Mira Bianchi Emanuela Colombo Supervisione scientifica di Lorenzo Castelli LIBRO DIGITALE
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e
...Alla ricerca del re
LIBRO
LETTeURARA SCRITTU
B
LESSICO COMPRENSIONE
CONSIGLI DI LETTURA EDUCAZIONE CIVICA YOGA ARTE MUSICA TH INKERING
Il piacere di apprendere
Gruppo Editoriale ELi
Mira Bianchi Emanuela Colombo Supervisione scientifica di Lorenzo Castelli
2
e
...Alla ricerca del re
LIBRO
B
LETTeURAA R U T T I R C S
Il piacere di apprendere
Gruppo Editoriale ELi
INDICE DI NUOVO NSIEME
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la prima valle:
il sogno
.................6 .................................8 Io sogno... Il Mangiasogni................................9 I sogni sono invisibili...................10 L’omino del sonno........................... TRA P O E S I A E M U S I C A ..... 11 Brutti sogni TRA P O E S I A E M U S I C A ..... 12 ....... 13 Gli orsi acchiappasogni .....................14 L’isola dei sogni MI ALLENO PER IMPARARE
Scritch, plog, grumpf... Chi è?...16 L’acchiappasogni A R T E .........18 Una nuvola drago CONSIGLI DI LETTURA ........................19
la seconda valle:
la paura
............... 20 ....................22 Paura dei mostri I mostri del sonno A R T E .......23 La signorina Spezzindue............ 24 .................. 25 Olle pappamolle Guizzino .................................. 26 Per scacciare la paura TRA P O E S I A E M U S I C A .... 28 MI ALLENO PER IMPARARE
Tombolo ha paura del buio....... 30 Il mostro mangiapaura tH inkering....................................32 I tre piccoli gufi CONSIGLI DI LETTURA ........................33
la terza valle:
la felicitÀ
....................... 34
La felicità in... ......................... 36 barattolo! Tante coccole.............................. 38 Sei felice?..................................... 39 ........... 40 Intervista alla felicità MI ALLENO PER IMPARARE
Il bosco in testa........................... 42 Dipingere a ritmo di musica A R T E ........................................ 44 Felicità in barattolo CONSIGLI DI LETTURA ....................... 45
la quarta valle:
la rabbia
Anna è furiosa Che rabbia! I piedi litigoni Rabbia Birabbia
....................... 46 ....................... 48 ...................... 50 ........................52
TRA P O E S I A E M U S I C A .... 54
Una verde palla di neve..............55 MI ALLENO PER IMPARARE
Veloce come il tuono................. 56 La maschera della rabbia e della calma tH inkering.......... 58 Ravi e la storia di quando iniziò a ruggire CONSIGLI DI LETTURA ...... 59
la quinta valle:
la bellezza
....................... 60 La bambina che amava la bellezza ............................... 62 Piccole luci della notte ....... 64 Il fiore sul sentiero...................... 66 Il respiro degli alberi....................67 Rumori nel bosco....................... 68 Nel silenzio TRA P O E S I A E M U S I C A ... 69 MI ALLENO PER IMPARARE
Il cielo... uno spettacolo infinito........................................... 70 Nel mondo di Pierre Maxo A R T E .........................................72 La fabbrica delle farfalle CONSIGLI DI LETTURA ........................73
TRACCE DI STAGIONE... �la �primavera Primavera....................................74 Stagione fiorita...........................75 Primavera e Primoraggio..........76 Il volo delle rondini....................78
Mangiatoia-nido tH inkering...79 La pace è una festa................... 80 Nel mondo di Claude Monet A R T E .......................................81
la sesta valle:
la gelosia
....................... 83 Sulla collina.................................. 84 Io e Mara....................................... 86 La gara di barche........................ 88 Luca e la gelosia.......................... 89 MI ALLENO PER IMPARARE
Il camaleonte variopinto............ 90 Un animale... giallo di gelosia A R T E ........................................ 92 Giallo di gelosia CONSIGLI DI LETTURA ....................... 93
la settima valle:
l amicizia
....................... 94 Le regole del gioco..................... 96 Nella palude..................................97 Corsa con il cucchiaio COMPITO DI REALTÀ ........................... 98 Una nuova amica .................. 99 Piccoli nemici, ........................ 100 grandi amici L’amica del cuore...................... 102 MI ALLENO PER IMPARARE Nascita di un’amicizia.............. 104 Nel mondo di Antonio Ligabue A R T E ...................................... 106 L’importante è che siamo amici CONSIGLI DI LETTURA ......................107
l ottava valle:
la fiducia
..................... 108 ......................110 Le due sorelle I due porcospini......................... 111 L’unicorno .............................. 112 Il drago gentile........................... 113 Il cucciolo.................................... 114 ....................... 115 Sotto al melo
MI ALLENO PER IMPARARE Il colore del camaleonte..............116 Tentar non nuoce TRA P O E S I A E M U S I C A ..... 118 L'alfabeto della saggezza CONSIGLI DI LETTURA ....................... 119
Ciao! SIAMO SEMPRE NOI... SIETE PRONTE? SIETE PRONTI? abbiamo dieci valli da attraversare insieme... tempo del cerchio IL VOLO DELLE IDEE Il
la nona valle:
la generositÀ
...................... 120 ..................... 122 Gli amici di Ania ........... 123 Fidarsi di una strega? Il leone che voleva amare.......... 124 Code per tutti............................... 125 ......... 126 L’uomo con la gomma La giraffa vanitosa........................ 127
MI ALLENO PER IMPARARE A VOLARE con le mie ali l racconto NEL NIDO Il tempo de
MI ALLENO PER IMPARARE
Il regalo di Maya........................... 128 Segnalibri da regalare A R T E ......................................... 130 Il gigante egoista CONSIGLI DI LETTURA .........................131
TRACCE DI STAGIONE...
TRA POESIA E MUSICA IL CANTO DEGLI UCCELLI O PENNE E PIUME IL TEMP DELLA SCRITTURA
�l’�estate
Le lucciole................................... 132 L’estate......................................... 133 Il prato.......................................... 134 Lo spaventapasseri.................... 135 Che c’è di più bello... TRA P O E S I A E M U S I C A ... 136 Gioco estivo................................ 137 Un gioco per la tua estate: i birilli tH inkering...................... 138 Calzini sfuggiti CONSIGLI DI LETTURA ...................... 139
LLI PIUME, PENNE E PENNE per fare arte SULLE STRADE DEL CIELO comprensione
TRA TERRA E CIELO IL TEMPO DELLO YOGA riflessione IN PICCHIATA lessico e linguistica
UN LIBRO CON LE ALI CONSIGLI DI LETTURA
la decima valle:
la conoscenza
.................. 140 Nel mondo ci sono...................... 142 Voglio diventare grande senza perdere le piume.............. 144
A PELO D’ACQUA SI BAMBINI E BAMBINE CURIO SCOPRIRE FACCIAMO IL PUNTO PER A ATT DI CHE TESTO SI TR
DI NUOVO INSIEME Eccoci di nuovo insieme, per continuare ad ascoltare e a immaginare la nostra storia. Il viaggio continua, seguendo la rotta del grande stormo. L’upupa ci invita a chiudere gli occhi e a farci trasportare dai sogni… viaggeremo in una valle dopo l’l’altra, e finalmente arriveremo a conoscere il… Beh, lo scoprirai!
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LA PRIMA VALLE:
IL SOGNO
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
L’upupa sorrideva mentre ascoltava i gridi di gioia degli uccelli. Ognuno con il suo verso, tanti becchi colorati che si muovevano all’unisono. Poi, un grande silenzio. Tutti videro il gesto solenne del gufo: era ora di partire. – Per dove? – chiesero i meno attenti. – Andremo alla PRIMA VALLE. Chiudete gli occhi per ascoltare il volo! Tutti gli uccelli seguirono il consiglio del gufo e si lasciarono andare alla brezza dei venti e al tepore del Sole. A occhi chiusi era facile lasciarsi trasportare dal Sogno, dalla Fantasia e dall’Immaginazione. Il cielo si colorava di tinte insolite e anche i venti lasciavano scie che sembravano aquiloni di carta dei bambini. Gli uccelli-guida rallentarono per fare entrare gli stormi in una valle meravigliosa: assorta nel silenzio, quasi addormentata, la valle si stendeva calma, ancora assonnata. Non se ne vedeva la fine e tutto appariva e spariva dentro spirali colorate. Le brezze soffiavano sogni belli agli uccelli, i quali, stanchi, si appisolarono nell’erba, che era come una morbida coperta vellutata. Qualcuno di loro sognò, o cercò di sognare, il Re, e se lo immaginò come una creatura fantastica; qualcuno sognò cibo e acqua; qualcuno oasi di pace dove continuare a riposare.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA PRIMA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Seduti nel Cerchio d’Incontro parliamo di sogni. Sognare è pensare di diventare qualcuno o qualcosa. Puoi sognare in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. Chiudi gli occhi e inizia a sognare… Come vorresti essere da grande?
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Racconta brevemente il tuo sogno. ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ...............................................................................................................
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SOGNO LA PRIMA VALLE: IL
IO SOGNO… – Che cosa sogni, Miguel? – Di diventare scrittore. Uno scrittore famoso. Voglio raccontare venti, deserti, oceani, stelle. Ma voglio scrivere anche le storie delle cose piccole. Se certi sassi potessero parlare, racconterebbero sicuramente cose mai viste. Certe lucertole potrebbero svelare i segreti di tutti i muri del mondo e non lo fanno. Le cose piccole hanno dentro le storie più belle. Mi piacerebbe scrivere del matrimonio di una formica, della nascita di un filo d’erba, della tristezza di una pulce, del sogno di uno scorpione, ma anche della carie di uno squalo, del raffreddore di un elefante e di chissà quali altre cose ancora. Tocca a me raccontare tutti i racconti che non hanno voce nascosti nelle piante e nei pesci, nella sabbia o sugli alberi. A. Ferrara, I suoni che non ho mai sentito, Fatatrac
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Se tu fossi uno scrittore o una scrittrice, racconteresti:
le storie delle cose piccole.
le storie delle cose grandi.
le storie delle cose mai viste.
Sul quaderno scrivi un piccolo racconto con le storie che hai scelto. 8
Il filo rosso
IL MANGIASOGNI
�della storia
C’erano una volta a Sonnonia un re e una regina che avevano una bambina che si chiamava Pisolina. La sera Pisolina non voleva mai andare a letto perché faceva sempre brutti sogni. Un giorno il re se ne andò per il mondo per trovare un rimedio. A un certo punto vide un omino con una bocca grandissima, che teneva sempre spalancata. – Cerco qualcuno che riesca a liberare mia figlia dai brutti sogni – gli disse il re. – Ah bene, benissimo, arcibene! – rispose l’omino. – Dammi il tuo mantello, i tuoi stivali e il tuo bastone. Io sono il Mangiasogni e mangerò i brutti sogni di tua figlia. L’omino trasformò il mantello in un foglio di carta, il bastone in una penna, gli stivali in un calamaio, scrisse una formula magica, poi la diede al re: – E adesso corri veloce da Pisolina e dille di recitare la formula magica. Il re tornò al castello e da quel giorno Pisolina non fece più nemmeno un brutto sogno, perché le bastava pronunciare la formula magica. M. Ende, Il Mangiasogni, Mondadori Junior
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Rispondi sul quaderno.
• Perché Pisolina non voleva andare a letto la sera? • Perché l’omino si chiama Mangiasogni? • Che cosa fa l’omino Mangiasogni? 9
SOGNO LA PRIMA VALLE: IL
Il filo rosso
I SOGNI SONO INVISIBILI
�della storia
– Per favore, mi racconti quello che facevi nel nostro villaggio – disse Sofia. – Stava soffiando un sogno nella camera di quei bambini – disse il GGG. – Soffiando un sogno? – Sì, io è un gigante-soffia-sogni e quando tutti gli altri giganti se ne trotta in giro, io corre per soffiare sogni nelle camere dei bambini dormentati. Bei sogni. Sogni che rende felici. – Ma come fa a prenderli? – disse Sofia. – I sogni non si possono imprigionare! – Tu non ci capirà mai niente – disse il GGG. – Oh, per favore, mi dica come fa ad acchiappare i sogni! Il GGG si mise a sedere e accavallò le gambe. – Sogni – disse – è una cosa molto misteriosa. Flotta nell’aria come bollicine di gazosa in cerca della gente dormentata. – Si possono vedere? – chiese Sofia. – Al primo momento, no. – E allora come fa ad acchiapparli, se sono invisibili? R. Dahl, Il GGG, Salani
IN PICCHIATA
LESSICO • riflessione lingustica
Il GGG parla una strana lingua e fa diversi errori: correggine tu alcuni. Poi sottolinea gli altri nel testo.
• “Io è un gigante-soffia-sogni”: ........................................................................................................... • “I giganti se ne trotta in giro”: ............................................................................................................. • “Io corre per soffiare”: .................................................................................................................................. • “Bambini dormentati”: ................................................................................................................................. 10
TR A
P O E S I A
E
L’OMINO DEL SONNO
M U S I C A
IL CANTO DEGLI UCCELLI
A PELO D’ACQUA
BAMBINI E BAMBINE CURIOSI
L’omino del sonno è un personaggio presente in molte storie del Nord-Europa. Egli porta sogni felici cospargendo di sabbia magica gli occhi dei bambini e delle bambine mentre stanno dormendo. I bambini e le bambine che vivono nelle tribù degli Indiani d’America, invece, mettono una rete acchiappasogni fuori dalla tenda, così da tenere lontano i brutti sogni.
L’omino del sonno ha un lume sul cuore, ma fioco fioco, appena un chiarore. L’omino del sonno ha scarpe di panno, quando cammina rumore non fanno. L’omino del sonno ha in testa un berretto di lana calda, per stare a letto. L’omino del sonno va in giro in vestaglia, tutta rossa, fatta a maglia. L’omino del sonno ha in mano un sacchetto con due cordelle legato stretto. Dentro il sacchetto ha una polverina che non si vede, leggera fina. Butta la polvere lesto l’omino: già dorme il bimbo, lui spegne il lumino. R. Guarnieri - M. Martini, L’omino delle filastrocche, AMZ
11
TR A
P O E S I A
E
M U S I C A
BRUTTI SOGNI Le luci si spengono, si attenua ogni suono. Gli occhi sono pesanti e al sonno mi abbandono. Mi trovo in un castello tra dame e cavalieri, che cavalcano armati i loro bei destrieri. Ma ecco arriva un drago dall’aspetto feroce, spalanca le sue fauci, io fuggo via veloce. Ma quando sono in salvo compare un mostro orrendo, io so che vuol mangiarmi e già mi sta inseguendo. Sono terrorizzato, e corro col fiatone, inciampo in una pietra e cado in un burrone. Spalanco gli occhi al buio, ho accanto la mia mamma: – È solo un brutto sogno, tranquillo, fai la nanna! P. Parazzoli, Aiuto che paura! Filastrocche scacciamostri, Fabbri
Leggi la poesia e colora solo chi appare nel brutto sogno. 12
IL CANTO DEGLI UCCELLI
SOGNO LA PRIMA VALLE: IL
GLI ORSI ACCHIAPPASOGNI
Il filo rosso
�della storia
Quando andavano a dormire, i bambini facevano sedere gli orsi ai piedi dei loro letti, e gli orsi tenevano un retino stretto nelle zampe, perché, se di notte arrivava un sogno cattivo, lo acchiappavano. Ma una brutta sera un bruttissimo grande prese l’orso e il retino e li gettò nell’armadio vecchio. Sarà stata la polvere del legno, sarà che cadendo batté il naso, ma l’orso fece uno starnuto così forte che sembrava un tuono di luglio e starnutiva e tuonava e si gonfiava e si ingrossava di rabbia. E vicino a lui, quel bruttissimo grande sembrava una cacca di mosca. Da quel giorno gli orsi hanno lasciato le case degli uomini e sono andati a vivere tra i ghiacci o nelle selve. Ma qualche volta gli orsi sentono nostalgia dei loro amici. E allora scendono dai monti e a ogni passo si sgonfiano. E quando sono di nuovo piccoli, entrano piano nelle stanze dei bambini. E si siedono sui loro letti. E raccontano storie di fate e di boschi PENNE E PIUME e sussurrano canzoni di rondini IL TEMPO DELLA SCRITTURA e di ruscelli. I grandi pensano che siano solo Anche tu hai un pupazzo pupazzi, ma i bambini sanno che sono che ti aiuta a entrare orsi veri, e quando li abbracciano nel mondo dei sogni? non hanno più paura di niente. E. Nava, E da quel giorno, Giunti Junior
Sul quaderno racconta com’è.
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SOGNO LA PRIMA VALLE: IL
L’ISOLA DEI SOGNI Mentre Sofia si addormentava, il suo letto magico le bisbigliò: – Sinistra, destra, tenetevi bene! Andremo nella terra dei sogni, tutti insieme. E subito uscì dalla stanza attraverso la finestra. Atterrarono su un’isola. – Eccoci – disse il letto. – Isola dei sogni! Il letto portò Sofia da un uomo che si chiamava Telofacciocredere e che stava riparando una macchina strana. – È la macchina dei sogni – disse Telofacciocredere. – Che sogno vuoi? Sofia guardò il quadrante. C’erano un sacco di sogni da scegliere: sogni matti, sogni ad occhi aperti, incubi, sogni brevi… – Posso fare un sogno dolce? – chiese Sofia. Telofacciocredere schiacciò un bottone e Sofia si ritrovò in un strano frutteto, dove gli alberi erano pieni di dolci! Sofia correva da un albero all’altro raccogliendo cioccolatini e caramelline. Poi il suo letto gridò: – Sinistra, destra, tenetevi bene… La mattina dopo Sofia notò che sul letto c’era una caramellina effervescente! G. Adams, Un anno pieno di storie, Mondadori
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Il filo rosso
�della storia
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Scegli due sogni in cui vorresti essere portata/o e spiega brevemente il perché.
SOGNI MATTI
SOGNI DOLCI
SOGNI LIQUIDI
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SOGNI BREVI
SOGNI VOLANTI
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Telofacciocredere schiaccia il bottone e io mi ritrovo… Racconta. ............................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................
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MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali SCRITCH, PLOG, GRUMPF… CHI È? 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
Scritch, plog, grumpf… I rumori arrivano dalla mia cartella. Il cuore mi batte a mille all’ora. La campanella dell’intervallo suona. Corro in cortile, mi siedo, apro la cartella per esplorare il contenuto. È lì, la vedo! Rannicchiata tra il diario e un quaderno, c’è la mia mamma! Mi strofino gli occhi per essere sicuro di non stare sognando. – Sono venuta a portarti la merenda. Stamattina l’hai dimenticata. So che la mia mamma mi ama molto, ma ignoravo che questo amore le desse il potere di rimpicciolire per portarmi la merenda. Non so più che cosa fare. Chiudo gli occhi e spero che, quando li riaprirò, sarà tornato tutto normale. Sfortunatamente, quando riapro gli occhi vedo la mamma aggrappata alla copertina del mio quaderno per uscire dalla cartella. Mi chiede di aiutarla. Non ho scelta: non si lascia la propria mamma tutta affannata appesa a un quaderno. La afferro per un braccio e la appoggio sul palmo della mano. È ora di tornare in classe, chiudo la mano e la porto di nuovo con me. N. Kuperman, La mamma è dappertutto, San Paolo
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Indica con una x.
