risparmio sui costi di produzione

• Materiale di alta qualità (resistente e durevole, stabilizzati ai raggi UV, riciclabile)

nutritive per la crescita. RootPlus, quindi, favorisce la circolazione dell’aria e il drenaggio. La sua vera particolarità, però, è la possibilità di riutilizzo nel tempo e il montaggio facile e veloce. Il prodotto, infatti, come detto è composto da tre parti: parte, fondo e bullone. Il montaggio è destinato all’utilizzatore finale, che può assemblare il prodotto all’occorrenza e utilizzarlo facilmente. Inoltre, secondo l’esperienza di GS Korea, offre notevoli risultati di crescita. Le piante in RootPlus, infatti, crescono del 30% più velocemente rispetto a quelle in vasi normali.

ROOT PLUS IN VERSIONE… MINI

GS Korea ha pensato davvero a tutto, realizzando una versione del prodotto perfetta anche per le stagioni più calde. Questo perché i vasi più classici, tendenzialmente di colore nero, attirano maggiormente la forte luce solare in estate e questo potrebbe portare ad una compromissione delle radici. Per questo nasce RootPlus Mini, realizzato in due strati, di colore bianco e nero. Il lato bianco, esposto esternamente, aiuta a proteggere le piante dal surriscaldamento, mentre il lato nero, interno, offre le condizioni più adeguate per la crescita delle radici.

STORIE
di NOVITÀ strumenti
di Penelope Moran RootPlus in breve
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STORIE di NOVITÀ trend

È tempo di novità

di Filippo Terragni

Florensis stupisce con gamme innovative e in linea con le tendenze, tra colori sgargianti, buona resistenza al freddo e facilità di coltivazione

L’inverno potrebbe mettere a dura prova la creatività e la voglia di osare con colori di una primavera-estate che ci siamo ormai, tristemente, lasciati alle spalle. Questo però non fa parte del DNA di Florensis, che presenta una gamma esclusiva di novità pensata per essere in linea con le ultime tendenze del mercato, dove il colore la fa assolutamente da padrone.

PETUNIA BEE’S KNEES, C’È UN NUOVO GIALLO BRILLANTE IN CITTÀ!

Il Viva Magenta è il colore del 2023 per Pantone, ma il giallo da diversi anni è diventato un vero e proprio colore di tendenza. La Penutia Bee’s Knees porta sul mercato un nuovo giallo standard, brillante e vivace, con una buona tolleranza alla pioggia e buone prestazioni in giardino. Se tutto questo non dovesse bastare, è anche la vincitrice del FleuroStar Award dal 2022 al 2023. Inoltre, una curiosità: “Bee’s Knees” è un’espressione americana che significa “il meglio”. Florensis non poteva scegliere termine più azzeccato.

1. Pelunia Beek's Knees. 2. Giallardia Guapa. 3. Aster Alpha

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GIALLARDIA GUAPA È GIÀ UN SUCCESSO

Già dal nome “Guapa” (che in spagnolo significa “bella”) possiamo capire che questa nuova serie proposta da Florensis è tutta un programma, decisamente interessante. ll bicolore, oltre a non farla passare inosservata, la rende unica nel suo genere. Inoltre, questa varietà è la più affidabile nella produzione e nella

I trend 2023 di Florensis?

fornitura, promette fiori grandi e una fioritura precoce, con una buona resistenza al freddo

ASTER ALPHA, COLORE

ELETTRICO

CHE CONQUISTA

Alpha è la prima serie Aster sul mercato ed è pronta a conquistarvi, con i suoi tempi di coltivazione brevi e il suo portamento rotondo. Questa varietà non necessità di PGR e di essere pizzicata. Insomma, una pianta con soli pregi, a partire dal colore brillante? Probabilmente sì.

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Vieni a scoprirli sul profilo Instagram della casa editrice agriflortec 40 40

STORIE di AZIENDE case history/1

Illuminazione LED sartoriale

Un’azienda con radici profonde, che affondano in 50 anni di storia, nata in provincia di Como. Stiamo parlando del Gruppo Pontiggia e, più nello specifico, di Como Lighting, azienda che si occupa di sviluppare e produrre sistemi di illuminazione a LED per diversi settori, tra i quali quello orticolo e florovivaistico. Una realtà che punta a raggiungere sempre nuovi traguardi nello studio e nella ricerca sulla luce, sviluppando soluzioni innovative e totalmente pensate per i clienti. Così, grazie ad una profonda conoscenza ed esperienza nel settore delle tecnologie LED, l’azienda si è specializzata nello sviluppo e realizzazione di sistemi dedicati al mondo dell’orticoltura e della floricoltura, capaci di valorizzare il ciclo naturale delle piante unendo specializzazione tecnica, consulenza sartoriale e prodotti innovativi. «Da alcuni anni abbiamo iniziato a progettare, produrre e vendere i pro-

dotti di quella che abbiamo chiamato Grow-Line con sistemi dedicati alla crescita delle piante, avendo percepito una richiesta molto forte e rapidamente crescente dal mercato, creando un team dalle competenze di alto livello». A spiegarlo è Davide Magatti, fisico ed esperto in tecnologie ottiche e LED. «La nostra è una realtà industriale ben strutturata (il gruppo ha più di 200 dipendenti) e con una dimensione che consente di dedicare la giusta attenzione e cura al cliente,per arrivare a fornire soluzioni efficaci. Questo significa avere la capacità di offrire ad orticoltori e floricoltori il miglior supporto tecnico possibile, mantenendo con loro un rapporto costante e diretto».

UN PROGETTO “A QUATTRO MANI” CON I CLIENTI

Se la perfezione non esiste, Como Lighting cerca comunque di andarci molto

vicina, proponendo al cliente una “consulenza sartoriale”, studiata nei minimi dettagli. «Ogni azienda che richiede i nostri sistemi LED ha condizioni ambientali e di illuminazione molto diversi. Il nostro metodo di lavoro parte dall’analisi di alcuni elementi importanti: la location della serra, com’è posizionata, qual è il tipo di clima e quali sono le condizioni “al contorno” che l’azienda si trova ad affrontare», ha spiegato Daniele Amadio, uno dei referenti commerciali di Como Lighting. E ha continuato: «Facciamo un vero e proprio lavoro a quattro mani con il cliente, che ha come esito la progettazione e la realizzazione di un sistema illuminante che servirà ad accompagnare la crescita delle piante ed il processo produttivo».

Como Lighting propone diversi tipi di tecnologie LED e di spettri d’illuminazione, definendo a quattro mani con il cliente quali siano lo spettro ed il ciclo di

colloquio con il team di Como Lighting di Benedetta Minoliti
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Una proposta cucita su misura delle esigenze del cliente, che diventa il centro di progetti studiati nei minimi dettagli; per le diverse necessità di coltivazione

illuminamento più adatto (ovvero la programmazione temporale dell’accensione delle lampade). «Non arriviamo con soluzioni preconfezionate», ha aggiunto Magatti. «Abbiamo molta libertà a livello di progettazione e produzione di prodotti speciali e questo è un elemento che ci dà forza, perché realizziamo soluzioni ritagliate sulle esigenze specifiche dei nostri clienti, e questo viene sempre molto apprezzato. Inoltre offriamo design di prodotto ad altissima efficienza, che minimizzino i consumi, per poter proporre una soluzione che sia davvero completa ed efficace sotto ogni punto di vista».

Per realizzare i progetti di illuminazione a LED nelle serre, Como Lighting si avvale anche della preziosa competenza di un’agronoma, la dottoressa Daniela Beretta. «La competenza agronomica è molto forte all’interno del team. Quotidianamente il lavoro che svolgiamo è interattivo e coinvolge diverse figure con competenze differenti. L’agronoma è fondamentale, perché il punto di partenza è sicuramente il recepimento della specifica richiesta del clien-

te, su cui viene elaborata una raccomandazione agronomica. Quello che facciamo è legare queste due esperienze alla luce ed avendo nel team una forte

competenza sull’interazione pianta-luce conosciamo molto bene le buone prassi di applicazione dell’illuminazione integrativa alla coltivazione».

