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QUOTA 100: ULTIMA CHIAMATA
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La misura che permette di andare in pensione a 62 anni e con 38 di contributi - introdotta a gennaio 2019 - non ha riscosso molto successo, ma gli interessati possono ancora presentare domanda
a cura di Luca Giustinelli
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AL MOMENTO NON ESISTE UNA RISPOSTA CERTA SUL DESTINO DELLE PENSIONI DOPO DICEMBRE 2021, MA CI SONO MOLTE IPOTESI AL VAGLIO. CERTAMENTE, NON INCLUDONO UN RINNOVO
90 I spazio50.org I MAGGIO 2021
SEMBRA DAVVERO UNA VITA FA: ALCUNI MINISTRI ANNUNCIAVANO DAL BALCONE CHE LA POVERTÀ ERA STATA SCONFITTA, la pandemia era ancora solo nella fervida fantasia degli sceneggiatori dei “virus movies”, le persone passeggiavano liberamente, le mascherine erano riservate a figure professionali specifiche, “smart working”, “DaD” e “videocall” erano ancora termini di un gergo per iniziati; ma soprattutto, non avevamo continuamente negli occhi gli ospedali, le terapie intensive, i bollettini quotidiani sui malati. Sembra proprio una vita fa. E invece era solo l’inizio del 2019 quando vedeva la luce la tanto attesa “Quota 100” che vive oggi, probabilmente, gli ultimi mesi di un’esistenza più breve di quanto da alcuni previsto. Questa misura - introdotta in via sperimentale per il triennio 2019/2021 - consente a chi abbia maturato 38 anni di contribuzione e 62 anni di età (quindi, tecnicamente, non una “quota” propriamente detta, perché entrambi i requisiti devono essere distintamente soddisfatti) di poter accedere al pensionamento con notevole anticipo rispetto sia alla pensione di vecchiaia sia alla pensione anticipata ordinaria. Pur avendo suscitato molte speranze, tuttavia, la nuova pensione non ha dato i risultati sperati e pertanto verrà lasciata morire, per quanto è dato sapere, alla sua naturale scadenza; il suo rifinanziamento non pare infatti all’ordine del giorno. Oggi, in effetti, occorre rilanciare interi settori produttivi (come il commercio, il turismo, la ristorazione, lo spettacolo) messi in ginocchio dalle chiusure emergenziali;