Anno XLIII n. 5 Maggio 2021 Euro 2.50 - I.P.
SOCIETÀ
INTERVISTA
TENDENZE
SCIENZE
Infermieri nella pandemia, angeli del nostro tempo
Enrico Ruggeri, l’arte come forma di espressione
Moda vintage, il successo di un ritorno al passato
Aida, l’intelligenza artificiale per i pazienti diabetici
Il coraggio, la fatica e l’angoscia nelle voci dei protagonisti
Una carriera multiforme, tra libri, musica, radio e Tv
Acquisti record dell’usato firmato per nuovi guardaroba
Un supporto al medico per domande, risposte e curiosità
IN QUESTO NUMERO
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5. Editoriale 10. Periscopio 92. Vivere in armonia 94. Bacheca 95. Giochi 95. Stuzzica cervello 96. Oroscopo 96. Soluzioni 97. Lettere
anteprime i
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64. Moda vintage: è boom Nel 2020, record di acquisti di Giovanna Dall’Ongaro
società 6. Fitness e socialità
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Boom di parchi per senior di Flaminia Bruni
8.
#IoNonRestoSeduto Per combattere la sedentarietà di Carlo Penguin
12.
in evidenza
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INDICE
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MAGGIO 2021
26
__SOCIETÀ__ Infermieri vs Covid, la “battaglia” nelle corsie degli ospedali Le testimonianze di chi lotta in prima linea da oltre un anno di Linda Russo
60
__le INTERVISTE__ Enrico Ruggeri, un autore dalla sconfinata libertà artistica Una vita a pieno ritmo, tra libri, musica, e trasmissioni radiofoniche e televisive di Raffaello Carabini
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__INCHIESTA__ Ambiente: stili di vita e sostenibilità Un’indagine di 50&Più su comportamenti e consumi consolidati di A.M. Melloni, L. Russo, G. Favale, W. Casula e R. Vinci
La foto dell’anno La speranza in un abbraccio di Giovanni Orso
14.
I più felici del mondo? Finlandesi, primi in classifica di Giulia Rachele Deli
16. Stress da video call Le possibili soluzioni di Lavinia Viti
20. Il Terzo Tempo Perché essere infelici? di Lidia Ravera
23. Professione reporter Per raccontare le Forze armate di Ilaria Romano
30. Psiche e pandemia Tutti in cerca di serenità di Romina Vinci
32. Gli stage per senior Una reale opportunità? di Annarita D’Agostino
36. Una donna alla Reuters Ai vertici, dopo 170 anni di Rossana Martini MAGGIO 2021 I 3
società
cultura i
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68. Padel, sport del momento Adatto a persone di tutte le età di Viviana Rubini
70. Animali da compagnia
53. Libri 56. Arte 57. Musica 58. Cinema
Le scelte ideali per i senior di Anna Costalunga
Editoriale 50&Più Srl Amministratori Fanucchi Antonio (Presidente) Belardinelli Giuseppina Bonini Franco Frattagli Antonino Gallinaro Brigida
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72. Diabete: dubbi? Chiedi ad Aida Un’App al servizio dei pazienti per rispondere in modo qualificato di Ilaria Romano
parliamo di...
Rito quotidiano irrinunciabile e prezioso alleato del nostro benessere di Rachele Randon
76. Spalla, se il dolore toglie il sonno Le cause più diffuse e i consigli per un recupero ottimale di Alessandro Mascia
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75. Una tazzina di caffè e via...
81. Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più a cura della Redazione 50&Più
89. Fisco
78. Tutti i vantaggi del “verde” Boschi, parchi e giardini: l’impatto benefico sulla salute a cura di Fondazione U. Veronesi
a cura di Alessandra De Feo
90. Previdenza a cura di Luca Giustinelli
98. Bazar a cura del Centro Studi 50&Più Credit foto: Agf, Contrasto, Contrasto/Reuters, Masterfile, Shutterstock, Antonio Barella, Angelo Trani, Stefania Alati. Shutterstock: ZDL, lev radin, MikeDotta, Matteo Provendola. Douglas Kirkland, Mads Nissen/ Politiken/ Panos Pictures.
Foto di copertina: Shutterstock. Illustrazioni: Enrico Riposati.
ANNO XLIII - n. 5 maggio 2021 Per posta: Via del Melangolo, 26 - 00186 Roma Per telefono: 06.68134552 - Per fax: 06.6872597 m@il: redazione@50epiu.it
SOCIETÀ
ABBONAMENTI Italia: annuale (11 numeri) euro 22,00 sostenitore euro 40,00 copia singola euro 2,50 copia arretrata euro 4,50 Estero: annualeeuro 41,50 Tel. 06.68134552 Fax 06.81151914 INTERVISTA
TENDENZE
Direttore Editoriale Anna Maria Melloni @ am.melloni@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
scienze
Anno XLIII n. 5 Maggio 2021 Euro 2.50 - I.P.
Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi
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Procuratore Gabriele Sampaolo Amministrazione Editoriale 50&Più Srl 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.688831 - Fax 06.6872597 mail: editoriale@50epiu.it Direzione e Redazione 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.68134552 www.50epiueditoriale.it Stampa e Spedizione Spadamedia Srl 00198 Roma - Via Panama, 88 Registrazione Tribunale di Roma n. 17653 del 12/04/79 Iscrizione al R.O.C. n. 6158 del 10/12/2001 Manoscritti e fotografie Anche se non pubblicati, non verranno restituiti. © Editoriale 50&Più Srl tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Tutela dati Editoriale 50&Più S.r.l. tratterà i dati personali forniti dagli abbonati nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento (UE) 2016/679 e delle disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale ed al solo scopo di inviare il mensile 50&Più ed i relativi allegati. L’informativa di cui all’art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679 è consultabile tramite il sito internet www.spazio50.org. I diritti riconosciuti dagli articoli 15 a 21 del suddetto regolamento, potranno essere esercitati nei confronti del Titolare Editoriale 50&Più S.r.l. Via del Melangolo 26 - 00186 Roma e del Responsabile della Protezione dei Dati 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma.
SCIENZE
Infermieri nella pandemia, angeli del nostro tempo
Enrico Ruggeri, l’arte come forma di espressione
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Aderente a: Finito di stampare: 23 aprile 2021
4 I spazio50.org I MAGGIO 2021
Concessionaria esclusiva pubblicità: 50&PiùMedia Srl - Largo Arenula 34, Roma Tel. 06.68883469 - mail: 50epiumedia@50epiu.it Per la pubblicità: Luigi Valitutti - Tel. 335491325 - mail: l.valitutti@50epiumedia.it
NUMERO CERTIFICATO 8693 DEL 25/05/2020
ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
LA CURA DELLA NORMALITÀ
di Carlo Sangalli Presidente Nazionale 50&Più
EDITORIALE
editoriale MAGGIO 2021
LA NORMALITÀ IN TEMPO DI PANDEMIA HA STRAVOLTO LA QUOTIDIANITÀ DELLE NOSTRE AZIONI, MA ANCHE IL MONDO DELLE NOSTRE INFORMAZIONI E CONVERSAZIONI. E, se un anno fa non si parlava altro che di tamponi e test, in questi ultimi mesi si sta discutendo senza sosta di vaccini, nei numeri, nel metodo e nel merito. Nei numeri. La campagna italiana di vaccinazione per settimane è proceduta a riA FINE MARZO lento: a fine marzo meno di nove milioni LA PERCENTUALE di persone avevano ricevuto almeno una DI VACCINATI OVER 80 dose di vaccino e, a livello nazionale, la SI AGGIRAVA INTORNO AL percentuale di vaccinati over 80 si aggirava 60% CON UNA NOTEVOLE ancora intorno al 60% con una notevole VARIABILITÀ REGIONALE variabilità regionale. Nel metodo. Vaccinare un Paese è organizzazione che richiede rigore e precisione militare, non per niente l’incarico di Commissario Straordinario è stato affidato al Generale Francesco Paolo Figliuolo. Confcommercio ha cercato di dare il proprio contributo, sottoscrivendo un Protocollo per la realizzazione dei piani vaccinali nei luoghi di lavoro, coinvolgendo le associazioni datoriali e le esperienze della bilateralità. Un passo importante, che rischia nondimeno di rimanere su carta senza reperibilità e diffusione dei vaccini. Se quella contro il virus è una guerra, è evidente che le battaglie sono più complicate del previsto: assestarsi sul ritmo di 500mila somministrazioni al giorno non appare cosa banale. E le differenze tra Regioni, gli intoppi e le incertezze rivelano tutta la difficoltà che la questione comporta. D’altra parte, molto si è parlato anche di merito: da chi vaccinare a quale vaccino utilizzare sono temi di ordinaria conversazione privata e discussione pubblica. Il Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti Covid-19 ha individuato come categorie prioritarie della prima fase della campagna vaccinale - oltre agli operatori di professioni a stretto contatto con il pubblico a rischio, come quelle sanitarie - le persone più anziane e, in generale, quelle più fragili. Il criterio anagrafico, quindi, ha avuto certamente DI VACCINI SI PARLA TANTO, una priorità rilevante nel cominciare a MA UN FATTO RIMANE: somministrare i vaccini. E, certamente, VACCINARE GLI ANZIANI questo è accaduto per una questione umaÈ UN DOVERE SOCIALE, MA nitaria: è infatti acclarato che l’età costiANCHE UN’OPPORTUNITÀ tuisca fattore direttamente proporzionale PER IL PAESE alla letalità del virus, dal momento che l’età media dei morti positivi a SARS-CoV-2 è di 81 anni. Tornare ad essere liberi di uscire, consumare, viaggiare è infatti un tema individuale per la terza età, ma ha un impatto non trascurabile sulle famiglie e sulle comunità. Di vaccini, insomma, si parla tanto, ma un fatto rimane: vaccinare gli anziani è un dovere sociale, ma è anche un’opportunità per il Paese.
__SOCIETÀ__
BOOM DEI PARCHI PER ANZIANI
FITNESS E SOCIALITÀ I pionieri sono stati gli orientali, cinesi e giochi che stimolassero le loro facoltà cognigiapponesi in testa, seguiti dagli americani tive. Stessa cosa a Malaga, dove nei parchi e dagli europei. E ora la pandemia - che con cittadini si contano oltre 400 attrezzature la chiusura di palestre e piscine spinge le ginniche, così come a Berlino e in molte persone all’attività all’aria aperta - ne ha de- città del Portogallo, Paese da tempo diventerminato una crescita esponenziale. Di tato meta di migliaia di pensionati che lì cosa si tratta? Dei parchi trovano sconti fiscali. attrezzati per la ginnaA Londra è stato recenstica ed il fitness. Ma se temente inaugurato il IN MOLTE CITTÀ SI STANNO si pensa che essi siano London’s Hyde Park ALLESTENDO PARCHI meta esclusiva di giovani Senior Playground, una CON ATTREZZATURE CHE POSSANO AIUTARE GLI ANZIANI A TENERSI e giovanissimi, si è fuori grande struttura siIN FORMA E A SOCIALIZZARE. strada; i fruitori di quetuata ad Hyde Park. UN ESEMPIO CHE VIENE DALL’ORIENTE, ste attrezzature ginniche, Qui sono presenti sei CHE ORA STA DILAGANDO IN EUROPA infatti, sono esclusivadiverse attrezzature in di Flaminia Bruni mente gli anziani. grado di migliorare la A Bilbao, in Spagna, il comune già nel 2019 tonificazione, la forza, la flessibilità e aveva dotato due parchi pubblici di attrez- l’equilibrio degli anziani, e possono essere zature specifiche per gli over 65, in modo utilizzate anche da senior affetti da disache facessero un po’ di movimento, oltre a bilità di diversi gradi.
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6 I spazio50.org I MAGGIO 2021
Green tea L-theanin
Placebo
Il percorso della vitalità
__ATTUALITÀ__
#IONONRESTOSEDUTO
MUOVERSI È BELLO La pandemia da Covid-19 ha inciso sui nozioni fisiche di migliaia di anziani, Italia stri comportamenti e cambiato il nostro Longeva - l’Associazione nazionale per l’instile di vita. L’essere covecchiamento e la longestretti a restare a casa per vità attiva istituita dal evitare di essere contaMinistero della Salute #IONONRESTOSEDUTO È LA giati ha determinato una ha dato il via alla campaCAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER serie di problematiche, gna di sensibilizzazione COMBATTERE LA SEDENTARIETÀ tra cui quella della se#IoNonRestoSeduto, il DELLE PERSONE ANZIANE, E NON dentarietà che ha colpito cui fine è “incoraggiare SOLO, CHE A CAUSA DEL COVID-19 HANNO RIDOTTO LA MOBILITÀ in maniera massiccia souna reazione positiva di Carlo Penguin prattutto gli anziani. delle persone anziane, e Un’indagine realizzata da non solo, alla solitudine Passi d’Argento, con il coordinamento dele all’assenza di attività in epoca Covid, prol’Istituto Superiore di Sanità, rileva che nel muovendo comportamenti mirati al manteperiodo tra marzo e dicembre 2020 il 43% nimento di sane abitudini di vita e alla degli ultra 65enni è risultato completaprotezione attiva della propria salute”. Permente sedentario, mentre tra gli over 85 la ché combattere la sedentarietà significa espercentuale è salita al 67%. E per evitare che sere meno fragili e più autonomi. E stare la sedentarietà possa peggiorare le condimeglio per la ripresa di domani.
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8 I spazio50.org I MAGGIO 2021
IN GIRO PER IL MONDO CANADA. UNA CARTOLINA GRATIS PER RESTARE VICINI
FUMO OVER 50? SCREENING ANNUALE AI POLMONI
OCCHIO AL PESO, PERICOLO DECLINO COGNITIVO
Bastano 13,5 milioni di cartoline gratis per far sentire un popolo meno solo? È la sfida delle Poste canadesi, che hanno consegnato ad ogni famiglia del Paese una cartolina pre-affrancata da spedire. www.buonenotizie.it
Secondo le raccomandazioni di una task force sanitaria nominata in Corea, i fumatori di lunga data e di età superiore ai 50 dovrebbero essere sottoposti a screening per il cancro del polmone ogni anno. www.koreatimes.com
Per l’University College di Londra, le persone con obesità nella fase intermedia della loro vita corrono fino a tre volte il rischio di soffrire di demenza rispetto alle persone con peso nella norma. www.larazon.es
A PROPOSITO DI...
LATTOFERRINA
La pandemia mette le ali ai siti web Mentre ad aprile 2020 l’Italia era in lockdown, in un solo mese, vengono registrati 66.313 nuovi siti con suffisso “it”. Per il Cnr si tratta di una crescita del 44% rispetto al mese di aprile del 2019. www.ilsole24ore.it
DIVERSE FUNZIONI SÌ - È una proteina con spiccata capacità di trasporto del ferro. È inoltre un efficace anti-microbico e anti-fungino.
i SALUTE
CURIOSITÀ
Quando il miglior risparmio d’acqua è a tavola “Mangiamo” troppa acqua, quella utilizzata per produrre il cibo che portiamo a tavola. Con una dieta sostenibile risparmieremmo al giorno 80 lavatrici o 33 docce da 10 minuti, ossia 4.000 litri di acqua. www.avvenire.it
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INTERNET
ALIMENTAZIONE
Italia, un Paese alla ricerca del riposo perduto
La dieta post pandemia: cambiano le scelte
Da uno studio dell’Università di Parma, condotto su oltre 6mila persone tra 18 e 82 anni, emerge che il lockdown ha inciso in modo rilevante anche sul riposo: il 55,32% ha riscontrato una ridotta qualità del sonno. www.ilmessaggero.it
Secondo Nomisma, il 60% dei consumatori darà precedenza all’origine nazionale dei prodotti, il 45% ai prodotti a km zero. Preferiti i prodotti biologici (34%), salutistici (32%) e sostenibili (30%). www.foodweb.it
DOSI ECCESSIVE NO - Se assunta in dosi elevate, può causare eruzioni cutanee, perdita di appetito, stanchezza, brividi e costipazione.
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CURIOSITÀ
L’età media nel pubblico impiego
IN NUMERI
SERIE A, LA CLASSIFICA DEGLI SCUDETTI
FONTE: SKYTG24
Il primo scudetto della storia del calcio se lo è cucito sulla maglia il Genoa nel 1898, vincendo anche i successivi tre campionati. E se la Juventus guida la classifica di tutti i tempi con i suoi 35 scudetti, la grafica illustra anche quelli finora vinti da chi occupa, pari merito, il 2° e 3° posto.
SCUDETTI JUVENTUS
SCUDETTI INTER
SCUDETTI MILAN
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10 I spazio50.org I MAGGIO 2021
Ci sono decine di migliaia di dipendenti pubblici vicini ai 60 anni. Secondo l’ultimo rapporto di Fpa, il Forum della Pubblica Amministrazione, l’età media dei dipendenti pubblici in Italia è di 50,7 anni. www.repubblica.it
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PERISCOPIO
IN CERCA DEL PROPRIO PASSATO a cura di Samuela Gangi
IN GIAPPONE, IL GIORNALE PER NON VEDENTI
DA LOS ANGELES, LA MODA DEL RITOCCHINO “ZOOM”
COL CONTACTLESS PIÙ FACILE SPENDERE. MA È BENE?
Il Braille Mainichi è un giornale per non vedenti diffuso in Giappone. Si tratta di un settimanale di 60 pagine che va in edicola ogni domenica. Da circa un secolo viene stampato con sistema tattile. www.repubblica.it/venerdi
Rughe, occhiaie, doppio mento. Tutti difetti che nelle dirette su Zoom possono essere chiaramente evidenti. Si chiama perciò “Zoom Boom” la tendenza che ha portato molti americani alla chirurgia plastica. www.affaritaliani.it
Nel Regno Unito è dibattito aperto sul metodo di pagamento contactless. Tra le preoccupazioni, la possibilità che i clienti perdano traccia di quanto spendono o hanno sul conto. www.theobserver.com
ISTRUZIONE
Il divario formativo in Ue ci vede in basso Sedici punti in meno. È il divario nel numero dei diplomati in Italia, nel secondo trimestre 2020, rispetto all’Ue: il 62,6% dei 25-64enni ha il diploma superiore, contro il 78,7% della media europea. www.repubblica.it
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CURIOSITÀ
Se ci parlano mentre dormiamo, rispondiamo? Mentre sogniamo possiamo fare di conto, rispondere alle domande che ci vengono poste e anche reagire a stimoli sensoriali: il tutto senza svegliarci. A dirlo è uno studio uscito su Current Biology. www.focus.it
i SCIENZA
moria australiana a pronipoti, nipoti e figli dei soldati nostri connazionali passati per i campi dell’Australia. Nel suo incredibile lavoro, Joanne rintraccia le orme di quei giovani e ne ricostruisce la vicenda sul suo Continente, con un lavoro pachidermico di digitalizzazione di archivi civili e militari fatto dal Governo australiano. In tanti, dall’Italia, le stanno scrivendo per chiederle di ricostruire quel tassello del loro passato.
Secondo un’indagine dell’Associazione “Ricerca Felicità”, solo il 19% della Generazione Z ritiene la propria vita vicina al proprio ideale. Nei boomer è il 28%. I giovani si sentono anche più isolati. www.avvenire.it
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CI SONO BUCHI INDICIBILI NELLA STORIA DI MOLTE FAMIGLIE. Pezzi di un passato recente, difficili da ricostruire. È il tratto comune dei tanti che hanno avuto un parente morto, disperso o magari reduce dalla Guerra. In loro supporto, è scesa in campo Joanne Tapiolas, che ha messo su un prezioso archivio. Con il suo sito, Italian prisoners of war, il progetto “Finding nonno” e con le tante pubblicazioni a sua firma sul tema, è riuscita nell’importante proposito di restituire la me-
La scienza prova a misurare persino la felicità
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__ATTUALITÀ__
WORLD PRESS PHOTO: LA FOTO DELL’ANNO
IL PRIMO ABBRACCIO Due donne avvolte in una tenda di plastica, Adriana Silva dopo mesi di isolamento doche si stringono in un abbraccio struggente. vuto alla pandemia da Covid-19. Sono le protagoniste «Per me, questa è una della fotografia vincitrice storia sulla speranza e LA VINCITRICE ASSOLUTA assoluta del World Press sull’amore nei momenti DEL PRESTIGIOSO CONCORSO Photo, il prestigioso conpiù difficili - ha dichiaDI FOTOGRAFIA WORLD PRESS PHOTO È UN’IMMAGINE corso internazionale di rato Mads Nissen -. EMBLEMATICA DELLA PANDEMIA, fotografia a cui parteciQuando ho saputo della E HA COME PROTAGONISTE pano migliaia di fotorecrisi che si stava svilupUNA DONNA DI 85 ANNI porter provenienti da pando in Brasile e della CHE ABBRACCIA UN’INFERMIERA di Giovanni Orso tutto il mondo. scarsa leadership del L’immagine, dal titolo Il presidente Bolsonaro, primo abbraccio, è stata scattata dal foto- che ha trascurato questo virus sin dall’inizio grafo danese Mads Nissen nella casa di cura definendolo “una piccola influenza”, ho senViva Bem, a San Paolo, in Brasile. Rosa tito il bisogno di fare qualcosa al riguardo». Luzia Lunardi (85 anni), una degli ospiti del Mads Nissen lavora come fotografo presso il Centro, riceve l’abbraccio dall’infermiera quotidiano danese Politiken.
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12 I spazio50.org I MAGGIO 2021
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
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DENTRO LA NOTIZIA
IN ITALIA
BRAVI, MA NON TROPPO Non siamo così bravi come i finlandesi, che per il terzo anno consecutivo occupano la prima posizione della classifica tra i popoli più felici al mondo, ma “nel nostro piccolo” abbiamo scalato la classifica anche noi italiani. In questo 2021, infatti, ci siamo posizionati al venticinquesimo posto rispetto al ventottesimo della precedente edizione. Sul dato italiano, secondo i ricercatori del World Happiness Report, ha pesato la risposta insufficiente delle istituzioni al dilagare della pandemia. Le misure adottate in Italia, molto stringenti, non sono state però seguite da tutti a causa della mancanza di controlli. 14 I spazio50.org I MAGGIO 2021
Secondo il World Happiness Report 2021, il popolo finlandese è in cima alla classifica dei più felici, nonostante la pandemia. L’Italia è venticinquesima
SONO I FINLANDESI, I PIÙ FELICI DEL MONDO
di Giulia Rachele Deli
QUAL È IL POPOLO PIÙ FELICE AL MONDO? Secondo il World Happiness Report 2021 - redatto dalla United Nations Sustainable Development Solutions Network, in base ai dati del Gallup World Poll - è il popolo finlandese. Un obiettivo che viene raggiunto dagli scandinavi per il terzo anno consecutivo. L’approccio dello studio sulla felicità dei popoli nel mondo quest’anno ha seguito un criterio diverso rispetto a quelli attuati negli anni precedenti. Il Report 2021, infatti, si è concentrato principalmente sugli effetti che il Covid-19 ha avuto sulle persone, e sui comportamenti attuati dalle stesse a
seguito della pandemia. L’obiettivo che si era prefissato la ricerca era duplice: da una parte analizzare a fondo l’impatto che l’emergenza sanitaria ha avuto sulla qualità della vita di ognuno, dall’altra descrivere e valutare come i governi di tutto il mondo hanno affrontato la pandemia, cercando di capire per quale motivo alcuni Paesi hanno reagito all’emergenza sanitaria molto meglio di altri. La prima posizione guadagnata dal popolo finlandese è stata determinata principalmente dalla fiducia della popolazione nei confronti della propria comunità. Si spiega nel Report: «La fi-
ducia e la capacità di contare sugli altri sono i principali supporti per le valutazioni della vita, soprattutto di fronte alle crisi. Si ritiene che la felicità sia alimentata più dalla sicurezza che un portafoglio smarrito venga restituito qualora venisse ritrovato da un agente di polizia, da un vicino o da uno sconosciuto, che non dalla sicurezza sul proprio reddito, dal timore per la disoccupazione o dalle preoccupazioni per la salute». La classifica dei Paesi dopo la Finlandia è la seguente: 2. Islanda; 3. Danimarca; 4. Svizzera; 5. Olanda; 6. Svezia; 7. Germania; 8. Norvegia; 9. Nuova Zelanda; 10. Austria.
ATTUALITÀ
Che STRESS, la webcam!
Aumentati del 30% gli interventi al viso a causa del disagio provato da tante persone, donne e uomini, nel vedersi poco attraenti durante i meeting online. Le richieste ai chirurghi estetici sono in prevalenza: minilifting, blefaroplastica, rinoplastica, ma anche protesi al seno
16 I spazio50.org I MAGGIO 2021
Se in quest’ultimo anno governato dalla medi apportare. Le problematiche pandemia, lo smart working è divenuto emerse dallo studio sono principalparte integrante della vita lavorativa di mente quattro: milioni di persone nel mondo, le video1. I volti che si vedono nelle videoconferenze e le riunioni online sono dichiamate sono più grandi del normale; ventate una costante del nuovo modo ciò causa un sovraffaticamento del cerdi lavorare. Gli incontri in presenza sovello, che interpreta la vicinanza del no stati quasi azzerati mentre le “televiso dell’altro come una minaccia. fonate di lavoro” si sono Quindi, togliere l’opzione tramutate in videochia“schermo intero” e attiTROPPE ORE LAVORATIVE mate. E se prima si ricorvare finestre più piccole; DAVANTI ALLA WEBCAM reva alla webcam solo in PER LE VIDEO CALL POSSONO 2. Eliminare la propria momenti speciali, oggi le immagine durante la teCAUSARE STRESS. LO STUDIO DI UN’EQUIPE ore trascorse davanti a leconferenza in modo da quella lucina accesa del DELLA STANFORD UNIVERSITY evitare che aumenti il HA EVIDENZIATO I PROBLEMI computer, assorbono senso critico nei confronE OFFERTO SOLUZIONI gran parte della giornata ti di se stessi; 3. Le video di Lavinia Viti lavorativa di molti. chat riducono drasticaJeremy Bailenson, direttore e fondamente la mobilità delle persone, cotore dello Stanford Virtual Human Instrette a stare ferme davanti al comteraction Lab (VHIL) della Stanford puter per ore. Cercare di muoversi il University, in California, ha effettuato più possibile anche se si è davanti alla un’indagine per determinare se le tante telecamera; 4. Spegnere la webcam, ore trascorse ogni giorno davanti alla anche per pochi minuti, in modo da webcam possono causare dei danni a immaginare l’espressione dell’altro ed livello psicofisico e, nel caso, quali riinterpretare meglio le sue parole.
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ARTICOLAZIONI STANCHE E RIGIDE I ricercatori hanno sviluppato un complesso nutritivo unico Chi ne è colpito lo sa fin troppo bene: con l’età le articolazioni stanche e intorpidite rendono la vita difficile. I ricercatori hanno scoperto che alcuni nutrienti specifici sono essenziali per la salute delle articolazioni. E la cosa migliore è che queste sostanze nutrienti sono disponibili in una bevanda nutritiva unica nel suo genere, acquistabile in farmacia (Rubaxx Articolazioni). COMPLESSO DI NUTRIENTI IL NUTRIMENTO OTTIMALE PER LA UNICO NEL SUO GENERE SALUTE DELLE ARTICOLAZIONI Quel che è normale negli anni della gioLa cartilagine e le articolazioni necessitano ventù diventa un problema con l’età: il modi nutrienti specifici per rimanere attivi vimento. Le articolazioni stanche affliganche col passare degli anni. Tra questi nugono infatti milioni di persone avanti con trienti ci sono le componenti naturali delle articolazioni, ossia il collagene idrolizzato, gli anni. Questo fenomeno tipico dell’età avanzata era già da temChi l’ha provato è entusiasta: po al centro della ricerca scientifica, ma oggi “Il prodotto è buono, dopo un po’ si è a conoscenza che di tempo ho la sensazione che le mie alcuni micronutrienti articolazioni stiano molto meglio. specifici sostengono la Assolutamente consigliato!” salute di articolazioni, (Lorenzo M.) cartilagini e ossa. Un gruppo di ricercatori ha sfruttato questa sco“Le articolazioni del ginocchio, perta e ha combinato della caviglia e del braccio traggono vantaggio dall'assunzione. Facile le sostanze nutritive da preparare, ottimo sapore.“ in un complesso unico nel suo genere: Rubaxx (Elisa S.) Articolazioni.
la glucosamina, la condroitina solfato e l’acido ialuronico. Queste sostanze sono componenti elementari della cartilagine, dei tessuti connettivi e del liquido articolare. Inoltre gli scienziati hanno anche identificato 20 vitamine e sali minerali specifici, i quali promuovono le funzioni di cartilagini ed ossa (acido ascorbico, rame e manganese), proteggono le cellule dallo stress ossidativo (riboflavina e α-tocoferolo) e contribuiscono al mantenimento di ossa sane (colecalciferolo e fillochinone). Tutte queste sostanze nutritive sono contenute in Rubaxx Articolazioni (in farmacia). Il nostro consiglio: Bevete un bicchiere di Rubaxx Articolazioni al giorno.