Daniele Amadio, referente commerciale di Como Lighting

“La competenza agronomica diventa il punto d’innesco, che, raccogliendo la richiesta del cliente, la traduce in un protocollo di illuminazione”
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«È chiaro che a seconda della richiesta del cliente e del tipo di coltura andranno valutate e offerte soluzioni diverse, abbiamo avuto richieste per aumentare la produttività di pomodori fuori suolo, per ottenere una migliore e più rapida radicazione di talee o per produrre giovani piante omogenee e ben accestite” ha aggiunto Amadio. «L’agronoma è quella figura che, insieme al cliente, ci aiuta a compilare una specifica tecnica che sarà poi la base del progetto, aiutandoci quindi a definire il numero di lampade in serra, la potenza elettrica impegnata, i tempi di accensione e le specifiche del corpo illuminante da utilizzare. La competenza agronomica diventa così il punto d’innesco, che, raccogliendo la richiesta del cliente, la traduce in un protocollo di illuminazione».

SOSTENIBILITÀ, NON SOLO PER L’AMBIENTE

Il tema della sostenibilità per Como Lighting è sicuramente importantissimo, soprattutto se legato ad un progetto come quello dell’illuminazione delle

serre. Non va dimenticato, infatti, il complesso momento che le aziende del settore orticolo e florovivaistico stanno vivendo a causa della crisi energetica. «Le vecchie tipologie di illuminazione, quali ad esempio le lampade al sodio, hanno un consumo significativamente maggiore rispetto ad un sistema a LED. Chi ci chiede un relamping, ovvero una sostituzione di corpi lampada con sistemi più efficaci, punta ad ottenere lo stesso tipo di performance, o anche migliori, in termini di stimolo della crescita della pianta, ma con consumi significativamente minori. In molti casi di questo genere si arriva a riduzioni molto importanti della spesa energetica (anche superiori al 30%)».

Como Lighting non si occupa solo di relamping, ma anche e soprattutto delle moltissime aziende agricole che non hanno mai utilizzato sistemi di illuminazione per lo stimolo della crescita. «Le aziende ci presentano la loro richiesta che mira, ad esempio, ad un anticipo sul raccolto, incrementando la produttività» ha spiegato Amadio.

«Ma le richieste non sono sempre e semplicemente di “produrre di più”. Molto spesso le aziende ci chiedono di poter controllare, tramite la gestione della luce con sistemi integrativi a LED, i tempi di produzione e di consegna. Chi, ad esempio, lavora con la grande distribuzione, ha necessità di gestire e compensare le fluttuazioni di luce e di durata del ciclo produttivo dovuti alla variabilità meteo o, ancora, di azzerare l’effetto della contrazione invernale delle ore di luce solare». E le richieste non sono finite. Perché se, da una parte, c’è chi vorrebbe riuscire a fare più cicli di coltivazione all’anno, o migliorare la qualità e la conformazione delle piante prodotte, altre esigenze riguardano la possibilità di inserire una coltura che, senza LED, non sarebbe possibile, permettendo di introdurre, ad esempio, un ciclo produttivo invernale. «È importante, inoltre, sottolineare che lavoriamo per proporre soluzioni che siano certamente sostenibili per l’ambiente, ma anche per il produttore che le acquista, e questo non è assolutamente scontato».

STORIE
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“Non arriviamo con soluzioni preconfezionate, ma realizziamo soluzioni ritagliate sulle esigenze specifiche dei nostri clienti, facendo con loro un vero e proprio lavoro a quattro mani”
Davide Magatti, fisico ed esperto in tecnologie ottiche e LED
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Il problema delle acque dure in floricoltura

Cosa significa irrigare con efficienza, per ottenere piante di qualità? E cos’è tecnicamente la cessione controllata? A spiegarlo sono Michele Modugno, Area Sales Manager Florovivaismo (Sud Italia) di ICL, e il Dr. Paolo Cozzi, Technical Coordinator Italia & Area Sales Manager (Centro Italia) Florovivaismo di ICL.

Cosa significa irrigare e che differenza c’è nell’utilizzare acque dolci o dure? «Una corretta ed efficiente irrigazione richiede la conoscenza di molti aspetti: innanzi tutto dei propri impianti d’irrigazione, dei fattori climatici che influiscono sull’evapotraspirazione e assorbimento radicale, del substrato di coltivazione (struttura, potere adsorbente, EC, pH ecc.), le fasi fenologiche delle giovani piante e, non per ultima, delle caratteristiche chimi dell’acqua di irrigazione, come EC, pH, ioni e bicarbonati. Per quanto riguarda le acque di irrigazione, si suddividono appunto in dolci e dure. Le prime hanno valori compresi tra 0 - 1.9 mmol/l HCO3, mentre quelle dure hanno valori superiori a 2.5 mmol/l HCO3. In base al valore di HCO3 si potrà scegliere l’idrosolubile più adeguato, acidificante o alcalinizzante, per preparare la soluzione nutritiva

In generale, sottovalutare i parametri chimico-fisici dell’acqua di irrigazione

comporta non pochi problemi, come: bassa capacità tampone, che porta alla precipitazione del pH, scarsa solubilità dei concimi, carenza di calcio e magnesio, variazioni di pH e EC nel substrato di coltivazione e ostruzione degli irrigatori».

Quali sono i metodi utilizzati in floricoltura?

«Riferendomi in particolare all’area del Sud Italia che seguo, le piante possono essere irrigate con diversi sistemi, come irrigazione localizzata con tubo capillare, flusso e riflusso, subirrigazione con feltro e, in alcuni casi, aspersione. Il metodo di irrigazione determina sia la scelta del substrato, che dovrà mantenere una buona capacità capillare/drenaggio, evitare asfissie radicali o poca mobilità dell’acqua all’interno del substrato stesso, che la fertirrigazione. Difatti, i diversi impianti d’irrigazione possono portare ad una dispersione più o meno importante, sia della soluzione nutritiva che delle risorse idriche, con un impatto anche economico sulla produzione».

Irrigare con efficienza significa ottenere piante di qualità?

«Uno dei fattori chiave per la crescita e la qualità di una pianta in vaso è sicuramente qualità e quantità delle acque di irrigazione. Come visto, irrigare non vuol dire bagnare, ma creare le migliori condizioni per le radici per assorbire elementi nutritivi e acqua. Quindi, svolgere le funzioni vitali della pianta. Una gestione errata dell’acqua, o l’uso inappropriato dei fertilizzanti, crea danni irreparabili che si evidenziano spesso quando è troppo tardi per correggerli».

Quali sono i problemi più comuni durante l’irrigazione e la fertirrigazione?

«Possono essere sia fisici che chimici. Il più comune è il residuo di sali non disciolti all’interno di una soluzione. Un fenomeno che avviene, ad esempio, quan-

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colloquio con Michele Modugno di Benedetta Minoliti Approfondiamo il tema insieme a Michele Modugno, Area Sales Manager Florovivaismo di ICL (Sud Italia) Michele Modugno, Area Sales Manager Florovivaismo di ICL (Sud Italia).
Il nostro compito è valutare e trovare la soluzione più efficiente per produrre piante di qualità, anche in modo sostenibile
Tel. 0422 436331 supporto.tecnico@icl-group.com Per contattare ICL: agriflortec 46 46

do si prepara una soluzione madre senza rispettare il tempo di solubilizzazione dei sali, o con una temperatura in fase preparatoria troppo bassa. Oppure, quando si utilizza un fertilizzante poco solubile, o non si tiene in considerazione la durezza dell’acqua. Il rischio è l’otturazione degli irrigatori».

Quando la chiama un cliente per una consulenza, quali sono i suoi principali consigli?

