I Campioni in vetrina di Alessandro Caldera
MARCO VAN BASTEN:
il Cigno di Utrecht dalle caviglie fragili
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apida. Intensa. Indimenticabile. Questi sono i termini che potremmo utilizzare per descrivere la carriera di un calciatore. Alcune ci hanno permesso di incontrare individui prodigiosi come Messi, altre ci hanno consentito di raccontare le “gesta” di uomini di grande rettitudine come Zanetti o Maldini e svariate, purtroppo, non hanno fatto che parlarci di talenti che hanno deciso di rovinare tutto con deplorevoli azioni extra-calcistiche come Adriano, “l’imperatore” dell’Inter, oppure George Best. Il protagonista della nostra storia può essere descritto come l’antitesi del generale teorizzato da Napoleone: è infatti dannatamente bravo ma, purtroppo, durante la sua carriera vedrà la “Dea bendata” voltargli più volte le spalle, aspetto che lo por-
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augana
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terà a ritirarsi precocemente all’età di 30 anni. A Milanello però non potrà mai essere dimenticato per la moltitudine di trofei ottenuti e per le valanghe di gol segnati. Stiamo parlando del “cigno di Utrecht”, o per tutti più semplicemente Marco Van Basten. La storia di Marco si lega, prima dell’approdo nel Belapaese, alla squadra più titolata d’Olanda: l’Ajax. Ufficialmente la prima partita da professionista con i “Lancieri” viene giocata il 3 aprile 1982, annata indimenticabile per il nostro calcio, quando non aveva ancora raggiunto la maggiore età. Quel match può essere descritto come la perfetta interpretazione del concetto di “ricambio generazionale”, in questo caso per il movimento calcistico olandese, dal momento che all’ingresso di Marco in cam-
Marco van Basten (da Wikipedia)