Attualità di Nicola Maschio
Con il Covid in calo furti e rapine in casa Il momento storico che stiamo attraversando non è sicuramente di quelli in cui, per scomodare un vecchio detto, “non tutti i mali vengono per nuocere”. Tuttavia, e lo confermano le statistiche di questo funesto 2020, la pandemia di Covid si porta appresso un risultato, per certi aspetti, inaspettato: il virus ha letteralmente fatto crollare furti e rapine in casa.
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cippi, borseggi, rapine nelle strutture “classiche” come banche o uffici postali. Una flessione di quasi il 50% rispetto ai dati del solo 2019, con l’attività criminale trovatasi incastrata tra lockdown (e dunque le persone chiuse in casa), coprifuoco e soprattutto aziende, uffici e strutture commerciali con accessi ridotti se non addirittura chiusi a causa della situazione epidemiologica. Ciò non significa ovviamente che la maggior parte dei reati non abbia (purtroppo) proseguito la sua corsa ormai inarrestabile negli anni, ma sotto certi aspetti si è davvero registrato un calo statistico importante. Partiamo però da ciò che il Covid non è riuscito ad intaccare, con i numeri a livello nazionale: rispetto al 2019, e considerando il semestre dal giorno 1 gennaio al 30 giugno 2020, i delitti informatici sono cresciuti del 23,3% (9.380 in tutto). Dato tuttavia abbastanza deducibile, se consideriamo che la maggior parte delle attività, ed il lavoro in particolare con il potenziamento dello smartworking, si è spostato sui computer spesso domestici. Grande distacco invece per quanto riguarda i delitti riferiti all’usura, solo 101 con un +9,8% rispetto all’anno precedente, così come dello stop alla mobilità ha risentito il contrabbando, con un solo +6,7% ed un totale di 222 delitti registrati. Ancora, si fermano ad appena 18 le scoperte
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di nuove associazioni per spaccio di stupefacenti, con gli incendi boschivi (988) a segnare il dato più basso, cioè un +2,4%. Restando con gli occhi puntati sul panorama nazionale, ecco che contraffazioni di marchi e prodotti industriali
sono letteralmente crollate, fermandosi a quota 1.345, ovvero -49,3% rispetto al 2019. Numeri incoraggianti anche per quanto riguarda la violazione della proprietà intellettuale, con sole 138 denunce ed un -44,4% totale, così come i furti che hanno fatto