Giuseppe Ragusa
LEZIONI DI STORIA DELLA MEDICINA VOLUME 6 – TOMO I
LA MEDICINA NELL’ANTICA CINA
LEZIONI DI STORIA DELLA MEDICINA Pubblicazione on-line ad argomento storico-medico Coordinatore editoriale e autore dei testi: Giuseppe Ragusa
Vol. 6 – Tomo I - La Medicina nell’antica Cina Lezioni del Corso di Storia della Medicina svolte dal dr. Giuseppe Ragusa presso l’Università delle Tre Età di Mogliano Veneto (TV)
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INDICE Introduzione al corso [pag. 5]
CAPITOLO I: LE ORIGINI STORICHE 1.Introduzione [pag. 6] 2. Huang Di [pag. 7] 3. Fasi storiche della Medicina tradizionale cinese [pag. 8] CAPITOLO II: COSMOGONIA E MITOLOGIA NELL’ANTICA CINA I. Le origini del mondo secondo il Taoismo [pag. 26] II. Il mito di Pan Gu [pag. 27] III. Il mito di Houyi [pag. 28] IV. Il Pantheon taoista [pag. 31]
CAPITOLO III: TAO. YIN E YANG. I. Il Tao [pag. 35] II. Yin e Yang [pag. 35]
CAPITOLO IV: LA TEORIA DEI CINQUE ELEMENTI (O MOVIMENTI) I. I 5 elementi [pag. 39] II. Proprietà degli elementi [pag. 41] III. Costituzione psico-fisica dell’uomo secondo i 5 elementi [pag. 43] Appendice: Come calcolare il proprio elemento [pag. 45] IV. Il Feng Shui [pag.46]
CAPITOLO V: SAN BAO, I TRE TESORI I. Qi [pag. 47] II. Jing [pag. 50] III. Shén [pag. 51]
CAPITOLO VI: NOZIONI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA NELLA M.T.C. I. Organi Zang e visceri Fu [pag. 55] o
Cuore e Intestino tenue [pag. 55]
o
Polmone e Intestino crasso [pag. 57]
o
Fegato e Vescica biliare [pag. 58]
o
Sistema Milza-Pancreas-Stomaco [pag. 59]
o
Reni e Vescica urinaria [pag. 60]
o
Ministro del Cuore e Triplice focolare [pag.61]
II. Il sangue [pag. 62]
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III. Le cinque volontà [pag. 63]
CAPITOLO VII: I MERIDIANI I. Classificazione [pag. 65] II. L’orologio dei meridiani [pag. 66] III. Gli scavi di Mawangdui [pag. 68] Appendice: I percorsi dei meridiani principali [pag. 70] o
Meridiano del cuore
o
Meridiano dell’intestino tenue
o
Meridiano del mastro del cuore
o
Meridiano del triplice riscaldatore
o
Meridiano della milza
o
Meridiano dello stomaco
o
Meridiano del polmone
o
Meridiano dell’intestino crasso
o
Meridiano dei reni
o
Meridiano della vescica urinaria
o
Meridiano del fegato
o
Meridiano della vescica biliare
CAPITOLO VIII: L’ALIMENTAZIONE I. Concetti generali [pag. 78] II. I vari fattori del cibo [pag. 78] III. I cereali [pag. 84] IV. Il tè [pag. 84] V. Igiene dell’alimentazione [pag. 86] VI. Alimentazione e organi [pag. 87]
CAPITOLO IX: IL TAO E LA SESSUALITÀ I. Generalità [pag. 89] II. L’importanza della donna [pag. 89] III. L’atto sessuale [pag. 90] IV. La conservazione del seme [pag. 91] V. Le posizioni [pag. 92] VI. Omosessualità e Taoismo [pag. 93]
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INTRODUZIONE AL CORSO La medicina tradizionale cinese è un sistema medico molto antico sviluppatosi verosimilmente dal quinto secolo avanti Cristo nel bacino del fiume Giallo, nella Cina settentrionale. Diverse forme di sapere hanno contribuito alla costituzione di una complessa struttura alla base dello stile medico tradizionale, apportando influenze decisive e sviluppandosi al suo interno spesso in maniera indipendente. La medicina tradizionale cinese fonda le sue radici sulla base di miti e leggende che narrano di come lo Yin e lo Yang siano il principio di tutte le cose esistenti nell’universo. La dualità che è alla base del pensiero cinese, vede la realtà come una continua fusione di forze che bilanciandosi danno vita alla totalità del mondo; questo equilibrio può essere ritrovato in una molteplicità di elementi contrapposti come il giorno e la notte, il buio e la luce, l’alternarsi delle stagioni, la vita e la morte, tutto ciò quindi che si annulla ma che allo stesso tempo rende possibile l’esistenza del suo opposto. Alla base dello sviluppo del sistema medico cinese, vi è il concetto di salute, concepito come una continua ricerca di Equilibrio e Benessere, che consiste nel bilanciamento dell’energia fra le parti del corpo, e fra la totalità dell’organismo e l’Universo. Il mantenimento della salute dipende dallo stile di vita e dall’interazione con il mondo esterno. La mancanza di tale bilanciamento è considerata presupposto di malattia, poiché un corpo in disequilibrio permette l’attacco dei patogeni esterni.
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CAP. I - LE ORIGINI STORICHE I. INTRODUZIONE Le origini della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) si perdono nella notte dei tempi. Dal più antico testo di Medicina Cinese (Nei King) si evince che le varie componenti della M.T.C. abbiano avuto origine in varie regioni del Paese e solo successivamente siano state ordinate durante i vari periodi di stabilità politica dell’Impero Cinese.
La Farmacologia trarrebbe origine dalle regioni occidentali e sub occidentali, Tibet in particolare; la Moxibustione, tecnica di riscaldamento dei punti di agopuntura mediante bastoncini di artemisia, proverrebbe dalle regioni fredde settentrionali della Mongolia; il massaggio, le manipolazioni e la ginnastica avrebbero trovato sviluppo nelle regioni centrali del Paese; infine l’Agopuntura trarrebbe origini nelle regioni orientali e sudorientali della Cina, anche se alcune teorie sono propense a pensare che sia nata in India e che solo 206 anni avanti la nostra era, attraverso il Tibet e la Mongolia, sia arrivata in Cina.
La leggenda racconta come un soldato, che si era ferito accidentalmente ad un piede con una freccia, guarisse di colpo dal mal di schiena che lo affliggeva. Anche se questo episodio particolare fosse solo una storia
di
fantasia
dobbiamo
presumere
che
l'agopuntura si sia sviluppata secondo osservazioni e sperimentazioni di questo tipo.
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II. HUANG DI Il padre della medicina cinese è il leggendario imperatore Huang Di (o Ti), conosciuto anche come Imperatore Giallo, che regnò
per
cento anni, dal 2697 a.C. al 2598 a.C.
[Huang Di, l’Imperatore giallo]
Non si sa se sia un personaggio mitico o sia realmente esistito. Secondo la leggenda, Pao, una giovane ragazza del clan Youxiong che viveva nel paese di Shou Qiu, era uscita a passeggiare quando vide in cielo un lampo bianco argenteo che la rese incinta. Dopo 24 mesi di gravidanza, il 2 febbraio del calendario lunare del terzo anno Fu, Pao partorì Xuanyuan [questo era il vero nome di Huang Di], il quale, appena nato, sapeva già parlare. Molto intelligente, a 10 anni iniziò a visitare i monti e fiumi famosi e a 15 fu eletto capo tribù. Dato che la sua tribù aveva come totem il drago, la nazione cinese è stata di conseguenza chiamata "discendente del drago",
Huang Di fu un leggendario condottiero, e, dopo numerose battaglie costruì un grande regno, che governò in modo illuminato. Decentrò il suo potere politico in favore dei ministri dell’impero mantenendo però salda la sua presenza nello sviluppo culturale della giovane Cina Imperiale. Trascorse i suoi ultimi anni preparando il suo cammino verso l’aldilà. La mitologia fa risalire alla sua morte l’immagine delle ali incandescenti di una fenice che illuminò il trono imperiale agli occhi del suo successore, il figlio Shao Hao. Dopo la sua morte fisica Huang Di avrebbe raggiunto una sorta di immortalità: viene considerato infatti una divinità del pantheon taoista. Ad Huang Di alcune fonti storiche attribuiscono la stesura del più antico libro di Medicina esistente, lo Huang Di Nei Ching Su Wen (“Canone di medicina interna dell’Imperatore Giallo”), anche se il testo a noi pervenuto viene fatto risalire ad una stesura più tarda, durante la dinastia Han, e sicuramente da attribuire a più autori e in più epoche.
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In questo antichissimo libro troviamo trattate sia le tecniche di agopuntura e moxibustione sia i principi di dietetica con relativa suddivisione dei vari alimenti.
III. FASI STORICHE DELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE La M.T.C. ha conosciuto una evoluzione legata alle fasi storiche del Paese che si identificano con il dominio delle varie dinastie che si sono succedute nel governo di questo immenso Paese. Considereremo naturalmente solo quelle più significative dal punto di vista medico
1. Dinastia Xia e Shang (2100-1100 a.C.) In questa prima fase storica cinese troviamo una “Medicina ancestrale o degli antenati”, in quanto dominata dal culto per gli antenati. Si tratta di una medicina ancora del tutto immersa nello strato magico e sciamanico, che considera le malattie e la loro cura all’interno del rapporto con gli spiriti degli antenati, visti come fonte di ogni bene e di ogni male.
[Sciamano cinese e divinazione dal volo degli uccelli]
La diagnosi avviene mediante divinazione, cioè dall’arte d’indovinare il futuro da segni e simboli esterni (posizione degli astri, volo degli uccelli, eventi atmosferici, ecc.) o da manifestazioni divine (oracoli, sogni, presagi, ecc.). La forma principale di terapia consiste nell'ingraziarsi gli antenati. Le terapie vengono prescritte dagli oracoli e la guarigione – come in ogni cultura arcaica – avviene attraverso un processo rituale che coinvolge il paziente nella sua interezza anche spirituale. Ma è proprio in questa atmosfera dominata dalla divinazione e dal culto dei morti che si sviluppò una raffinata conoscenza delle piante e dei loro principi attivi, una vera e propria erboristeria a cui nel corso dei secoli sarebbe stata riconosciuta un’importanza sempre crescente.
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2. Dinastia Zhou e Periodo delle primavere e degli autunni (1045 a.C. - 476 a.C.) L’epoca successiva secondo gli annali cinesi è caratterizzata dall’avvento della “Medicina demoniaca” e corrisponde al periodo della Dinastia Zhou e a quello delle Primavere e degli Autunni (1045-476 a.C.).
[Demone cinese]
Si tratta ancora di una medicina arcaica, in cui la malattia è quasi sempre vista come l’assalto e la possessione di un demone. La forma principale di diagnosi è la divinazione e la forma di terapia più importante è l'esorcismo dei demoni.
[Maschere rituali e, a destra, da esorcismo]
Medicina scientifica. Nel VI sec. a.C. circa apparve in Cina
la figura degli yi, i medici.
Originariamente, il termine yi indicava un professionista le cui arti mediche si fondavano tanto su pratiche magico-religiose quanto sull'uso di farmaci o di altre terapie, tuttavia, non più tardi del IV sec. a.C., gli yi o 'medici' si erano differenziati da un punto di vista teorico e sociale dalla figura dello sciamano (wu), il quale basava le sue conoscenze su una religione popolare della quale sappiamo poco. Ciò che distingueva i medici non soltanto dagli sciamani ma anche dai venditori di farmaci, dalle levatrici e da altri le cui conoscenze dipendevano da una trasmissione tradizione
orale,
scritta. È
era
soprattutto
probabile
che
la una
qualche letteratura medica fosse già in circolazione nel V sec. a.C. Alla fine di questo periodo compaiono le principali teorie che caratterizzeranno poi la storia della medicina cinese, si inizia a considerare nella diagnosi una più attenta semeiotica del corpo (ad es. il
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respiro, l’esame del polso, ecc.); nella terapia si approfondisce l’uso delle piante medicinali e compare l'agopuntura.
In quest’epoca nasce il Taoismo, una ideologia
filosofico-religiosa della Cina, che, assieme al
Confucianesimo e al Buddismo, ha influenzato tutta la cultura cinese ed è alla base della Medicina Tradizionale Cinese.
Fondatore di questa corrente di pensiero è stato il filosofo cinese Lao Tzu (老子) - trascritto anche come Lao Tse, Lao Tze, Lao Tzi o Lao Zi - ritenuto l'autore del Tao Te Ching (“Libro della Via e della Virtù”), il testo sacro che contiene i precetti del taoismo e che successivamente avrebbe conosciuto dei rifacimenti: esso è riconosciuto come uno dei testi spirituali più significativi della storia umana, carico di concetti etici, teologici, cosmologici ed esoterici. Il Tao Te Ching è il libro più tradotto al mondo, dopo la Bibbia. Il Taoismo è una filosofia naturalistica e a-morale, nel senso che non esiste una morale normativa e i suoi principi sono ispirati ai ritmi e ai cicli della natura; è anche una religione atea, nel senso che non crede nell’esistenza di un dio persona creatore.
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Lao Tzu, fra storia e leggenda Lao Tzu 老子,visse nel VI secolo a.C., anche se molti storici collocano la sua vita nel IV secolo a.C. La sua vita è narrata nell'opera di Sima Qian, ritenuto il più grande storiografo cinese (145-86 a.C.)
[Lao Tzu]
Lao in cinese significa venerabile o vecchio, mentre Ze vuol dire maestro, una sorta di titolo nobiliare. Si dice che fosse alto e avesse orecchie lunghe, fronte spaziosa e labbra carnose. La leggenda racconta che la madre rimase incinta mentre, aggrappata a un albero di prugne, contemplava una stella cadente. Lao Tzu nacque dopo una gravidanza durata ben sessantadue anni (per alcune versioni otto, per altre ottanta, o anche 97), sarebbe venuto alla luce come un uomo adulto, con una barba grigia e folta e lobi dell'orecchio di dimensioni notevoli, entrambi simboli che alludono alla saggezza e a una vita veneranda. Particolare ricorrente è che la donna partorì Lao dal cavo ascellare. Secondo altre leggende, Lao Tzu si sarebbe reincarnato numerose volte, e nella sua ultima vita sarebbe vissuto 990 anni, durante i quali avrebbe viaggiato per tutto il mondo per rivelare il Tao. Secondo la biografia raccontata da Sima Qian, egli visse nello stesso periodo di Confucio (551 - 479 a.C.): i due si sarebbero incontrati nel Luoyang, nella Biblioteca Imperiale della dinastia Zhou, luogo nel quale Lao Tzu era impiegato in veste di storiografo ed archivista di Stato e dove Confucio si recava periodicamente allo scopo di consultare i libri ivi contenuti. La leggenda narra ancora che Lao Tzu, nauseato dalla corruzione vigente a corte, decise - all'età di ottanta anni - di abbandonare il suo incarico e, cavalcando un bufalo d’acqua, si avventurò a ovest per vivere come un eremita. Alla porta occidentale della città Lao Tzu venne riconosciuto dal guardiano del valico Yinxi, che chiese al maestro di lasciare una traccia scritta della sua saggezza prima di poter abbandonare il Regno, così da metterla a disposizione dell'intero popolo cinese. Fu così che egli dettò il Tao Te Ching, nel quale espose la dottrina del Tao e della sua azione nell’universo. E’ stata la prima e unica opera scritta del filosofo,
articolata in
81 capitoli, oltre
cinquemila
ideogrammi incisi su strisce di bambù. Dopo aver consegnato la sua opera a Yinxi, Lao Tzu ripartì e scomparve senza essere mai più visto. In alcune versioni del racconto, la sentinella fu talmente commossa dopo aver ricevuto il lavoro che si avventurò verso ovest con Lao Tzu divenendone discepolo, per poi non essere mai più rivisto così come il suo Maestro.
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Secondo altre interpretazioni, il Maestro avrebbe posto fine al suo peregrinare in India, dove sarebbe divenuto il maestro di Buddha. Rotoli e dipinti descrivono Lao Tzu come un uomo anziano, calvo, con lunga barba bianca. È di solito raffigurato in viaggio insieme al suo bufalo d'acqua.
Il Tao Te Ching E’ considerata un’opera di immenso valore culturale. Copre campi che vanno dalla filosofia, alla spiritualità individuale, alle dinamiche dei rapporti interpersonali. Il libro contiene istruzioni nascoste, ovvero sotto forma di aforismi e metafore, sulla visione spirituale del mondo, la meditazione e la respirazione. Lao Tzu sviluppò il concetto di Tao, solitamente tradotto come la Via, un concetto il cui significato è strettamente collegato all’ordine cosmico dell’universo. Sviluppò anche il concetto di Wu Wei, azione e non azione, movimento e stasi. Questo concetto si fonda su un’antica credenza sciamanica, secondo la quale se si lascia fare alla natura, essa soddisferà l’uomo nelle sue esigenze primarie. Il concetto di Wu Wei viene spesso frainteso e considerato una sorta d’incitamento alla passività e al fatalismo, mentre è semplicemente un invito a vivere un’esistenza autentica in sintonia con la legge del Tao, senza ostacolare cioè in alcun modo il fluire spontaneo degli eventi naturali (tzu jan) e accettando le circostanze, favorevoli o sfavorevoli, che la vita di volta in volta presenta. Lao Tzu sognava una società serena, dove la violenza deve essere rigettata quanto più possibile: anche la guerra, pur vittoriosa, è sempre portatrice di morte piuttosto che di feste e trionfi. Come molti altri filosofi dell’antica Cina, Lao Tzu spiega spesso le sue idee attraverso l’utilizzo di paradossi, analogie, antichi detti, ripetizioni, simmetrie, rime e ritmi. Le scritture a lui attribuite sono ricche e poetiche. Il libro, in prosa ritmata, è però di difficile interpretazione. A ciò si aggiunge il sospetto che le tavolette dalle quali era composto, mal rilegate, si slegassero frequentemente, in modo tale che blocchi di caratteri si mescolassero nel tramandarlo: da qui il sorgere di numerose questioni critiche e interpretative. Il testo permette quindi di affrontare diversi piani di lettura e d'interpretazione.
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Riporto alcune frasi provenienti dal Tao Te Ching: Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama
o
farfalla. Amare
o
profondamente
qualcuno
ti
dà
coraggio.
Essere
amati
profondamente da qualcuno ti dà forza. o
Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
o
Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa.
o
Tenersi in punta di piedi non è crescere.
o
Il mondo si conquista senza darsi da fare. Quando invece ti affanni per quacosa, non puoi impadronirti del mondo
o
Se hai un problema e puoi risolverlo è inutile che tu ti preoccupi, se non puoi risolverlo è altrettanto inutile la tua preoccupazione.
o
Preoccupati di quello che gli altri pensano e sarai sempre il loro prigioniero.
o
La felicità è più leggera di una piuma, nessuno sa afferrarla. L’infelicità è più pesante della terra, nessuno sa lasciarla.
Gli “Assaggiatori di aceto”
è un soggetto tradizionale nella pittura
religiosa cinese. La composizione allegorica mostra i tre fondatori delle principali tradizioni religiose e filosofiche della Cina: Confucianesimo, Buddhismo e Taoismo. I tre anziani stanno immergendo le dita in un vaso colmo di aceto, assaggiandolo: Confucio reagisce con un'espressione aspra, Buddha con un'espressione amara, Lao Tzu con una dolce. L'espressione di ogni uomo rappresenta l'atteggiamento predominante della sua filosofia.
[Lao Tzu, Budda e Confucio]
Il confucianesimo, maggiormente interessato al mondo esterno ed alla dimensione politica, considera l'aceto come "vino inquinato" e quindi vede la vita come aspra, bisognosa di regole per correggere la degenerazione delle persone. Il buddhismo vede invece la vita come amara, dominata dal dolore e dalla sofferenza. Infine il taoismo considera la vita come fondamentalmente buona nel suo stato naturale. L'espressione di Lao Tzu è dolce e beata per via di come gli insegnamenti taoisti vedono il mondo: ogni cosa esistente in natura è intrinsecamente buona finché rimane fedele alla propria natura. Questa prospettiva consente a Lao Tzu di provare il sapore dell'aceto senza giudicarlo.
3. Periodo dei Regni combattenti (476 a.C. - 221 a.C.). Tra il 476 e il 221 a. C. la Cina attraversò un’epoca turbolenta e feconda, il periodo degli Stati Guerrieri (o dei Regni Combattenti): è nel corso di questi due secoli e mezzo, infatti, che si sviluppò il pensiero
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filosofico-medico classico in una forma già piuttosto matura. Il ruolo del medico e dello sciamano si separano. Compaiono le teorie che resteranno per sempre a fondamento della medicina tradizionale cinese, anche se verranno codificate soprattutto nel periodo successivo, quello della Dinastia Han. In questa epoca degli Stati Guerrieri si consolidano ufficialmente le cosiddette Sei Scuole, ovvero i principali indirizzi del pensiero cinese: la scuola taoista (ispirata agli insegnamenti di Lao Tzu e dei suoi discepoli), la scuola naturalista o yin-yang, la scuola confuciana, la scuola moista (nata dal pensiero di Mo Ti, V-IV sec. a. C.), la scuola legalista e quella dei nomi o delle denominazioni. In questo periodo emergono tutte le teorie principali della medicina cinese: lo Yin-Yang, il Wu-hsing (5 fasi), i 5 sapori, i 5 colori, il sistema delle corrispondenze, il Qi, la diagnosi del polso, i canali o meridiani, i punti di agopuntura. Durante questo periodo emergono due grandi figure di medici.
La prima è quella di Zhuangzǐ (莊周), il termine zǐ (子), significa "maestro", quindi il nome con cui è conosciuto significa maestro Zhuāng. E’ il massimo esponente del Taoismo dopo Lao Tzu. Zhuāngzǐ fu un maestro dalle vastissime conoscenza e un dotto letterato con doti non comuni. Non volle intraprendere qualsiasi carriera mondana e scelse di vivere da eremita, procurandosi da vivere intrecciando sandali di fibre vegetali.
[Zhuāngzǐ]
Il suo testo Zhuāngzǐ (莊子) prende il nome dal suo autore. Per trasmettere i suoi concetti, Zhuāngzǐ, utilizzava spesso degli aneddoti simili a storielle, affinché il messaggio fosse recepito meglio dall'ascoltatore. Zhuāngzǐ pensava infatti che se avesse parlato direttamente delle sue idee gli studenti non le avrebbero mai accettate perché generalmente nessuno vuole sentirsi dare dei consigli su come vivere la propria vita. Un suo racconto molto significativo si trova nel capitolo Sull'Organizzazione delle Cose: una notte Zhuāngzǐ sognò di essere una farfalla che volava leggera e spensierata; dopo essersi svegliato era confuso, si domandò come potesse determinare se egli era veramente Zhuāngzǐ che aveva appena finito di sognare di essere una farfalla o se era una farfalla che aveva appena iniziato a sognare di essere Zhuāngzǐ. Ciò suggerisce molte domande sulla filosofia della mente, del linguaggio e sulla gnoseologia. Zhuāngzǐ, mentre sognava, per la proprietà della condensazione, si vedeva farfalla, ma allo stesso tempo era anche essere umano. L'episodio ci fa pensare che esiste una dimensione dove gli opposti sembrano non esserci ed i contorni non sono nitidi.
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La seconda importante figura di questo periodo è quella di Bian Que, in cinese 扁䳍 (407 a.C. - 310 a.C.), una delle personalità più importanti nella storia e nello sviluppo della medicina cinese.
[Bian Que]
Il suo vero nome era Qin Yueten, ma le sue capacità mediche erano così incredibili che gli fu dato il nome del leggendario dottore Bian Que, vissuto ai tempi dell’imperatore giallo Huang Ti. Il nome Bian Que era originariamente usato per riferirsi a un magico uccello cinese che possedeva poteri magici nel curare le malattie umane. Il famoso storico cinese Si Maqian ha scritto la biografia di Bian Que in cui discute molte storie legate allo straordinario medico di quando ha effettuato cure mediche quasi miracolose e persino riportato in vita i morti. Per questo motivo, è stato definito il “dottore dei miracoli”. Trattava ricchi e poveri in egual modo ed era considerato un uomo molto giusto e di grande umiltà. La sua comprensione della medicina di quell’epoca non era seconda a nessuno. Bian Que ha scritto il libro Bian Que Neijing (“Il classico interno di Bian Que”), uno dei libri cardini della medicina cinese, nel quale vengono completate le lacune presenti nel Canone di Medicina. Tuttora i metodi da lui descritti come le “Quattro fasi” rimangono una base importante per le diagnosi nella medicina tradizionale cinese: Osservare - Ascoltare e annusare - Chiedere – Palpare. Sosteneva che un medico con la presa del polso dovrebbe essere in grado di diagnosticare una malattia esclusivamente dalle condizioni del polso e dalle sue caratteristiche. Si presume che Bian Que potrebbe essere stato uno dei primi medici ad avere formulato la teoria della circolazione, avrebbe infatti detto: “Il sangue e l’energia vitale (Qi) si muovono nel corpo attraverso i canali”. Attorno alla figura di questo medico fiorirono molte leggende. Secondo una di queste, una divinità (sotto forma di vecchio) gli donò la chiaroveggenza: quando Bian Que lavorava come assistente in un ostello che si occupava della nobiltà, incontrò un vecchio che, grato per le attenzioni e la cortesia di Bian Que, gli diede un pacchetto di medicine e gli comandò di farlo bollire in acqua. Dopo aver assunto questo medicinale, Bian Que acquisì la capacità di vedere attraverso il corpo umano (tipo raggi X), divenendo quindi un eccellente medico grazie a questa abilità acquisita. I racconti affermano che era un medico esperto di molte discipline.