«La visita in azienda è obbligatoria Questo ci permette di conoscere meglio gli impianti, i parametri dell’acqua e la tipologia di coltivazione. Possiamo così realizzare piani di concimazione su misura che considerino le asportazioni degli elementi da parte della pianta e i valori dell’acqua. Ogni azienda è diversa, non esiste un modello standard. Il nostro compito è valutare e trovare la soluzione più efficiente per produrre piante di qualità, anche in modo sostenibile».

Parlando di innovazione, che significato ha per lei questo termine e come lo contestualizza in questo ambito?

Innovare è migliorare, anche utilizzando le tecnologie messe oggi a disposizione dei produttori per garantire prodotti di qualità. Un esempio di innovazione è dato dai concimi a cessione controllata, che grazie alla loro tecnologia di costruzione permettono una continua e costante nutrizione senza picchi di salinità, garantendo così una nutrizione continua e sicura anche per diversi mesi.

CRF, cosa sono e quali sono i vantaggi

Che cos’è tecnicamente la cessione controllata?

«Ancora oggi si tende a confondere i concimi a lenta cessione (CLC - SRF) con quelli a cessione controllata o programmata (CRC-CRF). I primi, composti azotati di sintesi organica, nella pratica sono dei condensati di urea e di aldeidi. La lenta cessione è limitata alla frazione azotata, mentre tutti i restanti elementi nutritivi sono solubili in acqua, quindi prontamente disponibili. La durata di rilascio dell’azoto è generalmente breve (2/3 mesi) ed è influenzata da innumerevoli variabili ambientali, dal ph ai livelli di umidità, fino alla carica microbica del substrato. I concimi a rilascio controllato, invece, sono dei granuli di concime complesso NPK totalmente avvolti da una membrana semipermeabile che protegge dall’ambiente esterno tutti gli elementi nutritivi e ne regola il rilascio nel tempo. Programmati con diverse durate di cessione (fino a 16-18 mesi), i concimi a rilascio controllato sono influenzati solo dalla temperatura e dall’umidità del substrato».

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STORIE di AZIENDE

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Quali sono i vantaggi e, se ce ne sono, gli svantaggi?

«Combinando la concimazione di fondo con CRF (75-90%) con una concimazione di copertura con SRF, CRF o idrosolubili, si hanno indiscutibili vantaggi. In primo luogo la pianta non va mai in carenza nutrizionale, a prescindere dal tempo che il coltivatore può impiegare per la nutrizione, dalle condizioni meteorologiche, dal pH e dall’umidità del substrato. In secondo luogo, per i sostanziali risparmi di manodopera. È importante però scegliere correttamente i dosaggi, la titolazione e la durata del fertilizzante a cessione controllata, perché variano in base alla coltura e al periodo di invaso».

Quando la chiama un cliente per una consulenza sui CRF, quali consigli gli dà e come si approccia?

«L’approccio professionale e tecnico più corretto è quello di conoscere l’azienda in tutti gli aspetti produttivi, l’area geografica, i metodi di coltivazione, la tipologia di macchine invasatrici, la

• Minor uso di concimi per ettaro

• Riduzione fino all’80% della perdita di azoto rispetto alla sola fertirrigazione, con conseguente minor inquinamento e meno spreco di prodotto

• Eliminazione degli errori nella preparazione delle soluzioni stock o nel controllo del livello di salinità dei vasi

• Nessun investimento iniziale e costo di gestione dell’impianto di fertirrigazione

• Su vasetteria con diametro superiore a 18 cm si evitano problematiche legate alla fertirrigazione con impianti irrigui a pioggia per il mancato tracciamento della soluzione

disponibilità di manodopera qualificata, la tipologia di substrato e la qualità dell’acqua di irrigazione, l’esposizione e le colture principali. Insieme al produttore poi si valutano differenti piani di concimazione in base alla coltura, periodo di invaso e post vendita. Generalmente, e questo vale soprattutto nelle aziende medio-piccole con scarsità di manodopera qualificata, tendo a far capire quali siano i reali vantaggi di un’oculata concimazione di fondo con i concimi a cessione controllata. Così, calcoliamo il fabbisogno nutrizionale

nutritiva da parte dei vasi (con perdite dal 20% al 50% dell’acqua somministrata)

• Si evita l’intervento di riconcimazione a fine estate che, a causa del costo della manodopera, incide fortemente sul costo totale di fertilizzazione

• Possibilità di fornire un adeguato livello di nutrienti, anche nei mesi particolarmente piovosi o con bassa evapotraspirazione

• Evidente miglioramento della shelf-life del prodotto venduto, grazie alla presenza di una riserva di nutrienti a disposizione della pianta nella fase successiva alla commercializzazione

della coltura che riusciamo a coprire con i CRF e in base all’acqua di irrigazione, stabiliamo quale tipologia di idrosolubili scegliere per sterzare la coltura fino alla vendita».

Cos’è per lei l’innovazione e come la contestualizza nel suo ambito?

«Innovazione nel settore ornamentale significa apportare innovazioni tecniche nella produzione che permettano di produrre piante di ottima qualità col minor spreco possibile di materiali, acqua e minor dispendio di manodopera».

Perché un coltivatore dovrebbe scegliere i CRF rispetto agli idrosolubili?
L’approccio professionale e tecnico più corretto è quello di conoscere l’azienda in tutti gli aspetti produttivi, così da valutare poi insieme diversi piani di concimazione in base alla coltura, al periodo di invaso e al post vendita
Paolo Cozzi, Technical
Coordinator
Italia & Area
Sales Manager
(Centro Italia) Florovivaismo di ICL.
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y LA CASA EDITRICE DEL VERDE

Edizioni Laboratorio Verde

è l’unica casa editrice di filiera, con prodotti specifici per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail, professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360° che ci rende il punto di riferimento preciso e aggiornato nel panorama dell’editoria specializzata.

Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa.

www.laboratorioverde.net
la vostra casa LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine III trimestre 2022 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 034 + NEW GENERATION Conoscere e sperimentare per imparare a progettare + MACCHINARI Una manutazione tutta nuova con il progetto Panther Professional SOLUZIONI TECNICHE Il trinciaerba con raccolta Panther Professional di Peruzzo, in mostra alla prossima EIMA (Pad. 33, Stand A9) Una delle applicazioni di Panther Professional, e alle necessità del professionista. COVER STORY realizzata in collaborazione con

L’acqua è un bene prezioso

Parola di Irritec, azienda siciliana che dal 1974 opera nel campo dell’irrigazione di precisione, rispondendo alle esigenze degli agricoltori in tutto il mondo, con una grande attenzione alla sostenibilità

Non è mai banale ricordare quanto l’acqua sia un bene essenziale e prezioso, che non va assolutamente sprecato. Soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo. Lo sa bene Irritec, azienda nata in Sicilia, più precisamente a Capo D’Orlando, nel 1974, da un’idea imprenditoriale della famiglia Giuffrè.

Dal PVC, l’interesse dell’azienda si è spostato verso il settore dell’irrigazione di precisione, con un’attività di progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti e impianti completi

per l’irrigazione sostenibile in pieno campo, in serra e nel settore residenziale.

SEMPLIFICARE LA VITA

DI CHI CURA LE PIANTE

Irritec si pone come obiettivo, con un percorso di crescita costante, quello di rispondere alle esigenze degli agricoltori di tutto il mondo, con un occhio di riguardo alla sostenibilità. Tra i sistemi di irrigazione proposti dall’azienda siciliana, sicuramente tra i più interessanti risulta esserci quello per l’irrigazione a goccia e microirrigazione.

Un sistema che permette di somministrare la giusta quantità di acqua, ideale sia in pieno campo che in serra, e perfetto per evitare gli sprechi.

IRRIGAZIONE LOCALIZZATA:

LE PROPOSTE DI IRRITEC

Tra i prodotti proposti da Irritec due catturano subito l’attenzione: il gocciolatore on line - Capillar SystemTM e iDropR. Il primo è un sistema di irrigazione localizzata, ideato proprio per il settore vivaistico, floristico e per le colture protette, caratterizzato da un tubo

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STORIE di AZIENDE

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di propilene e un capillare.

