Una vita di guerra con i tumori di Stefano Chelodi
L’ospedale S. Lorenzo per 20 anni guida in questa lotta per l’intera europa
L
a nostra storia inizia quando un giovanissimo Claudio Valdagni, dopo il conseguimento della laurea di guerra ed un breve periodo presso l’Ospedale S. Chiara, iscritto alla specializzazione di radiologia a Padova, ritorna a lavorare presso l’Ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana, dove era stato attrezzato un piccolo ambulatorio per le visite oncologiche. E qui, vedendo tante persone affette da queste terribili patologie, costrette a viaggi terribili stante la situazione delle strade, fino a Padova, comincia a costruire una prima struttura per l’utilizzo di Radium che riesce ad ottenere grazie
all’amicizia con Donna Francesca Degasperi. Il Radium che veniva gestito centralmente dallo Stato giungeva ai più importanti nosocomi in quantità minime e in quegli anni il S. Lorenzo riuscì ad avere più dotazione di radium di importanti ospedali. Nello scorrere del tempo Claudio Valdagni a Padova, all’interno del Dipartimento dove svolge la specializzazione, viene a conoscere una vicenda che lo colpisce. L’Università di Padova aveva scelto una nuova macchina che offriva possibilità straordinarie per la cura del tumore, basata sulla tecnologia del Cobalto 60 (cugina della tecnologia che diede vita alla bomba atomica), ma che a causa delle economie disastrate dalla guerra, non aveva possibilità di perfezionare l’acquisto della macchina. Valdagni decise di giocare una carta importantissima e che sarà decisiva per il
suo futuro e offrì l’opzione di acquisto al presidente dell’Ente Comunale di Assistenza di Borgo Valsugana da cui dipendeva l’Ospedale S. Lorenzo. Il presidente, Cappelletti già comandante partigiano, portò all’attenzione del sindaco Serafino Segnana la proposta. Il Sindaco anziché spaventarsi visto l’impegno, iniziò l’iter di valutazione per un così cospicuo acquisto. Superate varie difficoltà rimaneva una parte non secondaria dell’investimento, ovvero la preparazione della sede della macchina di telecobalto terapia nell’ospedale, lavori che ammontavano a circa 400.000 euro di valuta odierna e per i quali non c’era copertura finanziaria. Il sindaco Segnana però non si perdette d’animo e coinvolgendo 20 cittadini (tra cui lo stesso Valdagni) maggiormente benestanti, firmando una cambiale che venne utilizzata quale garanzia per aprire un fido in C/C, superò anche questo ostacolo. Avvolgendo il nastro della storia per
augana
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