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Una famosa leggenda narra che Bian Que visitò il re Huan del Catai: gli disse che aveva una malattia, presente solo nella sua pelle e lo avvertì che la sua malattia era solo all’inizio e che, se non si fosse curato, l’avrebbe certamente portato a morte. Il re (che in quel momento non avvertiva alcun sintomo) lo cacciò via pensando che il medico stava solo cercando di trarre profitto dalle paure degli altri. Bian Que visitò il nobile molte volte in seguito, dicendogli ogni volta come la malattia peggiorasse progressivamente, diffondendosi ogni volta in più del suo corpo, dalla sua pelle al suo sangue e ai suoi organi. Il re non volle accettare alcuna cura e in breve tempo si aggravò; in ultimo, chiese, disperato, al medico di dargli un rimedio per guarire. Bian Que andò a trovare il suo malato, lo guardò da lontano e uscì dal palazzo. Quando un servitore del re gli chiese perché avesse fatto questo, lui rispose che la malattia era nel midollo ed era incurabile.
Quando una malattia colpisce la superficie del corpo, una lozione o un impacco caldo può curarla; qua do u a alattia olpis e i us oli, l’uso di aghi può curarla; quando una malattia colpisce lo Stomaco e gli intestini un decotto può curarla; ma quando una malattia colpisce il midollo, o v’è più ulla da fa e e isog a las ia e le ose i a o al fato . Ergo: curarsi in tempo. Il re morì in breve tempo. Un'altra leggenda affermava che una volta, mentre visitava lo stato di Guo, Bian Que vide persone in lutto per le strade. Dopo aver chiesto che cosa fosse successo, gli risposero che l'erede del signore era morto e il signore era in lutto. Bian Que decise di andare a palazzo per indagare sulle circostanze della morte. Dopo aver saputo di come "il principe" fosse morto, concluse che il principe non era realmente morto, ma era piuttosto in uno stato simile al coma. Appoggiò un unico ago per agopuntura nel punto Baihui sulla testa, e il principe riprese subito conoscenza. Gli somministrò quindi una medicina con delle erbe bollite ed il principe si sedette subito sul letto. Bian Que prescrisse quindi altre medicine a base di erbe, ed il principe guarì completamente entro venti giorni. Un’altra leggenda racconta che Bian Que eseguì un doppio trapianto di cuore, in anestesia. Due pazienti avevano, l’uno un deficit di "potere mentale" rispetto all’altro, il secondo rispetto all’altro un deficit di "forza di volontà". Bian Que suggerì di scambiare i cuori dei due per raggiungere l'equilibrio: i pazienti accettano la procedura.
Tu, Kung Fu, sei intelligente ma la tua energia è debole; hai molte buone idee ma manchi di decisione; mentre tu, Tzu Yin, hai poca intelligenza ma hai una forte volontà, manchi di giudizio e tendi a prendere decisioni affrettate. Il solo metodo per guarire è di scambiarvi i cuori: poi, tutto diverrà perfetto .
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Egli diede quindi agli uomini un vino inebriante che li faceva "fingere la morte" per tre giorni; mentre erano sotto gli effetti anestetici di questo intruglio, Bian Que scambiò i due cuori. Dopo aver anestetizzato i due con un vino medicato, il medico aprì il torace e scambiò i loro cuori. Indi suturò le ferite e, con un’altra pozione, riportò alla coscienza i due 'trapiantati'. Quando essi tornarono a casa “guariti”, le rispettive mogli fecero fatica a riconoscerli, tanto i loro caratteri erano cambiati. Allarmate, si precipitarono dal medico per chiedere spiegazioni. Le cronache non riportano come andò a finire.... Al di là della leggenda, questo episodio prova ancora una volta due fatti importanti: diversamente dai medici occidentali di quel periodo, per i quali la sede dei sentimenti e dei comportamenti umani era l’intestino, per gli antichi medici Cinesi essa era il cuore (che fosse in realtà il cervello fu intuito sono molto più tardi). Inoltre, già quei medici avevano nozione che i fattori psicosomatici possono seriamente intervenire nella genesi di molte malattie. Tanta saggezza e bravura non giovarono tuttavia a Bian Que: ancora in perfetta salute, pur quasi ormai alla soglia dei cento anni, fu assassinato da un sicario prezzolato dal vecchio medico capo di Corte, Li Hsi, accecato dall’invidia e dalla gelosia.
4. Dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.) E’ sotto la Dinastia Han (206 a.C.220 d.C.) che la medicina cinese prende la sua forma classica nell’elaborazione dei metodi terapeutici, nell’insegnamento orale e nella codificazione scritta. A questo periodo va attribuita la stesura più “moderna” dello Huang Ti Neijing (Canone di Medicina interna dell’Imperatore Giallo), del quale abbiamo prima già parlato. È diviso in due tomi, lo Huangdi Neijing Suwen (le "Domande semplici"), abbreviato come Suwen 素問, e lo Huangdi Neijing Lingshu (Il "Perno spirituale") abbreviato come Lingshu 靈樞. Ogni tomo è, a sua volta, diviso in ottantuno capitoli; la trattazione è dialogica e discorsiva, caratterizzata dal confronto tra il leggendario imperatore Huang Di e sei dei suoi leggendari ministri imperiali (tra i quali il suo primo ministro Ch’i Po).
[Huang Ti e Ch’i Po]
Nel Suwen il Maestro celeste Qi Bo risponde alle domande di Huang Di. Nel rispondere alle domande, Qi Bo affronta temi che spaziano dalla filosofia, all’etica, alla medicina. Quest’ultima è trattata sui suoi vari aspetti teorici e pratici (principi cosmologici, diagnosi, terapie, in particolare l’agopuntura, di cui qui si ha la prima esposizione autorevole): non deve stupirci questa commistione in quanto la medicina nella Cina antica non era altro che una parte della filosofia e della religione, che proponevano l'unione dell’uomo con la natura e con l'intero universo. Nel Lingshu (靈樞) si parla della relazione fondamentale dell'uomo con il Cielo, tramite gli Spiriti, si dice cioè che le attività terrene sono sempre basate su influssi celesti. Si potrebbe parlare di un trattato di
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psicologia cinese, se non fosse che la categoria della psiche non è presente nel mondo cinese (nel senso che una divisione tra psiche e soma non viene presentata). Il tutto viene esposto secondo la dottrina dello yin e dello yang e delle cinque fasi wuxing (五行). Quest’opera, in virtù del suo valore storico-culturale e medico, è comparabile al Corpus Hippocraticum greco, alle opere di Claudio Galeno ed alla trattazione di medicina medievale di ispirazione islamica (Averroè, Avicenna) ed europea. Su di esso è fondata la maggior parte della letteratura medica cinese ed è considerato così importante da medici e ricercatori che anche oggi, tremila anni dopo la sua compilazione, è ancora ritenuto della massima autorità.
Figura importante di questo periodo Han è Zhang Zhongjing (150219 d.C.) il più importante medico cinese della tradizione farmaceutica ed erboristica dell’antica Cina.
[Zhang Zhongjing ]
All'età di circa 50 anni fu testimone di una massiccia epidemia di peste e decise che avrebbe dedicato il resto della sua vita alla ricerca di una cura. Non trovò una cura per la peste, ma il libro risultante Shang Han Za Bing Lun (Trattato sulle malattie febbrili e altre malattie, o Trattato sulle malattie febbrili causate dal raffreddore) divenne una pietra angolare della medicina cinese ed è ancora disponibile oggi in cinese e nella traduzione inglese. Il numero di formule per il trattamento è relativamente modesto con poco più di un centinaio, ma il lavoro ha costituito la base per centinaia di commenti ed edizioni più accurate. La sua sezione sulla ginecologia è tra le più importanti e alcuni rimedi contro l'infertilità e l'aborto spontaneo sono ancora attuali. Il testo originale del maestro venne diviso in seguito in due trattati: il Trattato delle Malattie Febbrili in cui sono contenute 113 ricette e la Sinossi delle Prescrizioni del Cofanetto d'Oro, in cui vi sono 262 ricette.
Altra figura medica importante della dinastia Han è stato Hua Tuo (140 d.C. ca. – 208 d.C. ca). Fu il primo chirurgo cinese famoso.
Sviluppò
l’uso
della
anestesia durante gli interventi chirurgici:
antichi
sostengono riuscisse
che ad
testi
Hua
Tuo
eseguire
una
anestesia totale combinando del vino con un decotto di erbe chiamato máfèisàn (letteralmente "decotto di cannabis"). Promosse la conoscenza della anatomia, a quei tempi limitata in Cina.
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La morte di Hua Tuo, segnò la decadenza della chirurgia cinese. Il Confucianesimo, infatti, predicando l'integrità del corpo che non doveva essere sottoposto a nessun tipo di mutilazione, arrestò definitivamente ogni progresso in campo chirurgico. Poiché la pratica della chirurgia richiedeva tagli e asportazioni delle parti malate ed era una pratica invasiva, infatti, fu proibito esercitarla, così come fu proibito la dissezione dei cadaveri per lo studio dell'anatomia. Ad oggi il ricordo di Hua Tuo è soprattutto legato ad alcuni punti di agopuntura che egli utilizzò per curare moltissime patologie e che chiamò Jiaji per via della loro posizione anatomica (Jia= allineamento; Ji= spine) e che oggi ricordati come punti Huatuojaji. Nell’uso delle erbe medicinali, preferì metodi semplici, usando un piccolo numero di formule, che includevano solo poche erbe medicinali. Fu anche famoso per le sue conoscenze della moxibustione. Praticava il Qi Gong e sviluppò lo Wu Qin Xi ("esercizio o giocondei cinque animali") studiando e insegnando i movimenti della tigre, del cervo, dell'orso, della scimmia e della gru, una pratica in uso anche oggi.
Hua Tuo ebbe rapporti difficili con i grandi del suo tempo, fra cui Cao Cao, signore della Cina settentrionale che Hua Tuo aveva in cura per le sue frequenti e forti cefalee, il quale condannò a morte Hua Tuo perché si era sentito offeso dal suo rifiuto di diventare suo esclusivo medico personale. Cao Cao qualche anno più tardi si pentì amaramente di questa decisione quando suo figlio si ammalò e morì perché a corte non vi era alcun medico in grado di curarlo. Si narra che Hua Tuo, con il nome di Yuan Hua, scrisse numerosi resoconti dettagliati delle sue operazioni chirurgiche. Con l'approssimarsi della sua esecuzione Hua Tuo tentò di affidare i suoi manoscritti al suo carceriere, il quale temendo di incorrere in un castigo di Cao Cao rifiutò l'incarico. Questi manoscritti furono quindi consegnati a sua moglie, la quale, inconsapevole del valore degli scritti del marito, li gettò nel fuoco. Nessuna di queste testimonianze quindi, purtroppo, è giunta fino a noi, cosicché i suoi insegnamenti rimangono ad oggi ancora ampiamente sconosciuti; tutto ciò che sappiamo di lui e delle sue operazioni è raccontato nel Romanzo dei Tre Regni e in alcune opere trascritte da un suo allievo, Wu Pu.
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Altri libri che appartengono al periodo di questa dinastia sono: 1. Lo Shen Nong Ben Cao [Le erbe] (300 a. C.-100 d. C.), una summa della conoscenza farmacologica del tempo. In esso sono descritte in dettaglio 365 tipi di piante medicinali e vengono anche introdotti i principi di "Jun, Chen, Zuo e Shi" (Imperatore, Ministro, Assistente e Guida) per classificare il differente compito di ogni sostanza nell'ambito di una prescrizione. Il testo
parla del trattamento di varie malattie, elenca combinazioni di piante e controindicazioni,
menziona i 5 sapori e le 4 energie, descrive preparazioni galeniche, parla di dosaggi, delle modalità e tempo di somministrazione; infine consiglia l'uso di piante calde per problemi freddi e di piante fredde per problemi caldi. 2. Il Ma Wang Dui [Prescrizioni per i cinquantadue malesseri] (ca. 100 a. C.). E’ un altro importante testo di fitoterapia. Descrive 247 piante, le preparazioni galeniche, l'uso empirico delle piante stesse. 5. Dinastia dei tre Regni (220-265 d.C.) Huang Fumi (215-282 d.C.) fu l'autore di un altro libro importante: A-B Classico della Agopuntura e della Moxibustione. Questo libro consta di 12 volumi, con 128 capitoli. Nel suo ambito si trovano concetti come visceri, organi, meridiani, collaterali, agopunti, diagnosi, patogenesi, tecniche di manipolazione degli aghi, e viene compilato un elenco di 349 punti con le relative localizzazioni, indicazioni e controindicazioni.
[Huang Fumi]
6. Dinastia Sui (618-907 d.C.) Nell'anno 610 il Maestro Chao Yuanfang presiedette alla stesura del Grande Trattato sulle cause e i sintomi delle malattie. E' composto da 50 volumi (rotoli), e contiene la descrizione di 1700 sindromi che spaziano dai campi della medicina interna alla chirurgia, ginecologia, pediatria e alla patologia dei 5 organi di senso. In esso sono contenuti concetti importanti, tra cui il fatto che certe infestazioni di parassiti derivano dall'alimentazione, e che la teniasi deriva dal consumo di carne cruda. Sono poi descritte operazioni come l'anastomosi intestinale, l'aborto terapeutico e l'estrazione dentaria.
[Chao Yuanfang]
I metodi terapeutici proposti non sono le medicine tradizionali o l'agopuntura della medicina cinese, ma terapie basate su pratiche come la dieta o il Dao Yin.
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7. Dinastia T’ang (618-907 d.C.) Quattro secoli più tardi, nell’epoca T’ang (618-907 d.C.), il Buddismo arrivò in Cina ed influenzò la medicina cinese. Vennero fondate scuole di medicina cinese, la fitoterapia viene sistematizzata, e viene codificata la prima Farmacopea Ufficiale, anche se non legalmente vincolante. Sotto le dinastie T’ang e Sui si ebbe l'unificazione della Cina e un fiorire di interscambi e attività commerciali. Le conoscenze mediche delle singole zone divennero omogenee e nel 657 il medico Su Jing fu incaricato dall'imperatore di coordinare un gruppo di 20 medici nella ricompilazione del testo Materia Medica Cinese. Due anni dopo, un nuovo testo vide la luce: “Nuova Revisione della Materia Medica della Dinastia Tang”, chiamato anche Materia Medica Tang. Fu il primo testo di farmacologia del mondo promulgato da una autorità statale. E' composto di 54 volumi ed è scomponibile in 3 parti: materia medica, illustrazione delle piante e spiegazione delle illustrazioni. Vengono trattate 850 sostanze medicinali
Uno dei più grandi medici ed erboristi dell’antica Cina nell'epoca T’ang fu Sun Simiao (孫思邈), (581 682 d.C.), vissuto 101 anni (per alcuni visse fino a 114 anni). Sun Si Miao, il re della Medicina Cinese, è stato al tempo stesso il medico personale di diversi imperatori cinesi, un esponente dell'Accademia imperiale di medicina e il medico compassionevole che curava le masse indigenti e i malati di lebbra. È considerato uno dei "santi" della medicina cinese e i suoi insegnamenti sono fondamentali sia nel campo dell'erboristeria che in quello dell'agopuntura. Vissuto fra il VI e il VII secolo d.C., nell'epoca d'oro dell'espansione politica e culturale cinese, avvenuta durante la dinastia Tang, egli segna l'avvento di una pratica medica fondata sulla comprensione dei princìpi e dei metodi e non sull'impiego di ricette precostituite, centrata interamente sulle esigenze del malato e sullo sviluppo delle capacità terapeutiche del medico, chiamato a una crescita personale continua non solo professionale, ma prima ancora, e soprattutto, umana.
[Sun Simiao]
L’approccio di Sun Simiao era basato sulla virtù per nutrire la mente e il corpo. Scrisse: «Senza virtù, anche se uno prende preziose pozioni ed elisir d’oro, non riesce a prolungare la propria vita». In altre parole, se la propria virtù è scarsa, non si può né raggiungere la longevità né prolungare la propria vita, anche con la migliore medicina; se la propria virtù è nobile e perfetta, non è necessario pregare per essere benedetti e vivere più a lungo. Sun Simiao è stato un modello per le generazioni future per comprendere le tradizioni morali della Cina. Si racconta che fosse indifferente alla fama e alla fortuna e che non avesse alcun interesse a servire gli imperatori, preferendo invece rendere disponibile la sua antica cura al grande pubblico.
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Quando l’imperatore Taizong della Dinastia Tang salì al trono, emanò un ordine imperiale, invitando Sun a palazzo. L’imperatore rimase molto colpito dallo spirito e dall’aspetto divino di Sun e gli volle conferire un titolo nobiliare, ma Sun rifiutò fermamente, desiderando coltivare se stesso e aiutare le persone. Sun Simiao praticò la medicina nella Cina centrale per più di 20 anni. Abitò in una casa in un piccolo villaggio di montagna e tenne una piccola scrivania vicino alla porta. Seduto dietro di essa, con di fronte il paziente, si prendeva cura di lui il più possibile. Sun addebitava solo una piccola tassa per le medicine, appena sufficiente per coprire il costo. Quando incontrava un paziente povero non prendeva soldi, dato che considerava il suo lavoro un atto di beneficenza. Sun non solo insisteva per far pagare ai pazienti poco o nulla, ma era anche attento a trattare la sua professione con la dovuta solennità. Criticava i medici che chiacchieravano e ridevano di fronte ai loro pazienti, poiché era lesivo dei loro sentimenti. Sun Simiao trascorse la sua vita coltivando la virtù come base per alleviare la sofferenza dei vivi. A Sun venne attribuito il titolo di Re della Medicina cinese per i suoi significativi contributi alla stessa oltre che per l'estrema cura dei pazienti. A parte le leggende che sono fiorite intorno alla sua figura per la imponente levatura scientifica e culturale, ci ha lasciato due importanti testi: Prescrizioni da Cento Pezzi d'Oro per le Emergenze e il Supplemento alle Prescrizioni Essenziali da Cento Pezzi d'Oro. Nel primo, diviso in 30 volumi, troviamo 5300 ricette, nell'ultimo 2571. Diceva: «La vita umana è della massima importanza e vale mille monete d’oro. Una ricetta per salvare una vita è come una virtù.» Pertanto, mise la parola «mille ori» su tutti i suoi libri. Diede l’esempio coltivando la sua virtù. Per consentire alle persone di curarsi gratuitamente, incise su tavolette di pietra le prescrizioni per le malattie comuni e le pose a lato della sua residenza. Nei suoi libri possiamo trovare trattazioni estese dell'agopuntura e della moxibustione, di fitoterapia, prevenzione e tecniche per conservare la salute. Egli indicò il collegamento tra il gozzo e la vita nelle isolate valli montane. Contro il gozzo prescrisse alghe, fucus (pianta) e tiroide di pecora. I suoi testi contengono anche molte indicazioni su igiene, ginnastica, dieta. Gli viene anche riconosciuta la stesura del testo noto come "Sull'assoluta sincerità del grande medico", frequentemente definito come il Giuramento di Ippocrate cinese: “Un grande medico non deve fare attenzione allo stato, alla ricchezza o all'età, nemmeno deve considerare se la persona sia attraente o meno, che sia amico o nemico, che sia Cinese o straniero o, infine, che sia colto o ignorante. Egli dovrebbe sempre agire e comportarsi come se si trattasse di parenti stretti.”
[22]
Sempre di questo periodo, ricordiamo il trattato I segreti medici di un ufficiale di Wang Tao, composto di 40 volumi con 6000 formule.
8. Dinastia Song (960-1279 d.C.) Viene pubblicato uno dei trattati più completi sulla fitoterapia, lo Zhen Zhu Nang [“La borsetta delle perle”] di Zhang Yuan Su. Contiene per la prima volta lo schema teorico completo della fitoterapia: 4 energie, 5 sapori, yin-yang, 5 fasi, movimenti delle piante ascendenti
e
discendenti,
meridiani
di
entrata,
tonificazione o sedazione. Durante la dinastia Song il governo fondò il Dipartimento Medico Imperiale che fu l'istituzione ufficiale per formare i futuri medici. Nel 1026 Wang Weiyi creò due figure di bronzo a grandezza naturale a scopo didattico. Le figure presentavano i 12 meridiani e 354 punti. Le figure erano cave e i punti erano rappresentati come fori. Al momento dell'esame esse venivano rivestite di cera e riempite d'acqua. Al candidato veniva chiesto di infiggere gli aghi in certi punti. Il buon esito del test era testimoniato dall'uscita dell'acqua dai punti individuati. Nel 1057 venne costituito anche il "Dipartimento per la Correzione dei libri di Medicina", allo scopo di correggere, aggiornare e coordinare le conoscenze mediche nei testi antichi e più recenti. Rividero la luce, aggiornati e corretti, i maggiori testi della Medicina Cinese.
9. Dinastie Jin (115-1234 d.C.) e Yuan (1279-1368 d.C.) Durante il periodo di queste due dinastie si vide il fiorire di diverse scuole mediche, ciascuna peculiare per aspetti caratteristici: 1. La Scuola del Caldo e del Freddo, fondata da Liu Wansu (1120 - 1200) che interpretava i vari segni e sintomi delle malattie con i concetti di Calore e di Freddo. Le malattie "shang han" (che significa malattia febbrile) venivano trattate con medicinali dalla capacità di ridurre e disperdere il calore. 2. La Scuola dell'Attacco e della Purgazione fondata da Zhang Congzheng (1156 - 1228) che sosteneva che le malattie erano causate dall'entrata di fattori patogeni esogeni nel corpo e che le cure dovevano consistere nello scacciare i fattori esogeni mediante la sudorazione, il vomito e la purgazione. 3. La Scuola del Nutrimento della Terra fondata da Li Dongyuan (1180 - 1251), basata sul principio che il danno alla milza e allo stomaco è la causa di moltissime malattie. Ne consegue che il principio fondamentale del trattamento delle malattie consiste nel rinvigorire la milza e lo stomaco. Il nome di questa scuola si deve al fatto che la milza, secondo la Medicina Cinese, appartiene alla Terra.
[23]
4. La Scuola del Nutrimento dell'Essenza, fondata da Zhu Zhenheng (1281 - 1358). Il pensiero di questa scuola si può riassumere nel concetto che lo Yang é sempre in eccesso, mentre lo Yin sempre in deficit. La terapia consiste quindi nel nutrire l'essenza ed eliminare il Fuoco mediante la purgazione. N.B. Ricordiamo che intorno al 1000 in Cina si cominciò a effettuare la vaccinazione antivaiolosa.
10. Dinastia Ming (1368-1644 d.C.) In quest’epoca emerge un altro grandissimo Maestro della Medicina cinese Li Shizhen (1518-1593), chiamato anche Bīnhúshānrén nei suoi ultimi anni, considerato il più grande naturalista della Cina.
[Li Shizhen]
Li
Shizhen
era
molto
interessato
alla
corretta
classificazione dei componenti della natura. Il suo maggior contributo alla medicina furono i 40 anni passati sul progetto di passare al setaccio il vasto assortimento degli impieghi tradizionali delle erbe medicinali e annotarne le informazioni che riteneva fossero un attendibile riflesso della realtà Il suo libro, il Pen T’sao Kang Mu [Bencao Gang Mu; 1596], è stato usato come farmacopea, ma era anche un trattato di botanica, zoologia, mineralogia e metallurgia. Il libro fu ristampato a più riprese ed esistono ancora cinque edizioni di quella originale. Questo testo comprende 1.892 farmaci e più di 10.000 ricette.
Dal 1600 sino al 1800 fiorì la Scuola delle Malattie febbrili ed epidemiche. Il caposcuola fu Wu Youxing, che pensò che la patogenesi di una malattia non fosse riconducibile al freddo o al caldo, o al calore estivo o all'umidità ma a fattori patogeni presenti nell'aria chiamati fattori patogeni epidemici. Egli pensava che questi fattori patogeni epidemici entravano nel corpo attraverso la bocca e il naso. La gente poteva cadere vittima di queste malattie anche se possedeva una forte energia interna. Inoltre si pensava fino a quel momento che i fattori patogeni potessero penetrare nel corpo solo attraverso la superficie cutanea. E' una interessante anticipazione della scoperta dei batteri e dei virus.
10. Dinastia Qing (1644-1911 d.C.) Un famoso medico fu Wang Qingren (1768 - 1831) che scrisse il testo Correzione degli errori dei testi di medicina sulla base delle proprie esperienze desunte da esami autoptici e dalla pratica personale. In questo testo viene enfatizzata l'importanza dell'autopsia e viene trattata la teoria della stasi del sangue, delle malattie da essa causate e dei metodi di trattamento per questo tipo di patologia.