Il flusso laminare che si genera, per effetto dei diametri molto ridotti, permette di ottenere una portata costante relativa alla lunghezza del capillare e alla pressione di esercizio utilizzata. Così, si ha a disposizione un sistema di irrigazione affidabile, economico e di facile manutenzione.

Per quanto riguarda invece iDropR, è

composto da gocciolatori on line con flusso turbolento ed è adatto a frutteti, vigneti, vivai e serra e, in generale, in tutti quei casi in cui è necessaria una portata con minime variazioni Il flusso turbolento del labirinto rende la linea iDropR ideale contro le occlusioni e necessità di pochissima manutenzione. Nella sua versione “Normal”

possiede già diverse caratteristiche interessanti, come: identificazione della portata mediante il colore della base d’uscita e uscita adatta al collegamento di manifold multi uscite. Inoltre, è costruito con tecnopolimeri di ultima generazione. Questi garantiscono lunga durata ed elevata resistenza a tutti i prodotti chimici e ai fertilizzanti comunemente utilizzati.

È una questione di “sostanza”

Greenview si conferma una delle aziende italiane di riferimento del comparto dei substrati, presentandosi con un doppio catalogo - garden e professional - con il claim “Il futuro è green”. E l’ambizione di conquistare nuove fette di mercato

Un’azienda di famiglia, nata alla fine degli anni ‘80, che da produttrice di substrati ad uso esclusivamente professionale ha raggiunto anche il mercato dell’hobbistica. È la storia di Greenview, azienda di Crocetta del Montello (TV) saldamente gestita da tre fratelli, ognuno con la propria mansione, che hanno ereditato dal fondatore, papà Giorgio, quel modo concreto di fare impresa - tipica di quelle zone d’Italia - con i piedi saldi in azienda e una propensione pragmatica verso il futuro. Abbiamo incontrato Matteo Tormena, ammini-stratore e responsabile commerciale, che ha saputo dare un rinnovato impulso all’azienda, “agendo su dinamiche commerciali più idonee al settore del florovivaismo e la cura del verde, lavorando sull’ampiezza di gamma, con una particolare attenzione alla ricerca delle materie prime - ci rac-

Per i professionisti

conta -, facendo rete anche con fornitori del territorio”. Così, nella metà degli anni ‘90, da realtà produttrice di torbe nere per il settore della fungicoltura, Greenview ha avviato la produzione di terricci e substrati per il mercato hobbistico, attraverso il marchio MRGREEN, e per quello professionale, GREENVIEW, destinato ai professionisti. Sempre verso la fine degli anni ‘90, inoltre, Greenview ha intrapreso anche la lavorazione della corteccia nazionale per la pacciamatura. “Negli ultimi anni, siamo riusciti a fare un importante salto in avanti sia per fatturato che per offerta al pubblico, mantenendo però sempre una dimensione familiare che tutt’oggi ci caratterizza nel rapporto con i clienti,

Oltre all’aspetto hobbistico, di grande importanza, Greenview propone un ampia serie di prodotti dedicati agli esperti del settore ortoflorovivaistico. Così, la proposta è composta da substrati professionali, adatti alla coltivazione in serra e vivaistica, pensati per la coltivazione di varietà diverse tra loro. Particolare attenzione e specificità sono riservate al settore dei tappeti erbosi, dove Greenview dedica una gamma di prodotti variegata e professionale adatta ad ogni esigenza del manto erboso: dal top dressing al ripristino di buche/avvallamenti, dai campi sportivi ai tetti pensili. L’azienda quindi propone un’offerta molto diversificata che la caratterizza in questo specifico settore.

STORIE di
TENDENZE imprese
Matteo Tormina, amministratore e direttore commerciale.
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Il piazzale di stoccaggio dei prodotti finiti.

sia in Italia che all’estero”. Continua Tormena. Attualmente Greenview, avvalendosi di macchinari moderni, produce e confeziona substrati hobby di alta qualità, professionali e cortecce nazionale, larice e corteccia portoghese e francese in diverse granulometrie. Tutto questo affiancato da un’attività di commercializzazione di un’ampia gamma di prodotti per la creazione e il decoro del verde, dai ciottoli ai granulati fino alle lastre da camminamento e al tufo. Inoltre, Greenview è socio di AIPSA, associazione italiana che ha come scopo la promozione dell’impiego dei substrati di coltivazioni e degli ammendanti di qualità controllata, a conferma di una politica aziendale in cui la “sostanza” fa la differenza.

LINEA GARDEN: I PRODOTTI TOP

Sono diversi i prodotti proposti da Greenview, dai substrati universali ai pacciamanti, fino alle Cartobox. Nel dettaglio, partendo proprio dai substrati universali, questa linea è pensata per ogni tipo di pianta e fiore. Tra i prodotti impossibile non segnalare il terriccio Superior, top di qualità dei terricci proposti, lanciato sul mercato nel 2019 e primo prodotto con ino-culo di micorrize e trichoderma sul mercato, il frutto dell’esperienza accumulata negli anni dall’azienda veneta. La sua formula, infatti, è stata studiata per ottenere il miglior equilibrio chimico-fisico tra: torba calibrata, torba baltica, pomice, micorrize, trichoderma ed elementi nutritivi, come NPK e magnesio. Greenview guarda anche alla sostenibilità con Habitat, primo terriccio volto alla salvaguardia dell’ambiente, realizzato con materie prime naturali interamente rinnovabili. Gli studi realizzati per ottenere questo terriccio non si sono fermati soltanto alle materie prime. Infatti, è stata utilizzata anche una metodologia per produrre e stampare il packaging che ha impatto zero sull’atmosfera, non producendo emissioni. Della linea Mrgreen di Greenview fanno parte anche i substrati specifici, pensati per coltivare ogni specie

imprese

I marchi a supporto

Consentito in agricoltura biologica. Certificazione per garantire che le diverse materie prime sono utilizzabili per una coltivazione biologica certificata. Fibra green. È una materia prima dalle ricercate proprietà fisiche, al fine di migliorare la qualità strutturale dei substrati. Grazie alla componente fibrosa, leggera e priva di polvere, alleggerisce i substrati, aumentando la capacità drenante.

Micogreen. Inoculo di micorrize e trichoderma appositamente studiato in esclusiva per l’azienda veneta al fine di esaltare le qualità delle materie prime utilizzate e le esigenze dei substrati prodotti. 100% NO COMPOST. Greenview ha scelto di utilizzare solo materie prime nobili, in modo da offrire, secondo l’azienda, una maggior sicurezza e una più elevata resa in coltivazione per migliorare la vita delle piante.

vegetale dandole la più alta attenzione, per una linea orientata ai consumatori amanti del verde. Dal terriccio per gli agrumi, realizzato con una combinazione di fibre green, torbe bionde baltiche e pomice, a quello, pronto all’uso, pensato per le acidofile, la proposta di substrati specifici dell’azienda è variegata e perfetta per ogni amante del green.

DAGLI SPECIFICI FORMATO CARTONBOX AI PACCIAMANTI

Nell’ampia gamma di prodotti, troviamo anche i substrati specifici nei pratici Cartobox, con una serie di terricci pensati anche per coltivazioni particolari come, per citarne alcune: orchidee, cactacee e bonsai. A questi si aggiungono diversi tipi di cortecce, provenienti da particolari zone d’Italia, ma anche dei Paesi confinanti. Dalla corteccia rossa di larice a quella nazionale, completamente naturali e pronte all’uso, alla pomice, la proposta dell’azienda trevigiana è attenta non solo all’aspetto sostenibile, ma anche a quello estetico e alla ricerca dei materiali migliori. Infine, fanno parte della linea Mrgreen anche gli ammendanti e i concimi organici, prodotti utili per migliorare i terreni in previsione di una coltivazione. Greenview ha così selezionato concimi organici per donare al terreno la migliore struttura e un adeguato apporto nutritivo necessario.