Integratore alimentare. Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta equilibrata e variata e di uno stile di vita sano. • Immagini a scopo illustrativo, nomi modificati
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______IL TERZO TEMPO______
PERCHÉ ESSERE INFELICE? di Lidia Ravera
MI SCRIVE UNA LETTRICE UN PO’ ARRABBIATA, LUCIA, MA DECISAMENTE SIMPATICA: «HO 76 ANNI. Quindi sono entrata in quella parte della vita che chiamano vecchiaia, ma io non me ne sono accorta. Sto abbastanza bene, ho una pensione non certo ricca ma sufficiente. Vivo in una casa di proprietà con un gatto che si chiama Robin e non mi sento poi così sola, anche se sono separata da tanti anni. Leggo molto, anche romanzi che ho già letto. Mi piace lavorare con le mani, sferruzzo, ricamo, intreccio borse di paglia, e non soltanto per tenermi impegnata, ma perché mi piace. Perché dovrei essere infelice?». La domanda “perché dovrei essere infelice” arriva nella terza pagina (la lettera è molto lunga e scritta a mano) e la risposta non esiste. Lucia è scandalizzata perché tutti parlano della sua età come di una situazione penosa. E cercano di rassicurarla o di compiangerla. Scrive: «Sono stata sposata, ho cresciuto 20 I spazio50.org I MAGGIO 2021
due figli, ho insegnato italiano alle scuole medie superiori per quarantacinque anni; i miei figli non li vedo spesso, la femmina vive all’estero e il maschio in Italia, ma in un’altra città. Probabilmente non li vedrei spesso neanche se abitassero qui, a Milano, dove abito io, perché hanno la loro vita e non mi piace imporre la mia presenza solo perché sono la loro madre». Sottoscrivo, parola per parola. Lucia mi sembra una donna simpatica, appunto, ma anche serena ed equilibrata. Poche righe dopo scopro qual è il suo segreto. Scrive: «Alcuni dei miei ex allievi preferiti vengono ancora a trovarmi». Ce n’è di recenti, che hanno 25 o 30 anni, ma anche di più antichi, che stanno ormai nella zona dei “cinquanta e più”. Lucia li riceve, li ascolta e offre il caffè, ma anche loro ascoltano lei, curiosi del suo sguardo, della sua esperienza, dell’affetto disinteressato con cui segue i fatti loro. È questo, in fondo, che dà forza a Lucia: frequenta gente di generazioni diverse dalla sua. L’ha fatto per tutta la vita, per professione, certo, ma anche quando è andata in pensione ha continuato. Non è facile. Ci
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PARLIAMONE... CHI VOLESSE SCRIVERE A LIDIA RAVERA PUÒ FARLO: PER POSTA C/O REDAZIONE 50&PIÙ VIA DEL MELANGOLO 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL REDAZIONE@50EPIU.IT
avete fatto caso? Tutti stringono legami di amicizia con persone che hanno più o meno la loro età. Gusti in comune. Spesso lo stesso genere d’appartenenza: i maschi coi maschi, al bar, alla partita. Le femmine con le femmine: le confidenze, l’adorabile esercizio del pettegolezzo, lo shopping. Quasi sempre la stessa classe sociale o lo stesso livello culturale. Si chiama “omofilia”. E no, non è una strana malattia, è una inveterata abitudine mondiale: l’abitudine di amare (filia) gli affini, i simili, quasi che i diversi ti mettessero ansia. È così? Davvero andare a
prendere un caffè con una quarantenne che non è tua figlia né la figlia di tuo fratello ti sembra una stranezza? Prova. Avrai una sorpresa. Come è stato sorprendente, per me trentenne, intrecciare un’amicizia con Ivanka Veltroni, che di anni ne aveva 60 (era la mamma del celebre Walter che, anni dopo, diventerà sindaco di Roma e che ha più o meno la mia età). Lei mi raccontava la vita come sarebbe diventata, e che cosa dovevo fare per evitare i passaggi più stretti, io le parlavo senza censure e la ascoltavo con gratitudine. Sono belle le amicizie fra diver-
si: come quelle fra un uomo e una donna, che l’avanzare dell’età facilita, non ci si deve più per forza corteggiare e si può finalmente ridere insieme. Certo, essere o essere state “prof” è un bell’aiuto se si vuole frequentare ragazzi, ma ci possiamo provare tutti, noi Grandi Adulti, basta non farsi intimidire dalla giovinezza degli altri come capita spesso a chi ha una lunga vita dietro di sé. E allora: impariamo a essere spericolate, sporgiamoci verso chi occupa, nel viaggio della vita, altri paesi... novantenni, diciottenni, bambini... e, come Lucia, ci chiederemo stupiti: «Ma perché dovrei essere infelice?».
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Una formazione da biologa, un brevetto da pilota e decine di missioni internazionali per raccontare il lavoro delle Forze armate: una reporter classe 1944 e il sogno di tornare in Iraq
L’INFORMAZIONE IN PRIMA LINEA di Ilaria Romano DA 18 ANNI IL SUO GIORNALE ONLINE È UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER L’INFORMAZIONE SPECIALIZZATA NEL MONDO DELLA DIFESA, DELLE FORZE ARMATE E DEI TEATRI OPERATIVI PIÙ CALDI IN GIRO PER IL MONDO. Maria Clara Mussa (nella foto sopra) ha seguito e raccontato i militari italiani in Afghanistan, Kosovo, Libano, Gibuti, Iraq, Somalia, documentandone il lavoro quotidiano, e oggi, a 76 anni, guarda alla prossima missione, pandemia permettendo. Come è arrivata al giornalismo e quando ha deciso di specializzarsi in questo settore? Ho cominciato con la cronaca regionale e gli articoli sullo sport, l’alimentazione - data la mia formazione di biologa nutrizionista -, i diritti delle donne. Poi ho condotto per anni programmi di informazione per Videolina ed Europa TV; ho fondato una radio privata e ho diretto giornali locali e riviste specializzate, come Arte e vino. Nel 2003, dopo aver acquisito il brevetto di pilota privato, ho fondato Cybernaua InformAction Magazine, testata giornalistica dedicata ini- » MAGGIO 2021 I 23
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zialmente al volo, data la mia passione per gli aerei, e poi a tutto il settore della Difesa. Come è nata l’idea di Cybernaua e come la porta avanti? Dalla constatazione che, essendo le attività militari considerate riservate, nell’opinione pubblica mancava una conoscenza della Difesa. Il giornale nasce anche dall’incontro nel cielo di Sabaudia e Nettuno con un paracadutista della Folgore, Daniel Papagni, ottimo fotografo, diventato il mio braccio destro. Tra me pilota e lui paracadutista - mi spinse pure a provare l’ebbrezza dei lanci con il paracadute - nacque immediatamente un’intesa che ha fatto crescere il progetto. Portiamo avanti il giornale con le nostre forze, senza finanziamenti, con il sostegno di amici e di alcuni sponsor. Ed è una soddisfazione sentirsi dire: «Apprezziamo il tuo giornale perché è autorevole, coraggioso; lo leggiamo per avere informazioni equilibrate e prendere spunti...». Non siamo legati a cordate, poveri ma liberi.
Lei ha avuto la possibilità di conoscere il lavoro degli italiani impegnati nelle missioni internazionali: come sono cambiate nel corso degli anni? Lo Stato Maggiore della Difesa ha offerto l’opportunità di partecipare come giornalisti “embedded” alle attività dei contingenti italiani impegnati nelle missioni di pace. Abbiamo vissuto tante volte spalla a spalla con uomini e donne delle Forze armate: stare nel compound insieme a loro, condividerne le sistemazioni logistiche, la mensa, i piccoli momenti di relax davanti ad un caffè, pregare con loro, ci mette in condizioni di poter raccontare ai lettori come realmente vivono i nostri soldati. Li abbiamo seguiti in perlustrazione a cercare gli ordigni improvvisati, a sminare terreni infestati dalle cluster bomb; mentre donavano un sorriso alle popolazioni bisognose portando loro viveri e materiali sanitari; li abbiamo ammirati in situazioni stressanti da cui tornavano infangati o pieni della polvere sottile dell’Afghanistan, dopo aver
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raggiunto e arrestato talebani. Nel corso degli anni le missioni sono cambiate in base agli accordi internazionali relativi ai Paesi in cui la coalizione, di cui l’Italia è parte attiva, opera. Ora, con la pandemia, non ci è permesso affiancare le Forze armate come negli anni passati e ne sentiamo la mancanza, perché un conto è scrivere delle missioni in base ai comunicati stampa, un altro è testimoniare di persona. Quale viaggio le è rimasto nel cuore, come professionista e come donna? Uno dei luoghi che mi è rimasto nel cuore è l’Afghanistan, dove siamo stati sia con i nostri soldati sia in modo autonomo. Amo quel grande Paese sconvolto da sempre e soffro al pensiero delle donne afghane che non riescono ad acquisire il diritto alla propria vita. Abbiamo più volte incontrato Maria Bashir, sostenitrice dei diritti delle donne, che fu anche procuratrice al Tribunale di Herat quando era presidente Karzai; visitato più volte il carcere femminile di Herat, in cui le donne sono rinchiuse per anni con l’unica colpa di essersi opposte
ad un sopruso; ho avuto scambi di e-mail con donne prigioniere di una situazione familiare violenta, pericolosa, senza via di scampo. Un momento indimenticabile fu quando il maggiore Asghur, braccio destro di Massoud, il leone del Panjshir, con fierezza e orgoglio dopo l’intervista concessa a noi giornalisti, tra i quali ero l’unica donna, fece dono solo a me del “pakol”, il berretto che Massoud usava portare e che rappresenta l’emblema della volontà di risorgere e dare stabilità al Paese. Immaginate la mia emozione e il senso di onore che provai... Anche le nostre “avventure’’ in Iraq hanno lasciato il segno: in Kurdistan abbiamo trascorso molto tempo con i militari iracheni e curdi e anche con le donne Peshmerga, le ragazze del Sole, impegnate nella sanguinosa lotta contro il Daesh. Con i curdi abbiamo vissuto i momenti entusiasmanti della vittoria al Referendum nel 2017 per la proclamazione dell’autonomia, anche se l’entusiasmo durò poco perché il Governo iracheno rivendicò i suoi diritti sull’area del Nord e ci ritrovammo con
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«LO SMART WORKING NON È UN SISTEMA DI LAVORO ADATTO AL GIORNALISMO, CHE FONDA LE PROPRIE ESPERIENZE SUL CAMPO. DOBBIAMO RICOMINCIARE A VIAGGIARE, A VEDERE CON I NOSTRI OCCHI»
gli aeroporti internazionali chiusi. Riuscimmo a uscire dal Paese, in un viaggio di notte, con un autobus delle linee curde in cui ero l’unica donna, passando da Mosul e attraversando i confini di Siria e Turchia, per raggiungere, dopo 12 ore di viaggio, Djarbakir. Fu un’avventura: numerose volte il pullman dovette fermarsi e far scendere tutti, bagagli compresi; e noi a spiegare il perché nelle nostre valigie erano collocati giubbotti antiproiettile ed elmetti... Specializzarsi e andare sul campo può essere ancora l’antidoto alla crisi dell’informazione, in un mestiere che sempre di più - purtroppo si svolge da remoto? Lo smart working non è un sistema di lavoro adatto al giornalismo che fonda le proprie esperienze sul campo. Anche nel rispetto dei nostri lettori, è una situazione che mi auguro abbia un termine. Dobbiamo ricominciare a viaggiare, a vedere con i nostri occhi. Cosa direbbe ad una
giovane reporter all’inizio del suo percorso? Attualmente siamo in ‘’viruscrazia’’; nel mondo dominato dal virus e dalla paura che esso ha diffuso, non ho consigli da offrire. Però, una giovane aspirante reporter si può addestrare nel seguire quanto comunque accade nei Paesi in guerra e, in Italia, nel seguire le attività delle Forze armate che comunque restano impegnate, con o senza virus. Avvicinandosi al mondo militare si impara molto. Come ha riadattato la professione durante la pandemia? Mantenendo attivi i contatti con le persone conosciute nei Paesi in cui siamo stati e continuando a scrivere della situazione dei loro Paesi, per mantenere viva la memoria, per non far cadere nel nulla tutto il lavoro svolto. Prossimi progetti? Attività giornalistiche insieme a reparti operativi che si esercitano, mentre prendiamo in considerazione un viaggio in Iraq. Gli amici Peshmerga ci aspettano.
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Il personale sanitario italiano è candidato al Premio Nobel per la Pace 2021, quale riconoscimento degli sforzi fatti nell’ultimo anno. Si parla di circa 350.000 infermieri che si sono spesi per combattere contro il Covid-19. In occasione della Giornata Internazionale a loro dedicata, abbiamo intervistato quattro infermiere over 50 per conoscere le storie di questo periodo difficile
INFERMIERI, EROI DEL NOSTRO TEMPO +
LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE SI CELEBRA IL 12 MAGGIO, GIORNO DI NASCITA DI FLORENCE NIGHTINGALE, CONSIDERATA LA FONDATRICE DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA
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di Linda Russo
«IO MI SENTO FORTUNATA PERCHÉ CREDO DI FARE IL LAVORO PIÙ BELLO DEL MONDO», MI DICE GRAZIELLA MENTRE LE CHIEDO DI RACCONTARMI QUEST’ULTIMO ANNO. Lei, 56 anni, è una delle quattro infermiere con cui abbiamo ricostruito le tappe di questi ultimi dodici mesi. Lavora al Pronto Soccorso del Sandro Pertini di Roma e sentirla raccontare della battaglia contro il Covid lascia senza parole. «Noi abbiamo avuto un piccolo vantaggio. Milano è stata una delle prime grandi città a vivere l’emergenza dentro gli ospedali. Qui a Roma, invece, sapevamo dei due turisti ricoverati allo Spallanzani, ma abbiamo avuto qualche giorno per abituarci all’idea che sarebbe arrivato in tutte le strutture», racconta. Lei, “di persone
in Pronto Soccorso ne ha viste tante in quest’ultimo anno”. «Sa qual è la cosa più brutta di questa malattia? - mi dice a un certo punto -. È vedere arrivare una persona completamente lucida che ti comunica che ha febbre e difficoltà respiratorie. Ti racconta esattamente ciò che sente. E due minuti dopo ti ritrovi accanto all’anestesista che la informa che dovrà intubarla perché i suoi livelli di ossigeno sono troppo bassi. Io sono sempre stata abituata ad assistere l’anestesista mentre intuba un paziente incosciente, ma doverlo fare su una persona che fino a poco prima può parlarti è un’immagine che lascia il segno». Graziella, come molti suoi colleghi, quest’anno ha dovuto tirare fuori energie che forse non sapeva nemmeno di avere. «Ho lavorato tantissimo. Praticamente uscivo di casa la mattina e tornavo la sera, ma ogni volta che attaccavo pensavo solo a dare il meglio di me stessa, a fare tutto il possibile finché non finiva il turno». Il racconto di Graziella si mescola a quello di una collega a 600 chilometri di distanza. Si chiama Patrizia, 53 anni, infermiera all’ospedale San Leopoldo Mandic, e durante l’emergenza sanitaria è stata spostata
in rianimazione, un reparto in cui aveva già lavorato per quindici anni. «Ho passato quasi due mesi e mezzo in rianimazione e la situazione era davvero drammatica. Avevamo a disposizione 6 posti letto che sono stati aumentati a 9; poi ci siamo dovuti appoggiare ad altri reparti che potessero gestire i respiratori», mi dice. È lei la prima a raccontarmi le difficoltà degli infermieri over 50 in questa pandemia. «Da quattro anni lavoro nel reparto di psichiatria, ma per l’esperienza pregressa mi hanno chiesto di prestare servizio dove c’era più bisogno. Tornare a mobilitare dei pazienti intubati, in una situazione così stressante e con lunghi turni, ha richiesto un enorme tasso di energie fisiche e mentali». Anche Claudia, 57 anni, infermiera all’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, racconta le fatiche degli infermieri e soprattutto i rischi per la loro salute. «Nel nostro ambulatorio (di urologia, ndr) c’è stato un momento di grande criticità quando siamo stati tutti infettati dal virus. Il nostro team è composto da circa venti persone, tra medici e infermieri, e solo quattro sono rimasti in servizio, sobbarcati da un carico di lavoro espo» MAGGIO 2021 I 27
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__ nenziale. Quando siamo tornati al lavoro, dopo essere risultati negativi ai test, abbiamo dovuto riprendere le nostre mansioni, ma eravamo stanchi: fisicamente provati e mentalmente preoccupati». Lei, come le altre, mi espone il suo pensiero in merito alla nuova generazione di infermieri, a quelli che, appena laureati, sono stati impiegati dove c’era più bisogno. «Da ciò che ho potuto osservare, i ragazzi sono stati inseriti in prima linea dove il loro supporto era necessario. Essendo più giovani, hanno più energie e resistono meglio alla fatica». Una situazione che Graziella analizza da un altro punto di vista: «La scelta di assumere ragazzi giovani e “buttarli” nel Covid, mi ha lasciato perplessa. I giovani hanno bisogno di un approccio diverso al lavoro. Li ho visti spaventati: il contesto era troppo teso, troppo difficile». Eppure, in molti casi, gli infermieri non erano abbastanza per fronteggiare l’emergenza e assistere i pazienti che si rivolgevano a loro. Una conseguenza della difficile situazione dovuta ai tagli sui fondi destinati alla sanità, come mi racconta Patrizia. «Ci sono reparti di medicina dove un infermiere e un OSS (Operatore Socio-Sanitario, ndr) devono prendersi cura di quindici pazienti per turno. Questo vuol dire dedicarsi alla somministrazione di farmaci, ma anche alla cura e all’assistenza della persona e, a volte, non c’è nemmeno tempo per lavare i capelli a chi ne avrebbe biso-
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DOSSIER
5,8
è il numero degli infermieri in Italia ogni mille abitanti. Un numero molto basso se si confronta con la media Ocse dell’8,8.
74%
è la percentuale di infermieri donne in Italia. Eppure, secondo i dati Eurostat, esse percepiscono uno stipendio più basso del 10% rispetto ai colleghi uomini.
33.034 euro è lo stipendio medio annuo degli infermieri in Italia, contro i 40.000 euro circa percepiti mediamente dai colleghi dei Paesi Ocse.
gno». È proprio l’assistenza al malato, infatti, a risentire di più di questo sottodimensionamento. Un’assistenza che, come dicono queste infermiere, è costretta a diventare sempre più tecnica e rischia di perdere le sue preziose caratteristiche di empatia e umanità. «I tagli alla sanità hanno pesato molto sugli esiti di questa pandemia. I posti letto nei piccoli paesi, come quello dove lavoro io, non sono sufficienti, così come non lo sono gli infermieri. Se questa pandemia fosse avvenuta dieci anni fa, avremmo avuto più risorse», mi dice Maria Grazia. Lei ha 57 anni e lavora in una clinica privata in provincia di Messina, fa l’infermiera da quasi trent’anni e quando le chiedo cosa ne pensa della candidatura al Premio Nobel per la Pace, mi risponde così: «È sicuramente un grande riconoscimento, ma non credo sia ciò che vogliamo. Vogliamo uno stipendio adeguato ai nostri sforzi e alle nostre responsabilità, e un’organizzazione che cambi le cose, aumentando i posti letto e il personale a di-
sposizione. Lo scorso anno, nei mesi della prima ondata, quando incontravi qualcuno che sapeva del tuo mestiere ti ringraziava, ma già durante la seconda ondata è stato diverso. Ci hanno chiamato “eroi”, ma per tanto tempo siamo stati anche quelli che nei Pronto Soccorso hanno ricevuto insulti o, nei casi più gravi, sono stati aggrediti». Le parole di queste quattro donne, che non si conoscono neppure, si fondono tra loro come a formare un unico racconto. Quello di chi negli ultimi dodici mesi ha faticato tanto, spendendosi per la comunità, così come ha fatto in tutti questi anni di carriera. Quando le saluto, al telefono, chiedo a ognuna di loro quale sia l’augurio per il futuro e nelle parole di Graziella si racchiude il pensiero di tutte: «Io non so come ne usciremo. A volte penso che ne usciremo peggio di come siamo entrati. Altre volte, invece, penso che forse qualcosa di buono possa venire fuori. Io spero solo che chi ha il potere di farlo possa rivalutare tutta la sanità, non solo la nostra figura».
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Essere in difficoltà e attraversare un momento “no” della propria vita, capita sempre più spesso, soprattutto in questo periodo; chiedere aiuto ad un professionista può farci star meglio
PSICHE E PANDEMIA: TUTTI IN CERCA DI SERENITÀ di Romina Vinci ALZI LA MANO CHI NON SI È SENTITO TOCCATO DA QUEL CHE STIAMO VIVENDO. Ciò che spaventa è il fatto che nessuno sia in grado di comunicare la parola “fine”. Nessuno sa dirci, con sicurezza, quando potremo tornare a mangiare una pizza in compagnia, a viaggiare, ad andare ad un concerto per cantare a squarciagola. È proprio la mancanza di una data “fine” che ci costringe a rimanere sospesi, ci toglie energia, ci impedisce di sognare, di fare progetti. La rivista scientifica The Lancet ha documentato come la pandemia abbia causato un generale aumento di ansia, depressione, stress post-traumatico, problemi di coppia, rabbia, confusione. Ma anche disturbi psicosomatici, dipendenza da sostanze come fumo, alcool o psicofarmaci e altri effetti psicologici negativi in una gran fetta della popolazione. E allora, come ci si aiuta?
«Anche se in molti non se ne rendono conto, prendersi cura del proprio benessere mentale è una necessità, un’opportunità e un vantaggio. In questo momento la centralità, giustamente, è nella salute fisica. Ma è importante portare al centro dell’interesse anche quella mentale. Rivolgersi ad uno psicologo potrebbe essere la chiave per ritrovare serenità e pienezza all’interno delle dinamiche della vita. Ancora oggi esistono moltissimi falsi miti, come ad esempio “lo psicologo è per deboli”, quando in realtà sono proprio le persone più forti, consapevoli ed emotivamente mature ad avere la capacità di intuire quando è meglio richiedere una consulenza ad un professionista». A parlare è uno dei professionisti del team di psicologionline.net, una piattaforma di consulenza che consente di cercare un professionista per vicinanza geografica, oppure per problematica da risol-
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vere. Attivo già da anni, questo sito web ha ricevuto un boom di visite e di prenotazioni negli ultimi mesi, a causa della pandemia e del lockdown, effettuando migliaia di consulenze online. » UN CONSULTO FUORI DALLA METRO
Sul territorio sono nate molte iniziative nel corso del 2020. E non solo virtuali. A Milano, ad esempio, da qualche mese ha aperto i battenti “Relief”, un pronto soccorso psicologico che si trova nel sottopassaggio della fermata metropolitana di Isola, sulla M5. «Se hai avuto una giornata storta, è successo qualcosa che ti ha turbato, oppure ti senti semplicemente triste, arrabbiato o in ansia, passa da noi: trasformeremo insieme il tuo stato emotivo in mezz’ora», si legge sul sito della start-up “Relief”. Si tratta, dun-
que, di un pronto intervento psicologico privato ad alta tecnologia e rapidità. È formato da una squadra tutta al femminile, composta da dieci psicologhe e psicoterapeute, appositamente formate per dare il primo sollievo in 30 minuti.
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ATTRAVERSO I PORTALI PSICOLOGIONLINE.NET E GLIPSICOLOGIONLINE.IT OPERANO PROFESSIONISTI DI TUTTA ITALIA, REGOLARMENTE ISCRITTI ALL’ORDINE
nato a pieno regime fino a metà febbraio, adesso è stata avviata una raccolta fondi per poter continuare a finanziarlo. «Le sessioni - specificano sul portale - non mirano a sostituire una terapia psicologica, ma sono da intendersi come interventi mirati a superare la complessità emotiva di questo momento». Gli incontri durano 30 minuti, all’interno dei quali vengono accolti i bisogni del paziente, e avviato un lavoro di stabilizzazione degli stati emotivi e di decompressione dello stress. «Al presentarsi di casistiche complesse e specifiche, come i casi di violenza domestica e di valutato rischio di suicidio - si legge sempre sul sito -, il professionista indirizzerà i pazienti verso i servizi territoriali o gli ordini regionali di riferimento».
ONLINE: SDOGANATO ED...
...EFFICACE
La consulenza psicologica online esiste da anni, ma è sempre stata un servizio di “nicchia”. A causa della pandemia, invece, oggi è ormai del tutto sdoganata.
È stato dimostrato che l’efficacia delle video-consulenze psicologiche è assolutamente equivalente a quella delle classiche consulenze in presenza presso gli studi.
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È un servizio attivo 365 giorni all’anno, dalle 8 alle 20. La tariffa per il consulto psicologico ordinario è di 50 euro, ma il costo, per gli over 65 e gli under 25 scende a 29 euro. » UN SERVIZIO PER IL LOCKDOWN
Nell’aprile del 2020, nel pieno del primo lockdown, è stata attivata la piattaforma “GPO” (glipsicologionline.it), che ha offerto alcune sedute gratuite con un team di professionisti, per dare consigli sul proprio equilibrio mentale. Su questo sito è possibile prenotare in forma anonima fino a tre colloqui psicologici con uno specialista iscritto all’Albo nazionale. Nella prima settimana online, gli esperti di “GPO” hanno offerto 190 ore di colloqui, per un totale di 11mila minuti di videochat. Il servizio ha funzio-
Ma cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per riuscire a stare bene e vivere al meglio questo momento? A rispondere è nuovamente il team di psicologionline.net: “È importante ripartire da se stessi, pianificare tutto ciò che è possibile per rendere migliore questo tempo dell’attesa, per renderlo nostro, per renderlo valido, per fare in modo che non sia un tempo subìto ma un tempo di qualità. Ci sono molte cose che possiamo fare, ad esempio attività fisica - se possibile - all’aria aperta, curare l’alimentazione, mantenere le relazioni significative con amici e parenti. Se abbiamo bisogno di iniziare un percorso psicologico possiamo farlo subito. Anche un corso Yoga, un corso di cucina per imparare a fare le torte, giocare in videochiamata con i nipotini, curare piante e fiori, imparare a suonare la chitarra perché era il nostro sogno di bambini, o essere grati in certe mattine di sole. Questo è il momento migliore».
I VANTAGGI DEL CONSULTO IN VIDEO
Fare un consulto psicologico online, anziché dal vivo, è una tendenza sempre più popolare e ha i suoi vantaggi. Anzitutto è ideale per chi non ha orari lavorativi fissi: la terapia online, infatti, è potenzialmente sempre disponibile. È particolarmente indicata per chi viaggia spesso per lavoro, per chi vive all’estero e cerca un supporto nella propria lingua. Ma anche per tutte quelle persone che, prevedendo di trasferirsi in un altro luogo, vogliono assicurarsi una continuità nel percorso psicologico. È una buona alternativa anche per chi ha difficoltà motorie o con gli spostamenti e, a volte, si rivela più conveniente in quanto si tagliano le spese logistiche e di gestione.