[Wang Qingren]
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Wang Qingren precisò la conoscenza delle malattie da caldo, che ora vengono studiate in modo diverso rispetto alle teorie tradizionali: egli affermò che sono causate da un tipo di fattore patogeno perverso molto forte ed infettivo che entra dalla bocca e dal naso. Il trattamento principale è la dispersione con piante fredde.
Dal 1840 assistiamo all’introduzione della medicina occidentale e alla graduale perdita di importanza di quella cinese. Al giorno d'oggi, rielaborata e aggiornata, la medicina tradizionale viene insegnata nelle università cinesi e praticata negli ospedali accanto alla medicina convenzionale.
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CAP. II – COSMOGONIA E MITOLOGIA NELL’ANTICA CINA La Medicina cinese, così come il pensiero tradizionale cinese, non si basa sull’idea di opposizione, ma su quella di relazione: ciò significa che non osserva la realtà suddividendola in categorie contrapposte e che si escludono a vicenda (ad esempio, corpo / mente), ma rintracciando al contrario le relazioni fra i molteplici elementi che la compongono. Per meglio capire questo concetto è necessario avere le conoscenze cosmogoniche e mitologiche dell’antico popolo cinese.
I. LE ORIGINI DEL MONDO SECONDO IL TAOISMO Nella mitologia cosmogonica taoista non c’è nessuna divinità creatrice, ma un’unica legge rappresentata dal Tao, motore dell’universo, concepito come un principio impersonale che presiede alla creazione del mondo.
La legge del Tao fa sì he o i sia al u isog o di esse i eato i . Il Tao dei taoisti può i o du si all’A hè p i ipio p i o dei filosofi g e i: lo “fe o di E pedo le, l’Esse e di Pa e ide, il Logos di Eraclito. Cielo, Terra e uomo. Il più antico racconto cosmogonico cinese (risalente al II sec. a.C.) narra del tempo in cui Cielo e Terra non esistevano e l’unica entità esistente era il Tao, una tenebra profonda, senza forma, immutabile, infinita, invisibile, e indefinibile. I Maestri taoisti affermano che il Tao non si può definire a parole il Tao, perché nel momento in cui fosse definibile e catalogabile perderebbe la sua identità. L’uomo infatti non può definire l’assoluto: facendolo lo limiterebbe, e allora non sarebbe più l’assoluto. Questo stato puro, infinito, senza fine e senza confini in cui l'energia è dotata di potenzialità ma non si è ancora manifestata, viene chiamato dai Cinesi Wu Chi (o Wu ji), termine traducibile come “vuoto”, “non essere”. In un successivo momento non definito,
sarebbe
comparso un soffio, una vibrazione, per cui dal Wu Chi si pervenne al Tai Chi (l’Essere o Grande Uno) dal quale si svilupparono si formarono una coppia di princìpi, tra loro opposti ma complementari, lo Yin e lo Yang (che si riuniscono in un’entità più grande, il T’ai Chi T’u.) I soffi emanati dal Tao assunsero una consistenza materiale: l’essenza più leggera e pura, diffondendosi diede forma al Cielo, mentre le particelle più pesanti e grossolane tracciarono i contorni della Terra. I soffi caldi dello Yang generarono il fuoco, che addensandosi si fece Sole; dai soffi freddi dello Yin nacquero le acque e dalla loro essenza si formò la Luna; i soffi sfuggiti al Sole e alla Luna divennero gli astri e le costellazioni. Le acque si separarono poi dal Cielo, il quale venne a sua volta separato dalla Terra: tra
[26]
queste due realtà viene stabilito il campo di azione dell’uomo. Dai soffi del Cielo e della Terra si formarono le quattro stagioni, dalle cui energie sprigionate ebbero vita tutte le creature viventi. Il processo di creazione del cosmo è dunque pensato come il progressivo differenziarsi dei fenomeni a partire da un’entità originaria indifferenziata.
Le t asfo azio i del Tao. Il Tao ge e ò l’U o, l’U o ge e ò il Due, il T e ge e ò le die i ila eatu e. Le eatu e volta o le spalle allo Yi e volgo o il volto allo Ya g. Il Chi i fuso le e de a o iose. Tao Te Ching, 42) II. IL MITO DI PAN GU Alcuni secoli dopo la morte di Lao Tzu, i monaci taoisti elaborarono il mito di Pan Gu (盤古), per rendere più comprensibile ai loro seguaci il processo della nascita del cosmo, altrimenti troppo astratto e filosofico. Secondo questa visione, all’inizio di tutto non esisteva nulla nell'universo tranne il caos, buio ed indistinguibile. Il caos si coagulò in un uovo cosmico al cui interno si bilanciarono i principi universali dello yin e dello yang e da quell’equilibrio perfetto si formò Pan Gu, destinato a diventare il primo essere vivente ed il creatore di tutte le cose. Esso viene raffigurato come un essere gigantesco e primitivo, villoso e dotato di grandi corna, rivestito di pelli. Pan Gu si formò nell’uovo per 18 mila anni e alla fine si svegliò. Aperti gli occhi, vide solo oscurità e si sentì imprigionato dal guscio dell’uovo che gli pressava il corpo. Furioso, impugnò un’ascia che aveva con sé dalla nascita e distrusse con un fendente il grande uovo cosmico. La parte superiore del guscio rotto galleggiò verso l’alto e formò la volta celeste (Yang), mentre l’altra parte, più fredda, scese verso il basso formò la Terra (Yin). Pan Gu rimase nel mezzo, con la testa che toccava il Cielo e i piedi saldamente piantati per terra.
Pan Gu, temendo che Cielo e Terra si riunissero di nuovo, si mise a tenere alto il cielo col capo, premendo la terra coi piedi. Crebbe di 3 metri al giorno, e così il cielo e la terra continuarono a separarsi sempre di più.
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In differenti versioni della leggenda Pan Gu viene aiutato nella separazione tra cielo e terra da quattro bestie mitiche: la tartaruga, il Qilin, la fenice e il dragone. Trascorsero altri 18 mila anni, Pan Gu nel frattempo era diventato un gigante fra cielo e terra, alto 45 mila km. Quando
finalmente cielo e terra si stabilizzarono senza più
riunirsi, Pan Gu poté finalmente riposarsi, tuttavia, sfinito a morte, non ebbe più l’energia di sostenersi, il suo corpo gigantesco crollò a terra e morì. Con la morte le varie parti del suo corpo si trasformarono. Il suo occhio destro divenne il Sole, il suo occhio sinistro la Luna, i suoi capelli diventarono pianeti e stelle, il suo respiro si trasformò in nuvole e in vento. Le braccia e le gambe diventarono le cinque principali catene montuose della Cina, i muscoli si trasformarono in terra fertile, la sua barba diventò un fitto bosco, i suoi peli erba e fiori, il sudore diventò la pioggia che rinfresca le terre. La sua carne divenne terreno, il suo sangue divenne fiumi e laghi, le sue ossa e i denti si tramutarono in rocce e alcune di esse divennero oro, argento, bronzo, ferro, giada e pietre preziose. Dai pidocchi che aveva sul corpo nacquero infine gli uomini e gli animali.
L’e e gia os i a da ui si o igi a la vita vie e du ue si oli a e te app ese tata o l’aspetto di un uovo. Non solo nel Taoismo, ma anche nella mitologia di molte religioni arcaiche (Fenici, Indù, Ro a i, e . è p ese te il ito dell’uovo os i o he, ella sua vale za os ogo i a, si oleggia l’u ità p i o diale dell’Esse e, la totalità pe fetta, i divisa, he p e ede la sepa azio e degli ele e ti e la o pa sa dell’u ive so ate iale a tutti a ifesto. III. IL MITO DI HOUYI In Cina esisteva da tempo immemore un “dualismo cosmologico” che metteva in opposizione due principi, da una parte la luce, il Sole e il fuoco, dall'altra il buio, la Luna e l'acqua.
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Nella mitologia cinese il sole aveva l’aspetto di un fiore splendente la cui anima - racchiusa all’interno -aveva la forma di un corvo a tre zampe. La leggenda racconta che, in tempi antichissimi, quando in Cina regnava Yao, successore di Huang Ti (l'Imperatore Giallo), esistessero non uno ma dieci soli, figli della dea Xihe e di Dijun, dio del paradiso d'oriente. La Leggenda. In un villaggio molto lontano, esisteva un grande albero di gelsi (Fu-Shang) che sovrastava l’Oceano Orientale: l’albero era così grande e alto che i suoi rami raggiungevano il cielo. Su questo albero vivevano 10 corvi i quali avevano l’oneroso compito di alzare in cielo il Sole. Ogni corvo aveva un proprio Sole e ogni giorno, a turno, si alzava in volo un corvo diverso con un Sole diverso. La vita era in perfetto equilibrio, gli uomini del villaggio amavano il Sole, esso dava loro energia e cibo. Un giorno, però, nell'anno 2170 a.C., accadde l’impensabile, senza motivo tutti i corvi si alzarono in volo con il proprio Sole, facendo scaldare improvvisamente la Terra. Di conseguenza le messi andarono a fuoco, i fiumi si disseccarono, gli animali iniziarono a morire come mosche e gli uomini furono costretti a nascondersi in rifugi. Se i dieci soli avessero continuato a stare tutti insieme nel cielo, l’intero universo sarebbe stato bruciato. Yao, imperatore della Cina, invocò allora con voce accorata il dio Dìjùn affinché salvasse gli uomini dai suoi figli sciagurati. Mosso da quella supplica, il dio si rivolse ai corvi in tono benevolo, tentando inutilmente di convincerli a tornare all'antica abitudine di percorrere il cielo uno alla volta. Al loro rifiuto, decise di inviare sulla terra l’immortale arciere Houyi, con un arco rosso e una faretra con dieci bianche frecce affinché spaventasse i corvi in modo tale che in futuro non avrebbero più commesso una tale insubordinazione. Houyi inizialmente cercò di far ragionare i 10 corvi, i quali però non vollero sentir ragioni e restarono tutti e dieci in cielo.
Houyi, quando vide in che condizioni si era ridotta la Terra a causa del gesto
sconsiderato degli uccelli del sole, si infuriò e decise di ricorrere a misure estreme: brandì il suo arco e scoccò le sue frecce. I soli cominciarono a cadere nel mare trasformandosi in corvi a tre zampe, mentre l’acqua ardeva.
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Houyi stava per scoccare la decima freccia, quando l'imperatore Yao gli si avvicinò e lo pregò di risparmiare almeno l'ultimo dei dieci soli: infatti, gli spiegò, la vita degli uomini senza alcun sole sarebbe stata ancora più miserevole di quella con i dieci soli insieme. Illuminato da quelle parole, l'arciere divino risparmiò l'ultimo sole, che è quello che ancora oggi splende sulla Cina e sul resto del mondo. Nel tempo in cui esistevano dieci soli, c'erano anche dodici lune, una per ogni mese dell'anno. Come succedeva per i soli, anche le lune all'inizio di ogni mese venivano condotte sulle sponde di un lago all'estremo confine orientale del mondo per essere lavate. Da qui, una alla volta, si levavano in volo su di un carro fatato per attraversare tutta la volta celeste. Non si sa come capitò, ma dopo che Houyi ebbe abbattuto nove dei dieci soli, anche undici lune scomparvero e rimase solo quella che vediamo tuttora. Houyi pagò a caro prezzo l’aver deciso di uccidere i 9 soli: Dijun lo bandì dal paradiso, lo privò della sua immortalità e lo costrinse a vivere sulla Terra. Sulla Terra l’arciere entrò al servizio di Yao e affrontò una serie di mirabolanti avventure per salvare la Cina. Xi Wang Mu, la Regina Madre d'Occidente, volle premiare il suo eroismo, convocò Houyi nel suo palazzo e lo ricompensò con la pillola dell'immortalità avvisandolo, però, di non doverla mangiare subito, ma di far passare ben 12 mesi per "prepararsi con la preghiera e il digiuno" all'atto. Egli ascoltò attentamente le parole della Regina e decise di nascondere in un posto sicuro di casa sua la pillola. Fu chiamato però per una missione urgente e in sua assenza la moglie Cheng’e non resistette e decise di assaggiare la pillola. Nel momento in cui ne mise una parte in bocca, iniziò a fluttuare verso il cielo, piangendo e chiedendo aiuto. Il marito dalla terra la vide, ma non poté correre in suo aiuto. La donna giunse
sulla Luna e costruì un palazzo.
Da
allora la donna continua a vivere sulla luna, in compagnia di un solo coniglio, Yu Tu. Houyi, frattanto, mangiò il resto della pillola, si stabilì sul sole e una volta al mese va a trovare Chang'e e allora la luna diventa piena. Si dice che quando la Luna è piena, se la si guarda bene, si può vedere l’immagine di Cheng’e e di Yu Tu. I cinesi amano la Luna così tanto da dedicare ad essa una festa, la famosa “Festa di mezzo Autunno”, una festa piena di tradizioni e di principi. Durante i festeggiamenti si usa bruciare degli incensi in onore a Chang’e.
[30]
IV. IL PANTHEON TAOISTA
Yu Huang, l’Imperatore di Giada Nella mitologia cinese l'Imperatore di Giada (玉皇) o Yù Huáng è la divinità suprema della tradizione cinese e il sovrano del paradiso. E’ figlio dell’unione del Sole e della Luna (Yin e Yang) e governa la natura. Tutti gli déi e tuti gli esseri viventi sono sottomessi a lui. E’ il Dio governatore e giudice. Risiede in un magnifico palazzo nella parte più alta del cielo insieme alla moglie, l'imperatrice Jade, alla sua numerosa famiglia e ai suoi anch’essi numerosi ministri e funzionari. Una leggenda racconta che, al momento della nascita, il corpo di questo straordinario bambino brillò di una splendida luce dorata ed emise uno straordinario bagliore luminoso che invase tutto il regno. In giovane età si dimostrò intelligente, saggio e buono, e spese tutta la sua giovinezza coltivando l’altruismo, prendendosi cura dei meno abbienti, dei sofferenti e degli ammalati, ottenendo grande rispetto e benevolenza da ogni creatura. Quando Yu Huang ascese al trono, volle da subito assicurarsi che nel suo regno chiunque fosse trattato con benevolenza e potesse trovare pace e felicità; vide però che questo non era possibile poiché le creature erano tutte soggette alle malattie e quindi decise di rinunciare al trono e di ritirarsi su un monte per studiare, conoscere i misteri dell’universo e coltivare il Tao. Il mito narra che coltivò molto duramente il suo spirito per 1.750 periodi di tempo, ciascuno di 120.976 anni, e ottenne così l'Immortalità Dorata. Dopo altri cento milioni di anni di accrescimento, durante i quali si poté ulteriormente elevare, divenne finalmente l'Imperatore di Giada. L'Imperatore di giada non è considerato un Dio creatore: nella religione tradizionale cinese nessuna divinità è coinvolto nella creazione. Egli è visto più come una rappresentazione antropomorfa e il guardiano della moralità. Dal IX secolo, fu venerato come il patrono della famiglia imperiale cinese, era infatti considerato il corrispondente celeste dell'imperatore terrestre.
[L'Imperatore di giada]
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Nell'iconografia cinese, l'Imperatore di giada è raffigurato con baffi e capelli lunghi e seduto su un trono, vestito in costume intero imperiale - la veste lunga, drago-ricamato e mien (cappello) con tredici perle infilate nelle nappe - e che tiene tra le mani la compressa cerimonia kuei o imperiale. I Tre Augusti Migliaia di anni fa, prima ancora che ci fossero le dinastie, gli antichi cinesi credevano che la loro cultura fosse conferita loro dal divino e che i governanti dell’antichità fossero per metà dei e per metà uomini. Crearono pertanto la leggenda dei Tre Augusti (三皇 Sān Huáng): Fuxi (o Taihao), Nüwa e Shen Nong. La leggende vuole che Fuxi abbia insegnato la pesca e l'allevamento agli uomini. Aveva un ruolo di mediatore tra gli uomini e gli esseri divini. Sua sorella e sposa era Nüwa, una dea della fecondità: presiedeva ai matrimoni e alla nascita dei bambini. Le due divinità sono raffigurate con code di serpente. Fuxi tiene una squadra, simbolo del cielo maschile. Nüwa un compasso, simbolo della Terra, femminile. Il terzo dei tre Augusti era Yandi, un imperatore conosciuto con il nome di Shen Nong (Contadino divino). Aveva il corpo di un uomo, la testa di un bue e l’addome trasparente. Shen Nong, chiamato anche Dio Rosso o Dio della Fiamma, avrebbe introdotto per primo in Cina le tecniche dell'agricoltura e sarebbe stato il primo a usare le erbe mediche, assaggiando personalmente tutte le erbe, anche quelle tossiche (“Colui che avrebbe assaggiato le 100 erbe”). In totale identificò 365 erbe medicinali, numerosi vegetali velenosi, e i loro antidoti. Gli si attribuiscono le cinque colture base della Cina antica: riso, frumento, sorgo, miglio e fagioli. Venne perciò soprannominato l’Imperatore dei cinque cereali. Shen Nong curava gli avvelenamenti con il tè e visse fino a 120 anni; la fine arrivò quando bevve “l’erba che spacca l’intestino”: impossibilitato a bere il suo antidoto in tempo, morì. Xi Wang Mu Un'altra divinità, Xi Wang Mu, la Regina Madre d'Occidente, è sempre stata associata ai territori occidentali. Era una dea della fecondità, con un'intensa attività sessuale. Era la guardiana delle pesche dell'immortalità, frutti che maturavano una volta ogni 3000 anni. Regnava anche sui destini umani e sull'occidente, che era considerata la terra dei morti, e poteva scatenare epidemie.
[32]
[Xi Wang Mu] Gli otto immortali Nel XII secolo, durante la dinastia Jin, nasce la leggenda deli Otto immortali, un gruppo di leggendari xian (immortali; trascendenti; santi) assimilabili agli harat, i santi buddisti. Simboleggiano la felicità secondo i princìpi taoisti. Tre di questi immortali sarebbero personaggi storici, mentre gli altri sono figure leggendarie e nati dall’immaginazione popolare.
Vi sono gli immortali che vivono sulla Terra molto spesso in eremitaggio, non invecchiano mai e sono dotati di poteri magici (tra le loro varie facoltà, poter diventare visibili o invisibili a loro piacimento, o poter resuscitare i morti); altri immortali assurgono in cielo in maniera simile ai santi cristiani, mentre altri ancora muoiono solo apparentemente mentre il loro vero corpo continua ad esistere nel cosmo in compagnia degli altri immortali. Spesso vengono raffigurati mentre avanzano in gruppo lungo i sentieri tortuosi della montagna della longevità o nel paradiso taoista raffigurato come un paesaggio boscoso ricco di stagni e torrenti. Gli immortali si incontravano una volta l’anno alla presenza della dea Xi Wang Mu. Vi sono anche molti dipinti che li raffigurano insieme alle Tre Stelle, letteralmente i tre astri (三星), anche indicati con il termine Fu Lu Shou (福禄寿),.
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Essi sono tre divinità della mitologia cinese, i loro nomi sono Lu Xing (astro della fama, 祿星), Fu Xing (astro della buona sorte, 福星) e Shou Xing (astro della longevità, 寿星).
Queste divinità vengono identificate con le tre stelle che compongono la Cintura di Orione: Alnitak, Alnilam e Mintaka.
[La costellazione di Orione]
[34]
CAP. III – TAO. YIN E YANG I. IL TAO Il Tao (letteralmente “Via” o il “Sentiero”) è uno dei principali concetti della storia del pensiero cinese ed il centro della religione taoista. Il Taoismo a sua volta è alla base della MTC. Secondo la visione teorizzata da Lao Zi, il Tao (pronuncia “dao”, letteralmente la Via o il Sentiero) è il principio originario dal quale ha avuto origine la vita in tutte le sue molteplici forme ed aspetti (vedi precedente capitolo sulla cosmogonia). L’ideogramma Tao 道 è composto da due radicali: a destra vediamo lo shǒu (testa) 首, che possiede a sua volta due componenti: mù (occhio) 目 e, sulla sommità 丷, cioè capelli raccolti in due chignon, come era uso delle persone di un certo rango (per taluni autori è simile ad una vera corona) un capo presumibilmente; a sinistra vediamo chuò (camminare) 辶, un’impronta del piede di un uomo che cammina a grandi passi secondo una direzione precisa e con un’andatura ritmata. Quindi l’ideogramma intero indica una persona superiore, che ha piena consapevolezza di sé (mostra il suo volto) e cammina speditamente seguendo una direzione precisa, lasciando delle tracce per coloro che intendono seguire lo stesso sentiero. Il Tao è quindi la via che l’uomo deve seguire. Altri autori ritengono che la parte sinistra rappresenti il letto di un fiume che fluisce a partire da una sorgente. In entrambi i casi si tratta di un flusso, di un procedere sinuoso secondo la direzione di un cammino determinato da un motivo importante che incide sulla volontà dell’uomo, ecco perché talvolta viene interpretato nel senso di progresso. Senza cambiare il concetto di fondo, per alcuni traduttori l’ideogramma Tao rappresenta una testa con capelli sciolti, come quella di un mago, associata a tre passi che evocano un’andatura danzante. Il passo di un mago. Perciò l’ideogramma esprimerebbe l’atto compiuto da un iniziato, detentore di un sapere efficace in grado di modificare il reale. I caratteri cinesi sono tra i tesori della cultura cinese: essi si fanno portatori di un abbondante carico di informazioni sul Cielo, sulla Terra, sugli uomini, sugli eventi e sugli oggetti; tutte connessioni illustrate attraverso la combinazione dei caratteri.
II. YIN E YANG Come abbiamo già visto, il Tao si manifesta attraverso due forze, lo Yin e lo Yang, che, interagendo e bilanciandosi tra di loro in un continuo movimento, sono alla base dell’origine e della vita dell’universo. La formazione della polarità Yin-Yang è considerata dai filosofi cinesi la base dell’universo. Yin e Yang costituiscono infatti veri e propri emblemi della dualità fondamentale esistente in ogni parte del cosmo. E’ importante mettere in evidenza che Yin e Yang non hanno alcun significato morale buono-cattivo e che non sono considerati elementi contrastanti, bensì complementari e inscindibili. Bisogna quindi cercare un’armonia fra di loro ed evitare qualsiasi situazione sbilanciata. Tutte le distinzioni sono inoltre relative: quello che può essere Yin relativamente ad una cosa può contemporaneamente essere anche Yang in rapporto ad un’altra.
[35]
Questo dualismo tra queste due forze è differente dalla visione occidentale, che tende e vedere le cose una opposta all’altra, ad esempio il bene e il male, la luce e il buio, l’attivo e il passivo, e così via: nella visione orientale Yin e Yang, pur opposti, non solo non si annullano bensì si completano a vicenda, l'esistenza di uno dipende inevitabilmente dall'esistenza dell'altro. Nel mondo quindi tutto è Yin o Yang, ma i due termini non sono assoluti: nessun elemento può essere considerato completamente Yin o completamente Yang perché in ognuno risiede parte dell’altro. Tutte le manifestazioni dell’universo - sia che si tratti di piante, minerali, animali o fenomeni naturali sono costituite dai due aspetti Yin e Yang. Così non si può pensare al giorno (Yang) senza la notte (Yin), al caldo senza il freddo, alla staticità senza movimento, e così via. Queste due energie si muovono in un continuo ed armonioso movimento ciclico, modulando la velocità e la forza del loro moto: creano così uno stato di equilibrio (平衡 pingheng) che consente l’armonia del cosmo. Qualora questo equilibrio venisse meno, si avrebbero eccessi di un valore sull’altro con conseguenti eventi negativi. Per mantenere un'armonia nelle nostre vite è dunque necessario un bilanciamento fra Yin e Yang. Il movimento oscilla tra due estremi: ogni vola che uno dei due viene raggiunto, una forza spinge in direzione contraria e così via. La teoria è stata suggerita senza dubbio dai movimenti del sole e della luna, dall’alternarsi delle stagioni, dallo scorrere ciclico del tempo. Yin e Yang vengono raffigurati insieme in un cerchio bicolore (T'ai Chi T'u o Taijitu), diviso in due metà esattamente uguali, in cui il nero rappresenta l’oscuro Yin e il bianco il luminoso Yang. Notiamo anche che la particolare suddivisione ad S fra le due aree fa sì che i perimetri di Yin e di Yang siano uguali al perimetro dell’intera circonferenza. Nella metà bianca risiede un pallino nero e nella metà nera un pallino bianco: ciò significa che in Yang vi è sempre una porzione di Yin come in Yin vive anche Yang. I due pallini rappresentano anche l’idea che ogni talvolta una delle due forze arriva al suo massimo, essa contiene già in se stessa il seme del suo opposto. Un esempio: l’alba porta con sé parte dello yin della notte che partecipa allo yang del giorno nel quale si sta trasformando; al contrario, la mezzanotte, massimo yin, contiene in sé in germe dello yang che produrrà il giorno. La particolarità grafica del Taijitu risiede nella linea curva che divide le due energie. I Cinesi identificano il simbolo come una collina con un parte al sole e una all’ombra: la parte bianca è lo Yang ed è un'energia maschile, luminosa, positiva; la parte nera è invece lo Yin, energia femminile, una luce negativa, passiva, profonda e oscura. La quantità di luce che illumina la montagna cambia continuamente: il lato soleggiato diverrà buio e parallelamente il lato precedentemente in ombra riceverà la luce del sole. Ha qualità yang ciò che è immateriale, luminoso, caldo, rumoroso, attivo, in movimento, esteriore, alto, ciò che è duro, il maschile; e ancora il giorno, il fuoco, la luce, il cielo, l’attività, l’estate. Ha qualità yin tutto ciò che è materiale, freddo, scuro, buio, silenzioso, passivo, ricettivo, quieto, basso, interno, silenzioso, fermo, morbido, femminile; inoltre, la notte, l’acqua, la terra, il riposo, l’inverno.
