A parere mio di Cesare Scotoni *
Uno non vale uno
Manifesto “per una politica attiva” La cartina tornasole del ritardo del Paese lo troviamo nella genesi del libro “La Casta”, uscito nel 2007. Un libro di denuncia e di costume, uscito però con 20 anni di ritardo sulla Storia. In cui per comodità si scambiavano i Sintomi con le Cause in omaggio ad antichi Usi Nazionali ed in cui l’individuazione del “Capro Espiatorio” era la via scelta per fuggire da ogni ipotesi Riformista. Il successo avuti da quel libercolo e da quel titolo hanno rappresentato il massimo che lo Spirito Rivoluzionario Nazionale riuscisse ad esprimere dal comodo dei Talk Shows visti in TV.
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artiamo quindi da lì per dirci che “quella roba” non era e non è Politica. Era la denuncia di un Degrado, forse era Parodia o forse Pantomima, ma certamente una fuga dal ruolo della Politica in Democrazia. Ed ha fornito “legna” al fuoco dell’Antipolitica, facendo leva sullo sdegno anziché sulla sfida di un’alternativa. Gli orfani della Prima Repubblica, frastornati dallo scoprire che al di fuori delle comode rigidità dei ruoli voluti da un Occidente diviso in due Blocchi, la Politica deve essere fatta di Elaborazione e Pensiero, Scelte ed Azioni, di Progetti di Progresso Sociale, si son dispersi e riaggregati più volte, mettendosi al centro delle proprie riflessioni con il loro destino anziché con il loro agire. Cosa si vuole dalla Politica? Si vuole innanzi tutto una lettura convincente della Realtà che viviamo, di ciò che accade a noi ed attorno a noi, si vogliono delle scelte ben motivate e possibilmente giuste, si vogliono risposte concrete e si vogliono prospettive. Si vuole uno Spazio in cui selezionare Classe Dirigente. Chi non crede che la Politica sia fatta di quei “mattoni” e si riduca a comunicazione e belle parole è stato misurato in questi 30 anni di chiacchiere e di grida, in
Palazzo di Montecitorio - Roma (da Turismo Roma)
cui il nostro Paese ha proseguito nel suo arretramento verso la marginalità. Cosa si deve dare alla Politica? Si debbono offrire Persone, Competenze, Sentimento, Intelligenza. Coerenza. Visione. Che ciascuno con la sua esperienza avrà costruito. Ed il valore dell’Esperienza ed il suo limite son proprio lì. Che le Esperienze che si incontrano son diverse, per fortuna. Una Politica ha il Dovere della Sintesi ed ora il Paese purtroppo sa che significa scegliere e saper scegliere. Che le scelte sbagliate feriscono il Paese ed il suo Futuro mentre i sussidi ed i bonus dati come elemosina a tacitare gli animi ed a comprare il consenso sono solo il sintomo dell’incapacità di scegliere.
Il chiedere alle Energie di un Paese di dedicarvisi è chiedere tanto. A pochi. L’Antipolitica, l’uno vale uno, l’egualitarismo sostituito all’Eguaglianza di fronte alla Legge, sono la negazione del Valore che l’Individuo può dare alla propria Comunità. L’impegno individuale ha un Costo e chi lo nega è in malafede. Chi ancora ci racconta di una Politica fatta senza riconoscere un Valore a quell’Impegno è un “pataccaro”, uno che fa il gioco delle 3 carte fuori dall’Autogrill ed il Paese, che a quello ha già creduto, ora lo sa fin troppo bene. L’idea che un partito si raccolga attorno ai problemi che si presentano, elabori sul comune sentire delle de-
augana
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