È una modalità ritenuta ideale in quanto è potenzialmente sempre disponibile
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I TIROCINI DEGLI OVER 55 SONO AUMENTATI DEL 20%, ARRIVANDO A RAPPRESENTARE IL 16% DELLE ATTIVAZIONI COMPLESSIVE. DEI 2.154 STAGISTI ULTRACINQUANTACINQUENNI, DUE SU TRE SONO UOMINI (64,5%)
STAGE PER OVER 55:
UNA REALE OPPORTUNITÀ? I dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali confermano la diffusione dei tirocini fra i senior, un trend in crescita costante negli ultimi dieci anni. Ma sono davvero utili? Lo abbiamo chiesto a Eleonora Voltolina, direttrice della Repubblica degli Stagisti, testata online che segue il fenomeno da sempre
di Annarita D’Agostino
UOMO, OVER 55, DISOCCUPATO O BENEFICIARIO DI UN SUSSIDIO AL REDDITO: ALLE SOGLIE DELLA PENSIONE (SOCIALE)? NO, ALLE PORTE DI UN’AZIENDA PER INIZIARE UNO STAGE. Un trend in aumento, a dispetto degli investimenti su progetti come “Garanzia Giovani”, che promuovono la diffusione del tirocinio come ponte fra scuola, università e mondo del lavoro. È quanto emerge dai dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pubblicati lo scorso 16 marzo in anteprima da Repubblica degli Stagisti, testata giornalistica online da oltre dieci anni impegnata ad analizzare le tematiche dello stage in Italia. Nel terzo trimestre 2020, su 68.514 tirocini extracurriculari attivati nel nostro Paese, il calo nelle attivazioni - prevedibile nella fase di emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo - è stato inversamente proporzionale alle fasce di età dei tirocinanti, passando dal -17% per gli under 25 al -10% nella fascia 25-34 anni 32 I spazio50.org I MAGGIO 2021
a nessuna variazione per i 35-54enni. Per gli over 55, invece, i tirocini sono aumentati del 20%, arrivando a rappresentare il 16% delle attivazioni complessive. Inoltre, se nella fascia 35-54 anni c’è una parità di genere (il 50,5% dei tirocinanti sono donne, il 49,5% uomini), dei 2.154 stagisti over 55 sono uomini due su tre (64,5%). Come interpretare un fenomeno che rompe gli schemi del ricambio generazionale? Eleonora Voltolina, fondatrice e direttrice responsabile di Repubblica degli Stagisti, non ha dubbi: «Più che del ricambio generazionale, rompe gli schemi della dignità del lavoro perché utilizzare lo stage per una persona che ha più di 50 anni, salvo rarissimi casi, significa sostanzialmente far ripartire la persona da un ruolo che non è più il suo». Ci può spiegare perché? Anagraficamente, salvo pochissime eccezioni, le persone di 50 anni hanno già un background professionale e quindi per loro la funzione principale dello stage è assente. Questa funzione predominante, infatti, non riguarda tanto le hard skill, cioè le competenze specifiche di una data professione o mansione, quanto piuttosto imparare a rela-
zionarsi in un posto di lavoro, quindi l’importanza della puntualità, dell’appropriatezza del linguaggio, la gestione dei rapporti con i colleghi e i superiori, lo svolgimento del lavoro e quindi anche l’organizzazione delle proprie attività per rispettare scadenze e consegne. Una consapevolezza di come ci si comporta in un luogo di lavoro che una persona che non ha mai lavorato non può acquisire sui banchi di scuola o dell’università, ma deve in qualche modo imparare con un’esperienza diretta, quindi o alla sua prima assunzione oppure con lo strumento dello stage, che rappresenta una sorta di “assaggio” del mondo del lavoro. Questa parte è fondamentale per le finalità dello stage, quindi proporre questa tipologia contrattuale a una persona che ha già anni di esperienza, anche se in un altro settore, significa far ripartire questo lavoratore da un punto che è troppo arretrato per una persona che già possiede tutte le competenze essenziali che si acquisiscono con uno stage. Ma ci sono eccezioni a questa logica, giusto? Sì, sono quei tirocini extracurriculari legati a percorsi di formazione di persone senior che decidono di rein- » MAGGIO 2021 I 33
FOCUS ventarsi e che magari si iscrivono all’università per conseguire una prima o una seconda laurea, seguono un corso di formazione in un settore professionale completamente diverso da quello in cui hanno lavorato fino a quel momento perché hanno voglia di cambiare vita, oppure traslocano in un posto lontano rispetto a quello dove hanno vissuto. O, ancora, sono donne che hanno badato alla famiglia per anni e poi tirano fuori dal cassetto il titolo di studio e decidono di rimettersi in gioco nel mondo del lavoro. Questi casi, però, rappresentano una percentuale molto piccola del segmento degli stagisti anziani e corrispondono ai senior con gradi di istruzione molto alti e mestieri ad elevata professionalità, che decidono volontariamente di accettare la sfida di un tirocinio, anche se un po’ per gioco, come fa Robert De Niro nel film Lo stagista inaspettato. Invece, nella maggior parte dei casi la storia è un’altra… La figura che interpreta De Niro non è lo stagista di cui ci preoccupiamo, il nostro problema sono gli stage usati come ammortizzatori sociali per persone di solito con bas-
+
«DIVERSE STATISTICHE DIMOSTRANO CHE I PAESI DOVE CI SONO PIÙ OVER 55 ATTIVI NEL MERCATO DEL LAVORO HANNO ANCHE I TASSI DI OCCUPAZIONE GIOVANILE PIÙ ALTI, QUINDI, PARADOSSALMENTE, IL MERCATO DEL LAVORO PERFETTO È QUELLO IN CUI LAVORANO TANTI GIOVANI E ANCHE TANTI OVER 55»
34 I spazio50.org I MAGGIO 2021
LA SITUAZIONE
I numeri del 2019 Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2019 sono stati attivati complessivamente circa 355mila tirocini extracurriculari, coinvolgendo 334mila individui. L’83,8% è under 35, ma gli stagisti over 55 sono gli unici in crescita costante nel triennio 2017-2019.
352mila
e oltre sono i tirocini cessati nel 2019, di cui il 74,1% ha avuto una durata compresa tra tre e dodici mesi.
129mila
è il numero degli stage trasformati in rapporti di lavoro nel 2019, pari all’1,1% del totale.
so grado di istruzione, con un percorso sofferto di disoccupazione o di lunga cassa integrazione, che vengono in qualche modo “parcheggiati” con lo stage. Un uso del tirocinio quanto meno improprio perché porta con sé dei problemi molto seri per una persona in età lavorativa avanzata. Non dobbiamo dimenticare che lo stage non produce contributi, quindi determina comunque mesi di vuoto contributivo, senza contare poi l’aspetto psicologico di vedersi ridotti al rango di stagisti quando si hanno 50 anni o anche di più, e si hanno un mutuo, una famiglia, dei figli, aspetto assolutamente da non sottovalutare. Al di là della crisi pandemica, i dati più recenti sui tirocini conferma-
no un trend che Repubblica degli Stagisti sta seguendo già da qualche anno. È così? Esatto, nell’ultimo decennio i tirocini senior si sono triplicati per gli over 55 e sono comunque raddoppiati per la fascia di età 35-54 anni. Si tratta di numeri contenuti che però sono comunque non irrilevanti. Ad oggi, gli ultimi dati che abbiamo a disposizione ci segnalano quasi 50mila tirocini nella fascia 35-54 e più di 10mila nella fascia over 55. Proporre un contratto di stage ad un over 50 è possibile per legge. Dal suo osservatorio specializzato, ritiene che questa strada sia efficace per favorire il reinserimento e la riqualificazione professionale di un lavoratore senior? Purtroppo il Ministero del Lavoro ancora non ci ha fornito i dati sulla percentuale di assunzione post-stage e in particolare sulla segmentazione di questa percentuale per fasce di età. Dati che invece sarebbe essenziale poter consultare perché, se la percentuale di assunzione degli over
«Di solito i 50enni hanno già un background professionale e quindi, per loro, la funzione principale dello stage è assente»
55 fosse alta, significherebbe che le persone coinvolte accedono con il tirocinio ad una seconda vita professionale. Il punto è che io temo che questa non sia la realtà, anche perché molti di questi tirocini sono svolti in enti pubblici, molto spesso al Sud. Penso, per esempio, agli uffici giudiziari, dove ci sono stati tirocini, che coinvolgevano anche over 50, durati anni, andando addirittura
IL TIROCINIO
Cos’è e come funziona Il tirocinio o stage consiste in un periodo di orientamento al lavoro e di formazione, che non si configura in alcun modo come un rapporto di lavoro subordinato. Le norme - Sono regolati dalle Linee-guida adottate il 25 maggio 2017 dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni e Province Autonome. Le tipologie - I tirocini “curriculari”, svolti all’interno di piani di studio delle università e degli istituti scolastici. I tirocini “non curriculari” o “extra curriculari”, finalizzati ad agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro o il reinserimento o inserimento professionale di soggetti privi di occupazione (inoccupati, disoccupati, beneficiari di ammortizzatori sociali) o con particolari svantaggi (disabili o richiedenti asilo). La durata - Deve durare dai 2 ai 12 mesi. Fanno eccezione gli studenti, per cui lo stage può durare anche solo 14 giorni, e i disabili, per i quali la durata massima può arrivare a 24 mesi. L’attivazione - Avviene attraverso una convenzione tra l’ente promotore (università, scuole superiori pubbliche e private, centri o agenzie per l’impiego, centri pubblici di formazione professionale e/o orientamento) e il soggetto ospitante (azienda, studio professionale, cooperativa, enti pubblici ecc.), corredata da un progetto formativo redatto dal soggetto ospitante e dal tirocinante. Quanto spetta - Un’indennità minima non inferiore a 300 euro lordi mensili che le Regioni possono aumentare e che viene corrisposta solo a fronte di una partecipazione minima del tirocinante pari al 70% delle attività mensili. Se manca l’indennità, scatta una sanzione pecuniaria (multa da 1.000 a 6.000 euro). Chi controlla - L’attività di vigilanza è affidata alle Regioni, tramite protocolli sottoscritti con le sedi territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. (Fonte: Cliclavoro.gov.it)
contra legem. Queste persone sono state collocate in uffici della Pubblica Amministrazione storicamente sotto organico e quindi sono state molto utili, ma alla fine hanno perso del tempo prezioso perché inseriti in enti dove, come sappiamo, l’assunzione non poteva esser in alcun modo formalizzata, visto che è subordinata a concorsi pubblici. Si tratta di una vicenda a cui Repubblica degli Stagisti ha riservato grande attenzione negli anni e che mi induce ad avere dubbi sull’inserimento professionale dei tirocinanti senior. Certo, se il Ministero del Lavoro fornisse dati che smentiscono questa realtà, potremmo cambiare idea… I tirocini extracurriculari rientrano nel più ampio sistema delle politiche attive del lavoro, della cui riforma si discute da anni. Un dibattito che si è riacceso con l’arrivo dei fondi Next Generation EU da organizzare con il Recovery Plan. Come dovrebbero essere ripensate le politiche di promozione dell’occupazione per garantire un equilibrio fra generazioni e il fisiologico turn over del mercato del lavoro? Ci sono studi ed eminenti economisti che sostengono come più il mercato del lavoro sia dinamico, più si creino posti di lavoro. Diverse statistiche dimostrano che i paesi dove ci sono più persone over 55 attive nel mer-
cato del lavoro sono quelli dove i tassi di occupazione giovanile sono più alti, quindi paradossalmente il mercato del lavoro perfetto è quello in cui lavorano tanti giovani e anche tanti over 55. Dunque, non dobbiamo mirare a pensionare le persone per “far saltare fuori” i posti per i giovani, non funziona così. Lo abbiamo visto con la Pubblica Amministrazione che negli anni ha pensionato e prepensionato tante persone ma non ha assolutamente assunto tanti giovani quanti senior ha mandato in pensione. Questo meccanismo ha già dimostrato di non funzionare anche nell’ambito privato dove, quando una persona over 65 va in pensione, il suo posto non viene preso da un giovane di 25 anni o comunque occupato perché non è affatto detto che a un pensionamento corrisponda necessariamente un’assunzione. Dobbiamo piuttosto puntare su un mercato del lavoro dinamico e non statico. Dunque, in vista dell’arrivo dei fondi europei, spero proprio che non ci sia neanche un euro per finanziare programmi di stage over 50 perché sono convinta che sia una strada sbagliata e che ci siano tante altre forme più dignitose per reintegrare i senior che hanno perso il lavoro o riqualificare le loro competenze, ad esempio, percorsi di formazione e di aggiornamento professionale. Lo stage, è bene ribadirlo, ha un’altra funzione.
MAGGIO 2021 I 35
__ATTUALITÀ__
ALLA REUTERS, DOPO 170 ANNI
UNA DONNA AL VERTICE È la prima volta che accade in 170 anni di stoAlessandra Galloni ha conseguitola la laurea ria: una donna a capo dell’agenzia di stampa in Economia ad Harvard, un master alla Loninternazionale più prestigiosa al mondo, la don School of Economics e parla quattro linReuters. Lei è Alessandra Galloni, 47 anni, itague (inglese, francese, italiano e spagnolo). Ha liana, romana di nascita, noiniziato la sua carriera giornaminata nuovo direttore listica nella sede italiana della ALESSANDRA GALLONI, responsabile della Reuters Reuters, poi si trasferita al ITALIANA, È LA PRIMA DONNA News. La Galloni sostituisce Wall Street Journal, dove è riAD ESSERE STATA NOMINATA Steve J. Adler, che ha guidato masta per 13 anni; è tornata DIRETTORE RESPONSABILE DELLA PIÙ GRANDE AGENZIA l’agenzia negli ultimi dieci all’agenzia di stampa britanDI STAMPA AL MONDO anni e ora si appresta ad annica nel 2015. di Rossana Martini dare in pensione. Ed è stato Alla Reuters, che ha vinto 7 proprio Adler ad annunciare Pulitzer oltre a centinaia di su Twitter il passaggio di consegne alla Galaltri premi, la Galloni coordinerà 200 sedi loni: «Entusiasta di passare il testimone ad un sparse in 100 Paesi del mondo, 2.450 giornabrillante direttore e ad una splendida collega». listi e news in 16 lingue.
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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ
CONSUMI E SCELTE SOSTENIBILI FOCUS
di Anna Maria Melloni
Comportamenti e stili di vita in una prospettiva di salvaguardia per le future generazioni sono il tema della nostra indagine
QUALI SONO LE OPINIONI DEI NOSTRI ASSOCIATI, E PIÙ IN GENERALE DEGLI ITALIANI, IN MATERIA DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE? Quali sono i valori che orientano le scelte di consumo e i comportamenti concreti nella vita di ogni giorno? Per dare risposta a questi interrogativi abbiamo svolto un’indagine, dalla quale è emerso che l’81% degli intervistati ha un’idea chiara di cosa significhi essere un consumatore che adotta comportamenti sostenibili. Significa compiere azioni molto concrete, come utilizzare lampadine a basso consumo e fare una corretta raccolta differenziata, ma anche ridurre gli sprechi e acquistare solo il necessario, privilegiando i prodotti a km zero e supportando così il mercato locale. Solo una minoranza ritiene che la sostenibilità passi dall’informazione sui prodotti che si acquistano e sulle aziende produttrici, o dal boicottare i prodotti di aziende che hanno comportamenti dannosi in ambito sociale e ambientale. Di certo il periodo pandemico sembra abbia dato un impulso positivo in tema di sostenibilità. Il 55% del campione dichiara infatti che l’emergenza sanitaria è stata l’occasione per riflettere sul tema e ha portato a prestare maggiore attenzione ai prodotti acquistati. In molti hanno anche scelto di
prediligere l’acquisto di prodotti locali, per aiutare le imprese del territorio. Chi acquista prodotti sostenibili trae un vantaggio in termini emotivi, perché sente di aver fatto la “cosa giusta” (29,5%), di aver fatto qualcosa di buono per il mondo (25,8%) o per se stesso e per la propria famiglia (19,6%). Ma allora quali sono i principali ostacoli nell’adottare uno stile di vita sostenibile? Secondo gli intervistati, principalmente la mancanza di buona volontà delle persone, ma a seguire assume una grande rilevanza l’aspetto economico. Il 72,9% di essi dichiara infatti che lo stile di vita green è oneroso, per il 20% addirittura molto oneroso. L’attenzione all’ambiente non può essere appannaggio dei privilegiati, è evidente che l’accesso a prodotti e servizi sostenibili deve essere allargato alla più vasta platea. Questo sia per una questione etica, sia per poter garantire un concreto impatto a beneficio dell’ambiente. Il richiamo è quindi, in primis, alle azienda produttrici, ma anche ai singoli, perché attraverso un’attenta opera di informazione sappiano intercettare via via sempre più efficacemente tutte le opportunità che oggi stanno nascendo per tutelare l’ambiente in termini prospettici, mettendo al centro la qualità della vita delle generazioni future.
sostenibilità 50&Più ha condotto una ricerca su comportamenti e consumi consolidati, in un’ottica di economia compatibile con salvaguardia dell’ambiente e future generazioni. Ecco quanto è emerso
STILI DI VITA GREEN: LE ABITUDINI DEGLI ITALIANI COME SAREBBE UN MONDO IN CUI IL CONSUMO E LA PRODUZIONE DI BENI SEGUONO LOGICHE RESPONSABILI? Un mondo dove tutti possono utilizzare acqua pulita e potabile e dove gli esseri viventi vengono tutelati e salvaguardati? Un’utopia, diranno gli scettici. Eppure, l’ONU sogna in grande e progetta un pianeta dove a questi obiettivi si aggiungono anche un maggior utilizzo di energia pulita, una continua lotta al cambiamento climatico e la costruzione di città e comunità sostenibili in tutti i 193 Paesi che ne fanno parte. È scritto tutto nero su bianco nel documento Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile o, più comunemente, l’Agenda 2030. Diciassette obiettivi che riconoscono lo stretto legame tra il benessere umano e la salute dei sistemi naturali, per cui si lavorerà fino alla fine di questa decade. Il progetto, insomma, è ambizioso e riguarda tutti. Tanto che ognuno di noi può fare la propria parte partendo dalla quotidianità. Ma come se la cavano gli italiani e i soci di 50&Più quando
si tratta di consumo sostenibile? Abbiamo cercato di scoprirlo, con l’aiuto di Format Research, conducendo un’indagine in merito all’ultimo anno su 1.854 persone, di cui 578 associati, provenienti da tutta Italia. Ci siamo domandati, infatti, se su questo tema si notano differenze tra le varie aree geografiche del Paese, ma anche tra le diverse fasce d’età e persino tra uomini e donne. IL CONCETTO DI “CONSUMO SOSTENIBILE”
Le prime risposte positive sono arrivate già al primo quesito. Quando abbiamo chiesto agli intervistati se sapessero cosa significa adottare comportamenti sostenibili, il concetto è sembrato chiaro alla maggioranza, con uno scarto positivo degli associati 50&Più. L’88,4% di loro, infatti, ha dichiarato di sapere come si comporta un consumatore attento alla sostenibilità, contro l’81% del campione totale. Tra i comportamenti più riportati da entrambi i gruppi ci sono la scelta di utilizzare lampadine a basso consumo o fare una corretta raccolta differenziata, ridurre gli sprechi acquistando
40 I spazio50.org I MAGGIO 2021
di Linda Russo Centro Studi 50&Più
solo il necessario, privilegiare i prodotti a km zero o di supporto al mercato locale, acquistare prodotti ecologici o sostenibili, prediligere mezzi di trasporto meno inquinanti e riparare gli oggetti fino a quando è possibile, piuttosto che acquistarne subito di nuovi. Una serie di azioni che sembrano attuate più spesso dalle donne tra i 65 e gli 85 anni residenti nelle regioni a Nord-Est. A sorpresa, però, coloro che tendono a riparare gli oggetti usurati prima di rimpiazzarli sono i giovani tra i 18 e i 34 anni. La stessa fascia di popolazione che risulta più attenta quando si tratta dell’acquisto di prodotti ecologici e sostenibili insieme a quella dai 35 ai 64 anni. Sono i senior, tuttavia, ad affermare maggiormente che chi adotta comportamenti sostenibili può definirsi un consumatore che “fa la cosa giusta”. Un’idea condivisa dal 36% dei soci 50&Più, mentre il campione totale afferma che chi agisce nel rispetto di un consumo sostenibile è una persona che adotta comportamenti responsabili e di civiltà (26%) e, per il 19,2%, fa qualcosa di buono per il pianeta (figura 1).
Figura 1 Il sentiment sui comportamenti sostenibili L’81% dei consumatori ha dichiarato di conoscere cosa significhi essere un “consumatore che adotta comportamenti sostenibili”. La quota sale all’88,4% tra gli associati 50&Più.
Figura 2 L’acquisto di prodotti sostenibili (non alimentari) Nel 2020, oltre il 68% dei consumatori italiani ha avuto modo di acquistare prodotti ecologici o comunque sostenibili (non alimentari).
LE ABITUDINI
A suo avviso, un consumatore che adotta “comportamenti sostenibili” è un consumatore che...? Adotta un comportamento responsabile e di civiltà
Totale Associati 50&Più
Fa qualcosa di buono per il pianeta Fa la cosa giusta
Gli acquisti non alimentari Quando si passa dalla teoria alla pratica, però, gli italiani si applicano - sfortunatamente un po’ meno. Nel 2020, infatti, il 68,3% ha avuto modo di acquistare prodotti non alimentari ecologici o sostenibili. Tra i maggiori consumatori green vediamo i giovani tra i 18 e i 34 anni residenti soprattutto nelle regioni del NordEst e del Centro. Al lato opposto si piazza il 15,1% del campione totale, che ha dichiarato di non aver mai acquistato prodotti ecosostenibili non alimentari (figura 2). I motivi di questa scelta dipendono dall’elevato costo della merce, seguito dalla mancanza di tempo per andare alla ricerca dei giusti prodotti, dalla difficoltà nel distinguere i prodotti sostenibili e nel reperirli.
Fa una cosa intelligente Si può permettere di adottare comportamenti giusti, ma che costano (non tutti possono permetterselo) Fa delle scelte come se ne possono adottare tante altre, non sono più o meno valide rispetto a tante altre, ognuno fa ciò che vuole Adotta comportamenti alla moda che migliorano la propria immagine di fronte agli altri È solo un idealista
Conoscono il concetto di comportamento sostenibile:
81 % 88,4 %
Non conosco il concetto di comportamento sostenibile, di consumatore sostenibile o di sostenibilità, non posso esprimere un giudizio in merito
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Nel corso del 2020, e nei primi mesi del 2021, ha acquistato prodotti non alimentari ecologici o sostenibili? 68,3% «Si, spesso o qualche volta»
31,7%
45,2
«Si, raramente o mai»
23,1
Si, spesso
Si, qualche volta
16,6
15,1
Si, raramente
No, mai
Valori percentuali
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
La spesa alimentare I risultati dell’indagine si fanno più positivi, però, quando si parla di cibo. La frequenza di acquisto di prodotti alimentari sostenibili, infatti, si attesta intorno al 77%. A comprare spesso questi prodotti sono le donne, gli over 65 e i residenti al Sud e nelle Isole. Anche in questo caso, l’elevato costo della merce, la difficoltà nel distinguere e reperire i prodotti alimentari sostenibili e la mancanza di tempo scoraggiano l’8,4% della popolazione (figura 3). Che si tratti di alimenti o di prodotti per l’igiene e per la casa, comunque, chi decide di acquistare lo fa soprattutto tramite la grande distribu» MAGGIO 2021 I 41
LE INCHIESTE DI 50&PIÙ
Quali sono state le motivazioni? Non hanno acquistato prodotti non alimentari ecologici o sostenibili
8,4
I prodotti sostenibili sono molto costosi, non posso permettermi di acquistarli
35,2
Ho difficoltà a reperire prodotti sostenibili nei luoghi di acquisto che frequento abitualmente
22
Non riesco a distinguere i prodotti sostenibili da quelli non sostenibili
21
Non ho tempo per andare alla ricerca dei prodotti sostenibili
17,9
Ritengo che i prodotti sostenibili siano di qualità inferiore
1,8 12
Altro Valori Percentuali
No, mai
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Per raccogliere informazioni sulla sostenibilità di un prodotto, lei a cosa si affida prevalentemente? All’etichetta 72,5
Figura 3 Il mancato acquisto di prodotti sostenibili (alimentari) Il costo elevato, la difficoltà di reperire i prodotti sostenibili e la scarsa capacità di identificare i prodotti green rappresentano le motivazioni prevalenti per i mancati acquisti. Figura 4 I canali informativi Sette consumatori su dieci, tra coloro che acquistano sostenibile, prestano attenzione quasi esclusivamente all’etichetta. Il 23,8% degli italiani è interessato anche ai dati che raccoglie sul web.
Alle informazioni che si trovano su internet e sui blog 23,8
Ai canali di informazione presenti sul sito dell’azienda 15,8
All’opinione di amici e conoscenti preparati sull’argomento 13,6
Cercano informazioni
97,7%
Alle informazioni dei commessi e dei dettaglianti 12,3
Alla pubblicità televisiva, radiofonica e cartellonistica 10,4
Altro 0,7 Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
zione organizzata (GDO), seguita da negozi specializzati, mercati e bancarelle. I supermercati e la GDO, in particolare, sono i luoghi prediletti dagli over 65 che, al contempo, utilizzano le piattaforme di e-commerce o i siti internet dei produttori molto meno del campione totale. Sembra che il digital divide, in questo senso, colpisca ancora visto che i consumatori virtuali più assidui sono i giovani tra i 18 e i 34 anni. Nonostante questo, però, chi de-
42 I spazio50.org I MAGGIO 2021
cide di acquistare green vuole farlo in modo consapevole. Circa il 97% dei consumatori ecologici ricerca informazioni sulla merce che intende acquistare e in 7 casi su 10 presta attenzione quasi esclusivamente all’etichetta (figura 4). I COMPORTAMENTI
Analizzando la spesa sostenibile in base alla tipologia di prodotto, si può anche notare come gli alimenti biologici o ecologici siano al primo posto nell’interesse degli italiani. Il
15,8% del campione totale e il 21% degli associati, infatti, hanno comprato oltre il 50% di prodotti alimentari green. Meno attenti all’acquisto di detersivi e prodotti per la pulizia della casa, dove circa il 12% di entrambi i gruppi ha superato il 50%. Un risultato che scende intorno al 9% se si tratta di cosmetici e igiene personale, e tocca il 3% nel campo dell’abbigliamento (figura 5). Eppure, il sentiment legato al commercio sostenibile ed ecologico è piuttosto positivo.
Confermando l’idea iniziale in merito al consumatore provetto, infatti, chi acquista questa merce sente di aver fatto la “cosa giusta” o qualcosa di buono per il mondo. Un entusiasmo che si rileva maggiormente nei soci 50&Più residenti al Sud e nelle Isole. In ogni ambito della vita quotidiana, poi, ogni gruppo adotta le proprie strategie. Per la spesa alimentare, anche se in percentuali diverse, gli intervistati dei due gruppi dichiarano di portare una busta della spesa riutilizzabile e di scegliere prodotti di stagione e del territorio (figura 6). Gli associati, però, affermano anche di tenere d’occhio le date di scadenza evitando inutili sprechi. Per la gestione dei rifiuti, invece, il campione totale effettua al meglio la raccolta differenziata,
Figura 5 Gli acquisti dei prodotti sostenibili in un anno superiori al 50%
I prodotti sostenibili acquistati in quantità superiore al 50% in un anno Totale Associati 50&Più
21% 15,8% 12%
12,8% 9,4%
9,3%
3.3% DETERSIVI PULIZIA PER LA CASA
SPESA ALIMENTARE
COSMESI IGIENE PERSONALE
3.6%
ABBIGLIAMENTO
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Figura 6 I comportamenti adottati per la spesa alimentare L’uso di buste riutilizzabili, la scelta di prodotti di stagione e/o del territorio sembrano essere i comportamenti prevalenti facendo la spesa.
Pensando al concetto di sostenibilità più ad ampio raggio, quali comportamenti è solito adottare in tema di…? Totale Associati 50&Più
SPESA ALIMENTARE Porto sempre con me la busta della spesa riutilizzabile Scelgo prodotti di stagione Scelgo prodotti del territorio Acquisto solo ciò di cui ho realmente necessità Tengo sempre d’occhio le scadenze dei prodotti Scelgo prodotti con imballaggi ridotti e riciclati Scelgo prodotti biologici (es. senza pesticidi) Compro soprattutto alla spina (pasta, detersivi, ecc.) Nessuno di questi
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Figura 7 Le motivazioni di chi non effettua al meglio la raccolta Tra coloro che non riescono ad effettuare al meglio la raccolta differenziata, i consumatori lamentano la mancanza di tempo e malfunzionamenti nei servizi.
Quali sono le motivazioni per le quali non riesce ad effettuarla al meglio?
RACCOLTA DIFFERENZIATA
19,2% NON RIESCONO AD EFFETTUARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA AL MEGLIO
Per mancanza di tempo Il servizio non funziona al meglio Nel mio comune non si fa Difficoltà organizzative
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
non getta immondizia per strada e porta i rifiuti speciali nelle isole ecologiche. Un esempio seguito anche dagli associati che, in aggiunta, si impegnano a comprare sacchetti biodegradabili per l’umido e a non buttare oli (vegetali o minerali) nel lavandino o nel wc. Approfondendo il tema della raccolta differenziata, circa l’87,1% del totale ritiene che sia un’attività poco o per niente difficile. Tra quelli che, invece, non riescono ad effettuarla, viene evidenziata la mancanza di tempo e il malfunzionamento dei servizi. Il 36,2%, ad esempio, afferma di non avere abbastanza tempo e nel 23,6% dei casi sostiene anche che nel proprio comune non si faccia la raccolta (figura 7). Un dato che deve far riflettere visto che dal 2009 è stato previsto l’obbligo per tutti i Comuni di raccogliere in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti, e una successiva normativa ha previsto il vincolo di raggiungere il 65% entro il 2012. In materia di mobilità, invece, i comportamenti adottati dal campione si traducono in una predilezione per gli spostamenti in bici o a piedi per brevi distanze (64,4%), il mantenimento di pneumatici gonfi e della parte meccanica dell’auto in piena efficienza (45,4%) e lo spegnimento del motore in caso di coda o ingorgo (35%). Un trend seguito dagli associati, anche se il 71% di essi si sposta molto più spesso a piedi o in bici (figura 8). Infine, guardando al risparmio energetico, il 76,6% dei rispon» denti usa lampadine a MAGGIO 2021 I 43
LE INCHIESTE DI 50&PIÙ basso consumo, il 70,5% spegne le luci quando esce dalla stanza e il 60,4% utilizza la lavatrice solo a pieno carico. Comportamenti attuati anche dai soci che, pure in questo caso, sembrano un po’ più ligi e dichiarano di utilizzare lampadine a basso consumo nell’84% dei casi.
Figura 8 I comportamenti adottati per la mobilità Oltre il 64% dei consumatori ha dichiarato di preferire, per le distanze brevi, la camminata a piedi o l’utilizzo della bici. Il dato sale al 71% tra gli associati 50&Più.
Pensando al concetto di sostenibilità più ad ampio raggio, quali comportamenti è solito adottare in tema di…?