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Il T’ai Chi T’u va pensato in perpetua rotazione, cosa che insieme alla sua forma circolare simboleggia l’evoluzione continua e la ciclicità della natura. Se infatti vi fosse assenza perpetua di movimento, Yin e Yang non potrebbero differenziarsi e tutto resterebbe nello stato di immobilità iniziale privo di ogni differenziazione. Il T’ai Chi T’u è stato creato nel contesto taoista all'inizio della dinastia Song (960-1279). Prima di questo, Yin e Yang erano simboleggiati dalla tigre e dal dragone.
*** La figura del Dragone risale alla notte dei tempi e ritrova le proprie origini in Cina. Secondo alcuni scritti sarebbe un simbolo antico di circa 6000 anni. Il culto di questa figura nacque assieme alla pratica dell'agricoltura ed era finalizzato ad ingraziarsi la benevolenza del clima affinché i raccolti non andassero perduti. In Cina, e successivamente anche in Giappone e Tibet, il Dragone veniva difatti pregato nei periodi di siccità. E’ considerato simbolo di benevolenza, fertilità e ricchezza, e ad esso viene tutt'ora associato l'elemento dell'acqua, sia nelle sue manifestazioni tangibili (fiumi, cascate,
laghi),
sia
nelle
sua
manifestazioni
meteorologiche (vento, temporali, trombe marine, etc.). Secondo la mitologia, oltre ad essere padrone del clima e portatore di pioggia, si credeva che il Dragone avesse assunto forma antropomorfa e dato origine alla stirpe imperiale. Tale credenza era così radicata che dopo la morte di un imperatore, in molti si aspettavano di veder spuntare la sua forma originale, ossia appunto la figura di un drago. Proprio in funzione di quelle che si reputavano le virtù capitali di un imperatore, il Dragone divenne (e lo è tutt'ora) anche simbolo di saggezza. In occidente il drago ha il significato opposto: è infatti considerato portatore di distruzione e morte. Non deve stupire quindi se molto spesso le opere orientali basate su questo concetto, tutt'altro che semplice di primo acchito, non siano di immediata comprensione. La Tigre invece, anch'essa un simbolo antichissimo, assume un significato duale, quasi complementare a quello del Dragone. Essa è l'emblema della forza. Anticamente la Tigre dominava le montagne del Tibet e della Cina, e infatti veniva considerata un vero e proprio "re delle montagne". La sua figura felina ed elegante e il suo manto a strisce è sempre stato sinonimo di potenza. Nella cultura orientale il dualismo della vita viene ricondotto all'eterna opposizione di questi due simboli. Riuscire a farli coesistere in modo equilibrato è il modo migliore di garantirsi un'ottima esistenza.
***
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Guardiamo gli ideogrammi cinesi che rappresentano lo Yin e lo Yang.
Vediamo che il radicale a sinistra è lo stresso in entrambi; assomiglia alla lettera ß (Beta) dell’alfabeto greco e significa collina, altura. Si tratta delle manifestazioni con le quali la realtà appare all’uomo. Spiego adesso la diversità dell’altro radicale. Nello yang (letteralmente il lato assolato della collina), vediamo altri caratteri che raffigurano il sole sopra l'orizzonte con i suoi raggi di luce e calore (vapore) verso l’alto. Suggerisce l’idea della luce, del calore, del cielo aperto. Lo Yang è simboleggiato dal segno fuoco, per la sua natura di incessante movimento, leggerezza e instabilità,
L’ideogramma Yin (letteralmente il versante buio della collina) oltre al simbolo della collina, rappresenta due simboli che raffigurano persone sotto un tetto e le nuvole - entrambi simboli di spirito negativo - il freddo, l’oscurità. Lo Yang è simboleggiato dall'acqua per la sua caratteristica di scendere verso il basso e di adattarsi a ogni forma e contenitore.
La teoria di Yin e Yang trova la sua espressività nella M.T.C. Le manifestazioni della malattia si hanno quando non esiste equilibrio tra le due energie. Le malattie di tipo yang interessano la parte superiore e l’esterno del corpo; si manifestano in forma acuta con sintomi come sensazione di calore, polso rapido, agitazione, disturbi del sonno, palpitazioni. Sono considerate yin le malattie che interessano preferibilmente l’interno e la parte inferiore del corpo; hanno andamento cronico con sintomi come polso debole e lento, emissioni abbondanti – sudore, poliuria, leucorrea o spermatorrea – di colore chiaro, poco odorose.
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CAP. IV - LA TEORIA DEI CINQUE ELEMENTI (O MOVIMENTI)
I. I CINQUE ELEMENTI (WU XING) La Teoria dei 5 Elementi descrive sinteticamente il processo ciclico di nascita, crescita, sviluppo, declino, morte e rinascita di tutti i fenomeni, gli esseri e le cose. Venne esposta per la prima volta dal filosofo cinese Chou Yen (ca. 350-270 a.C.). Il suo nome cinese è Wu xing (Wu = 5; xing significa muoversi, camminare): nell’insieme la parola assume il significato di una trasformazione dinamica e permanente.
Le cinque entità simboliche sono: legno, fuoco, terra, metallo, acqua; come si vede, manca l’elemento aria, presente nel pensiero filosofico di altre civiltà (India, Grecia, ecc.): nel pensiero cinese l’aria (e la respirazione) sono nell’elemento metallo che ha come organi collegati i polmoni. I cinque elementi descrivono la trasformazione dinamica dell'energia della natura dallo yin allo yang e dallo yang allo yin. Il Fuoco è considerato il massimo yang, mentre l'Acqua è considerata il massimo yin. I 5 elementi descrivono un ordine, un equilibrio che consentono ad una persona di seguire il Tao e pervenire ad una perfetta salute. Questi elementi non sono separati l’uno dall’altro ma si rapportano tra loro attraverso dei cicli così denominati: - Ciclo di creazione o generazione madre-figlio (Ciclo Sheng 生) In questa sequenza, ogni elemento ne genera un altro, ed è da un altro ugualmente generato, in una rotazione incessante che è il movimento stesso della natura: il legno brucia e genera il fuoco, dall’azione consumante del fuoco nascono le ceneri e quindi la terra, nelle vene della terra si forma il metallo, che fondendosi si liquefa e diventa acqua, dalla quale rinasce il legno e così via.
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- Ciclo di Inibizione o di Controllo nonno-nipote (Ciclo Ke 剋/克) Ogni elemento ne controlla un altro e a sua volta è controllato da un altro: il Legno come albero domina la Terra (le sue radici entrano in profondità e la imbrigliano), la Terra domina l’Acqua (incanala), l’Acqua domina il Fuoco (lo spegne), il Fuoco domina il Metallo (lo fonde), il Metallo domina il Legno (lo taglia). Il Ciclo di Inibizione assicura che sia mantenuto un equilibrio tra i 5 elementi.
Il ciclo di controllo o inibizione serve a tenere a freno gli organi subordinati, sicché, nel caso in cui un elemento non sia più in grado di adempiere alla propria funzione, spesso risulta danneggiato anche l'elemento ad esso sottoposto. Ad esempio una disfunzione dei reni (acqua) può ripercuotersi sul cuore (organo del fuoco), dando luogo a problemi di eccessiva pressione sanguigna. - Il ciclo di esaurimento Questo ciclo è sostanzialmente contrario a quello di nutrizione, ma in genere non viene preso molto in considerazione: quando accade in effetti si tratta molto spesso di patologie da trattare. Succede quando un elemento figlio si trova in disturbo forte (da iperattività o da vuoto) e sottrae energia alla mamma portandola all’esaurimento. - Il ciclo di ribellione Anche in questo caso abbiamo un ciclo opposto, ma al ciclo di controllo, che dimostra come anche il nipote possa contribuire all’equilibrio del nonno: in pratica un nipote diventato troppo forte per mancato controllo dell’elemento nonno può ribellarsi e arrivare a danneggiarlo.
[40]
II. LE PROPRIETÀ DEGLI ELEMENTI Un unico errore va accuratamente evitato da noi occidentali che ci siamo formati nell’antica filosofia greca: quello di confondere i termini fuoco, legno, terra, metallo ed acqua con degli “elementi” di cui il reale è costituito: non si tratta assolutamente di elementi costitutivi del reale ma di emblemi, cioè termini che descrivono i vari aspetti della trasformazione yin-yang. Ad ogni elemento, secondo la MTC, si associano le fasi della vita dell’uomo, i cicli della natura (le stagioni), le fasi del giorno, gli organi, i punti cardinali, i colori, i sapori, un’emozione, ecc. A cosa serve conoscere tutto ciò? Molto semplice: conoscendo la propria costituzione impariamo a leggere i segnali che il corpo ci porta e a prendercene cura. Analizziamo adesso ogni elemento con le sue rispettive fasi.
Legno (Mu)
L’elemento Legno viene considerato l’apripista di tutte gli altri, perché rappresenta la fase iniziale della vita. E’ la luce del giorno (l’alba) dopo il buio della notte. Si tratta del “passaggio dallo yin allo yang” che si verifica ad est dove il sole sorge. E’ la primavera. Nell’uomo è la stagione della fanciullezza, dove le energie sono fresche, rigogliose, esuberanti. Il suo colore è il verde, che richiama il verdeggiare delle piante a primavera. L’organo collegato è il fegato. L’ideogramma che descrive il legno indica una pianta radicata sotto il suolo che spunta e si dirige in alto, emblema di tutti i processi di estrinsecazione corrispondenti alla nascita.
Fuoco (Huo) Il Fuoco è l’elemento della luce, del calore che genera vita e tende verso l’alto. Quando il sole raggiunge lo zenit, cioè la posizione più alta nel cielo, ci troviamo al “massimo dello yang” che corrisponde al mezzogiorno, al sud. L’estate è la sua stagione, il tempo in cui le piante e gli esseri viventi si sviluppano secondo il loro massimo potenziale. Nell’uomo è il movimento della giovinezza. Il suo colore è il rosso. L’organo collegato è il cuore. L’ideogramma dell’elemento fuoco presenta dei tratti che si indirizzano in alto ed all’esterno e suggeriscono l’idea dei lapilli che si sollevano ed espandono dalla fiamma che arde. Questo ideogramma
[41]
esprime graficamente la potenza dinamizzante ed esplodente di questo elemento naturale.
Metallo (Jin) Il sole, una volta raggiunto il punto più alto nel cielo, inizia la sua discesa fino a che al tramonto scompare. È il “passaggio dallo yang allo yin che corrisponde all’ovest, dove il sole scavalca l’orizzonte. E’ l’energia che si contrae verso l’interno e declina. E’ l’autunno: la natura cambia i suoi colori, le piante perdono le foglie; è tempo di raccolta, delle semina e della fertilizzazione del terreno per prepararlo a nuova vita. Nell’uomo è il movimento della seconda maturità. Il suo colore è il bianco. L’organo collegato è il polmone. L’ideogramma
dell’elemento
metallo
disegna
il
movimento di condensazione, di discesa che si raccoglie nelle profondità della terra dove si concentrano i metalli nelle miniere: esso raffigura un tetto che copre 3 segni orizzontali che rappresentano il suolo, il sottosuolo e la profondità della terra; il tratto verticale che li unisce rappresenta la profondità verso il basso dove si forma il metallo rappresentato da due pepite.
Acqua (Shui) Dopo il tramonto inizia la notte, quando il freddo ed il buio diventano sempre più intensi fino a raggiungere
il
loro
culmine
alla
mezzanotte
che
corrisponde al massimo dello yin, al nord ed all’inverno. Nell’uomo l’elemento acqua è la vecchiaia, dove tutto rallenta, anche il metabolismo, tutto secca e si avvizzisce. Il suo colore è il nero. L’organo collegato è il rene. L’ideogramma dell’elemento acqua è composto da una linea verticale che rappresenta il fluire della corrente d’acqua verso il basso mentre le linee laterali sono le onde.
Terra (Tu) L’'elemento Terra, situato al centro (anche graficamente), è l'elemento che contiene in se tutti gli altri, il Legno con le radici degli alberi, il Fuoco con il suo magma incandescente, il Metallo, custodito nelle profondità delle sue viscere e infine l'Acqua pronta a sgorgare dalle sue sorgenti sotterranee. La Terra è paziente, sostiene e nutre, consolida, assorbe e favorisce i cambiamenti. Dà nascita e nutrimento all’essere umano e a tutte le cose.
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La Terra è il quinto punto cardinale: questo concetto si comprende soprattutto se si pensa ai 4 punti cardinali che necessitano di uno spazio per posizionarsi (cioè la “terra”) ed orientare lo sguardo. Nella sua dimensione temporale la Terra è il centro dell'anno e il centro del giorno. Il centro dell'anno è chiamato “quinta stagione” e rappresenta il passaggio tra lo Yin e lo Yang sul finire dell'estate dove tutto va a maturare. Rispetto alla dimensione tempo, il centro si situa alle tre del pomeriggio in posizione intermedia tra il mezzogiorno e il tramonto, ricordando che il giorno inizia secondo il pensiero cinese alle tre del mattino. Nell’uomo è il movimento della consapevolezza, dell’età adulta. Il suo colore è il giallo. L’organo collegato è la milza. Il suo ideogramma rappresenta il suolo e il sottosuolo 二 da cui originano gli esseri viventi. III. COSTITUZIONE PSICO-FISICA DELL’UOMO SECONDO I 5 ELEMENTI Avendo come base la data di nascita, i cinesi attribuiscono ad ogni individuo un elemento prevalente e lo trasformano nella chiave per la comprensione ed il mantenimento del benessere psico-fisico: infatti, anche se nessuno può sottrarsi alle caratteristiche della propria natura fisica e psichica, in base all’elemento caratterizzante si possono individuare e attenuare eventuali punti di debolezza, predisposizioni a malanni e adattarsi meglio ai cambiamenti indotti dai cicli stagionali, biologici ed esistenziali.
L’uomo legno Ha una personalità da leader, intelligente, decisa, sicura di se stessa e incline alle grandi responsabilità, che la stimolano anziché metterle paura. D’altro canto la persona con prevalenza dell’elemento legno tende a essere un po’ aggressiva e gelosa. Questo tipo tende a essere snello, ha il viso tendenzialmente allungato, così come corpo e dita. Gli alimenti migliori sono quelli acidi e verdi come bietole, cavoli, spinaci. Da evitare invece alcol, cibi troppo lavorati, cibi troppo grassi e gran parte dei latticini. L’uomo fuoco
La persona che ha prevalenza di Fuoco ama essere al centro dell’attenzione ed è tendenzialmente gioiosa, estroversa, sicura di se stessa, creativa. Tuttavia è anche piuttosto agitata e critica. Fisicamente la persona Fuoco ha naso, mento e parte superiore della testa appuntiti. Mentre il corpo assomiglia a una torcia, stretto in basso e svasato al centro. Gli alimenti consigliati per questa persona sono cibi che tengono a bada il fuoco, come cereali, verdure, semi, cibi amari. Da evitare invece sale, carne, caffè, spezie piccanti, cioccolato.
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L’uomo terra La persona che ha prevalenza dell’elemento Terra adora stare con le persone che ama, ospitarle a casa e trascorrerci insieme più tempo possibile. Di solito è una persona amorevole e affidabile, materna e accogliente. D’altro canto tende a soffrire di irrequietezza, insicurezza e scarsa concentrazione. Il corpo della persona Terra di solito è corto e a forma di pera, con viso tendenzialmente quadrato e glutei arrotondati. Gli alimenti più consigliati sono quelli che non intasano il sistema digestivo, governato proprio da questo elemento. Quindi ortaggi a radice, verdure a foglia verde, legumi e pesce. Da evitare carboidrati raffinati, latticini, bevande ghiacciate, alimenti troppo elaborati.
L’uomo metallo
La persona caratterizzata dall’elemento Metallo è generalmente organizzata, determinata e affidabile. D’altra parte tende a soffrire di malinconia, noia, apatia. Il suo corpo è caratterizzato da spalle larghe e squadrate, tratti del viso ben definiti, labbra sottili. Gli alimenti consigliati sono quelli che favoriscono la circolazione dell’energia, per esempio cibi acidi come crauti e acqua con limone. Ma anche cibi ricchi di minerali come le verdure. Da evitare invece latticini, carne rossa e cibi amari. L’uomo acqua
La persona dell’elemento Acqua ha uno spirito artistico, è creativa, divertente, compassionevole e attratta dalle tematiche spirituali. D’altra parte però tende a essere paurosa, debole e incline al panico. Il suo corpo tende a essere largo e tondo. Gli alimenti consigliati sono quelli che contengono acqua pura mentre quelli da ridurre sono zuccheri, alcol, bevande con caffeina, cibi congelati e crudi. Ottimi invece per questo tipo i cibi blu, viola, neri, le alghe e i frutti di mare. APPENDICE : Come calcolare il proprio elemento.
Ad ogni elemento sono associati due numeri attraverso i quali ogni individuo potrà desumere i lati positivi o negativi della propria costituzione e indole: Legno 1 e 2 - Fuoco 3 e 4 - Terra 5 e 6 - Metallo 7 e 8 -Acqua 9 e 0. Per determinare il proprio numero e relativo elemento è necessario un calcolo, che è differente per uomini e donne. Uomini. Si deve sottrarre dal numero 100 le ultime due cifre del proprio anno di nascita, quindi dividere il risultato per 9. Nella maggior parte dei casi si ottiene un numero decimale, il cosiddetto “resto”. L’unica cifra che interessa è proprio quella che compare dopo la virgola. L’assenza del decimale viene calcolata zero e quella sarà la cifra da considerare. Donne. Alle due ultime cifre della data di nascita si deve sottrarre il numero 4 e dividere poi per 9. Anche in questo caso la cifra dovrebbe avere un numero decimale, quello utile per individuare l’elemento. Se il risultato non dovesse avere un numero decimale, vale la regola dello zero.
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Legno 1 e 2 - Fuoco 3 e 4 - Terra 5 e 6 - Metallo 7 e 8 - Acqua 9 e 0
UOMINI 1930
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DONNE
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IV. IL FENG SHUI Il Feng shui è un'antica arte geomantica taoista della Cina. Si tratta di un'arte divinatoria (geomanzia) la cui origine si perde nella notte dei tempi: viene tradizionalmente attribuita a sovrani mitici quali Fu Hsi e Huang Di. Feng shui significa letteralmente "vento e acqua": nell’immaginario cinese l’Acqua (yin) rappresenta la quiete e il riposo mentre il Vento rappresenta l’energia e il movimento (Yang). Questo dualismo energetico rispecchia il principio filosofico taoista il cui simbolo è il Tao, composto da due energie opposte ma complementari, perché una non può esistere senza l’altra. Tiene conto delle due energie Yin e Yang, dei 5 Elementi (Fuoco, Terra, Metallo, Acqua, Legno), delle 8 direzioni, dei 4 animali e di tanti altri particolari. Ad esempio, secondo i principi del feng shui, una casa per essere ben costruita dovrebbe essere quadrata o rettangolare senza angoli o parti mancanti e con forma regolare, dovrebbe avere un drago verde ad Est (delle piante alte che proteggano questo lato), una tigre bianca ad Ovest (possono esservi anche da questa parte delle piante, ma più basse), una tartaruga nera a Nord (una collina o un grosso masso) e la fenice rossa a Sud (può essere anche sotto forma simbolica, ad esempio un sasso con un filo rosso avvolto intorno). La parte sud dell'edificio è la più esposta alla luce ed al calore del sole quindi è considerata corrispondente al fuoco e allo yang. La parte nord della casa è considerata corrispondente all'acqua. Proprio perché l'acqua corrisponde all'elemento più Yin dell'oroscopo, è la direzione più indicata per il riposo. Infatti, uno dei suggerimenti del Feng shui è dormire con la testa rivolta verso nord e i piedi verso sud. Ogni direzione ha una relazione con un aspetto della vita, famiglia, figli, felicità, amicizia, carriera e fama, aiuto da parte dei genitori, ricchezza ecc.
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CAP. V – I TRE TESORI (SAN BAO 三寶) Secondo la teoria taoista alla nascita ci vengono donati tre tesori che rimarranno con noi fino al giorno della nostra morte. Di questi tre tesori dovremmo prendercene cura in modo da farli espandere nel corso della nostra vita. Essi sono chiaramente differenti gli uni dagli altri corpi, sono completamente interdipendenti e strettamente connessi con la vita umana. Essi coprono i tre piani fondamentali della vita umana: energetico, fisico e mentale. Questi tre tesori sono il Qi, la forza vitale essenziale (energia), il Jing, l’essenza della vita (lato fisico), lo Shén, lo spirito della vita (lato mentale). I tre tesori Shén, Qi e Jing, sono situati nei tre Dantian o "centri energetici" (simili ai chakra induisti), assegnati rispettivamente superiore del cervello, nell’area centrale del torace e nella regione inferiore dell'addome. I. QI (CH’I) Non esiste un termine occidentale che possa tradurre esattamente il concetto di Qi (pronuncia: Ci): generalmente lo indichiamo con il termine Energia, Energia vitale, Soffio vitale.
