INTELLETTUALI IN GUERRA. DIARI E LETTERE DAL FRONTE TEDESCO 1914-1918 di Anna Chiarloni 1. Tra i diari e le lettere di Franz Marc, pubblicati postumi da Paul Cassirer nel 1920, troviamo gli appunti di guerra redatti sul fronte occidentale. Nelle pagine che risalgono alla primavera del 1915 si legge: «Was ist uns heute von allem, was in unserem Rücken liegt, noch heilig? Niemand, niemand kann von nun an über die Blutlache des Krieges hinweg nach rückwarts und aus dem Rückwärts leben».121 L’annotazione, dotata com’è di una sua forza testamentaria – l’artista del Blauer Reiter morirà appena ventenne, dissanguato nel fango di Verdun – sollecita un’interpretazione della Grande Guerra come cesura, come soglia di non ritorno rispetto ai valori dell’epoca precedente. Lo spazio tra Ottocento e Novecento risulta dunque segnato non tanto dalle cerniere cronologiche usuali – fin de siècle, Jahrhundertwende – quanto piuttosto dalla visione apocalittica del massacro, da quella «pozza di sangue» percepita da Franz Marc come rottura di senso, come limes esistenziale assoluto. D’altra parte, se guardiamo al secolo scorso, siamo in un certo senso costretti a riconoscere proprio nell’esperienza dell’orrore un tratto antropologico dell’uomo moderno, se non addirittura una categoria centrale della coscienza contemporanea. E anche questa riflessione induce a individuare nella Prima guerra mondiale l’avvio di un processo di definitivo distacco dal passato. Ora, nel nuovo millennio, reduci dalla guerra nei Balcani – un conflitto che, se pur dislocato, ha coinvolto l’Europa – con alle porte altri eccidi che sembrano precipitare altri paesi nel limo della Storia, appare utile indagare quel complesso reticolo di segni e di pulsioni che hanno attraversato il primo Novecento, culminando nel conflitto del 1914. Fra i tanti percorsi possibili, quello qui proposto discende da un’analisi di materiali autobiografici in lingua tedesca degli anni 1914-1915, a cavallo cioè di quella cesura indicata da Franz Marc come epocale.122 Si tratta dunque di uno spaccato verticale, come vedremo relativamente omogeneo, che consente di mettere a fuoco non solo l’immaginario individuale relativo alla rappresentazione della guerra, ma anche di verificare la presa e la tenuta in area tedesca di alcuni elementi che vengono solitamente considerati costitutivi della modernità europea. 2. Comincio quindi da questo secondo aspetto, impostando fin d’ora un confronto tra il futurismo italiano e la coeva letteratura espressionista tedesca. La modernità estetica interagisce – si è soliti pensare – con lo sviluppo tecnologico. Basta leggere il manifesto pubblicato da Marinetti su Le Figaro per averne un’immediata conferma.123 Il futurista ama rappresentarsi come virile e arrogante pilota di un roboante automobile – vocabolo allora rigorosamente maschile – che sfreccia in corsa attraverso sferraglianti percorsi metropolitani cercando il clangore e l’ebbrezza della velocità. Credo che sia difficile rintracciare nella cultura tedesca di quegli stessi anni immagini che rivelino una simile entusiastica adesione al mondo della tecnica moderna. Emergono, al contrario, anche da ambienti artistici affini, segni di reiterata insofferenza. È il caso, ad esempio, di Hugo Ball: «Ein Gang durch das Zuchthaus kann nicht so furchtbar sein wie ein Gang durch den larmenden Saal einer neuzeitlichen Offizin», si legge nei diari di questo intellettuale monacense, che pure – nel 1913 – recensisce con grande trasporto la 121
F. MARC, Vier der hundert Aphorismen: Das zweite Gesicht, in Deutsche Dichtung im Weltkrieg 1914-1918, a cura di E. VOLKMANN, Leipzig, Reclam, 1934, («Deutsche Literatur. Reihe Politische Dichtung», 8, a cura di H. KINDERMANN), p. 147. 122 L’intervento riprende e rielabora il mio saggio Strategie dell’apocalisse. La funzione della natura nella letteratura di guerra in lingua tedesca, in Avantgarde, Modernität, Katastrophe, a cura di E. LÄMMERT e G. CUSATELLI, Firenze, Olschki, 1995. 123 F.T. MARINETTI, Fondazione e Manifesto del Futurismo, in Opere, II, Milano, Mondadori, 1968, pp. 7-12.
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