Punto & a capo di Waimer Perinelli
Il condominio Italia Alberto Beneduce, un nome una profezia, è persona che troviamo nel libro “Perché l’Italia amò Mussolini” scritto da Bruno Vespa, giornalista ovvero persona capace di vedere, approfondire e raccontare quanto gli accade intorno. E’ anche moderatore e coordinatore di incontri televisivi, talk show salottieri dove si muove come un domatore e ammansisce gli “animali” della politica.
F
u Beneduce a dare vita all’ IRI, l’istituto della ricostruzione, con cui l’Italia superò la crisi mondiale degli anni Trenta e fino al 2002 i molti momenti neri. Socialista, anticlericale, il casertano, economista e pubblico amministratore, godette della fiducia di Benito Mussolini che, scrive Vespa, ne sfruttò le molte doti. La prova di una intelligente politica aperta a tutti i contributi. Questo senza nostalgie, perché la storia non si ripete, ci deve far riflettere sui nostri tempi tragici. Sulle poltrone di Porta a Porta si sono seduti personaggi vari che, in una sorta di Bestiario, sono descritti dal Corriere della Sera, come zoo politico: lo scorpione Matteo Renzi capace di pungere ed affondare la rana da cui è salvato; l’ineffabile Giuseppe Conte la Volpe bianca ; il lupo Matteo Salvini.
Noi aggiungiamo Vespa, il profeta. La profezia del collega Rai è stato il libro “ Perché l’Italia amò Mussolini” regalatomi da mio figlio in occasione del compleanno, triste giorno che ti accorcia la vita quando, girata la boa, non conti più gli anni raggiunti ma i rimanenti. La letteratura, storica o letteraria riguardante Benito Mussolini è vasta. Recentemente ho letto “M il figlio del secolo” di Antonio Scurati, una storia romanzata sull’ascesa al potere del Duce socialista e fascista, rispetto al quale la proposta di Vespa mi è sembrato uno strumento psico analitico per analizzare una parte della propria vita; approfondire un capitolo di storia già affrontato nel suo precedente libro “Perchè l’Italia diventò fascista”. Ma il libro non è solo storico bensì profetico. Seduto nello studio di Porta a Porta, frequentando le poltrone dei salotti, i luoghi santi e le antiche rovine della Città eterna, tanto ben descritte anche da Corrado Augias nel suo libro sui Misteri di Roma, il giornalista e politologo Bruno Vespa ha raccolto umori e sensazioni attuali ricche di suggestioni del passato capaci di interpretare il presente indicando a chi guarda oltre il dito, una soluzione per le nostre angustie presenti. Il libro affronta, in forma inedita, ma basandosi soprattutto su precedenti studi storici, la nascita del fascismo con la trasformazione di Mussolini, da socialista a nazionalista, la crescita e affermazione del movimento fascista e il contributo che ad esso fornirono uomini capaci e intelligenti, come Italo
Scurati, vincitore del premio Strega 2020
Balbo, l’eroe sacrificato, Grandi, Bottai e appunto Beneduce, che malgrado il nome benedicente, fascista non era. E’ questo politico campano e massone uno dei molti esempi proposti da Vespa quali testimoni dell’intuito ed accortezza dell’Uomo solo al comando. Gli italiani lo amarono afferma il giornalista show man. Molti ma non tutti: certamente non i fratelli Rosselli, né Matteotti, tanto meno Togliatti e Degasperi...e oggi lo rinnega anche Emanuele Filiberto, il Re D’Italia emerito, che chiede scusa per le leggi razziali del 1938. Ma questa ricerca di Vespa rivolta al passato si attualizza nella parte finale con l’analisi della pandemia da Covid che sfocia nel caos della politica. All’ Eur che Augias definisce, l’ultimo serio intervento urbanistico di Roma e siamo nel 1942, sta scritto: italiani popolo di eroi, poeti, navigatori...e possiamo aggiungere pescatori. Oggi nell’acquario del Parlamento ricco di pesci multicolori si pesca a strascico con la rete a maglie strette, mentre il dibattito più che parlamentare sembra condominiale. Il condominio Italia.
augana
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