STORIE
di TENDENZE
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Per maggiori info: www.greenviewsrl.com

UniBO, la sostenibilità è nel loro DNA

colloquio con Rosalba Lanciotti di Benedetta Minoliti

L’ateneo ha messo in atto un relamping importante, nel segno di una continua attenzione verso il rispetto dell’ambiente, scegliendo un nuovo impianto di illuminazione artificiale basato sulla tecnologia C-LED

Anche le università italiane fanno la loro parte quando si parla di sostenibilità e attenzione all’ambiente. Un esempio virtuoso è quello dell’Università di Bologna, dove a fine settembre scorso il Rettore, Giovanni Molari, ha inaugurato non solo le nuove aule del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari - DISTAL dell’Alma Mater, ma ha anche presentato il progetto di illuminazione sostenibile che ha coinvolto le serre del dipartimento. «Il nostro dipartimento da sempre lavora sulla sostenibilità ambientale e sul rispetto dell’ambiente». A dirlo è Rosalba Lanciotti, direttrice del

Dipartimento, con cui abbiamo parlato nel dettaglio della nuova illuminazione delle serre e, più in generale, dell’importantissimo lavoro svolto all’interno del Dipartimento di cui si occupa. «In Dipartimento abbiamo diverse articolazioni che si occupano di ricerca e tutte lavorano anche in accordo con quelli che sono gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Unesco. Tutto ciò che riguarda la sostenibilità e l’economia circolare è nel nostro DNA» ha spiegato la professoressa Lanciotti. E parlando del nuovo sistema di illuminazione delle serre, ha spiegato: «Il nostro è un plesso molto energivoro, anche per

quello che riguarda il riscaldamento e il raffrescamento. Quindi, abbiamo lavorato a un progetto per andare a sostituire le vecchie lampade con delle nuove C-LED, più sostenibili».

Le serre del Dipartimento sono così state dotate, come spiegato dalla professoressa, di un nuovo impianto di illuminazione artificiale basato sulla tecnologia C-LED. Grazie all’utilizzo di questo tipo di lampade, i nuovi punti luce permettono di abbattere i consumi energetici fino al 40% rispetto a quelli delle precedenti lampade a vapori di sodio. «Rispetto alle lampade utilizzate in precedenza, questo si-

STORIE di TENDENZE università
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stema permette non solo un risparmio nel segno della sostenibilità, ma anche un monitoraggio più efficiente. Infatti, attraverso sistemi che permettono di rilevare temperatura e umidità, possiamo modificare l’illuminazione in rapporto alla situazione ambientale ottimale. Questo consente di risparmiare molto, anche perché le lampade hanno un’efficienza superiore rispetto a quelle che abbiamo sostituito».

L’intervento, inoltre, come spiegato dalla direttrice del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari - DISTAL, è stato abbinato alla sostituzione di circa 4800 punti luce presso l’edificio del CAAB. «Siamo andati a sostituire in tutto il plesso di Via Fanin un elevato numero di punti luce con dei neon che consentono un risparmio per punto luce del 40%. Capirà che è un risparmio energetico molto importante, anche per il fatto che ne sono rimasti circa 500 con il vecchio sistema. In poche parole, è stato fatto un ottimo lavoro». Nel complesso, l’intervento permette di risparmiare 138.893 kWh/anno, pari a circa il 4% dei consumi annuali totali del plesso. Al prezzo attuale dell’energia elettrica, inoltre, tale risparmio vale circa 60mila euro/anno.

Il Dipartimento, però, ha lavorato anche su altri fronti che riguardano la sostenibilità degli spazi dell’università.

«Abbiamo installato delle pellicole ri-

• 40% - Riduzione consumi energetici grazie ai nuovi punti luce (rispetto alla precedenti lampade a vapori di sodio)

• 138.893 kWh/anno - Pari al 4% dei consumi annuali del plesso

• 60mila euro/anno - Risparmio economico grazie ai nuovi punti luce

flettenti, montandole su tutte le finestre esposte a sud. Questo ci consente un notevole risparmio per quello che riguarda il raffrescamento estivo, perché le pellicole aiutano ad abbassare la temperatura di diversi gradi». E la professoressa Lanciotti ha poi aggiunto: «Non va dimenticato, inoltre, che il nostro dipartimento è completamente legato per quello che riguarda l’acqua calda e il riscaldamento al termovalorizzatore del Comune di Bologna. Insomma, sono state fatte delle scelte, e continueremo a farle, volte alla sostenibilità ambientale ed energetica. Non a caso il Rettore ha anticipato il piano sostenibile dell’Ateneo proprio in occasione della presentazione del nuovo sistema d’illuminazione del nostro Dipartimento. Un segnale importante che riguarda le nostre attività nella direzione della sostenibilità».

LE ALTRE ATTIVITÀ

DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE AGRO-ALIMENTARIDISTAL DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

Come spiegato dalla professore Lanciotti, il Dipartimento dell’Università di Bologna si occupa di tantissimi progetti legati alla sostenibilità, dalla produzione di biomasse per energia alternativa fino alla valorizzazione di scarti e sottoprodotti per produrre, ad esempio, prodotti alimentari e bioplastiche. «Lavoriamo anche su sistemi di coltivazioni che siano meno impattanti per l’ambiente, anche nell’ottica della “waste zero”, provando a ridurre lo spreco alimentare. Ci occupiamo anche della riduzione dell’impiego di fertilizzanti e antiparassitari, che possono avere e hanno un grosso impatto sull’ambiente sia in termini di costi che di inquinamento. Direi che dati i nostri argomenti di ricerca e formazione non possiamo non porre attenzione costante al tema del risparmio energetico e della sostenibilità, anche nelle nostre attività quotidiane».

STORIE di TENDENZE università Il progetto di illuminazione in breve
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Il nuovo sistema di illuminazione delle serre del dipartimento.

STORIE di TENDENZE substrati

Alla ricerca di un’alternativa possibile

Il 2022, caratterizzato da incremento dei prezzi, crescite, decrescite e instabilità, sta per finire. Cosa aspettarsi dal 2023? E soprattutto: siamo pronti a sostituire, anche non del tutto, la torba?

AIPSA, l’Associazione italiana produttori substrati di coltivazione e ammendanti, riunisce oggi 21 imprese che costituiscono più del 70% del fatturato del settore. Per comprendere le dinamiche e le forze che muovono il mercato, abbiamo intervistato il presidente di AIPSA, Andrea Sandini, con il quale abbiamo fatto un salto indietro nel 2021, nel presente nel 2022 e nel futuro, passando dalle soluzioni alternative alla torba all’analisi degli scenari che si stanno profilando all’orizzonte e quelli già in atto. Una conversazione ricca di spunti e di riflessioni.

Iniziamo con un tema caldo: fatturati e aumento dei prezzi negli ultimi due anni?

«Il mercato si è sviluppato in maniera notevole nel 2020 e nel 2021 anche grazie al lockdown e allo smart working, lo sappiamo. Nello specifico nel 2021 si sono registrati fatturati interessanti e una crescita del 10-15%. Lo stesso non si è potuto dire per il 2022 in cui c’è stato un calo e un ritorno a quantitativi quasi pre-covid a cui si è aggiunto un aumento dei costi e dei prezzi proibitivo. Per esempio, le materie prime, come la torba hanno subìto alla fonte un incremento del 50% così come la perlite e le fibre di legno, matrici estremamente energivori, che hanno risentito pesantemente dei costi energetici. L’aumento di cui parliamo, in realtà, era già iniziato nell’estate 2021 e ha avuto un’accelerazione con la guerra in Ucraina, la speculazione e una scarsa disponibilità gene-

rale di materie prime. Nella situazione attuale un listino prezzi può avere una validità massima di due mesi, il che crea un’instabilità del mercato notevole».

• Fondata nel 2007, AIPSA fa parte dell’Associazione Europea dei Produttori di Substrati di coltivazione GME – Growing Media Europe.