Il Qi è l’energia vitale dell’universo. Non è visibile, è silenzioso, ma è in grado di produrre cambiamento e movimento, quindi di manifestarsi con effetti materiali e visibili: il sole che brilla, le onde del mare che si infrangono sugli scogli, il vento che soffia, i petali di un fiore che si aprono… sono tutte manifestazioni del Qi della natura. Negli uomini si manifesta con il sangue che scorre nei vasi, con il cuore che pulsa, la respirazione, la digestione, ecc., inclusi gli aspetti emozionali (paura, rabbia, tristezza…). L’ideogramma del Qi rappresenta il vapore che sale dalla pentola dove si sta cuocendo il riso. Troviamo quindi espressi due concetti:
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- nella parte superiore è rappresentata l’energia leggera e sottile, immateriale, che si alza e si diffonde verso il cielo e diventa il principio generatore di ogni cosa (il vapore è lo Yang che si trasforma dall’acqua per mezzo del fuoco, simbolo di forza e dinamismo); - la parte inferiore dell’ideogramma, rappresentata dal riso fumante, è invece l’elemento più materiale dell’energia, quella legata alla terra, madre e nutrice, fonte primaria di alimentazione per i cinesi. Potremmo quindi dire che il Qi è l’energia del vapore (energia Yang, per definizione dinamica, calda, mobile) che si genera dal riso (energia Yin, per definizione statica, fredda, immobile) quando cuoce. Il Qi influisce direttamente sulla nostra salute e su tutto ciò che facciamo. Negli uomini circola ininterrottamente attraversando tutto il corpo per mezzo di determinati canali energetici, i meridiani. Attraverso questo continuo movimento del Qi vengono generati tutti i processi fisiologici come la respirazione, la digestione, la circolazione sanguigna e linfatica, la secrezione e l'escrezione. Secondo la tradizione cinese, il flusso di tale energia non deve essere interrotto o alterato, quindi non devono verificarsi ristagni o rallentamenti, pena l'insorgenza di malesseri e disturbi. Quando il Qi nel nostro organismo è abbondante e il suo movimento è armonico, ci sentiamo forti, tranquilli ed equilibrati, quando è insufficiente, ci sentiamo stanchi e spossati; se ristagna, potremmo avere dolori acuti nel corpo o un umore depresso. Il Qi di ogni persona è costituita dalla somma di più forme di energia. o Vi è innanzitutto un Qi congenito (o Energia ancestrale, Yuan Qi). Si eredita dai genitori e dagli antenati, al momento del concepimento. Si trova nel Cielo anteriore. Yuan Qi è necessario per formare il Qi acquisito che si riceve dal cibo e dall’aria. E’ una forza non modificabile né rinnovabile e, una volta esaurita, l'individuo muore: ha quindi necessità di protezione per non essere dispersa. Per il pensiero taoista, la “quantità” di Yuan Qi che ci è data al momento della nascita determina la potenziale durata della nostra vita, che viene chiamata “cifra di Qi” e che non può superare la soglia massima di 120 anni. o Energia nutritiva (o Yin Qi): è il qi che deriva dagli alimenti che ingeriamo, che si trasformano in pura energia da utilizzare. Questa energia circola all’interno dei vasi e dei meridiani insieme al Sangue (Xue) in tutti i canali del corpo ed è in stretta connessione con l'energia del respiro. o Energia respiratoria (o Tian Qi, energia celeste). E’ l'aria che inspiriamo. o Energia difensiva (o Wei Qi). Origina dalla parte “impura” degli alimenti. Non circola nei meridiani, ma in due livelli separati: di giorno si muove nei meridiani tendino-muscolari (Jingjin) e nello spazio fra pelle e muscoli (Couli) per proteggerci dagli attacchi dei patogeni esterni, riscaldare la superficie, controllare apertura e chiusura dei pori; di notte invece si approfondisce e circola all’interno del corpo, dove protegge e ripara organi e visceri. Le funzioni fisiologiche del Qi. Il movimento continuo del Qi nel nostro corpo è responsabile di varie attività:
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1. Attività di trasformazione: il Qi ha la capacità di trasformare l’aria in una sostanza che ci permette di respirare; possiede inoltre la proprietà digestiva, trasformando gli alimenti solidi e liquidi in tanti elementi necessari per il sostentamento del nostro corpo. 2. Attività di propulsione: attraverso l'azione del Qi il cuore è stimolato a battere, il sangue circola, noi possiamo respirare, digerire, avere una regolare motilità intestinale, camminare, svilupparci, ed anche pensare e avere progetti. 3. Attività di riscaldamento: regola la temperatura corporea per mantenere attivi i processi metabolici. 4. Attività di difesa: il Qi fornisce la protezione contro i patogeni e allo stesso tempo li espelle; l’indebolimento dunque determinerà la malattia, o prolungati tempi di guarigione, ricadute frequenti, salute cagionevole. 5. Attività di trattenimento: grazie al Qi gli organi e i visceri rimangono nella loro sede, così come il sangue è trattenuto all’interno dei vasi; se tale funzione viene a meno, o è debole, possono derivarne emorragie, prolassi, aborti, ecc. *** APPENDICE. In medicina cinese si parla spesso di cielo anteriore e cielo posteriore riferendosi a due diversi tipi di energia in grado di connotare la vitalità umana determinandola nel bene e nel male. Il Cielo anteriore (Xian tian) fa riferimento all’energia costitutiva dell’individuo. Rimanda a tutto ciò che è antecedente alla nostra nascita. Chiama in causa gli aspetti genetici (l’energia dei nostri genitori e dei nostri antenati) ma anche energie più sottili, fino ad arrivare a quella che viene anche definita “eredità karmica”. Il cielo anteriore è, in un certo senso, la rappresentazione della nostra unicità fin dal momento del concepimento, momento in cui si uniscono le energie dell’uomo e della donna (i nostri genitori) ma anche le energie del cosmo intero (astri compresi), per come sono in quel determinato momento. Le caratteristiche del cielo anteriore sono determinanti. D’altro canto, chiariamo subito che il cielo anteriore è un “dono” che riceviamo alla nascita e non è modificabile. Non è, infatti, possibile agire direttamente sul nostro cielo anteriore per modificarlo o aumentarne l’energia. A noi spetta solo il compito di “interpretarlo” durante la nostra vita. Se è vero che non possiamo integrare il nostro cielo anteriore, possiamo però preservarlo e proteggerlo, affinché mantenga il più a lungo possibile il suo vigore. Ciò è possibile grazie ad una condotta di vita equilibrata e alla possibilità di intervenire quotidianamente sull’energia del cielo posteriore mediante alimentazione e pratiche energetiche riequilibranti come l’agopuntura, il tuina e il qi gong. La medicina cinese riconosce ai Reni il ruolo prioritario nel tesaurizzare l’energia del cielo anteriore, definendoli la “radice del cielo anteriore”. I Reni, quindi, sono l’organo Zang in cui viene conservata questa “essenza congenita” fonte della vita. Il Cielo posteriore (Hou Tian) fa riferimento all’energia che l’uomo rinnova quotidianamente fin dal momento della nascita, soprattutto attraverso la respirazione e l’alimentazione. Nella pratica, il cielo posteriore è costituito da quelle essenze assunte costantemente dall’esterno: cibo, aria, acqua, ma anche il nutrimento psicoaffettivo dato dalla qualità e dall’armonia dell’ambiente che scegliamo per la nostra vita! L’equilibrio nell’acquisizione di questo tipo di “carburante” permette il mantenimento delle funzioni vitali ed è garanzia per il nostro benessere psico-fisico.
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Mentre, come abbiamo visto, non possiamo agire sul cielo anteriore, possiamo agire, invece, sul cielo posteriore, migliorando il nostro stato di benessere e trasformandoci ogni giorno. Dal punto di vista della fisiologia energetica, la medicina cinese assegna il ruolo centrale nella determinazione del cielo posteriore alla loggia Terra, ed in particolare agli Zang fu Milza e Stomaco, che insieme rappresentano il movimento Cielo-Terra all’interno del nostro organismo, fonti del “cielo posteriore”. ***
II. JING Il Jing è l’energia che nutre, mantiene e conserva il corpo durante la sua crescita, fino alla vecchiaia. E’ generalmente pensato come un fluido: infatti esso comprende tutti i fluidi che circolano nel nostro corpo e che vengono trasportati dal sangue, gli ormoni secreti dalle varie ghiandole che compongono il sistema endocrino, lo sperma e il flusso mestruale, la linfa, il liquido sinoviale delle articolazioni, le lacrime, il sudore e l’urina.
Si trova immagazzinato nel rene, organo-funzione dell'elemento acqua. Il suo ideogramma è composto da due radicali, sulla sinistra dal carattere del “riso crudo” e sulla destra il carattere indica “chiaro, raffinato”: l’insieme dà quindi l’idea di un’essenza raffinata, estratta a partire da una sostanza grezza. Questo processo di estrazione di una sostanza raffinata da una più grezza implica che l’essenza dello Jing è qualcosa di molto prezioso che deve essere conservata con cura e difesa. Abbiamo due tipologie di jing: - Jing innato, detto «del cielo anteriore», viene fornito dai genitori al nascituro nel momento del concepimento: lo sperma maschile e l’ovulo della donna sono tessuti ricchissimi di questa sostanza. Nell'intimità dell'atto del concepimento i genitori si scambiano l'essenza stessa del loro esistere, ciò che essi essenzialmente sono, il loro patrimonio genetico, la loro storia generazionale, la loro vitalità. Genitori sani e forti genereranno figli sani e forti, genitori deboli od anziani possono generare bambini fisicamente o psicologicamente deboli. Nella tradizione cinese l'età ideale per generare corrisponde a quella di 28 anni per la donna e 32 per l'uomo; corrispondono ai cicli del Jing di 7 e 8 anni presenti rispettivamente nella donna e nell'uomo moltiplicati per 4, numero che corrisponde al compimento.
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Le caratteristiche fisiche del nascituro sono legate a tutti i fattori presenti al momento del concepimento che interessano sia l'uomo che la donna (che partecipano al concepimento con tutta la loro persona sia fisica che psichica) sia quelli atmosferici (per esempio: la presenza di un temporale al momento del concepimento potrebbe determinare nel nascituro una predisposizione alla cefalea o alle crisi epilettiche, la nebbia predispone a patologie conseguenti ad umidità, etc.), stagionali (periodo dell'anno ma anche momenti diversi del giorno). Il concepimento dovrebbe essere effettuato all'alba, momento di massima energia nel cosmo, e in luogo adeguato (evitare di concepire in vicinanza di cimiteri, luoghi di culto, etc.). Da questo si capisce l’importanza che assume nella cultura cinese la contenzione che l'uomo deve esercitare durante l’atto sessuale per preservare il depauperamento del Jing. Quando il Jing Qi si esaurisce la vita si spegne. - Jing acquisito o post-natale, detto «del cielo posteriore»: energia proveniente dall’assunzione di cibi appropriati e debitamente purificati (lo stomaco e l’insieme milza-pancreas sono gli organi principali deputati all’estrazione del jing degli alimenti), o anche attraverso esercizi respiratori, mantenendo uno stile di vita corretto, conducendo una vita sessuale regolare e armonica e praticando ginnastiche mediche come il qi gong e il tai chi chuan. Quanto più manterremo uno stato di equilibrio, quanto meno verrà prelevato il jing del cielo anteriore avuto alla nascita e si rafforzeranno le difese dell'organismo.
III. SHÉN Lo Shén nella medicina cinese indica l'insieme delle nostre funzioni "sottili" e di grado gerarchicamente più alto presente nell’essere umano: psiche, mente, vita emotiva e spirituale; comprende l’intelligenza, il pensiero razionale, la saggezza, l’intuizione, lo spirito, l’attenzione, le emozioni.
Lo Shén proviene dal Cielo Anteriore, viene accolto nel Cuore dell’essere umano al concepimento (momento in cui le due energie dei genitori si fondono), radicandosi nell’aspetto più materiale e visibile del sangue (che lo ancora) e lì dimora fino al momento della morte. L’ideogramma Shén è composto da due parti: quella di sinistra 礻 vuol dire “venerare” o “rendere omaggio”. Venerare e rendere omaggio vuol dire riconoscere qualcosa di più vasto di noi verso cui ci apriamo; la parte di destra 申 (in cui le due linee orizzontali rappresentano il cielo e le tre verticali ciò
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che ne discende) indica l’elevarsi, l’innalzarsi dell’uomo: in questo contesto l’innalzarsi dell’uomo verso il Divino, verso il Cielo, verso l’infinito. Grazie a questo omaggio il Cielo, cioè l’infinito, scende verso di noi, verso il finito, verso il limitato, verso l’umano: il Cielo scende verso l’uomo e l’uomo sale verso il Cielo, divenendo parte di questo infinito, divenendo egli stesso l’infinito. Lo Shén dimora nel cuore che nella medicina cinese è identificato con l'Imperatore, il collegamento principale tra Terra e Cielo e supremo comandante di tutte le funzioni fisiche ed intellettive del corpo. Per i cinesi quindi il cuore è quello che per noi è il cervello. Per la sua natura spirituale è considerato di natura Yang. L'emozione associata è la gioia, l'allegria. In senso lato, corrisponde alla vitalità, alla manifestazione esterna della pienezza delle funzioni vitali: chiarezza dello sguardo, postura eretta, agilità fisica, eloquio coerente. La prima diagnosi per il medico cinese consiste nel determinare attraverso l’osservazione se il paziente possiede spirito, vitalità: “Chi ha shén, vive, chi lo perde muore” (Lingshu cap. 24). Dallo Shén si dipartono quattro emanazioni – ognuno verso uno dei quattro organi zang del corpo - che sono gli aspetti psichici specifici, le anime, dei singoli organi. Queste emanazioni non vanno concepite come entità separate, ma come le varie modalità in cui lo shén della persona si manifesta in relazione al sistema degli organi e dei visceri, per portare avanti funzioni diverse. Lo Shén ospitato nel Fegato è lo HUN, detto anche Anima Eterea. Lo hún nella tradizione cinese, richiama quello dello spirito che, diversamente dalla natura puramente divina dello shén, è più legato alla persona e ne rappresenta l'aspetto spirituale umano più elevato, ponendosi in strettissima relazione con lo shén del cuore. In comune con la sua controparte pò ha il radicale gǔi (鬼: démone, fantasma), raffigurante una testa voluminosa che sormonta una forma vaporosa e indistinta e trascina una specie di uncino, che usa per catturare le anime dei vivi, mentre la parte di sinistra (yun, 云) significa “nuvola”. Ci indica che stiamo parlato di qualcosa di etereo, leggero, rappresenta gli spiriti della terra, che animati dal movimento delle nuvole, salgono verso il cielo. Tradizionalmente in numero di tre, salgono e scendono fra terra e cielo, vanno e vengono, e ad ogni ritorno portano doni, sotto forma di creatività, immaginazione, fantasia, aspirazioni, sogni e premonizioni. In una visione dualistica che li associa ai pò, si ritiene che alla morte costituiscano quella parte dello spirito che tornerà alla sua origine celeste. Lo Shén ospitato nel polmone è il PO, detto anche Anima corporea. Nel Po c'è la vita istintiva, la memoria. Si intende una memoria a più livelli: quella genetica, quella delle esperienze acquisite, e delle cosiddette vite passate (fa sue le esperienze passate sia fisiche che psichiche e da qui getta le basi per l’azione presente).
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Il Po apprende lentamente e ha bisogno della continua ripetizione, ma quando ha appreso conserva stabilmente ciò che è stato immagazzinato. Mantiene purtroppo gli automatismi e rende faticoso cambiare le abitudini e innovare, ossia reimparare correttamente una cosa che si è imparata male. Se osserviamo il suo ideogramma, come per Hun, la componente di destra (gui 鬼) significa “spirito” mentre la parte di sinistra (bai 白) significa “bianco” e fa riferimento al colore delle ossa (in Cina tradizionalmente chi è in lutto si veste di bianco). Ricordiamo che al momento della morte lo Hun sale al cielo e il Po scende alla terra e si dice rimanga nelle ossa il più a lungo possibile perché, come ben sappiamo, esse si consumano molto lentamente. Molti popoli tradizionalmente cremano i propri defunti per permettere alle loro “anime” di distaccarsi completamente dalla materia il più velocemente possibile. Lo Shén ospitato nella milza è lo YI (Intelletto): è collegato alla memoria, alla riflessione, al pensiero, alla capacità di trasmettere i contenuti interni all’esterno traducendo i propri intenti in idee e comportamenti coerenti e comprensibili agli altri e contemporaneamente metabolizza pensieri, parole, azioni, che arrivano dall’esterno, traducendoli in materiale comprensibile e utilizzabile all’interno. Comprende l’acquisizione in base all’esperienza, all’interazione con l’ambiente sociale ed educativo e in base alle vicissitudini personali L’ideogramma dello Yi consiste di più caratteri. La parte inferiore simboleggia il “cuore” (xin 心), la
parte superiore significa invece “suono” (yin 音).
L’interpretazione è il suono dal/nel cuore, cioè quando il cuore e la mente sono in armonia tra loro e il nostro dire è conforme alla nostra mente e ai nostri sentimenti. Lo Shén ospitato nei reni è lo ZHI (Volontà). E’ responsabile della volontà, della determinazione, della affermazione del proprio io, della spinta esistenziale. Yi e Zhi sono interdipendenti l’uno dall’altro per portare avanti la nostra vita e le nostre azioni: Yi è il proposito che ci guida, il pensiero razionale e l’elaborazione che ci portano a formulare un percorso; zhi è la volontà di mettere in atto quanto pensato e di renderlo concreto, la capacità di muoverci verso uno scopo. Se però non si ha un’intenzione chiara non si potrà applicarle la volontà di realizzarla e, quindi, l’azione non sarà veramente efficace. Al contrario, se si ha un’intenzione chiara, ma manca la volontà di metterla in atto, non si arriverà da nessuna parte e il proposito non prenderà vita. L’ideogramma dello Zhi è composto da due parti. Come per yi, la parte sotto (xin 心) significa “cuore”, mentre la parte sopra rappresenta in modo stilizzato un germoglio che esce dalla terra ed inizia a elevarsi dal suolo ad indicare qualcosa che cresce “appoggiandosi” ad un’attività del cuore, dello Shen, che avvalendosi dell’energia innata conservata nel rene, si concretizza verso un fine. Così l’intenzione, consolidata dalla riflessione e realizzata dalla volontà, può arrivare all’agire.
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CAP. VI - NOZIONI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA NELLA M.T.C.
I. ORGANI ZANG E VISCERI FU La M.T.C. concepisce il corpo umano in modo diverso dalla visione occidentale: essa infatti non considera le strutture anatomiche nella loro singolarità, così come noi siamo abituati a pensarle, ma come entità funzionali complesse che comprendono ed integrano tra di loro attività fisiche/funzionali e mentali. La medicina cinese distingue sei organi yin, detti Zang, e sei visceri yang, detti Fu, ognuno dei quali associato ad un organo Zang. Zang significa conservare in luogo sicuro e nascosto, tesaurizzare: infatti in aggiunta alle loro funzioni fisiologiche, questi organi assorbono diverse forme di Qi, le immagazzinano, le producono o le trasformano. I sei organi Zang sono il cuore (Xin), il Ministro del cuore o pericardio (Xinpao), il fegato (Gan), il rene (Shen), il polmone (Fei) e la milza (Pi). Ogni organo zang è associato ad uno dei 5 elementi: Cuore/Fuoco, Fegato/Legno, Polmone/Metallo, Milza-Pancreas/Terra, Reni/Acqua. Il termine Fu significa cavo e il compito principale di questi visceri consiste nel ricevere e digerire il cibo, assorbire i principi nutritivi ed espellere i prodotti di scarto attraverso le vie secretrici. I sei visceri Fu sono lo stomaco (Wei), l’intestino tenue (Xiaochang), l’intestino crasso (Dachang), la cistifellea (Dan), la Vescica (Pangguang), e il Triplice focolaio o riscaldatore (Sanjiaoo). Ad ogni organo e viscere fa capo un meridiano. Considereremo adesso più in particolare queste strutture anatomiche.
1 – CUORE XIN Per bene comprendere la funzione assolta dai vari organi e visceri nella M.T.C. è utile ricordare la suggestiva metafora tramandata dalla cultura medica cinese. In questa metafora, il corpo umano viene equiparato ad un Impero, caratterizzato da una rigida gerarchia militare e da una chiara distribuzione dei compiti: al vertice di questo Impero si trova il Cuore imperatore e, intorno a lui, ci sono i funzionari, ovvero i diversi Organi e Visceri, ciascuno con il suo personale incarico, ma che lavorano in modo coordinato per il mantenimento del benessere. I vari organi non sono visti come entità a sé stanti, bensì vengono considerati in base alla funzione che assolvono.
Attività
Attività fisica. Il cuore ha il compito di governare la circolazione del sangue e il ritmo dei battiti, tenendoci in vita. È infatti il Qi del cuore che pompa il sangue nei vasi e che ne regola la pulsazione: quando si valuta il polso in medicina cinese, infatti, si tiene presente che un ritmo più veloce della media (polso rapido shuo o accelerato ji) dipende dal fatto che il cuore è stato raggiunto dal calore, che lo agita, mentre un ritmo più lento della media (polso lento chi) dipende dal fatto che il freddo ha colpito il cuore, rallentandone l’attività.
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Il cuore ha una parte nel processo di produzione del sangue: la milza e il polmone forniscono le essenze pure di cibi, bevande e aria, mentre il cuore completa la trasformazione colorandolo di rosso. Il Cuore controlla anche la parola: la balbuzie, così come la tendenza a parlare molto, possono essere correlate ad uno squilibrio del Cuore. Attività psichica. Il cuore ospita lo Shén, e per tale motivo è l’organo deputato alla gestione delle emozioni, alla coscienza, alla creatività, alla sintesi del pensiero, alla memoria degli eventi lontani nel tempo, al sonno. Tutte queste attività psicologiche a loro volta regolano il flusso del Qi tra gli organi equilibrando le funzioni fisiologiche del corpo. Al proposito è molto suggestivo il fatto che – a differenza degli ideogrammi degli altri organi Zang - non vi sia il radicale che suggerisce il significato della “carne”. Questo indica come, nell’accezione cinese, il ruolo del cuore sia più psichico (cuore come sede dello Shén) che fisico (cuore come muscolo cardiaco). L’ideogramma del cuore rappresenta un cuore stilizzato, raffigurato come un contenitore vuoto aperto verso l’alto, in cui entra ed esce una piccola goccia di sangue come per accogliere ciò che viene dal Cielo (influenze spirituali). Qui si introduce un concetto molto importante nella cultura cinese che vuole l’interno del Cuore idealmente “vuoto”, silenzioso, tranquillo, non impegnato costantemente da pensieri fissi o emozioni eccessivamente intense: queste condizioni di vuoto sono indispensabili perché Shén trovi la sua dimora e permetta il libero scorrimento dell’energia, consentendo all’uomo di vivere la propria coscienza individuale, aprendosi anche alla “coscienza universale”.
Il cuore e il macrocosmo
In base alle corrispondenze del sistema dei cinque elementi, il cuore è collegato al fuoco, l’elemento più yang, al colore rosso (quello del fuoco), al sapore amaro (tipico dei cibi bruciati), al mezzogiorno (il momento più yang e caldo della giornata), al sud (dove si trova il sole all’apice del suo percorso) e all’estate (la stagione più yang e calda dell’anno). Il fattore climatico collegato è il calore: un calore moderato è utile a mantenere viva e attiva l’attività del cuore e fluida la circolazione del sangue, ma uno eccessivo farà scorre il sangue in modo disordinato e agiterà lo Shén, facendo perdere al cuore la sua capacità di regolare la nostra vita mentale ed emotiva. Il calore non è solo quello climatico e/o ambientale, ma anche quello alimentare, con alcuni cibi che andrebbero assunti in quantità moderata.
Viscere associato: Intestino tenue
Il viscere accoppiato al cuore è l’intestino tenue, che si occupa della ricezione delle sostanze impure provenienti dallo stomaco, della
trasformazione con la prosecuzione del processo digestivo, della
separazione delle sostanze pure (i liquidi e le essenze degli alimenti recuperabili), dalle cosiddette impure (le sostanze liquide e solide di scarto). Il suo compito non si limita solo a livello del corpo, ma anche a quello della mente: l’intestino tenue influenza la nostra capacità di prendere decisioni (anche se è poi la Vescica biliare a decidere), di vedere con chiarezza, fornendoci gli elementi per valutare le situazioni nella vita, prima di prendere le nostre decisioni (Vescica biliare) e agire (fegato).
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Di questo insieme cuore-intestino tenue fanno parte anche il sistema dei vasi sanguigni, la lingua come organo di parola, il sudore (soprattutto quello emotivo).
2 – POLMONI FEI Fra gli organi Zang i polmoni sono quelli posti più in alto nel corpo, e costituiscono (assieme alla pelle a cui sono connessi) il nostro legame con il mondo esterno. Il respiro è il primo atto che compiamo alla nascita: inspirando, entriamo in comunicazione con il mondo esterno. Il Polmone è anatomicamente situato sopra il diaframma, accanto al cuore, capo e sovrano di tutto l’organismo: ogni giorno ne riceve ordini e direttive (battito) per garantire l’ordine nel Regno fino ai suoi confini (la pelle). Per questa sua posizione di privilegio e vicinanza gli è attribuito il titolo di “Primo ministro”.
Attività Attività fisica. Grazie alla sua strettissima relazione con l’aria partecipa alla produzione del Qi: la parte pura dell’aria si combina con quella pura degli alimenti (estratta dalla milza). Ha anche il ruolo importantissimo di governare il movimento del Qi permettendone la distribuzione e la diffusione in tutto l’organismo: l’analisi del polso (fondamentale nella MTC per la valutazione energetica individuale) viene fatta proprio sul meridiano del polmone. Nello stesso tempo, il polmone è responsabile del Qi difensivo che protegge l’interno del corpo dalle malattie: se il Qi del Polmone è indebolito, anche il nostro scudo protettivo diventa permeabile, siamo più predisposti alle malattie infettive, ma anche più ricettivi rispetto alle emozioni e ai pensieri negativi dei nostri simili. Il Polmone governa la superficie corporea (la pelle), il nostro confine naturale, e riscalda e tiene al sicuro il corpo. Regola la temperatura e l’umidità dell’organismo aprendo e chiudendo i pori. Attività psichica. Nel polmone alloggiano i Po, le Anime Corporee, le energie che costituiscono i nostri automatismi innati come lo spirito di conservazione, l’istinto di sopravvivenza, ma anche la capacità sensitiva e corporale. Sono denominate Anime Corporee in ragione del fatto che si incarnano con la formazione dell’embrione in utero, plasmandosi con le essenze e sviluppando la forma fisica del nascituro. L’ideogramma del polmone è diviso in due parti: il radicale di sinistra rappresenta la carne, quello di destra una pianta che si ramifica crescendo dal terreno.
Il polmone e il macrocosmo Il polmone è collegato al metallo, l’energia del Cielo che entra nella Terra e si condensa. Corrisponde all’Ovest, all’autunno, al momento in cui si raccolgono i frutti della giornata (o dell’anno) e ci si prepara al riposo della notte (o dell’inverno), per potersi risvegliare il mattino dopo (o in primavera).
Viscere associato: Intestino crasso l viscere Fu accoppiato al polmone è l’intestino crasso: come il
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polmone separa la parte pura dell’aria da quella impura, che viene espulsa, così l’intestino crasso riassorbe un’ultima quota di liquidi ancora utilizzabile ed espelle gli scarti attraverso le feci.
Il Polmone ha la carica di ministro e cancelliere. Il G osso I testi o ha l’i a i o del t a sito, e a a i esidui delle t asfo azio i. (Huangdi Neijing Suwen, cap. 8) Oltre l’intestino crasso un altro organo collegato al Polmone è la Pelle: questo è l’organo più grande che abbiamo e quello che elimina di più. Attraverso la pelle (sudore) espelliamo anche ciò che è bene lasciare andare, come ad esempio le tossine.
3 – FEGATO GAN Nel grande Impero governato dal Cuore, il Fegato ha il ruolo e le funzioni del generale d’armata: ha l’incarico di stabilire piani e strategie, prevedendo e prevenendo le eventuali difficoltà, anticipando le mosse del nemico e rafforzando le difese militari nell’eventualità di uno scontro.