1. La frase “Il cuore mi batte a mille all’ora” (riga 2) significa che: A. sono felice e il cuore batte forte. B. sono spaventato e il cuore batte forte. C. ho fame e il cuore batte forte. D. il cuore batte 1000 colpi. 2. Nella frase “È lì, la vedo!” (riga 6), la parolina “la” è riferita: A. alla cartella. B. alla maestra. C. alla mamma. D. alla campanella.
4. Perché il protagonista chiude gli occhi (riga 15)? A. Perché ha paura di essere sgridato. B. Perché non vuole la merenda. C. Perché spera che tutto ritorni normale. D. Per non guardare la mamma. 5. Che cosa significa “affannata” (riga 22)? A. Agitata. C. Affamata.
B. Impaurita. D. Aggrappata.
6. Come finisce il racconto?
3. Perché il protagonista si strofina gli occhi per essere sicuro di non stare sognando (righe 8-9)? A. Perché la sua mamma si è rimpicciolita. B. Perché la sua mamma è venuta a scuola. C. Perché la sua mamma è rannicchiata. D. Perché la mamma era vestita di verde. 17
A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
L’ACCHIAPPASOGNI La “rete acchiappasogni” serve ad acchiappare i sogni brutti. Puoi costruire la tua rete raccogliendo il materiale nel bosco o in un parco o in giardino. MATERIALE OCCORRENTE
4 bastoncini Foglie, pigne, qualche fiore caduto
1
Lega i quattro bastoncini in modo da formare un triangolo.
3
Incolla le foglie, i fiori, le pigne sulla rete. 18
Nastri colorati Spago Colla vinilica
2
Con l’aiuto di una persona adulta, costruisci una rete all’interno, utilizzando lo spago o i nastri. 4
Attacca i nastri colorati alla base per farli scendere.
UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA
UNA NUVOLA DRAGO
Una nuvola drago Guido Quarzo
Una nuvola drago racconta la storia di un bambino, Federico, che ama fantasticare e inventare storie nelle quali lui deve sconfiggere un drago. Purtroppo non ha mai tempo, perché sul più bello arriva qualcuno che lo distoglie dalla sua fantasia e gli mette fretta. Ma un giorno… Federico ha in mente una storia. È la storia di un principe che combatte i draghi, con una spada lunga lunga e un elmo che manda lampi tutto intorno… Il principe si chiama Federico e si prepara a lottare con il drago nascosto nella montagna, ma qualcuno lo chiama... è la maestra Gina! –Vieni Federico, facciamo un bel gioco tutti insieme! “La scuola non è un buon posto per dare la caccia ai draghi” pensa Federico. “Pazienza!”. Quando il gioco finisce, ricomincia la caccia al drago. Adesso però il drago tiene prigioniera la maestra Gina, e lui deve liberarla. Ma non fa in tempo perché è ora di uscire da scuola. Il drago dovrà aspettare. Arrivato a casa, Federico sventola la forchetta come se fosse la spada e inizia il duello con il drago. – Metti giù quella forchetta! – lo sgrida la mamma. – Facevo che era una spada – dice Federico. – Possibile che devi sempre giocare? Adesso mangia – risponde la mamma. Federico lascia perdere il drago e arrotola gli spaghetti sulla forchetta…
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LA SECONDA VALLE:
LA PAURA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Tutti gli stormi si erano librati in volo, contemporaneamente. Un solo battito d’ali, a ritmo, un solo cuore che pulsava, un solo enorme uccello variopinto che aveva oscurato il Sole. Scesero le ombre sul primo viaggio dello stormo e, con le ombre, si affacciarono di nuovo i dubbi, le ansie e le paure degli uccelli. Intanto volavano e il volo li aveva condotti alla seconda valle, dove sarebbero planati per cercare un po’ di riposo. Ma dall’alto non videro nulla di familiare e di conosciuto. Le nubi erano diventate minacciose di pioggia e lampi. I pulcini, appena abilitati al volo, iniziarono a sentirsi smarriti e si avvicinarono alle grandi ali delle loro mamme. Era la prima prova per lo stormo. Dovevano restare compatti. Chi si sentiva più forte, più coraggioso cercava di rincuorare i più deboli e paurosi. La notte fu così lunga da sembrare interminabile. Ma gli stormi rimasero compatti, appollaiati sulle rocce grigie. Solo le aquile sembravano sentirsi a loro agio. L’upupa era silenziosa, in un angolo. Adocchiava a est, dove tra poco sarebbe sorto il Sole e la prova sarebbe terminata. Insieme avevano sconfitto i mostri delle paure.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA SECONDA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Scriviamo su un foglietto le nostre paure, liberamente. Nel Cerchio d’Incontro, ognuno leggerà il proprio foglietto. Realizziamo un cartellone con la classifica delle nostre paure. Quando non avremo più paura di qualcosa, cancelleremo quella paura dal cartellone.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Io NON ho paura se ....................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ............................................................................................................... ...............................................................................................................
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A PAURA LA SECONDA VALLE: L
Il filo rosso
PAURA DEI MOSTRI
�della storia
Martina non riusciva a dormire. Aveva paura che, se avesse lasciato cadere il braccio fuori dal letto, il mostro lo avrebbe afferrato e magari l’avrebbe portata nel suo mondo. Cercò di fare in modo che nessuna parte del suo corpo sbucasse da sotto le lenzuola, e chiamò il suo papà. – Quanto saranno grandi i mostri? In confronto a una formica io sono un gigante, ma se il mostro è grande come te? Che cosa posso fare? – Chiamami – le disse il suo papà. – Ucciderò i mostri per te. – E come? – Ti aiuterò a non avere paura, Martina. La grandezza dei mostri dipende da quanta paura hai tu. Se ti senti coraggiosa, vedrai il mostro piccolo. E quella notte, senza rendersene conto, Martina fece un grosso sbadiglio e il sonno arrivò. S. Balmes, Ucciderò i mostri per te, Bompiani
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Pensa e scrivi una formula magica scacciapaure. ......................................................................................................................................... ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................
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A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
I MOSTRI DEL SONNO Disegna i mostri del sonno, inventa un nome buffo e descrivili. Così non faranno più paura!
Sono il mostro acchiappa........................................................ e sono .................................................................
Sono il mostro attorciglia.......................................................... e sono .................................................................
Sono il mostro strizza.............................................................. e sono ...........................................................
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A PAURA LA SECONDA VALLE: L
LA SIGNORINA SPEZZINDUE La direttrice della scuola, signorina Spezzindue, era una tiranna e terrorizzava alunni e insegnanti. Tutti si sentivano minacciati già a vederla da lontano. La signorina camminava nei corridoi a lunghi passi, dondolando le braccia. Se per caso un gruppo di bambini capitava sulla sua strada, si faceva largo tra di loro come un carro armato, facendoli volare a destra e a sinistra. Era una donna enorme: braccia grosse, polsi fortissimi e gambe robuste. Il viso non era bello: bocca crudele e piccoli occhi dallo sguardo duro. E quanto ai suoi vestiti... indossava, in genere, un camicione marrone stretto in vita da una larga cintura di cuoio e un paio di calzoni di una ruvida stoffa di color verde bottiglia. Dal ginocchio in giù, portava calzettoni bianchi con risvolto, che sottolineavano i polpacci muscolosi. Le scarpe erano da uomo, a tacco basso. R. Dahl, Matilde, Salani
FACCIAMO IL PUNTO
IL TESTO DESCRITTIVO
Secondo te, questo testo è:
fantastico.
descrittivo.
Questo è un testo ............................................. perché l’autore descrive una persona con parole che ci aiutano a immaginarla. 24
Il filo rosso
�della storia
...................................................................................................................................
Nessuno era più fifone di Olle Pappamolle, che soffriva di vertigini e aveva paura del buio. Olle era convinto che sarebbe stato incenerito da un fulmine se avesse calpestato il bordo del marciapiede e per niente al mondo avrebbe osato prendere l’ascensore. Aveva paura dei ragni e dei cani. Quando camminava su e giù per il cortile della scuola trascinava i piedi, a testa bassa. Olle non aveva la bicicletta perché il solo pensiero di stare in equilibrio su due ruote gli faceva venire la nausea, allora andava a scuola a piedi. Era il ragazzo più piccolo e mingherlino della sua classe, con i capelli color sabbia e occhiali spessi dalla montatura marrone che lo facevano assomigliare a un vecchietto. Ma non erano solo gli occhiali a invecchiarlo: era tutta la paura che si portava addosso.
Dopo aver letto il testo, scrivi un titolo adatto.
K. Hagerup, Olle Pappamolle, Salani
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Sul quaderno, cambia gli elementi che descrivono le paure di Olle e descrivi un bambino coraggioso. Poi descrivi Olle come bambino capriccioso. 25
A PAURA LA SECONDA VALLE: L
GUIZZINO In un angolo lontano del mare viveva una famiglia di pesciolini tutti rossi. Solo uno era nero e nuotava più veloce di tutti gli altri. Si chiamava Guizzino. Un brutto giorno un grosso tonno, feroce e affamato, apparve fra le onde. In un solo boccone ingoiò tutti i pesciolini rossi. Solo Guizzino riuscì a fuggire. Nuotò lontano. Era spaventato. Si sentì solo e molto triste. Ma il mare era pieno di sorprese e a poco a poco Guizzino tornò a essere felice. Scoprì una famiglia di pesciolini rossi proprio come quelli del suo branco. – Andiamo a nuotare nel sole e a vedere il mondo – disse felice. – Non si può – risposero i pesciolini, – i grandi tonni ci mangerebbero. – Ma non si può vivere sempre nella paura – disse Guizzino. – Ho trovato! Nuoteremo tutti insieme come il più grande pesce del mare. E spiegò come dovevano nuotare vicini l’uno all’altro, ognuno al suo posto. E quando ebbero imparato a nuotare insieme, Guizzino disse: – Io sono l’occhio. E nuotarono nel grande freddo del mattino e nel sole di mezzogiorno, e uniti riuscirono a cacciare i grandi pesci. L. Lionni, Guizzino, Babalibri
26
Il filo rosso
�della storia
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Che cosa propone Guizzino agli altri pesci per non farsi mangiare dal tonno? ........................................................................................................................................................................................................
Riordina le sequenze della storia. Numera da 1 a 3.
Indica con una x la frase che, secondo te, riassume il significato della storia.
Meglio soli che male accompagnati. Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. L’unione fa la forza. 27
TR A
P O E S I A
E
M U S I C A
IL CANTO DEGLI UCCELLI
PER SCACCIARE LA PAURA Drago vago, serpe di mago, figlio e nipote di pesce di ............................................. Dura, scura, nera ............................................, brutto fantasma di brutta figura. Cose che strisciano e strillano e stridono, cose che gracchiano e graffiano e ............................................. Cose che tagliano e toccano e tirano, cose che pungono e piangono e ............................................. Cose malvagie, cose selvagge tornate indietro nelle vostre ............................................. Cose malate, cose maligne tornate indietro nelle vostre ............................................. Non me ne importa che paure siete: di buio, di mostro, di morte, di male. Non me ne importa che nomi avete: compagni, castighi, sgridate, ............................................. Questo scongiuro che ora sentite suona le rime che vi vincerà. Non me ne importa da dove venite tornate ............................................! B. Tognolini, Rime raminghe, Salani
Inserisci nella filastrocca le parole che fanno rima.
vigne • lago • là • paura • ospedale • ridono • spiagge • gridano 28
Scrivi due cose che:
• strisciano • strillano • gracchiano • graffiano • pungono
tra terra e cielo
.................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. ..................................................................
il tempo dello yoga
Prova ad assumere con il tuo corpo la posizione yoga del GUERRIERO. Il guerriero ti aiuterà ad affrontare le tue paure e le tue ansie. Con questa posizione sei stabile, forte, invincibile. 29
MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali TOMBOLO HA PAURA DEL BUIO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
Tombolo era un gufetto cicciottello e piumoso, con enormi occhi rotondi. Era, insomma, uguale a tutti gli altri gufi, tranne in una cosa: aveva paura del buio. – Tu non puoi avere paura del buio – gli disse la mamma. – I gufi non hanno paura del buio. – Ma io sì! – replicò Tombolo. – Ma i gufi sono uccelli della notte! – esclamò lei. – Io non voglio essere un uccello della notte! – sbuffò Tombolo. – Voglio essere un uccello del giorno. – Tu hai paura del buio perché non lo conosci: che cosa sai di lui? – Che è tutto nero – rispose Tombolo. – Questo non è vero, tanto per cominciare. Il buio può essere d’argento o blu o di molti altri colori. Tu non hai mai messo il becco fuori da questo buco dopo il tramonto – disse la mamma. – Adesso ci penso io! J. Tomlinson, Il gufo che aveva paura del buio, Feltrinelli Kids
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Indica con una x.
1. Chi è Tombolo? A. Un pipistrello. B. Un gufetto. C. Un picchio. D. Un merlo. 2. Com’è Tombolo? A. Forte e grande. B. Magro e senza piume. C. Cicciottello e piumoso. D. Magro e piumoso. 3. Di che cosa ha paura Tombolo? A. Del lupo. B. Del buio. C. Degli altri gufi. D. Dei cacciatori.
5. Che cosa significa la frase “Non hai mai messo il becco fuori da questo buco” (riga 16)? A. Non hai mai beccato nulla. B. Non sei mai uscito dalla tua tana. C. Il tronco dove vivi è tutto bucato. D. La porta della tana è un buco. 6. Secondo te, quale sarà la soluzione pensata dalla mamma per aiutare Tombolo a superare la paura del buio?
4. Quale parola è scritta in modo corretto? A. Giufo B. Gufo C. Ghufo D. Guffo.
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NELLA BOTTEGA
DELLA
tH inkering
CICOGNA
IL MOSTRO MANGIAPAURA Quando hai paura di qualcosa, scrivilo su un foglietto e mettilo nella bocca del mostro mangiapaura! La tua paura sparirà!
MATERIALE
ATTREZZI
Bottiglie di plastica vuote Tempera Colla vinilica Cartoncino di colori vari MANI
Con l’aiuto di una persona adulta, ritaglia le bottiglie a metà e successivamente ritaglia l’apertura della bocca. 2 Disegna gli occhi, la bocca e i denti. 3 Colora le bottiglie. 4 Prepara i “capelli” con un cartoncino. Ritaglia e incolla.
Forbici Pennello
1
2
3
4
1
il mostro mangiapaura è pronto!
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UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA I tre piccoli gufi Martin Waddell
I TRE PICCOLI GUFI “C’erano una volta tre piccoli gufi: gufi: Sara, Bruno e Tobia. Vivevano in un buco dentro il tronco di un albero con mamma Gufa”. Gufa”. Inizia così la bella fiaba che ha per protagonisti tre fratellini che aspettano insieme il ritorno della loro mamma. C’erano una volta tre piccoli gufi: Sara, Bruno e Tobia. Vivevano in un buco dentro il tronco di un albero con mamma Gufa. Nel buco c’erano rametti e foglie e morbide piume. Quella era la loro casa. Una notte si svegliarono e mamma Gufa NON C’ERA PIÙ. – Dov’è la mamma? – chiese Sara. – Oh, perbacco! – disse Bruno. – Voglio la mamma! – disse Tobia. I piccoli gufi si misero a pensare (tutti i gufi pensano molto!). – Io penso che sia andata a caccia – disse Sara. – Per procurarci il cibo – disse Bruno. 33
LA TERZA VALLE:
LA FELICITà
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Ma come tutti i sogni belli, anche il sogno degli uccelli scomparve e si dissolse nei raggi del Sole. Gli stormi ripartirono tranquilli, sereni e fiduciosi verso la terza valle. L’upupa li seguiva a distanza, osservando il grande cuore alato. Superarono catene montuose, mari calmi o burrascosi, riposarono sulle correnti tranquille, finché la terza valle apparve di lì a poco ai loro occhi. Che felicità! Non ci potevano credere. Fecero improvvisamente un grande silenzio: sentirono i suoni della Gioia, dell’Allegria e della Felicità; tutto, in quel mondo, sorrideva ed era felice. Raccolsero gocce di rugiada gioiosa dai fiori e dagli steli d’erba; raccolsero i trilli delle cascate e li tennero nei becchi; pollini delicati si posarono sulle ali, facendole brillare ai raggi del Sole. Si stupirono davanti a quel tempo che invitava alla gioia e alla festa; il gufo li esortò a raccogliere solo il necessario per la piccola felicità di ognuno. Le gazze, le anatre e i gabbiani, però, non furono d’accordo con il saggio pennuto e si appesantirono, inghiottendo tutto quello che luccicava come diamante e che sembrava così facilmente disponibile.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA TERZA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Seduti nel Cerchio d’Incontro, scriviamo su un foglietto quello che ci rende felici. Poi mettiamo tutti i foglietti nella scatola delle Felicità, al centro del Cerchio. Infine peschiamo e leggiamo ciascun foglietto e, a turno, votiamo le varie felicità. Per votare realizziamo un “Feliciometro” e completiamolo: apparirà la scala della felicità.
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FELICITÀ LA TERZA VALLE: LA
LA FELICITÀ… IN BARATTOLO Oggi Marta si è svegliata molto presto. Questa domenica si va in gita per raccogliere gli ingredienti per preparare la marmellata di felicità. Mentre fanno colazione, la mamma e il papà spiegano come si prepara la marmellata di felicità: durante la gita bisogna fare molta, moltissima attenzione a tutto ciò che c’è di bello da fare, annusare, assaggiare o accarezzare. Così potranno riempire i barattoli con le cose più dolci e felici. Dopo un breve viaggio in automobile, raggiungono uno splendido boschetto. Marta si mette subito al lavoro: – Che bella farfalla! E… ZAC ZAC! La disegna e la mette nel barattolo rosa. A poco a poco, i barattoli si riempiono di ogni sorta di meraviglie. A casa la mamma prende un grosso barattolo di vetro e ritaglia tante striscioline di carta colorata. – Adesso prepariamo la marmellata. Basterà scrivere o disegnare su queste strisce di carta le cose più belle di questa giornata e metterle nel barattolo! Dopo un po’ il barattolo è pieno di strisce colorate fino all’orlo. – Ora dobbiamo scuoterlo mentre ridiamo tutti insieme! – dice la mamma. Tutti e tre si abbracciano felici. È una marmellata deliziosa! M. Conangla, Coccole per il cuore, Pon Pon Edizioni
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Il filo rosso
�della storia
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Secondo te, che cosa NON mette Marta nel barattolo della felicità?
Le cose dolci. Le cose felici. Le cose noiose. Le cose amare. Che cosa ha realizzato Marta?
Una marmellata di frutta. Una marmellata di cose felici, belle e buone. Una marmellata appiccicosa.
Riempi il barattolo della marmellata di felicità con le tue meraviglie.
............................................................... ....................................................................... ....................................................................... ....................................................................... ....................................................................... ....................................................................... ....................................................................... ....................................................................... .......................................................................