• È associata ad UNICHIM ASSOCIAZIONE PER L’UNIFICAZIONE NEL SETTORE DELL’INDUSTRIA CHIMICA –ENTE FEDERATO ALL’UNI e partecipa al Gruppo esperti fertilizzanti e compost.

• Partecipa al CEN TC 223 Soil improvers and growing media.

colloquio con Andrea Sandini di Francesco Tozzi Andrea Sandini, presidente AIPSA.
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AIPSA

Cosa possiamo aspettarci nel 2023? «Considerando che il 2022 è partito male ed è continuato peggio, con la chiusura dei bilanci 2022 vedremo gli effetti dello spaventoso aumento dei prezzi di tutti i substrati e ammendanti e del calo delle vendite. In uno scenario così, l’aspettativa per il 2023, non può che essere critica, se la situazione non cambia rapidamente, ci si aspetta un’importante diminuzione della produzione di piante in vaso, una minore disponibilità di spesa da parte del consumatore hobbistico, sia nell’acquisto di piante e quindi parallelamente per i prodotti correlati alla loro gestione e cura, substrati e concimi, in primis, con una conseguenza diretta sulla domanda di substrati che si fletterà ulteriormente, sia nel settore professionale che hobbistico».

A proposito della torba, esistono alternative possibili nei substrati professionali e nell’hobbistica?

«Sì, cocco, fibre di legno e compost di qualità, per esempio. L’Italia, per sue caratteristiche peculiari, ricorre già ad un impiego di matrici diversificate, consideriamo che siamo il principale Paese europeo per l’impiego di pomice, il cui utilizzo è legato al comparto vivaistico e al verde tecnico, settori che in Italia rivestono un’importanza rilevante. Mentre nel mercato dell’hobbistica, le miscele arrivano a un utilizzo di materie prime non torba del 50%, mediamente, nel settore professionale siamo tra il 70% e l’80%, la quota così elevata è perché è una matrice “facile” da gestire in coltivazione. Quando i nostri clienti passano ad un prodotto

substrati

Gli associati

Ageon, Agrochimica, Armando Garello, Bioflor, Cifo, COMPO Italia, Europomice, Fap, Fertil, Floragard Vertriebs, Geotec, Greenview, KlasmannDeilmann Italia, Nuova Flesan, Perlite Italiana, Pierucci Agricoltura, TerComposti, Terflor, Turco Silvestro, Vigorplant Italia, Vitaflor.

5 MILIONI DI METRI CUBI

il consumo stimato di substrato in Italia.

le imprese associate ad AIPSA, Associazione italiana produttori substrati di coltivazione e ammendanti, che è stata fondata nel 2007.

21con un quantitativo inferiore di torba devono reinventarsi tutto: piano di irrigazione, piani di concimazione e programmazione delle consegne».

Questo significa che l’utilizzo di torba nel settore professionale potrà diminuire se si cambiano le tecniche di coltivazione?

«La stretta relazione substrato/pianta/ sistema colturale, deve essere modulato, materie prime organiche come le fibre vegetali o il compost, per poterle mettere in condizione di esprimere la migliore efficienza agronomica, bisogna conoscerle ed imparare a gestirle. L’assistenza tecnica, in serra, diventerà un fattore chiave, per affrontare le sfide future e purtroppo, in questo momento, non abbiamo a disposizione figure tecniche, agronomi, consulenti, sufficienti e preparati».

L’Italia, con più di 5 milioni di metri cubi, risulta il secondo Paese Europeo, dopo la Germania, per consumo di substrati. Il nostro mercato è tuttavia primo in termini di valore economico: si stimano oltre 260 milioni di euro Fonte: AIPSA

-30% STORIE di TENDENZE
75% 57 agriflortec la stima di diminuzione dei livelli di coltivazione nel 2023. il volume di produzione nazionale rappresentato da AIPSA, che in termini di produzione esprime oltre 3 milioni di metri cubi.

La diminuzione dei volumi 2022 è stimata a un 10%, sempre alla data del terzo trimestre.

STORIE di TENDENZE substrati

Una situazione simile a quella che stiamo vivendo è già avvenuta in passato?

«In alcune annate ha piovuto molto e questo ha impedito la raccolta della torba ma quello che stiamo vivendo ora è completamente diverso e credo che aumenterà nel tempo. In futuro avremo sempre meno torba a nostra disposizione, soprattutto dovuto ala crescita della competizione con il mercato asiatico, pertanto crescerà la ricerca di alternative. Tanto in Italia come all’estero si stanno studiando possibili soluzioni, anche perché il mercato dei substrati è estremante diversificato negli usi, spaziando dalla paesaggistica alla produzione delle giovani piante orticole. La produzione di torba, tra le altre cose è legata a determinate aree europee, tra i primi i Paesi Baltici e un aumento delle risorse, potrebbe essere rivolgersi ad altri Paesi, come ad esempio la Siberia, ma ad oggi è ingestibile».

+10-15% LA CRESCITA

DEL COMPARTO SUBSTRATI REGISTRATA NEL 2021.

Si stima, al terzo trimestre del 2022, una tenuta del fatturato rispetto al 2021, dovuta all’aumento dei prezzi di vendita a causa dell’aumento dei costi.

Siamo veramente pronti a sostituire la torba?

In Italia l’utilizzo di torba è ridotto già al 50% per le referenze al consumer.

+50% l’aumento dei costi delle materie prime nell’ultimo biennio.

«Il settore hobbistico è in grado di assorbire quantitativi importanti di alternative come il compost e la fibra di legno, mentre il professionale è più complicato, per i motivi visti prima. Si vedrà nei prossimi anni come l’industria riuscirà a venire incontro al consumatore professionista e quanto la politica spingerà verso questa direzione. Ad oggi non siamo ancora pronti a sostituire la torba, siamo in una fase di studio e non possiamo al momento pensare di cambiare i volumi di torba necessari al nostro settore, con altre matrici che, tra l’altro, non sarebbero neanche disponibili per la fornitura».

europei, ad esempio in Olanda, si punta ad avere, nel 2025, per il mercato professionale il 35% di matrici non torba, e il 60% nell’hobby, in Germania invece si parla di obiettivi più estremi, in cui si vuole arrivare a non impiegare torba nell’hobby (2026). La sostituzione totale della torba a noi non sembra fattibile e raggiungibile, in arco temporale di 5-6 anni, è messo in conto che sicuramente bisogna aumentare la quota delle matrici organiche, soprattutto locali e possibilmente derivate da sottoprodotti, nell’ottica di una diminuzione dei costi e degli impatti. Parallelamente è necessario indagare se le soluzioni non siano peggio del problema: l’alternativa è disponibile e sarà effettivamente a impatto zero?».

Parliamo del valore di mercato?

«In totale parliamo di 5 milioni di metri cubi e AIPSA ne rappresenta circa il 75% ovvero oltre i 3 milioni. Il totale rappresenta per il 40% il settore hobbistico e il 60% quello professionale. Nel 2022, al terzo trimestre, si stima una tenuta del fatturato, rispetto al 2021, dovuta all’aumento dei costi e quindi dei prezzi dei substrati e una diminuzione dei volumi venduti nell’ordine del 10%».

In Olanda, entro il 2025, si punta ad avere il 35% di matrici non torba per il mercato professionale e il 60% nell’hobby.

Preoccupato in qualità di presidente di AIPSA?

«Le cifre e i numeri dell’Italia, sull’impiego di substrati, senza torba per il 50% nel mercato hobbistico e 30% nel professionale, sono in linea con gli obiettivi che si sono posti gli altri Paesi

In Germania l’obiettivo e di eliminare la torba nei terricci hobby entro il 2026.