MOBILITÀ
Per le distanze brevi e/o medie mi sposto a piedi o in bici In auto, mantengo i pneumatici gonfi e la parte meccanica in piena efficienza In caso d’ingorgo o coda, spengo il motore Utilizzo i mezzi pubblici di trasporto con assiduità
LE RIFLESSIONI
Ma se fare la raccolta differenziata, cercare prodotti ecologici o spostarsi a piedi ci costa tempo, la pandemia, che ci ha regalato innumerevoli momenti liberi, potrebbe averci aiutato? Secondo il 55% dei rispondenti, sì. Sono loro, infatti, a dichiarare che l’emergenza sanitaria è stata un’occasione per riflettere sul tema della sostenibilità e per prestare maggiore attenzione ai prodotti acquistati. Inoltre, il 60% dei consumatori totali ritiene che la pandemia li abbia portati a prediligere l’acquisto di prodotti locali, anche con l’intento di aiutare le imprese del territorio (figura 9).
Utilizzo il servizio di car-sharing e promuovo il car-pooling con amici e colleghi Nessuno di questi Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Figura 9 La sostenibilità ai tempi del Covid-19 Oltre il 60% dei consumatori ritiene che la pandemia lo abbia portato a prediligere l’acquisto di prodotti locali, magari per aiutare le imprese del territorio.
In che modo?
55,5%
Si, la pandemia mi ha aiutato a riflettere sulla sostenibilità
LA PANDEMIA MI HA SPINTO A PENSARE CHE...
È importante acquistare prodotti locali, anche per sostenere le imprese del territorio
44 I spazio50.org I MAGGIO 2021
60,6
Ogni singola persona adottando comportamenti sostenibili può svolgere un ruolo fondamentale È importante ridurre gli sprechi (es. energetici o alimentari) È importante prestare maggiore attenzione all’ambiente che mi circonda
I TREND FUTURI
E se si pensa al prossimo futuro, quasi il 68% dei consumatori non ha dubbi: il tema dell’efficientamento energetico è prioritario. Le questioni primarie segnalate sono l’uso di veicoli elettrici per i trasporti, l’incentivazione della vendita di auto elettriche e il miglioramento dell’efficienza energetica di case ed edifici (figura 10). Un aspetto, quest’ultimo, condiviso soprattutto dalle donne under 65. Tra le categorie green del futuro in cui è importante ci siano più prodotti ecologici, infatti, svettano
Totale Associati 50&Più
46,8 32,5 25
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Figura 10 La visione del futuro Quasi il 68% dei consumatori ritiene che un tema prioritario da affrontare nel prossimo futuro sia quello dell’efficientamento energetico.
L’uscita dalla crisi sanitaria dovrà essere il momento per ripartire e investire nella sostenibilità. Quali tra le seguenti questioni sono, secondo Lei, più importanti da affrontare nel suo territoro nel prossimo futuro?
67,9% 42,1%
32,1% 4,5%
Migliorare l’efficienza energetica di case e edifici
Incentivare uso veicoli elettrici per i trasporti
Incentivare la vendita di automobili elettriche
Altro
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
i veicoli, seguiti dall’alimentazione, dai detersivi e i prodotti per la pulizia e l’edilizia. È evidente, come già anticipato, che chi sta adottando (o ha già adottato da tempo) dei comportamenti ecosostenibili sia appagato dalla propria scelta. Quasi il 65% dei consumatori ritiene che l’adozione di uno stile di vita sostenibile porti dei cambiamenti nella propria vita personale. Coloro che attuano comportamenti green, infatti, si aspettano miglioramenti nella qualità della vita, più garanzie per la salute, un maggiore entusiasmo e un rinnovato senso di appartenenza alla comunità (figura 11). E quali sono, allora, i motivi che possono ostacolare, oggi, i consumi o i comportamenti sostenibili? Secondo gli intervistati, sarebbero principalmente tre: mancanza di buona volontà da parte dei cittadini, mancanza di cultura e sensibilità sul tema e costi troppo elevati. Il prezzo dei prodotti ecologici e sostenibili, infatti, rappresenta una criticità e il 53,2% dei rispondenti ha dichiarato che il loro acquisto rappresenta un lusso. Una percentuale che scende al 43,6% tra gli associati (figura 12). Coloro che credono che questo stile di vita non sia affatto oneroso sono gli over 65, al contrario delle fasce più giovani che lo ritengono molto o abbastanza costoso. Un dato che va di pari passo con le ultime rilevazioni rilasciate da Istat in merito alla povertà assoluta del Paese, secondo cui l’unica classe di età che sembra mantenere una certa stabilità economica è proprio quella dei senior.
Si aspetta dei risultati, o cambiamenti nella sua vita personale, per se stesso adottando uno stile di vita ecologicamente consapevole?
64,9 % Si, adottando uno stile di vita consapevole, mi aspetto dei cambiamenti nella mia vita personale
Figura 11 I cambiamenti legati ai comportamenti sostenibili Circa il 65% dei consumatori ritiene che l’adozione di uno stile di vita sostenibile porti dei cambiamenti nella propria vita personale.
Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
Figura 12 Lo stile di vita sostenibile contro la sostenibilità come lusso Oltre il 53% dei rispondenti ha dichiarato che l’acquisto dei prodotti sostenibili rappresenta un lusso. La percentuale scende al 43,6% tra gli associati 50&Più.
Lei ritiene che l’acquisto di prodotti sostenibili rappresenti un lusso, un acquisto “costoso” rispetto all’acquisto di prodotti non sostenibili? Coerentemente con quanto emerso, tra il 43,6% degli associati che ritengono che l’acquisto di prodotti sostenibili sia un lusso, il 26,2% ritiene che adottare uno stile di vita sostenibile sia “molto oneroso” a livello economico; il 73,8% ritiene che sia “abbastanza oneroso”.
Coerentemente con quanto emerso, tra il 53,2% di coloro che ritengono che l’acquisto di prodotti sostenibili sia un lusso, il 26% ritiene che adottare uno stile di vita sostenibile sia “molto oneroso” a livello economico; il 74% ritiene che sia “abbastanza oneroso”.
53,2 %
Si, l’acquisto di prodotti sostenibili rappresenta un lusso
43,6 %
Si, l’acquisto di prodotti sostenibili rappresenta un lusso Fonte: Centro Studi 50&Più - Format Research
MAGGIO 2021 I 45
greenwashing
ATTENZIONE ALLE FALSE AZIENDE GREEN
di Giovanna Favale
Il greenwashing è una pratica ingannevole che fa sembrare le aziende amiche dell’ambiente e della sostenibilità: in realtà si tratta di una strategia di marketing. Ecco come ci si tutela
È DAVVERO POSSIBILE DEDICARSI AD UNO SHOPPING CONSAPEVOLE? Fino a qualche anno fa non avremmo mai dato peso ad una simile domanda. E invece, al giorno d’oggi, i temi della sostenibilità e della tutela ambientale sono molto sentiti. Sempre più persone, infatti, decidono di fare acquisti informati, che rispettino l’ambiente preservandone le risorse. E anche i vari Stati, da parte loro, hanno iniziato ad imporre direttive a tutela della natura. E le industrie? Lungi dal rimanere impassibili dinanzi a questo cambiamento, anche loro hanno iniziato ad adattarsi a questa ondata “verde”. Sbagliato, però, fare di tutta l’erba un fascio. Sebbene, infatti, le aziende “green” oggi siano sempre più numerose, ve ne sono anche molte altre che hanno deciso di sfruttare il tema della sostenibilità soltanto a loro vantaggio. E lo
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fanno attraverso la pratica del greenwashing. CHE COS’È
Letteralmente questo esotismo deriva dalla combinazione di due parole inglesi: “green”, ovvero “verde” come simbolo dell’ecologismo, e “whitewashing”, cioè l’attività di nascondere fatti spiacevoli. Sta a indicare la tendenza di molte aziende di proclamare finti comportamenti “sostenibili” soltanto per attirare l’attenzione di quella fascia di consumatori attenti alle sorti del pianeta. È un’operazione di marketing, dunque, una pubblicità ingannevole mediante la quale le aziende cercano di ottenere un beneficio economico, del profitto, senza fare in realtà nulla di concreto nei confronti della tutela ambientale. Ecco quindi che si condiscono i propri prodotti in “salsa green”, spacciandosi come eco-friendly senza esserlo veramente. In-
vestono tempo e denaro in pubblicità ed azioni di marketing, piuttosto che implementare realmente pratiche a basso impatto ambientale. Il risultato è doppiamente negativo: da una parte, questo tipo di pratica ostacola fortemente lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile e, allo stesso tempo, confonde tutti quei consumatori che stanno realmente cercando di costruirsi una coscienza ambientale, rimodulando le proprie scelte di vita quotidiana. Dinanzi a questo tipo di raggiri, infatti, il cliente si sente ingannato, e perde fiducia verso qualsiasi forma di comportamento sostenibile. Il rischio, quindi, è che si generi scetticismo nei confronti di qualsiasi messaggio di sostenibilità, anche quando è veritiero. COME DIFENDERSI
Riconoscere e combattere il greenwashing è possibile, a patto di usare le giuste strate-
I CONTROLLI gie. Anzitutto bisogna imparare a guardare l’azienda nel suo complesso, cercando informazioni rispetto alle sue politiche di business e sostenibilità ambientali. Attenzione anche a come esse vengono applicate a tutta la filiera produttiva. Le aziende che credono nella sostenibilità, quelle per cui la salvaguardia dell’ambiente è un vero valore, infatti, generalmente sono molto trasparenti. Viceversa, quelle che cercano di dare forzatamente una veste green ai propri prodotti, utilizzano molto bene le parole, ma ben poco i fatti. È bene ricordare, ad esempio, che è facile dichiarare un prodotto come “naturale al 98%”, soprattutto quando si tratta di cosmetici: la formulazione, infatti, non deve far altro che essere composta da acqua. Analogamente, anche il termine “biodegradabile” può generare confusione: ogni materiale, infatti, è biodegradabile, anche la plastica. Ciò che conta, piuttosto, è capire quanti e quali danni può provocare all’ambiente nel frattempo. È importante controllare le certificazioni ambientali e, in presenza di loghi, cercare le informazioni sui criteri di assegnazione. I COLORI CONFONDONO
Non bisogna poi cadere nella trappola dei colori e degli spot: diffidare di informazioni troppo vaghe, oppure troppo tecniche. Mai sottovalutare l’importanza del packaging: la scelta di colori come il verde, il marrone o il bianco, potrebbe subito indurci a pensare di trovarci davanti ad un prodotto che si prende cura dell’ambiente. Probabilmente, però, potrebbe trattarsi soltanto di una
strategia di marketing. Cosa fare dunque? Verificare gli ingredienti, la storia dell’azienda e il suo reale impegno nel non aggravare il cambiamento climatico. In internet ci sono molti siti che si occupano di aiutare i consumatori a difendersi dal greenwashing, permettendo di conoscere, in tempo reale, l’impronta ecologica di molti prodotti. GREEN CONSUMPTION PLEDGE
È un’iniziativa lanciata dalla Commissione Europea il 25 gennaio scorso per dotare i consumatori dei mezzi per compiere scelte più sostenibili. Inserita all’interno del Patto europeo per il clima, il Green Consumption Pledge chiede alle aziende un impegno a favore di un consumo sostenibile, di pratiche commerciali e di marketing responsabile. Il progetto si incentra su prodotti non alimentari e ha cinque ambiti di impegno: calcolare l’impronta di carbonio dell’impresa e quella di determinati prodotti di punta della stessa. Inoltre, mira ad aumentare la quota dei prodotti o servizi sostenibili nelle vendite totali e ad assegnare una parte della spesa destinata alle relazioni pubbliche, alla promozione di pratiche sostenibili, in linea con l’attuazione del Green Deal europeo. Infine, l’impegno ad assicurare che tutte queste informazioni siano facilmente accessibili, precise e chiare, così che il consumatore possa visionarle. Devono essere sempre aggiornate e tenere traccia di eventuali riduzioni o aumenti dell’impronta ecosostenibile.
LA NORMA
A tutela dell’ambiente Il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, in vigore dall’8 marzo 2017, nell’articolo 12, quello sulla “Tutela Ambientale”, frena il greenwashing e controlla i green claim, ovvero i messaggi pubblicitari che contengono rivendicazioni ambientali. La norma afferma, infatti, che «la comunicazione commerciale che dichiari o evochi benefici di carattere ambientale o ecologico deve basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili. Tale comunicazione deve consentire di comprendere chiaramente a quale aspetto del prodotto o dell’attività pubblicizzata i benefici vantati si riferiscono».
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food forest
Arriva dall’America, ma anche in Italia la realtà delle foreste commestibili è sempre più diffusa: l’idea alla base è salvaguardare l’ambiente e rendere il cibo un bene accessibile e libero. Anche in città
FOOD FOREST, UN BOSCO DA MANGIARE UNA DELLE PRINCIPALI CAUSE DELLA DEFORESTAZIONE È L’AUMENTO DELLA SUPERFICIE DELLE TERRE COLTIVABILI. Secondo l’ultima edizione del Rapporto sullo Stato delle Foreste nel Mondo, prodotto dalla Fao e dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, dal 1990 al 2020 sono andati perduti circa 420 milioni di ettari di foresta a causa della conversione di suolo per l’agricoltura o altri usi. Nonostante il disboscamento sia rallentato nell’ultimo decennio, è stato calcolato che ogni anno sono in media 10 milioni gli ettari di verde che scompaiono. Eppure, già da qualche anno si stanno sperimentando progetti in controtendenza, non solo per favorire la piantumazione delle aree urbane, ma anche per cercare di creare un modello di agricoltura alternativa che preveda porzioni di città da destinare alla crescita
di piante e frutti. Alla base di queste foreste commestibili c’è l’idea che il cibo debba essere una risorsa per la comunità, e che si possa ottenere in modo naturale e senza un eccessivo intervento dell’uomo. La più grande food forest del mondo si trova a Seattle, nell’area di Beacon Hill, che gli dà il nome, e si estende su oltre ventimila metri quadrati dove crescono piante e ortaggi. L’idea è nata nel 2009 dopo una serie di incontri a tema che erano stati organizzati da Jenny Pell, esperta di permacultura, un sistema di progettazione del territorio in grado di integrare l’uomo con l’ambiente e i suoi elementi, cercando di soddisfarne i bisogni come cibo, fibre ed energia. L’inaugurazione della foresta è arrivata nel 2014, e oggi quello spazio è in grado di soddisfare il 5% del fabbisogno alimentare della popolazione di Seattle. Beacon Hill Food Forest prevede un’area dedicata agli alberi
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da frutto, con cespugli di bacche commestibili, vitigni e un altro spazio per gli ortaggi, ed è diventata anche un luogo di ritrovo con aree per bambini, per l’organizzazione di corsi e seminari e per consumare il proprio raccolto. A New York, la Food Forest Swale è galleggiante: realizzata all’interno di un’imbarcazione sul fiume Hudson, è stata ideata dall’artista-attivista Mary Mattingly per dimostrare come sia possibile coltivare piante e frutti commestibili in ambienti urbani, e come si possano rendere accessibili a tutti, anche in un luogo come Manhattan. Il fatto di aver piantumato una nave e non un terreno è una risposta provocatoria alla norma che a New York vieta la coltivazione e la raccolta in qualsiasi terreno pubblico, della quale si chiede la modifica, in tempi di consumo consapevole e attenzione ambientale. Dal 2016 ad oggi, Swale ha avuto oltre 200mila
di Winda Casula visitatori, 800 tour guidati, 75 incontri con le scuole. Attualmente è in fase di ristrutturazione, pronta a riaprire al pubblico nel 2022. Anche in Italia non mancano esempi virtuosi, da non confondere con i più diffusi orti urbani: perché l’idea di poter ricavare cibo da una foresta accoglie non solo una visione ecologista e di riscoperta della collettività, ma anche una concezione economica del cibo come bene libero e accessibile a tutti. I pionieri della sperimentazione sono stati i cittadini di Parma che, nel 2012, hanno realizzato la Picasso Food Forest, che oggi ospita 202 specie di piante diverse, oltre a 185 alberi e arbusti, su un terreno di 4.500 metri quadrati. La cura di questo spazio verde si basa su alcuni principi condivisi: nessun utilizzo di sostanze chimiche, valorizzazione delle erbe spontanee senza la lavorazione del terreno, utilizzo ridotto di strumenti
LA NATURA a motore, compostaggio in loco degli scarti, irrigazione minima e incremento della biodiversità animale e vegetale. Le piantumazioni sono state effettuate secondo i sette strati vegetativi che si possono identificare in un bosco: gli alberi alti oltre dieci metri, gli alberi più piccoli, gli arbusti, lo strato erbaceo, il sotterraneo, lo strisciante di copertura e lo strato rampicante. Questa impostazione permette di utilizzare al meglio lo spazio e soprattutto di beneficiare delle relazioni che le piante hanno tra loro. A Milano, invece, dopo la Food Forest dell’Ortica, zona est della città, nata nel 2015 da una discarica bonificata, l’associazione CasciNet ha lanciato un nuovo progetto per le aree agricole dell’area sud; mentre al Parco Nord è partita l’idea di uno spazio di 10mila metri quadri da piantumare ad arbusti e alberi da frutto, legno e medicinali, coinvolgendo anche i cittadini nella creazione - attraverso il sito Wownature -, che permette di scegliere un albero da piantare in cambio di una piccola donazione. A Partinico, in provincia di Palermo, il progetto Food forest ha sposato la lotta alla mafia, perché la prima area adibita a foresta commestibile sorge su un terreno confiscato negli anni Novanta al clan Madonia, e affidato alla cooperativa sociale NoE, No Emarginazione, che ora si è messa in rete con la cooperativa agricola Valdibella. La piantumazione prevista è di 1.500 tra alberi, arbusti ed erbe aromatiche. E la speranza è che altre realtà siciliane seguano questa strada, in una Regione a rischio desertificazione per il 70% del suo territorio.
In equilibrio La creazione della Food
forest si basa sull’idea di ricreare un sistema boschivo che si comporti come una foresta con i suoi livelli, e che richieda poca manutenzione da parte dell’uomo. Nelle food forest si trovano alberi e piante commestibili nelle loro parti di fiori, radici, foglie e frutti, alberi utilizzabili per il legno o per altri scopi, cespugli e piante aromatiche, piante ed erbe spontanee, ortaggi di molte tipologie differenti, perenni o annuali, in grado di mantenere un equilibrio naturale ricco di biodiversità. I pionieri della tecnica della permacultura, ossia l’integrazione di discipline diverse per progettare in armonia con la natura, sono Bill Mollison e Masanobu Fukuoka, e i loro libri, Introduzione alla
permacultura di Molli-
Un progetto ambizioso, lanciato nel 2007, prevede di piantare una striscia di 8mila chilometri di alberi, dal Senegal a Gibuti, per fermare la desertificazione. Bisogna risanare cento milioni di ettari di terreni degradati e generare dieci milioni di posti di lavoro nel settore dell’economia verde entro il 2030
LA GRANDE MURAGLIA AFRICANA
di Romina Vinci
son e Reny Slay, e
L’agricoltura del non fare di Fukuoka, sono fra i principali riferimenti per avvicinarsi alla coltivazione naturale.
UNA MEGA CINTURA DI ALBERI CHE CINGE L’AFRICA NELLA REGIONE DEL SAHEL, UN POLMONE VERDE TRA IL DESERTO DEL SAHARA E LA SAVANA DEL SUDAN, CHE TAGLIA ORIZZONTALMENTE IL CONTINENTE. È la Grande muraglia verde africana, un colossale progetto di riforestazione e gestione sostenibile del suolo. È considerata la più importante opera naturale che l’uomo abbia mai costruito, e dovrebbe essere pronta nel 2030. Dovrebbe, appunto, il condizionale è quanto mai opportuno. Perché, » MAGGIO 2021 I 49
LE INCHIESTE DI 50&PIÙ ad oggi, questo faraonico progetto è stato realizzato solo in minima parte. Prevede un muro di alberi e di terreni dedicati all’agricoltura sostenibile, bacini e impianti energetici, un corridoio lungo 8mila chilometri e largo 15. È una risposta concreta alle minacce che desertificazione, cambiamento climatico e degrado dei suoli rappresentano, costantemente, per gli africani, mettendo a dura prova la vita di milioni di persone. La muraglia verde, infatti, mira a ripristinare 100 milioni di ettari di territorio arido e degradato, dal Senegal a Gibuti, frenando l’avanzata del deserto, e a catturare 250 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Sulla carta darebbe il via ad una nuova economia in grado di alimentare 10 milioni di posti di lavoro. L’ORIGINE DEL PROGETTO
L’idea di questa immensa foresta verde ha più di mezzo secolo di vita: venne lanciata nel 1952 dall’esploratore inglese Richard St. Barbe Baker, di ritorno da una spedizione nel deserto del Sahara. Nel corso della sua traversata, infatti, il biologo britannico aveva recepito i primi segnali che, da lì a qualche decennio, le terre al confine del deserto sarebbero state sopraffatte dalla sua avanzata. È per questo
che lanciò un’idea folle per l’epoca: combattere la desertificazione costruendo un gigantesco muro verde che potesse dividere in due il deserto del Sahara. Ma non venne preso sul serio: il suo progetto era troppo vasto, troppo costoso, a dir poco impraticabile. Baker ci aveva visto giusto però, e fu un gran precursore: negli Anni ’70 il processo di desertificazione del Sahel fu sotto gli occhi di tutti, a causa della siccità che diede una forte accelerazione all’inaridimento di queste terre. Bisogna aspettare il ventunesimo secolo per vedere tornare in auge l’idea di Richard St. Barbe Baker. Nel 2002, infatti, il progetto della Grande muraglia verde venne presentato e discusso ufficialmente all’interno dell’Unione Africana. Venne adottato e partì ufficialmente nel 2007. I PARTECIPANTI
All’inizio sono stati undici i Paesi africani che hanno deciso di aderire a questo grande muro di alberi. Poi, nel corso del tempo, se ne sono aggiunti altri. Ad oggi sono 20 in tutto: Algeria, Burkina Faso, Benin, Camerun, Ciad, Capo Verde, Gambia, Gibuti, Egitto, Etiopia, Eritrea, Libia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan e Tunisia.
A causa dei nuovi ingressi è stato modificato anche il corridoio iniziale, con l’aggiunta di zone fuori campo e un mosaico di iniziative a nord e sud di questa grande cintura. GLI ALBERI PIANTATI
Lungi dall’essere un progetto unitario, il polmone verde africano va avanti a rilento, con differenze e tempistiche diverse da paese a paese, e con numeri che segnano un forte ritardo rispetto alla tabella di marcia. Secondo il rapporto dell’UNCCD (la Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione), nel settembre 2020 su 100 milioni di ettari previsti ne sono stati recuperati soltanto 4 milioni. L’opera ha finora generato 335mila posti di lavoro, rispetto ai 10 milioni di posti previsti quando tutto andrà a regime. Il Paese più “virtuoso” è l’Etiopia, che ha piantato 16,6 milioni di piante. Fanalino di coda è invece il Ciad, che non è andato oltre 1,1 milione di alberi piantati. Attualmente sembra utopia immaginare che questa grande opera possa essere realizzata entro il 2030, ma è uno sforzo che va fatto (e i grandi della Terra se ne sono finalmente accorti) per evitare che il Continente si arrenda alla desertificazione e ai cambiamenti climatici.
