_Intelligenza Artificiale Privata.qxp_Layout 1 23/02/21 15:59 Pagina 34
media key FEBBRAIO 2021 | AI PRIVATA
CHE COS’È L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PRIVATA? NELL’ERA IN CUI TUTTO È SMART, E IN CUI QUESTE TECNOLOGIE GENERANO TRACCE DIGITALI CHE DIVENTANO MATERIA PRIMA PER GLI ALGORITMI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE, È ANCORA POSSIBILE EVITARE DI CEDERE TUTTI I NOSTRI DATI, E ADDIRITTURA MONETIZZARLI. COMPUTARTE, IL PROGETTO DI CYBERTEC, STA LAVORANDO A UN PROGETTO RIVOLUZIONARIO. DI MAURIZIO ERMISINO OGGI VIVIAMO NELL’ERA SMART. SMARTPHONE, SMART TV, SMART SPEAKER, SMART REFRIGERATOR, SMART WATCH. MA, ORMAI LO SAPPIAMO, TUTTE LE TRACCE DIGITALI CHE TRANSITANO E RISIEDONO SU QUESTI STRUMENTI DIVENTANO MATERIA PRIMA PER GLI ALGORITMI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE PROFILANO NON SOLO GLI ELEMENTI DISTINTIVI STATICI (IL RICONOSCIMENTO UNIVOCO DEL SOGGETTO) MA ANCHE GLI SCENARI DINAMICI (SCELTE E PROPENSIONI). È possibile allora usare questi strumenti senza dover cedere tutti i nostri dati, e addirittura monetizzarli? Ne abbiamo parlato con Vasco Petruzzi, CEO di Cybertec, che, con il progetto ComputArte, sta lavorando su un sistema di Intelligenza Artificiale Privata.
SMART: UNA TECNOLOGIA INTELLIGENTE PER CHI LA PRODUCE “La tecnologia definita smart è legata al concetto di cloud”, ci spiega Vasco Petruzzi. “Smart significa intelligente, ma questa tecnologia è molto intelligente per i produttori dei sistemi operativi e per i possessori dei diritti sui dati. Cloud significa nuvola, sembra qualcosa di effimero, ma dietro ci sono i server di qualcun altro. I prodotti di tecnologia smart sono tutti legati a questi server di terza parte. Tutti i dati che l’utente
#
genera, che transitano sui device smart, in realtà vanno a finire qui. È una tecnologia ingegnerizzata per raccogliere dati in maniera continuativa e illimitata”. I dati sono generati da qualsiasi persona che utilizza questa tecnologia. Sul telefonino, ad esempio, tutto quello che riguarda le foto, gli sms, il gps, la geolocalizzazione a gps spento. Tutto questo possiamo proiettarlo su quello che avviene dentro casa. “Pensiamo a uno smart speaker, un altoparlante intelligente”, ci fa notare Petruzzi. “L’intelligenza non risiede nell’altoparlante ma nei server delle società che offrono il servizio, Amazon, Apple, Google, Samsung. Questi prodotti non fanno altro che raccogliere dati all’interno della casa”. “Il riconoscimento vocale, che sembra quasi una magia, perché questi oggetti sono in grado di ascoltarci e restituirci il risultato di una domanda, funziona grazie a un microfono sempre attivo, pronto a riconoscere la wake word, o trigger world”, continua. “È la parola che fa scattare il meccanismo con il quale il microfono fa registrare la conversazione. Il file audio viene mandato sui server del gestore, e due software agiscono in cronologia. Il primo è l’Automatic Speech Recognition, che trasforma i suoni in testo scritto. Questo viene analizzato da un altro software, il Natural Language Understanding, o Processing, una rete neurale di analisi semantica, che estrapola l’intento di frasi come ‘Che tempo farà domani a Verona?’. Il software analizza la parola tempo, intesa come
34 #