I SUBSTRATI SONO IMPIEGATI PER IL 40% IN HOBBISTICA E PER IL 60% NEL PROFESSIONALE.
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Una scelta (etica) è sempre possibile

Lo dimostra Saviolife, business unit del Gruppo Saviola nata nel 2019 con l’obiettivo di offrire un’opzione sia sostenibile che innovativa

Una scelta è sempre possibile. A dirlo non è solo la vita, che ogni giorno ci pone davanti a combinazione infinita, ma anche Saviolife, business unit del Gruppo Saviola dedicata alle scienze della vita, dall’agricoltura all’allevamento, fino alla nutrizione. Un progetto nato con un obiettivo ben preciso: offrire la possibilità di scegliere un’opzione che sia allo stesso tempo sostenibile e innovativa. Saviolife si concentra così su una produzione che sia etica e a basso impatto ambientale. Il risultato? Prodotti rispettosi della vita, per tanti settori industriali.

SAVIOTAN, PARASSITI ADDIO

La divisione aziendale ha così proposto una serie di prodotti per diversi mercati, proponendo il tannino Saviotan, prodotto della lavorazione del legno di castagno, che restituisce un derivato di qualità per diversi utilizzi. Infatti, si tratta di un tannino idrolizzabile che si disperde in maniera naturale in acqua, consentendo un’azione efficace, ma non invasiva. Un elemento importante che si va ad aggiungere al fatto che Saviotan può essere utilizzato in agricoltura biologica. Inoltre, possiede ca-

ratteristiche biostimolanti e dissuasive per parassiti. Tutto questo, chiaramente, pensato in un’ottica di sostenibilità totale. Come detto, il tannino Saviotan possiede proprietà biostimolanti e dissuasive naturali, con una lina di prodotti specifica che comprende: T Liquido, T Polvere e TLCH. E ancora: Saviotan, nella produzione dei fertilizzanti e dei biostimolanti naturali, sfrutta tutti i prodotti della lavorazione per creare la sua fibra e il cippato, la prima utile come sostituto sostenibile della torba per la produzione di terricci e il secon-

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STORIE di TENDENZE materie prime

do come materiale per la pacciamatura. I prodotti di questa linea sono: SavioAgro Fiber e Garden Chip Wood 10-40.

ALLA SCOPERTA DEL TANNINO

Un agglomerato di acidi organici naturali. Dal punto di vista chimico questo è il tannino, sostanza contenuta nel legno. La pianta migliore da cui estrarlo è il castagno, per un semplice motivo: in questo albero si trova in alta concentrazione e della migliore qualità. Due elementi, soprattutto il secondo, che non possono non essere presi in considerazione da Saviolife per la realizzazione del suo prodotto. Un principio attivo naturale che può essere utilizzato in molteplici modi, 100% naturale e completamente biodegradabile. In particolare, nella coltivazione è un correttivo organico, interamente naturale, ricco di acidi organici e zuccheri, e può trovare impiego nella correzione dell’acqua e del suolo, con una preferenza per i terreni alcalini, calcarei e salini, dove migliore la resistenza delle piante allo stress salino, alla clorosi e ai fenomeni di “stanchezza” del suolo conseguenti all’adozione di avvicendamenti troppo stretti. Saviolife, attraverso le sue tecnologie brevettate a livello mondiale, estrae il principio attivo totalmente a freddo. Una scelta non casuale, visto che gli acidi organici hanno una struttura molecolare molto sensibile al caldo. Inoltre,

tutto il processo di estrazione è ad acqua. Questo permette di estrarre solo tannini idrolizzati di prima scelta, mantenendo così inalterate le caratteristiche e un elevato standard qualitativo.

SAZOLENE, L’AZOTO È LA CARTA VINCENTE

L’utilizzo dei fertilizzanti, non è di certo un mistero, può causare danni importanti all’ambiente, dall’inquinamento dell’aria a quello delle falde acquifere sotterranee. Saviolife lo sa bene e per questo propone tra i suoi prodotti Sazolene, un fertilizzante in grado di rilasciare l’azoto in sincronia con l’esigenza delle piante. Un prodotto con diverse formulazioni e temi di rilascio modulabile, pensando per le più disparate esigenze, che offre diversi vantaggi, come: minor impiego di fertilizzante e maggior efficienza, riduzione dei costi, più rispetto

• Inibisce le ossidazioni delle materie viventi

• È un regolatore di flora batterica

• Ottimizza il sistema immunitario senza creare immunoresistenze

• È un inibitore di radicali liberi (antiossidante)

• Migliora la stabilità proteica

• Produce deiezioni di migliore composizione

• Limita l’impatto ambientale

• Non provoca effetti collaterali

per le colture che allo stesso tempo migliorano la qualità del terreno, fertilizzanti a rilascio lento che seguono il ritmo di crescita delle piante.

per la natura e quindi un minor impatto ambientale. A differenza di altre tecnologie, Sazolene non inibisce l’attività microbica del terreno, ma al contrario sostiene e migliora lo sviluppo e la naturale fertilità del suolo. Tutto questo, grazie al carbonio organico e all’azoto di cui è composto. Così, il prodotto aiuta a proteggere dall’inquinamento le falde acquifere, mantenendo l’azoto disponibile nel profilo del terreno esplorato dalle radici, garantendo un’uniforme e sostenuta crescita della pianta, anche in condizioni di temperature elevato o forti precipitazioni.

Le proprietà del tannino La sostenibilità non più come ostacolo, ma come vantaggio competitivo conquistato attraverso la ricerca e lo sviluppo di metodi e soluzioni innovative: sostitutivi degli antibiotici per gli allevamenti, antiparassitari naturali La mission di Saviolife Il mondo Saviolife a portata di… qr code, per conoscere ancora meglio la business unit del Gruppo Saviola
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Un’assemblea a 360°

Lo scorso 4 novembre a Roma enti, istituzioni e organismi di categoria della filiera del verde si sono riunite, grazie ad Assofloro, per parlare del settore da tutti i punti di vista

“Il verde, gli alberi, sono un valore, non un costo”. Si potrebbe riassumere con questa frase emblematica l’Assemblea di Assofloro tenutasi a Roma lo scorso 4 novembre. Un’occasione importante

di incontro e dialogo tra enti, istituzioni e associazioni di categoria della filiera del verde, dalla floricoltura al vivaismo, dall’arboricoltura al giardinaggio, fino ai garden center.

1. L’importanza del verde

Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Le piante ci “danno una mano”, come sottolineato da Rita Baraldi del CNR di Bologna, non solo assorbendo l’anidride carbonica, ma anche rinfrescandoci, soprattutto in questo 2022 particolarmente caldo. «Le piante chiedono gratuitamente di essere rispettate e in questi anni sono stati dimostrati scientificamente i loro benefici sulla nostra salute» ha spiegato Baraldi. «Le piante, solo facendo questa filtrazione e purificazione, diminuiscono anche i casi di morte prematura dovuta a problemi cardiocircolatori e respiratori legati all’inquinamento». Ma non solo. Perché,

Il nuovo consiglio direttivo di Assofloro.

Diversi i temi affrontati, dal DL 198 all’importanza del verde nei contesti urbani e non, fino al PNRR, alle criticità fitosanitarie, portando lo sguardo anche al di fuori dell’Italia, verso l’Europa.

“grazie” alla pandemia, abbiamo scoperto gli effetti benefici delle piante anche in termini psicologici. «Il Covid ci ha insegnato diverse cose. Quando eravamo tutti chiusi abbiamo cercato gli spazi verdi e di recente hanno dimostrato come chi stava vicino ad un’area verde, anche solo vedendola dalla finestra, abbia sopportato meglio i problemi psicologici derivati dall’essere chiusi in casa» Quindi, anche se potrà sembrare banale dirlo, il valore delle piante nel contesto urbano è elevatissimo e va tenuto fortemente in considerazione, in relazione a tantissimi aspetti e non solo strettamente a quelli qui citati.