La Grande muraglia africana sarà grande tre volte la barriera corallina e taglierà orizzontalmente l’Africa, dal Senegal a Gibuti. A quindici anni dall’avvio, e a meno di nove dal suo completamento, è stata però realizzata solo in minima parte
LE NOVITÀ SUMMIT SULLA BIODIVERSITÀ
Annunciati importanti investimenti Novità sulla Grande muraglia africana sono arrivate durante il One Planet Summit for Biodiversity, la conferenza che si è tenuta a Parigi l’11 gennaio scorso, ed ha visto i grandi del mondo riuniti per stilare un bilancio su ciò che è stato fatto, nell’ultimo decennio, sul tema della biodiversità, e per fissare un’agenda post 2020. È proprio in questa occasione che è stato annunciato un “impegno rafforzato” per sostenere il progetto, a partire dalla Banca europea per gli investimenti, che ha promesso di mettere il piede sull’acceleratore. Negli anni, infatti, i finanziamenti annunciati dai donatori non sono stati rispettati. Nel 2015, al momento dell’accordo di Parigi sul clima, erano stati previsti 4 miliardi di dollari per il progetto. Sono stati pagati però soltanto 870 milioni, meno di un quarto della cifra. Si è temuto che ciò portasse ad un fallimento dell’iniziativa, ma a dissolvere tutti i dubbi ci ha pensato, con fermezza, il presidente francese Emmanuel Macron che, nel corso del summit, ha ribadito che «ci sono stati alti e bassi, ma il Grande muro verde fa parte delle soluzioni per fornire un futuro sostenibile alle popolazione del Sahel». Per questo sono stati promessi oltre 14,3 miliardi di dollari, in cinque anni, nel periodo 2021-2025. 50 I spazio50.org I MAGGIO 2021
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__LIBRI CULTURA__ “ALCUNE PAROLE BISOGNA NON DIRLE MAI, PERCHÉ FANNO ACCADERE LE COSE”. Ma lo psichiatra ormai l’ha detta: «Potrebbe essere Alzheimer». Zia Camilla, che è stata trovata in piazza spaesata e svestita, si è ammalata di Alzheimer: il “tedesco”, con i progressivi deficit di memoria e il deterioramento delle funzioni esecutive, sgretola a colpi di falce la sua autonomia. Accanto a lei, attenta, vigile, partecipe, la nipote Andreina, mossa dalla riconoscenza che è anche amore di figlia, pure se la sua non è una madre biologica. Osserva prima con stupore, poi intuisce la difficile e sofferta realtà, infine comprende l’irreparabile e predispone la “cura” per la forza soverchiante della malattia. E la “cura” vuol dire qualcosa di tanto complesso e insieme tanto naturale, un modo di stare con la zia, “non c’era un piano, s’è costruito giorno per giorno”. In Adesso che sei qui Maria Pia Veladiano racconta questa vicenda molto personale nei momenti significativi che si intrecciano con una genealogia
L’AMORE DI + UNA NIPOTE, OLTRE OGNI COSA
familiare fatta di ADESSO CHE SEI QUI vincoli, affetti, feGUANDA rite, partendo dal 266 PAGINE 18,00 EURO trauma: «La maGiudizio di 50&Più: lattia mentale è un tradimento della vita amica» perché «riguarda noi, proprio noi e la vita di chi amiamo». Come in altri suoi romanzi alle prese Un romanzo intenso con la fede, il doche tratta un tema complesso lore, la diversità, con grazia. La vita accanto un pensiero forte a un malato di Alzheimer, muove le sue pagine che riesce tra paure e scelte con molta credibida affrontare lità narrativa a sciogliersi nella di Renato Minore misura e nei gesti di Andreina, alle prese con “la piccola perfezione di un mondo HO SOGNATO DI VIVERE! che viene riparato”, e coPOESIE GIOVANILI munque “c’è una vita possiCarmelo Bene bile per chi è malato, bella e Bompiani - 104 pagine: prezzo: 15 euro piena, anche se diversa”. E Giudizio di 50&Più: nel piccolo brusio comuniHo sognato di vivere! è una raccolta di poesie tario di parenti, amiche, altre scritte dal ’50 al ’58 nella casa d’infanzia dei zie: intorno alla prediletta dal nonni materni in Puglia e poi a Roma, dove Carmelo Bene si era “signor Alzheimer”, rentrasferito per studiare Legge. Un prezioso recupero, uno zoom de piena di sornella preistoria letteraria di un artista che si sta costruendo nelle prese e di versue posture e nei suoi incantamenti. Nel Bene ventenne possono ve narrativa affiorare gli incanti e le ossessioni autobiografiche con cui cresce la tenera, e si radica una certa mitologia della propria identità “otrantina”. dolorosa, Quella di «un piccolo paese nel cuore del Salento, con una natura anche potente e prepotente, un mare blu scuro e denso come lo spazio, lancinanrocce e scogli ora a picco ora distesi e pietre protese verso il te storia di cielo, che dalla primavera all’estate profumavano l’aria di essenze Adesso che preziose»: così scrive il nipote Stefano De Mattia, che ha curato la raccolta inseguendo l’immagine “del giovane Carmelo”. sei qui. MAGGIO 2021 I 53
__LIBRI CULTURA__
Attraverso narrazioni sospese tra presenza e assenza, la designer e scrittrice tedesca, Judith Schalansky, affronta un percorso che cerca di descrivere come ci relazioniamo alla fine delle cose SI PARLA DI OGGETTI SMARRITI E OGGETTI DIMENTICATI, PROVVISORIAMENTE O PER SEMPRE, e oggi, con l’emergenza che stiamo vivendo da più un anno, siamo sottoposti a un senso continuo di perdita, un logorio incessante che sgretola il paesaggio di fronte ai nostri occhi, fino a farne una rovina o ad annientarlo, a vederlo evaporato, estinto. Come ci troveremo alla fine di questa drammatica, epocale esperienza? Che cosa dimenticheremo e che cosa salveremo? Viene naturale chiederlo a Judith Schalansky che ha scritto, in tempi pre-Covid, lo splendido 54 I spazio50.org I MAGGIO 2021
L’ESPERIENZA DELLA PERDITA, TRA MEMORIE E INVENTARI
di Renato Minore
Inventario di alcune cose perdute, dodici racconti tradotti per Nottetempo da Flavia Pantanella, ciascuno dedicato a una cosa smarrita, distrutta o semplicemente dimenticata dalla storia del mondo, restituita nel primo piano del piccolo dettaglio storico o visionario. La quarantenne scrittrice tedesca è perentoria: «Abbiamo perso la nostra
spensieratezza, siamo consapevoli della nostra mortalità. Scopriamo che cosa ci manca: il viaggio, il teatro, la piscina, ma forse solo la possibilità di visitare un bar affollato dietro l’angolo. Crollano abitudini, sistemi economici, modalità di consumo». Ma non dimentichiamo una cosa essenziale: «La loro assenza costruisce la nostra identità, l’assenza è una
più acuta presenza; i tempi di crisi sono anche momenti di concentrazione, di un riordinamento. Nulla può essere riportato indietro, ma la distinzione tra presenza e assenza può essere marginale finché esiste la memoria. Nessun profitto senza perdite, nessuna perdita senza profitto, come ci ha insegnato Agnes Heller». Judith Schalansky, che di recente ha ricevuto il Premio Internazionale di Saggistica “Città delle Rose”, ha impiegato parecchi anni tra ricerche e sopralluoghi fisici e bibliografici per scrivere il suo saggiomemoir-catalogo ingolfato nella perdita del ricordo, ma
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immerso nella forza ipnotica del racconto. Chiedo alla scrittrice, che è anche una designer (l’esperienza del libro ne porta il segno), il criterio con cui ha inseguito questi “oggetti smarriti”. «La ricerca mi ha dato l’opportunità di raccontare l’esperienza della perdita in modo più complesso. Ad esempio, il saggio su Saffo non riguarda solo la poesia, ma anche le fantasie con cui gli spazi vuoti sono stati occupati in diverse circostanze, non ultimo lo spazio vuoto della sessualità femminile che per lungo tempo è stato considerato qualcosa di innaturale, di non esistente. In una mia storia, una
tigre del Caspio e un leone berbero si incontrano in un’arena romana per una lotta di vita e di morte. Entrambe le specie oggi sono estinte». Come si riesce a tenere insieme dati storiografici, narrativa e saggistica? La risposta è semplice e insieme assai difficile. La lingua, quella giusta, quella che serve. È ciò che conta in letteratura. La verità è probabilmente una delle più grandi finzioni esistenti. Non che io non ci creda. Ma possiamo sperimentare in una seduta di psicoanalisi quanto siano complessi gli eventi. Ciò che unico in queste storie è che il fatto e la finzione
«CON LA SCRITTURA TUTTO SI PUÒ RENDERE ESPERIBILE, RICERCHE E RITROVAMENTI, PERDITE E CONQUISTE. NULLA PUÒ ESSERE RIPORTATO INDIETRO, MA LA DISTINZIONE TRA PRESENZA E ASSENZA PUÒ ESSERE MARGINALE FINCHÈ ESISTE LA MEMORIA»
non possono più essere separati: il fatto è romanzato e la finzione si trasforma in realtà. Il libro potrebbe anche essere letto come un’autobiografia nascosta. C’è un racconto in cui ricordo l’alienazione di una giovane coppia sposata nella Repubblica Democratica Tedesca. È la storia dei miei genitori, separati quando avevo sei anni. Nella mia vita molte cose sono state perdute. Prima il padre, poi il Paese della mia infanzia. La realtà è sopravalutata, lei scrive. Meglio sognare sulle carte. La realtà conta, soprattutto quando si tratta di come vogliamo vivere. Ma più invecchio, più diventa chiaro che non tutto ciò che avrei voluto fare può essere realizzato in vita. Ma ciò non significa che non possa essere presente. Ci sono molte possibilità di dedicarsi anche alle passioni non vive. Sognare e scrivere sono certamente buone strategie. Qual è il rapporto tra il design del libro e le storie che racconta? Il design crea il quadro per le mie storie, tutte della stessa lunghezza, 16 pagine, un foglio stampato. Fogli neri inquadrano i testi, un’intelaiatura in cui è facile spostarsi. La cosa bella del design dei
libri è che tutto sembra così pulito, le linee, la scrittura. Ma allo stesso tempo possono raccontare il caos. Torniamo al Covid. Come giudica la nostra reazione a questo imprevisto in rapporto a tutte le altre catastrofi che abbiamo affrontato in passato? Non avevamo immaginato che fosse così. Le catastrofi che conosciamo dai film, dai libri e anche dalla storia sono più catastrofiche. Rispetto alla peste o all’Ebola, i tassi di mortalità di Covid sono assai inferiori. Nel cosiddetto mondo occidentale siamo abituati al fatto che la storia sia una storia di progresso, in ogni caso al sicuro da ogni emergenza. Queste certezze sono ora spezzate, ma non è solo un’esperienza negativa. La nostra vulnerabilità potrebbe insegnarci l’umiltà, specialmente nell’affrontare le risorse naturali. Secondo lei, come reagirà la letteratura a questa catastrofe collettiva del Coronavirus? Può alimentare il desiderio di scrivere in un modo più complesso, diciamo “esistenziale”. Io avevo intenzione di scrivere, iniziare una storia d’amore, ma ora penso che il mio prossimo libro riguarderà la nostra responsabilità per il mondo in cui viviamo. Con la scrittura tutto si può rendere esperibile, ricerche e ritrovamenti, perdite e conquiste. Nulla può essere riportato indietro, ma la distinzione tra presenza e assenza può essere marginale finché esiste la memoria. MAGGIO 2021 I 55
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BREVI PROPOSTE
ORANI (NU)
Peter Halley a Orani Artista di riferimento del neo-concettualismo americano degli Anni ‘80, realizza nell’antico e imponente lavatoio pubblico dove è allestito il museo, un progetto dedicato. Le sue composizioni digitali, rigogliose di brillanti colori fluo, risaltano sul candore del cortile e delle pareti. Fino al 20 giugno al Museo Nivola
ROVIGO
Arte e musica Arte e Musica dal Simbolismo alle avanguardie ci mostra come la musica sia stata, a partire da fine ’800, un riferimento per tutte le correnti pittoriche. Dalla Secessione ai surrealisti, dai dada a Kandinskij e Klee, dal cubismo al futurismo, nessuno escluso. Fino al 4 luglio a Palazzo Roverella
Il critico, noto anche al pubblico di RaiUno, propone interessanti riflessioni su come confrontarsi con le opere prestigiose del nostro territorio
LUCA NANNIPIERI CI SPIEGA “A COSA SERVE LA STORIA DELL’ARTE” «IL COLOSSEO, SE LO SENTI SOLO COME UNA COSA DEL PASSATO, LO PUOI ANCHE BUTTARE GIÙ: È PIÙ UTILE UN PARCHEGGIO. Diviene invece importante quando sei consapevole che è importante per te, per il tuo essere uomo, cittadino, perché la tua storia dipende dalla sua. La storia dell’arte serve a questo: a mettere in dubbio l’ovvio». Così Luca Nannipieri, critico e storico dell’arte, autore di saggi e divulgatore Tv, spiega, con una provocazione, il valore insostituibile delle opere d’arte che punteggiano tutto il territorio italiano. E proprio A cosa serve la storia dell’arte (Skira, pag. 224, € 19)
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si intitola il suo ultimo libro, denso e stimolante, che vuole far capire quale sia il rapporto tra individui, comunità e patrimonio storico-artistico, di cui siamo tutti quanti insieme i possessori e i custodi. Scrive: «L’importante non è il patrimonio, non sono le opere d’arte, ma chi gli dà vita. L’importante non sono le chiese rupestri o gli affreschi di una villa o i borghi presenti nei territori in cui viviamo. L’importante è chi lavora a renderli vivi. Occorre dare rilevanza, sostenere e incoraggiare qualunque persona o qualunque comunità faccia un lavoro amorosamente vivo, cioè attento, sulla bellezza e sul patrimonio». Nannipieri riflette anche sulla
MOSTRE di Ersilia Rozza responsabilità sociale dello storico e del critico d’arte, definendo brutalmente un “verme che manomette la storia dell’arte” chi si presta - non sono così rari - a dichiarare autentici dei falsi. E si confronta con i punti di riferimento dell’analisi storico-critica, i direttori storici di importanti musei e con figure che hanno lottato per salvare i capolavori dalle distruzioni e dalle guerre. Soprattutto Nannipieri ci fa capire come “non siamo mai stranieri o turisti transitori quando guardiamo e scopriamo l’incredibile, disseminato e spesso maltenuto patrimonio storico-artistico che abbiamo attorno a noi. Da cittadini, ancora prima da persone, ne siamo i possessori, i tenutari, i custodi. Guardare, conoscere, scoprire il patrimonio artistico delle nostre terre è guardare e scoprire ciò di cui siamo fatti, le nostre ossa, il nostro sangue”.
__MUSICA CULTURA__ RICONOSCIMENTO AL JAZZ ITALIANO
Il miglior disco del 2020 per i critici della rivista giapponese Jazz Hyhyo è Islands dell’Alboran Trio, formato da Daniele Paliaga, pianista e compositore, e dai ritmi Dino Contenti e Ferdinando Faraò.
Dalla Comune di Parigi alle bombe, dalle comunità naturiste all’arte, soprattutto alle canzoni: un’epopea del XX secolo nel nuovo libro-cd del Club Tenco
UN AUDIOLIBRO TRA CANZONI E LIBERTÀ
MUSICA di Raffaello Carabini
+ IL DEBUTTO
La formazione altoatesina, composta da 250 professori di ogni età, offre eventi speciali in mezzo mondo LA SÜDTIROL FILARMONICA
A Dobbiaco (Bz) il 7 maggio, a Bolzano l’8 e a Merano il 9, sono previsti i primi concerti della nuova formazione altoatesina. Ruotando, 250 professori che vanno dai 18 anni di Giulia Dainese, violinista, ai 64 del trombonista Hansjörg Profanter e suonando in mezzo mondo, la Südtirol offrirà eventi speciali e non una programmazione stabile. Diretta da Michael Pichler, proporrà al debutto musiche di Stravinsky, Dvorák e Rufinatscha, compositore ottocentesco della Val Venosta.
COME SCRISSE ANDRES SCHWAB, «LE UTOPIE FALLISCONO SEMPRE: ALTRIMENTI NON NE NASCEREBBERO DELLE NUOVE». Quella di totale libertà denominata anarchia, dal greco “senza governo” (an, prefisso privativo, e árkhd, comandare), è stata, in tempi a noi prossimi, feconda di arte e suoni. È proprio dedicato a “le canzoni e gli avvenimenti che raccontano un’idea di libertà e di rivolta” il nuovo libro di Sergio Secondiano Sacchi, direttore artistico del Club Tenco, celebrato per l’attenzione alla canzone d’autore. Storie e amori d’anarchie (squi[libri], 270 pagine, € 25) analizza il movimento anarchico partendo dal punto di vista espresso nelle canzoni e ne tratteggia un panorama approfondito, dagli Usa all’Argentina, dall’Europa al Sudamerica, comprese le congiure,
gli atti di banditismo, le bombe, ma soprattutto quell’ideale cui si rivolsero anche gli esponenti di tutto il magma di correnti artistiche di fine ’800, gli aristocratici del preraffaellismo e neogotico compresi. Soprattutto, allegato al libro (che lo dettaglia nelle ultime 50 pagine) è un cd con 21 canzoni libertarie, dalla classica Addio Lugano bella alla gucciniana La locomotiva, proposta in catalano, dalla Né Dio né padrone di Léo Ferré alla corale Here’s To You di Joan Baez ed Ennio Morricone, dedicata a Sacco e Vanzetti, dall’ironica La verbena anarquista alla Canzone del maggio di De André, fino alle inedite Historia de tres amigos e Miserere capinere. Ottimi gli interpreti, registrati dal vivo, da Flaco Biondini, lo storico chitarrista di Guccini, all’ex New Trolls Vittorio De Scalzi. MAGGIO 2021 I 57
__CINEMA CULTURA __
Il collasso economico e la società convenzionale sono al centro di questo “road movie” interpretato da Frances McDormand, che ha conquistato Venezia
di Alessandra Miccinesi
+
FILM IN USCITA
NOMADLAND, VERSO LA LIBERTÀ
COMMEDIA
SULLA INFINITEZZA REGIA di Roy Andersson con: Lesley Leichtweis Bernardi, Ania Nova e Martin Serner Giudizio di 50&Più:
Opera d’arte rarefatta che, come un tableaux vivant, stupisce con gli unici effetti speciali del film, gli esseri umani: coi loro sentimenti, le angosce e gli stupori della vita, in un caleidoscopio di segni e sogni che ci accomunano. Come un quadro d’autore, ogni inquadratura incornicia vissuti diversi che trovano il medesimo valore: una coppia vola abbracciata su Colonia devastata dalla guerra, gli avventori di un bar osservano cadere la neve, soldati marciano verso il campo di prigionia e un prete chiede al medico: «Come si fa quando si perde la fede?».
LIVE ACTION
CRUDELIA REGIA di Craig Gillespie con: Emma Stone, Emma Thompson e Mark Strong Giudizio di 50&Più:
Un nuovo film per l’icona Crudelia De Mon. A prestare il ghigno a questa leggendaria “cattiva” del cartone animato La carica dei 101 oggi è Emma Stone, quasi una versione femminile di Jocker, anch’ella rivolta al suo lato oscuro e alla sete di vendetta. Nella Londra punk rock Anni ’70 la Baronessa von Hellman (Emma Thompson), a capo di una nota casa di moda, scopre il talento di Estella, abile truffatrice che sogna di diventare stilista di successo.
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CINEMA
IL PROFILO DELLA MAGNIFICA FRANCES MCDORMAND (2 OSCAR ALL’ATTIVO), CHE IN UNA PIAZZOLA NEL DESERTO GUARDA L’ORIZZONTE ALLE PRIME LUCI DELL’ALBA, È CINEMA CHE CATTURA E INNAMORA SUBITO. Non a caso Nomadland - Un racconto d’inchiesta, diretto da Chlòe Zhao, ha vinto il Leone d’oro alla 77° Mostra del cinema di Venezia, un Golden Globe (miglior film drammatico, miglior regia), e il premio del pubblico al Torino International Film Festival. L’elenco dei riconoscimenti è solo la cornice di un film meraviglioso. Storia per immagini che emoziona e riflette la condizione di una donna che, come altre persone vittime della crisi e della recessione, ha fatto del nomadismo una nuova bandiera di libertà. Alla ragazzina incontrata al market che la chiama “senza tetto” lei risponde col
sorriso che non è così: «Sono senza casa, ma non è la stessa cosa». Il film è l’adattamento del libro della giornalista Jessica Bruder e narra della 60enne Fern (McDormand), vedova e senza impiego, che lascia il Nevada per attraversare gli Stati Uniti a bordo del suo furgone. Fern si ritrova come i primi pionieri a calcare il suolo di una terra che promette a tutti nuove possibilità. Ma sentirsi fortunata perché può andare dove vuole in fondo non le basta: è solo l’inizio del suo viaggio. Sarà il ritmo dei passi sulla strada e gli incontri fatti sul cammino a renderla davvero libera. Insomma, un prezioso film “on the road” che profuma di vita e speranza. Candidato a 6 premi Oscar. Nel cast con David Strathairn recitano veri nomadi. Regia: Chloé Zhao Genere: drammatico Giudizio di 50&Più:
PENSIONE ANTICIPATA
QUOTA 100
Fino al 31 dicembre 2021 è possibile andare in pensione anticipata con Quota 100.
Ti aspettiamo presso i nostri uffici per verificare il diritto e la convenienza.
PER AVERE DIRITTO A QUOTA 100 SONO RICHIESTI I SEGUENTI REQUISITI: 62 anni di età e 38 anni di contributi (sia per gli uomini che per le donne) essere lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico, lavoratori autonomi o parasubordinati.
La pensione Quota 100 non è cumulabile, a partire dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro, fatta eccezione per il lavoro occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui.
ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE
Trova la sede sul nostro sito o chiama il nostro numero unico nazionale
www.50epiuenasco.it
intervista di Raffaello Carabini
L’ARTE COME FORMA DI ESPRESSIONE. E DI SALVEZZA 60 I spazio50.org I MAGGIO 2021
E
__le INTERVISTE di 50&Più__
ENRICO RUGGERI
ENRICO RUGGERI È NATO A MILANO NEL 1957 E SUONAVA NELLE CANTINE GIÀ A 15 ANNI. Ha vinto due Festival di Sanremo, inciso 35 album (di cui 5 con i Decibel) e scritto brani per molti cantanti. È anche conduttore radiofonico e televisivo e autore di cinque raccolte di racconti e poesie, sei romanzi e la biografia Sono stato più cattivo. Il suo ultimo cd è l’eccellente Alma e Un gioco da ragazzi il suo recente romanzo. Avanzando con l’età gli artisti tendono a essere meno soddisfatti delle loro opere, il che li porta a diradare sempre più le loro uscite. Lei invece è iperattivo, libri, dischi, trasmissioni Tv. Qual è il suo segreto? Non ho un segreto. Semplicemente ci sono due modi per approcciarsi alla composizione e alla scrittura. Uno che parte dall’idea “ho fatto delle cose impor-
+ Tra collaborazioni e successi senza tempo, il rocker vanta una sconfinata libertà artistica e varietà nella produzione, tra libri, musica, radio e Tv, sempre pronto a esplorare nuovi orizzonti, a sperimentare, spesso controcorrente
+ tanti ma sarò capace di a ossigeno quando uno ripetermi?”, così uno è destinato a morire, ha sempre più paura piuttosto che il prendenell’uscire con delle re la station wagon e novità. L’altra pulsione andare con i bambini è quella di dire “quanti al mare. anni ancora avrò per Come vive il confare dischi o libri? Non fronto tra il Ruggelo so”, quindi è meglio ri di oggi e quello sbrigarsi, non sprecare di 30/40 anni fa? tempo, non buttare via È sempre complicato. le giornate e produrre, Perché quando hai fatperché ho ancora delle to 35 album, di cui 5 cose da dire. Io comincio a «CHI AMA IL ROCK APPARTIENE pensare che devo A UN’ÉLITE PARTICOLARE, fare un po’ presto. ESATTAMENTE COME CHI ASCOLTA Inoltre, avendo MUSICA CLASSICA. ANZI LA REALTÀ È CHE ORMAI IL GRANDE ROCK, avuto un padre IL PRIMO ALBUM DEI LED ZEPPELIN che non faceva O “AQUALONG” DEI JETHRO TULL, nulla per una forAD ESEMPIO, È MUSICA CLASSICA!» ma di depressione, sono diventato iperattivo. È un po’ cocon i Decibel, hai semme per i figli degli alpre paura di ripeterti. colisti, che o diventano Il terrore di rifare le alcolisti pure loro opcose che hai già fatto è pure rimangono astemi più presente man matutta la vita. Io mi sono no che le cose fatte aubuttato dalla parte opmentano. Paradossalposta, non sono mai mente la realtà che il andato in vacanza, anrock non viene passato che perché mi diverte in radio ti avvantaggia molto quello che faccio. perché il cantante, diQuando uno dice “stacciamo, over ha due care la spina” a me viepossibilità. Può cercare ne in mente più stacdi adeguarsi e solitacare quella della tenda mente diventa un po’
ridicolo: il cantante che realizza un pezzo con il rapper, il trapper, arrangiato dal produttore del momento, suona sempre un po’ ridicolo. Oppure segue la sua strada, che certo non lo porta a fare concerti a San Siro, ma va bene lo stesso. Io lo sapevo già da quando ho iniziato, sapevo che non avrei mai riempito uno stadio e anche che non sarei mai scomparso. Questo mi ha avvantaggiato, perché nessuno potrà mai dire che Ruggeri in quel periodo “ce stava a provà”, io ho sempre seguito la mia strada. La sua strada è stata un po’ da falco e un po’ da gabbiano, diviso tra il rock e gli chansonnier francesi, tra il punk e il progressive, tra Peter Pan, il suo album più venduto, e Frankenstein, il suo concept. Come ci si sente divisi a metà? È molto stimo- » MAGGIO 2021 I 61
ENRICO RUGGERI lante. Andare in studio e pensare che prima hai ascoltato Aznavour e gli Stranglers, Cohen e gli Yes, ti mette in una condizione di grande libertà. Chi mi conosce sa che dentro le mie canzoni ci sono un sacco di influenze e quindi nessuna influenza. Seguo le mie potenzialità, a volte sento che una canzone è più funzionale con il rullante alzatissimo e un muro di chitarre elettriche, allo stesso tempo magari me ne è uscita un’altra per cui sono perfette la tromba e la fisarmonica. Il suo ultimo album Alma suona un po’ pessimista... Dipende un po’ dai punti di vista. Di certo si chiude con una canzone particolare, secondo me una delle più belle che abbia mai scritto benché sia poco nota, Forma 21. Era la figurazione di Tai Chi che stava effettuando Lou Reed nel momento in cui è morto, come racconta la moglie Laurie Anderson, che lo stava sorreggendo. Ho descritto l’attimo della morte, seguendo quello che dice Laurie e che mi è capitato di notare quando ho accompagnato qualcuno all’ultimo momento: «Ho visto nei suoi occhi un’espressione di stupore». Un argomento di certo non pop, che non si usa affrontare nelle canzoni, ma ha un’accezione molto positiva, perché afferma che la morte è un punto di inizio e non un punto di arrivo. Non è pessimismo, è solo che a 60 anni non scrivi quello che scrivevi a 20, ma è normale e giusto sia così. È complicato passare da una forma espressiva come la canzone a un’altra come il libro? «MARIO, IL PROTAGONISTA Succede quando ci sono dei DE "UN GIOCO DA RAGAZZI", concetti che rimangono nella SCOPRE QUANTA SOLIDARIETÀ C’È TRA LE PERSONE penna. Se non riesci a espriCHE VIVONO NELLA DIFFICOLTÀ. mere quello che hai dentro CREDO CHE QUESTO completamente solo in una SIA UNO DEI POCHI ASPETTI POSITIVI DEL MONDO DI OGGI» canzone, ti viene voglia di scriverlo in una forma, non voglio dire più complessa, ma sicuramente più articolata. Per farlo ci vuole un misto di umiltà e consapevolezza. Non bisogna esagerare con nessuna delle due: se eccedi in consapevolezza, finisci per essere superbo e promuovere tutto
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Enrico Ruggeri è stato protagonista del webinar “Dalla musica al libro”, tenutosi nel marzo scorso sulla piattaforma “Spazio50.org” (foto in alto). L’artista, che ha iniziato la sua carriera giovanissimo, ha al suo attivo 35 album.
quello che fai; se sei troppo umile, finisci per avere paura della tua ombra e non fare nulla. Il segreto è cercare di stare in bilico. Con i libri è stato più difficile, perché la scrittura non era la mia comfort zone. Io ho iniziato a scrivere canzoni a 13 anni, in qualche modo so come si fa. Per i libri ho dovuto imparare sul campo, con molta umiltà. La svolta è avvenuta nel 2000, quando ho fatto avere a Feltrinelli alcuni racconti senza dire che erano miei. Avevo paura che li pubblicassero solo perché ero un
po’ famoso e qualche copia l’avrei comunque portata a casa. Hanno deciso di pubblicarli senza sapere che erano miei, il libro si chiamava Piccoli mostri. Da lì mi sono ringalluzzito, ho iniziato ad allungare la scrittura e sono passato ai romanzi, fino all’ultimo che è particolarmente corposo. Un gioco da ragazzi è un’epopea famigliare tragica per tutti i protagonisti, tranne che per Aurora, la sorella più piccola che cerca sempre di salvare tutti dal
BIOGRAFIA
1957
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GLI INIZI Ruggeri nasce a Milano il 5 giugno. Il suo primo gruppo si chiama Josafat, il secondo Champagne Molotov. Non incideranno nulla, ma il nome dei secondi darà il titolo al suo primo LP da solista, nel 1985.
1980
CON I DECIBEL Il suo gruppo, i Decibel, è a Sanremo con Contessa, abbandonando le sonorità punk degli inizi. Con il singolo Vivo da re, tratto dall’omonimo LP di successo, guadagnano il quarto posto al Festivalbar.
IL LIBRO
«Negli Anni ‘60 arrivano il rock’n’roll, il “maggio francese” e una serie di fattori che determinano come i giovani siano un preciso soggetto sociale e politico» Ruggeri è anche conduttore radiofonico e televisivo, autore di cinque raccolte di racconti e poesie, oltre a sei romanzi, tra cui la sua biografia.
loro destino e che, grazie alla musica, si salva dal dramma. È lei il suo alter ego nel romanzo? C’è un parallelismo evidente, perché ho vissuto gli stessi anni e le stesse temperie dei fratelli di cui narro la storia. Anni in cui c’era il terrorismo e c’era l’eroina che arrivava prepotentemente: nella mia scuola c’erano persone che hanno ammazzato e persone che sono morte di overdose oppure di Aids. Io sicuramente mi sono salvato, un po’ per la fortuna di aver avuto amicizie giuste (quando hai 15 anni e
1993
il tuo idolo ne ha 18, è un attimo scivolare nella sua deriva), ma soprattutto grazie alla musica. Tutte le volte che accadeva qualcosa che non mi piaceva, ed era quasi sempre, io mi rifugiavo in cantina con i miei amici. Allora si suonava perché ti faceva stare bene, non pensavo minimamente che sarei diventato musicista, avrei guadagnato dei soldi, sarei diventato famoso. Non c’era il senso di rivalsa sociale, c’era semplicemente questa micro, micro celebrità: «Ma chi, Ruggeri, quello della Seconda H, quello che suona?».
AL FESTIVAL DI SANREMO Dopo la vittoria nel 1987 insieme a Umberto Tozzi e Gianni Morandi, al culmine della carriera vince il secondo Festival di Sanremo con Mistero, il brano più rock che abbia sbancato la kermesse prima dei Måneskin.
2011
UN GIOCO DA RAGAZZI
Un gioco da ragazzi (La Nave di Teseo, pp. 448, € 20) è il sesto romanzo di Ruggeri, che racconta i lati più oscuri della nostra “meglio gioventù”. Il professor Carlo Scarrone, la moglie Anna e i figli Mario, Vincenzo e Aurora, vivono durante il boom economico, ma le loro vite vengono scompaginate dal vento tumultuoso del post ’68. Mario frequenta il movimento studentesco; Vincenzo preferisce il calcio, ma gli amici e le delusioni lo portano alla politica, però sul fronte opposto. Entrambi arrivano alla scelta estrema del terrorismo. Solo la giovane Aurora cerca di tenere unita la famiglia, mentre si avvicina al mondo della musica. La vicenda drammatica di una famiglia diventa rappresentazione pulsante degli anni di piombo.
Questa era la mia collocazione nella società, che mi faceva stare molto bene. Quindi sì, Aurora è certamente il personaggio che mi assomiglia. Benché lei abbia fatto molta televisione, in Un gioco da ragazzi è un evento Tv a scatenare la tragedia. È proprio così “cattivo” il media televisivo? La televisione è tutto. È evidente che, vivendo di ascolti, di concorrenza, di competitività, porti il suo livello ad abbassarsi. Il problema di certa televisione oggi è fare leva sugli istinti peggiori che abbiamo. Se, passeggiando incontriamo da una parte due che recitano Virgilio e dall’altra due che si picchiano, istintivamente guardiamo i due che si menano, ignorando gli altri. Non siamo delle brutte persone, semplicemente in quell’istante la parte peggiore di noi, quella pettegola e curiosa, ha il sopravvento su quella che vuole farci accrescere intellettualmente. La Tv ha costruito il suo impero su questo meccanismo. Chi la fa deve stare molto attento perché si diventa vittima oppure carnefice in un attimo. Però tutti quelli che vanno in televisione, anche per cinque minuti, hanno la possibilità di migliorare o peggiorare questa situazione, a seconda dei casi.