Attività
Attività fisiche. Al fegato sono destinati molti compiti: - Assicura il fluire del Qi in tutto l'organismo. - E’ definito il Custode del sangue: lo immagazzina in grandi quantità, lo depura e svolge un ruolo fondamentale nel controllo del suo volume circolante, in quanto lo conserva o lo fornisce a seconda delle necessità. Un fegato sano fa sì che il sangue riempia correttamente i vasi in cui scorre, e ciò impedisce agli agenti patogeni esterni (ad es. il vento) di penetrarvi. Un deficit di fegato porterà, al contrario, a una maggiore vulnerabilità dell’organismo. Il Fegato esercita anche un’azione di controllo sul flusso mestruale. - Controlla i tendini e le articolazioni, si manifesta alle unghie, la sua apertura sono gli occhi. Attività psichica. Il fegato ospita l’Hun, l’Anima Eterea, di natura Yang, che è in contrapposizione al Pò, la Anima Corporea, che risiede nel Polmone. Le anime Hun sono tre e rappresentano l’immaginazione, l’entusiasmo, la creatività, l’estroversione, i sogni notturni e diurni, l’intuito e la capacità di programmare la vita. Sono il lato creativo della psiche, o più semplicemente l'energia psichica della persona. Alcuni autori paragonano lo hún all'inconscio. Si dice che lo Hun entri nell’uomo al momento in cui il padre dà il nome al figlio. Si tratta dunque degli Shén più individuali di ognuno di noi. L’Hun ritorna al Cielo durante il sonno (e al momento della morte): durante il sonno, le sue tre anime possono vagare liberamente e raggiungere altre anime, ed è in questo momento che possiamo raggiungere alti livelli di percezione e comunicazione multidimensionale e atemporale.
Il fegato e il macrocosmo
Il Fegato è associato al legno, al colore verde, simbolo della vegetazione della terra che si risveglia in primavera: vi corrisponde simbolicamente la crescita dell'organismo.
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Questo il suo ideogramma: il radicale a sinistra significa la parte del corpo fatta di carne, quello di destra indica un pestello dritto, ossia l'immagine dell'attaccare, opporsi e distruggere. Uno scudo conficcato a terra con lo scopo di difenderci. E' la forza, resistenza e vitalità, virtù del generale delle armate dell'imperatore.
Viscere associato: Vescica biliare (cistifellea) Dal punto di vista energetico la Cistifellea non controlla solo la distribuzione degli alimenti nutritivi del corpo, ma anche la quantità e l'equilibrio degli enzimi digestivi (inclusi la saliva, gli enzimi, i succhi pancreatici e intestinali); tutti questi succhi digestivi sono paragonabili al fuoco necessario per la combustione degli alimenti. Dal punto di vista mentale la sua azione è collegata con la capacità di decidere e di reagire. Secondo la MTC il fegato ha la capacità di programmare, mentre la cistifellea ha la capacità di valutare una data situazione e di decidere quale azione da intraprendere. Questa non è una decisione di tipo etico, morale che è di competenza del cuore (la consapevolezza, il discernimento), ma una scelta di opportunità in base al momento presente: il cuore valuta la linea d'azione lungo cui muoversi e su questa via la vescica biliare opera le scelte di percorso. In questo senso si comprende l'attribuzione alla cistifellea della capacità di coraggio e della capacità di iniziativa. Quando il suo meridiano è bloccato e l'energia è in eccesso, la persona si preoccupa per piccoli dettagli, è tesa, nervosa, e le sue reazioni sono impulsive; quando è mancante di energia sarà incapace di prendere decisioni, perde la forza di volontà e la stanchezza porta all'abbassamento della motivazione.
4 – SISTEMA MILZA/PANCREAS-“TOMACO PI Milza e pancreas (organi zang) e stomaco (viscere) nella MTC sono considerati come un’unica entità.
La Milza e lo “to a o ha
o l’i a i o dei fienili e dei granai, emanano i Cinque sapori. (Huangdi Neijing Suwen, cap. 8)
Attività Attività fisica. Secondo la MTC il cibo e l’acqua dalla bocca attraverso l’esofago raggiungono lo stomaco, e dal momento che rimangono per un certo tempo all’interno del viscere, lo stomaco è chiamato “la riserva del cibo e dell’acqua”, concetto che esprime tutto l’immenso lavoro di necessario per estrapolare il Jing, cioè l’essenza più pura, dal cibo e dai liquidi, per poi distribuirla, attraverso varie tappe, in tutto l’organismo. Lo stomaco opera un processo di frammentazione e fermentazione: il puro va alla milza e l’impuro all’intestino tenue, dove avviene una seconda separazione: la parte pura va alla milza che estrae il jing – l’essenza – dei cibi e lo
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distribuisce come nutrimento in tutte le parti del corpo, mentre l’impuro va all’intestino crasso e alla vescica per essere eliminato. Il punto cardine della funzione della milza è insito nel concetto di “comandare i trasporti e le trasformazioni”. La milza regola il flusso del gu qi, cioè l’energia pura degli alimenti, verso altri organi: verso l’alto ai polmoni, affinché si unisca con l’aria per formare l’energia pettorale (zong qi, che scende al Rene e rafforza la nostra energia vitale), al Cuore per formare il sangue, alla pelle come sudore rendendola elastica e trofica, e infine in parte verso il rene dove i liquidi sono eliminati come urina. La milza ha anche un’altra relazione con il sangue: il suo compito infatti è quello di mantenerlo all’interno dei vasi, evitando emorragie o fuoriuscite. Oltre al sangue, la milza trattiene nella loro sede organi e visceri, evitando che cadano verso il basso. Dell’insieme milza-stomaco fanno parte anche la muscolatura (intesa nel senso di “massa muscolare”, che determina la forma del nostro corpo), la bocca come organo di senso che permette di distinguere i sapori, la saliva fluida (quella che si sviluppa durante la masticazione). La milza infine comanda i cinque sapori (dolce, amaro, acido, piccante, salato), ovvero li estrae dal cibo e li distribuisce ai cinque organi. A ciascun organo è associato un sapore, in maniera tale da consentire l’equilibrio. Attività psichica. L’aspetto dello Shén legato alla milza è lo Yi (intenzione). Esso rappresenta la nostra capacità di digerire e assimilare, non solo in chiave fisica, ma anche psichica: analizzare, prendere coscienza di sé, elaborare, valutare, riorganizzare concetti, idee, e renderle proposito e intenzione.
La Milza ed il macrocosmo
Nel mondo naturale, la milza è collegata all’elemento Terra, al colore giallo, al sapore dolce, alla tarda estate (momento di passaggio fra la parte yang e quella yin dell’anno). Il fattore climatico collegato è l’umidità: un ambiente leggermente umido è necessario allo stomaco per il suo lavoro sui cibi, ma un eccesso di umidità (che è tende a intasare) fa faticare la milza nel suo lavoro di estrazione delle sostanze utili dagli alimenti ingeriti. L’umidità non è solo quella climatica e/o ambientale, ma anche quella contenuta in alcuni cibi (latte e latticini, farine bianche e derivati, zucchero, frutta in quantità eccessive), che quindi andrebbero assunti in quantità moderata. Questo il suo ideogramma: il radicale di sinistra rappresenta la carne, quello di destra in alto una tazza con il manico verso sinistra, simbolo del lavoro quotidiano, in basso la figura di uno schiavo, simbolo del lavoro oscuro. L’ideogramma rappresenta il lavoro oscuro quotidiano della Milza.
5 – RENI SHEN Il Rene destro viene considerato come la porta della vita (Ming Men) mentre quello sinistro è inteso come il vero e proprio Rene. Il Ming Men è la residenza di Jing, l’essenza sia del Cielo Anteriore (cioè quello ereditato all’atto della nascita e che costituisce il nostro “corredo energetico”, e quindi che determina la nostra costituzione di base, la crescita, la riproduzione, l’invecchiamento, la capacità di produrre l’energia attivatrice di tutti i processi metabolici, la resistenza ai fattori patogeni, la potenziale durata della vita) sia del Cielo
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Posteriore (l’essenza estratta dal cibo e l’energia del respiro). L’'uomo a questo livello tesaurizza le sue essenze (sperma), la donna vi àncora il bao (utero). Il Ming men può essere inteso come il luogo del passaggio dal Cielo Anteriore al Cielo Posteriore. Del loro sistema funzionale fanno parte anche le orecchie, la saliva “densa” (serve a umidificare la bocca e a proteggere lo smalto dei denti) e i capelli.
Attività
Attività fisica. - I reni si occupano in primo luogo della gestione dei liquidi del nostro corpo: recuperano per filtraggio i liquidi, inviando alla vescica quelli di scarto e “vaporizzando” in alto quelli ancora recuperabili e utilizzabili dall’organismo. - I reni controllano gli sfinteri del basso addome, cui consente di restare chiusi fino a quando non è necessario lasciar uscire i prodotti di scarto: il naturale decadimento del Qi del rene dovuto all’invecchiamento può portare alla perdita di controllo sugli sfinteri e, quindi, all’incontinenza urinaria e fecale. - I reni generano il midollo, che a sua volta nutre le ossa, che da esso traggono forza ed elasticità. Se vi è un deficit dei reni, il midollo scarseggia e le ossa non saranno più correttamente nutrite. - Il rene ha anche una relazione particolare con due altri organi: con il polmone (il Qi del rene sale per aiutare il polmone a completare l’atto inspiratorio) e con la milza (il rene, radice dello yang di tutto il corpo, la assiste e la sostiene nell’estrazione dei nutrienti dal cibo e, quindi, della produzione del Qi e del sangue). Questo è l’ideogramma del Rene: il radicale inferiore significa la carne: il radicale superiore a sinistra simboleggia uno schiavo (un bravo schiavo può diventare ministro), a destra indica la mano destra di un sovrano che dà gli ordini al suo ministro. I due radicali superiori danno l'immagine della saggezza, fermezza, solidità, durevolezza ed è la funzione del Rene, ossia di sostenere la vita.
Viscere accoppiato: Vescica urinaria Il viscere accoppiato al rene è la vescica, con cui condivide le funzioni legate alla produzione e all’escrezione delle urine.
6 - IL MINISTRO DEL CUORE (PERICARDIO) Il Ministro del Cuore è un organo equivalente al pericardio, la membrana che ricopre il cuore; rappresenta anche l'arteria coronaria, che a sua volta, simboleggia il sistema circolatorio centrale.
Attività
Assiste il meridiano del Cuore e si occupa di far circolare, di diffondere le cose, tanto sul piano fisico (circolazione sanguigna) quanto sul piano psicologico (circolazione delle idee, fluidità del ragionamento, capacità di riciclo delle idee). Tutte le relazioni del Cuore (di cui è di fatto il portavoce) con gli altri organi transitano per prima cosa dal Ministro del Cuore (sostenuto dal Triplice Focolare) che tenderà ad equilibrarle.
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Organo associato: Triplice Focolaio (o riscaldatore) Complementare al Ministro del Cuore, il Triplice Focolaio è un viscere situato all'altezza dello stomaco, ma non trova corrispondenza sul piano fisico. Sul piano fisiologico, è diviso in tre piani, posizionati ognuno su un differente livello del corpo: quello superiore corrisponde alla parte del torace al di sotto del diaframma, quello mediano è associato alla parte del ventre situata tra il diaframma e l’ombelico, quello inferiore alla parte del ventre situata al di sotto dell’ombelico. Come indicato dal suo nome, esso intrattiene un importante rapporto con il calore. Il Triplice focolare è suddiviso in tre parti: superiore, centrale e inferiore. La superiore comprende la zona dell'encefalo alla pleura, la centrale dall'ombelico in su, e quella inferiore l'area del peritoneo e dell'endometrio, proteggendo pelle e muscoli. I suoi compiti sono la regolazione della temperatura corporea e del calore interno attraverso il controllo dell’atmosfera in cui agiscono tutti i visceri; controlla anche la circolazione periferica e il flusso linfatico, regolando la giusta distribuzione delle sostanze nutritive.
II. IL SANGUE Così come in medicina occidentale, anche in medicina cinese il sangue (Xue) è una sostanza fluida di colore rosso di fondamentale importanza per le attività vitali del nostro organismo.
Il sangue nella MTC è considerato una forma di energia molto densa e materiale: esso origina dal Qi degli alimenti, poi si associa all’energia dell’aria inspirata che dai polmoni va al cuore; qui si unisce all’energia ancestrale e, grazie al calore dell’energia del rene, si trasforma infine in sangue e spinto in tutto il corpo dal cuore stesso. Circolando nel corpo nei vasi e nei meridiani, il sangue raggiunge e nutre gli organi e i visceri la pelle, i tendini, i muscoli e ogni altro apparato, rendendo possibile la vita stessa. Il sangue svolge anche azione di ancoraggio e trasporto dello Shén (cioè l’aspetto mentale ed emozionale) in tutto il corpo: ha quindi un importante valore dal punto di vista psichico, consentendo (se la circolazione è normale) la stabilità del pensiero. Per poter svolgere il suo lavoro, il sangue deve poter circolare liberamente nei vasi e nei meridiani. Il sangue circola di giorno mentre di notte, durante il sonno, si raccoglie nel fegato che lo rigenera.
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Secondo la MTC senza il Qi il sangue sarebbe senza flusso e senza movimento e quindi sarebbe “senza vita” e inutilizzabile dal nostro organismo. Se Qi e sangue si separano si ha la morte.
III. LE CINQUE VOLONTÀ (WHU ZI) Secondo la MTC ad ognuno degli organi zang corrisponde un’emozione caratteristica: esse prendono nome di Whu Zi ((le cinque volontà). Le Whu Zi sono costituzionali, presenti da sempre e caratterizzano lo stato emotivo per tutta la vita. CUORE L’emozione collegata al Cuore (elemento fuoco) è la gioia. In condizioni di equilibrio, il Cuore risponde alle sollecitazioni esterne in modo positivo, calmo e sereno (gioia intesa come emozione positiva, intensa serenità d’animo). L’eccesso della gioia è l’eccitazione che produce un’energia Yang che danneggia il Cuore. Oltre che per la gioia eccessiva, il Cuore soffre per ogni tipo di eccesso emozionale di tutti gli altri organi (ad es. la paura nel rene). L’emozione negativa si manifesta come mancanza di amore, bramosia. FEGATO Sappiamo che il fegato è collegato all’elemento Legno, al vento, alla primavera, quindi al movimento: quindi la sua azione è creare impetuosità nell’essere umano, quindi aggressività (nel suo significato etimologico: andare verso qualche cosa, cioè andare verso un obiettivo). Se questo movimento diventa eccessivo possiamo parlare di collera (Nu). Se il Fegato è invece debole, il suo aspetto psichico (Hun) non è radicato: comincia a vagare nello spazio e nel tempo, generando paura e mancanza di una direzione nella vita. MILZA L’aspetto dello shen legato alla milza è lo Yi (intenzione). E’ la nostra capacità di digerire e assimilare, non solo in chiave fisica, ma anche psichica: analizzare, elaborare, valutare, riorganizzare concetti, idee, la capacità di prendere coscienza di sé e renderle proposito, intenzione, pensiero. Dal punto di vista emotivo la milza (elemento terra) esprime l’apertura, la fiducia, l’empatia. Uno squilibrio energetico di questo movimento può manifestarsi con l’ossessività, un pensiero che rimane bloccato, un pensiero reiterante, che si muove circolarmente, senza trovare una via di uscita. Spesso si accompagna a squilibri alimentari (anoressia, bulimia). POLMONE La capacità di concentrazione è tipica di quest’organo (elemento metallo) Il respiro ci permette di metabolizzare il mondo esterno e di portarlo dentro di noi mettendoci in contatto con il nostro ambiente interno (introspezione), acquisendo la percezione di noi, offrendoci la possibilità di conoscerci.
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L’eccesso di concentrazione fa perdere queste funzioni di scambio e ci fa rimanere bloccati, chiusi in noi stessi, generando tristezza e malinconia. Questo atteggiamento di chiusura si potrà manifestare anche attraverso la nostra postura (spalle chiuse, curvi in avanti). RENE Lo shen del rene è la volontà (zhi), l’energia che ci fornisce la voglia di vivere, la determinazione, la forza di volontà, l’istinto di conservazione, la prudenza. Se il rene (elemento acqua) è in equilibrio, il nostro Io sarà ben strutturato, saremo sicuri e determinati nel compiere le singole azioni che decidiamo di intraprendere. Se il rene è in disequilibrio, prevarrà la paura Nella MTC la paura non ha un'accezione negativa ma è un'emozione che ci aiuta a capire le situazioni di pericolosità.
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CAP VII - I MERIDIANI I. CLASSIFICAZIONE Secondo la M.T.C il Qi circola con un flusso continuo nel nostro corpo in determinati canali energetici chiamati "meridiani" per analogia con le omonime linee immaginarie del globo terrestre. I meridiani sono dei veri e propri percorsi invisibili e non corrispondono al tragitto anatomico di nervi o vasi sanguigni; scorrono lungo il corpo e sono collegati agli Organi e ai Visceri ed ai quattro arti.
Nei meridiani scorrono assieme al Qi anche il sangue (xue) e altri liquidi, quale la linfa. Qi e sangue scorrono verticalmente nei meridiani lungo l’asse verticale del corpo; non seguono questa regola i vasi Luo e il Dai Mai, un canale particolare che circonda la vita come una cintura. I 12 meridiani principali (Jing Luo 经)
rappresentano l’impalcatura energetica del nostro
organismo e prendono il nome dall’organo da loro nutrito. Jing" letteralmente vuol dire "attraversare", ma significa anche "il filo in un tessuto"; questo termine indica di solito i meridiani più importanti; la parola "Luo" ha invece significato di "connessione" oppure di "canale" e viene utilizzata per indicare i canali minori. "Ching Luo" letteralmente può essere inteso come "cammino a rete". L’ideogramma dei meridiani spiega questa rete. Esso è composto di due radicali, a sinistra è raffigurato il bozzolo di un baco da seta da cui fuoriesce un filo così fine da doverne unire tre per poter essere lavorato: il filo di seta evoca l’idea di collegamento, di rete, di organizzazione, i fili verticali che strutturano e consentono di tessere la trama. Il radicale di destra raffigura dell’acqua che fluisce sotto la superficie della terra e, in basso, l’uomo che osserva, capace di riconoscerne le qualità del flusso. L'interpretazione che può essere tratta è quella di un flusso d'acqua sotterraneo che scorre e come un filo di seta avvolge l' uomo compiendo un ciclo di lavoro ininterrotto.
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I 12 meridiani principali si dividono in 6 meridiani Yang e 6 meridiani Yin.
I meridiani Yang servono gli organi Yang, la cui funzione principale è quella di ricevere il cibo, assorbirne le parti utilizzabili (che dovranno poi essere trasformate nelle sostanze fondamentali) ed eliminare lo scarto. Essi sono: Meridiano del Cuore, Meridiano del Mastro del Cuore, Meridiano della Milza-Pancreas, Meridiano dei Reni, , Meridiano dei Polmoni, Meridiano del Fegato. I 6 meridiani Yang scorrono sulla zona dorsale del corpo.
I meridiani Yin, servono gli organi Yin, la cui funzione è quella di produrre, trasformare, regolare e accumulare le sostanze fondamentali (Qi, Ching, sangue, fluidi ecc.). Essi sono: Meridiano dell’Intestino Tenue (Piccolo intestino), Meridiano del Triplice Focolare (o riscaldatore), Meridiano dello Stomaco, Meridiano della Vescicola biliare, , Meridiano dell’Intestino Crasso (Grosso intestino), , Meridiano della Vescica urinaria. Il punto in cui termina un meridiano è il punto in cui ne inizia un altro, formando un grande infinito anello di flusso energetico. L’energia che scorre in questi meridiani scorre verticalmente, i meridiani yang dall’alto verso il basso del corpo mentre i meridiani yin corrono dal basso verso l’alto.
I Canali collaterali (Luo 络) sono connotati dal sistema di rete: seguono un percorso lungo le sezioni oblique, possono intersecare parti profonde e superficiali, si incrociano spesso e possono anche non avere un percorso fisso. I Canali emergono in alcuni punti del loro percorso, per questo gli antichi medici cinesi osservarono che alcuni disturbi si alleviavano, pungendo, riscaldando, massaggiando certe parti del corpo. Tra i Canali Collaterali rivestono notevole importanza
i 12 canali tendino-muscolari: sono più
superficiali dei canali principali e da questi traggono nutrimento, hanno un decorso centripeto, originano alle estremità di mani e piedi e si legano alle grosse articolazioni. Sono i responsabili dell’attività di tendini, muscoli e articolazioni, coordinano il movimento e la postura. I Canali tendino-muscolari hanno un’evidente funzione di difesa e di collegamento con l’esterno, poiché sono attraversati dall’energia più superficiale del corpo, la Wei Qi, che è l’energia difensiva istintuale.
I Meridiani Straordinari, chiamati anche Meridiani Curiosi o Vasi Meravigliosi, sono meridiani virtuali che si manifestano quando ci sono disturbi energetici nei meridiani principali, per un eccesso o per un'insufficienza, agendo come riserve energetiche nei confronti dei meridiani stessi. Questo significa che in caso di pienezza, i meridiani straordinari possono ricevere energia in sovrabbondanza o al contrario, in caso di deficit energetico nei meridiani principali, vi trasferiscono l’energia in deposito. Sono in numero di otto: Du Mai o Vaso Governatore, Ren Mai o Vaso Concezione, Chong Mai, Dai Mai, Ying Qiao, Yang Qiao, Ying Wei, Yang Wei.
II. L’OROLOGIO DEI MERIDIANI I singoli meridiani rappresentano le componenti del circolo circadiano. A ogni meridiano corrisponde una fase di due ore di massima energia; parallelamente a questa fase corrisponde anche il picco minimo (di energia) dell’organo che si trova esattamente al lato opposto
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Ogni meridiano quindi, per le due ore che gli competono, risulta in un pieno di energia, mentre vive un minimo energetico esattamente 12 ore dopo. Il Ciclo Circadiano parte alle 3 di mattina con il Polmone, alternando organo, viscere, viscere, organo e così via di due ore in due ore. Questa è la sequenza delle massime energie: Polmone 3:00-5:00; Intestino Crasso 5:00-7:00; Stomaco 7:00-9:00; Milza 9:00-11:00; Cuore 11:00-13:00; Intestino Tenue 13:00-15:00; Vescica 15:00-17:00; Rene 17:00-19:00; Mastro del Cuore (Pericardio) 19:00-21:00; Triplice Focolare 21:00-23:00; Vescicola Biliare 23:00-1:00; Fegato: 1:00-3:00.
Questa conoscenza è importante per valutare eventuali squilibri che si presentano in un particolare momento della giornata (di massima energia o di minima energia): ci può essere un collegamento ad un organo o viscere particolare. Se si verificano disturbi in un orario particolare, ci può essere un legame con un determinato organo: ad esempio un attacco d’asma potrebbe essere più acuto dalle tre alle cinque, orario di sensibilità del polmone.
III. GLI SCAVI DI MAWANGDUI Fino al 1970 si pensava che fossero stati scoperti prima i punti di Agopuntura e poi dal loro collegamento fossero stati individuati i percorsi dei Meridiani. Successivamente, tra il 1971e il 1973, furono portate alla luce a Mawangdui, cittadina al centro della Cina, tre tombe di una famiglia nobile molto vicina alla Corte risalenti alla dinastia Han (II secolo a.C.). Durante gli scavi furono rinvenuti tre sarcofagi, con i resti rispettivamente di Li Cang, Marchese di Dai, della moglie Xin Zhui e di uno dei figli, probabilmente Li Xi, nonché un totale di circa tremila reperti di straordinaria fattura e
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perfettamente conservati (periodo 168 a.C. subito dopo l’unificazione della Cina nel 221 a. C.). Le tre tombe sono note come Tombe della dinastia Han di Mawangdui, Changsha. Il ritrovamento è stato definito come una delle maggiori scoperte archeologiche cinesi del XX secolo e paragonato, per importanza scientifica e storica, alla tomba di Tutankhamon. Ogni corpo si trovava all'interno di una bara inserita dentro due sarcofagi, uno dentro l’altro, originariamente sigillati e interrati alla profondità di circa una ventina di metri, protetti da una struttura in legno e ricoperti da quintali di carbone vegetale e argilla pressata e infine da tonnellate di terreno. Una delle tre tombe era ancora sigillata e una volta aperta ha rivelato al suo interno il corpo mummificato di una donna immerso in un liquido di conservazione (di cui non si è ancora riusciti a capire la composizione) che ne ha mantenuto i tessuti perfettamente conservati dopo più di duemila e duecento anni dalla morte. La donna è conosciuta come Marchesa Dai. La pelle della defunta è ancora morbida, le gambe e le braccia si possono piegare, e gli organi interni non hanno subito deterioramenti nel tempo. Addirittura si è potuto capire il gruppo sanguigno di Xin Zhui, A positivo; ha ancora i capelli e le ciglia e il suo volto ha potuto essere verosimilmente ricostruito.