STORIE
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programmi

2. Criticità fitosanitarie

Oltre alla crisi e ai rincari, che hanno investito in modi diversi tutti i settori produttivi del nostro Paese, il mondo del florovivaismo deve fare i conti anche con tutte quelle che sono le problematiche fitosanitarie. Per provare, e riuscire, a risolvere questi problemi, il settore deve lavorare in sinergia con l’apparato fitosanitario, come sottolineato da Paolo Arienti, Presidente Plantaregina - Distretto Vivaistico Canneto: «La ricerca deve essere

3. PNRR: una risorsa che non va sprecata

Il verde deve essere “autoctono, certificato e prodotto in Italia”. A sottolinearlo è Carlo Blasi, Direttore Centro Interuniversitario CIRBISES, parlando delle risorse significative del PNRR. Un piano di rinascita e un’occasione che non va assolutamente sprecata: «Le città metropolitane non hanno capito che se avanzano dei soldi non rimangono nelle casse, ma tornano indietro, creando un doppio danno. Qui tutti devono fare le cose per bene, seguendo le norme, coltivando nel modo giusto e utilizzando in maniera ottimale le risorse messe a disposizione». Inoltre Nada Forbici, presidente di Assofloro, ha sottolineato l’importanza di un “connubio tra sistema vivaistico regionale e privati”, che diventa determinante nell’ottica di un percorso che sia condiviso. Questo per far sì che non si rimanga confinati nella vivaistica regionale, ma si crei una vera e propria sinergia, come detto, anche con i privati.

svolta insieme e questo è il momento di intensificare la collaborazione già in atto». Soprattutto, come spiegato da Francesco Ferrini, Presidente Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, bisogna tenere “la guardia alta”: «Parassiti e patogeni sono una nota dolente. Vanno tenuti gli occhi aperti, anche e soprattutto sui materiali che arrivano in Italia da canali illegali che, purtroppo, possono rappresentare un grosso problema».

4. Uno sguardo all’esperienza europea

«Se noi non stiamo bene per diversi motivi, sicuramente in Europa non stanno meglio, anzi». A dirlo è Gianluca Boeri, Vice Presidente gruppo floricolo del Copa-Cogeca, Bruxelles. «In Olanda c’è soprattutto una difficoltà di approccio alla stagione. I dati di FloraHolland vedono un calo della produzione del 50/60%. Questo perché hanno stimato che produrre in questo periodo, alle condizioni attuali, li farebbe andare in perdita». Tutto questo è legato anche ad una minor domanda da parte dei consumatori finali. Questo perché «produciamo un bene non di prima necessità, effimero, che nel bilancio di una famiglia viene depennato per primo”. Il decremento della domanda, ad oggi, è stimato al 20/30% in meno».

5. DL 198: facciamo chiarezza

Il DL 198, che riguarda le pratiche commerciali sleali tra imprese nella filiera agroalimentare, è stato argomento centrale dell’assemblea di Assofloro. Una grande opportunità che, come sottolineato da Felice Assenza, Capo Dipartimento ICQRF Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, va assolutamente colta da tutte le aziende. «A sei mesi dall’attuazione abbiamo visto una doppia prospettiva: da una parte abbiamo ricevuto segnalazioni di pratiche sleali, e dall’altra sollecitazio-

ni di aziende e stake holder per capire come adeguare le nuova normativa ai rapporti commerciali». Definendo il DL una “svolta epocale”, Assenza ha continuato: «I principi di trasparenza e correttezza vanno a consolidare la nostra posizione in modo importante, dando forza, garanzie e vitalità alle aziende. Tutti elementi necessari per superare le asimmetrie nel settore. Soprattutto, va sottolineata l’importanza di segnalare le pratiche sleali, qualora avvengano, per far sì che il meccanismo funzioni».

STORIE di ASSOCIAZIONI
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AIPH, un presidente “made in Italy”

Capitanio, imprenditore barese neo eletto dall’Associazione Internazionale dei Produttori Orticoli, si concentrerà non solo sulle grandi aziende, ma anche su quelle a conduzione familiare, che hanno bisogno di “struttura e sostegno”

Cresciuto nell’azienda di famiglia, vendendo le prime piante “a 8 anni come un gioco”, Leonardo Capitanio è oggi il primo presidente italiano di AIPH, associazione di categoria dedicata alla promozione dei produttori orticoli a livello internazionale. Un traguardo importante per il titolare dell’azienda Vivai Capitanio, che in passato ha già ricoperto il ruolo di presidente di ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori) e vicepresidente di AIPH.

Lei è il primo presidente italiano di AIPH, un bel segnale anche per il settore nel nostro Paese. «Mi riempie di orgoglio e soddisfazione aver raggiunto una posizione del genere. Mi piace dire che sono “un albero coltivato da tanti vivaisti”, perché negli anni sono stato sostenuto e ho ricevuto insegnamenti da tanti colleghi e amici, che mi hanno consentito di avanzare in questo mondo di rappresentanza specializzata del settore. Al di là degli aspetti personali, spero che potrà essere un’occasione per il vivaismo italiano, perché siamo apprezzati e stimati a livello internazionale. Tutti sanno che abbiamo competenze, specializzazione, varietà e storia, ma purtroppo pecchiamo un po’ di comunicazione e rappresentanza. Siamo bravissimi a vendere piante, ma su temi dove c’è da discutere, come questioni fitosanitarie internazionali o relative ai diritti sull’ibridazione, a volte stentiamo a far sentire la nostra voce a livello internazionale».

Prendendo l’incarico ha detto che vorrebbe aiutare il settore a superare questo momento difficile, passato dalla pandemia alla crisi, non solo energetica. «Come in ogni periodo di crisi stiamo vivendo un momento in cui molte aziende piccole affrontano serie difficoltà e quelle grandi lo diventano sempre di più. Per questo motivo ho detto che durante la mia presidenza voglio essere attento alle grandi aziende, perché

sono il traino e di stimolo per il settore. A loro andrà data la giusta attenzione, ma non voglio dimenticare le aziende piccole a conduzione familiare, perché sono quelle che hanno sempre caratterizzato il nostro settore, che non parte come grande industria, ma da passione e aziende a conduzione familiare. Sono le aziende che custodiscono competenze, che hanno bisogno di struttura e di sostegno».

Voglio essere attento alle grandi aziende, traino e stimolo per il settore, ma non voglio dimenticare quelle a piccole, a conduzione familiare, perché sono quelle che hanno sempre caratterizzato il settore

colloquio con Leonardo Capitanio di Benedetta Minoliti Leonardo
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Da sinistra il nuovo presidente di AIPH, Leonardo Capitanio, il presidente uscente Bernard Oosterom e il segretario generale, Tim Briercliffe.

Lei ha sicuramente una visione più dall’interno del settore. Come si sta affrontando questo momento di crisi? Le autorità stanno pensando nel concreto al mondo del florovivaismo?

«Negli ultimi anni l’attenzione verso il nostro settore è cresciuta tanto. La prima a parlare, durante la prima emergenza legata al Coronavirus due anni fa, è stata la ministra Bellanova. Questo testimonia come nell’ultimo periodo si stia riuscendo a far parlare di noi, anche perché le associazioni si sono finalmente organizzate meglio e stanno collaborando. Così, si riesce anche ad ottenere qualche risultato. Partendo dal Covid siamo stati i primi ad ottenere circolari chiare e, in ultimo, il decreto che ci dovrebbe sostenere nei costi di riscaldamento e raffrescamento delle serre, che non cambierà la vita, ma è certamente un altro segnale positivo di un Governo che ci viene incontro. A tal proposito, apprezzo e saluto con tanta stima e riconoscenza la nomina del sen. La Pietra al ruolo di sottosegretario per l’agricoltura, il quale già nella precedente legislatura ha mostrato una particolare sensibilità per i problemi del settore florovivaistico».

AIPH è un’associazione di categoria dedicata alla promozione dei produttori orticoli, alla realizzazione di manifestazioni ed esposizioni internazionali di giardinaggio e flora. Tra i suoi obiettivi: stimolare l’aumento della domanda di alberi, piante e fiori ornamentali nel mondo, proteggere e promuovere gli interessi del settore, essere un centro internazionale per lo scambio di informazioni e conoscenze sul settore, occupandosi anche delle migliori pratiche nella produzione di piante ornamentali.

Tim Briercliffe e Leonardo Capitanio. AIPH

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