I ROMANZI Esordisce come romanziere con Che giorno sarà. Seguiranno Non si può morire la notte di Natale (2012), La brutta estate (2014), Un prezzo da pagare (2016), Il professore nano (2020) e Un gioco da ragazzi. MAGGIO 2021 I 63
__ATTUALITÀ TENDENZE__
MODA VINTAGE STRANO PERIODO, QUESTO. PARADOSSALE, A VOLTE. Per colpa della pandemia abbiamo perso il lavoro, i soldi, siamo depressi, stanchi e spesso disperati. Abbiamo rinunciato alla vita sociale, siamo estremamente stressati e preoccupati per il futuro. Siamo, insomma, dei poveri diavoli. Dei poveri diavoli che però vestono Prada. Sì, perché sullo sfondo dell’emergenza sanitaria, dei lockdown e dei semi-lockdown, dei Dpcm e delle regioni multicolor, gli italiani sembrano es64 I spazio50.org I MAGGIO 2021
È BOOM DI ACQUISTI
pravendita dell’usato (sia online che nei negozi), l’haute couture ha raggiunto prezzi accessibili e per chi ha un debole per accessori e abiti firmati di altri tempi è impossibile resistere alla tentazione: sui siti specializzati (come Vestiaire Collective, Depop, Vinted e Lampoo) o nei nedi Giovanna Dall’Ongaro gozietti di tante città si trovano borse di Gucci anni Sessanta in ottime condisere stati colpiti da un’altra epidemia zioni, a poco più di un centinaio di euro. estremamente contagiosa, fortunatamente Alcune sembrano dotate dell’uso della painnocua, anzi persino glamour: quella delrola, con un vocabolario limitato ma perla moda di lusso vintage. Grazie a una fettamente comprensibile: “prendimi”, rete fittissima e organizzatissima di com-
In tempi di incertezza per il futuro, l’unica via di fuga è il passato. Così si spiega l’incredibile successo della moda vintage in piena pandemia. Una borsa di 20 anni fa ci aiuta a ricordare come eravamo e ci porta indietro a un mondo che non c’è più. Se poi è firmata Gucci o Prada tanto meglio. Perché si può essere malinconici con stile “sarò tua”, “non puoi lasciarmi qui”. Ma non è detto che si debba solo comprare. I siti e i negozi vintage sono anche un’ottima soluzione per liberare finalmente dai guardaroba tutte quelle giacche condannate all’ergastolo con sentenza definitiva per una colpa tutto sommato perdonabile, quasi sempre la stessa: la taglia è diventata troppo piccola (che è il modo politicamente corretto per dire che si è ingrassati). Il 2020 è stato l’anno record degli acquisti second-hand online e non. Il settore fashion dell’usato di lusso è cresciuto nel mondo del 174%. Secondo l’ultima ricerca BVA Doxa, ai tempi del Covid-19 ben 7 italiani su 10 nel 2020 hanno acquistato oggetti di seconda mano, dall’automobile all’arredamento, fino ai vestiti per l’appunto (come era prevedibile in questo settore il 70% degli acquirenti è donna). Lo hanno fatto per risparmiare, in primis, ma anche per rispettare l’ambiente e, nel caso dell’abbigliamento, forse per avere qualcosa di bello da indossare in previsione di un ritorno in società in grande stile. «Le persone sono attratte dall’usato per molti motivi diversi - ha dichiarato al Guardian Fanny Moizant, co-fondatrice del sito di rivendita Ve- »
IL PARERE
La malinconia griffata Come scrive la psicologa Carolyn Mair nel suo libro The Psychology of Fashion, è molto più probabile provare nostalgia quando ci sentiamo infelici o soli, o quando le cose che ci riguardano non stanno andando come vorremmo. In questi casi, impegnarsi deliberatamente in ricordi nostalgici che sono per lo più idealizzati può migliorare il nostro umore e aiutarci a “fuggire” dall’incertezza e dalla complessa situazione in cui ci troviamo. Questa nostalgia per il passato, perché no, può anche assumere le sembianze di una borsa firmata Gucci.
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ALLA BASE DEL SUCCESSO DEL VINTAGE NELLA MODA C’È ANCHE UNA GRANDE NOSTALGIA PER IL PASSATO, PERCHÉ IN QUESTI TEMPI DI INCERTEZZA PER IL FUTURO IL PASSATO DIVENTA L’UNICA VIA DI FUGA PERCORRIBILE
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Secondo l’indagine BVA Doxa, commissionata da subito.it, i più attivi consumatori di prodotti second hand sono i Baby Boomers, ossia i 5564enni (64%) per i quali l’offline è ancora il canale privilegiato sia per acquistare sia per vendere oggetti (47%). Sono i più sensibili all’aspetto ambientale della second hand, tanto che il primo motivo per l’acquisto di seconda mano corrisponde al riuso e alla lotta contro gli sprechi (57%), che si ritrova anche nella scelta di vendere (48%) insieme alla possibilità di liberarsi del superfluo (83%). L’indagine non lo specifica, ma forse anche la componente “nostalgia” gioca un ruolo importante nella scelta di acquistare prodotti usati.
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Il 2020 è stato l’anno record degli acquisti “second hand”. Il settore fashion dell’usato di lusso nel mondo è cresciuto del 174%
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stiaire Collective -. Costruire un guardaroba unico è uno di questi. È emozionante cercare pezzi eccezionali che non troverai da nessun’altra parte. Un altro motivo è il desiderio di essere più eco-compatibili. Dato che stiamo assistendo a una maggiore attenzione al consumo consapevole, penso che il concetto di investire in capi di qualità che dureranno per anni e costruire un guardaroba con capi di seconda mano stia diventando sempre più allettante». Le uniche cose che Moizant non comprerebbe mai usate sono le magliette bianche e (comprensibilmente) la biancheria intima. Ma alla base del successo del vintage nella moda c’è forse qualcosa di più profondo. C’è una grande nostalgia per il passato. Che oggi si fa sentire più che mai. Perché in tempi di incertezza per il futuro, il passato diventa l’unica via di fuga percorribile. Così viene una gran voglia di pensare a come eravamo e cercare in qualche modo di riassaporare le emozioni di un mondo che non esiste più. Per questo cerchiamo conforto nei film in bianco e nero, nel modernariato o nei vestiti vintage, che ci ricordano un periodo in cui eravamo giovani, forse felici, sicuramente più spensierati. E a guardarla bene da vicino quella borsa di Gucci anni Sessanta a cui non abbiamo resistito è qualcosa di più di un fortunato “acchiappo” di cui vantarsi con gli amici. È il simbolo di qualcosa che c’è stato e che non sappiamo se tornerà. È una struggente malinconia tenuta sotto braccio.
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Una disciplina sportiva simile al tennis, semplice e con molti benefici, negli ultimi anni ha avuto una gran diffusione anche in Italia. Richiede sforzo minimo e promette gran divertimento!
PADEL, LO SPORT DEL MOMENTO
di Viviana Rubini UNA VIA DI MEZZO TRA IL TENNIS, LO SQUASH E IL BEACH TENNIS, già molto popolare in Spagna e Argentina, il padel sta acquisendo una sua specificità e sta conquistando tutti. Accessibile a chiunque, può essere praticato da persone di diverse età, condizioni tecniche e fisiche, è uno sport di grande aggregazione e divertimento. Giocando assiduamente si possono ottenere risultati gratificanti e notevoli miglioramenti. Nato in Argentina alla fine del XIX secolo grazie all’invenzione dello CURIOSITÀ statunitense Frank Beal, il padel si Padel o paddle? è diffuso in Europa solo negli anni Trattandosi di uno sport piuttosto recente e diffuso nei Paesi Ottanta. Fu il messicano Enrique di lingua spagnola, non è ancora chiaro a tutti come si chiami. Corcuera a regolamentarlo. Nel La Federazione Internazionale riporta il nome Padel. La con1969, infatti, volendo costruire un fusione con il termine paddle nasce dalla racchetta, che ricorda quasi la forma di una pagaia, in inglese “paddle”. campo da tennis nella sua sfarzosa
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I NUMERI residenza, si accorse che lo spazio a disposizione era inferiore a quello necessario per realizzarne uno regolamentare ed era per di più limitato in alcuni lati da strutture in muratura. Trovò un modo per rendere questo impedimento un punto di forza: ideò un’area da gioco nuova, limitata nelle dimensioni rispetto a un campo da tennis, completamente circondata da un binomio di pareti in cemento e reti metalliche che impedivano alla palla l’uscita dal campo, rendendo le pareti parte integrante del gioco. Questa combinazione particolare aveva l’indubbio vantaggio di creare uno spazio in cui la palla era sempre in movimento, rimbalzando sui muri. Corcuera definì allora le regole del nuovo gioco e lo chiamò “padel tennis”. Fu però soltanto nel corso degli anni Ottanta che il padel si affermò come vero e proprio sport, si diffuse rapidamente anche in altri Paesi e divenne popolare. Fino ad allora era considerato un gioco d’élite. Etichetta che venne meno definitivamente con l’approdo negli Stati Uniti d’America. Il padel è una disciplina che si pratica sia all’aperto che indoor. Per giocare è necessario un campo di venti metri per dieci, a condizione che attorno ci siano delle barriere, reti metalliche e pareti di vetro (che dagli Anni ’90 hanno sostituito quelle in muratura) che permettano alla palla di rimbalzare. La metà campo è indicata da una rete che ha un’altezza di almeno 88 centimetri. La racchetta è una “pala” solida e forata tale da renderla più leg-
gera, la cui lunghezza massima non supera i 45,5 cm. Le palle sembrano le stesse del tennis nel colore e dimensione, ma hanno pressione più bassa poiché il tennis è uno sport più lento e devono rimbalzare di più. Anche se è comune vedere campi singoli in numerose strutture, il padel è uno sport di squadra in cui si gioca con un partner per affrontare un’altra coppia. I campi singoli fungono perlopiù da spazi di allenamento. La palla può essere colpita da uno dei due giocatori della squadra, in qualsiasi zona del campo, al volo o dopo un solo rimbalzo per terra. Affinché quella rigiocata sia buona, deve rimbalzare per terra nel campo avversario prima di colpire le pareti di fondo o le pareti e la rete metallica laterali. Se l’avversario non colpisce la palla prima del secondo rimbalzo per terra, è punto. Si utilizza lo stesso sistema di punteggio del tennis (15 - 30 - 40 ecc). Le partite si giocano al meglio in 3 set. Il grande successo del padel consiste nell’alta fruibilità, a prescindere dal proprio livello di gioco, oltre alla presenza delle pareti che rendono il
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IN CRESCITA
Strutture, tesserati e giocatori amatoriali
gioco veloce, dinamico e divertente. A differenza del tennis, infatti, necessita di una minore base tecnica che rende il gioco accessibile davvero a tutti dal primo momento. Giocare a questo sport migliora il coordinamento, l’agilità e la reattività. Il giocatore acquisisce autodisciplina. Aiuta ad evitare l’atrofia o altri disturbi muscolari, ottimizzando l’elasticità. Potenzia il sistema cardiocircolatorio e cardiovascolare. Aumenta la forza, il tono muscolare e consente di bruciare fino a 400 calorie a partita, riducendo il livello di colesterolo nel sangue. Il padel può prevenire l’insorgenza della depressione perché è una valvola di sfogo per i problemi della vita quotidiana. Richiede solo 3-4 giocatori ed è perfetto per trascorrere del tempo socializzando con nuovi amici o divertendosi con i propri.
Secondo l’analisi dei dati raccolti dal sito Mr Padel Paddle e dall’App Prenota un campo, il 2020 ha segnato una notevole crescita del padel in Italia, anche a seguito di pandemia e lockdown, non essendo possibile praticare sport di contatto. Si evince un incremento del 50% delle strutture rispetto al 2019, con un totale di 800 centri sportivi e 1.750 campi. In testa Roma: sono 188 le strutture nella Capitale (con 538 campi), seguita da Latina (35 e 67), Torino (31 e 62), Milano (24 e 77), Palermo (23 e 51), Napoli (19 e 35) e Cagliari (17 e 37). I tesserati, secondo la Federazione Italiana Tennis, ammontano a 10.702, di cui 8.526 uomini e 2.176 donne (20% dei tesserati totali), con un aumento di 1.230 tesserati circa rispetto al 2019 in cui ce n'erano 9.470. Ovviamente, se consideriamo tutti i giocatori amatoriali, si parla di una cifra molto più ampia, compresa tra i 300mila e i 500mila. Il numero degli utenti registrati all'App per prenotare i campi è passato da 5.500 del 2018 a più di 63.000 nel 2020.
PER GIOCARE È NECESSARIO UN CAMPO DI VENTI METRI PER DIECI CIRCONDATO DA BARRIERE, RETI METALLICHE O PARETI DI VETRO, CHE PERMETTANO ALLA PALLA DI RIMBALZARE
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__ANIMALI__
LA COMPONENTE GENETICA
La genetica incide su alcune caratteristiche delle razze canine, ma si parla sempre di predisposizioni generali che influenzano il cane solo in parte. Ciascun esemplare poi è a sé.
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AMICI AFFETTUOSI di Anna Costalunga
Cani e gatti hanno la loro personalità, non riducibile al fattore razza. Ma per un anziano la SCELTA implica alcune considerazioni NON ESISTE UN’ETÀ GIUSTA PER AVERE ACCANTO UN AMICO A 4 ZAMPE. Sicuramente, però, alcune razze sono più gestibili di altre e questo è un fattore di cui è giusto tenere conto. È naturale che i cani di piccola taglia siano i più adatti per gli anziani che vivono in appartamento. Hanno anche l’innegabile vantaggio di essere tenuti facilmente in braccio e di poter usufruire - all’occorrenza - di un rapido “lavaggio” casalingo. Senza dimenticare l’importanza per tutti delle uscite e della socialità, è innegabile che alcune razze, pur di piccole dimensioni, abbiano una maggiore tendenza all’abbaio e all’iperattività. È questo, ad esempio, il caso del Jack Russell. Altri, invece, pur essendo docili e tranquilli, richiedono più spesso le cure di un toelettatore. C’è poi l’età: un cane adulto sarà già educato a stare in gruppo e nell’ambiente domestico. Un cucciolo, invece, può facilmente 70 I spazio50.org I MAGGIO 2021
ANIMALI DA COMPAGNIA: I PIÙ ADATTI AI SENIOR procurare piccoli danni e necessita di uscite più frequenti per non sporcare in casa. Alla luce di queste indicazioni generali, tra i cani più adatti ai senior spiccano lo Shi Tzu, il
Maltese, il Cavalier King Charles Spaniel e il Chihuahua. Ma anche il Barboncino e il Bulldog francese. Discorso analogo per i gatti. Anche qui alcuni sono più in-
AFFIDARSI AL PARERE DI UN ESPERTO
TROVATELLI O DI RAZZA? Non solo pedigree Anche un senior può scegliere di adottare un trovatello, magari non più cucciolo. L’importante è rivolgersi ad un’associazione seria e affidarsi all’esperienza e al sostegno dei volontari, accettando i loro consigli. Per non risvegliarci di colpo accanto a un Alano.
dicati di altri, ma il fattore età è meno rilevante, perché questo piccolo felino impara da subito l’uso della lettiera. Tra le razze da compagnia spicca il Siamese, per la sua fedeltà noto anche come “gatto-cane”. Ha una natura molto affettuosa e cerca sempre la vicinanza degli umani. Davvero perfetto per chi vuole godersi il divano in compagnia. Caratteristiche simili si ritrovano nel Persiano, gatto d’appartamento per eccellenza, docile e di buon carattere. Il suo mantello, però, necessita di spazzolate quotidiane per evitare la noiosa formazione di nodi. Altre compagnie consigliate sono il Certosino, l’Angora e il Ragdoll, non a caso chiamato “gatto-bambola”.
scienze SALUTE BENESSERE PREVENZIONE STAR BENE
L’intelligenza artificiale, attraverso un’App, si pone al servizio di chi convive con una patologia molto diffusa, per rispondere ai dubbi dei pazienti in modo qualificato. Un sicuro antidoto alle fake news __SALUTE__
AIDA, DOMANDE E RISPOSTE SUL DIABETE di Ilaria Romano IL DIABETE È UNA DELLE MALATTIE PIÙ DIFFUSE AL MONDO, CON 425 MILIONI DI CASI e, secondo la Federazione Internazionale del Diabete, almeno altri 212 milioni non sarebbero stati ancora diagnosticati. La diffusione di questa patologia interessa i Paesi sviluppati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, e si stima che nel 2035 si supereranno i 600 milioni di casi. Per questo motivo la lotta al diabete è una delle tre emergenze sanitarie identificate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, insieme alla malaria e alla tubercolosi. L’Italia conta 3,7 milioni di persone affette da que-
sta patologia, alle quali si aggiunge un altro milione che, senza saperlo, avrebbe valori di glucosio nel sangue più alti del normale. Con il diabete si può convivere, ma va gestito stabilendo un equilibrio fra le terapie farmacologiche, la propria alimentazione e lo stile di vita, in modo da mantenere i livelli di zuccheri nel sangue sempre sotto controllo, evitare fenomeni di ipoglicemia, iperglicemia o chetoacidosi diabetica, e mettere al sicuro il cuore, i reni, gli occhi e i nervi. Il rapporto con il proprio diabetologo è fondamentale per impostare un percorso salutare e di cura, e oggi pazienti e medici possono avvalersi di
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uno strumento di supporto in più, grazie all’intelligenza artificiale. Nato alla fine del 2020 da un progetto della casa farmaceutica Novo Nordisk sviluppato da H-Farm centro di innovazione europeo con una sezione dedicata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie del linguaggio -, Aida (Artificial Intelligence Diabetes Assistant) è un’assistente virtuale che risponde in modo qualificato e certificato a tutte le domande
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AIDA SI PUÒ UTILIZZARE SCRIVENDO LE DOMANDE SU AIDACHATBOT.IT O SU TELEGRAM COME @AIDA_CHATBOT, OPPURE CON AMAZON ALEXA ATTRAVERSO I COMANDI VOCALI
I numeri dell’emergenza sanitaria
Il diabete è una delle malattie più diffuse al mondo, con 425 milioni di casi, ma almeno altri 212 milioni non sarebbero stati ancora diagnosticati. L’Italia conta 3,7 milioni di persone che ne sono affette. La sua diffusione interessa i Paesi sviluppati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo. Si stima che nel 2035 si supereranno i 600 milioni di casi.
che riguardano il diabete, lo stile di vita, lo sport e l’alimentazione, eccetto quelle sulle terapie farmacologiche, di esclusiva competenza dello specialista. “Il diabete cambierà la mia vita? Quali sono le differenze tra diabete “tipo 1” e “tipo 2”? Posso continuare a lavorare? Come posso dire ai miei amici e colleghi che ho il diabete?” sono solo alcuni dei quesiti che si possono rivolgere ad Aida, che si tratti di pazienti, di familiari, di professionisti della cura della persona o di persone che vogliono semplicemente saperne di più sulla gestione quotidiana della patologia e sui cambiamenti che comporta. In base alle domande che riceve, l’assistente virtuale implementa i contenuti con nuove risposte: basta compilare un form che serve da spunto per i continui aggiornamenti. Per sviluppare i contenuti di Aida è stata coinvolta una squadra di diabetologi, dei quali fa parte anche Cristina Bianchi, dirigente medico presso l’Unità operativa di Diabetologia e Malattie del metabolismo dell’Azienda ospedalierouniversitaria pisana. Dottoressa Bianchi, il diabete è una patologia molto frequente: quali sono i dati in Italia?
INSULINA: LA SCOPERTA
LA GIORNATA MONDIALE
Nell’estate del 1921, Frederick Banting e Charles Best riescono ad estrarre dai pancreas di alcuni cani l’“isletina”, sostanza che - sebbene ancora impura - allevia i sintomi del diabete in un animale privato del pancreas. A fine anno, il biochimico James Bertram Collip riesce a rendere pura l’isletina (ora chiamata insulina), che diventa sperimentabile sugli umani. Nel 1922 sarà somministrata ad un quattordicenne affetto da diabete.
La Giornata Mondiale del Diabete è la più grande campagna di sensibilizzazione sulla malattia. Raggiunge un pubblico di oltre 1 miliardo di persone in più di 160 Paesi, per comunicare la prevenzione e la cura. Nasce nel 1991 dall’International Diabetes Federation Idf e dall’OMS, e si celebra il 14 novembre di ogni anno, in occasione del compleanno di Sir Banting, pioniere della ricerca sull’insulina insieme a Charles Best.
Nella foto accanto, la dottoressa Cristina Bianchi, dirigente medico presso l’Unità operativa di Diabetologia e Malattie metaboliche dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa.
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__SCIENZE SALUTE__
Aida non sostituisce il medico, ma può essere di supporto nel rispondere a domande imbarazzanti o curiosità sopraggiunte a seguito di una visita specialistica
+ LE FAKE CHE CIRCOLANO IN RETE POSSONO ESSERE PERICOLOSE: SPESSO RIGUARDANO L’USO DI FARMACI O RIMEDI NATURALI NON DETTATI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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In Italia si calcola che circa il 6% della popolazione abbia il diabete. La maggioranza di questi pazienti è affetta dalla forma di “tipo 2”, quello che un tempo veniva definito “il diabete alimentare”, più legato ad un alterato stile di vita, ma che ha comunque una base genetica. Esiste poi una quota minoritaria di pazienti col diabete di “tipo 1”, che insorge in età più giovanile ed è correlato ad un processo autoimmune. Per i pazienti di entrambi i tipi di diabete, sin dalla diagnosi, sono tantissime le informazioni da acquisire per avere un’adeguata gestione della malattia, della terapia, dell’autocontrollo. Spesso i pazienti con diabete “tipo 1” sono in età pediatrica al momento della diagnosi, e in questi casi non è tanto il bimbo a risentire della situazione, quanto la famiglia che viene investita di una grande responsabilità nella gestione della malattia. Forse meno drammatica, ma comunque con un impatto importante, è la dia-
gnosi di “tipo 2”: anche in questo caso, oltre alle questioni legate alla dieta, al monitoraggio e alla terapia, ci sono una serie di informazioni che il paziente deve acquisire. Nell’ambito delle attività ambulatoriali cerchiamo di dare tutte le informazioni necessarie, che poi approfondiamo nelle visite successive, ma comunque c’è sempre qualche quesito che resta in attesa di risposta, anche successivo alla visita. Talvolta si tratta di piccole cose quotidiane che possono venire in mente in un secondo momento, oppure domande vissute come imbarazzanti dal paziente, come quelle che riguardano eventuali disfunzioni di tipo sessuale, e in questi casi c’è più reticenza a parlarne con il medico faccia a faccia. Può quindi accadere che pazienti e caregiver si rivolgano alla rete. Quali sono i rischi di una ricerca in rete senza indicazioni mediche? Ci sono varie fake che circolano in rete e che possono anche essere pericolose. Spesso si tro-
vano contenuti che riguardano farmaci, o rimedi naturali, che solitamente non sono dettati da personale medico specializzato e che quindi veicolano messaggi errati e potenzialmente dannosi. È invece importante che un paziente abbia una fonte sicura di informazione. Aida nasce proprio per questo. Ma come funziona questa assistente virtuale? Aida nasce come una chatbot alla quale si possono rivolgere domande relative alla diagnosi, alla dieta, alle eventuali complicanze, alle visite periodiche, all’automonitoraggio, allo stile di vita, ma non quesiti relativi ai farmaci, che restano appannaggio del medico e per i quali è opportuno che il paziente si confronti direttamente con lo specialista. Insomma, Aida non sostituisce il medico, ma lo affianca nel rispondere a quelle domande che possono essere imbarazzanti o che il paziente magari non ha in mente durante la visita in ambulatorio, dove il tempo non è mai abbastanza. In questi casi Aida può essere un canale di supporto. Come funziona concretamente? Esiste in varie versioni: come chat su Telegram, dove si scrivono le domande. In alternativa si può accedere ad Aida tramite Alexa, e il paziente può porre le domande a voce. Le risposte che arrivano sono state validate da un comitato scientifico e create con linguaggio semplice. Inoltre, nel definire i contenuti, noi diabetologi siamo stati supportati anche da uno psicologo, che ha contribuito a dare una forma quanto più umana possibile alle risposte.
BENESSERE
Un CAFFÈ e via... Poiché è importante non superare 300 milligrammi di caffeina al giorno, è necessario considerare che un espresso ne fornisce circa 60 mg mentre un caffè preparato con la moka ne contiene 85.
Cosa c’è di meglio di una buona tazinfatti, stimola la secrezione gastrica, zina di caffè la mattina appena svegli? che favorisce la digestione, migliora la Che sia un espresso, dal sapore forte, funzionalità cardiaca e contribuisce alla corposo, cremoso oppure delicato, perdita di peso utilizzando come carprofumato e avvolgente burante i grassi immacome solo la moka può gazzinati dall’organismo. ASSUMERE UN PO’ regalare, il caffè è parte Uno studio pubblicato dal DI CAFFEINA PRIMA integrante della nostra Journal of Sport NutriDI UN’ATTIVITÀ SPORTIVA MIGLIORA LA RESPIRAZIONE, vita, che lo si beva aption and Exercise MetaINCREMENTA L’ATTIVITÀ pena svegli oppure dubolism ha stabilito che CARDIACA E MINIMIZZA rante la giornata - la LA PERCEZIONE DELLA FATICA consumare un caffè prima classica “pausa caffè” di un’attività sportiva (che di Rachele Randon o anche come conclusiosia una camminata veloce ne di un pasto. o l’andare in bicicletta) Il caffè, però, non è soltanto buono migliora la prestazione agonistica e fapoiché studi scientifici hanno dimovorisce il dimagrimento. Naturalmente, strato che i suoi componenti nutrizioprima di sottoporsi ad un allenamento nali, tra cui la caffeina, hanno effetti o assumere caffeina, va consultato il probenefici sull’organismo. La caffeina, prio medico di fiducia.
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I tendini della spalla, con il passare degli anni, vanno incontro ad usura e quello del muscolo “sovraspinoso”, implicato nella “sindrome da conflitto scapolo-omerale”, è il più soggetto a lesioni e rotture
QUANDO I DOLORI ALLE SPALLE TOLGONO IL SONNO di Alessandro Mascia
SE IL TENDINE SI ROMPE
GLI ESERCIZI UTILI
In caso di lesione parziale, il chirurgo valuta la necessità di ricorrere ad un atto chirurgico (tenoraffìa) o se ricorrere alle cure degli specialisti della riabilitazione, che potranno riarmonizzare l’equilibrio meccanico e funzionale del complesso articolare della spalla. In caso di lesione totale, si ricostruisce - in artroscopia la continuità del tendine. Nei casi più gravi è necessario ricorrere all’impianto di una protesi.
È utile praticare quotidianamente esercizi che permettano di mantenere un corretto equilibrio morfologico della colonna vertebrale. Per mantenere una buona escursione articolare delle spalle, si possono eseguire circonduzioni in avanti e indietro facendo attenzione al corretto posizionamento della colonna. Non si devono mai eseguire movimenti che facciano emergere dolori. In questo caso consultare uno specialista che possa impostare un piano di lavoro personalizzato.
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LA SPALLA È L’ARTICOLAZIONE CON LA PIÙ AMPIA ESCURSIONE MOTORIA DEL SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO. L’armonia del movimento è affidata alla sinergia e coordinazione dei numerosi muscoli che la costituiscono. Come avviene in un’orchestra ben affiatata, dove l’armonia è garantita dal perfetto equilibrio tra tutti gli strumenti, anche per la spalla (ancor più che per le altre articolazioni) il corretto funzionamento è affidato al perfetto bilanciamento dei 19 muscoli che la costituiscono. Non si deve mai trascurare il fatto che tutti i muscoli possono funzionare in modo corretto e coordinato soltanto in presenza di salde fondamenta. Questi fulcri stabilizzanti della spalla sono rappresentati dalla colonna vertebrale, dal bacino e dagli arti inferiori.
Questi ultimi permettono la stabilità grazie all’appoggio dei piedi sul terreno. Il corretto bilanciamento delle gambe consente il fisiologico angolo di inclinazione (antiversione) del bacino, dal quale partono muscoli e sistemi fasciali che arrivano direttamente alla scapola e all’omero. Questo vuol dire che un problema meccanico della spalla può nascere anche dal cattivo appoggio dei piedi o dalla scorretta posizione del bacino (particolarmente frequente nel sesso maschile). Con il passare degli anni e con la diminuzione della pratica sportiva o di attività che mantengano in allenamento i muscoli del corpo, si va incontro a perdita di forza (ipotono-trofia). Se i muscoli sono deboli, vengono sovraccaricati i tendini. Si creano quindi le condizioni ideali perché si inizi ad in-
staurare un processo che porta nel tempo all’usura precoce dei tendini, dei legamenti e delle superfici articolari. Non si deve neanche trascurare il ruolo delle alterazioni morfologiche della colonna vertebrale. È frequente in molti soggetti la presenza di un “dorso curvo”, oppure dell’adattamento posturale opposto chiamato “dorso piatto”. La fisiologica curvatura delle vertebre dorsali consente alle scapole un rapporto ottimale con le costole, da cui deriva un corretto orientamento con l’omero e con la clavicola. Le stesse regole meccaniche valgono se si hanno spalle troppo alte e contratte (per effetto dell’eccessiva tensione dei muscoli della colonna cervicale). Il muscolo che per primo garantisce il corretto posizionamento dell’omero nella meccanica arti-
colare della spalla è proprio il “sovraspinoso”, che si trova lungo il margine superiore della scapola. La sua triste fama è dovuta al fatto che è sempre implicato nelle patologie (e quindi nei dolori) della spalla. È lo starter dei movimenti del braccio. Esercita un ruolo (tipo carrucola) indispensabile per far ruotare l’omero e per consentire al braccio di andare in alto a prendere un oggetto o per salutare qualcuno. Se esistono condizioni meccaniche sfavorevoli (come quelle sopra citate), il tendine del muscolo sovraspinoso andrà incontro ad una usura precoce che può andare dalla semplice infiammazione alla lesione parziale, fino alla rottura completa. Non si devono sottovalutare i segnali di allarme che arrivano dalle spalle. Il dolore della spalla è un processo difficilmente reversibile spontaneamente perché è spesso conseguente ad adattamenti posturali scorretti nati molto lontano nel tempo. Le prime difficoltà iniziano nel vestirsi (ad esempio, nell’indossare una giacca), ma anche nel guidare o nel prendere un bicchiere dallo scolapiatti. La patologia della spalla è sovente riconoscibile per il fatto che il dolore disturba il sonno e spesso costringe le persone a dormire sedute in poltrona o sul divano. Non si deve quindi trascurare alcun dolore ed è invece opportuno agire preventivamente chiedendo
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LE ALTERAZIONI MORFOLOGICHE DELLA COLONNA VERTEBRALE RAPPRESENTANO UN TERRENO FERTILE ALL’INSTAURARSI DI PATOLOGIE A CARICO DELLE ARTICOLAZIONI DELLE SPALLE
consiglio al fisiatra, all’ortopedico, al posturologo o all’osteopata nel caso in cui si sia consapevoli di non avere un corretto assetto posturale generale e, in particolare, della colonna vertebrale.