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FELICITÀ LA TERZA VALLE: LA
TANTE COCCOLE La coccola più coccolosa è quella del buongiorno, quando sprofondi tra le braccia della mamma come fosse una morbida poltrona. Senti il suo profumo e ti scaldi al suo calore; e poi il latte con i biscotti ha tutto un altro sapore. La coccola più allegra è quella del ghiroghiroghiro, con il papà che ti fa il solletico sul collo, sotto i piedi, sulla pancia. Tu gridi: – Basta – mentre ridi, ma poi dici: – Ancora, ancora! La coccola più golosa è quella dello spuntino: mangiamo un bignè, una fetta di crostata, un cioccolatino, ma va bene anche un cucchiaio di miele o di marmellata. Che bello fare insieme una dolce scorpacciata! F. Degl’Innocenti, Tante coccole, Piemme Junior
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Indica con una X se ciascuna affermazione è vera (V) o falsa (F).
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• La coccola più coccolosa è quella della buonanotte.
V
F
• La coccola più allegra è quella del ghiroghiroghiro.
V
F
• La coccola più golosa è quella del panino.
V
F
Il filo rosso
�della storia
SEI FELICE? Chiedetemi se sono felice. Ho cominciato a pensare a questa storia il giorno in cui la maestra ci ha assegnato un tema: Che cos’è per me la felicità. Io ho iniziato a scrivere: la felicità ha varie forme ed espressioni. È rotonda, melodiosa, luccicosa, dolce e speziata. Sa di limone, cannella o cioccolata! Se proprio volessimo misurarla, dovremmo usare il feliciometro, che va da un minimo di 1 a un massimo di 3000. Ecco, io credo che tra un 1 e un 3000 stiano tutte le felicità del mondo: una foglia che vibra al vento, il cip cip di un uccellino, la verifica perfetta, la vittoria a nuoto, un sorriso, un abbraccio... La felicità è contagiosa come il virus dell’influenza, ma non si devono prendere medicine, perché è un virus buono e, se ti colpisce, il consiglio è: non guarire!
IN PICCHIATA
LESSICO
Il feliciometro è come un ..............................................., ma misura la .......................................
Matteo, classe seconda A, scuola elementare Ugolini C. Zanotti, Sei felice?, San Paolo
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Secondo te, perché Matteo consiglia di NON guarire mai dal virus della felicità? ................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................
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FELICITÀ LA TERZA VALLE: LA
INTERVISTA ALLA FELICITÀ Prima parte Gemma dice a Gino che lei vorrebbe essere sempre ................................................., ma c’è in questa frase qualcosa che la frase non dice. Perché Gino davvero proprio non sa che cosa mai sia questa “.................................................”. Gemma allora chiama la felicità per un’intervista dal vero, per capire che cosa sia quello strano .................................................: una cosa che a volte si sente, ma di cui non si sa quasi .................................................. – Ciao felicità, come stai? Potresti dirci per favore chi sei? Il latte bevuto insieme la sera? Il cielo stellato a .................................................? La neve che cade sul tetto e sul .................................................? Il gioco che arriva tanto desiderato? Dice la felicità: – Tutto questo è bello, ma io non sono solo quello!
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Completa la prima parte della filastrocca con le parole che fanno rima. Attenzione alle parole intruse!
mistero • primavera • sasso • niente • felice • mano • prato • felicità 40
Seconda parte
Il filo rosso
�della storia
– Sei forse il silenzio del primo mattino? O magari l’arrivo di un .................................................? Sei un gatto, una sfida, una preghiera, un sogno, un fuoco, un’ombra di luna .................................................? Dice la felicità: – Tutto questo già basta, ma io sono ancora più vasta. – Cara felicità, vorrei dirti un fatto nuovo. Sai, certe volte vedo tutto nero e anche se amo queste cose a una a una, a volte mi sembra non me ne basti .................................................. – Ma allora chi sei, dove sei, quand’è che vieni, felicità? A questa domanda Nessuno risponde niente. Forse la felicità Certe domande non le .................................................. I due bambini si guardano intorno. La felicità? Sparita, come la notte quando c’è .................................................. Alzano le spalle e tornano allegri a giocare. Non si accorgono che la felicità è lì che li sta a .................................................. A. D’Agostino, Intervista alla felicità, Fatatrac
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Ora completa la seconda parte. Attenzione sempre alle parole intruse!
leggera • giorno • tasso • nessuna • guardare • ramo • sente • fratellino 41
MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali IL BOSCO IN TESTA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
Serafina aveva tantissimi capelli. Erano scuri, lucidi e molto ricci. Serafina era fiera della propria capigliatura, ma detestava pettinarsi: non si adattava a quella massa vaporosa! Una mattina Serafina decise che non si sarebbe pettinata mai più. Giorno dopo giorno, i capelli di Serafina si aggrovigliarono. Dopo due mesi che non si pettinava, tra i ricci spuntò una fogliolina. Crebbe velocemente, seguita da altre foglie e da una miriade di boccioli che si aprirono in profumatissimi fiori blu. Una mattina presto Serafina fu svegliata da un insistente ronzio. Erano le api, a cui si aggiunsero le farfalle e le coccinelle. Serafina sorrideva di tutto il fermento sopra il suo capo. Un giorno venne a farle visita un pettirosso, che costruì un nido ben solido e tornò con una compagna. La signora pettirosso depose tre uova e si mise a covarle. Serafina si emozionò quando, dopo due settimane, sentì lo scricchiolare delle uova che si schiudevano. Intanto da tutte le città arrivava gente per conoscere la bambina con la natura in testa. Serafina era contenta ma anche molto stanca. Fu per questo che andò nel bosco, si tagliò la grande massa di capelli e la appoggiò a terra. I piccoli pettirossi la fissarono incuriositi. Serafina li salutò e si allontanò con la testa leggera e il cuore allegro. A. Strada, Serafina con il bosco in testa, Gribaudo
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Indica con una x.
1. “Serafina era fiera della propria capigliatura” (riga 3) significa che: A. era soddisfatta dei suoi capelli. B. era insoddisfatta dei suoi capelli. C. e ra dubbiosa per i suoi capelli. D. non amava i suoi capelli. 2. “Serafina detestava pettinarsi” (riga 4) significa che: A. le piaceva pettinarsi. B. continuava a pettinarsi. C. non le piaceva pettinarsi. D. quando si pettinava aveva mal di testa.
3. Quale espressione ha lo stesso significato di “si aggrovigliarono” (riga 8)? A. Si arrabbiarono. B. Si annodarono. C. Si imbrogliarono. D. Si lisciarono. 4. Elimina gli intrusi che NON sono sulla testa di Serafina. • fogliolina • formichine • fiori rosa • farfalle • cicale • api • bruchi • coccinelle • pettirosso • fiori blu
5. Quando è successo? Collega gli indicatori del tempo alle frasi. Una mattina
spuntò una fogliolina.
Dopo due mesi
fu svegliata da un insistente ronzio.
Una mattina presto
decise che non si sarebbe più pettinata.
Un giorno
venne a farle visita un pettirosso.
Dopo due settimane
sentì lo scricchiolare delle uova.
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A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
DIPINGERE A RITMO DI MUSICA Dipingi la tua felicità mentre ascolti “Il Mattino” di Edward Grieg. Muoviti e danza sulle note del brano musicale. 1
MATERIALE OCCORRENTE
Fogli bianchi Colori a tempera, a cera, a olio, acquerelli Pennelli Bicchiere con acqua Forbici Barattolo 2
3
Scegli i colori che dipingeranno la tua felicità.
Lasciati andare al ritmo della musica e colora il disegno.
tra terra e cielo
Fai un disegno su un foglio bianco. 4
Se vuoi, ritaglia a strisce il tuo capolavoro. Inserisci le strisce in un barattolo: sarà il tuo barattolo della felicità!
il tempo dello yoga
La felicità è nella posizione yoga del BAMBINO. Mettiti in ginocchio e siediti sui piedi, allungando la schiena, la testa e le braccia sul pavimento. Stai alcuni attimi in questa posizione. Il battito del tuo cuore ti renderà felice. 44
UN LIBRO CON LE ALI FELICITÀ IN BARATTOLO
CONSIGLI DI LETTURA Il venditore di felicità Davide Calì
Arriva su un vecchio furgoncino scoppiettante. Lo si riconosce da lontano per via della campana. Dlin! Dlin!… È il signor Piccione, il venditore di felicità. Ma come, la felicità si vende? Certo! In barattolo piccolo, grande o confezione famiglia. Ecco, il signor Piccione ha parcheggiato il suo furgoncino e già sale a trovare il primo cliente. La signora Quaglia si compra un barattolo grande, da dividere con gli amici quando vengono a cena. La signora Scricciolo, invece, compra un barattolo piccolo perché non può permettersi quello grande. La signora Cinciallegra compra una confezione da 6 barattoli perché ha molti figli. La signora Upupa compra una dozzina di quelli mignon per fare i regali Natale. Il Signore Luì prova a trattare sul prezzo perché lui felice lo è già ma vorrebbe un barattolo di scorta.
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LA QUARTA VALLE:
LA RABBIA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Le gazze, i gabbiani e le anatre non potevano immaginare che tutto quello che avevano preso sarebbe diventato così pesante, dopo aver lasciato la valle della felicità. Faticarono a decollare e, ancor di più, a librarsi in volo. Una forza imprevista li voleva costringere a terra. Che faticaaa! Cercarono di aiutarsi l’uno con l’altro, ma gli sforzi erano inutili: e anzi rallentarono il volo degli stormi. Un sentimento nuovo, per degli uccelli, iniziò a serpeggiare nei loro cuori: la Rabbia. Perché non avevano ascoltato il gufo? Perché erano stati così ingordi? Avevano voluto mettere in difficoltà il gruppo? O forse la loro era strategia per non continuare il Grande Viaggio? Nessuno sapeva dare loro delle risposte. Senza nemmeno accorgerene, entrarono tutti nella quarta valle: cieli neri come la pece, fulmini, saette, urla terrificanti che rimbalzavano da una parete all’altra della montagna severa che li stava ospitando. Ognuno urlava contro se stesso e contro l’altro. La pace aveva lasciato lo stormo. All’improvviso comparve l’upupa. Tutti si zittirono. La lezione era già stata appresa: mettersi in ascolto dell’altro. L’ascolto, la comprensione fecero ritornare la calma necessaria a proseguire il viaggio. Il fuoco della Rabbia si spense.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA QUARTA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Che cos’è la rabbia? Chi si arrabbia? Quando arriva la rabbia? Come si manifesta? Come si può calmare? Seduti nel Cerchio d’Incontro, discutiamo di un’emozione che ha tanti segnali per mostrarsi. Poi completiamo la tabella.
CHI SI ARRABBIA?
COME si MANIFESTA LA RABBIA?
COME SI CALMA?
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RABBIA LA QUARTA VALLE: LA
ANNA È FURIOSA C’era una volta una bambina chiamata Anna che aveva un gravissimo problema. S’infuriava sempre. Molto più in fretta e molto più spesso degli altri bambini. Terribilmente furiosa! Quando si arrabbiava, le sue guance diventavano rosse come pomodori, i capelli si rizzavano, frusciavano e lanciavano scintille, e i suoi occhi grigio chiaro brillavano, neri come corvi. Quando Anna era furiosa, doveva gridare e strillare, doveva pestare i piedi per terra e tirare pugni. Doveva mordere, sputare e calciare.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Sul quaderno, scrivi una ricetta per aiutare Anna a ritrovare la calma. Prima completa gli ingredienti. INGREDIENTI TRANQUILLI PER BAMBINI CON “GLI SPILLI”
Un cucchiaio di ................................................................................... Una tazza di ............................................................................................. Una bottiglia di ..................................................................................... Un pizzico di ........................................................................................... Tre .......................... di ..................................................................................... 48
Il filo rosso
�della storia
A volte si buttava per terra e dava colpi tutt’intorno. Anna non poteva fare nulla per evitare quelle arrabbiature. Ma nessuno ci credeva. Né sua madre né suo padre e neppure gli altri bambini. Ridevano di lei e dicevano: – È impossibile giocare con Anna! C. Nöstlinger, Anna è furiosa, Il Battello a vapore
IN PICCHIATA
LESSICO
QUANDO E QUINDI Osserva l’esempio e completa le frasi con quando o quindi.
• Quando Anna si arrabbiava, le sue guance diventavano rosse come pomodori. • Anna si arrabbiava, quindi le sue guance diventavano rosse come pomodori. • Quando la maestra spiega, i bambini .............................................................. • La maestra spiega, quindi i bambini ..............................................................
• Quando il vento soffia forte, gli alberi ................................................................ • Il vento soffia forte, quindi gli alberi ................................................................ • Quando il gatto fa le fusa, Tommaso ............................................................ • Il gatto fa le fusa, quindi Tommaso ............................................................
Quando indica il tempo in cui si svolge un’azione. Quindi introduce una conseguenza: “Ha piovuto tantissimo, quindi le strade si sono allagate.” È successo qualcosa a causa della pioggia. 49
RABBIA LA QUARTA VALLE: LA
i CHE RABBIA
Roberto ha passato una bruttissima giornata. Per cena ci sono gli spinaci. – Piuttosto non mangio! – esclama Roberto. – Sali in camera tua – dice papà – e scendi solo quando ti sarai calmato. E lassù, nella sua camera, Roberto sente una Cosa terribile che sale, sale, sale, fino a quando… RRRRRRRHAA, esce fuori all’improvviso. – Ciao – gli dice la Cosa, – che cosa facciamo? – Tt… tutto quello che vuoi – risponde Roberto. – Bene – dice la Cosa, – cominciamo da lì. E HOP! La coperta vola via con tutti i cuscini. CRAC! Il comodino. BANG! La lampada. Adesso tocca agli scaffali con tutti i libri: WOW! Poi la Cosa si avvicina al baule dei giocattoli. CRASH! – Aspetta, quello no! – urla Roberto. – Hai capito? Smettila! Noooooo! Il mio camion preferito! Che cosa ti ha fatto, quella brutta bestiaccia? Non ti preoccupare, ti aggiusterò io. E tu, vattene via, cattiva! Oh, la mia lampada! Aspetta, ti rimetto a posto. E il mio cuscino tutto ammaccato! E il mio libro preferito! Ti ha tutto sciupato, poverino. Ecco, così va meglio. Ah! Sei qui tu! Vieni che ti prendo! Forza, su, dentro nella scatola. E non muoverti più! Roberto esce dalla sua cameretta e grida: – Papà, è rimasto un po’ di dolce? M. d’Allancé, Che rabbia!, Babalibri
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Il filo rosso
�della storia
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
A che cosa potrebbe assomigliare la “Cosa terribile” che sente Roberto? A un animale, a un oggetto, a una creatura fantastica…? Disegnala.
dis
IN PICCHIATA
LESSICO
Una bestiaccia è una bestia:
grande e pericolosa.
grande e innocua.
grande e simpatica.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Che cosa avresti fatto al posto di Roberto? ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................
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RABBIA LA QUARTA VALLE: LA
I PIEDI LITIGONI C’erano una volta i piedi di un bambino, o forse di una bambina, chissà: si sa soltanto che erano due piedi che non andavano d’accordo come gli altri, che si infilavano quieti nelle calze, nelle scarpe e camminavano, uno davanti e l’altro dietro. Quei due piedi erano diversi: uno era attivo, energico, mentre l’altro era tranquillo e amante del riposo.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
I due piedi litigoni rappresentano quelle situazioni nelle quali non si sa decidere. Ti è capitato qualche volta di voler andare al mare ma anche in montagna? Di voler mangiare la pizza ma anche la zuppa? Racconta brevemente. ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................
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Il filo rosso Uno dei due piedi voleva sempre infilarsi in una scarpa da ginnastica o in uno scarpone da montagna o in una pinna e così via, mentre l’altro preferiva stare sull’erba, sulla sabbia o nell’acqua fresca. Ora, immaginatevi che vita faceva quel bambino: un piede andava di qua, l’altro di là, un piede partiva, l’altro restava, uno saltava, l’altro riposava… Inciampavano continuamente, si confondevano, si arrabbiavano, si disperavano…
�della storia
R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi
IN PICCHIATA
LESSICO
MENTRE Osserva l’esempio e completa le frasi della contemporaneità/del mentre.
• Un piede saltava, mentre l’altro riposava. • Un piede ballava, mentre l’altro .................................................................... • Un piede stava in una pinna, ................................................................... l’altro stava sulla sabbia. • ..................................................................., mentre l’altro stava sulla poltrona. • Un piede stava sulla montagna, mentre l’altro ............................................................... • ................................................................, mentre l’altro indossava un calzino colorato. • Un piede partiva, mentre ................................................................. Quando due azioni si svolgono nello stesso momento, cioè contemporaneamente, si usa la parolina mentre. 53
TR A
P O E S I A
E
M U S I C A
IL CANTO DEGLI UCCELLI
RABBIA BIRABBIA Ho conosciuto un tale che era sempre arrabbiato per il caldo del fuoco, il freddo del gelato. Perché c’era silenzio, perché c’era rumore, per il troppo profumo, per il cattivo odore, in inverno, in estate, d’autunno a primavera, pomeriggio e mattino, a notte fonda e sera. Un giorno s’arrabbiò anche con la sua rabbia e senza alcun rimorso la chiuse in una gabbia, però ne tenne un mucchio che mise in certe buste per farne largo uso contro le cose ingiuste. G. Pontremoli
Quali sono le cose ingiuste che ti fanno arrabbiare? Scrivile. .......................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................
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RABBIA LA QUARTA VALLE: LA
Il filo rosso
�della storia
UNA VERDE PALLA DI NEVE Martina si arrabbiava spesso: batteva i piedi, si rotolava per terra e faceva un gran baccano. Un giorno successe qualcosa di straordinario… C’erano gli spinaci per pranzo e Martina si rifiutò di mangiarli, cominciando con i soliti capricci. All’inizio fu un piccolo capriccio: apparve sulla tavola con i piedini a forma di spinacio. Martina era moooolto arrabbiata e il capriccio iniziò a ingrandirsi sempre più, diventò grande, come una verde palla di neve che raccoglieva tutto quello che si trovava davanti. Non ci fu più spazio in casa e il capriccio rotolò in cortile: batteva i piedi, si rotolava per terra, faceva un baccano tremendo. Così tutti seppero che Martina aveva fatto un capriccio gigantesco! H. Bichonnier, Martina e il gran capriccio, Editrice Piccoli
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Metti in ordine i capricci di Martina. Numera da 1 a 3.
Grande capriccio.
Capriccio gigantesco.
Piccolo capriccio.
Per quali cibi saresti capace di fare un capriccio gigantesco come quello di Martina? Disegnali nei piatti.
