Il personaggio di Massimo Dalledonne
ERMANNO PASQUALINI
N
ella vita fu banchiere, imprenditore, giornalista, podestà di Castello Tesino dal 1926 al 1931, filantropo, internato del campo di concentramento di Bolzano e scrittore. La figura di Ermanno Pasqualini è ancora oggi spesso ricordata nella conca. Come scrisse l’Adige nel 1974, a firma di Florio Angeli “Ermanno Pasqualini è stato indubbiamente il simbolo di un’epoca, non solo per l’oculata amministrazione a Castello in qualità di podestà, ma soprattutto per l’apporto insostituibile allo sviluppo economico ed artistico del Tesino e della Valsugana. […] Nel breve periodo della sua carica trasformò Castello da paese a ristretta economia agricolo-alpina in centro turistico di prim’ordine. Nell’ambito di questa trasformazione, pur sapendo di suscitare inevitabili incomprensioni, giustificate dalla mentalità dei
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augana
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tempi, rese obbligatorio l’abbellimento di tutte le case. […] Per la prima volta, grazie alle sue iniziative, il paese vide una stagione turistica estiva e l’embrione della stagione invernale sciistica”. Classe 1894, nei suoi sei anni di podestà mise in campo diverse iniziative per il rilancio del paese e del Tesino. Un lungo elenco che va dall’intonacatura delle case all’apposizione delle grondaie, dall’allontanamento dei letamai dalle strade fino alla creazione di un parco pubblico (i Giardinetti). Promosse anche la ricostituzione del corpo bandistico con 80 membri, la pavimentazione delle strade con selciato, la pulizia periodica delle strade, l’installazione di panchine per villeggianti fino alla fondazione dell’agenzia turistica Concorso forestieri. L’elenco continua con l’incremento del rimborso dei danni di guerra al patrimonio comunale, la costruzione della strada di San Polo che dall’ultima casa della contrà porta fino al cimitero, al posto dell’erto sentiero di prima, il rifacimento del cimitero con l’introduzione di viali, aiuole e l’istallazione di una fontanella all’esterno del camposanto, la rimessa in luce degli antichi dipinti della Chiesa di San Polo da secoli nascosti sotto uno strato di calce, la trasformazione della zona delle “case nuove” in un signorile viale (Via Dante) e la costruzione della strada che collega Via Terrasanta con Via Dante (Via nuova). Ermanno Pasqualini promosse l’edificazione del Littorio (l’attuale municipio) contenente uffici comunali, docce e bagni pubblici con inserviente stipendiato dal comune, un moderno caffè panoramico con giardino, sala da ballo,
bigliardo e camerieri in giacca bianca, locali per palestra ed un teatro di 400 posti con loggia, cabina e macchina per proiezioni cinematografiche, palco per conferenze e spettacoli, camerini per gli attori (il teatro nel dopoguerra verrà trasformato prima in balera e poi in discoteca). Arrivarono gli affreschi interni ed esterni della chiesa di San Giorgio, il campo da tennis con terra battuta rossa che funzionò per 35 anni, la ricostruzione della guglia in piombo della Torricella, la costruzione della rete fognaria e la bonifica delle Parti, l’ammodernamento delle scuole e la creazione del primo gruppo folcloristico che riportò in auge il vecchio costume locale. In questi sei anni venne istituito un fondo per la sovvenzione dei lavori di abbellimento delle case e un corso popolare gratuito di botanica tenuto da un docente universitario di Genova, iniziò la promozione turistica della grotta appena scoperta e delle prime gare di scii con concorrenti delle Tre Venezie. Spazio, infine, alla progettazione dell’acquedotto di Regana da parte di una squadra di tecnici (realizzato 40 anni dopo). Un personaggio, Ermanno Pasqualini, che, come ancora viene ricordato oggi, maturò così scarsa riconoscenza da parte dei paesani. Infatti, nel 1931, un anno prima della scadenza del suo mandato, Ermanno Pasqualini diede le sue dimissioni e si trasferì con la famiglia a Milano. Per il resto della sua vita non si interessò più né di politica, né di amministrazione pubblica, ma negli ultimi anni si dedicò alla redazione del più bel libro di memorie e storia castelazza “Racconti di Casteltesino”, pubblicato postumo. Ermanno Pasqualini morì nel 1973, all’età di 79 anni.