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La riabilitazione IL RECUPERO rappresenta FUNZIONALE il fulcro centrale nel trattamento del dolore alla spalla
TRATTAMENTI MIRATI
La fisioterapia offre ad oggi una molteplicità di approcci utili per conseguire il perfetto recupero funzionale dell’articolazione della spalla, sia nel paziente operato sia nel paziente cui viene consigliato un percorso di recupero di tipo conservativo. I trattamenti vanno dalla riarmonizzazione posturale dell’intero schema corporeo al recupero del tono-trofismo del sistema muscolare della spalla e del controllo antigravitario della colonna vertebrale, fino alla riabilitazione in acqua. Sono tutti aspetti complementari atti a completare il recupero dell’articolazione, evitando la possibilità di andare incontro a spiacevoli recidive. MAGGIO 2021 I 77
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BUONO A SAPERSI
LE RACCOMANDAZIONI
A ognuno il suo spazio
L’OMS raccomanda una disponibilità di almeno 9 mq di spazio verde urbano per ogni individuo, con un ideale di 50 mq pro capite. L’Ufficio Regionale Europeo, nelle sue linee guida sul tema, indica come regola generale che i residenti delle aree urbane accedano ad aree verdi di almeno 0,5-1 ettaro entro 300 metri da casa. E raccomanda periodici interventi di manutenzione per tutelare sicurezza e pulizia di parchi, viali e giardini, nonché di privilegiare specie vegetali locali e a basso potenziale allergenico.
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È ormai dimostrato che la presenza di aree verdi accessibili e di qualità ha un impatto benefico sulla salute fisica e su quella mentale
GLI INNUMEREVOLI VANTAGGI DEL VERDE a cura di Fondazione Umberto Veronesi CIRCA TRE CITTADINI EUROPEI SU QUATTRO VIVONO IN AREE URBANE. Le città, le loro strade, gli edifici, l’asfalto, il traffico, gli spazi, i rumori e l’aria che vi si respira sono l’ambiente in cui la gran parte delle persone vive per la maggior parte del tempo. Con quali effetti sulla salute? E in che modo gli spazi verdi possono invece impattare sullo stato fisico e psichico delle persone? A queste domande da tempo stanno cercando di rispondere non solo gli esperti di medicina della prevenzione, ma anche chi lavora sulla riqualificazione e sulla progettazione degli spazi urbani.
SALUTE: NON SOLO FARMACI
L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) lo spiega con grande semplicità e chiarezza: la salute è «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità». Dunque, a segnare il solco fra malattia e salute non sono soltanto gli strumenti in mano al medico, come farmaci, chirurgia, diagnostica, vaccini. Ma anche, in senso più ampio, l’ambiente e gli elementi in cui viviamo ogni giorno. I BENEFICI DEL VERDE
La presenza e l’accessibilità di aree verdi, ricorda l’OMS, pro-
duce dei vantaggi piuttosto ben documentati: parchi, boschi e giardini favoriscono lo svolgimento dell’attività fisica e il relax, offrono un riparo dall’inquinamento acustico e contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria, poiché gli alberi producono ossigeno e fanno la loro parte nel ridurre le concentrazioni degli inquinanti nell’aria. Gli spazi verdi, in epoca di crisi climatica e di riscaldamento importante di molte aree del pianeta, mitigano le temperature delle città. Inoltre, hanno ricadute indirette importanti, poiché offrono percorsi per camminare e pedalare, favorendo gli spostamenti, il movimen-
IN CITTÀ DURANTE L’ESTATE
Aree verdi contro le “isole di calore”
to e anche l’interazione sociale. Migliorano la salute mentale e aiutano a ridurre l’impatto delle diseguaglianze nella salute. E GLI SVANTAGGI?
Sugli spazi verdi i ricercatori si interrogano con interesse crescente (un’ampia metanalisi degli studi condotti esistenti è apparsa sulla rivista scientifica The Lancet nel 2019). Si rileva anche qualche aspetto negativo (come il rischio dato dall’esposizione ad allergeni come i pollini, a pesticidi ed erbicidi, a malattie trasmesse da artropodi, come la malattia di Lyme o in alcune
aree la dengue; o ancora come il rischio di incidenti legati alle attività all’aperto o anche l’esposizione eccessiva alle radiazioni solari). Ci sono poi dei limiti metodologici nel giudicare gli effetti di fattori così complessi in cui si sommano fattori socioeconomici e culturali. Ciononostante, sommando tutto, le evidenze epidemiologiche indicano che i benefici dell’esposizione al verde superano i rischi per la salute. MALATTIE CRONICHE
La presenza di aree verdi, come detto, facilita l’attività fisica, vero cardine della salute cardiovascolare e della prevenzione delle grandi patologie croniche del nostro tempo, come l’obesità, le malattie del cuore e dei vasi, l’aterosclerosi, il diabete e con effetti importanti anche sul rischio di alcuni tumori.
Ma ci sono differenza fra l’esercizio al tapis roulant o la camminata al parco? Sì, secondo diversi esperti, che hanno sottolineato come l’attività all’aria aperta produca effetti più significativi sul nostro benessere rispetto a quella indoor. LA MENTE
L’associazione fra natura, piante e verde, e uno stato di benessere psichico è intuitiva ed è esperienza comune a tutti noi. I dati scientifici più interessanti rilevano ad esempio una migliore risposta allo stress nelle persone dedite alle passeggiate nel verde rispetto a chi cammina in città. Un effetto positivo in parte persino misurabile: l’esposizione a spazi verdi è associata soprattutto nelle donne a una minor secrezione di cortisolo, noto anche come “ormone dello stress”.
Come sa chi vive nelle città d’estate, le aree urbane sembrano particolarmente colpite dall’aumento delle temperature. Il fenomeno è reale e gli esperti lo chiamano “isola di calore” (Urban heat island-UHI). Avviene perché l’asfalto e i materiali con cui sono costruiti gli edifici, che insieme ricoprono la gran parte della superficie urbana, ostacolano la traspirazione e la dispersione notturna del calore accumulato durante il giorno. Anche la poca ventilazione riduce lo scambio termico, a cui si aggiunge una più alta concentrazione di polveri sottili e di ozono. La speranza? Può essere il verde. Come ricordano le linee guida del Ministero della Salute, infatti, una risposta al fenomeno delle isole di calore urbane è la presenza di aree verdi: “un solo albero può raffreddare per una potenza di 20-30KW; un’area verde urbana di 1.500 mq raffredda in media 1,5 °C e, a mezzogiorno, 3°C, e diffonde i suoi effetti a 100 metri di distanza”.
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Sostieni la ricerca. Sostieni la vita
Il tumore va fermato. Sostieni ora la ricerca con il tuo 5x1000.
Destina il tuo 5x1000 a Fondazione Umberto Veronesi Ci sono scelte che possono cambiare il corso del futuro. Ne hai una tra le mani. Sostieni la ricerca contro i tumori. Perché la ricerca è cura. Nella tua dichiarazione dei redditi firma nel riquadro dedicato al “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università” e inserisci il codice fiscale di Fondazione Umberto Veronesi. 5xmille.fondazioneveronesi.it
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Firma Codice fiscale del beneficiario
spazio INCONTRI EVENTI TEMPO LIBERO CULTURA
GENERAZIONE SILVER: IN TV, PER INFORMARE E TORNARE A SORRIDERE
PESARO E URBINO
Una trasmissione televisiva dedicata ai senior Il 25 marzo scorso, sull’emittente Rossini TV, è andata in onda la prima puntata di Generazione Silver, una trasmissione ideata e prodotta da 50&Più Pesaro Urbino. Il programma comprende notizie dal mondo dei senior, la rubrica “Dottore mi dica”, a cura del dottor Gerlando Davide Schembri, con tante informazioni utili nel campo della salute e del benessere, e inoltre un interessante intervento degli esperti 50&PiùEnasco, Roberto Paoletti e Cristiana Borficchia, su temi di rilevanza sindacale e fiscale. Si è andati alla ricerca di volti noti e meno noti della provincia, che testimoniano come l’invecchiamento possa essere un momento della vita ope-
roso e creativo. Alla realizzazione del progetto ha contribuito anche il consiglio provinciale: Marcello Mamini, in veste di autore e speaker, Patrizia Caimi, come segretaria di produzione, Nadia Pezzini, Maurizio Tonelli e Mario Lanci, come intervistatori. Il ruolo di presentatrice è spettato alla giovane Annalisa Ballarini di Confcommercio. Ma come è nato questo progetto? Nessuno meglio del presidente provinciale Alberto Dolci può rispondere a questa domanda. «Le nuove regole dettate dalla pandemia - sottolinea - ci hanno costretto al distanziamento, alla sospensione degli incontri in presenza, al rinvio di molte iniziative. Con questa trasmissione abbiamo voluto porre rimedio a questa incresciosa situazione,
in modo da essere ancora utili e vicini ai nostri associati e a tutta la popolazione dei senior. Non solo, abbiamo voluto superare la scarsa confidenza di molti con pc e smartphone, il cosiddetto digital divide, ricorrendo al mezzo televisivo che tutti conoscono e gestiscono con facilità. Il nostro fine ultimo è quello di contribuire a creare una nuova figura di anziano: attento e informato, in buona salute grazie a uno stile di vita sano, tecnologicamente preparato. Non semplicemente informare ma infondere speranza e fiducia in se stessi, creare certezze, qualche volta, perché no, far sorridere». Un plauso da parte del presidente va anche all’emittente Rossini TV, diventata ormai un punto di riferimento non solo per la Provincia ma per
tutta la Regione. Proprio questa sua diffusione - assicura il presidente - darà all’iniziativa una notevole visibilità, anche perché sarà sempre possibile rivedere tutte le puntate sia sulla pagina Facebook dell’emittente televisiva, sia tramite il suo canale YouTube. Proprio queste due piattaforme web, attraverso la funzione “numero di visualizzazioni” consentono inoltre di monitorare il successo di Generazione Silver. Un progetto che finora ha dato risultati davvero molto soddisfacenti. Il programma andrà in onda tutti i giovedì in diretta alle ore 19.00, sia sul canale 633 del digitale terrestre sia sulla pagina Facebook dell’emittente televisiva. info: 0721698224 www.spazio50.org/pesarourbino MAGGIO 2021 I 81
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FOGGIA
SIRACUSA
DONAZIONE
SOLIDARIETÀ
Una Pasqua a misura di bambino
Per regalare un sorriso
Per la Santa Pasqua, la 50&Più di Foggia, presieduta da Anna Maria La Notte, ha scelto di portare la gioia ai piccoli delle parrocchie di Foggia e Monte S. Angelo, donando loro le amate uova di cioccolato. L’iniziativa ha visto la partecipazione dei parroci e di tutto
La 50&Più di Siracusa con ”Noi per voi con un sorriso” e le associazioni di volontariato La bacchetta magica, Carovanaclown, L’armadio di Coccolella e Siracusa nel mondo, ha dato vita ad un nuovo progetto: “Un uovo per ogni bambino”. L’iniziativa, che ha avuto luogo a ridosso delle festività pasquali, è stata rivolta soprattutto ai bambini e agli adolescenti i cui genitori sono rimasti senza lavoro a causa della pandemia. I volontari delle Associazioni coinvolte, grazie alle postazioni “strategiche” davanti ai supermercati, hanno così raccolto una notevole quantità di generi alimentari, destinati a circa 80 famiglie. Inoltre il direttivo della 50&Più ha voluto stanziare una somma pari a 300 euro per l’acquisto di beni di prima necessità da donare alle famiglie disagiate e in particolar modo alla Casa famiglia di Sarah Calvano ad Avola, una comunità per minori senza genitori o in affido, che al momento ospita nove ragazzi in difficoltà. Come sottolinea il presidente Paolo Calafiore, «Ritagliare un piccolo spazio del proprio tempo libero per dedicarlo agli altri è sinonimo di impegno, di volontà, di voglia di fare, di vivere e di far vivere anche donando semplici sorrisi». Il ringraziamento della 50&Più provinciale va a tutti i concittadini che, con la loro generosità e partecipazione, hanno permesso a tanti bambini di festeggiare la Santa Pasqua. Un gesto da ripetere. info: : 0931923180 enasco.sr@enasco.it - www.spazio50.org/siracusa
il direttivo dell’Associazione provinciale. In particolare, la presidente ha voluto ringraziare il vice presidente Antonio Monachese e i consiglieri Guido Affatato, Norina Scarpiello e Matteo di Iasio per l’impegno profuso. info: 0881723151 www.spazio50.org/foggia
SALERNO RACCOLTA FONDI
Un aiuto per mamme e bambini La 50&Più di Salerno ha organizzato una raccolta fondi per sostenere i progetti finalizzati all’accoglienza di una casa per madri e bambini in difficoltà, “Il sorriso di Mercedes”, che si trova a Castiglione dei Genovesi. “Solo la vita vissuta per gli altri è vera vita” è la frase che riassume sinteticamente lo spirito che ha animato l’iniziativa. Il presidente provinciale 50&Più, Giulio Rocco Castello, ha consegnato la somma raccolta all’operatrice Mariella Brenna, con l’augurio che possa essere di aiuto alla comunità per superare questi momenti resi ancora più difficili dalla pandemia. info: 089227600 - www.spazio50.org/salerno
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GENOVA DONAZIONE
Un segno di gratitudine per l’Ospedale Duchessa di Galliena Ancora un gesto di solidarietà, stavolta da 50&Più Genova, che ha voluto consegnare al direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Duchessa di Galliera, il dottor Paolo Cremonesi, un contributo in segno di gratitudine per l’operato di medici e paramedici impegnati nella battaglia contro il Covid-19. La somma sarà impiegata per le attività ospedaliere di primo soccorso. Ma la riconoscenza per il personale sanitario non finisce qui. Il presidente Brigida Gallinaro, infatti, ha annunciato che 50&Più ha in programma - a breve - un concerto a favore dei medici e paramedici dell’Ospedale, che coinvolgerà i musicisti del Teatro Carlo Felice. info: 010543042 - 0105530352 www.spazio50.org/genova
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TOSCANA CUPLA
Cambio al vertice: nominato il nuovo coordinatore regionale Antonio Fanucchi, in qualità di presidente dell’associazione 50&Più Toscana, è il nuovo coordinatore del Cupla Regionale avendo ricevuto il testimone da Enrico Vacirca (Anp-Cia). Resterà in carica due anni, coadiuvato dagli altri membri eletti nel comitato regionale in rappresentanza dei vari settori economici: oltre all’ex presidente Vacirca, Domenico Badii (Anap-Confartigianato), Sergio Ballini (Ap-Coldiretti), Giulio Cesare Brandini (Cna Pensionati) e Gianluca Naldoni (Fipac-Confesercenti). Il cambio al vertice dei pensionati toscani del lavoro autonomo è avvenuto nel corso della riunione del 25 febbraio scorso. Nell’occasione il presidente ha dichiarato il massimo impegno nel nuovo incarico, ribadendo il suo apprezzamento per il lavoro comune e la collaborazione tra le diverse associazioni coinvolte, a ciascuna delle quali ha richiesto la stesura di una lettera d’intenti, per indicare i rispettivi obiettivi. Ma quale sarà il programma del nuovo coordinatore? E quali saranno le sue priorità di azione? È lui stesso a dircelo in un’appassionata dichiarazione. «Sono onorato di rappresentare il CUPLA Toscana a nome della 50&Più per Confcommercio Toscana - le sue prime parole -. È un dovere che sento anche per la mia convinzione che rappresentare, difendere e portare avanti le tematiche dei pensionati, del lavoro autonomo e delle fasce più deboli, sia non solo un valore umano ma anche un do-
vere sociale». Assicura che il pieno coinvolgimento in una realtà, finora conosciuta solo marginalmente, e lo svolgimento dei nuovi compiti in un periodo di per sé così complesso, non gli impediranno di essere accanto ai più fragili. «Come CUPLA Toscana - prosegue, infatti - affronteremo il completamento del piano vaccinale, che nella Regione ha conosciuto difficoltà incomprensibili. Lo stesso presidente regionale Giani ha ricevuto le nostre perplessità e le nostre raccomandazioni a recuperare il tempo perso, così come l’assessore alla Sanità Toscana, Benzini. Non ci potranno essere tolleranze in quello che lo stesso CUPLA riconosce come l’unica soluzione alla pandemia. Perdere altro tempo vorrebbe dire non solo mettere a rischio le persone fragili alle quali ci dedichiamo, ma anche distruggere il commercio di vicinato, fondamentale per gli anziani che hanno difficoltà di movimento e che per questo svolge di fatto un servizio sociale indispensabile». Il CUPLA Toscana si batte da sempre per un’anzianità attiva. A tal fine, il neoeletto coordinatore dichiara di volerne promuovere l’attività grazie anche ad una maggiore conoscenza e diffusione tra i cittadini e le Istituzioni. «Proprio per questo - conclude - il coordinamento appena insediato avrà anche l’obbligo di modernizzare il suo operato, in particolare attraverso la comunicazione multimediale».
LE SEDI 50&PIÙ NEL MONDO Argentina
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LIVORNO
CASERTA EVENTO CULTURALE
A fianco dei medici e delle donne 50&Più Caserta, il 25 marzo scorso, ha organizzato un incontro in streaming con la dottoressa Lorenza Donisi, al suo esordio letterario con il libro Istantanee dall’acquario. Un giorno di ordinaria pandemia (Artetetra Edizioni). Nel libro la dottoressa, attiva nel reparto Medicina d’Urgenza del Policlinico Casilino di Roma, raccoglie episodi ed esperienze del mondo ospedaliero sconvolto dalla pandemia ai tempi del primo lockdown. Una realtà quotidiana fatta di tanto dolore e di altrettanta umanità, impossibile da dimenticare. Dopo il saluto introduttivo della presidente provinciale 50&Più, Maria Pia Ciannarella, l’ospite è stata presentata dalla responsabile
del settore Cultura, la professoressa Emilia Mastrangelo. Nel corso dell’evento, dopo le domande di rito rivolte all’autrice, è stato letto un brano significativo dell’opera che ha emozionato tutti i presenti. Sempre nel mese di marzo, l’associazione presieduta da Maria Pia Ciannarella, ha presentato un secondo libro, dal titolo Le donne e il mare, scritto dal professor Florindo Di Monaco. L’incontro in streaming, curato dalla professoressa Emilia Mastrangelo, è stata l’occasione - accolta con vivo interesse dai partecipanti - per approfondire il tema femminile e le difficoltà incontrate dalle donne per affermarsi nei vari campi della cultura e della società. info: 0823326453 www.spazio50.org/caserta
WEBINAR
Napoleone Bonaparte, apoteosi e sconfitta dell’Imperatore dei Francesi In occasione del bicentenario della morte di Napoleone, la 50&Più di Livorno organizza due webinar tenuti dal professor Mauro Cusmai, che racconterà due epiche battaglie che hanno segnato la sorte del grande generale. Il primo incontro, dal titolo Austerlitz, l’apoteosi del genio di un imperatore, si terrà in una data evocatrice per gli amanti della storia, il 5 maggio. Per seguire il secondo, Waterloo: il declino e la fine, bisognerà attendere il mercoledì successivo. info: 0586881128 - 0586898276 www.spazio50.org/livorno
ROMA WEBINAR
Dal tè delle cinque alle passeggiate Proseguono da marzo gli attesi incontri online con Giulia Evangelisti, per una full immersion nell’Arte e nell’Archeologia. Gli ormai noti appuntamenti del “tè delle cinque” spaziano stavolta su nuovi argomenti, per portare alla luce aneddoti e curiosità del passato, sempre col tono piacevole e rilassato della loro conduttrice. Dalla cucina nell’antica Roma alla scoperta dell’uso dello specchio nell’Arte, è sempre
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l’occasione per un interessante ed istruttivo salto nel passato. Con la bella stagione riprendono, in totale sicurezza e rispetto delle norme, le passeggiate per le strade della Città Eterna. Due gli appuntamenti per addentrarsi nei segreti dell’antichità, uno per conoscere i passatempi degli antichi Romani e l’altro per incontrare le cortigiane più illustri della Roma rinascimentale, tra scandali e passioni. Sicuramente ci sarà molto da scoprire. info: 0668891796
www.spazio50.org/roma
NAVIGANDO IL DANUBIO BLU
Dal 18 al 25 ottobre 2021
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LE SEDI 50&PIÙ PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via F. Salomone, 67 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 90 Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 Salerno - Via Zammarelli, 12 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti Parma - Via Abbeveratoia, 61/A Ravenna - Via di Roma, 104 Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 Trieste - Via Mazzini, 22 Udine - Viale Duodo, 5 Lazio Frosinone - Via Moro, 481 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Cola di Rienzo, 240 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via XX Settembre, 40/5 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via del Torretto, 57/1 Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 154 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Bellini, 14 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 47 Pavia - Via Ticinello, 22 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a Pesaro - Strada delle Marche, 58 88 I spazio50.org I MAGGIO 2021
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Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via XXIV Maggio, 331 Piemonte Alba - Piazza S. Paolo, 3 Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Trieste, 15 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Roma, 29 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Appia, 159/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 84 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Serristori, 15 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio Pisa - Via Chiassatello, 67 Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 Veneto Belluno - Piazza Martiri, 16 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B
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__FISCO__
DECRETO SOSTEGNI: COSA C’È DA SAPERE
Il provvedimento è diventato finalmente realtà. Ecco uno dei principali aiuti messi in campo dal Governo, chi ne ha diritto e come fare per ottenerlo
IL GOVERNO CONTINUA AD EMANARE DECRETI A SOSTEGNO DEI CONTRIBUENTI COLPITI DALL’EMERGENZA COVID-19. Da ultimo, con il Decreto Legge n. 41/2021 (Decreto Sostegni), in vigore dal 23 marzo 2021, viene prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto da richiedere all’Agenzia delle Entrate mediante la compilazione dell’apposito modello, da inviare, telematicamente, entro il 28 maggio 2021. Il suddetto contributo a fondo perduto è riconosciuto a favore degli “operatori economici colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19”. Il beneficio si applica al sussistere di precisi presupposti soggettivi e oggettivi. » PRESUPPOSTI SOGGETTIVI
Tale agevolazione, a differenza di quanto accaduto con il D.L. 34/2020, è riconosciuta a prescindere dall’attività esercitata dal contribuente (ossia non è limitata all’appartenenza a specifici codici Ateco). Il contributo spetta a chi esercita l’attività d’impresa o di lavoro autonomo. Conseguentemente, il contributo spetta ai soggetti titolari di partita Iva, attiva al 23 marzo 2021, residenti in Italia. Sono ammessi al contributo anche i lavoratori autonomi iscritti agli Enti di diritto privato di previdenza obbligatoria (ad esempio, CNPADC, Inarcassa, CIPAG, ENPAM, Casse Interprofessionali), in precedenza esclusi dal beneficio; i titolari di reddito agrario di cui all’articolo 32, TUIR; gli enti non commerciali, compresi gli ETS (Enti del Terzo Settore) e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, con riferimento alle attività commerciali esercitate. Considerando quanto precedentemente precisato dall’Agenzia delle Entrate (Circolare n. 15/E del 12 giugno 2020), in merito al contributo di cui al D.L. n. 34/2020, non rilevando il regime fiscale adottato dall’interessato, l’agevolazione è riconosciuta anche ai contribuenti così detti “forfetari” o “minimi”. Non spetta, invece, ai soggetti la cui attività risulta cessata al 23 marzo 2021, o a quelli che hanno attivato la loro partita Iva dal 24 marzo 2021. Sono anche esclusi dalla normativa in esame gli Enti Pubblici di cui all’articolo 74, comma 2, TUIR, gli intermediari finanziari e le società di partecipazione di cui all’articolo 162-bis, TUIR. » PRESUPPOSTI OGGETTIVI
a cura di Alessandra De Feo
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È STATO ELIMINATO IL RIFERIMENTO AI CODICI ATECO, PREVEDENDO UN PROCEDIMENTO DI CALCOLO DEL CONTRIBUTO PIÙ EQUO, BASATO SULLE PERDITE DI FATTURATO SUBITE, CHE PREMIA LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Per usufruire del contributo, è richiesta la sussistenza delle seguenti condizioni: 1) l’ammontare dei ricavi, o dei compensi, non deve essere superiori a 10 milioni di euro “nel secondo periodo d’imposta antecedente a quello di entrata in vigore del Decreto”. Per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare trattasi dei ricavi o dei compensi 2019; 2) la riduzione del fatturato o dei corrispettivi 2020 rispetto a quelli 2019. Ai soggetti che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza del requisito relativo al calo di fatturato. A tale riguardo deve essere eseguita una verifica della suddetta riduzione, in quanto per vedersi riconosciuto il contributo è necessario che l’ammontare medio mensile del fatturato o dei corrispettivi 2020 sia inferiore almeno del 30% dell’ammontare medio mensile del fatturato o dei corrispettivi 2019 (esempi riportati nella tabella).