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MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali VELOCE COME IL TUONO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
C’era una volta un uomo che costruiva aquiloni e un giorno costruì un grande drago dalle ali verdi. – Ti chiamerò “Veloce-come-il-tuono” – disse, perché il drago-aquilone saliva in cielo rapidissimo. Questo aquilone fu regalato a Giulio, un bambino che passava ore e ore su un prato a lanciare l’aquilone. Ma una volta il lungo filo si spezzò e Veloce-come-il-tuono si perse nel cielo. Giulio lo chiamò disperato. Ma l’aquilone era troppo felice, salì più in alto e si spostò di qua e di là nel cielo. A un certo punto incontrò uno stormo di anatre. – Dove andate? – Al Sud, nei Paesi dove fa caldo. Vuoi venire con noi? – Perché no? – rispose l’aquilone. – Al Sud non ci sono ancora stato. – Non ce la farai mai! – gli disse l’anatra-capo. – Sono un drago, e veloce come il tuono: se ce la fai tu, ce la faccio anch’io. – Bene: vedremo che cosa farai con le tue ali di tela! Il vento del mare li aspettava nascosto. – Stringetevi! – urlò l’anatra-capo a tutto lo stormo. – A testa bassa e a tutta forza: guai a chi rimane indietro! Veloce-come-il-tuono rimase solo contro il vento del mare, che gli lacerò le ali, poi la coda, infine la cresta. Ne uscì tutto strappato, ma il vento non riuscì a distruggerlo. – Hai del coraggio. In fondo che cosa sono gli aquiloni e a che cosa servono? – A fare felici i bambini – rispose il drago-aquilone. A. Nanetti, Venti… e una storia, Einaudi Ragazzi
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Indica con una x.
1. L’aquilone si chiama “Velocecome-il-tuono” (riga 4) perché: A. al costruttore piaceva il nome. B. era il nome giusto per un aquilone. C. e ra un nome giusto per un drago. D. era un nome adatto al comportamento dell’aquilone. 2. Il filo si è rotto: come si è sentito l’aquilone?
4. “Sono un drago e veloce come il tuono: se ce la fai tu, ce la faccio anch’io” (righe 17-18). L’aquilone risponde così all’anatra-capo: A. per spaventare l’anatra. B. perché l’anatra gli è antipatica. C. per fare una gara con lei. D. p erché si sente forte e sicuro di sé. 5. L’anatra-capo dice: “Vedremo che cosa farai con le tue ali di tela!” (riga 19) perché: A. v uole vedere come l’aquilone sbatte le ali. B. pensa che le ali di tela siano belle da vedere. C. è convinta che le ali si romperanno. D. s pera che l’aquilone ce la faccia.
3. All’aquilone piace l’idea di andare al Sud con le anatre perché: A. è un posto nuovo. B. ama i Paesi caldi. C. v uole fare un lungo viaggio. D. vuole incontrare altri aquiloni.
6. Quale altro nome potresti dare all’aquilone? A. Docile-come-un-agnello. B. Combattivo-come-unleone. C. Leggero-come-unapiuma. D. Furbo-come-una-volpe. 57
NELLA BOTTEGA
tH inkering
DELLA CICOGNA
LA MASCHERA DELLA RABBIA E DELLA CALMA Quando sei arrabbiato o arrabbiata e vuoi comunicarlo a qualcuno, senza gridare o senza fare il muso, puoi indossare la maschera della rabbia. Ma per poco, però… la maschera della calma ti aspetta! MATERIALE
ATTREZZI
Cartoncino bianco Colori a tempera Abbassalingua o legnetto del ghiacciolo
MANI
Disegna due ovali uguali sul cartoncino e ritaglia le forme. 2 Disegna su un ovale la maschera della rabbia e sull’altro la maschera della calma. 3 Incolla le due maschere e in mezzo metti l’abbassalingua. 4 Quando sei arrabbiato/a, indossa la maschera della rabbia; quando sei calmo/a, indossa la maschera della calma.
Forbici Pennello Bicchiere con acqua
1
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UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA
RAVI E LA STORIA DI QUANDO INIZIÒ A RUGGIRE
Ravi e la storia di quando iniziò a ruggire Tom Percival
Ravi era il più giovane e anche il più basso della sua famiglia. Era persino più basso del suo cane Biscotto. La maggior parte del tempo era divertente essere il più piccolo, ma qualche volta, solo qualche volta, non lo era per niente. Come il giorno in cui Ravi e la sua famiglia stavano andando a fare il picnic e indovina chi arrivò ultimo nella corsa verso il treno? Ravi… Tutti gli altri avevano trovato posto, ma Ravi si era dovuto stringere tra papà e Biscotto, e Biscotto, il suo cane, non era proprio profumato, eh! Quando arrivarono al parco, si misero a giocare a nascondino. Sembrava un’idea divertente. Ma Ravi non riusciva a trovare nessuno. Quando Ravi chiese di andare sullo scivolo più alto, il custode gli disse: – Mi dispiace! Sei troppo basso! Ravi si arrabbiò così tanto che la sua faccia si fece tutta rossa. Ma poi papà gli disse: – Dai, andiamo a prenderci un gelato. Tutti si fiondarono verso il carretto dei gelati e indovina chi arrivò per ultimo? Ravi. E quando finalmente fu il suo turno, non era rimasto neanche un gelato! Questo era davvero troppo! Ravi era furioso! Iniziò a ringhiare e gli spuntò una coda a strisce e poi due orecchie pelose e piccoli denti appuntiti e una pelliccia arancione. Ravi si era trasformato in una TIGRE! 59
LA QUINTA VALLE:
LA BELLEZZA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Dopo aver deciso di premiare tutti gli uccelli che avevano compreso come spegnere la rabbia nel proprio cuore, l’upupa si mise alla guida del grande stormo. Volarono di notte, perché il luogo conosciuto dall’upupa era segreto a tutti, anche ai più saggi e antichi uccelli del Mondo. Arrivarono alla valle della Bellezza, dove tutto era calma, silenzio, pace e meraviglia. Gli uccelli si misero in ascolto e in osservazione, anche i pulcini che trascorrevano tutto il tempo giocando. La QUINTA valle appariva come un mare di steli verdi mossi da un leggero venticello. Gli alberi emettevano note sottili e profonde. Tutto respirava all’unisono e, se stavi in silenzio, potevi sentire i battiti dei cuori. Tutto era luminoso, roseo e azzurro e ognuno poteva specchiarsi nelle acque del grande lago per cercare di riconoscere la propria bellezza. Custode della valle era colei che possedeva parole per entrare: una creatura leggera, dalle sembianze di una fanciulla. Volava, accompagnata nel volo dalle farfalle; cantava, accompagnata nel canto dai grilli; suonava, accompagnata nella musica dagli steli dell’erba; accarezzava il suo piccolo mondo con dita leggere e scriveva sui muschi freschi del bosco parole che solo i saggi potevano comprendere; si muoveva di notte, luminosa, alla luce delle lucciole e delle stelle; leggeva le strade del firmamento e conosceva le rotte degli uomini e degli uccelli.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA QUINTA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
In piedi, nel Cerchio d’Incontro, ci diamo la mano per formare un grande girotondo. Ognuno di noi è un uccello: presentiamo chi siamo attraverso la mimica del volto e del corpo. I nostri gesti devono essere ripetuti in silenzio dal gruppo. Ora inventiamo un verso: tutti lo ascoltano e poi lo ripetono. Possiamo trovare delle varianti: un suono lungo, uno corto, uno forte, uno leggero, un sussurro, un urlo… Alla fine discutiamo se ci siamo ascoltati, se abbiamo lavorato con la calma e il silenzio della quinta valle. Concludiamo il Cerchio guidati dalla voce dell’insegnante. 61
BELLEZZA LA QUINTA VALLE: LA
LA BAMBINA CHE AMAVA LA BELLEZZA C’era una bambina che amava le criniere dei leoni, le stelle cadenti, le file di formiche, i sette puntini neri delle coccinelle rosse. Amava i coccodrilli, gli stambecchi, le volpi, gli aculei dei ricci. Amava guardare ogni cosa e quello che non c’era lo immaginava. Immaginava gli elefanti, li immaginava e li annusava, sentiva il loro sapore salato mentre li baciava sulle orecchie. C’era una bambina che amava la bellezza che era attorno a lei.
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Collega ogni animale alla sua caratteristica.
formiche
passi
coccinelle
impronte
ricci
sciami
zebre
file
lucciole tigri gatti 62
sette puntini neri aculei strisce verdi e blu
Il filo rosso Amava il temporale, anche se a volte si nascondeva in giardino, dentro la cuccia del ghepardo, quando pioveva troppo forte. Amava gli asini volanti, le zebre a strisce verdi e blu. Amava il buio, camminare nel bosco tra sciami di lucciole che le indicavano il sentiero. C’era una bambina che amava le lucertole, le salamandre, i rospi. Amava le impronte delle tigri. Amava seguire i passi dei gatti, fiutare l’aria, pronta ad arrampicarsi sulla giraffa più alta, se avvertiva odore di pericolo. C’era una bambina che amava la bellezza del mondo. E c’era il mondo intero che amava la bambina e la bellezza che era dentro di lei.
�della storia
E. Nava, La bambina che amava la bellezza, Piemme
Colora in rosa le caselle delle cose che ami.
il temporale
il buio
le stelle cadenti
l’odore dell’aria
immaginare il mondo
arrampicarsi sugli alberi
seguire i gatti
camminare nel bosco
gli elefanti
le zebre
le formiche
i rospi
le salamandre
le lucertole
i coccodrilli
le volpi 63
BELLEZZA LA QUINTA VALLE: LA
PICCOLE LUCI DELLA NOTTE Tanto tempo fa le lucciole erano insetti neri, che uscivano dalla loro tana solo di giorno, quando c’era tanta luce. Una sera una lucciola fu chiamata da una piccola libellula che si era ferita a un’ala e non riusciva più a tornare a casa. Così la lucciola mise sulla schiena la libellula e la accompagnò fino a casa. Poi all’improvviso, una nuvola coprì la luna e la povera lucciola rimase sola e al buio.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Immagina che cosa dicono i personaggi. Completa i fumetti. .......................................... ..........................................
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Il filo rosso La lucciola aveva molta paura. Sentì un rumore: l’acqua dello stagno si muoveva e un gracidare sospetto si avvicinava. La lucciola cercò di scappare, ma al buio non riusciva a trovare un nascondiglio. A un tratto la luna tornò a brillare nel cielo. La lucciola vide una grossa rana e finalmente riuscì a sfuggirle. La luna vide che la lucciola era salva e, perché non corresse più pericoli, le donò un po’ della sua luce. Da quel giorno le lucciole illuminano la notte e la rendono magica e meravigliosa.
�della storia
Leggenda popolare
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BELLEZZA LA QUINTA VALLE: LA
IL FIORE SUL SENTIERO Com’è bello questo fiore sul sentiero! Gli passano vicino le mucche, le capre, i puledri e gli uomini e lui, così tenero e così debole, sempre eretto e delicato sul gambo, senza lasciarsi contaminare da nessuna impurità. Ogni giorno, quando ai piedi della collina prendiamo la scorciatoia, vediamo il fiore nel suo prato verde. Vicino a lui c’è un passerotto che scappa. Che cosa fa lì? Ci avviciniamo e scopriamo che il fiore è pieno, come una coppa, dell’acqua limpida di una nuvola estiva. Sopporta il peso di un’ape o le ali variopinte di una farfalla. Questo fiore vivrà pochi giorni. Che cosa darei io all’autunno, perché questo fiore meraviglioso potesse rimanere, ogni giorno, esempio di semplicità per la nostra vita. J. Ramón Jiménez, Platero e io, Passigli Editore
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Secondo te, quale frase ha lo stesso significato della frase iniziale: “Com’è bello questo fiore sul sentiero!”? Colorala.
Che intralcio questo fiore sul sentiero! Com’è appassito questo fiore sul sentiero! Che meraviglia questo fiore sul sentiero! 66
Il filo rosso
�della storia
IL RESPIRO DEGLI ALBERI
Un giorno il nonno mi cinse le spalle con un braccio e con la mano mi coprì gli occhi. – Dimmi che cosa vedi – sussurrò. Io risposi che vedevo il buio e lui mi disse: – Ascolta. Sentii pigolare piano piano, poi un rumore tra le foglie. – È un nido di cince. La vedi la mamma che porta da mangiare ai suoi piccoli? Non vedevo niente ma sentivo un battito di ali e poi cip cip. Ascoltai ancora. Sentii un ronzio intenso. – Queste sono le api. Hanno succhiato i fiori e ora ritornano a casa. Il nonno mi tolse le mani dagli occhi e mi disse: – Hai capito? Se ascolti con attenzione, puoi vedere un mucchio di cose, come se avessi gli occhi aperti. E adesso ascolta il ciliegio che respira. Chiusi gli occhi e sentii un’aria leggera che mi passava sul viso e tutte le foglie del ciliegio che si muovevano piano piano. – È vero, nonno, il ciliegio respira – dissi. A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Che cosa ha sentito il bambino tenendo gli occhi chiusi? Indica con una X.
Il canto delle cicale, il ronzio delle vespe, il respiro dell’albero. Il pigolare delle cince, il ronzio delle api, il respiro dell’albero. Il pigolare delle cince, il gracidio delle rane, il respiro dell’albero. 67
BELLEZZA LA QUINTA VALLE: LA
Il filo rosso
RUMORI NEL BOSCO
�della storia
Sebastiano si smarrì nel bosco. A poco a poco il giorno passava e le tenebre della notte calarono. Sebastiano restò seduto ad aspettare il nuovo giorno e per la prima volta conobbe i rumori della foresta. Cigolio di rami piegati dal vento, fruscio di foglie e rumore di rami secchi, foglie e pigne che cadevano a terra. Una voce lontanissima di acque correnti. Pigolii e battiti d’ali di uccelli. Ticchettio di insetti. Il ronzio di una zanzara. Il grido di una civetta. Il dolce canto dei grilli. Squittii misteriosi di piccoli roditori. Ma due o tre volte, quella notte, ci fu anche il vero silenzio, il solenne silenzio degli antichi boschi che pochissimi uomini hanno udito. D. Buzzati, Il segreto del Bosco Vecchio, Mondadori
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Di chi è questa voce? Collega, come nell’esempio.
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cigolio
zanzara
fruscio
roditori
pigolio
foglie
ticchettio
rami
ronzio
uccelli
grido
grilli
canto
insetti
squittio
civetta
TR A
P O E S I A
E
M U S I C A
IL CANTO DEGLI UCCELLI
NEL SILENZIO Nel silenzio, signori e signore, ci sono molti suoni, molto rumore. C’è il ssss del vento, c’è l’ iiii i iii del violino, c’è il lll del rubinetto, c’è l’eeee della sega, c’è il nnnnn della nave, il zzzzz della zanzara, l’iiiii dei fischi e l’ooo dello stupore. Nel silenzio, come vedete, c’è molto suono, signori e signore, c’è molto rumore. R. Piumini
Ora prova tu a completare la poesia. Aggiungi le parole che mancano.
Nel silenzio, signori e signore, ci sono molti suoni, molto rumore. C’è ................................................................. del temporale, c’è ................................................................. della trombetta, c’è ................................................................. del martello, c’è ................................................................. del clacson, c’è ................................................................. del treno, ........................................................................... della rana, ........................................................................... dei brividi e ...................................................................... della paura. 69
MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali IL CIELO… UNO SPETTACOLO INFINITO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
In estate, dopo la cena, giocavamo a nascondino in cortile. Ero in tana e cominciai a cercare i miei amici nascosti. Era una notte buia, senza luna e tutto era nero intorno a me. Sentii un rumore e alzai lo sguardo verso l’alto. E in quel momento vidi un cielo fitto di stelle, uno spettacolo. C’erano stelline così piccole che sembravano granelli di sabbia, altre grandi e luminose, rosse e gialle. E in mezzo al cielo c’era una nuvola chiara, sfumata, che non era una nuvola, ma polvere di stelle. Cominciai a fissare alcune stelle: le più lucenti che brillavano qua e là come fari, poi quelle più piccole che si vedevano a fatica in quel mare immenso di puntini luminosi. Intanto pensavo: “Che cosa fanno lassù tutte quelle stelle? E perché sono diverse? E perché ci sono?”. M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza
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Indica con una x.
1. In quale momento della giornata si gioca a nascondino (riga 1)? A. Al mattino. B. Dopo pranzo. C. Dopo cena. D. Prima di cena. 2. Chi sta giocando a nascondino (riga 2)? A. Un bambino e i suoi amici. B. Un bambino e le sue sorelle. C. U n bambino e la sua famiglia. D. Un bambino e i suoi fratelli. 3. A che cosa assomigliano le stelle più piccole (righe 7-8)? A. A granelli di riso. B. A granelli di sabbia. C. A granelli di sale. D. A granelli di zucchero.
4. A che cosa assomigliano le stelle più lucenti (righe 11-12)? A. Alla luce dei fari. B. Alla luce dei lampioni. C. Alla luce della luna. D. Alla luce delle lucciole. 5. Com’era la nuvola in mezzo al cielo (riga 9)? A. Grande e luminosa. B. Piccola e bianca. C. Chiara e sfumata. D. Gialla e rossa. 6. Il .................................................... è uno spettacolo infinito. Qual è la scrittura corretta della parola che manca? A. Celo. B. Chelo. C. Ciello. D. Cielo.
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A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
NEL MONDO DI PIERRE MAXO CHI SEI?
Sono nato ad Haiti e mi chiamo Pierre Maxo. Sono un pittore che ama i colori vivaci. Dipingo sui tessuti e utilizzo i colori a olio. Amo la natura delle foreste tropicali, in particolare mi piace ritrarre gli animali della giungla e la luce intensa del mio Paese. Nel quadro puoi osservare anche la frutta tropicale. Riconosci qualche frutto? L’hai già assaggiato?
Pierre Maxo, Il Paradiso terrestre
Realizza una grande foresta come la farebbe Pierre Maxo. MATERIALE OCCORRENTE
Fogli, di cui uno grande per lo sfondo Colori a tempera, a olio, a cera
Forbici e colla
Prepara uno sfondo con i colori a tempera: puoi disegnare alberi, foglie, liane… 2 Su un altro foglio, dipingi il mantello di un animale che ti piace: strisce bianche e nere per la zebra, macchie gialle e marroni per la giraffa… 3 Scambia i fogli con i compagni e le compagne e ritaglia le forme dei mantelli. 4 Incolla sullo sfondo le tue forme e quelle dei compagni e delle compagne. 1
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UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA La fabbrica delle farfalle Gioconda Belli
LA FABBRICA DELLE FARFALLE “Molti anni fa le farfalle non esistevano...” Inizia così questo libro, in cui si racconta come le farfalle furono create unendo un uccello e un fiore. Le farfalle non pesano quasi niente, sono leggere. Sono come lo sfolgorio della luce del sole, come se al sole bruciassero gli occhi e, battendo le palpebre, mandasse raggi rossi e gialli. Siccome ce ne sono di tanti colori, si potrebbe anche pensare che sono gli starnuti dell’arcobaleno... o i frammenti che si staccano quando l’arco non è completo. 73
a r e v a im r p a �l E… N IO G A ST I D TRACCE PRIMAVERA Ho visto la Primavera. È verde come una mela selvatica. È allegra come la coda di uno scoiattolo. Parla con parole di vento. Sorride con il rosa delle rose. Quando credi che pianga è solo una goccia di pioggia. Poesia popolare finlandese
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STAGIONE FIORITA Primavera, la neve sui monti si scioglie, ritornan gli uccelli, ritornan le foglie, nei prati comincia la gioia dei colori, comincia nei bimbi la festa nei cuori. Stagione di canti, stagione fiorita, ti volti un attimo ed è già finita. M. Lucaccini - S. Vanni, Fantasie di filastrocche, Giunti
Osserva le immagini e indica con una x quelle che NON annunciano la primavera.