L’ottima conservazione della mummia ha portato a stabilire con più precisione di altre, di che cosa soffrisse Xin Zhui: mal di schiena, ipertensione, arteriosclerosi, di calcoli biliari, diabete – col tempo era anche diventata sovrappeso -, di diverse malattie del fegato e il cuore, a lungo andare, era in cattivo stato. Il fatto poi di fare poco moto, aggravava la situazione Insomma, nonostante avesse vissuto una vita particolarmente agita grazie al suo rango, ciò non le evitò di morire a soli 50 anni. Sembra che il decesso fosse dovuto a un problema alimentare: nel suo intestino, nello stomaco e nell’esofago furono trovati ben 138 semi di melone. Si deduce quindi che la nobildonna sia morta in estate, periodo in cui crescono i meloni, e dopo averne mangiata una grande quantità. Morì di indigestione? La tomba del figlio (età presunta circa 30 anni) era quella più importante per i ritrovamenti relativi alla medicina. Tra gli oggetti rinvenuti una grande quantità di listelli di bambù e di seta recanti su di esse dei testi manoscritti, l'equivalente degli odierni libri. Alcuni di questi reperti risalivano a quarant'anni prima della sepoltura e altri erano copie di testi ancora più antichi risalenti agli anni 300 a.C. già noti agli studiosi. Tra essi la copia più antica del Daodejing («Libro della Via e della Virtù») di Lao Tzu e una copia dell’I Ching («Il libro di Mutamenti»).
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I testi ritrovati spaziano tra molti campi: filosofia, divinazione, magia, astrologia, geografia e storia. In particolare sono stati rinvenuti moltissimi testi di carattere medico. In essi si parla di Meridiani e non di punti, di pratiche terapeutiche e soprattutto sessuali. Alcuni attestano le conoscenze della fisiologia umana dell'epoca: le terapie mediche descritte si basano principalmente sull'idea che nel corpo umano l'equilibrio dei vapori determini lo stato di salute del paziente. Tra i rimedi medici descritti vi sono almeno 425 ricette per il confezionamento di medicinali o fatture magiche per la cura dei più disparati disturbi tra cui tonici, afrodisiaci, cicatrizzanti ed esorcismi. L'agopuntura, medicina tradizionale cinese, non è tuttavia menzionata in nessuno dei molti testi medici ritrovati: tutto ciò farebbe pensare che i meridiani siano stati i primi ad essere scoperti, mentre l’individuazione dei punti di agopuntura sia stato il passaggio successivo.
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APPENDICE: I PERCORSI DEI 12 MERIDIANI PRINCIPALI 1. MERIDIANO DEL CUORE Percorso. Il meridiano del cuore riceve l’energia a livello del petto dal canale della milza; da esso partono quindi tre rami: il primo attraversa il diaframma e raggiunge l’intestino tenue; il secondo sale alla gola e raggiunge gli occhi (legame cuore, pupilla, cervello); il terzo attraversa il polmone (legame cuore, polmone, Triplice riscaldatore), si superficializza al centro del cavo ascellare, scende lungo la parte interna del braccio medialmente rispetto al muscolo bicipite, raggiunge la fossa cubitale, prosegue sull’avambraccio fino a raggiungere il dito mignolo interno. Qui si collega al canale dell’intestino tenue che inizia dall’altro angolo del dito mignolo.
2. MERIDIANO DELL’INTESTINO TENUE Percorso. Nasce nella parte dorsale del dito mignolo. Decorre lungo il bordo esterno della mano, del polso, dell’ulna e dell’omero. Passa quindi sulla piega ascellare, tra braccio e tronco, e risale fino alla spalla sotto l’acromion. Attraversa la spalla con un doppio zig-zag, risale in prossimità della settima cervicale e prosegue diagonalmente sul collo attraversando lo sternocleidomastoideo. Raggiunge la regione dietro la mascella, sale verso lo zigomo e piega lateralmente per terminare davanti all’orecchio.
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3. MERIDIANO DEL MASTRO DEL CUORE (PERICARDIO) Percorso. Il meridiano del pericardio inizia al centro del petto, scorre in profondità del torace, emerge lateralmente al capezzolo. Da qui prosegue scendendo lungo la parte mediale del braccio, passa attraverso la parte centrale del polso, arriva al palmo della mano e termina sulla punta del dito medio.
4. MERIDIANO DEL TRIPLICE RISCALDATORE Percorso. Parte dal lato ungueale esterno del dito anulare e sale sul dorso della mano tra il 4° e il 5°spazio metacarpale. Prosegue sull'avambraccio nella zona superiore e centrale, fino a raggiungere posteriormente il gomito. Continua sulla faccia posteriore esterna del braccio fino a raggiungere la fossetta posteriore della spalla situata fra l'acromion e il tubercolo maggiore dell'omero. Prosegue all'interno della fossa sopraclaveare fino a raggiungere e a proseguire sul collo attraversando il muscolo sternocleidomastoideo per portarsi dietro la piega mandibolare. Qui risale costeggiando l'orecchio
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prima posteriormente e dopo lungo la faccia superiore per terminare lateralmente alla regione sopraciliare.
5. MERIDIANO DELLA MILZA-PANCREAS Percorso. Nasce nel lato ungueale interno rispetto alla linea mediana del dito alluce e sale sul bordo interno del piede fino alla parte anteriore del malleolo.
Sale sul lato interno della gamba appena oltre la cresta dell’osso tibiale e prosegue a lato interno della rotula. Prosegue quindi sulla coscia sul bordo interno del quadricipite femorale. Attraversa l’inguine e sale lungo l’addome in sede pararettale (circa 4 cm dalla linea mediana). Sul torace continua il suo tragitto descrivendo una curva molto allungata (che passa a circa 2 cm dal capezzolo) che sale fino all’altezza del secondo spazio intercostale esterno al costato; quindi discende termina sulla linea ascellare media nel sesto spazio intercostale.
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lateralmente dove
6. MERIDIANO DELLO STOMACO Percorso. Inizia sul margine inferiore dell’orbita, scende quindi perpendicolarmente passando a lato del naso e del margine laterale della bocca. Decorre sulla mandibola fino all’angolo dell’osso. Da qui un ramo ascendente si dirige verso l’alto e raggiunge prima l’articolazione temporo-mandibolare e poi la regione esterna della fronte.
Sempre dall’angolo della mandibola si diparte un secondo ramo che discende sul collo passando a lato della laringe e che decorre orizzontale lungo la clavicola per circa 3 quarti. Da qui il meridiano discende lungo il torace seguendo la linea emiclaveare, passa sul capezzolo e all’altezza della sesta costa il Meridiano si porta verso la linea mediana, prosegue a lato dell’ombelico fino alla sinfisi pubica. Qui il meridiano va verso l’esterno, attraversa l’inguine e scende sulla gamba. Passa sulla faccia anteriore del quadricipite, percorre il bordo laterale della rotula e prosegue sulla regione antero-laterale della gamba e decorre sulla parte esterna della tibia, raggiunge infine la regione dorsale del metatarso tra il 2° e il 3° raggio e termina nel 2° dito.
7. MERIDIANO DEL POLMONE Percorso. Il ramo principale inizia a livello della cassa toracica, si dirige in basso dove raggiunge l’intestino, grasso, da qui risale, oltrepassa il diaframma e penetra nei polmoni; quindi raggiunge la gola e da qui si dirige verso la spalla da dove emerge; sale fino alla clavicola e scende poi lungo il bordo laterale del braccio e termina all’angolo della base del pollice.
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8. MERIDIANO DELL’INTESTINO CRASSO Il Meridiano dell’intestino crasso origina all’angolo ungueale esterno del secondo dito della mano, risale lungo il bordo esterno del dito e sulla faccia dorsale della mano per proseguire lungo il bordo radiale dell’avambraccio e la regione antero-esterna del braccio, attraversa l’articolazione acromioclavicolare giungendo alla sommità della spalla, poi percorre diagonalmente la parte anteriore del collo e la mascella fino all’altezza del naso, piegando al di sotto per terminare a lato della narice opposta.
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09. MERIDIANO DEI RENI Percorso. Inizia sotto la pianta del piede tra la volta plantare e l’avampiede; sale quindi sul lato interno verso l’astragalo e il tendine d’Achille.
Compie un percorso circolare intorno alla superficie interna del tallone e sale nuovamente passando lungo la linea interna del polpaccio in profondità. Passa sul cavo popliteo, prosegue dritto lungo la coscia dietro gli adduttori e riemerge sull’addome sopra l’osso pubico e sale a circa 0,5 sun rispetto alla linea mediana. Corre sul bordo esterno dell’ombelico e procede sul tronco fino al torace. Qui il meridiano si apre di circa 2 cm a delineare i bordi esterni dello sterno e termina nell’incavo sotto le estremità interne delle clavicole, appena sotto l’articolazione sterno-clavicolare.
10. MERIDIANO DELLA VESCICA URINARIA Percorso. Inizia sull’angolo interno dell’occhio, passa lungo il lato posteriore della testa fino alla base del collo, da qui le due linee del meridiano si dividono in due diramazioni formando 4 linee che scendono lungo la schiena, le due diramazioni si riuniscono nel mezzo della piega del cavo popliteo dietro il ginocchio da dove il meridiano, scendendo lungo il lato posteriore della gamba, passa inferiormente al malleolo esterno del piede e termina sull’angolo esterno della base dell’ultimo dito del piede.
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11. MERIDIANO DEL FEGATO Il ramo principale inizia dal margine ungueale laterale interno dell'alluce, transita anteriormente al malleolo interno e si dirige in alto, lungo la gamba, il ginocchio la coscia sino ad arrivare all'inguine, quindi scende nella regione pubica e circonda i genitali. Da lì prosegue nell’addome flettendo bruscamente all'esterno sino alla regione ipocondriaca.
12. MERIDIANO DELLA VESCICA BILIARE Percorso. Il meridiano della vescica biliare inizia sull’angolo esterno dell’occhio, segue dietro l’orecchio fino sotto il cranio, sale poi lungo il lato posteriore della testa ed arriva sulla fronte. Da qui scende lungo il lato posteriore della testa fino al punto fra l’ultima vertebra cervicale e la prima toracica, passa sopra le spalle e scende lungo la parte laterale della cassa toracica e dell’addome,
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scorre poi nella pelvi e scende lungo il lato esterno della gamba passando anteriormente al malleolo laterale terminando sull’angolo esterno dell’unghia del quarto dito del piede.
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CAP. VIII - L’ALIMENTAZIONE Nella vasta produzione letteraria dell’antica Cina vi è un libro (Huainanzi - Libro del principe di Huainan, II sec. a.C.) composto da 21 capitoli in cui sono trattati vari argomenti di stampo taoista e tra questi vi è la narrazione del mito di due imperatori a cui viene attribuita l’origine della Medicina Cinese: l’Imperatore Giallo Huang Di e l’Imperatore Rosso Shen Nong, quest’ultimo soprannominato anche il Divino Agricoltore poiché a lui si attribuì l’invenzione dell’aratro e dell’arte della coltivazione.
Gli antichi abitanti della Cina si nutrivano di carne e bevevano sangue, raccoglievano a caso i frutti della terra. Non avendo nessuna conoscenza di ciò che fosse commestibile mangiavano di tutto e facilmente si i tossi ava o. “he No g i seg ò lo o l’a te della oltivazio e dei i ue e eali, i seg ò a disti gue e i i i più adatti pe l’ali e tazio e e selezio ò sapori e proprietà dei cento rimedi per curare il suo popolo . I. CONCETTI GENERALI Nel pensiero taoista e nella medicina tradizionale cinese, il cibo è una delle chiavi fondamentali per il mantenimento o il ripristino della salute. Nelle corti imperiali dell'antica Cina il dietologo era di importanza inferiore solo al medico ed era tenuto nella massima considerazione; la dietetica era presente nei testi classici di medicina tradizionale cinese, a cominciare dal caposaldo Huang Di Nei Jing. La M.T.C. considera gli alimenti in modo diverso da quella occidentale. In Occidente si analizza e classifica un alimento in base alle sue proprietà chimiche, fisiche e organolettiche; nel preparare una dieta si valuta la sua composizione nutrizionale (carboidrati, proteine, grassi, fibre), la presenza o meno di una determinata vitamina, il suo potere calorico. Nella tradizione cinese l’alimento è invece visto nella sua globalità e in base al suo funzionamento energetico: nella dietetica cinese - anche se è più corretto parlare di condotta alimentare - c’è infatti un’accurata scelta dei cibi a seconda delle loro proprietà, delle azioni e delle energie sull’intero organismo, non è quindi un regime prescritto in seguito a determinate patologie.
II. I VARI FATTORI DEL CIBO In Cina si ritiene che gli tutti gli alimenti abbiano: o
una componente Yin/Yang
o
una natura (fredda, fresca, neutra, tiepida, calda)
o
un sapore (amaro, salato, acido, dolce e piccante)
o
la capacità di dare direzione all’energia (ascendere e discendere, emergere o interiorizzare)
o
un impatto determinato su uno o più Organi
Un esempio, il limone: o
Yin
o
natura fresca
o
sapore acido
o
movimento dell’energia nei Meridiani destinatari: Stomaco e Fegato
o
rigenera i liquidi e tonifica lo Yin, allevia la sete, rimuove la stasi catarrale
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Nella M.T.C. la classificazione degli alimenti viene fatta in base all’effetto che questi generano sull’organismo una volta ingeriti: 1) Fattore energetico Yin/Yang Il principio dello Yin e dello Yang trova applicazione anche nella dietetica. Le carni, ad esempio, tendono ad essere Yang, mentre le verdure, per contrapposizione, hanno un energia più Yin. Anche il metodo di cottura influisce sull’energetica del cibo, dando un carattere maggiormente Yin o Yang. La tabella qui riportata evidenzia la distinzione del tipo di energia dei vari alimenti.
Partendo dall’alto verso il basso troviamo gli alimenti con un eccesso di energia yin, degradanti verso le forme più equilibrate, viceversa partendo dal basso verso l’alto si parte da quelli con eccesso di energia yang. L’energia yin estrema raffredda e indebolisce, se invece è equilibrata, rilassa e rinfresca; l’energia yang estrema crea eccesso di calore, accumuli, rigidità e tensione, se invece è equilibrata, apporta calore, tono, forza ed energia. Nella parte centrale dello schema troviamo gli alimenti più equilibrati. Se creiamo una base alimentare costituita dagli alimenti centrali, si rinforza la salute e si può ogni tanto spostarsi in alto o in basso nello schema, utilizzando alimenti con energie più marcate, senza risentirne eccessivamente.
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Il sale è molto yang, quindi si trova nella parte più bassa dello schema, ma in questo caso particolare non significa che dobbiamo evitarlo, ma solo utilizzarlo con attenzione. Il corpo ha bisogno del sale, ma non deve essere eccessivo. 2) Jing: le quattro nature degli alimenti (Fattore termico) In dietetica, lo Yin e Yang rappresentano rispettivamente la natura fredda e la natura calda degli alimenti. Per curare le infermità o semplicemente per prevenirle, la dietetica cinese si basa sul giusto equilibrio degli alimenti, rispettando la loro natura. Le verdure, i legumi, la frutta, sono di natura fredda perché appartengono allo Yin. Queste loro proprietà permette di alleviare il calore, disintossicare, alleviare la sete, in altre parole permette di contrastare le infermità di natura calda o Yang, come febbre, mal di gola, stipsi, ulcere e malattie dermatologiche. Al contrario, la natura calda di certi alimenti come lo zenzero, l'aglio, il peperoncino rosso, posseggono proprietà che permettono di eliminare il freddo e combattere le infermità di natura Yin, come il freddo alle estremità, enteriti, dispepsie gastriche.
Ogni alimento può modificare l’equilibrio corporeo in senso caldo (yang) o freddo (Yin). Se la temperatura del nostro corpo e quella del cibo non sono compatibili tra loro, la nostra salute ne risente. Esempi pratici: alimenti come orzo, miglio, soia verde sono di natura rinfrescante su corpo e sangue e hanno proprietà disintossicanti, utili in caso di malattie febbrili. Il peperoncino ha natura calda quindi lo si utilizzerà in caso di bisogno di dover disperdere il freddo. Le cinque nature degli alimenti sono: fredda (massimo Yin) fresca, neutra, tiepida, calda (massimo Yang). Cibi Yang forniscono più energia attiva, sono cibi più calorici che stimolano il movimento. Essi includono carne e uova, così come formaggi stagionati. Cibi Yin invece sono rinfrescanti e promuovono il rilassamento e la riflessione. Tra questi troviamo i liquidi, la frutta e la verdura. 3) Wu Weu: i 5 Sapori In MTC il sapore di un alimento ha un aspetto molto importante. Il sapore di un cibo non sempre si identifica con il gusto che avvertiamo in bocca, ma esso rappresenta più una qualità intrinseca che porta
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a determinate azioni all’interno dell’organismo. Sono stati distinti cinque sapori che conformemente all’antico modello dei cinque elementi, sono in relazione ad un organo/elemento ben specifico. I sapori fondamentali sono in numero di 5: salato (Xian), acido (Suan), amaro (Ku), dolce (Gan), piccante (Xin), cui vanno aggiunti l’insipido (Dan), in relazione con il dolce, e l’astringente (Se), correlato con l’acido. I sapori fondamentali sono a loro volta riferibili ai cinque elementi e, di conseguenza, agli organi ad essi corrispondenti, e hanno un preciso impatto sul nostro corpo: - acido: legno / fegato e cistifellea; - sapore amaro: fuoco /cuore e intestino tenue; - sapore dolce: terra /stomaco e milza; - sapore piccante: metallo / polmoni e intestino crasso; - sapore salato: acqua / reni e vescica.
I sapori vengono distinti in Yin e Yang: sono Yin i sapori salato-acido-amaro (portano il Qi all’interno); sono Yang i sapori piccante e dolce (svolgono un’azione esteriorizzante dell’energia e la diffondono). Questa classificazione permette di capire come i diversi cibi possano modificare gli equilibri energetici del nostro organismo e l'equilibrio fra il corpo e la natura. In MTC ogni sapore ha una azione specifica su un determinato organo, può infatti disperdere, tonificare, ammorbidire, astringere, moderare; quindi occorre scegliere bene il sapore di cui il nostro organismo ha bisogno per attivare, inibire o stimolare la diverse funzioni. Ciascuno di questi sapori se assunto in quantità eccessiva o ad un grado troppo intenso (chiamato dai cinesi Sapore Tossico), rovina la forma dell’organo corrispondente e dell’organo dominato. Nei piatti che consumiamo quotidianamente, ognuno dei 5 sapori dovrebbe essere presente: in tal modo ogni organo del nostro corpo verrà stimolato e riceverà il suo giusto nutrimento e nei nostri organi regnerà l’armonia. SAPORE AMARO. Associato al Cuore e al Fuoco, l’amaro dissecca e aiuta a purificare il calore. Se assunto in giusta dose, sostiene e nutre il Cuore, ma se in eccesso ne risulta lesivo poiché ne indurisce i vasi, crea secchezza a pelle e Polmone così come a unghie, capelli e sangue. SAPORE DOLCE. Associato a Milza e all’elemento Terra, rappresenta il sapore che rilassa e umidifica. Il sapore dolce di cui si parla è quello dei cereali nella loro forma integrale, e non quello dello zucchero
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poiché quest’ultimo è da considerarsi un “sapore tossico”, ossia estremo e se consumato in eccesso determina un accumulo di umidità con indebolimento di Milza e possibili conseguenze quali sovrappeso, obesità, ma anche rallentamenti digestivi e stanchezza poiché l’attività del qi ne risulta ostacolata. SAPORE PICCANTE. Associato al Polmone e al Metallo, ha un’energia che porta alla salita e all’esteriorizzazione. E’ infatti il sapore che stimola la sudorazione e l’apertura dei pori. Se consumato con parsimonia aiuta anche l’attività del fegato, ma il suo uso eccessivo va a compromettere il Polmone, la pelle, il Fegato e le strutture ad esso correlate, come per esempio i tendini, e producendo il suo effetto anche a livello energetico con comparsa di cefalea, vertigini, ecc. SAPORE SALATO. Associato al Rene e all’Acqua, aiuta ad ammorbidire e a disciogliere. Se assunto moderatamente nutre il Rene e rompe le masse (noduli, lipomi…), ma se in eccesso va a ledere il suo organo di riferimento (Rene), danneggia le ossa e i suoi effetti negativi si riversano anche al Cuore con indurimento dei vasi e formazione di coaguli nel sangue. SAPORE ACIDO. Associato al Fegato e al Legno, ha come caratteristiche quella di astringere, contenere e retrarre pertanto in giusta dose aiuta il Fegato ad immagazzinare ed equilibrare la sua energia. Se però in eccesso ne consegue un eccessivo trattenimento, con stasi e condensazione dei liquidi (disturbando anche Milza) e ostacolando l’elasticità di tendini e pelle.
Qua do si a gia t oppo salato, la ete dell’a i azio e si pa alizza e si fo a o oaguli e il olo ito si altera; quando si mangia troppo amaro, la pelle si avvizzisce e i peli si spezzano; quando si mangia troppo acre, si hanno contratture muscolari e disseccamento delle unghie; quando si mangia troppo acido, le carni diventano collose e le labbra si arricciano; quando si mangia troppo dolce, si hanno dolori alle ossa e caduta di capelli “W, cap. . 4) Wu qi wei: I cinque odori Gli odori possono essere considerati una forma sottile di sapore. Gli odori principali sono cinque e si dividono in: odori yang, associati agli elementi legno e fuoco; odori yin, associati agli elementi metallo e acqua; l’odore equilibrato è collegato all’ elemento terra.
Essi sono: o Bruciato, odore di arrosti e grigliati. Collegato all’elemento fuoco, all’organo cuore e al colore rosso.
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o Profumo, odore dei cereali cotti. Collegato all’elemento terra, all’organo milza e al colore giallo. o Penetrante; odore di carne cruda, ma anche di aglio e cipolla. Collegato all’elemento metallo, all’organo polmone e al colore rosso. o Fermentato, putrefatto, odore degli acquitrini, dell’humus, delle acciughe, del formaggio di soia fermentato. Collegato all’elemento acqua, all’organo rene e al colore nero. o Rancido, fetido, odore del legno che fermenta, dell’animale, del grasso. Collegato all’elemento legno, all’organo fegato e al colore verde. Il ielo ali e ta l’uo o o i i
ue odo i. Essi e t a o el naso, si dirigono al petto e risalgono a colorare il viso e
dare suono alla voce (Sun Wen, cap VIII) 5) Xin, l’aspetto esteriore (forma e consistenza) L’aspetto esteriore il colore, il grado di idratazione, la temperatura al momento del consumo sono l’insieme di tutte quelle caratteristiche che determinano dove e come il cibo andrà ad agire nel nostro corpo: o Similitudine organo-organo: l’organo di un animale interagisce con il corrispondente organo umano. o Forma geometrica dell’alimento: fagiolo/rene, gheriglio della noce/cervello, ecc. o Colore dell’alimento: i cibi di colore verde agiscono sul fegato, i cibi di colore rosso agiscono sul cuore e il sangue, i cibi di colore giallo agiscono sulla milza e lo stomaco, i cibi di colore bianco agiscono sul polmone, i cibi di colore scuro o nero agiscono sul rene. o La consistenza dell’alimento. Sono considerati 6 diversi aspetti di consistenza: He (lignea), Luo (fibrosa), Rou (carnosa), Ke (croccante), Ru (ricca di acqua, succosa e molle). Masticare cibi He stimola il fegato e l’elemento legno; masticare cibi Luo stimola il cuore e l’elemento fuoco; masticare cibi Rou stimola la milza e l’elemento terra; masticare cibi Ke stimola il polmone e l’elemento metallo; masticare cibi Ru stimola il rene e l’elemento acqua.
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6) Si Shan, le quattro tendenze direzionali
7) Gui jing, gli organi bersaglio
8. Altre qualità o Mangiare sempre cibi freschi e di stagione, ogni metodo di conservazione ne altera il Jing o Anche il taglio degli alimenti e il tipo di cottura sono molto importanti per prendere l’energia maggiore da ogni cibo.
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III. I CEREALI Secondo la MTC i cereali sono una fonte ricca di jing, forniscono al corpo forza e resistenza e promuovono la stabilità emotiva, la calma mentale e l’equilibrio. Tutti i cereali hanno un’azione tonica su Milza-pancreas e questo ne fa un alimento insostituibile nell’alimentazione dell’uomo: l’azione tonica su Milza rende, infatti, i cereali ideali per sostenere la costituzione del Qi acquisito e quindi l’energia complessiva della persona. Appartengono all’elemento Terra, il loro sapore è dolce, la loro natura termica è calda, neutra o fresca, a seconda del tipo di cereale. L’azione sul Qi dell’individuo è differente in base al tipo di cereale, alla sua forma, alla preparazione e a condimenti. Una regola importante nel TCM è che meno un grano viene macinato, meglio è: ad esempio, se si prende il grano classico, i grani di grano hanno un effetto lenitivo e rinfrescante. La farina bianca, invece, ha un effetto riscaldante, che porta al cosiddetto “calore umido” La MTC dice che questa umidità nel corpo soffoca il Qi e provoca malattie. Inoltre, ogni cereale deve essere cotto in modo da facilitarne la digestione e svilupparne in modo ottimale l’effetto. Secondo la medicina tradizionale, i pasti caldi sono preferiti, in quanto forniscono più Qi rispetto ai cibi crudi. Il riso è coltivato in Cina da oltre 6.000 anni e prende origine da piante selvatiche, ancora esistenti. La sua importanza è sottolineata dal fatto
che
l’ideogramma
nella del
lingua riso
cinese
simboleggia
classica anche
l’agricoltura [禾 chicco o stelo, pianta di riso]. E’ consigliato il consumo integrale in quanto contiene l’intero patrimonio nutritivo del chicco. Alcuni testi taoisti di epoca tarda consigliarono di evitare l’assunzione dei cereali. Era credenza antica infatti che il cibarsi di cereali permettesse la crescita all’interno del corpo di tre vermi, detti anche demoni (san shih), responsabili delle malattie e dei processi degenerativi dell’invecchiamento. Secondo la credenza popolare, questi tre demoni si allontanavano dal corpo per salire in Cielo a raccontare i peccati commessi dal loro ospite (il peccato per i taoisti abbreviava la vita). L’astensione dai cereali e dalla carne e dalle bevande alcooliche, nutrendosi esclusivamente di vegetali e con l’ausilio di qualche spezia (ginseng, cannella, sesamo, liquirizia) mirava a liberare l’uomo dalla loro presenza, facendoli morire di inedia.