TABELLA FATTURATO MEDIO E RELATIVE RIDUZIONI Fatturato medio mensile 2019
Fatturato medio mensile 2020
Riduzione fatturato medio 2020
30% fatturato medio mensile 2019
Spettanza contributo
200.000 200.000
140.000 160.000
60.000 40.000
60.000 40.000
SI NO
__ PREVIDENZA __
QUOTA 100: ULTIMA CHIAMATA
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La misura che permette di andare in pensione a 62 anni e con 38 di contributi - introdotta a gennaio 2019 - non ha riscosso molto successo, ma gli interessati possono ancora presentare domanda
a cura di Luca Giustinelli
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AL MOMENTO NON ESISTE UNA RISPOSTA CERTA SUL DESTINO DELLE PENSIONI DOPO DICEMBRE 2021, MA CI SONO MOLTE IPOTESI AL VAGLIO. CERTAMENTE, NON INCLUDONO UN RINNOVO
90 I spazio50.org I MAGGIO 2021
SEMBRA DAVVERO UNA VITA FA: ALCUNI MINISTRI ANNUNCIAVANO DAL BALCONE CHE LA POVERTÀ ERA STATA SCONFITTA, la pandemia era ancora solo nella fervida fantasia degli sceneggiatori dei “virus movies”, le persone passeggiavano liberamente, le mascherine erano riservate a figure professionali specifiche, “smart working”, “DaD” e “videocall” erano ancora termini di un gergo per iniziati; ma soprattutto, non avevamo continuamente negli occhi gli ospedali, le terapie intensive, i bollettini quotidiani sui malati. Sembra proprio una vita fa. E invece era solo l’inizio del 2019 quando vedeva la luce la tanto attesa “Quota 100” che vive oggi, probabilmente, gli ultimi mesi di un’esistenza più breve di quanto da alcuni previsto. Questa misura - introdotta in via sperimentale per il triennio 2019/2021 - consente a chi abbia maturato 38 anni di contribuzione e 62 anni di età (quindi, tecnicamente, non una “quota” propriamente detta, perché entrambi i requisiti devono essere distintamente soddisfatti) di poter accedere al pensionamento con notevole anticipo rispetto sia alla pensione di vecchiaia sia alla pensione anticipata ordinaria. Pur avendo suscitato molte speranze, tuttavia, la nuova pensione non ha dato i risultati sperati e pertanto verrà lasciata morire, per quanto è dato sapere, alla sua naturale scadenza; il suo rifinanziamento non pare infatti all’ordine del giorno. Oggi, in effetti, occorre rilanciare interi settori produttivi (come il commercio, il turismo, la ristorazione, lo spettacolo) messi in ginocchio dalle chiusure emergenziali;
oggi è necessario far fronte alle conseguenze dello sblocco dei licenziamenti; oggi occorre progettare un grande piano di rilancio economico e sociale sfruttando al meglio i fondi europei; oggi è necessario investire sulla scuola e sulla digitalizzazione e ripensare il mondo del lavoro e il sistema dei trasporti; oggi servono progettualità che guardino al futuro dei giovani, dei bambini… Oggi, dunque, altre - non il rifinanziamento di “Quota 100” - sono le priorità in tema di previdenza, assistenza e lavoro su cui investire risorse per poter rilanciare l’economia nell’era post Covid: servono misure universalistiche di sostegno alle famiglie (va in questa direzione il neonato “Assegno Unico per i figli”), una radicale riforma degli ammortizzatori sociali che si spera coinvolga anche i lavoratori autonomi, una decisa spinta sulle politiche attive del lavoro. Nel tracciare un bilancio di una misura che aveva creato forti aspettative nella fascia di lavoratori appena sessantenni, non si possono tacere i “peccati originali” che ne hanno limitato l’efficacia: ad esempio, l’incumulabilità assoluta con lo svolgimento di attività lavorativa per una fascia di età ancora nel pieno della vita attiva, che ne ha fortemente limitato l’appeal per i lavoratori autonomi, nonché alcune incertezze interpretative mai risolte (tanto che, mentre scriviamo, ancora nessuno ha mai fornito una chiara interpretazione circa la compatibilità tra questa forma di pensionamento e alcuni profili lavorativi non residuali come, ad esempio, i collaboratori di impresa commerciale). Tuttavia, è proprio nel suo tanto annunciato ruolo di spinta e strumento di ricambio generazionale nel mondo del lavoro l’aspetto su cui “Quota 100” ha davvero fallito. Certo, la pandemia e le trasformazioni che ne sono derivate, con quel clima di “sospensione” che ha portato in molti settori produttivi oltre che nelle vite di
tutti, non consentono di dare un giudizio pienamente oggettivo su questa sperimentazione che sta scivolando verso la sua conclusione: come sarebbe andata, in tempi normali? I suoi più convinti sostenitori all’epoca ipotizzarono (e, in qualche talk show, garantirono) che ad ogni lavoratore pensionato con “Quota 100”, avrebbe corrisposto l’ingresso di almeno una nuova risorsa nel mondo del lavoro (qualcuno si spingeva a prevedere fino a 3 nuovi assunti per ogni pensionato…). Il tempo ha dimostrato invece che le cose non sono andate così; anzi, prima della pandemia, “Quota 100” ha provocato, soprattutto nel settore pubblico (settore in cui tale prestazione ha riscosso maggiore successo), l’uscita di un numero considerevole di lavoratori carichi di esperienza, a cui - sia per le dinamiche del mercato del lavoro sia per i vincoli della pubblica amministrazione impossibilitata ad assumere e con il blocco dei concorsi, o per i legittimi vantaggi per le imprese private - non ha corrisposto l’innesto di nuove risorse. Ne è conseguita una carenza di organico che si è venuta a creare in settori strategici come quello della Sanità, di cui di lì a poco avremmo avuto drammaticamente bisogno (e infatti è stato necessario richiamare in servizio, nel 2020, il personale sanitario uscito con “Quota 100” con una norma specifica che - per non penalizzarlo - ha reso eccezionalmente possibile per loro cumulare pensione e lavoro). Al di là dei casi (che sicuramente si saranno verificati) in cui l’“italica furbizia” avrà consentito di inventarsi forme fantasiose di inquadramento per “aggirare” l’incumulabilità con lo svolgimento di attività lavorativa, “Quota 100” ha comunque consentito ad alcune centinaia di migliaia di lavoratori che avevano necessità di uscire dal mondo del lavoro soprattutto a quelli occupati in lavori pesanti o con necessità di tipo familiare -
e che si sono ritrovati con i requisiti giusti, di poter ottenere la pensione senza attendere un’età avanzata, pur rinunciando ad un importo più elevato. Certo, la fine di “Quota 100” lascerà in eredità un enorme scalino, a partire dal 2022. Senza ulteriori riforme, molti lavoratori, magari a causa di una data di nascita solo di pochi giorni successiva a quella di chi ha potuto avere accesso a questa misura, non avranno raggiunto in tempo la fatidica quota e dovranno aspettare quasi cinque anni per ottenere la pensione, a 67 anni di età o con 42 anni e 10 mesi di contributi. Occorrerà quindi risolvere i problemi di equità che la misura ha creato e introdurre nel mercato del lavoro una flessibilità in uscita che sia sostenibile, studiando misure e correttivi, molti dei quali già ipotizzati e allo studio del Governo. Anche in previsione della necessità di fronteggiare i possibili esuberi e licenziamenti post crisi-Covid, è possibile che vengano potenziate alcune misure previdenziali già esistenti, come il “contratto di espansione” (che prevede, con determinati criteri, un’uscita con uno sconto di 5 anni rispetto alla pensione ordinaria), la cui applicazione potrebbe essere estesa anche alle aziende con meno di 250 dipendenti e che potrebbe costituire un atterraggio morbido per molte aziende e molti lavoratori. Ma “Quota 100” c’è ancora e sarà ancora applicabile a tutti coloro che matureranno i requisiti richiesti entro la fine di quest’anno. Quindi: “ultima chiamata” per i lavoratori interessati che abbiano i requisiti e che non intendano esporsi alle incertezze di un futuro previdenziale ancora tutto da scrivere. Gli Uffici 50&PiùEnasco, presenti su tutto il territorio nazionale, possono fornire ai lavoratori interessati tutte le valutazioni e le informazioni, verificando il diritto e la convenienza di “Quota 100” e potranno effettuare la presentazione della relativa domanda. MAGGIO 2021 I 91
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__VIVERE IN ARMONIA SEGUENDO LE STAGIONI__
A UN PASSO DALL’ESTATE «I fiori sogliono incominciare presso il tempo del loro schiudimento ad emanare i loro profumi, i quali si aumentano finché il fiore sia compiutamente aperto, dopo di che vanno scemando. Alcuni fiori sono odorosissimi la notte e pochissimo il giorno». Almanacco Barbanera 1863
a cura di
MAGGIO
QUANDO MAGGIO ARRIVA SEMBRA GIÀ DI AVER MESSO UN PIEDE NELL’ESTATE. Un’esplosione di fiori e ortaggi trasforma e rallegra gli scenari consueti. Anticamente era il mese aperto dalla dea Flora, dedicato alla fioritura delle messi. Oggi, per la natura, o per chi coltiva un giardino, poco è cambiato. Anche l’orto, di questa stagione, al solo guardarlo è un piacere. Ci aspetta con i primi preziosi raccolti, mentre il giardino, come allora, dona a piene mani fiori, profumi e colori. A maggio si va in cerca delle buone erbe di campo, in cucina entrano le aromatiche coltivate sul balcone, mentre le rose sbocciano per la festa della mamma. Si volta pagina, si guarda all’estate e al bel tempo che gli animi rincuora. Tutto si fa più lieve, il sole riscalda qualche timida uscita nel fine settimana, con il primo giorno del mese - la festa di San Giuseppe e dei Lavoratori - pronto a ricordarcelo, nel caso qualcuno, di questi tempi, se ne fosse dimenticato. 92 I spazio50.org I MAGGIO 2021
IL TIMO (Thymus vulgaris)
Fa bene perché... Le sue virtù, conosciute fin dall’antichità, lo rendono un potente antisettico e antispasmodico. Giova allo stomaco ed è utile contro bronchite, asma, tosse e tosse convulsa. Inoltre, rinvigorisce i debilitati e convalescenti, ripristina l’appetito, rinforza il cuoio capelluto e tonifica le gengive. Il proverbio Non c'è erba che va in su che non ha la sua virtù. Pollice bio Semina in terra e spera in cielo. Ama il sole, ma rifugge l’umidità. Per la semina ci vogliono un suolo ben drenato e la possibilità di proteggerlo dagli eccessi di umidità e dal gelo. Evitare eccessive annaffiature. La semina Il timo ben si adatta alla coltivazione in vaso, dove si può seminare da marzo fino all’inizio di giugno, meglio se in Luna crescente: utilizzare del terriccio standard, collocando i semi in modo da avere 1-2 piantine in un vaso di 30 cm di diametro. Raccolta e conservazione La pianta e le sommità fiorite si raccolgono in estate, all’inizio della fioritura, tra maggio e giugno, tagliando i rametti in Luna calante. Ottimo utilizzato fresco - in questo caso, meglio la raccolta in crescente -, si essicca all’ombra in luogo aerato. Foglie e fiori si conservano in vasi di vetro tenuti lontano da fonti di calore.
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BUONO A SAPERSI!
Il cambio di stagione È tempo di metter mano al cambio di stagione e di farlo con attenzione per difendere le stoffe e la lana da tarme e polvere. Gli indumenti vanno riposti puliti in scatole di tela o in custodie con cerniera: le stoffe devono respirare, dunque evitiamo la plastica. In caso di tessuti pregiati come il velluto di seta, non pieghiamoli ma, se proprio necessario, inseriamo della carta velina tra strato e strato. Ovunque si ripongano, gli abiti vanno protetti dalle tarme con essenze naturali come cedro, lavanda, canfora o limone.
NEL CESTINO DEL MESE
ORTAGGI: agretti, asparagi, aglio, bietole, carciofi, catalogna, carote, cavolfiori, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, fave, finocchi, indivie, patate, peperoni, piselli, pomodori, porri, rape, ravanelli, rucola, sedano, spinaci, valerianella e zucchine. FRUTTA: albicocche, ciliegie primaticce, fragole, mele e nespole.
AROMI: basilico, menta piperita, mentuccia, prezzemolo, rosmarino e salvia.
COLTIVARE CON LA LUNA NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE
Eccoci all’attesa fioritura delle rose. Ma ad esserne attratti sono anche orde di afidi che rosicchiano i boccioli. Un rimedio c’è. Basterà distribuire sui rosai e su tutte le piante attaccate del borotalco con un soffietto. Unico inconveniente, l’aspetto un po’ sbiancato delle rose, ma in pochi giorni torneranno belle più che mai! Sempre in giardino, nei giorni di Luna calante, ricordarsi di portare all’esterno gli agrumi e le piante grasse, facendoli abituare gradualmente all’aria. È anche il momento di cimare i crisantemi e di dotare di tutori le dalie. Sarà l’orto, invece, a chiederci di cimare cocomeri e meloni dopo la terza foglia, per favorire nuovi rami laterali e renderli più produttivi. Seminare inoltre carote e insalate, tra cui la rucola, mettere i sostegni ai pomodori da mensa e da conserva, trapiantare il basilico. All’arrivo della Luna crescente, in giardino fare gli ultimi trapianti delle specie annuali, ma anche la riduzione degli arbusti e le potature dei rosai sarmentosi (rampicanti) e di quelli a fioritura unica, perché producano nuovi rami fioriferi. Nell’orto raccogliere fave e piselli da consumare freschi, seminare i fagiolini, ed eliminare i rami laterali che crescono sul fusto dei pomodori da mensa. Insomma, momento di grandi operazioni che, se ben effettuate, assicureranno copiose raccolte per tutta l’estate.
SE HAI ½ GIORNATA
27 28 29 30 31 GIO VEN SAB DOM LUN
Dice il proverbio... Maggio venuto, l’inverno è perduto Se piove i primi di maggio, noci e fichi faranno buon viaggio Quando maggio è tutto in fiore, il sorriso è in ogni cuore
IL SOLE E LA LUNA IL SOLE
Il 1° sorge alle 05.56 e tramonta alle 19.59. L’11 sorge alle 05.44 e tramonta alle 20.10. Il 21 sorge alle 05.34 e tramonta alle 20.20. Le giornate si allungano. Il 1° marzo si hanno 14 ore e 3 minuti di luce solare e il 31 se ne hanno 15. Si guadagnano 57 minuti di luce.
LA CURA DEGLI AGRUMI
Ormai fuori da serre e limonaie, gli agrumi aspettano di essere rimessi in forma, trattati e potati. Con l’aiuto della Luna calante sarà allora il tempo di procedere all’eliminazione dei rami e dei succhioni interni - i nuovi rami isolati molto vigorosi -, al fine di favorire l’entrata della luce ed evitare il ristagno di umidità, pericolosa per la proliferazione di parassiti. Dalle piante vigorose si dovranno anche eliminare i rametti che hanno fruttificato e quelli che appaiono più deboli. Se, invece, ci troviamo di fronte agrumi che hanno perso foglie durante l’inverno e si mostrano poco vigorosi e stanchi, sarà il caso di stimolarne la ripresa vegetativa e la crescita di nuovi rami dal basso, praticando tagli importanti nei rami posizionati in alto. Dopodiché si potrà provvedere ai trattamenti delle piante utilizzando prodotti a base di rame, evitando così l’insorgenza di funghi che prosperano con le temperature di questo mese.
LA LUNA
Il 1° sorge alle 00.23 e tramonta alle 09.19. L’11 sorge alle 05.42 e tramonta alle 19.57. Il 21 tramonta alle 02.58 e sorge alle 14.15. Luna calante dal 1° al 10 e dal 27 al 31. Luna crescente dal 12 al 25. Luna Nuova l’11, Luna Piena il 26. MAGGIO 2021 I 93
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a cura della Redazione
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RELAZIONI PERSONALI
67 anni potarti discretamente, h. 1,67, gradevole, affettuosa, allegra, economicamente indipendente, molto credente. Cerco un uomo pari requisiti per creare una famiglia. Credo all’amore vero tra due persone di fede, che si amino e si aiutino. Solo persone serie e interessate. Rispondere a: F.P. Centrali di Avellino, C.I. n. AO5273917. 50enne, amante arte, natura, psicologia, ottimista, residente a Roma, conoscerebbe ragazza o signora per amicizia ed eventuale relazione. Telefonare al 3245634553.
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LA REDAZIONE NON RISPONDE DEL CONTENUTO DELL’INSERZIONE
L’art. 6, comma 8, del D.L. 4/6/2013 n. 63, convertito nella L. 3/8/2013 n. 90, ha imposto di riportare negli annunci di vendita o di locazione di immobili, l’indice di prestazione energetica dell’involucro edilizio globale o dell’unità immobiliare e la classe energetica corrispondente. Lo stesso D.L. ha previsto, inoltre (art. 12), che in caso di violazione di tale obbligo, il responsabile dell’annuncio è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3.000 euro. A tal proposito, evidenziamo che per la pubblicazione accetteremo solo annunci che riportino anche quanto previsto dal suddetto art. 6, comma 8.
Benestante, 76 anni, agricoltore con azienda propria, cerco compagna di 60-70 anni, senza impegni familiari e possibilmente patentata, che voglia venire a vivere con me in Calabria, in provincia di Cosenza. Da me avrà a disposizione tutto ciò che serve. Nella mia azienda coltivo ortaggi, olive, agrumi e grano di qualità. Mi trovo in un paese piccolo ma bello, vicino al mare e alla montagna. Se ci sei, chiama subito. Telefonare al 3333776072.
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94 I spazio50.org I MAGGIO 2021
RELAZIONI LAVORO COLLEZIONISMO AFFITTO VENDO OCCASIONI
snello. Cerco, per compagnia, signora 60-70enne, sincera, seria, onesta e simpatica. Di Avellino e provincia, ma anche di altre Regioni. Sono disposto a trasferirmi. Telefonare al 3662719242. 74enne, pensionato, solo, residente nella provincia di Como, amante della natura e del mare. Vorrei conoscere per una sincera amicizia signora sola, libera, residente nelle vicinanze, perché non ho la macchina e mi sposto con i mezzi. Telefonare al 3334276676.
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Vendesi in Romania, vicino Bucarest (Urlati di Prohova), vero affare, 7,2 ettari di terreno cittadino con tutte le utilità, gas, luce, acqua. Euro 26.000, prezzo trattabile. Telefonare allo 00393284647921 (Italia) oppure allo 0040722656789 (Romania).
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Vendesi libri di letteratura inglese, francese, tedesca e italiana, con relative grammatiche e romanzi. Max serietà. Scrivere a: F.P. Viale Beethoven 36, Roma, C.I. 504165.
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giochi di Lionello e Favolino
stuzzica di Enrico Diglio
CERVELLO
TEST 1 Osservate attentamente le sottostanti quattro figure e dite quale numero, secondo logica, va inserito al posto del punto interrogativo.
REBUS Lionello 6, 5 2 6...
TEST 2 Osservate attentamente le otto parole e le otto coppie di lettere sotto riportate e dite quali parole si possono ottenere inserendo tali coppie nelle parole date.
REBUS Lionello ... 13!
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I FIORI DELL’AGAVE Quando il verde è più intenso le farfalle non hanno tregua, e l’aria intorno greve, par che strozzi, allor crescono, elevati quasi sul nulla appaion così… buffi.
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UN GABBAMONDO A vederlo così, ridente e biondo, sembra il miglior amico della terra; ma con l’ardire che nel petto serra, sa ben prendere in giro il mondo!
INDOVINELLI Favolino
TEST 3 Leggete il seguente brano e andate a pagina 96. Nell’ultima settimana di maggio, nel piccolo borgo medievale di Coriandolo, si celebra la festa dell’agricoltura biologica. Per cinque giorni centinaia di prodotti vengono esposti e gustati dai turisti provenienti dalle regioni circostanti e accolti dai cinquecento abitanti della ridente cittadina situata nella lussureggiante vallata Naturaverde, dominata dalle quattro alte vette del Monte Sempreazzurro che si stagliano fin oltre i duemila metri.
__SOLUZIONI A PAGINA 96__ MAGGIO 2021 I 95
oroscopo di Aldebaran
MAGGIO
MICHELLE PFEIFFER
Attrice
toro
bilancia
21 APR. I 20 MAG. Riceverete dimostrazioni di affetto, soprattutto da parte di nipoti e amici. Sarà bene contraccambiare, dedicando loro le giuste attenzioni. Non frequentate luoghi troppo affollati.
23 SET. I 22 OTT. Non vi dovrete meravigliare se ogni tanto sarete ostacolati dalle persone che vi stanno vicino e che vi vogliono bene. Ognuno ha le proprie idee e dovrete imparare a conviverci.
ariete
scorpione
21 MAR. I 20 APR. Nel corso del mese potrà presentarsi la necessità di prendere una decisione importante. Un po’ di attività in casa vi aiuterà a superare lo stress quotidiano. Non esagerate a tavola.
23 OTT. I 22 NOV. Potranno verificarsi situazioni impreviste che vi faranno stare sempre un po’ sulle spine. Cercate di sfruttare le vostre abituali doti di prontezza e riuscirete a cavarvela in modo brillante.
gemelli
sagittario
21 MAG. I 21 GIU. Le cose andranno senz’altro meglio rispetto allo scorso mese. Basta non strafare. Dedicate del tempo ai vostri animali domestici. Evitate di esagerare a tavola e bevete molta acqua.
23 NOV. I 21 DIC. Riceverete corrispondenza o email che vi sorprenderanno piacevolmente. La vostra situazione finanziaria registrerà miglioramenti. Siate più pazienti e comprensivi con il partner.
cancro
capricorno
22 GIU. I 22 LUG. Le forti tensioni degli ultimi mesi non hanno giovato alla vita familiare. Tenetevi lontani da discussioni. Se vi sentite insoddisfatti, dovrete fare i conti con il vostro umore mutevole.
22 DIC. I 20 GEN. Non fatevi scoraggiare da contrattempi passeggeri. Dedicatevi a piccoli lavori di bricolage. Proteggetevi da infezioni e virus, evitate i medicinali troppo forti e fate attenzione alle scadenze.
leone
acquario
23 LUG. I 23 AGO. Se avete in mente cambiamenti legati alla casa, le stelle suggeriscono di attendere e rimandare al mese prossimo. Siate cauti quando uscite e fate attenzione all’alimentazione.
21 GEN. I 19 FEB. Buone notizie da una persona lontana. Curate di più l’alimentazione. Bere molta acqua vi aiuterà a depurare l’organismo dopo il lungo inverno. Fate una passeggiata ogni giorno.
vergine
pesci
24 AGO. I 22 SET. Potrete iniziare cure o diete per disintossicarvi. Dedicatevi un po’ di tempo per fare un po’ di ginnastica a casa o lunghe passeggiate in mezzo al verde. Evitate di esagerare con i cibi grassi.
20 FEB. I 20 MAR. Sarete più contemplativi del solito. Riflettere su ciò che sta succedendo nel mondo vi spingerà a cercare la gioia nelle piccole cose. Curate il vostro corpo, anche con un po’ di ginnastica.
96 I spazio50.org I MAGGIO 2021
soluzioni
GIOCHI
REBUS (6, 5 2 6...)
REBUS (... 13!)
R E gole; anche S e S; E vere... = Regole, anche se severe...
... R IS petti; A Mole = ... rispettiamole!
INDOVINELLI
l fiori dell’agave = I debiti Un gabbamondo = Il sole
stuzzica
CERVELLO
TEST 1
Il numero che va sostituito al punto interrogativo è 11. Esso, infatti, è in grado di rispettare il criterio valido per le altre tre figure: il numero posto nel rettangolo posizionato nella parte bassa di ogni figura si ottiene addizionando al numero posto nel triangolo con la punta verso l’alto, oppure sottraendo al numero posto nel triangolo con la punta verso il basso, il numero che si ottiene sottraendo dal numero dei quadrati verdi quello dei quadrati rossi posizionati sotto il triangolo. Quindi: 7 è il numero che si trova nel triangolo con la punta verso l’alto, quindi si addiziona al numero che si ottiene sottraendo il numero 2 dei quadrati rossi a quello dei quadrati verdi (6): 7 + (6 - 2) = 11
TEST 2
Le otto parole che si formano inserendo le coppie di lettere date (qui sotto in azzurro) nelle otto parole fornite (qui sotto in rosso) sono: ASO L A, RICAVO,
MAGIARA,
MUSIC A,
RETATA,
SAL ASSO,
SEMINA,
VIGNA.
TEST 3
Quanti sono gli abitanti di Coriandolo? In quanti giorni si celebra la festa dell’agricoltura biologica?
+
SCRIVETECI: PER POSTA VIA DEL MELANGOLO, 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL G.VECCHIOTTI@50EPIU.IT
lettere Risponde Giovanna Vecchiotti - Direttore Responsabile 50&Più
L’UMANITÀ NASCOSTA DIETRO LA MASCHERA DELL’EMERGENZA A volte, nelle difficoltà più grandi, nelle tragedie più immani si riscoprono degli squarci di umanità, quasi inaspettati. Meglio sarebbe, però, che questa fosse la regola e non l’eccezione dovuta all’emergenza GENTILE DIRETTRICE, le scrivo questa mail perché vorrei condividere una mia esperienza personale, diciamo così, di riscoperta. Ma riscoperta di cosa? Che cosa abbiamo ancora da scoprire noi, che ormai abbiamo una certa età, e proprio per quello abbiamo visto di tutto e non ci dovremmo stupire più di niente? Ecco, diciamo che questo periodo di pandemia, costretta a restare in casa, ho scoperto, o meglio riscoperto, me stessa, e anche coloro con cui sono più in contatto (parenti, vicini di casa, nipoti). E devo dire che è stata proprio una bella sensazione. Innanzitutto ho scoperto di essere ancora capace di godermi le piccole cose della vita. E la cosa non è del tutto scontata. Godersi, per esempio, la lentezza dello scorrere del tempo, assaporare con calma il caffè della mattina, spalmare la crema sulle mani per evitare che i lavaggi frequenti possano danneggiare la pelle, leggere un libro, lì sul divano, subito dopo aver pranzato. Leggendo 50&Più, mi sono cimentata anch’io nello yoga e nella meditazione, argomenti di cui vi siete
occupati ampiamente, e devo dire che ho scoperto (in questo caso, letteralmente) tutto un mondo che mi era assolutamente sconosciuto. E che dire dei vicini di casa? Io abito in un condominio, e naturalmente qui, come altrove, non mancano problemi, piccole discussioni e/o incomprensioni; però, devo dire che in quest’ultimo anno ci sono stati dei gesti di gentilezza, di attenzione degli uni verso gli altri, come non ne avevo mai visti. In molti mi sono venuti a chiedere se, vista l’impossibilità di muovermi, potevano essermi utili nel fare la spesa o nell’aiutarmi a mettermi in contatto con i miei figli, nel caso avessi difficoltà, come dire, tecnologiche. Come vede, io me la cavo abbastanza bene anche se non posso certo definirmi una maga del computer, ma queste piccole gentilezze, mi hanno toccato il cuore. Per non parlare dei miei nipoti. Dal più grande (ormai adolescente) alla più piccolina, ho ricevuto segni di affetto come non mai. Che dire? Questa pandemia è brutta, bruttissima, vorrei che non fosse mai esplosa, eppure a me ha dato l’opportunità di riscoprire quella fetta di umanità che poteva restare nascosta per sempre. Angelina Giussani Una lettera lunghissima che non ho tagliato perché mi piaceva condividere con tutti i lettori la Sua riscoperta di un’umanità come non l’aveva mai vista, signora Angelina. Con la speranza che questo sia solo l’inizio di una gentilezza che vada al di là dell’emergenza. MAGGIO 2021 I 97
bazar TELEMEDICINA ALIMENTAZIONE LETTURA SCRITTURA LIBRI
a cura del Centro Studi 50&Più
Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it
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oppure al 0424708910.
TELEMEDICINA IL PRIMO PORTALE ITALIANO Si chiama Net-Medicare ed è il primo portale in Italia per la telemedicina. Un progetto nato per rendere più agevole il rapporto paziente-medico, permettendo anche di ottenere un consulto con una semplice videochiamata. La registrazione è gratuita e la piattaforma è munita di un sistema che assicura riservatezza ed efficacia della prestazione. Per informazioni: www.netmedi.care ISIDORA, LA TV AMICA È arrivato Isidora, il canale Tv della Cooperativa La Meridiana che utilizza strumenti della telemedicina e raccoglie informazioni sanitarie sull’utente, proponendo attività cognitive e motorie. Tra le proposte del palinsesto ci sono anche programmi ad hoc per i senior, documentari ed eventi religiosi, dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 16.30. Per informazioni è possibile telefonare al 3465179093 o scrivere un’e-mail a rita.liprino@cooplameridiana.it
IN VALLE D’AOSTA CI PENSA DORA In Valle d’Aosta è attivo il servizio di assistenza virtuale per la prenotazione del vaccino. L’assistente si chiama Dora ed è in grado di contattare gli utenti per fissare l’appuntamento, sottoponendo alcune domande ed elaborandone le risposte. Dora, infatti, contatta telefonicamente la popolazione interessata, ogni giorno, dalle 9.30 alle 19.30, fino ad un massimo di cinque volte in caso di mancata risposta.
+ ALIMENTAZIONE PASTA&PANDEMIA Secondo l’Unione Italiana Food, gli italiani consumano più pasta nei momenti difficili. Nel mese di marzo, infatti, le vendite sono aumentate dell’11%, dopo aver già segnato un incremento del 5,5% nel 2020. Sarà per questo che l’Unione Italiana Food ha lanciato il sito We Love Pasta, dove trovare informazioni nutrizionali, ricette e curiosità su una delle tradizioni nostrane più amate al mondo. Per informazioni: www.welovepasta.it
98 I spazio50.org I MAGGIO 2021
+ LETTURA LA VOCE DEI LIBRI Parte dalla biblioteca di Chieri, in provincia di Torino, il progetto pilota “La voce dei libri”, dedicato agli ospiti delle locali RSA. L’iniziativa prevede un ciclo di video e audio letture di racconti brevi destinato agli ospiti delle due case di riposo cittadine. Due volte a settimana, infatti, i bibliotecari forniscono video e audio in cui leggono brevi racconti che potranno essere proposti agli ospiti. Per informazioni: www.comune.chieri.to.it/biblioteca/voce-libri
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SOSTEGNO ALLA MEMORIA Secondo uno studio dell’Università di Tokyo, scrivere aiuta a ricordare. La scoperta è arrivata dopo aver condotto un esperimento in cui 48 volontari (dai 18 ai 24 anni) hanno assistito a un dialogo tra due persone che facevano programmi per il futuro, nominando una serie di appuntamenti pianificati. I risultati hanno dimostrato che chi aveva preso appunti con carta e penna, ricordava di più ciò che aveva sentito, poiché scrivere a mano attiva aree del cervello - come l’ippocampo - che hanno un ruolo chiave nei processi mnemonici.
+ LIBRI
SCRITTURA DIARI DI FAMIGLIA SOCIAL Si chiama Kepown ed è una piattaforma web in cui è possibile depositare romanzi, diari e storie di famiglia. Il nome nasce dai due termini inglesi “keep” e “own” ovvero “mantenere il proprio”. Lo scopo di questo social network tutto italiano è proprio quello di raccontare ciò che siamo stati e quello che siamo attraverso la scrittura digitale, condividendo memorie delle comunità del mondo per tramandarle alle future generazioni in forma scritta, ma anche audiovisiva o sotto forma di fotografie. Per informazioni: www.kepown.com
OLIVE, ANCORA LEI di Elizabeth Strout Einaudi, 2020, pp. 272 Olive Kitteridge, insegnante di matematica in pensione, vedova e madre di un figlio ormai lontano, è solo una “vecchia” scorbutica per molti in paese. Una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell’animo umano. In Olive, ancora lei Elizabeth Strout riprende il filo dal punto in cui l’aveva lasciato, narra il decennio successivo al primo libro (Olive Kitteridge, 2008, Fazi Editore) e l’estrema maturità di Olive. Ma in questa sua vecchiaia c’è una vita intera, un nuovo amore, amicizie profonde e implacabili verità.
Senza e l’ormon a in n o t mela
130 a nni di esp erie nza