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²la primavera PRIMAVERA E PRIMORAGGIO Questa storia incomincia il primo giorno di primavera. Primavera non viene quando vogliamo noi, viene quando il sole riesce a fare il primo buco nella coperta grigia del cielo ricamata di nuvole, sotto la quale dormono le cose della terra tutto l’inverno. Quel mattino un raggio più forte degli altri, spingi e spingi, scalda e scalda, forò la coperta grigia, passò di corsa attraverso il buco e toccò subito la terra. Lì vicino c’era un grande ciliegio con le braccia aperte, nudo senza nemmeno una foglia: si era addormentato così e dormiva ancora. Il raggio di luce giocò un po’ tra i suoi rami, carezzò le rughe del suo tronco, scivolò giù fin dove i piedi entravano nella terra. Il vecchio ciliegio continuava a dormire come se nulla fosse accaduto. Allora Primoraggio fece un giretto nei dintorni del ciliegio a dare la bella notizia.
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Primoraggio ha svegliato la natura nel primo giorno di primavera. Continua tu il racconto sul quaderno: immagina che cosa succederà all’albero nudo e addormentato, alla lucertola… Nel prato arriveranno altri animaletti? Spunteranno dei fiori? 76
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Ma tutt’intorno c’era un gran silenzio. Si avvicinò al ruscello e scivolò sulla lastra di vetro, lo scaldò e pian piano fece anche lì un buco. Dal buco l’acqua uscì libera. Da un altro buco si affacciò una lucertola ancora tutta fredda e si allungò al sole. La coperta grigia bucata da Primoraggio fu bucata da un altro raggio e poi da un altro e da un altro ancora. Più di cento raggi fecero a pezzi la coperta grigia e le nuvole fuggivano. Un piccolo pezzo di cielo azzurro cresceva sempre più: in poco tempo diventò così grande che ci passarono tutti i raggi del sole, e il mondo diventò tutta luce.
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CLIL
M. Lodi, Bandiera, Einaudi Ragazzi
IT’S SPRING
Completa i cartellini sul disegno con le parole corrette.
SKY
BRANCH
GRASS CHERRYTREE
CLOUD
LEAF BIRD
RIVER
FLOWER
LIZARD 77
²la primavera IL VOLO DELLE RONDINI Il nostro salice dormì fino a primavera. A svegliarlo fu solo un gran prurito: erano le gemme che volevano aprirsi. Si sgranchì pigramente i rami, poi diede il buongiorno al sole e si guardò intorno. Qualche albero del frutteto era quasi fiorito, qualche sempreverde del bosco che non aveva dormito ora si scrollava di dosso l’ultima neve; uno scoiattolo sbadigliava. Era proprio primavera. Il salice fece spuntare fiori e foglie salutandoli a uno a uno e cercando di disporli tutti in piena luce. Il tempo passò così nella piacevole occupazione di rivestirsi di verde… Quand’ecco che un certo giorno vide per caso un puntino nel cielo. Era lei… la rondine! Due, tre, cento, mille! Erano tornate le rondini! G. Pizzol, Il volo delle rondini, Fatatrac
Anche Nerina, la rondine amica del salice, era tornata e… Continua tu il racconto. ........................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................
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NELLA BOTTEGA
tH inkering
DELLA CICOGNA
MANGIATOIA-NIDO Ogni anno le rondini ritornano nel loro nido, dopo aver volato per migliaia di chilometri. Aiuta gli uccellini a fare una pausa-pranzo in una mangiatoia-nido costruita da te, riciclando il cartone del latte: gli uccellini di passaggio faranno qui una pausa per il pranzo. MATERIALE
ATTREZZI
Un cartone del latte vuoto, pulito Uno stecco di gelato o un bastoncino Colori acrilici o tempera Colla vinilica
Forbici Pennello Una molletta da bucato Un abbassalingua o un bastoncino di legno
MANI
Prendi il cartone del latte vuoto e pulito e ritaglia, con l’aiuto di una persona adulta, una finestra che diventerà la mangiatoia degli uccellini. 2 Incolla alla base il bastoncino di legno. 3 Colora il cartone del latte. 4 Metti i semi nella mangiatoia e… aspetta gli uccellini! 1
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²la primavera LA PACE È UNA FESTA Una bella margherita, adagiata sopra un prato, con un tono assai gentile chiese a un fiore appena nato: – Ho sentito le campane. Tu lo sai cos’è successo? – Mi dispiace, non lo so. Sono nato proprio adesso! Deve esserci una festa… E per questo le campane fan sentire il loro suono: perché dicono ad ognuno che la Pasqua è un grande dono. E. Massari, I mandorli fioriscono in inverno, Elle Due
A PELO D’ACQUA
BAMBINI E BAMBINE CURIOSI
Vuoi scoprire alcune tradizioni legate alla Pasqua e alla Primavera di Paesi come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti o la Germania? Puoi giocare con i tuoi amici e le tue amiche a EGG ROLLING, il rotolamento delle uova. Vai in un prato, meglio se in discesa, e inizia a far rotolare il tuo uovo, meglio se scaduto! Vince chi fa rotolare l’uovo fino al traguardo senza romperlo! Oppure immagina che Easter Bunny, un fantastico coniglietto, nasconda le uova nel giardino e chieda ai bambini e alle bambine di andare a cercarle. Easter Bunny porta anche i doni durante la mattina di Pasqua. 80
A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
NEL MONDO DI CLAUDE MONET CHI SEI?
Sono nato a Parigi e mi chiamo Claude Monet. Ho iniziato a dipingere quando ero un ragazzino: disegnavo delle caricature che vendevo per poche monete. Sono diventato amico di un pittore che mi ha trasmesso l’amore per la natura all’aria aperta. Amo dipingere gli elementi naturali durante le stagioni, amo i colori e i piccoli tratti con il pennello.
Claude Monet, Primavera a Giverny
Immagina di guardare fuori dalla finestra, verso i boschi: potrai vedere degli alberi con fiori bianchi, delicati. Sono i ciliegi selvatici! Puoi riprodurre i fiori del ciliegio con gli acquerelli. Osserva attentamente il quadro di Monet e prova a imitare le pennellate di verde che riproducono le erbe dei prati. Usa più tonalità di verde. I fiori sono di colore bianco, rosa chiaro e rosa scuro. Per dare importanza ai tronchi, puoi ripassare i contorni con il pennarello marrone. Mentre disegni, ascolta “Il Valzer della primavera” di Chopin. 81
LA SESTA VALLE:
LA GELOSIA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Il viaggio riprese. Ancora una volta, l’upupa si mise alla guida dello stormo. Volava con facilità attraverso le correnti ostili e i nembi scuri delle tempeste. Era capace e aveva profonde conoscenze del cielo, della terra e dei mari. Era felice, e lo dimostrava cantando: – Up… up… up… Il canto segnava il ritmo del battito delle ali. Ma qualcosa presto si incrinò: sua maestà l’aquila, dai regni del Nord, non tollerava di essere finita dietro l’upupa. Per la regina delle nevi eterne sembrava un affronto che alla guida del Grande Stormo ci fosse un piccolo, strano, diverso uccello. Era gelosa, l’aquila, e dimostrava i suoi cupi sentimenti cercando di ostacolare il volo della guida, sorpassandola con virate improvvise e maldestre. Gli occhi del rapace gettavano fulmini e saette finché… l’upupa non condusse tutti nella sesta valle, la valle della Gelosia. Arbusti spinosi che si contorcevano su loro stessi, gialli come limoni acerbi e aspri, cespugli secchi e pieni di rami pungenti come le spine delle piante del deserto. L’acqua scivolava dai becchi assetati, che restarono asciutti. Gli uccelli non vedevano l’ora di scappare. Convinsero l’aquila, orgogliosa e potente, ad affidarsi, come loro, a una nuova guida. L’aquila capì e accettò.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA SESTA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Seduti nel Cerchio d’Incontro, discutiamo su che cosa è successo tra l’aquila e l’upupa. L’aquila, che da tutti è considerata un uccello forte, è gelosa dell’upupa, un uccello famoso per la sua sapienza. Tu come ti saresti comportato/a? Come l’aquila o come l’upupa? Perché? ....................................................................................................... ....................................................................................................... .......................................................................................................
Hai provato anche tu qualche volta l’emozione della gelosia? Racconta brevemente un episodio. ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... .......................................................................................................
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GELOSIA LA SESTA VALLE: LA
SULLA COLLINA Due scatole di cartone, abbastanza grandi per nascondersi. Uto e Leo le portano ogni giorno su, sulla collina. Certe volte sono re, soldati, astronauti, pirati. Ma sempre, sempre sono grandi amici. Navigano, corrono, saltano, volano, chiacchierano e ridono, lui e Leo. A Uto piace questo ritmo a due. Un lunedì incontrano un altro bambino, ha una scatola e vuole unirsi a loro. Si chiama Samu. Ha osservato Uto e Leo e, finalmente, ha trovato una scatola e il coraggio di chiedere se può giocare. Uto si sente strano e, una sera, distrugge la sua scatola, la riduce a pezzi.
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Secondo te, Uto e Leo diventano davvero re, soldati, astronauti o pirati? .................................................................................................................................................
Completa le frasi.
• Samu, Leo e Uto sono tre amici. • Samu è gentile, divertente, audace e coraggioso. • Leo è ........................................................................................................................... • Uto è ........................................................................................................................... • Io invece sono ................................................................................................ 84
Il filo rosso Leo e Samu qualche volta passano a chiamarlo. Uto li evita. Ma gli manca Leo. Un giorno, bussano alla porta. Uto sente la voce di Samu. – Abbiamo una cosa per te, vieni fuori! È una scatola. Ma è molto molto più di una semplice scatola. Ha un sacco di cose attaccate, scintillanti e sventolanti come enormi aquiloni. E poi… le ruote! Così l’enorme scatola-su-ruote viene trainata sulla collina. È meravigliosa! Dentro ci sono perfino delle… scatole, una con i biscotti, una con la limonata. A Uto piace Samu. Samu è gentile. Samu è divertente. Samu è audace e coraggioso. A Uto piace il tempo trascorso insieme, la loro Samu-Leo-Utitudine. Gli piace il loro ritmo a tre.
�della storia
L. Sarah - B. Davies, Sulla collina, EDT Giralangolo
IN PICCHIATA
LESSICO
Che cosa significa, nel testo, ritmo a due? .....................................................................................................................................................................................................
Che cosa significa, nel testo, ritmo a tre? ........................................................................................................................................................................................................
Leo, Uto e Samu hanno inventato una SAMU-LEO-UTITUDINE. Conosci qualche parola che finisce in .............ITUDINE? Prova a scriverne qualcuna.
Abitudine, .......................................................................................................................................................................... 85
GELOSIA LA SESTA VALLE: LA
IO E MARA Eravamo in automobile tutti e quattro, c’era un ingorgo in autostrada e la mamma iniziava a diventare nervosa, credo anche per colpa di mia sorella Mara che piagnucolava. Mara non avrebbe fatto in tempo ad arrivare alla festa di una sua amica, e questa era una cosa gravissima! Mara aveva un vestito nuovo, le scarpe blu con il cinturino e le calze ricamate. Continuava a frignare. Quando mia sorella piange non la sopporto. Si dà un sacco di arie perché è più grande di me e poi piange come una bambinetta dell’asilo e in momenti come questi vorrei essere figlio unico. Poi quando è con la sua amica Daniela diventa insopportabile: si vestono uguale, parlano uguale e fanno sempre le stesse cose.
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Il filo rosso A un certo punto sono sbottato: – Nessuno alla festa si accorgerà che tu manchi! Più tardi, a casa, il papà mi ha rimproverato con un tono molto serio e mi ha fatto capire che Mara mi difende sempre e ha un posticino nel suo cuore per me. Per fortuna il papà non mi ha chiesto di chiederle scusa, perché questa è una cosa che non mi va proprio di fare!
�della storia
G. Quarzo - A. Vivarelli, La coda degli autosauri, Piemme
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Chi sta raccontando?
Mara. La sorella di Mara.
Il fratello di Mara. Il papà di Mara.
Colora in giallo le parole della gelosia nel testo. Meglio essere figli unici o avere dei fratelli? Che cosa ne pensi? Completa la tabella. È MEGLIO ESSERE FIGLI UNICI perché...
È MEGLIO AVERE DEI FRATELLI perché...
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GELOSIA LA SESTA VALLE: LA
LA GARA DI BARCHE C’era una volta un paese che aveva due spiagge: una bianca e una rossa. Tutti gli anni, in primavera, si svolgeva una gara fra due barche di otto rematori, una della spiaggia bianca, capitanata da Alvise, e una della spiaggia rossa, capitanata da Nando. Un certo anno, la barca della spiaggia rossa cominciò a rallentare. – Forza, forza! – gridava Alvise. – Guardate come vanno piano, remate! – Certo che vanno piano, Alvise! – disse un tale, Piddo. – Hanno un forellino sotto l’asse di poppa, e stanno imbarcando un po’ d’acqua, e quel forellino l’ho fatto io! Alvise gridò: – Smettete di remare! – Nando – gridò Alvise, – questa notte ho sognato che uno dei miei uomini ha fatto un buchino sotto l’asse di poppa. È vero? Nando controllò e disse: – Hai sognato bene, amico Alvise! Ecco perché remare ci costava tanta fatica! Alvise guardò Piddo e disse: – Salta sull’altra barca e tieni il dito in quel buco fino alla fine della gara! Le due barche lottarono fianco a fianco e arrivarono alla spiaggia nello stesso momento. Così quell’anno non ci furono vinti e vincitori, ma la festa si fece lo stesso. R. Piumini, Storie per chi le vuole, Einaudi Ragazzi
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Perché Piddo è salito sull’altra barca? .............................................................................................. Che cosa pensi del comportamento di Piddo? Scegli l’immagine. Che cosa pensi del comportamento di Alvise? Scegli l’immagine. 88
Il filo rosso
LUCA E LA GELOSIA
�della storia
Luca sapeva bene che cosa fosse la gelosia. L’aveva provata alla nascita di Lisa. Infatti, nei giorni successivi alla sua nascita, tutti erano venuti a casa a conoscerla e le avevano portato regali. Mamma e papà avevano regalato a Luca una bellissima autopompa dei vigili del fuoco, ma il dono non era riuscito a cacciare la gelosia. La mamma, poi, si occupava sempre di Lisa. Luca rivoleva la mamma tutta per sé: non voleva che Lisa diventasse la preferita della mamma. Perché mai aveva voluto un altro bambino? Non se lo sapeva spiegare. Chiese al papà di rimandare Lisa da dove era venuta. Ma il papà gli aveva risposto che non era possibile. Gli promise, però, che le cose sarebbero presto migliorate e, fortunatamente, papà aveva ragione. A volte, mentre lui si prendeva cura di Lisa, Luca poteva avere la mamma di nuovo tutta per sé. A. McCardie, Il libro delle emozioni, La Margherita
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Che cosa fanno i genitori di Luca per aiutarlo a scacciare la gelosia? .........................................................................................................................................................................................................
Perché il dono dei genitori NON è riuscito a scacciare la gelosia di Luca? Trova nel testo le frasi che raccontano le motivazioni e sottolineale. Ti saresti comportato/a come Luca? .........................................................................................................................................................................................................
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MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali IL CAMALEONTE VARIOPINTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
Un camaleonte riposava su una foglia verde. Se si spostava su un tronco marrone, diventava marroncino; su un fiore rosso, diventava rossiccio; sulla sabbia gialla, diventava giallognolo. Difficilmente riuscivi a vederlo. Quando il camaleonte stava al caldo e aveva cibo, diventava verde brillante. Ma quando aveva freddo e sentiva fame, diventava grigio e triste: stava fermo e aspettava. Solo i suoi occhi si muovevano, finché non vedeva una mosca. Allora tirava fuori la sua lunga lingua appiccicosa e la catturava. Un giorno il camaleonte entrò in uno zoo! Non aveva mai visto tutti quei bellissimi animali. “Come sono piccolo, lento e debole!” pensò. “Vorrei essere bianco e grande come un orso polare”. E immediatamente il desiderio si avverò! Ma il camaleonte non si sentiva felice. “Vorrei essere bello come un fenicottero… Elegante come una volpe… Forte come un elefante… Divertente come una foca…”. In quel momento arrivò una mosca e il camaleonte aveva davvero fame. Ma era troppo mescolato. Era diventato un po’ di questo e un po’ di quello. E in quelle condizioni non poteva acchiappare la mosca. “Vorrei essere me stesso” pensò infine il camaleonte. E. Carle, Il camaleonte variopinto, Mondadori
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Indica con una x.
1. Il camaleonte (riga 1): A. rideva su una foglia verde. B. riposava su una foglia verde. C. m angiava su una foglia verde. D. dormiva su una foglia verde.
5. Un giorno il camaleonte andò (riga 12):
A
B
C
D
2. Il camaleonte diventava giallo quando era (riga 4):
A
B
C
D
3. Il camaleonte NON diventava verde brillante quando (righe 6-7): A. aveva fame e sete. B. aveva fame e freddo. C. aveva sonno. D. aveva caldo. 4. La lingua del camaleonte era (riga 11): A. lunga. B. corta. C. bagnata. D. lunga e appiccicosa.
6. Il camaleonte avrebbero voluto essere (righe 18-20)… Collega le caratteristiche agli animali corrispondenti utilizzando le lettere. A. bello come… B. forte come… C. divertente come… D. elegante come… … una foca … un fenicottero … una volpe … un elefante 7. Secondo te, questa storia ci vuole far capire che è meglio: A. essere se stessi. B. essere come gli altri. 91
A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
UN ANIMALE… GIALLO DI GELOSIA MATERIALE OCCORRENTE
Foglio di cartoncino Scatole riciclate preparate dall’insegnante con cartellini delle parti del corpo
1
Disegna un animale completo in tutte le sue parti, poi colora.
2
Ritaglia il tuo animale in sei pezzi: becco/ muso, testa, orecchie, tronco, zampe, coda. Inserisci i pezzi nelle scatole sulla cattedra con i nomi delle parti del corpo.
3
Ora puoi costruire il tuo animale giallo di gelosia, prendendo dalle scatole sei pezzi di animali diversi. 92
Matita, colori Forbici Colla
4
Incolla le parti su un foglio e fai un contorno giallo!
UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA
GIALLO DI GELOSIA Lucia, Annalara e Tommaso litigano sempre per avere le attenzioni della mamma. I tre fratelli provano ogni volta lo stesso sentimento: diventano tutti gialli di gelosia! Come finirà? Ecco una storia davvero speciale.
