HISTORICAL ATLAS OF CHARITY

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2. «Maestro dell’Osservanza» (attr.), Elemosina di sant’Antonio. Particolare della Pala di sant’Antonio abate, 1440 ca., proveniente dalla chiesa di Sant’Agostino (?), Siena. National Gallery of Art, Washington.

fame. Dio procura acqua e manna, salvandolo dalla sua angosciosa situazione. La comunità cristiana imita l’azione di Dio, non permettendo che alcuno soffra o perisca di fame e di sete, principali impedimenti allo sviluppo umano. Vestire gli ignudi. In molte città, in tutte le parrocchie e grazie all’associazione Caritas, si raccolgono vestiti usati o nuovi per dotare di un cappotto o di biancheria quanti si trovano in difficoltà. San Martino divise il mantello con un povero, e altrettanto fece san Giovanni di Dio. La dignità umana richie-

3. Colantonio, particolare di una delle tavolette della predella del Polittico di san Vincenzo Ferrer, XV secolo. Proveniente dalla chiesa di San Pietro Martire a Napoli, l’opera è conservata nella Galleria Nazionale di Capodimonte. Ferrer (o Ferreri), domenicano, è noto per le sue opere di misericordia taumaturgiche. Lo si riconosce dalla mano destra alzata, gesto del predicatore.

LE OPERE DI MISERICORDIA

de di essere vestiti dignitosamente e il sentimento di fratellanza ci fa prestare attenzione a che il prossimo non soffra le inclemenze del tempo. Alloggiare i pellegrini. A Gerusalemme e a Roma in principio, e poi in tutte le comunità successive, si stabilirono spazi per ospitare i pellegrini e le persone di passaggio. Ogni cristiano aveva il diritto di essere accolto dalle comunità per le quali passava. Nel nostro mondo in maggioranza cristiano, questa urgenza sembra essere scomparsa, benché rimanga nell’inconscio dei credenti l’obbligo di non consen-

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tire che nessuna persona dorma per la strada per mancanza di accoglienza. Molte città hanno case di accoglienza che spesso sono dirette da religiosi o da laici dell’Azione Cattolica. Visitare gli infermi. Gesù visitava e curava assiduamente i malati, i più deboli in un’epoca in cui i medici scarseggiavano, mentre le cure si praticavano a casa ed erano spesso inefficaci. Nelle nostre attuali parrocchie, ci si preoccupa perché gli infermi siano visitati, curati, protetti, convinti come siamo che l’abbandono e la solitudine costituiscano uno dei mali più dolorosi della nostra società. Santa Angela della Croce (1846-1932) fondò a Siviglia una congregazione con lo scopo di esercitare questo ministero con letizia, pietà e semplicità; molte altre religiose in altri luoghi si dedicano a questo stesso compito. Riscattare i prigionieri. Spesso si riscattavano schiavi o persone rapite per denaro. Durante le invasioni dei popoli barbari, molti vescovi, a partire da sant’Ambrogio, offrivano il denaro di cui disponevano per liberarli. Al tempo delle scorrerie dei saraceni si fa-

ceva lo stesso e alcuni cristiani si offrivano addirittura in cambio di chi era stato catturato. Nel 1944 fu il francescano Massimiliano Kolbe a scambiare la sua vita con quella di un padre di famiglia internato in un campo di concentramento. Seppellire i morti. Nel corso della storia troppi morti sono rimasti esposti alle intemperie, senza che nessuno si curasse di loro. I cristiani credono nella resurrezione dei morti e hanno venerazione per le loro spoglie mortali, apprestandone la sepoltura nella speranza del Giudizio finale. Le comunità cristiane non permettevano che alcun morto rimanesse senza cristiana sepoltura, né che la sua memoria andasse perduta. Il culto dei defunti è parte importante della liturgia cristiana. Non c’è popolo in Europa che non abbia un cimitero accanto alla parrocchia. Nel 1975, Isidoro Lezcano fondò a Tangeri i Fratelli della Resurrezione, con la missione di seppellire i morti. Con la stessa finalità, l’accompagnamento nei cimiteri, José María de Jesús Crucificado fondò nel 1953 a Guadix (Granada) i Fratelli Fossori della Misericordia. 121


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