IV. IL TÉ La Medicina Tradizionale Cinese utilizza il tè per rinforzare l’energia quando serve e bilanciare gli eventuali squilibri in atto. Le varietà di tè si presentano molto diverse tra loro per sapore e aspetto.
[84]
Pur provenendo tutte dalla stessa pianta (Camelia sinensis)
[nella
foto]
si differenziano
tra
loro
unicamente per i processi di lavorazione a cui sono sottoposte le foglie subito dopo il raccolto. Le diverse modalità di trattamento danno origine a sei tipi di tè, i quali
sono a loro volta classificati dalla
MTC in base alla loro “natura“, in tè caldi, tiepidi, freschi, freddi (dallo yang allo yin).
Se la nostra sintomatologia è più sfumata dovremo preferire i tè tiepidi, perché più neutri e di sostegno per Stomaco e Milza, accordando la nostra scelta alla stagione: i tè più yin sono preferibili in estate, quelli più yang in inverno. V. IGIENE DELL’ALIMENTAZIONE Per la medicina cinese è importante sfruttare al meglio l'azione dei sapori del cibo: è necessario quindi percepirli appieno e lasciare così che interagiscano completamente con le energie del nostro corpo. Per ottenere ciò è di fondamentale importanza sapere assaporare i cibi. Masticare a lungo e mangiare lentamente sono i modi migliori per fare sprigionare anche dal piatto più semplice tutti gli aromi, ottenendone il massimo beneficio. La quantità di cibo deve essere moderata, e ci deve essere varietà energetica, cioè nello stesso pasto devono essere presenti tutti i sapori, e possiamo far prevalere un sapore se abbiamo uno scopo terapeutico o se vogliamo mangiare in accordo con le stagioni. Ad esempio, durante l’estate, per far fronte al forte caldo, tendiamo ad introdurre cibi più rinfrescanti; in autunno (la stagione del Metallo) dovremmo cercare di lasciar andare il freddo (il nostro corpo non lo richiede più) per dar posto a cibi più riscaldanti, ricreando l’equilibrio interno-esterno (fuori freddo dentro caldo). Se ciò non accade, se non saremo noi in grado di eliminare ciò non è più utile, lo farà il nostro organismo: malattie come il
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raffreddore sono funzionali a questo scopo (far uscire il freddo presente al nostro interno, attraverso l’eliminazione del muco). Altri accorgimenti: - l’orario del pasto: il cibo deve essere consumato di giorno e non di notte (dato che un certo tipo di energia è fisiologicamente calante). - mettersi a tavola senza pensieri o altri disturbi emotivi: emozioni come collera, preoccupazione, rancore, ostinazione alterano negativamente la funzione energetica della milza.
Nota. Per quanto concerne le regole che gestiscono la conservazione e la cottura degli alimenti, è necessario fare una premessa: come ogni persona è dotata di un Jing, anche gli alimenti lo sono. Scegliere cibi freschi, di stagione, locali, garantirà l’integrità delle loro capacità nutritive. Può il Jing di un alimento essere alterato? La risposta è indubbiamente affermativa: ogni metodo di conservazione ne altera il Jing. Più specificamente, ogni metodo di conservazione modifica le capacità nutritive di un alimento attraverso una sottrazione o un’aggiunta di Yin o di Yang all’interno di esso. Si guardi all’essiccazione, per esempio: un alimento essiccato è il risultato dell’eliminazione dell’acqua
dal
suo
interno,
ovvero
dell’eliminazione della sua parte Yin. Le sue capacità nutritive sono state senza dubbio alterate e, a riprova della veridicità di questa alterazione, si ha a disposizione un alimento che è più Yang che Yin. Lo stesso concetto vale per ogni altro metodo di conservazione, con le dovute differenze di trasformazione delle capacità nutritive. Così, simili all’essiccazione saranno i risultati di una conservazione sotto sale, poiché questo asciuga i liquidi, ma diverso sarà l’effetto di una conservazione in agrodolce che, essendo umidificante, nutre lo Yin.
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VI. ALIMENTAZIONE ED ORGANI Cuore
Un’alimentazione con troppi grassi, sale (specie se di pessima qualità), prodotti raffinati, alcol, andrà a danneggiare la condizione del cuore. Questo corrisponde, di fatto, al quadro dell’alimentazione moderna: non a caso, le malattie cardiocircolatorie risultano ad oggi una delle principali problematiche in ambito sanitario. Il sapore del Cuore è l’Amaro. Un amaro equilibrato (verdure amare) lo nutre, un eccesso crea squilibrio. Analogamente, accade per alimenti come zucchero, cibi tropicali, un eccesso di spezie, che disperderanno la nostra mente. Polmoni
Affinché i polmoni siano in buona salute è bene evitare un eccesso di secchezza (che asciuga il muco, la cui funzione è quella di proteggere le mucose) e di umidità (che potrebbe intasare i polmoni e congestionare l’intestino crasso). Sarebbe bene non eccedere in cibi secchi (alimenti asciutti e duri), evitando un’alimentazione ricca di cibi raffinati e grassi, in particolare quelli saturi. Alimenti con energia contraente, come un eccesso di sale e prodotti animali potrebbero creare un movimento di chiusura per questo organo. Tra i cibi migliori per il benessere di polmone e intestino crasso ritroviamo il riso integrale. Milza
La milza detesta l’umidità, che interferisce con la sua attività di trasformazione e distribuzione. Un eccesso di cibi crudi e di natura fredda (verdure crude e formaggi) possono creare accumulo di umidità. Abbiamo visto anche che un sapore eccessivamente dolce (come quello dello zucchero) può alterare le funzioni della milza. La nostra stabilità emotiva, infatti, dipende dalla stabilità della glicemia, i cui sbalzi ci fanno sentire molto esaltati (iperglicemia) o molto depressi (ipoglicemia). Anche un sapore troppo acido può creare squilibri per la milza. Cibi molto contrattivi (come eccesso di sale e prodotti animali, ma anche un abuso di stili di cottura “secchi”) possono asciugare troppo la “Terra”, producendo “zolle secche” dure e creare di generare trasformazione: anche il nostro pensiero si può irrigidire e può ristagnare, generando uno squilibrio di milza.
Reni I Reni sono in salute se l’Acqua può fluire. Il freddo in eccesso può congelare l’acqua, creando stagnazione. Ciò che può nuocere a questo organo sono gli alimenti troppo freddi, il sapore troppo dolce (zucchero, fruttosio, ecc.), un eccesso di proteine. E’ importante che il cibo non sia eccessivo (mangiare troppo danneggia i reni) e che non sia troppo poco di quantità (diversamente, potremmo essere costretti ad attingere dalle scorte del jing ereditato, riducendolo). I reni sono nutriti dall’energia legata al polmone. Se mangiamo cibi che intasano i polmoni, non riusciremo a nutrire correttamente l’energia dei reni. Poniamo dunque particolare attenzione ai cibi
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raffinati e grassi (specie quelli saturi), che possono creare muco in eccesso, intasare i polmoni, non consentendo di nutrire i reni in maniera opportuna. L’inverno è la stagione in cui è necessario aver particolare cura dei nostri reni, che temono il freddo. In questo periodo cercheremo di evitare, cibi freddi e raffreddanti, preferendo doppie cotture o cotture lunghe quali gli stufati. Nutriamo i nostri reni attraverso i semi: cereali integrali in chicco, legumi (in particolare i fagioli che, non casualmente, assomigliano a piccoli reni). Aiutiamoci con radici, condimenti fermentati, alghe (in particolare le kombu); il sale di buona qualità (sale marino integrale) va utilizzato con parsimonia.
Fegato
Gli alimenti problematici per questo movimento sono: troppo cibo di origine animale e salato, troppi grassi, troppo zucchero. Anche il caffè (la tostatura potrebbe gravare sull’energia del Fegato/Cistifellea) e l’alcool (è sempre zucchero!) possono contribuire a peggiorare la condizione del fegato. Aiutiamoci con cibi verdi (verdure a foglia verde): il verde è il colore di questo organo. Un sapore moderatamente acido (come può essere quello del limone) può aiutarci; diversamente, un eccesso di acido in intensità (cibi troppo acidi come l’aceto) e in quantità potrebbero nuocere al fegato. Anche il sapore dolce equilibrato (come quello del cereale integrale ben masticato) tonifica l’energia del fegato.
Qua do si a gia t oppo salato, la ete dell’a i azio e si pa alizza e si fo a o oaguli e il olo ito si altera; quando si mangia troppo amaro, la pelle si avvizzisce e i peli si spezzano; quando si mangia troppo acre, si hanno contratture muscolari e disseccamento delle unghie; quando si mangia troppo acido, le carni diventano collose e le labbra si arricciano; quando si mangia troppo dolce, si hanno dolori alle ossa e caduta di capelli “W, cap. .
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CAP. IX – IL TAO E LA SESSUALITA’
I. GENERALITA’ Il testo tradizionale Su Nu Jing, datato intorno al I sec. d.C., viene considerato il trattato basilare sulla sessualità taoista. Nella Cina antica il rapporto sessuale non era semplicemente l'atto con cui si generava una nuova vita o un'importante esperienza di piacere corporeo, ma un'occasione per coltivare la salute e la crescita dello spirito, dal momento che l'unione uomo-donna ricostruisce l'originaria fusione di cielo e terra, di yin e di yang, ottenendo armonia, vitalità e longevità. Nell’atto sessuale l’uomo dona il suo Yang ed assorbe Yin, la donna dona il suo Yin e riceve lo Yang. Le energie sessuali sono quanto di più abbondante, vitale e prezioso l'essere umano abbia a disposizione: per questo gli insegnamenti dei maestri taoisti e le raccomandazioni della medicina cinese erano volti tanto a preservarle, quanto addirittura a raffinarle tramite l'utilizzo di tecniche alchemiche, allo scopo di accedere a livelli superiori del sé. La sessualità, sia nella donna che nell'uomo, è strettamente legata agli organi rene e fegato. Il primo rappresenta la potenza sessuale, il Jing, il secondo invece il fuoco e il desiderio, il sangue. Deficit energetici a carico di questi organi possono portare ad alterazioni delle funzioni sessuali. Durante l'atto d'amore (definito “l’unione delle essenze”) l'unione di un uomo ed una donna porta alla creazione del Jīng sessuale, parte del quale si trasforma in Qi: con una maggior quantità di rapporti sessuali si genera una maggior quantità di jing, cui corrisponderebbero quindi molti benefici per la salute. Più si fa sesso, più si genera energia, più si riesce a stare bene. Durante la Dinastia Ming, alcune sette taoiste credevano che avere rapporti sessuali con delle giovani vergini fosse un modo per ottenere longevità ed avvicinarsi all'immortalità. Le donne ideali, con cui avere rapporti sessuali, erano le vergini pre-menarca (ovvero, che non hanno ancora avuto la prima mestruazione), appena al di sotto dei 14 anni e mai al di sopra dei 18 anni. Vi era addirittura una classificazione in tre categorie: la più bassa, costituita dalle donne tra i 21 e i 25 anni di età; la media, costituita dalle vergini post-menarca tra i 16 e i 20 anni di età; la più alta, costituita dalle vergini pre-menarca di 14 anni.
II. L’IMPORTANZA DELLA DONNA Secondo i Taoisti, il sesso non mirava unicamente alla soddisfazione dell'uomo. Per poter beneficiare degli effetti dell'atto sessuale, infatti, era necessario che anche la donna venisse stimolata e soddisfatta, in modo da generare una maggior quantità di jing, e al contempo renderne più facile l'assorbimento per
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l'uomo. Una delle ragioni per cui le donne avevano molta forza nell'atto sessuale sta nel fatto che esse ne uscivano senza alcun impoverimento spirituale. La donna aveva il potere di generare la vita, e non doveva preoccuparsi dell'eiaculazione o del periodo refrattario. Tuttavia, spesso le donne avevano comunque una posizione di inferiorità nell'atto sessuale. Molti testi trattano del sesso da un punto di vista maschile, non considerando possibili benefici per le donne. Gli uomini venivano incoraggiati a non limitarsi ad una sola donna, e si consigliava loro di copulare solamente con donne che fossero belle e che non avessero avuto figli. Sebbene l'uomo dovesse soddisfare sessualmente la donna, ella non era che un oggetto. In diversi punti dell'Ishinpō (il più antico testo medico giapponese che contiene più di 200 importanti documenti medici di origine cinese andati perduti, tra i quali numerosi manuali sessuali taoisti) ci si riferisce alla donna come a un "nemico", poiché poteva causare la perdita di seme e, quindi, di vitalità. In successivi testi di epoca Ming, la donna perde ogni elemento umano e viene definita come "l'altra", "crogiolo", o "stufa" da cui attingere vitalità. In questi testi diminuisce anche l'importanza del piacere femminile. Una pratica, nota come Caibao, prevedeva che un uomo avesse rapporti con molte donne senza eiaculazione. III. L’ATTO SESSUALE Andando nella pratica sessuale, il primo punto indispensabile da rispettare riguarda la penetrazione. Deve essere delicata, affinché lo Yang non distrugga lo Yin, con conseguenti infiammazioni o dolori. Una seconda cosa di teniamo conto è il ritmo dell’amplesso. Deve essere modulato in relazione alla trasformazione della circolazione energetica di entrambi. Ci si basa su frequenza e ritmo del respiro e del battito del cuore. Ecco perché si sta in continua a perenne ricerca di connessione con l’altra persona, per entrare in relazione e rimanerci. Si richiede di non cambiare mai posizione bruscamente. In caso contrario si potrebbe creare disarmonia del flusso del Qi. Come accade nel Qi Gong, anche in questa vera e propria alchimia sessuale, il corpo è considerato come uno strumento atto ad ottenere delle reazioni energetiche specifiche. Nel testo tradizionale si parla anche del momento più indicato per i rapporti, il mattino, che è la fase Shao Yang della giornata. Questo è identificabile con il bigramma composto di una linea Yin (spezzata) sottostante ed una Yang (intera) sopra.
La congiunzione indica il rinascere (Yang) dopo la notte (Yin), il riavvio della vita (Yang) dopo la stasi notturna (Yin). È proprio l’atto procreativo, qualora sia mirato a concepire un figlio, oppure ricreativo, se viene usato per rigenerare se stessi. Questo atto è opportuno al mattino, momento energetico relativo alla rinascita. Nel trattato Benefici salutari della camera da letto vengono indicati i momenti considerati migliori per fare sesso. Ad esempio, bisogna evitare gli atti sessuali quando la luna è piena o a un quarto, oppure nei
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giorni in cui vento, pioggia, nebbia, freddo o caldo, tuoni, fulmini od oscurità siano particolarmente intensi, o vi fossero stati eclissi solari o lunari, arcobaleni e terremoti. In uno di questi momenti, un rapporto avrebbe danneggiato lo spirito dell'uomo e causato malattia alla donna, mentre i figli concepiti sarebbero stati negativamente affetti fisicamente (mutismo, sordità, cecità) e mentalmente (pazzia, violenza, perversione). Sono totalmente sconsigliati i rapporti sessuali sotto l’effetto di alcol, droga o dopo pranzi o cene abbondanti. La digestione impegnata richiede molta energia e non è saggio utilizzarla per altri scopi in quel momento. Se si desiderava avere figli, era importante scegliere il giorno adatto al concepimento. Il primo, il terzo ed il quinto giorno dopo il ciclo mestruale erano considerati i migliori. In quei giorni, se la fecondazione avveniva dopo la mezzanotte, c'erano maggiori possibilità di concepire un maschio. Per avere una femmina, si raccomandavano il secondo, il quarto ed il sesto giorno dalla fine del ciclo. Anche il luogo aveva la sua importanza. Bisognava evitare i riflessi della luce solare, lunare e delle stelle, e stare lontani da templi, pozzi, stufe, latrine, tombe e bare. La famiglia che avesse seguito questi accorgimenti sarebbe stata premiata da un discendenza benevola, saggia e virtuosa. Altrimenti, essa sarebbe stata malvagia e la famiglia condannata ad estinguersi col tempo. Respirare bene per il Taoismo è essenziale per la buona riuscita del bacio, atto erotico considerato secondo solo al coito. I saggi del Tao dell’Amore misurano da qui l’affiatamento di una coppia, che deve saper muovere i muscoli del volto e della bocca in completa rilassatezza, così da dar vita a una perfetta aderenza delle labbra. Molto importante è il contatto delle lingue e lo scambio della saliva che, al pari di altri fluidi, è veicolo essenziale per armonizzare lo Yin e lo Yang.
III. LA CONSERVAZIONE DEL SEME Uno dei principi della pratica sessuale è la cosiddetta “conservazione del seme”: la spiegazione del Tao sulla importanza di tale atto si basa sul principio che lo sperma è un flusso vitale, e che l’eiaculazione è una dispersione iniqua di Jing - l’essenza vitale indispensabile al funzionamento del corpo - se non regolata da norme precise. Gli uomini che vogliono godere di buona salute devono quindi controllare le eiaculazioni in quanto una perdita eccessiva dei fluidi corporei corrisponde a malattie, fatica e invecchiamento precoce. I Taoisti hanno catalogato il numero di eiaculazioni consentite ad ogni stagione. Esiste proprio un motto che indica un numero consentito di eiaculazioni. Recita più o meno così: 3 volte al mese in primavera, una volta in estate, 6 in autunno e mai in inverno. Un certo numero, in realtà, sono necessarie per prevenire il rischio di stasi di Jing, con conseguenti problemi alla prostata. Però non bisogna superarle, per non svuotare il Dantian inferiore, portando poi a deficit di Jing. Questo è lo schema dei comportamenti sessuali nelle varie stagioni. In primavera (Shao Yang, linea Yin spezzata sotto e Yang intera sopra), lo Yin genera lo Yang e non può essere utilizzato troppo. Il rischio è che lo Yang non sarà nutrito. In estate (Tai Yang, 2 linee Yang intere), lo Yang è iperattivo e per natura già consuma molto Yin: bisogna limitarsi. Quanto arriva l’autunno (Shao Yin, linea Yang intera sotto e Yin spezzata sopra), lo Yang genera lo Yin (Jing è Yin), quindi ci si può
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lasciar andare di più. Infine, in inverno (Tai Yin, 2 linee Yin spezzate), c’è il massimo Yin: tutto viene conservato all’interno, nulla deve uscire.
Un altro punto da tenere in conto è l’età. Dove un ventenne si può concedere 2 eiaculazioni a settimana, un trentenne una a settimana, un quarantenne una ogni 2, un cinquantenne una ogni 3 ed un sessantenne una al mese. Ciò non significa che non si possano avere altri rapporti, ma che ci si deve attenere alla norma del coitus reservatus, cioè la tecnica della iniaculazione al posto della eiaculazione. Questa antica pratica serve a conservare e tonificare Jing, a nutrire midollo ed il cervello ed a promuovere longevità e giovinezza. Nel Taoismo sono previsti alcuni metodi per evitare l'eiaculazione. Come insegna il “Su Nu Ching”: «Se l’uomo riesce a non emettere l’essenza in un rapporto sessuale, il suo spirito vitale si rafforzerà. Se riuscirà a farlo in due rapporti, il suo udito e la sua vista diverranno più acuti. Se lo farà in tre rapporti, tutti i suoi malanni scompariranno. Dopo quattro rapporti senza emettere, il suo animo starà in pace. Dopo cinque, la circolazione del suo sangue migliorerà. Dopo sei, i suoi fianchi si rafforzeranno. Dopo sette, si rafforzeranno le sue cosce e le sue natiche. Dopo otto, il suo corpo apparirà come lucente. Dopo nove, otterrà la longevità. Se riuscirà per dieci volte ad avere rapporti senza emettere, allora comunicherà con gli dei.» Vari testi forniscono descrizioni tecniche utili al maschio per raggiungere tale scopo. La più famosa è la Tecnica del daino. Si esercita dapprima l’autocontrollo della respirazione e della mente. L’uomo quindi strofina le mani fino a scaldarle. Si prendono con una mano i testicoli e con l’altra si massaggia circolarmente con lieve pressione la zona compresa tra ombelico ed osso pubico per 81 volte. Si strofinano di nuovo le mani e si ripete il procedimento invertendo le mani e la rotazione. Bisogna contrarre e risucchiare verso l’alto ano e perineo e trattenere finché si può, poi rilassare e ripetere finché la muscolatura locale non sia stanca. I Taoisti credevano che in questo modo il jīng venisse trasportato fino alla testa, nutrendo il cervello. Questa tecnica può essere praticata quotidianamente. Altra manovra consiste essenzialmente nel cosiddetto coito interrotto, ovvero l'estrazione del pene dalla vagina immediatamente prima del raggiungimento dell'orgasmo. Un ulteriore metodo consisteva nell'allenarsi nel separare i due impulsi di eiaculazione e contrazione orgasmica (la contrazione dei muscoli pelvici). In questo modo, al momento dell'orgasmo, la penetrazione cessa senza però estrarre il pene, mentre una forte contrazione del pavimento pelvico blocca le prime contrazioni prostatiche, sicché il flusso del jīng (non lo sperma vero e proprio) viene deviato e convogliato al centro del cervello. In tal modo, l'uomo può avere un orgasmo senza eiaculare e mantenendo l'erezione. Questo metodo prevede che l'uomo salga una "scala" di orgasmi crescenti in
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contemporanea con la meditazione, così da generare ed accumulare grandi quantità di jīng. Coloro che praticano questo metodo lo considerano una delle chiavi per l'immortalità. Per quel che riguarda le donne, l’attenzione sarà invece rivolta al controllo della mestruazione, veicolo con cui la donna disperde Jing. La Tecnica del Daino per la donna prevede di mettersi a gambe incrociate, con un tallone appoggiato alle grandi labbra. Se ci sono problemi alle ginocchia, interporre un pallone o un cuscino tra tallone e labbra. Strofinare e scaldare le mani, poi massaggiare il seno dall’interno verso l’esterno per 36 volte. Questo movimento rassoda il seno e smuove le stasi, riducendo congestioni linfatiche e prevenendo noduli. Si aggirano i capezzolo nel massaggio: non bisogna
coinvolgerli. Bisogna contrarre e
risucchiare verso l’alto ano e perineo. Si trattiene finché si può, poi si rilassa e si ripete finché la muscolatura locale non sarà completamente stanca. Va fatta pratica quotidiana, mentre è assolutamente sconsigliata in gravidanza.
IV. LE POSIZIONI Quelle fondamentali erano nove, ma potevano essere ampliate in alcuni casi a trenta. Esse erano la “rotazione del drago”, il “passo della tigre”, “l’assalto della scimmia”, il “congiungimento della cicala”, la “postura della tartaruga”, lo “svolazzare della fenice”, il “lambire del coniglio”, la “sovrapposizione delle squame di pesce”, “l’intreccio dei colli delle gru”.
V. OMOSESSUALITÀ E TAOISMO L'omosessualità è stata documentata in Cina fin dai tempi antichi. Tutte le principali religioni dell'antica Cina hanno una struttura codificata che è stata da sempre interpretata, tradizionalmente, come contraria all'orientamento omosessuale. Il Taoismo, che enfatizza il mantenimento dell'armonia naturale esistente tra le forze dello Yin e dello Yang, (sempre secondo un'interpretazione tradizionale) non può che disapprovare una relazione omosessuale (uomo-uomo o donna-donna). Si verificherebbe un legame yang-yang o yin-yin, ovvero un legame distruttivo e non bilanciato secondo la concezione cosmica di armonia. Comunque, sebbene ogni uomo sia identificato e identificabile dalla sua componente yang (mascolina), nel contempo è dotato nella sua essenza più intima anche di componenti yin (femminili) fondamentali e non trascurabili: difatti è noto stupisce che in molti uomini la componente femminile (yin) sia assai elevata. In quest'ottica quindi, molti comportamenti femminili non sono visti come innaturali per gli uomini. Di conseguenza l'omosessualità può essere letta come qualcosa di molto naturale, che s'innesta nel circuito dicotomico dello yin e dello yang con modalità del tutto armoniche.
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