Giallo di gelosia Sara Agostini e Marta Tonin
Lucia, Annalara e Tommaso sono tre fratellini come tanti altri: a volte vanno d’accordo, altre proprio no. – La mamma è mia! – esclama uno. – No: la mamma è soltanto mia! – risponde l’altra. – È mia! – aggiunge la terza. Quando litigano i tre fratelli diventano gialli di gelosia come pulcini arruffati. Un pomeriggio Lucia cade e la mamma l’aiuta a rialzarsi. Annalara si mette a piangere disperata: – Ahi! Mi sono fatta male anch’io! Tommaso si mette a sua volta a urlare: – Mi sono schiacciato un dito! Non appena la mamma lo prende in braccio, Lucia e Annalara, gialle di gelosia come api fastidiose, la tirano di qua e di là. All’improvviso… compaiono tre mamme! – T-t-re-mo-mo-gli!?! – balbetta il papà, entrando in casa. – Questa è tutta mia! – si affretta a dire Lucia. – E questa è mia! – aggiunge Annalara. – Quest’altra è tutta mia! – conclude Tommaso. Le tre mamme pensano di poter approfittare di questa incredibile magia per dedicare ai bambini tutte le attenzioni che desiderano…
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LA SETTIMA VALLE:
L’ AMICIZIA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Gli uccelli arrivarono alla SETTIMA VALLE, quella dell’AMICIZIA. Era nascosta tra montagne maestose, verde di fitti boschi, azzurra di fiumi e di laghi, gialla di deserti di sabbia e grigia di pietre e sassi. Un piccolo oceano lambiva le coste sabbiose e le accarezzava con un ritmo sempre uguale, lento. Gli uccelli planavano lentamente, stupiti dal fatto che sembrava che il mondo fosse tutto lì, nella minuscola valle. Avvicinandosi, udirono voci che assomigliavano ai versi di alcuni animali che, pian piano, uscirono timorosi dai loro nascondigli e si fidarono dello stormo di uccelli. Cammelli, giraffe, mucche, delfini, orche, volpi, lontre, castori, ippopotami, coccodrilli, leprotti e serpenti. Si fecero vedere e si conobbero. Si conobbero e diventarono amici. Quando gli uccelli dello stormo ripartirono, gli animali promisero che in qualsiasi momento li avrebbero aiutati e avrebbero provveduto a loro. Gli uccelli impararono a conoscere la sete nel deserto, la calma del lago, il vento del bosco, il ghiaccio delle alte montagne, la profondità dell’oceano. Ripartirono più forti e sapienti, grazie ai loro amici.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA SETTIMA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Essere amici significa condividere e collaborare. Con-dividere significa dividere con qualcuno le emozioni, i segreti, i giochi, i momenti belli e i momenti brutti… Col-laborare significa lavorare insieme agli altri. Ora raccontiamo dei nostri amici e delle nostre amiche.
Ho un amico che / Ho un’amica che ......................... .................................................................................................................................... ....................................................................................................................................
Ho un amico animale che ....................................................... .................................................................................................................................... ....................................................................................................................................
Ecco i miei amici e le mie amiche!
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’ AMICIZIA LA SETTIMA VALLE: L
LE REGOLE DEL GIOCO Tutti i giorni Marco tornava a casa arrabbiato con i suoi compagni; alla fine decise che non sarebbe più andato a giocare con gli altri bambini. A stare sempre solo si annoiava, ma era meglio che essere preso in giro. Un pomeriggio, dalla finestra della sua cameretta, Marco guardò i suoi vecchi amici giocare nella piazza e si accorse che ogni gioco aveva delle regole che dovevano essere rispettate da tutti. “Quando giocavo a pallone non mi passavano mai la palla” pensava Marco. Ma poi capì che la palla doveva essere presa a calci, mentre lui voleva acchiapparla con le mani. Allora scese in fretta le scale, arrivò nella piazza e si mise a giocare a pallone, senza mai prenderlo con le mani. Fu accolto con gioia da tutti e da quel giorno non si lamentò mai più dei compagni. G. Soldi, Gita in treno, Fabbri
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Perché Marco tornava a casa arrabbiato? .................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................
I giochi hanno delle regole. Perché? ................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................
Conosci il nome di altri giochi che hanno delle regole? Quali? Racconta. 96
Il filo rosso
�della storia
NELLA PALUDE Ecco le regole di un gioco da svolgere con la tua classe. Servono: 10 bicchieri di plastica, acqua, una striscia di stoffa da utilizzare come benda. 1 Con una conta si sceglie
1
2
3
4
la coppia di giocatori. 2 Il giocatore che dovrà percorrere
la palude senza urtare i bicchieri di acqua viene bendato. 3 L’altro giocatore dovrà fare
da guida dando comandi precisi (un passo avanti, un passo a destra, un passo in diagonale a sinistra…). 4 Gli altri giocatori dispongono
lungo il percorso dei bicchieri di plastica pieni di acqua, formando un tragitto a ostacoli.
5
5 Vince la coppia che riesce
ad attraversare la palude senza far cadere nessun bicchiere. FACCIAMO IL PUNTO
IL TESTO REGOLATIVO
Secondo te, questo testo:
narra una storia.
dà delle istruzioni.
è fantastico.
Perché hai scelto questa risposta? ....................................................................................................................................................................................................
Questo testo si chiama testo regolativo. 97
COMPITO DI REALTÀ
CORSA CON IL CUCCHIAIO MATERIALE OCCORRENTE
I giocatori possono essere 4, 8, 12… Dove si gioca? In palestra, in un corridoio spazioso oppure all’aperto.
Un cucchiaio per ogni giocatore Due palline da ping pong ECCO CHE COSA FARE!
Osserva le immagini, leggi le regole e completa. 1
I giocatori si dividono in due squadre.
2
3
Le squadre decidono le due linee di partenza e di ......................................
Partenza! I primi due giocatori si dispongono sulla linea di partenza tenendo ..................................... in bocca, dalla parte del manico, e ............................ da ping pong dentro il cucchiaio.
4
5
6
Al via, i due bambini dovranno muoversi il più velocemente possibile fino a raggiungere la linea di ......................................
Se .................................... cade per terra, il bambino è squalificato.
Il primo che arriva senza far cadere la pallina .................................. .................vince. A questo punto partiranno altri due giocatori.
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’ AMICIZIA LA SETTIMA VALLE: L
Il filo rosso
UNA NUOVA AMICA
�della storia
Non molto tempo fa vidi una bambina con la cartella: stava andando verso una piccola casa. Parlò dolcemente mentre mi salutava, sporgendo una mano perché potessi annusarla. Poi, gentilmente, mi grattò la testa. Io mossi la coda avanti e indietro, perché lei la ammirasse. La bambina aveva una coda simile alla mia, ma di capelli, dietro la testa. Era legata disordinatamente con un nastro e aveva un grumo di chewing-gum attaccato in fondo. Io avevo a che fare con fili d’erba e piccole spighe che si intrufolavano nel pelo, perciò capivo perfettamente il problema. Ma mi parve strano che lei non avesse neppure tentato di eliminare la sporcizia con qualche morso ben assestato. Mi invitò a camminare al suo fianco, e io rimasi vicino alle sue caviglie lungo tutto il vialetto. Poi aprì la porta ed io entrai con lei. L. Lowry, Il cane prodigio, Mondadori
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Leggi e completa il testo con le seguenti parole.
coda • cane • giardino • collare • abbaiò • mano • zampa Non molto tempo fa vidi un ............................... con il ...............................: stava andando verso un piccolo ................................ ............................... dolcemente mentre mi salutava, sporgendo una ............................... perché potessi toccarla. Poi, gentilmente mi leccò la ................................ Io mossi la coda avanti e indietro, perché la ammirasse. Il cane aveva una ............................... simile alla mia, ma di peli. Questo testo è raccontato da ................................................................................................... 99
’ AMICIZIA LA SETTIMA VALLE: L
PICCOLI NEMICI, GRANDI AMICI Alice e Robin erano nemici dichiarati. Ogni occasione era buona per farsi terribili scherzi. Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu quando, una mattina, la mamma di Alice portò Alice a casa di Robin per alcuni giorni. E quando la mamma di Robin gridò di andare a lavarsi le mani per la cena, accadde la tempesta. Solo nel bagno, Robin aprì il rubinetto dell’acqua, prese il sapone e si insaponò con cura le mani. Fu al momento del risciacquo che si accorse che c’era qualcosa che non andava. Provava e riprovava, ma le mani sembravano ogni volta più sporche di prima.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA ..........................................
Racconta tu la storia: completa i fumetti.
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100
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Il filo rosso Alzò lo sguardo e vide il tubo della colla nautica sul lavandino. Alice aveva cosparso tutto il sapone di colla nautica. Robin si gettò sulla porta che solo al settimo colpo si aprì e… Robin precipitò sulla libreria, sui libri, sui giocattoli e i peluche gli caddero addosso in un sol colpo. Alice cominciò a ridere come una pazza quando vide Robin con tutti i peluche appiccicati alle mani. Robin partì all’attacco, Alice cadde sulla mongolfiera e si aggrovigliò tra i fili sottili, e più cercava di uscire, più si legava. I bambini cominciarono a ridere e così, per terra, stanchi, si addormentarono. Erano fatti allo stesso modo: nemici terribili, ma anche grandi amici.
�della storia
A. Russo, La bambina Babilonia, Salani
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’ AMICIZIA LA SETTIMA VALLE: L
L’AMICA DEL CUORE Cara Ottilia, se qualcuno mi domandasse: che cos’è un’amica del cuore? Sì, io risponderei semplicemente: Ottilia. Di solito l’amicizia cresce un poco alla volta. Bisogna conoscere bene l’altra persona e allo stesso tempo farsi conoscere da lei, scoprire le cose che si hanno in comune, le idee e il carattere. Ma essere amiche non vuol dire essere la copia dell’altra. Significa aiutarsi a vicenda restando se stesse, e questo l’ho capito solo dopo averti conosciuta. Sin dal giorno in cui ci siamo trovate, in prima, nella stessa classe, abbiamo capito che qualcosa ci portava ad andare l’una verso l’altra. A volte, però, ci sono stati momenti per me un po’ difficili. Ricordi quel giorno in cui la supplente ti diede un voto più alto del mio in un compito di italiano?
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Perché “l’amicizia cresce un poco alla volta”, come scrive Valentina a Ottilia? Ricopia le frasi della lettera in cui c’è la spiegazione. 1
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3
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Che cosa vuol dire essere amiche?
Essere uguali, avere gli stessi gusti. Aiutarsi a vicenda restando se stesse. 102
Il filo rosso
�della storia
Dentro di me provavo un’irritazione che sul momento non seppi spiegare. Quando capii, me ne vergognai molto: ti invidiavo. Ero talmente dispiaciuta di aver provato un sentimento del genere, sia pure per pochi istanti, che il giorno dopo, per farmi perdonare, ti regalai un libro. – Come mai? – mi chiedesti. – Non è il mio compleanno e neppure il mio onomastico. – E allora? Non posso farti un regalo? Sei o non sei la mia amica? A. Petrosino, Il mondo di Valentina, Piemme Junior
IN PICCHIATA
LESSICO
Che cos’è un’amica del cuore?
l’amica che hai È disegnato in un cuore. È la migliore amica, quella a cui si vuole molto bene. È il tuo amico animale.
Se hai un amico o un’amica del cuore, scrivi il suo nome nel cuore.
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MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali NASCITA DI UN’AMICIZIA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27
Il gatto nero grande e grosso, seduto sul davanzale della finestra, guardava attentamente un bambino. “È un ragazzo fantastico” pensò il gatto. Zorba, il gatto nero grande e grosso, provava affetto per il bambino e non aveva dimenticato che gli doveva la vita. Tutto era capitato il giorno in cui aveva abbandonato la cesta che gli faceva da casa. Zorba voleva assaggiare una di quelle teste di pesce che la gente del mercato dava ai gatti. Zorba abbandonò la cesta, ma non arrivò lontano. Passò davanti a un uccello con un gozzo enorme sotto il becco. All’improvviso Zorba si ritrovò a far capriole in aria e sotto lo aspettava l’uccello con il becco aperto. Piombò nel gozzo. – Fammi uscire! – miagolò disperato. – Accidenti! Ma tu parli! – gracchiò l’uccello. – Fammi uscire o ti graffio! – miagolò minaccioso. – Ho il sospetto che tu sia una rana. Sei una rana? – domandò l’uccello. – Sono un gatto e anche furibondo! Fammi uscire o te ne pentirai! – miagolò. L’uccello finalmente aprì il becco. Il piccolo Zorba saltò a terra. Allora vide il bambino, che teneva l’uccello per il collo e lo scuoteva. – Vieni, gattino. Per poco non finisci nella pancia di questo uccellaccio – disse il bambino, e lo prese in braccio. Così era iniziata quell’amicizia che durava ormai da cinque anni. L. Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani
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Indica con una x.
1. Perché Zorba ama tanto il bambino (riga 5)? A. Perché è sempre stato in casa con lui. B. Perché il bambino gli ha salvato la vita. C. Perché il bambino gli dà tanti bocconcini. D. Perché Zorba ha salvato la vita a quel bambino. 2. Dove si svolgono i fatti raccontati in questa storia? A. Su un davanzale. B. Su una spiaggia. C. In una casa. D. Al mercato. 3. Dove stava da piccolo Zorba (riga 6)? A. In una cesta, al mercato. B. Nella casa del bambino. C. In una cesta, in una stalla. D. Il racconto non lo dice.
4. Perché Zorba si allontana dalla cesta (righe 7-8)? A. Vuole incontrare il bambino. B. Vuole mangiare una testa di pesce. C. Ha litigato con il bambino. D. Si annoia. 5. Secondo te, che tipo di gattino è Zorba? A. Timido e pauroso. B. Curioso e indipendente. C. Cattivo e indisciplinato. D. Prepotente e aggressivo. 6. In quale momento il gattino incontra l’uccello? A. Mentre mangia una bella testa di pesce. B. Dopo aver assaggiato la testa di pesce. C. Prima di aver assaggiato la testa di pesce. D. Dal racconto non si può sapere.
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A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
NEL MONDO DI ANTONIO LIGABUE CHI SEI?
Mi chiamo Antonio Ligabue. Sono nato in Svizzera e ho vissuto in Italia. Ero un bambino silenzioso e la mia passione era il disegno. Amo raffigurare gli animali e, a volte, dipingo i cartelloni per il circo. Mi piace anche disegnare me stesso, spesso in compagnia di animali. Amo i colori accesi.
Antonio Ligabue, Cane da caccia con paesaggio
Osserva il quadro. Secondo te, il titolo corrisponde a quello che si vede? Sì NO Quali sono gli elementi raffigurati nel dipinto? Indica con x.
fiori
case
alberi
prato
farfalle
montagne
uccelli
fiume
strade
lago
Quali sono i colori dominanti nel dipinto? Indica con x.
Quali sono le forme più utilizzate? Circonda.
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UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA L’importante è che siamo amici Jessica Walton, Dougal MacPherson
L’IMPORTANTE È CHE SIAMO AMICI Errol e il suo orsacchiotto Thomas sono grandi amici e fanno tutto insieme. Una mattina, però, nonostante fuori il sole splenda, Thomas è triste… Errol e Thomas, l’orsacchiotto, giocavano insieme tutti i giorni. Facevano giri in bici nel cortile dietro casa. Piantavano ortaggi in giardino. Mangiavano panini nella casa sull’albero. E organizzavano merende con tè e biscotti quando fuori pioveva. Un giorno, Errol si svegliò con il sole che splendeva alla finestra di camera sua. – Evviva! – gridò. – Dai, Thomas, andiamo al paro a giocare! Thomas l’orsacchiotto non aveva voglia di giocare. – Hai l’aria proprio triste oggi, Thomas – disse Errol. – Ma non preoccuparti: il parco ti tirerà su! Thomas l’orsacchiotto non ne era tanto sicuro. 107
L’ OTTAVA VALLE:
LA FIDUCIA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Gli uccelli erano stupiti e la meraviglia traspariva dai loro occhi. La valle della bellezza e la valle dell’amicizia li avevano trasformati e ognuno di loro stava imparando ad ascoltare, osservare, gustare, capire ciò che era dentro e fuori di sé. La fanciulla dalle dita leggere aveva compreso che erano pronti per conoscere la NONA VALLE, quella della FIDUCIA. L’upupa le strizzò l’occhio e aspettò paziente di entrare a vedere il tesoro di quel mondo. La valle era immensa e colorata di spighe e fiori mossi dal vento. Goccioline d’acqua scendevano a portare frescura sui campi. Migliaia di insetti lavoravano incessantemente, portando qualcosa di minuscolo dove era custodito il tesoro. La pianura si aprì e lasciò entrare gli increduli uccelli: erano arrivati nel grande granaio, dove erano custoditi i semi del mondo. – Vi ho portati fin qui perché ho fiducia in voi – disse l’upupa. – Affiderò a ciascuno un seme da gettare nell’altro mondo. Bagnate le vostre piume nelle cascate e nei fiumi, e tenete l’acqua, in voi, come un bene prezioso.
108
TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO L’ OTTAVA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Gli uccelli hanno dimostrato di avere fiducia nella loro guida: l’upupa. Secondo te, quali caratteristiche devono avere le persone perché si possa avere fiducia in loro? ..................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................
Confronta le tue risposte con quelle dei compagni e delle compagne. 109
FIDUCIA L’ OTTAVA VALLE: LA
LE DUE SORELLE
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Giovanna e Anna sono due sorelle rane, La rana Anna NON ha ma diverse come la notte e il giorno. fiducia in se stessa. Giovanna saltava da uno stagno all’altro, Anche tu, a volte, hai sempre più in alto e sempre più lontano. paura di sbagliare? – Se non stai attenta, ti romperai Racconta sul quaderno. le zampe! – l’avvertiva Anna. – Le nostre zampe sono fatte per saltare – le rispondeva Giovanna. – Coraggio! Andiamo a nuotare nel fiume! – Non ci penso neanche! Potrebbe mangiarci un serpente! Io non sono veloce come te! – Non è vero! Tu ti rifiuti di fare qualsiasi cosa in cui tu possa sbagliare. Ma così non imparerai mai! Poi un giorno, all’improvviso… – Gra Gra Gra… Aiuto!!! Anna era pietrificata. Era la voce di sua sorella. Era in pericolo. Senza pensarci, Anna iniziò a saltare sempre più in alto, si tuffò nel fiume, veloce, seguendo la corrente. E, in un attimo, raggiunse il punto in cui si trovava la sorella e l’abbracciò. – Che cosa è successo? – Niente! Ma tu sei stata coraggiosa a venirmi a salvare! – rispose Giovanna. Da quel giorno, tutte le paure di Anna rimasero sul fondo del fiume! M. Menéndez-Ponte, Il grande libro delle emozioni, Nord-Sud Edizioni
110
Il filo rosso
I DUE PORCOSPINI
�della storia
È una notte buia e fredda. Due porcospini cercano in tutti i modi di scaldarsi. Si avvicinano e scoprono che il freddo diminuisce. Così i due animali si avvicinano l’uno all’altro sempre di più, ma finiscono per pungersi a vicenda. Allora, spaventati, entrambi si allontanano e di nuovo il freddo li assale. I due porcospini hanno paura di ferirsi e tentennano. Aspettano, hanno paura, ma il freddo è così intenso che ben presto i due animali abbandonano ogni paura. Ma quando si avvicinano, si pungono ancora e fuggono lontani l’uno dall’altro. Ripetono più volte l’esperimento di avvicinarsi e sempre si pungono. A poco a poco, però, capiscono che esiste una distanza che permette loro di scaldarsi e di non pungersi. Così vicini, ma fiduciosi e rispettosi l’uno dell’altro, i due porcospini vincono il freddo e sopravvivono. A. Schopenhauer, La favola dei porcospini
tra terra e cielo
il tempo dello yoga
Formate delle coppie e sedetevi uno di fronte all’altro. A turno, con la velocità decisa da voi, come i porcospini, sfioratevi e fate toccare le mani, le braccia, i piedi… ma anche gli occhi. 111
FIDUCIA L’ OTTAVA VALLE: LA
L’UNICORNO L’elfa dagli occhi verdi tese una mano verso il fitto intreccio di rami e foglie. Jared si accorse che intorno all’anello di alberi c’era ogni genere di folletti, elfi, fatine e spiritelli, che sbirciavano dai piccoli varchi rimasti. I loro occhi scuri brillavano, le ali ronzavano e le bocche si muovevano, ma nessuno oltrepassava il muro di rami intrecciati. Una nuova creatura si fece avanti. Era bianca, grande più o meno come un cervo. La pelliccia era color avorio e la lunga criniera era arruffata. Il corno era avvolto a spirale e sembrava appuntito. La creatura sollevò il naso umido e fiutò l’aria. Jared si era fermato e aveva paura di respirare mentre sua sorella accarezzava l’unicorno e affondava la mano nella criniera soffice come una nuvola. H. Black - T. DiTerlizzi, Spiderwick. Le cronache, Mondadori
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Da chi era abitato il bosco?
