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_IoT si va verso l’Internet Of Behaviors 4.qxp_Layout 1 23/02/21 16:31 Pagina 64

media key FEBBRAIO 2021 | INTERNET OF THINGS

IOT: SI VA VERSO L’INTERNET OF BEHAVIORS L’IOT SARÀ SEMPRE PIÙ UNA TECNOLOGIA IN GRADO DI TRASFORMARE LE NOSTRE VITE: LE INFORMAZIONI RACCOLTE DAI VARI DISPOSITIVI E SENSORI POSSONO DARE INDICAZIONI CAPACI DI MODIFICARE I NOSTRI COMPORTAMENTI. DI MAURIZIO ERMISINO

INTERNET OF THINGS, UNA PAROLA SEMPRE PIÙ SULLA BOCCA DI TUTTI. È UNA TECNOLOGIA IN CUI SONO RIPOSTE MOLTE SPERANZE PER LA DIGITALIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA E DEL NOSTRO PAESE. Quello che è ormai chiaro è che l’Internet Of Things non è una tecnologia a se stante, ma una risorsa in grado davvero di trasformare i nostri device e le nostre vite, soprattutto se integrata con soluzioni di Intelligenza Artificiale e Data Analytics. Il sito Internet4Things.it ha iniziato l’anno segnalandoci una nuova tendenza, in un articolo firmato dal Direttore Maria Teresa dalla Mura. Il trend è importante, perché ci fa capire come l’IoT potrà influire sulle nostre vite. Si parla infatti sempre più di una Internet of Behaviors (IoB), una tecnologia che utilizza i dati raccolti dai vari sensori ormai presenti su tutte le macchine per modificare i comportamenti delle persone. Ne abbiamo parlato con Mauro Lupi, Digital Business Consultant. “C’è un principio, un dato di fatto: che la grande maggioranza dei no-

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stri comportamenti personali genera dati, genera informazioni”, commenta. “Non solo quando interagiamo con dei componenti digitali, ma anche con i nostri stessi comportamenti fisici. Passiamo davanti a un negozio e ci possono essere dei sensori che tracciano il nostro passaggio fisico. Quando interagiamo con delle tecnologie questo scambio è più preciso”. Tutto dipende, poi, da che cosa accade una volta che qualcuno ha questi dati in mano e da come li utilizza. “Vedendo la cosa con il cappello del marketer ci sono milioni di possibilità”, riflette Lupi. “Con il cappello personale, da cittadino, non ci sono da analizzare soltanto temi di privacy, ma bisogna capire in che mondo possiamo vivere: un mondo dove la tecnologia ci dice cosa fare o dove c’è il libero arbitrio. O usare dei mezzi o finire per esserlo. Pensiamo ai navigatori satellitari che ci guidano in macchina: ci fidiamo ciecamente di loro. Ma che ne sappiamo che non ci vogliano indicare una strada dove c’è un bar che in qualche modo è stato pubblicizzato?”.

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