Da folletti, scoiattoli, fatine, spiritelli. Da folletti, elfi, fatine, spiritelli. Da folletti, elfi, streghe, spiritelli. Quale unicorno corrisponde a quello descritto nella storia? 112
Il filo rosso
IL DRAGO GENTILE
�della storia
C’era una volta un drago che si chiamava Komodo e che era capace di sputare fuoco. Tutti avevano paura e, quando lui arrivava, correvano a nascondersi. Un giorno Komodo incontrò Susanna. La bambina non si spaventò affatto, anzi gli chiese di smettere di essere cattivo con la gente. Il drago accettò. Qualche tempo dopo, Carlo, il lampionaio, si addormentò a letto. Così, quella notte, i lampioni della città rimasero spenti. Il sindaco e i cittadini erano furiosi. Come fare per i lampioni? Susanna andò alla caverna di Komodo e convinse il drago a seguirla in città; lo fece passare per le strade e il drago, sputando fuoco sui lampioni, li accese. Tutte le persone applaudirono Komodo, perché capirono che era un animale amico e che potevano fidarsi di lui. D. Bisset, Storie di ogni tempo, Armando
IN PICCHIATA
LESSICO
Completa.
• Lampionaio contiene la parola ............................................................ Il lavoro del lampionaio è ............................................................................ • Cittadini contiene la parola .................................................................... I cittadini sono gli ........................................................... di una città. Trova la parola contenuta in…
• giardiniere: • giornalaio: • pescatore:
............................................................................. ............................................................................. .............................................................................
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FIDUCIA L’ OTTAVA VALLE: LA
IL CUCCIOLO Ho sempre desiderato un cane. Aspettavo di essere abbastanza grande da avere un cane vero. E quando è arrivato Tito, ero pronto. Era lui che volevo. Proprio lui. Quando l’ho visto la prima volta, al canile, minuscolo, confuso, il pelo arruffato, gli occhi grandi, tutto tremante, lui ha guardato proprio me. Gli avevo preparato tutto: una cuccia morbida come un cuscino, le ciotole per la pappa e per l’acqua, i giochini. La prima sera a casa, l’ho messo nella cuccia. Lui si è addormentato quasi subito. L’ho guardato prima di spegnere la luce e mettermi a dormire. Poi, nel cuore della notte mi ha svegliato un piccolo verso, un gemito, come se piangesse. Sono scivolato giù dal letto e l’ho preso in braccio. Mi ha leccato la mano. Il cucciolo si è subito fidato di me e si è riaddormentato, stretto vicino a me, sotto la coperta. B. Masini, Solo un cane, Fanucci Editore
SULLE STRADE DEL CIELO
Disegna come era il cucciolo al canile.
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COMPRENSIONE
Disegna come immagini Tito sotto la coperta.
Il filo rosso
SOTTO AL MELO
�della storia
In quel momento apparve la volpe. – Buongiorno – disse la volpe. – Buongiorno – rispose gentilmente il Piccolo Principe, voltandosi: ma non vide nessuno. – Sono qui – disse la voce, – sotto al melo... – Chi sei? – domandò il Piccolo Principe. – Sono una volpe – disse la volpe. – Vieni a giocare con me – le propose il Piccolo Principe, – sono così triste... – Non posso giocare con te – disse la volpe, – non sono addomesticata. – Ah! scusa – fece il Piccolo Principe. – Che cosa vuol dire addomesticata? – È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”... – Creare dei legami? – Certo – disse la volpe. – Tu, fino a ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. A. de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Giunti
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Quali sono gli ingredienti per creare un legame? ................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................
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MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali IL COLORE DEL CAMALEONTE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
Tutti gli animali hanno un colore. Tranne il camaleonte, che cambia colore secondo dove si trova. Sui limoni è giallo. Tra l’erica il camaleonte è viola e sulla tigre è a righe come la tigre. Un giorno il camaleonte pensò: “Se rimanessi seduto su una foglia per sempre, avrei finalmente un colore tutto mio”. E si arrampicò sulla foglia più alta di un ramo. Ma in autunno la foglia diventò gialla e giallo diventò anche il camaleonte. Poi la foglia diventò rossa e rosso diventò il camaleonte. Un giorno il vento soffiò via la foglia dal ramo e con lei il camaleonte, che rimase nero per tutta la lunga notte nera dell’inverno. A primavera uscì tra l’erba verde del prato, incontrò un altro camaleonte e gli chiese: – Non potremo mai avere un colore tutto nostro? – Ho paura di no – gli rispose l’altro camaleonte. Ma aggiunse: – Perché non stiamo insieme? Cambieremo colore ogni volta che ci sposteremo, ma tu e io saremo uguali. E così rimasero sempre vicini. Talvolta erano verdi tutti e due, viola o gialli. E così vissero sempre insieme felici e contenti. L. Lionni, Un colore tutto mio, Babalibri
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Indica con una x.
1. Il camaleonte diventa (righe 3-5):
A
B
C
D
2. Per avere un colore tutto suo il camaleonte decide di stare (riga 9): A. su una foglia più alta di un ramo. B. su un ramo. C. su un albero. D. su una foglia in basso. 3. Durante l’inverno il camaleonte, rimane (righe 14-15):
A
C
B
D
4. In primavera il camaleonte incontra un altro camaleonte che gli suggerisce (righe 20-22): A. “Stiamo insieme nell’erba del prato, senza muoverci.” B. “Stiamo vicini, ognuno su un tronco.” C. “Stiamo insieme e non importa se cambiamo colore.” D. “Stiamo insieme e cambieremo colore ogni volta che ci sposteremo, ma tu ed io saremo uguali.” 5. Il camaleonte è finalmente felice perché: A. può diventare di tutti i colori. B. è arrivata la primavera. C. ha incontrato un altro camaleonte e si è fidato di lui. D. non cambia più colore. 6. La parola “camaleonte” è formata da: A. tre sillabe. B. quattro sillabe. C. cinque sillabe. D. sei sillabe. 117
TR A
P O E S I A
E
M U S I C A
IL CANTO DEGLI UCCELLI
TENTAR NON NUOCE Leggete in classe, con l’aiuto dell’insegnante.
faccia triste forte temporale
Non aspettare che ci sia il sereno o cada una tiepida pioggia o l’orchestra dei fiori incominci a suonar o i già muti pesci tacciano ancora di più. Fa’ che ti basti che cominci il giorno e che sia fatto chiaro come pagina bianca voltata dopo la nera. brutto voto Allora tieni la faccia più alta che si può e tenta, poiché tentar non nuoce.
litigata
sgridata
R. Piumini ...............................................
gioco rotto ...............................................
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Questa poesia racconta che possono esserci situazioni positive e situazioni negative. Osserva le nuvole del cielo grigio e completa le nuvole del sereno. Secondo te, qual è il messaggio di questa poesia? Che cosa significa tentar non nuoce? Discutine in classe. 118
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...............................................
UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA
L’ALFABETO DELLA SAGGEZZA
L’alfabeto della saggezza Lydia Marin Ross, Johanna Marin Coles
Per ogni lettera dell’alfabeto una parola. E per ogni parola un racconto, tratto dalle storie tradizionali di tutto il mondo. Un libro per bambini e bambine avventurosi, sognatori e a volte ribelli. C’era una volta un pescatore che viveva con sua moglie in una vecchia capanna sulla riva del mare. Tutti i giorni saliva in barca, felice di vedere le onde bordate di schiuma, di sentire il sole accarezzargli il viso e il vento muovergli dolcemente i capelli. Talvolta, stordito dal calore del sole, il pescatore stava lì immobile, preso dalla bellezza della natura, dimenticandosi perfino di gettare la rete. Un mattino in cui il mare era particolarmente calmo, l’uomo lanciò le reti nell’acqua trasparente, ringraziando il cielo per una così bella giornata. Quando giunse il momento di tirarle su, si accorse che faceva molta fatica. Tirò con tutte le sue forze, pensando di aver catturato parecchi pesci di grosse dimensioni. Ma quale non fu la sua sorpresa nel vedere che la rete conteneva un solo pesce con le scaglie dorate…
119
LA NONA VALLE:
LA GENEROSITÀ
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Gli uccelli erano felici ma esausti per il grande viaggio. Avevano visitato valli spaventose e valli meravigliose, però non avevano ancora trovato il Re. Qualcuno iniziava a spazientirsi, ma non poteva protestare perché nel becco teneva custodito il prezioso seme. Anche il piumaggio iniziava a diventare pesante. Pioveva e l’acqua, come per magia, faceva brillare le loro piume. L’upupa e il gufo sapevano che sarebbero dovuti arrivare alla NONA VALLE, la valle della GENEROSITÀ. Quella che apparve agli uccelli fu, però, un’amara sorpresa: un grande, antico, pietrificato deserto di sabbia. Silenzio e vuoto. Gli uccelli si ammutolirono e compresero: gettarono i semi nella sabbia e scrollarono l’acqua dalle loro piume. Era la valle con un significato più profondo: la loro generosità aveva portato la vita. I semi si spaccarono e piccole radici si allungavano e si aggrappavano alla terra. Arrivarono api e farfalle, nacquero piante, erbe e fiori… Del deserto non rimase più nulla.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA NONA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Seduti nel Cerchio d’Incontro, a turno, proviamo a elencare gli ingredienti che servono per dare vita a un mondo meraviglioso.
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Gli uccelli tra poco incontreranno il Re. Chi è il Re? Prova a scriverlo, poi confrontati con i compagni e le compagne. ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................
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GENEROSITÀ LA NONA VALLE: LA
GLI AMICI DI ANIA I lupi ritornarono la notte successiva e Ania li sentiva aggirarsi sotto le sue finestre. Ania socchiuse piano le imposte e, senza paura, mise i bocconi sul davanzale: pezzi di carne e di pane raffermo. I due animali mangiarono tutto; poi rimasero fermi sotto la finestra, come in attesa. Avevano ancora fame. Ania si ricordò di avere delle mele. Mentre i lupi addentavano voracemente le mele, Ania socchiuse pianissimo l’imposta e mise fuori la mano destra aperta, con un pezzetto di carne sulle dita. La lupa si era allontanata, ma il maschio era ancora lì. L’animale si fermò: l’odore di Ania era un odore nuovo. – Sono io, lupo, e questa è la mia mano, non avere paura – disse Ania. Il muso del lupo si avvicinò. Immobile sopra la mano, il lupo fiutava quell’odore diverso. – Siamo amici. Non avere paura. Prendi. R. Grazzani, Lupi dietro gli alberi, Fabbri
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Secondo te, Ania è una bambina generosa? Perché? ............................................. .............................................................................................................................................................................................
Che cosa pensano i lupi di Ania? ............................................................................................... Che cosa pensa Ania dei lupi? ..................................................................................................... 122
Il filo rosso
FIDARSI DI UNA STREGA?
�della storia
Stavo costruendo una casa sull’albero. Pieno di entusiasmo, stavo incollando la prima tavola del tetto quando, a un tratto, scorsi con la coda dell’occhio una donna che se ne stava lì, sotto l’albero. Mi guardava fisso, sorridendo in modo bizzarro. Le labbra della sconosciuta scoprivano tutti i denti, mostrando le gengive rosse come la carne cruda. Fa una certa impressione accorgersi che qualcuno ti osserva mentre pensi di essere solo. E poi cosa ci faceva quella donna misteriosa nel nostro giardino? Notai che portava un cappellino nero e lunghi guanti neri che le arrivavano al gomito. Guanti! Aveva i guanti! Ero paralizzato dalla paura. – Ho un regalino per te – disse lei continuando a sorridere. Io non risposi. – Scendi dall’albero, carino, e ti darò il più bel regalo che tu abbia mai ricevuto. Aveva una voce strana, stridula e metallica allo stesso tempo, come se la sua gola fosse piena di puntine da disegno… R. Dahl, Le streghe, Salani
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Che cosa pensi che succeda? Il bambino avrà accettato il regalo? Continua tu. ..................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................
123
GENEROSITÀ LA NONA VALLE: LA
IL LEONE CHE VOLEVA AMARE I leoni sono animali feroci, Leo invece ama tutti. La sua mamma è preoccupata… – Devi andartene di qui, non c’è posto per te nel branco. Leo scappa nella giungla. Mentre dorme, viene svegliato e vede un gruppo di antilopi inseguite dai leopardi. Facendosi coraggio, Leo corre in loro aiuto e trascina nella sua tana due cuccioli feriti: li pulisce, lecca le ferite, finché le piccole antilopi guariscono. Un giorno, un piccolo ghepardo sta per annegare. Leo lo porta in salvo, ma scivola nell’acqua e viene trascinato dalla corrente. Tutti gli animali della giungla corrono per salvare la vita del loro amico. Legati per la coda, lì nel fiume in fila indiana, fanno una catena, tenuta a riva dal fortissimo elefante. Il leoncino viene salvato ed è proprio la sua mamma, la leonessa, che lo ripesca al volo. – Caro Leo, sei un animale generoso! G. Andreae - L. D. Wojtowycz, Il leone che voleva amare, Fabbri
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Osserva le immagini e sul quaderno scrivi delle brevi frasi per raccontare l’ultimo episodio della storia.
124
1
2
3
4
5
6
Il filo rosso
�della storia
CODE PER TUTTI
C’era un tempo in cui… gli animali non avevano la coda. Un giorno il leone, re di tutti gli animali, decise di distribuire code per tutti. Per primo scelse il leone e prese una bella coda lunga, color dell’oro e con un fiocco alla sommità. Poi la volpe e lo scoiattolo ricevettero due belle code folte. Anche al cane e al gatto toccarono due belle code. In fondo alla fila rimasero l’elefante, il maiale e la lepre. All’elefante toccò una coda sottile, e da quel giorno si vergognò davanti a tutti. Al maiale toccò un codino a forma di vermiciattolo e fu costretto ad arrotolarlo per farlo sembrare un ricciolo. Alla lepre invece non toccò nulla, perché nulla era rimasto. Il cane e il gatto iniziarono a litigare. Litigarono tanto che il cane, spazientito, diede un morso alla coda del gatto e ne strappò un ciuffo. Da quel giorno cane e gatto sono nemici. La lepre raccolse quel ciuffo rimasto in terra e se lo attaccò: così anche lei ebbe una piccola coda. A. Roveda, Favole dell’Africa nera, Terre di Mezzo
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Collega ogni coda alla sua qualità.
arricciata
lunga e dorata
piccola
sottile
folta
Perché l’elefante si vergogna della sua coda? ........................................................................................................................................................................................................
125
GENEROSITÀ LA NONA VALLE: LA
L’UOMO CON LA GOMMA C’era una volta un uomo che viveva solo. Trovò una gomma e, poiché era molto triste e molto solo, cominciò a cancellare tutto ciò che lo circondava. Cancellò perfino la rubrica del telefono, tanto non telefonava mai a nessuno. Cancellava e cancellava, e ben presto intorno a lui ci fu una stanza tutta vuota. Decise di uscire. Non poteva più tornare indietro: aveva cancellato tutta la sua casa. L’uomo camminò finché si sedette su una panchina. Un bambino gli si avvicinò: – Ti mostrerò le mie matite – propose sorridendo. Mentre il bambino frugava nello zainetto, l’uomo cominciò a cancellare una mano, il viso, le labbra… Il bambino lo fermò. Si accostò a lui con una matita rossa e gli disegnò una bocca sorridente. L’uomo sorrise, gettò la gomma e con una matita gialla disegnò un sole splendente.
PENNE E PIUME
IL TEMPO DELLA SCRITTURA
A chi vorresti disegnare un sorriso? Perché? ...................................................................................................................... ......................................................................................................................
A chi vorresti regalare un sole? Perché? ...................................................................................................................... ......................................................................................................................
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Il filo rosso
LA GIRAFFA VANITOSA
�della storia
Una bellissima giraffa, agile e snella, sapendo di essere ammirata da tutti gli animali, era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Condusse la giraffa verso una palma e le chiese di prendere i datteri che stavano in alto e che sono i più dolci. Il suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancora di più, la giraffa non riusciva a raggiungere i frutti. Allora la scimmia con un balzo saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e infine sulla testa e riuscì ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: – Vedi, mia cara, sei la più bella, sei la più alta, ma non puoi vivere senza l’aiuto degli altri animali! G. Favaro - M. Giusti, Un libro lungo un mondo, Giunti
SULLE STRADE DEL CIELO
COMPRENSIONE
Leggi il testo e scrivi le caratteristiche della giraffa. Poi, con l’aiuto dell’insegnante, scrivi le caratteristiche della scimmia. giraffa
scimmia
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..........................................................................
..........................................................................
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gialla,
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MI ALLENO PER IMPARARE
�a volare �con �le mie �ali IL REGALO DI MAYA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
– Scommettiamo che vinco io? – disse Roberta. Roberta stava già correndo via veloce come una scheggia, facendo schizzare un po’ di sassolini e mostrando le suole di gomma delle sue nuovissime scarpe. Maya non se lo fece ripetere e saettò all’inseguimento della sua amica. Mentre correva, Maya sbirciò la faccia di Roberta e la vide così concentrata e determinata che provò dispiacere a sorpassarla e ad arrivare per prima in fondo al viale alberato, alla giostra che era la loro meta. Sapeva che avrebbe potuto vincere facilmente, quindi rallentò il passo e lasciò che la sua amica guadagnasse un po’ di terreno. Roberta mise ancora più impegno nella corsa e si concentrò sulla giostra che si stava facendo sempre più vicina. Maya fu contenta di sapere che Roberta non si era accorta di nulla. E, infatti, Roberta gridò a squarciagola: – Primaaaaa! – appoggiando la mano sulla panchina. Maya, che l’aveva lasciata vincere, una frazione di secondo più tardi gridò: – Arrivata! Anch’io! – e scoppiò a ridere. Maya era così: generosa. Le piaceva regalare agli altri le cose che sapeva li avrebbero fatti felici. A. Strada, Ti faccio un regalo, San Paolo
128
Indica con una x.
1. Le bambine stanno facendo una gara di:
A
B
C
D
2. “Correre come una scheggia” (riga 2) significa: A. muoversi come un pezzo di legno. B. muoversi velocemente. C. muoversi a scatti. D. muoversi lentamente. 3. “Maya sbirciò la faccia di Roberta” (riga 7) significa: A. Maya guardò Roberta senza farsi vedere. B. Maya guardò attentamente Roberta. C. Maya guardò Roberta velocemente. D. Maya non guardò Roberta.
4. Maya sapeva che avrebbe potuto vincere facilmente perché: A. sapeva che Roberta non voleva arrivare alla giostra. B. aveva le scarpe nuove e correva più forte. C. sapeva di essere molto veloce nella corsa. D. sapeva che a Roberta non piaceva la giostra. 5. Maya scoppiò a ridere (righe 24-25) perché: A. era felice di aver fatto vincere la sua amica. B. era arrivata alla giostra. C. non aveva sporcato le scarpe nuove. D. aveva sentito una barzelletta. 6. Maya è stata generosa perché: A. ha passato del tempo libero con Roberta. B. ha rinunciato a vincere per fare felice Roberta. C. le piaceva fare regali. D. ha donato le sue scarpe a Roberta. 129
A R T E
PIUME, penne E PENNELLI
SEGNALIBRI DA REGALARE Realizza alcuni segnalibri da regalare a chi vuoi tu! MATERIALE OCCORRENTE
Pastelli, pastelli acquerellabili, pennarelli Foglio da disegno per ricavare 4 segnalibri
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Pensa a come vuoi realizzare i segnalibri e prepara i disegni.
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Regala i segnalibri a chi vuoi tu!
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UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA
IL GIGANTE EGOISTA
Il gigante egoista Oscar Wilde
Il giardino abbandonato del Gigante è bellissimo e tutti i bambini vanno a giocarci dopo la scuola. Ma un giorno il Gigante ritorna dal suo lungo viaggio, costruisce un alto muro intorno al giardino e caccia i bambini. La primavera abbandona quel luogo e neve e gelo mordono senza sosta alberi e terra. Solo un atto di bontà potrà riportare quel giardino in vita.
Ogni pomeriggio, appena uscivano dalla scuola, i bambini avevano l’abitudine di andare a giocare nel giardino del Gigante. Era un grazioso e vasto giardino, con erba soffice e verde. Qua e là sull’erba c’erano bellissimi fiori che sembravano stelle, e dodici alberi di pesco che in primavera fiorivano di bianco e rosa e in estate davano frutti succosi. Gli uccelli si posavano sugli alberi e cantavano così dolcemente che i bambini interrompevano i loro giochi per ascoltarli. – Come siamo felici qui! – gridano gli uni agli altri…
131
TRACCE DI STAGIONE… LE LUCCIOLE Nel prato, le lucciole, una ad una, di notte diventano stelle. M. Bianchi - E. Colombo
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²l’�estate
L’ESTATE Negli aranceti, tra le foglie scure e lucenti, i frutti cominciavano a colorirsi, come se una vampata di rossore si spandesse sulle loro verdi pelli. Sulle colline, le cavallette volavano in mezzo all’erica, con le ali che scintillavano al sole. Verso sera, quando cominciava a fare più fresco, le cicale smettevano di cantare; le sostituivano in quel compito le verdi raganelle, appiccicate sulle foglie dei limoni accanto al pozzo. G. Durrell
Un quadro per l’estate: osserva e completa.
• Il pittore ha dipinto un paesaggio di campagna in una giornata di vento. • In primo piano puoi osservare ..................................................................................................................
• In secondo piano invece puoi vedere ..................................................................................................................
• Sullo sfondo ci sono ..................................................... di colore e un cielo colmo .................................... ..................................................................................................................
Vincent van Gogh, Campo di grano con cipressi
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²l'²estate IL PRATO – Posso aiutarti a dipingere, Sakumat? – chiese un giorno Madurer. – Questi fiori gialli sono facili da fare... Ne posso dipingere uno anch'io? – Dipingerai il fiore giallo, e anche altri fiori, se vuoi. Io ti insegnerò e, quando i tuoi fiori andranno bene, mi aiuterai a fare quelli del prato – disse il pittore. Così Sakumat, un poco ogni giorno, insegnò al bambino a dipingere i fiori e gli steli dell’erba; e, poiché fiori e farfalle non sono molto diversi, anche le farfalle. Ci vollero tre settimane perché Madurer fosse soddisfatto delle proprie capacità e cominciasse ad aggiungere piccolissimi fiori e farfalle al prato, che era diventato un maturo campo di giugno, ricco di vita colorata. Nessun fiore mancava, ormai, nello spessore dell’erba. La sua pittura si faceva ogni giorno più coraggiosa, mescolandosi a quella del pittore, spettinando un po’ l’ordine delle forme, il tessuto del verde, come se qui e là una grossa lepre avesse saltellato. Il prato, luminoso, assomigliava sempre più a una foresta d’erbe e di corolle. Il bambino, un giorno, cominciò ad aggiungere delle spighe sottili dorate che spiccavano nell’erba e spingevano, però non troppo, la loro cima nell’azzurro del cielo. – È arrivato il grano, nel nostro prato? – disse sorridendo Sakumat, che si È la tua estate… Esci all’aria fermava qualche volta alle spalle aperta e raccogli la stagione del bambino, a guardarne il lavoro. con gli occhi, le mani, il cuore. – L’ha portato il vento fino qui, dalla grande vallata. Che cosa hai raccolto? R. Piumini, Lo stralisco, Einaudi Ragazzi
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Racconta a voce alta.
LO SPAVENTAPASSERI – Appena le ciliegie cominciano ad arrossire, ecco che arrivano a squadre i passerotti e, zac... zac... zac... mi spogliano l’albero – brontolò nonno Bortolo. – Allora, con pali, paglia e stracci preparo uno spaventapasseri. – Che uomo buffo! Chi sarà? – mormoravano i passeri il mattino dopo, e non osavano avvicinarsi all’albero delle ciliegie. Si posarono sulle viti, lì intorno, in attesa. L’uomo buffo rimaneva impalato; solo quando il vento soffiava, i brandelli di stracci, appesi alle sue braccia, si agitavano come ali. – Io lo so chi è – disse un vecchio passero. – Ne ho già visti parecchi gli anni scorsi e a me non fanno paura. State a vedere. Spiccò il volo e si posò sul cappellaccio del buffo ometto. – Avete visto? – cinguettò giulivo. – Avanti, compagni, le ciliegie ci aspettano! I. Bernasconi, Lo spaventapasseri
Lo spaventapasseri è un buffo fantoccio che serve a scacciare gentilmente gli uccellini che vengono nel campo a becchettare i chicchi. Ti è mai capitato di vedere uno spaventapasseri in mezzo a un campo di grano? Se sì, disegnalo. Altrimenti inventalo. 135
TR A
P O E S I A
E
M U S I C A
IL CANTO DEGLI UCCELLI
CHE C’È DI PIÙ BELLO… Che c’è di più bello Di un cielo un po’ azzurro Con nuvole gonfie Di panna e di sogni? Che c’è di più bello Di un albero pieno Di frutti maturi Dolcissimi e buoni? Che c’è di più bello Di un prato, ma grande, Per corse infinite Da scoppia polmoni? Che c’è di più bello Di un giorno d’estate Col sole, in campagna? Non ha paragoni.
FOTO
M. Vago, 101 poesie e filastrocche alcune bislacche, Larus
Che c’è di più bello in un giorno d’estate? Continua tu. ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................
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GIOCO ESTIVO Fogli di giornale: grotte/tane Spazio chiuso o aperto: mare Giocatori: pesci, più di cinque
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1 Andiamo in uno spazio grande
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4 5 6 6
all’aperto e mettiamo qua e là, per terra, dei fogli grandi di giornale (il numero dei fogli deve essere la metà dei giocatori). I fogli sono le grotte marine 3 dove i pesciolini (i giocatori) trovano riparo dallo squalo (un giocatore scelto dalla conta). Al VIA, tutti i pesci nuotano liberamente nel mare. Lo squalo grida “Lo squalo ha fame” e cerca di prendere i pesci che 4 scappano e cercano rifugio nelle grotte. Chi viene preso si trasforma in squalo. A ogni set, si toglie un foglio di giornale. Vince l’ultimo o gli ultimi due pesciolini rimasti. 5
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NELLA BOTTEGA
tH inkering
DELLA CICOGNA
UN GIOCO PER LA TUA ESTATE: I BIRILLI MATERIALE
Sei bottiglie di plastica grandi Pennarelli Fogli di carta
ATTREZZI
Una pallina Un pennello Colla vinilica
Forbici
MANI
Disegna sui fogli di carta le forme che ricordano la tua estate: pesciolini, stelle marine, fiori, farfalle, stelle alpine… 2 Ritaglia e attacca le decorazioni alle bottiglie con la colla vinilica. 3 Fai asciugare e gioca con i tuoi amici e le tue amiche! 1
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UN LIBRO CON LE ALI
CONSIGLI DI LETTURA
CALZINI SFUGGITI
L’incredibile avventura dei calzini fuggiti (4 destri e 6 sinistri) Justina Bednarek
Dove vanno i calzini quando si spaiano? Li mangia la lavatrice? Eh, no. Sono loro che scelgono la libertà! Questa è la storia di dieci calzini e calzine coraggiosi che hanno deciso di cambiare il loro destino, salutando i loro fratelli gemelli (destri o sinistri) e partendo per il mondo in cerca di avventure. Nessuno di loro sapeva cosa aspettarsi lasciando la cesta della biancheria, ma tutti hanno trovato la loro strada. Questa storia insegna ai bambini che se veramente vogliono fare qualcosa, tutto è possibile! – Non so proprio che fine fanno. La mamma guardava la pila di calzini spaiati ammucchiati in mezzo al bagno. – Nella lavatrice entrano sempre in coppia, ma poi si scopre che uno dei due scompare come per incanto. Negli ultimi anni ho raccolto un enorme sacco di calzini scompagnati! E ciò significa che da qualche parte in questa casa si nasconde un intero esercito di calzini singoli… – Forse li mangia la lavatrice – rifletté Basia, che i genitori, per comodità, chiamano semplicemente Be, – oppure un calzino su due si scioglie nell’acqua… – Hanno un’aria terribilmente sola, buttati là così… – sospirò la mamma. – Ti dico che è tutta colpa di questa macchina ingorda – tuonò Be dal cestello della lavatrice dove aveva infilato la testa per…
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LA DECIMA VALLE:
LA CONOSCENZA
NEL NIDO
IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Solo l’upupa poteva sapere che il grande viaggio stava per finire. Stavano arrivando all’ULTIMA VALLE, la valle della CONOSCENZA. Era soddisfatta di come erano andate le cose e allora decise di rivelarsi. Così parlò: – Uccelli di cielo, di mare e di terra, io sono l’upupa. Non sono il Re e non sono nemmeno l’uccello più importante. Ma sono il più sapiente. Ho migliaia e migliaia di anni e la mia conoscenza è senza fine. Abito sul grande albero della Vita, in mezzo all’Oceano e, quando spicco il volo, migliaia di nuovi rami germogliano dall’albero; quando mi poso sul grande albero, altri rami si spezzano e da essi nascono milioni e milioni di semi che pioveranno sulla terra e daranno la vita a nuovi alberi, cespugli, fiori. Ho preso il volo con tutti voi perché ho voluto percorrere con voi il grande viaggio alla ricerca di un Re. Abbiamo risposto alla chiamata del gufo e abbiamo seguito la rotta che ci indicava. Abbiamo attraversato tante valli e abbiamo affrontato numerose prove. Abbiamo portato i semi nel deserto e abbiamo fatto ritornare la Vita. Se guardiamo dentro di noi, faremo una grande e meravigliosa scoperta: il Re abita nel nostro cuore. Abbiamo conosciuto l’amore per il Mondo e questo ci aiuterà a risolvere i suoi problemi. Lo faremo insieme, perché… il Re siamo noi.
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TUTTI GLI UCCELLI DEL MONDO INCONTRANO E CONOSCONO LA DECIMA VALLE.
IL VOLO DELLE IDEE
IL TEMPO DEL CERCHIO
Eccoci giunti nell’ultima valle, la valle della conoscenza. In cerchio, tutti insieme, facciamo una riflessione: che cosa ci ha interessato o emozionato di più in questo anno di scuola? Raccontiamo.
Questo è il cerchio del ricordo, della riflessione su quello che abbiamo vissuto insieme: tante emozioni, letture, esperienze; tante cose che abbiamo ascoltato, compreso e imparato. È il cerchio dove possiamo dire GRAZIE a noi stessi e agli altri.
tra terra e cielo
il tempo dello yoga
Seduti in cerchio, uno vicino all’altro, a gambe incrociate e con i palmi delle mani uniti, assumiamo la posizione del RINGRAZIAMENTO, detta posizione di NAMASTÉ. Ognuno di noi ringrazia in silenzio per tutto quello che, in un anno, ha vissuto. 141
LA DECIMA VALLE:
LA CONOSCENZA
Adesso che il viaggio è finito, hai capito che nel mondo ci sono deserti, luoghi meravigliosi, semi che sono un tesoro. Ma nel mondo ci sono anche…
NEL MONDO CI SONO… Nel mondo ci sono persone che indossano abiti di tutti i colori e altre ancora che si vestono di grigio o di nero. Nel mondo ci sono persone piccole e grandi, grasse e magre… Ci sono città enormi dove la gente, come alberi, si ammucchia come sardine, ci sono persone che fanno la guerra, ci sono persone che fanno la pace… Nel mondo ci sono bambini costretti a lavorare e ci sono alunni che cantano e seminano giardini… Ci sono musiche che fanno diventare allegre le giornate tristi, ci sono malati che piangono, ci sono persone molto ricche che giocano a nascondino da sole nei loro immensi palazzi. Nel mondo ci sono artisti che rendono la vita più bella… Nel mondo c’è chi tossisce, chi singhiozza, chi sbadiglia, c’è chi ascolta, chi bisbiglia, chi dice grazie… Ci sono persone che si parlano, da un capo all’altro del mondo! Nel mondo ci sono fabbriche che sputano fumi velenosi, ci sono scienziati che inventano macchine per migliorare il mondo, e altri che inventano macchine per distruggere il mondo. 142
LA DECIMA VALLE:
LA CONOSCENZA
Ci sono monumenti vecchissimi che raccontano la lunghissima, vecchissima, bellissima, orribilissima storia dell’uomo. E poi, nel mondo, ci sono milioni e milioni di altre miserie, e milioni e milioni di altre meraviglie. B. Marchon, Nel mondo ci sono, Giralangolo
! U T I E S I C O D N O M E POI NEL
o, come te, n n a r e u n i t n o c lli e c c u li ig L’upupa, il gufo e tutt e storie. r a lt o sc a d a e e v o r p a superare , e r e sc o n o c a , e r a i g g lavori. a via i o u t i e d a / o tt a f s i d d ori o sarai so r r e li g e d a r o c n a i a r a F oi perché, u t i a o n n a r e d n o p s i r e h Incontrerai persone c olterà. sc a i t n o n i h c e h c n a e ma potresti trovar Intanto tu
! E D N A R G I A R E T N E DIV rza!
e Arrivederci in classe t
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LA DECIMA VALLE:
LA CONOSCENZA
VOGLIO DIVENTARE GRANDE SENZA PERDERE LE PIUME Voglio l’erba sulla pelle Voglio correre nei venti E lo zucchero di stelle Voglio romperlo tra i denti. Voglio far le mie domande Ad un albero, ad un fiume. Voglio diventare grande Senza perdere le piume. Voglio i nomi ed i cognomi Delle cose che non so. Voglio due cugini gnomi Voglio quello che già ho. Voglio il sole di domani Con le lucciole di ieri. Voglio qua sopra le mani Desideri, desideri! B. Tognolini, Rima rimani, Salani
E tu, hai dei desideri? Quali? Ti piacerebbe, in questo tempo d’estate, fare delle domande all’albero, al fiume, alle stelle, ai fili d’erba del prato…? Racconta. 144
e
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Alla ricerca del re
LETTURA E SCRITTURA LIBRO B Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio Consulenza didattica: Luciana Ventriglia, formatrice AID, specialista in pedagogia clinica Supervisione scientifica: Lorenzo Castelli, psicoterapeuta e psicologo scolastico Coordinamento redazionale: Nicoletta Baldini Redazione: Nicoletta Baldini, Camilla Di Majo, Nadia Negri Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico e impaginazione: A come Ape di Alessia Zucchi Illustrazioni: Gabriel Cortina, Rita Rosa Del Sorbo, Elisa Enedino, Tommaso Gianno, Manuela Leporesi, Vanessa Montonati, Richolly Rosazza, Annie Caroline Roveyaz Copertina: A come Ape di Alessia Zucchi Ricerca iconografica: Nicoletta Baldini Referenze iconografiche: Shutterstock Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 22.83.013.0 Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione. È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questa pubblicazione, così come la trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo, senza l’autorizzazione della Casa Editrice. Produrre un testo scolastico comporta diversi e ripetuti controlli a ogni livello, soprattutto relativamente alla correttezza dei contenuti. Ciononostante, a pubblicazione avvenuta, è possibile che errori, refusi, imprecisioni permangano. Ce ne scusiamo fin da ora e vi saremo grati se vorrete segnalarceli al seguente indirizzo: redazione@elionline.com
Tutti i diritti riservati © 2022 La Spiga, Gruppo Editoriale ELi info@gruppoeli.it EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione. Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.
e CLASSE
2
.. Lettura e Scrittura LIBRO A: 120 pp. e Scrittura LIBRO B: 144 pp. .. Lettura Educazione Civica: 48 pp. linguistica: 96 pp. .. Riflessione Matematica con eserciziario: 168 pp. , Geografia, Storia: 96 pp. . Scienze STEAM 2-3: 48 pp.
ISBN per l‘adozione: 978-88-468-4276-3
CLASSE
3
.. Lettura e Scrittura LIBRO A: 144 pp. e Scrittura LIBRO B: 144 pp. .. Lettura Educazione Civica: 48 pp. linguistica: 120 pp. .. Riflessione Scienze, Matematica: 288 pp. Storia, Geografia: 216 pp.
ISBN per l‘adozione: 978-88-468-4277-0
altuofianco KIT DOCENTE comprensivo di guida alla programmazione, facilitati per alunni/e con BES e DSA e tutto il necessario per il corso. LIBRO DIGITALE (scaricalo subito seguendo le istruzioni all’interno della copertina): volumi sfogliabili, esercizi interattivi, audiolibri, tracce audio, libro liquido, percorsi facilitati stampabili.
Benvenute e benvenuti al
, un allegro ambiente di apprendimento interattivo che offre tanti oggetti digitali didattici sotto forma di gioco o attività. Bambine e bambini si divertiranno ad aiutare chef Alfredo: prepareranno insieme a lui tante “ricette” divertenti, organizzeranno feste a tema, allestiranno grandi eventi per tutte le discipline scolastiche, nelle sale o all’aperto! Potranno così rinforzare le abilità e verificare le competenze nelle varie materie attraverso le diverse prove proposte in cucina, facendo ogni volta attenzione al guastafeste Splat, sempre in agguato!
www.gruppoeli.it
Allegato a IO E TE... 2 Non vendibile separatamente